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I Testimoni di Geova 1870-1879.

Ultimo Aggiornamento: 21/07/2017 23:20
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24/09/2013 21:02
 
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Leggere questa sezione storica è davvero stimolante ...
Mi piacerebbe approfondire il pensiero di Russel e Barbour sul riscatto.
Il libro proclamatori dice che entrambi credevano nel riscatto, (pg. 131) ma dopo una lunga disputa (pg 47) Russel tronca i rapporti con Barbour.
In altre parole capire di più cosa credevano e cosa alla fine lì portò alla rottura.
Il capitolo 8 del libro di Bruce W. Schulz e Rachael de Vienne esamina la controversia riguardo al riscatto e la separazione di Russell da Barbour. Al momento questo capitolo esiste solo come bozza.
Chiedo: è possibile comunque consultarle?
Conoscete altre fonti attendibili da cui capire qualcosa in più?
Grazie
24/09/2013 21:49
 
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mturrito, 24/09/2013 21:02:

Leggere questa sezione storica è davvero stimolante ...
Mi piacerebbe approfondire il pensiero di Russel e Barbour sul riscatto.
Il libro proclamatori dice che entrambi credevano nel riscatto, (pg. 131) ma dopo una lunga disputa (pg 47) Russel tronca i rapporti con Barbour.
In altre parole capire di più cosa credevano e cosa alla fine lì portò alla rottura.
Il capitolo 8 del libro di Bruce W. Schulz e Rachael de Vienne esamina la controversia riguardo al riscatto e la separazione di Russell da Barbour. Al momento questo capitolo esiste solo come bozza.
Chiedo: è possibile comunque consultarle?
Conoscete altre fonti attendibili da cui capire qualcosa in più?
Grazie



No, non è possibile consultare la bozza per ovvi motivi. Tuttavia se hai dimestichezza con l'inglese puoi leggere i dettagli della controversia sui numeri dell'Herald of the Morning del periodo 1878-79 che puoi trovare facilmente sul web (casomai ti posso indicare quali sono esattamente gli articoli e dove scaricare l'Herald). Altrimenti aspetta pochi mesi e potrai acquistare il libro (in inglese). Per l'edizione in italiano dovrai aspettare il 2015-16.

La rottura tra Russell e Barbour era inevitabile. Non c'era unità dottrinale all'interno del gruppo. Se non fosse stato riguardo al valore espiatorio del sacrificio di Gesù, la rottura sarebbe avvenuta riguardo alla trinità, o qualcos'altro.
La formazione di una identità religiosa separata e distinta dei lettori della Watchtower avvenne durante il periodo 1870-1886, e per quanto paradossale possa sembrare furono proprio le divergenze a favorire il suo emergere.

Se vuoi puoi leggere uno stralcio del capitolo 8 cliccando sul link sottostante ma è solo la bozza dei paragrafi introduttivi e non arriva a trattare il momento della disputa sul riscatto.

truthhistory.blogspot.it/2013/07/introductory-paragraphs-chapter-8...






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25/09/2013 18:22
 
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roberto.dahen, 15/09/2013 19:44:

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Russell e i suoi associati erano una setta avventista?

Molti affermano che la Watchtower (uso questo termine per includere non solo i testimoni di Geova, ma anche le varie congregazioni di Studenti Biblici, ecc.) è un movimento nato dall'avventismo, una setta avventista, che Russell e i suoi associati erano avventisti nei fatti.

Ecco quello che ha scritto un anonimo dopo aver letto la bozza dell'articolo introduttivo "Un'identità separata, identità organizzativa fra i lettori della Torre di Guardia di Sion, 1870-1887" di BW Schulz e R. de Vienne, che potete leggere in italiano nei post precedenti.


L'anonimo lettore scrive:
"Ammiro molto la conoscenza e la ricerca dell'autore, ma lo stile è così vago e retorico che ci faccio poco della sua tesi. Egli denuncia altri studiosi, introduce termini indefiniti, dice che questo o quel capitolo dirà questo o quello, ma non arriva mai al punto o a delle affermazioni chiare. Credo di aver capito che secondo lui se qualcuno non dice chiaramente di essere avventista, non lo è - o forse che i veri avventisti hanno alcune particolari dottrine peculiari che Russell non aveva. Se la mia interpretazione è corretta, lo sviluppo del punto (al contrario della conoscenza condivisa dall'autore, che sarebbe grandemente desiderabile in una forma più chiara) non sarà molto utile alla storia intelligente. Russell fu un diretto discendente dei Milleriti che utilizzavano alcune profezie bibliche per prevedere la fine del mondo. Russell fece la stessa cosa, e usava la letteratura post-millerita per farlo. Era alla ricerca di un imminente Secondo Avvento. Questo lo rende un avventista. Caso chiuso".


Risposta di Rachael de Vienne:

Uno sproloquio di sorta

Non siamo noi i responsabili della tua ignoranza. Lo sei tu.

Definire avventista ogni credente nel prossimo avvento di Cristo è sbagliato. Gli avventisti milleriti avevano una dottrina distintiva che li mise in contrasto con la maggior parte dei cristiani che aspettavano il ritorno di Cristo. Quasi senza eccezione gli espositori che scrissero nel periodo pre-Millerita adottarono il letteralismo. Il letteralismo sbocciò in Europa nei primi anni del 17° secolo (gli anni del 1600 per coloro che si confondono facilmente).

La maggior parte degli scrittori britannici profetici adottarono il letteralismo. Caratterizzò molti degli scrittori tedeschi e quasi tutti gli olandesi. Il letteralismo fu l'approccio standard di quasi ogni scrittore americano fino alla comparsa del millerismo. È rimasto l'approccio standard al di fuori di millerismo fino ad oggi.

L'approccio letteralista consiste nell’interpretare la Bibbia alla lettera. Se dice che Dio restaurerà Israele, significa che si sta parlando dei figli di Abramo, gli ebrei. Non significa una chiesa simbolica. I milleriti respingevano questo. I milleriti credevano nella dottrina della Probazione. Mi stupisce che gente che legge in questo blog non conosca una delle dottrine fondamentali della cristianità. La dottrina della Probazione insegna che gli esseri umani sono come in libertà vigilata in questa vita, non importa quello che riescono a conoscere di Dio o della Bibbia. Questa vita determina il loro destino per sempre: inferno o immortalità secondo alcuni, morte eterna o immortalità secondo altri. I letteralisti erano divisi su questo tema, ma un numero significativo di essi credeva che la dottrina della Probazione era falsa. Dopo aver lasciato il movimento avventista, Storrs sottolineò che Dio da a tutti una possibilità equa e sufficiente per ottenere la vita. Per alcuni questo sarebbe avvenuto dopo una risurrezione. Spregiativamente chiamata “secondo probazionismo” questa visione fu uniformemente respinta dagli avventisti milleriti.

Gli avventisti odiavano la dottrina di Russell. Non vedevano niente di familiare in essa ad eccezione di una credenza condivisa sullo stato dei morti. La credenza che “quando uno è morto, è morto” non deriva dall’avventismo. Se vi foste presa la briga di leggere “La fede condizionalista dei nostri padri” di Le Roy Edwin Froom lo sapreste. Dovremmo forse considerare ogni espositore americano vissuto prima di William Miller un avventista? Un uomo come Elias Boudinot, che aspettava il ritorno di Cristo come cosa imminente, si sarebbe contorto al solo essere chiamato avventista o millerita. Aaron Kinne, che credeva che Cristo sarebbe tornato intorno al 1866, era un ministro congregazionalista che non avrebbe trovato un posto tra i Milleriti. Aspettare il ritorno di Cristo non rende automaticamente una persona avventista. Se pensate che sia così, è necessario che cominciate a far uso dei libri.

La speculazione circa la data del ritorno di Cristo non è un’occupazione che appartiene ai soli avventisti. Ha una lunga storia che include Isaac Newton, luterani tedeschi del 18° secolo, e un numero infinito di scrittori inglesi e americani ben prima che il movimento millerita sorgesse. Vi siete mai presi la briga di leggere “La fede profetica dei nostri padri” di Froom? Oppure finora avete letto solo il materiale fetido che si trova in molte pagine web?

George Storrs non condusse Russell nell’avventismo. Storrs aveva abbandonato l’avventismo nel 1844. Ecco un estratto del capitolo tre del nostro prossimo libro:

Separazione dal movimento avventista

CONTINUA




truthhistory.blogspot.it/2013/08/a-rant-of-sorts.html

uno sproloquio di sorta di Rachael de Vienne - CONTINUAZIONE

Separazione dal Movimento avventista

Il fallimento Millerita e una riconsiderazione di base della dottrina millerita condussero Storrs al di fuori dal movimento nel 1844 [1]. Mentre molti all'interno della comunità avventista continuarono a rispettarlo e a considerarlo un fratello in Cristo, molti altri no. Le sue convinzioni erano volutamente travisate e lui insultato sulla stampa dei Secondi Avventisti. Questo fatto non è stato raccontato dalla maggior parte delle storie degli avventisti. Non lo troverete in nessun recente libro della storia avventista. Anche alcuni dei libri storici più vecchi come quello di Johnson non lo raccontano. C'è un senso di vergogna collegato a quanto accadde che gli storici avventisti vogliono seppellire.

Storrs entrò nel movimento millerita con delle riserve, anche se siamo incerti su quanto fortemente abbia espresso quelle riserve. Egli contestava la dottrina di Miller secondo cui la terra sarebbe stata distrutta dal fuoco e incenerita:

“Ci siamo convinti nell'inverno del 1842-3 che l’idea del signor Miller e dei suoi associati, che quest’epoca si sarebbe chiusa con la conflagrazione del mondo e l’annientamento di tutti gli uomini non ancora pronti per l'immortalità e che l'epoca successiva si sarebbe aperta con un nuovo cielo e una nuova terra con nessun altro abitante eccetto gli immortali, era un errore; un errore che ha quindi spinto gli uomini pensanti, governati più dalla ragione che dall’emozione, a scartare del tutto l'idea dell’imminente avvento di Cristo. Hanno capito che c'erano ancora molte cose da adempiersi in questo mondo, e che se la conflagrazione del mondo doveva aver luogo al secondo avvento di Cristo, allora tale evento non poteva essere vicino. [2]

Storrs sollevò questa obiezione a febbraio o marzo del 1843, anche se non sappiamo quanto ampiamente la espresse. Predicò a Filadelfia, nella primavera del 1843. Migliaia lo ascoltarono e ricevettero un’edizione appositamente preparata del “Sei Sermoni”. Quella fu una delle sue prime opportunità di esprimere le sue obiezioni alla teologia millerita. Ammesso che lo fece, non siamo ancora riusciti a trovare un documento che lo confermi. Dopo aver predicato a Cincinnati per diversi mesi (dall’autunno del 1843 alla primavera del 1844), tornò a Philadelphia per una breve visita nel mese di dicembre del 1843. Il messaggio di Storrs fu ben accolto. Scrisse al direttore del “Western Midnight Cry” facendo un resoconto del forte interesse incontrato:

“L’opera in questo luogo sta prendendo un nuovo slancio, circa 30 erano davanti per le preghiere della scorsa domenica - alcuni di loro hanno trovato pace nel credere. In questa città (Philadelphia) ho predicato una settimana fa alla vigilia dell’ultima domenica a circa tremila ascoltatori profondamente interessati, e la nostra causa qui è evidentemente sempre più innalzata – non si spegnerà. ... Credo che il Signore è “alla porta”, e non dobbiamo aspettare a lungo. Dite ai fratelli e alle sorelle, di “essere forti” e non aver paura, perché il nostro Dio arriverà, e verrà rapidamente". [3]

Lasciando Filadelfia ritornò negli stati del centro, evangelizzando dalle parti dell’Indiana. Era di nuovo a Filadelfia nel novembre del 1844 con il messaggio del “settimo mese”, ma con un orientamento più “letteralista” che “avventista”. Rimase in quel luogo fino al 1852. [4]

Le fonti della dottrina di Storrs, chi ha influenzato chi, e molti dei dettagli dei cambiamenti dottrinali sono argomenti di discussione per la ricerca di qualcun altro. Hanno poca attinenza con la teologia della Torre di Guardia di Sion. Tuttavia, sappiamo alcune cose. Charles Fitch iniziò a insegnare "la probazione per i pagani dopo l'avvento". Secondo Lewis Gunn, almeno entro l'ottobre del 1844, alcuni degli avventisti di Philadelphia avevano adottato le vedute di Storrs. Gunn credeva che "molti dei Giudei saranno miracolosamente convertiti, e saluteranno la sua apparizione con l'esclamazione: 'Benedetto colui che viene nel nome del Signore". Gunn scrisse che avevano "cambiato idea rispetto alla loro precedente convinzione, e differivano completamente dal signor Miller e dalla gran parte degli avventisti di quella contrada - ma concordavano con i letteralisti" [5]

Storrs elaborò a lungo sulla sua dottrina per com’era nel 1844 e, con alcune modifiche, tale rimase fino alla sua morte. Il suo letteralismo fu come un cuneo che segnava un solco sempre più profondo tra lui e la comunità avventista:

"Abbiamo fin da allora (1843) sostenuto la dottrina che l'avvento di Cristo come Re ... è un evento vicino - che sarà inaugurato con una grande e terribile distruzione dei suoi nemici, soprattutto di coloro che hanno ascoltato il Vangelo e lo hanno respinto, ma che ci sarà "un rimanente delle nazioni," in carne e ossa, che diventeranno sudditi del governo di Cristo e dei suoi santi immortali che governeranno le nazioni di questa terra, avendo la sede dell'Impero a Gerusalemme e sul monte Sion, da cui "uscirà la legge" a tutto "il rimanente delle nazioni". Che sotto quell’amministrazione si "eseguirà diritto e giustizia nel paese", e "tutta la terra sia ripiena della gloria del Dio", secondo il suo giuramento e promessa .... Questo periodo, o età, del regno personale di Cristo ... su questa terra, è il vero millennio, che può essere di mille anni, o forse un periodo molto più lungo .... Quel periodo si chiuderà con la finale risurrezione, il giudizio, e l'esecuzione del giudizio di tutti gli uomini: e in quel momento l'età dei nuovi cieli e della nuova terra sarà inaugurato ... Per aver sostenuto queste opinioni siamo stati rifiutati, scansati, ed evitati da gran parte dei seguaci della teoria del signor Miller, che si definiscono "avventisti". [6]

Innegabilmente, Storrs era uno dei personaggi principali a Philadelphia. Grandi folle si riunivano al di fuori dalla cappella Millerita per ascoltare Storrs e altri……… (continua)

Note in calce:

[1] Gordon Melton è in errore quando suggerisce che Storrs fu sempre un associato della Chiesa Cristiana Avventista. (Encyclopedia of American religions, pagina 615).

[2] G. Storrs: The Age to Come, Bible Examiner, maggio 1850, pagina 74.

[3] Lettera di George Storrs datata 29 novembre 1843, all’interno del Western Midnight Cry, 9 dicembre 1843, pagina 5. La residenza di Storrs era a Brooklyn al n° 62 di Hicks Street. La casa esiste ancora. Cornelia Davenport, figlia di Alexander Russell e cugina prima di C. T. Russell, era sua vicina di casa al n° 74.

[4] L’itinerario di Storrs è dato dal SEI SERMONI, versione riveduta del 1856, pagine 14, 17.

[5] Julia Neuffer: Il radunamento di Israele: Uno studio storico dei primi scritti, edizione digitale, pagina 4.

[6] G. Storrs: The Age to Come, Bible Examiner, maggio 1850, pagina 74.


CONTINUA



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CONTINUAZIONE
In quel tempo ogni evento era assolutamente esagerato dalla stampa. Fu riportato che qualcuno aveva rubato i soldi dalla tesoreria Millerita. Questo era falso. Si diceva che i bambini venivano lasciati al freddo fino a morire. Questo era falso. Il giornale “Philadelphia Ledger”, per compiacere i suoi lettori che a malapena sapevano leggere e scrivere, descriveva i raduni milleriti con disprezzo, scherno, ed esagerazione. [7]

Il Philadelphia Evening Chronicle così scriveva:

“Porzioni della popolazione di tutte le grandi città orientali di questo paese sono rimaste più o meno vittime di una singolare e bizzarra illusione. Chiamano se stessi Milleriti, e hanno creduto senza riserve ai deliranti ed empi vaneggiamenti di un certo Miller, il quale ha profetizzato che il secondo avvento si sarebbe certamente verificato nel ventitreesimo giorno del corrente mese, quando questo giusto mondo sarebbe stato certamente distrutto da una conflagrazione! Qui a Baltimora, e a Boston, le autorità civili sono state costrette a chiudere le loro chiese con la forza, come conseguenza del fatto che centinaia di loro si erano assemblati e avevano gettato il quartiere in un incontrollato allarme a causa delle loro urla, dei terribili pianti e dei lamenti. La sera del ventidue di questo mese, molte centinaia di questi pazzi sono affluiti nei campi vicino a questa città, si sono vestiti con lunghi abiti di cotone bianco, che loro chiamano “le vesti per l’ascensione”, e sono stati visti passeggiare per i boschi e sulla rive dei fiumi al chiaro di luna, come se fossero dei fantasmi avvolti nel lenzuolo. Hanno lasciato le loro attività e le loro famiglie, e molti bambini sarebbero morti, se non fosse stato per la bontà dei loro concittadini. Per giorni le fiamme di questa superstizione e di pericoloso fanatismo si sono diffuse come un incendio. Non vi è stato nessun arresto. In due o tre casi le vittime hanno anticipato la fine del mondo con il suicidio: un signore di nome Culp si è gettato nelle cataratte del Niagara, e ora che il giorno è passato, molti si trovano a essere (forse inguaribilmente) in uno stato di delirio. Queste scene che sono state riferite non si erano verificate probabilmente per secoli, e spero non si renda necessario il passare di altri secoli, prima che tali tristi evidenze della debolezza della natura umana, e l'angoscia che invariabilmente l’accompagna, scuotano l’opinione pubblica”. [8]

Quasi nulla di questo articolo è vero. I giornali di Philadelphia e Boston erano particolarmente brutti, pieni di falsità e ridicoli. Che gli avventisti si vestissero con vestaglie per l’ascensione e altre simili affermazioni erano storie completamente false. Jane Marsh Parker, figlia di Joseph Marsh, si prese la briga di confutare la calunnia dell’ascensione con le vestaglie. J.V. Himes lo fece pure. [9] Il tentativo di confutare alcune delle più scandalose false notizie vennero fatte direttamente dalla stampa Millerita, ma altri vollero rendere chiaro che quelli di Filadelfia non erano i "veri" Milleriti. Lewis Gunn scrisse ai giornali di Philadelphia incolpando di tutto George Storrs e altri che avevano adottato una dottrina letteralista:

“Alcuni ... non si aspettavano né la distruzione della terra, né la sua completa rinnovazione fisica al momento attuale, ma aspettavano l'introduzione del millennio tramite la personale venuta di Cristo sulla terra; pensano che questo sarà l'inizio della promessa restituzione di tutte le cose, che durerà finché tutte le cose saranno rimesse a nuovo, pensano che la probazione terminerà solo per coloro che hanno udito il Vangelo, ma non per i pagani e per coloro che non hanno sentito parlare della sua gloria; pensano che questo possa essere l'inizio di una nuova dispensazione per i pagani, nel corso della quale sarà enfaticamente vero che le foglie dell'albero della vita saranno per la guarigione delle nazioni. Questi sono stati i punti di vista pubblicati da Geo. Storrs. ... Riguardo a questi punti di vista loro differiscono completamente dal signor Miller e dal grande corpo dei credenti avventisti di questa nazione, ma concordando con i letteralisti dell’Inghilterra (i millenaristi) ... [10]

Nel 1845 Storrs "abbracciò completamente la dottrina letteralista". Enoch Jacobs, direttore di “The Star Day” (Cincinnati) scrisse: "Se n’è finalmente andato nel giudaismo". Storrs rese la questione chiara nel 1849 scrivendo che era “vero che siamo stati attirati dalla teoria del signor Miller per un certo tempo, ma abbiamo rinunciato a tutte le sue peculiarità più di quattro anni fa, e ad alcune delle sue idee addirittura più di cinque anni fa; non abbiamo avuto più alcun rapporto con la sua peculiare visione da più di quattro anni" Storrs rimarcò che i "capi milleriti sono tra i nostri avversari". [11] Verso la fine di maggio o all'inizio di giugno del 1849, due "fratelli", scrissero a Storrs contestandogli le sue osservazioni circa l’opposizione millerita alla sua opera. Queste due persone si definivano milleriti: "Noi siamo ciò che il mondo, la chiesa, e il fratello Storrs chiamano milleriti. Perché siamo questo? Non è forse perché crediamo come il fratello Miller che il Signore verrà presto?" Storrs rispose che avevano frainteso l'articolo originale, ma indicò anche che la loro definizione di avventismo millerita era sbagliato:

“Qualunque cosa la chiesa o il mondo possano capire riguardo al significato di millerismo, io lo intendo con tre peculiarità, e nulla più, e cioè: Una data precisa per l’avvento .... qualcosa a cui ho rinunciato nell'inverno del 1844-5, e il tempo mi ha ora dato ragione. Le altre due peculiarità del millerismo sono cose a cui ho rinunciato, una nel mese di febbraio '44, e l'altra nel giugno '45. Le tre peculiarità si possono riassumere così: 1) Una data precisa per l’avvento, da non fissare più in là del 1847; 2) Nessun ritorno letterale della posterità di Giacobbe nella terra che i loro padri hanno abitato; 3) Tutta La terra deve essere fusa al momento dell’avvento, e nessuno dei suoi abitanti lasciati su di essa.
Questi tre punti costituiscono l'insieme di ciò che io chiamo millerismo…. Ma il secondo avvento personale di Cristo – cioè un avvento pre-millenniale - vicino, anzi imminente - il regno di Dio sulla terra, o la terra come eredità dei santi - la terra rinnovata, il paradiso restaurato, e tutte quelle dottrine simili che hanno a che fare col regno di Dio, non sono parte integrante del Millerismo, ma hanno avuto una distinta esistenza rispetto alla sua dottrina, ed esistevano prima che le sue idee fossero pubblicate nel mondo. Il fatto che alcune persone, che hanno abbracciato la sua teoria non sapevano che questi altri punti erano già stati pubblicati dai letteralisti inglesi molti anni prima che li sentissero dal signor Miller, non li rende ora parte in alcun modo delle sue peculiarità: Queste dottrine non sono ora, e non sono mai state, parte dei suoi particolari punti di vista. ... I tre punti che ho elencato sono tutto ciò che costituiscono la peculiarità del Millerismo.
Ai capi della sua dottrina non è piaciuto continuare a portare il nome di Milleriti dopo che 1843-4 era passato, sebbene negli anni precedenti si erano gloriati di essere chiamati in quel modo. Non appena il tempo era passato, e hanno cominciato a organizzare chiese, allora hanno assunto il nome di Avventisti, dimostrando quindi che non erano disposti ad andare avanti con il precedente nome, e dando per scontato che quel nome è ugualmente appropriato per tutti i credenti nell’imminente ritorno di Cristo e del suo regno personale sulla terra, sebbene molti di loro non sono mai stati Milleriti. Assumendo il nome Avventisti hanno nuociuto all’altra categoria di credenti, che sono diventati così, nella mente dell’opinione pubblica, identificati con loro, ma i milleriti erano in realtà una setta come qualsiasi altra. Ma perché hanno dovuto lasciare il nome di “Milleriti”, con il quale erano conosciuti ovunque, per assumerne un altro senza aver rinunciato a una sola delle peculiarità del signor Miller? È stato per coprire i loro errori senza fare "confessione?" Qualunque cosa possa essere stato il loro intento, ha certamente quell’apparenza.” [12]


Storrs menzionò una lettera di Miller stampata nel giornale avventista Voice of Truth (Voce della Verità), dicendo che Miller e i suoi collaboratori, incapaci di attaccare il suo ragionamento, attaccavano lui. Gli attacchi da parte degli avventisti milleriti continuarono per tutta la carriera di Storrs. . . . .(continua)

Note:

[7] Vedi A. S. Braham: La stampa di Philadelphia e i Milleriti, The Pennsylvania Magazine of History and Biography, aprile 1951, pagina 189ff.

[8] Come ristampato nel The Christian Messenger and Reformer, dicembre 1844, pagina 205, il Christian Messenger era stampato a Londra, in Inghilterra.

[9] J. M. Parker: I Milleriti avevano vesti per l’ascensione? The Outlook: A Family Magazine, 15 ottobre 1894, pagine 582-3.

[10] Isaac Wellcome, opera citata, pagina 382.

[11] G. Storrs: Un giro all’est con varie osservazioni, Bible Examiner, maggio 1849, pagina 106

[12] G. Storrs: Correzione di un travisamento, Bible Examiner, luglio 1849, pagina 106.

CONTINUA

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[Modificato da roberto.dahen 16/10/2013 18:25]


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Articolo scritto da Rachael de Vienne
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Storrs menzionò una lettera di Miller stampata nel giornale avventista Voice of Truth (Voce della Verità), dicendo che Miller e i suoi collaboratori, incapaci di attaccare il suo ragionamento, attaccavano lui. Gli attacchi da parte degli avventisti milleriti continuarono per tutta la carriera di Storrs. Apollo Hale e Sylvester Bliss pubblicarono una lista di dieci dottrine fondamentali che Storrs era colpevole di aver abbandonato. Era ampiamente e consapevolmente falso. Storrs fece notare la falsa affermazione, dimostrando anche che Hale e Bliss conoscevano nei fatti la verità in questione. Li chiamò “sprezzanti a un livello e in una misura che deve riempire ogni animo onesto che conosce i fatti di disgusto”. Disse che il loro attacco “porta sulla faccia la prova di un disegno atto a stigmatizzarci volontariamente”. Storrs mise, pezzo per pezzo, ciò che aveva effettivamente scritto a fianco degli artifizi scritti da Hale e Bliss, sottolineando che avevano nelle loro mani il suo articolo originale. Il loro comportamento era inescusabile: “Questo sforzo di rovinare la nostra reputazione e distruggere la nostra influenza non è il primo che viene dallo stesso quartiere, finora è stato sopportato in silenzio, e per noi ora è doloroso sentire il dovere che ci chiama a rimproverare apertamente coloro che hanno peccato in questa faccenda. Abbiamo per molto tempo mantenuto la nostra pace, mentre una fiumana di calunnie è stato versata su di noi da uomini che, se le loro professioni potessero essere considerate, sono i rappresentanti di Gesù Cristo quanto il Papa lo è di San Pietro. Ma Dio giudicherà tra di noi”. [13]

James White ripubblicò un articolo di Storrs del 1843 sul ritorno degli ebrei nel “Advent Review and Sabbath Herald”, mancando di far notare che quella non era più la convinzione attuale di Storrs. “Quando un’associazione, o individui pubblicano opinioni a cui l'autore ha rinunciato pubblicamente - e non danno alcuna notizia della rinuncia - tutti gli uomini, che sono a conoscenza dei fatti devono dichiararlo un atto di disonestà”, scrisse Storrs. White replicò nel numero del 12 maggio 1853 del “The Review and Herald”:

Ci rammarichiamo molto che la data di questo discorso non è stata data. Ci rammarichiamo anche che non abbiamo scritto che George Storrs aveva rinunciato a una parte, almeno, della verità contenuta in quel discorso, perché non abbiamo mai avuto il minimo desiderio di nascondere questo fatto. Il nostro obiettivo nel pubblicarlo era per la verità che contiene ...
Siamo anche molto dispiaciuti che l'editore del Bible Examiner debba così avventatamente accusarci di “disonestà”, e quindi trattenere da noi il suo giornale contenente questa accusa. Se non fosse stato per la gentilezza di un fratello del Massachusetts ... avremmo potuto rimanere nell’ignoranza riguardo alla sua accusa fino a questo giorno.
Se il corso perseguito dal Bible Examiner è, o non è, secondo il vangelo di Cristo, ora lo lasciamo giudicare ai sinceri.
[14]

La nostra simpatia di storici riposa interamente con Storrs. I coniugi White accumularono meritate accuse di plagio e false dichiarazioni nel corso della loro carriera. La lamentela di White che Storrs non gli aveva inviato il numero del Bible Examiner contenente la sua esposizione di disonestà del “Review and Herald”, era una specie di depistaggio. Si accusava la parte lesa di essere stata offesa. Storrs era più gentile di quello che siamo noi, "cordialmente” li perdonò al ricevimento del scuse.

Fine estratto dal libro

Nel commento che ha generato questa discussione qualcuno ha suggerito che la fede nel secondo avvento rende automaticamente avventisti. Questa è una immotivata idiozia. Il prossimo ritorno di Cristo è la convinzione comune della cristianità. L’avventismo ha delle dottrine distintive, come fece notare Storrs. La maggior parte delle chiese rimangono nella tradizione letteralista, anche se non ne conoscono la storia.

Nel quarto capitolo del nostro libro, dal tema “un’identità separata”, consideriamo gli inizi della classe biblica di Allegheny. Ricostruiamo le loro credenze sulla base delle fonti originali. Le credenze che prendiamo in considerazione nel dettaglio riguardano: la fine del sistema di cose, la seconda probazione, riscatto ed espiazione, parusia e restituzione, la restaurazione dei Giudei, la distruzione del mondo nel fuoco, il battesimo, la risurrezione, il loro quadro profetico e la cronologia della fine dei tempi, la trinità, il diavolo e i demoni, la grande piramide, e le ordinanze della Chiesa.

Vi diciamo quali libri Russell leggeva, chi conosceva, e da proveniva ognuna delle sue dottrine. Gli avventisti discesi da Miller respingevano l'insegnamento di Russell in ogni zona a eccezione di due: la trinità, e il diavolo e i demoni. Ogni altra dottrina di Russell veniva dalla comunità letteralista. In America, ai giorni di Russell, erano chiamati credenti nella Age-to-Come (nota roberto – non ho ancora trovato un termine corrispondente in italiano che mi soddisfi, ma letteralmente significa “età che viene” o come è scritto attualmente nella nostra Bibbia “nuovo sistema di cose”). Le conoscenze di Russell erano incentrate su un piccolo gruppo associato con la rivista religiosa “The Restitution”.

Alcuni di voi insistono che Russell era un avventista perché credeva nel ritorno di Cristo. Avete una vaga idea di quanto sia stupida questa affermazione? Vi siete mai presi la briga di leggere una – una sola – annata del Bible Examiner e considerarla degna della vostra attenzione? Avete annotato chi ha scritto per quella rivista, quello che hanno detto, la loro opinione dell’avventismo? Altre riviste e giornali non sono impossibili da trovare. Li avete letti, o vi siete presi un cucchiaio pieno di veleno intellettuale? Noi non siamo responsabili dell’ignoranza quelli che affermano che Russell era avventista.

Sapevate che Stetson aveva abbandonato la dottrina avventista in favore della dottrina Age-to-Come? Sapevate che scriveva per The Restitution, una rivista che si opponeva all’avventismo, e per The Rainbow, una pubblicazione letteralista britannica? Probabilmente no.

La tua (chi ha scritto che Russell era avventista) definizione di Avventismo è sbagliata. Nessun avventista al tempo di Russell l’avrebbe accettato. Nessun altro l’avrebbe accettato. Il pastore della chiesa congregazionalista che Russell frequentava scrisse e predicò il ritorno di Cristo. Questo non è un segreto. Chiunque lo può verificare. Se leggete il suo sermone pubblicato sul tema, si vedrà che egli non insegnò la dottrina millerita. Insegnava quella dottrina letteralista che la maggior parte degli scrittori americani e britannici trovavano scritturale.

Nel primo capitolo del nostro libro, intitolato “Lo sviluppo di una voce religiosa”, vi raccontiamo i primi contatti di Russell col pensiero profetico. Contrariamente a ciò che di solito è scritto, questo accadde in gioventù. Ecco due brani tratti da questo primo capitolo: .......

[13] G. Storrs: Misrepresentations Corrected, Bible Examiner, agosto 1851, pagine 127-128.

[14] J. White: Hear Us; Then Judge, Advent Review and Sabbath Herald, 12 msggio 1853, pagina 208.

CONTINUA

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Articolo scritto da Rachael de Vienne
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uno sproloquio di sorta di Rachael de Vienne - CONTINUAZIONE

n.b. - Rammento a chi legge questo articolo che l'originale è apparso sul blog Watch Tower History in risposta a un lettore che afferma che Russell era avventista perché credeva nel secondo avvento. E' a quella persona che Rachael de Vienne si rivolge, non ai lettori di questo forum.

CONCLUSIONE

1. Russell [durante la sua adolescenza] leggeva libri e riviste di carattere religioso, e a quanto pare era più interessato a quelli che si focalizzavano su come condurre una vita cristiana. Rimase impressionato dal libro di Bunyon “Pilgrim’s Progress”, al punto da farne riferimento per tutto il resto della sua vita in articoli e sermoni. (15) Russell ci dice molt
o poco delle sue letture d’infanzia. Sappiamo che leggeva periodici religiosi perché ci racconta così. Leggeva trattati, e lui ci dice anche questo. Crediamo che leggeva letteratura per ragazzi. Quasi senza eccezione i libri per ragazzi e bambini di quel tempo erano religiosi e spesso pubblicati da società di trattati. La “American Tract Society” era una casa editrice particolarmente prolifica di scritti e libretti per bambini. Parte di questo materiale predispose Russell a dottrine che manterrà per il resto della sua vita. Opinioni millenariste, che provenivano primariamente dal letteralismo britannico, (16) trovavano la loro strada nei libri per ragazzi.

I libri di Mary Martha Sherwood, una scrittrice britannica, erano ampiamente distribuiti negli Stati Uniti ed erano il “cibo” standard nelle biblioteche della scuola domenicale. Uno dei suoi primi libri era intitolato: “Il Millennio; cioè dodici storie progettate per spiegare ai giovani lettori della Bibbia, le profezie bibliche riguardanti la gloria degli Ultimi Giorni”. Il sistema di credenze che lei illustra è colorato dalle dottrine della trinità e del tormento eterno, ma l’espiazione e il millennio sono presentati in modi che Russell credeva fossero scritturali. Il Cristo sta in luogo degli esseri umani peccatori, il millennio è un periodo di benedizioni ristoratrici su una terra fatta di nuovo paradiso. “Erano i figli di Adamo”, lei scriveva, “che dovevano questo debito a Dio, e Cristo nostro Salvatore, prima di essere ammesso a stare al nostro posto e pagare il nostro debito, fu costretto a diventare uno di noi, e a nascere come un figlio di Adamo secondo la carne”. Il regno millenario di Cristo doveva essere “Un’epoca di giorni felici quando il regno di Cristo prevarrà sulla terra”. (17) Una visione millenarista pervadeva i libri di Mary Martha Sherwood, e c'è molto poco di quella visione che Russell non accettava.

Anche Richard Newton, un pastore anglicano e scrittore per bambini, congetturò riguardo al millennio e al posto che in esso avrebbero avuto i fanciulli. Nel 1857 pubblicò “Rills From the Fountain of Life: or, Sermons to Children” (Ruscelli dalla Fontana della Vita: cioè, Sermoni per bambini) che contiene un sermone basato su Isaia 11:6 intitolato "The Millennial Menagerie" (Il Serraglio del Millennio) che suggeriva che l'interazione tra animali e bambini, come descritta da Isaia era stata pensata per essere adempiuta letteralmente. (18) Mentre si potrebbe sviluppare un elenco significativo di autori per bambini che hanno scritto in modo simile, questi sono, a mio avviso, sufficienti a dimostrare il tipo di letteratura a cui Russell era esposto quand’era bambino e ragazzo. Crediamo che Russell fu predisposto ad accettare successivamente dottrine del millennio di questo sapore, dall’esposizione che ebbe proprio durante la sua infanzia.
Un numero anche maggiore di scritti per adulti presentavano una visione del millennio che Russell avrebbe trovato gradevole. Mentre non possiamo con certezza dimostrare quali libri leggesse esattamente, pensiamo che probabilmente fu esposto a Charlotte Elisabeth Tona, una popolare autrice inglese con un forte seguito americano. Morì poco prima della nascita di Russell, ma rimase popolare negli Stati Uniti e più di una edizione uniforme delle sue opere fu stampata. Il suo libro “Personal Recollections” (Ricordi Personali) contiene una dichiarazione molto chiara delle credenze millenarie con argomenti a sostegno. Sarebbe stato difficile per Russell sfuggire all'esposizione di libri come questi, anche se non lesse esattamente quelli che abbiamo citato. Questi scritti lo avrebbero spinto ad accettare opinioni millenariste, ma non avventiste.

Più avanti nel libro scriviamo:

2. Esposto alla predicazione millenarista

Henry D. Moore e altri della vasta comunità calvinista di Pittsburgh influenzarono Russell su aspetti che egli non mise mai in dubbio. Moore era uno studioso profetico, che predicava su temi pre-millenari. Un esempio di questi tipi di sermoni è il suo An Argument for the Second Personal Coming of Jesus Christ (Un Argomento a Favore della Seconda Personale Venuta di Gesù Cristo). (19) Moore era un letteralista, con un approccio all’interpretazione profetica da quella prospettiva, egli scriveva che la dottrina deve essere stabilita in modo chiaro e senza ambiguità “sulla base dell’interpretazione ordinaria e naturale del linguaggio”. Russell si sentì a suo agio da questo approccio razionale alla Scrittura e l’avrebbe utilizzato nelle sue indagini profetiche.

La comunità calvinista di Pittsburgh aveva una vivace componente pre-millenaria che risale almeno al 1820. Nel 1844 i presbiteriani di Pittsburgh ripubblicarono il libro di Archibald Mason “Observations, Doctrinal and Practical on Saving Faith” (Osservazioni, dottrinali e pratiche sulla fede salvifica). (20) Archibald Mason (1753-1831) era un aderente agli Scotch Covenanter [movimento di dottrina calvinista che si batteva per la separazione tra stato e chiesa] e aveva un forte interesse per la profezia. I suoi lavori circolavano negli Stati Uniti, e le sue aspettative per il ritorno di Cristo atteso per la metà del XIX secolo influenzarono diversi espositori tra cui i secondi avventisti. (21) Nel suo “Two Essays on Daniel’s Prophetic Numbers” (Due saggi sui numeri profetici di Daniele) scritto nel 1820, Mason ipotizzò che i 2300 giorni di Daniele 8:14 sarebbero finiti nel 1844. Fra le conoscenze di Russell c’era William James Reid, pastore della Chiesa Presbiteriana Unita di Pittsburgh. Reid predicava su temi profetici, e i suoi sermoni su Rivelazione erano raccolti insieme e pubblicati col titolo “Lectures on the Revelation” (Discorsi su Rivelazione). (22) I discorsi di Reid erano fortemente influenzati da Seiss, Elliott, Albert Barnes, e dai letteralisti continentali.

Lo scrittore moderno Zydek presenta come dato di fatto la sua convinzione che Russell leggeva “Time of the End: A Prophetic Period, Developing, as Predicted, an Increase of Knowledge Respecting the Prophecie and Periods that Foretell the End” (Il tempo della fine: un periodo profetico, che sviluppa, come predetto, un incremento della conoscenza rispetto alle profezie e al periodo che predice la fine) (23) Questa è la minore delle speculazioni di Zydlek. Il libro “Il tempo della fine” fu compilato con estratti degli scritti di EB Elliott e di altri mischiati con le opinioni dell’anonimo autore congregazionalista. La seguente affermazione di Zydek: "è stato riportato che il giovane Russell fu visto raramente senza una copia de ‘Il tempo della fine” è sconcertante. Nessuna fonte contemporanea o quasi contemporanea segnala questo cosa. Si tratta, come quasi tutto ciò che Zydek scrive dei primi anni di Russell, di un po' di fantasia narrativa.

Fine degli stralci

L’approccio di Russell alla profezia in età adulta non variava dal letteralismo adottato in gioventù. Era predisposto a esso. La Chiesa di Allegheny a cui Jonas Wendell predicava non era una chiesa avventista. È elencata nel giornale The Restitution come chiesa approvata di dottrina Age-to-Come (millenarista). Lo sapevate? Questo non è difficile da scoprire. L’avevate visto?

Per alcuni di voi, acquistare il nostro libro quando verrà pubblicato l'anno prossimo sarà uno spreco di denaro. Lo capisco dalle mail e da alcuni commenti postati qui [sul sito Watch Tower History]. Alcuni hanno un'idea che non vogliono abbandonare, non importa quale sia l'evidenza. Altri di voi troveranno nuovi interessanti dettagli. Il volume uno sarà qualcosa di più di 300 pagine [in formato A4]. Vi condurrà in un arco di tempo che va dai genitori di Russell alla lite con Barbour. In quelle 300 pagine, o giù di lì, vi diremo cose che non sapevate. Ma se siete statici nelle vostre idee, non sprecate il vostro denaro.

I nostri lettori sono responsabili di se stessi. Non è una nostra responsabilità definire minuziosamente ogni frase, parola, idea, o persona che potreste non trovare familiare. Ci aspettiamo che voi pensiate e vi assumiate la responsabilità del vostro proprio studio.


- note in calce (all'interno del libro)

[15] Per esempio vedi l’articolo di C. T. Russell, “Characteristics of a Sound Mind”, pubblicato nella Torre di Guardia di Sion, 1 settembre 1912, pagina 280.

[16] Per un approfondimento della credenza letteralista vedi il capitolo successivo del libro.

[17] Edizione del 1829, pagine 27, 37.

[18] Evangelical Book Society, Philadelphia, 1857. Il sermone inizia a pagina 170.

[19] Cincinnati, 1874.
[20] Pubblicato da A. Jaynes, Franklin Head, Pittsburgh, 1844.

[21] Fra le opere con argomenti profetici di Mason ci sono “Tre discorsi sul Millennio” e “Un punto di vista scritturale e un pratico miglioramento del mistero divino”. Quest’ultimo era spiccatamente letteralista, un sistema di credenza adottato dagli aderenti alla Age-to-Come e da Russell stesso.

[22] Stevenson, Foster & Co., Pittsburgh, 1878.

[23] Pubblicato da J. P. Jewett, Boston, 1856.


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roberto.dahen, 12/12/2013 22:25:

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ARTICOLO DI WATCHTOWER HISTORY DEL 11/10/2013
Di Rachael de Vienne
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Stiamo ancora lavorando all’ultimo capitolo. Ecco un assaggio.


1878 - La Conferenza Profetica

Un gruppo più o meno importante di ecclesiastici organizzò una Conferenza Profetica per gli ultimi due giorni di ottobre e il primo novembre del 1878. Il programma della conferenza venne ampiamente diffuso specificando l’obiettivo degli organizzatori e invitando il pubblico ad assistere. Coloro che promuovevano la conferenza vedevano la dottrina del ritorno di Cristo come trascurata dagli altri; biasimarono la cosa scrivendo:

“Cari Fratelli in Cristo: Quando per qualsiasi motivo qualche vitale dottrina della Parola di Dio cade nella trascuratezza e nel biasimo, diventa un serio dovere di coloro che la ritengono, non solo riaffermarla con costanza e vigore, ma cercare con tutti i mezzi in loro possesso di ricondurre il popolo del Signore alla sua comprensione e approvazione. La preziosa dottrina della seconda personale apparizione di Cristo è, siamo costretti a credere, giaciuta a lungo sotto tale trascuratezza ed errata interpretazione.
Nella Parola di Dio la troviamo avere un posto molto importante. È fortemente e costantemente enfatizzata come un evento reale e imminente, il grande fine della speranza della Chiesa, la potente forza motivante a una vita santa e di sacro servizio, l’entusiasmante tema che infonde fiducia in mezzo ai dispiaceri e peccati del presente mondo malvagio, l’evento che porrà fine al regno della Morte, scaccerà Satana dal suo trono, e infine stabilirà il regno di Dio sulla terra. Così vitale davvero è, questa verità rappresentata, che la negazione d’essa è indicata come uno dei manifesti segni di apostasia degli ultimi giorni. . . .
Prendendo in esame tutte le diramazioni delle Chiese di Dio, e ascoltando la chiara e decisiva testimonianza riguardo a questa verità che ora sorge con forza da parte di insegnanti e pastori, espositori e laici, evangelizzatori e missionari, a noi sembra evidente, che dopo il lungo sonno della Chiesa, coloro che sono saggi si stanno infine sollevando per mettere in ordine le loro lampade in preparazione della venuta dello Sposo”.


La conferenza di New York fu organizzata dopo una serie di conferenze tenute nel Regno Unito. Barbour fece dei commenti sulla conferenza, prima che la stessa si svolgesse, scrivendo un articolo intitolato “Luce Profetica” nel numero di novembre 1878 dell’Araldo del Mattino. Pochi di coloro che si stavano apprestando ad assistere alla conferenza leggevano l’Araldo. Possiamo cautamente affermare che praticamente quasi nessuno di loro lo leggeva. Di quelli presenti, possiamo provare che solo J. A. Seiss aveva letto come minimo almeno un numero. Così, sebbene l’articolo di Barbour fosse scritto come se indirizzato ai delegati di quella conferenza, in realtà era inteso a uso e consumo interno. Reiterò le loro speculazioni di date profetiche in questo modo:

“Ora fratelli, se è la verità, e perseguite i fatti, per favore dite qualcosa riguardo alla nazione ebraica, e la durata del loro castigo, fatti che se riconosciuti, farebbero sobbalzare il mondo. Gli ebrei sono esistiti, come nazione, per circa quattro millenni; ma sotto due condizioni completamente diverse. La prima, come i riconosciuti favoriti del Cielo, e la seconda, come i castigati di Dio. La prima è precedente alla crocifissione; la seconda è successiva a quando la “cortina del tempio si squarciò” e “la loro casa abbandonata”. Noi ora non stiamo facendo né una premessa, né una deduzione; ma semplicemente affermiamo i fatti che provano che la diaspora ebraica è finita e che la ristorazione degli ebrei predetta molto tempo fa è nei fatti iniziata, quest’anno, il 1878”.


Il resto dell’articolo è un ripasso della dottrina di Barbour del “duplice Israele”, la teoria secondo cui c’è una corrispondenza di tempo precisa fra la “dispensazione ebraica” e la “dispensazione cristiana”. Se Barbour intendeva influenzare la Conferenza, rimase inascoltato e inosservato. Il contatto dei presenti alla conferenza con la dottrina Barbourita avvenne tramite Russell che partecipò alla conferenza e girò in mezzo ai delegati. Quello che dovrebbe interessarci è l’attitudine di Barbour nei paragrafi introduttivi di quell’articolo. Egli presupponeva che gli importanti ecclesiastici che sponsorizzavano l’evento non potessero essere realmente interessati ai “fatti” e alla “verità”. Lui aveva entrambe le cose. Loro no. Loro dovevano dibattere formalmente per stabilire le premesse e fare deduzioni. Lui non ne aveva bisogno perché aveva già in mano i fatti dell’adempimento scritturale. Così, mentre il grosso dell’articolo è razionale nel tono, la sua veduta di se stesso come la voce di Dio degli ultimi giorni viene fuori prepotentemente.

In un articolo post-conferenza Barbour rilevò che c’era una comunione di base, riguardo alla natura del secondo avvento, con i delegati alla conferenza:

“Gli insegnanti cristiani più avanzati di oggi, ci dicono che la venuta di Cristo nell’aria, dove i suoi santi saranno rapiti per incontrarlo, e la sua venuta sulla terra “con tutti i suoi santi”, non sono solamente fasi diverse dell’avvento, ma anche che queste due fasi sono separate da tutto, o quasi tutto, il tempo della durata della tribolazione che sta arrivando sulle nazioni. – Riguardo alla conferenza profetica tenuta recentemente in Inghilterra, e anche a New York, credo che praticamente tutti quelli che vi hanno partecipato ripongano fede in più che una sola fase dell’avvento. E molti di loro credono che il predetto “tempo della tribolazione” è già iniziato”. [1]

Russell partecipò alla conferenza, discutendo con i delegati e promuovendo in modo meno esuberante la dottrina che condivideva con Barbour: le sessioni serali erano provvedute per “dare testimonianza e approfondire gli argomenti del giorno”. [2] Il momento della testimonianza calzava a pennello per le sue intenzioni, e l’evidenza che noi abbiamo è che usò quei momenti per promuovere le sue credenze. Russell non ci dice i nomi di quelli con cui discusse di argomenti profetici, ma sappiamo da altre fonti i nomi di due e possiamo con molte probabilità di successo congetturarne diversi altri. Uno dei più interessanti documenti si trova nel diario di Jennie Smith. Non siamo riusciti a ritrovare il diario originale e potrebbe non esistere più, ma la Smith fece pubblicare i passaggi chiave. Troviamo il nostro passaggio chiave alla data del 1° novembre 1878:

“Alla sorella Clark:
Due giorni davvero interessanti sono già passati. È stato un privilegio speciale poter partecipare. Ieri A. M. è andato alla chiesa del dott. Tyng. Assistere alla convenzione ha portato a discutere “La seconda venuta di Cristo”; è stato sorprendente fare la conoscenza di persone di tutte le parti delle nazione. Ho avuto il piacere di conoscere diverse persone con cui corrispondevo per lettera – il rev. H. L. Hastings, il dott. Charles Cullis e altri. Il fratello Russell di Pittsburgh mi ha voluto a pranzo con lui. . .
Pomeriggio. – L’assemblea è stata molto interessante. Il dott. Feltwell è venuto con me per vedere Harriet Britton, la grande missionaria. Sono ritornata per l’adunanza serale; ho ascoltato diversi eccellenti oratori. Durante il pomeriggio in tanti mi hanno chiamato per nome. La signorina Stevens mi ha detto che ha letto della mia guarigione mentre era a Parigi, in Francia”.
[3]

Chi era Jennie Smith? CONTINUA . . . .

Note:
[1] N. H. Barbour: “Time Arguments”, Herald of the Morning, febbraio 1879, pagina 33.
[2] “La Conferenza Profetica: ottobre 30, 31, novembre 1, 1878. La Seconda Venuta di Cristo”, New York Tribune, numero extra 46, pagina 4.
[3] Jennie Smith: “Da Baca a Beulah: Da un letto di sofferenze allo stare sui miei piedi, per esaltare il suo Santo Nome”, Garrigues Brothers, Philadelphia, 1889, pagine 257-258.
[Modificato da Seabiscuit 02/01/2014 15:16]


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ARTICOLO DI WATCHTOWER HISTORY DEL 11/10/2013
Di Rachael de Vienne

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1878 - La Conferenza Profetica
CONTINUAZIONE

Jennie Smith (1842-1924) era una predicatrice che evangelizzava nelle ferrovie e sui treni. La febbre tifoidea l’aveva resa invalida, ma si sentì chiamata all’evangelizzazione. Inabile a camminare, si spostava su un lettino a ruote, usando la sua afflizione come strumento per indurre altri alla conversione. La sua esperienza la condusse a credere che quelli che non frequentavano le chiese erano spesso più comprensivi, di quelli che le frequentavano.
Scrisse:

“Poiché sono costretta a viaggiare nel vagone dei bagagli, in considerazione dello spazio che occupa il mio lettino, ho avuto ampia opportunità di provare i cuori di questi uomini, che alcuni credono privi di sentimenti. Io devo dire che essi sono, con poche eccezioni, i più compassionevoli e cortesi fra gli uomini. Sebbene all’inizio possano risentirsene, sono appagata che apprezzino qualsiasi sincero interesse per il loro benessere eterno.
C’è stata un’occasione in cui ero così presa dai miei sentimenti che non potevo trattenermi dal parlare a un uomo per la salvezza della sua anima, sebbene non sapevo se sarei stata niente più che una semplice scocciatura. Eppure, considerato il pericolo in cui quell’uomo incorreva, mi sentii come senza paura, e persi ogni scrupolo riguardo alla mia condizione. Guardai a Gesù per avere forza, e prima che io scendessi dalla carrozza di quel treno, quell’uomo con le lacrime agli occhi mi ringraziò, afferrò le mie mani e le strinse dicendo: ‘Voglia Dio che più Cristiani ci trattino con la stessa pazienza e perseveranza’. Se i salotti sociali dove si legge e si conversa, fossero costituiti in ogni luogo, affinché le mani che non sono al lavoro, potessero avere un luogo gradevole per proprio conto, un mucchio di anime potrebbero essere salvate dalla tentazione e dalla rovina. Dalle conversazioni avute con tali persone, mi sono convinta delle privazioni a cui son soggette a causa di ciò che la comunità richiede da quelli che lavorano nelle ferrovie, che sono conduttori di tram e bigliettai, stallieri, pompieri, poliziotti, domestici ecc.; temo che noi, come popolo cristiano, non siamo compassionevoli a sufficienza e non proviamo l’interesse e la solidarietà che dovremmo a coloro la cui occupazione li priva necessariamente dei privilegi del Giorno di Riposo.
[4]

Nel marzo 1878 (sette mesi prima della conferenza) Jennie Smith riacquistò la sua capacità di camminare. Lei credeva che quello era il risultato di una guarigione divina. In quell’epoca Russell era aperto all’idea che le guarigioni per fede fossero reali, e non avrebbe contestato quanto asserito dalla Smith. Si potrebbe essere tentati di speculare su un eventuale interesse di Russell per Jennie Smith. Comunque, non possiamo andare oltre ciò che lei scrisse nel suo diario. Russell pranzò con lei. Di certo, possiamo notare che c’è una vaga rassomiglianza con Maria Ackley, che Russell sposò l’anno seguente.

Jennie Smith scrisse della sua associazione con il “Dott. Feltwell”. Russell entrò in contatto con questo gruppo e Feltwell fu attratto dalla teologia Barbourita. William Vessels Feltwell era pastore della Chiesa Episcopale Riformata, una setta di quella chiesa che si era formata nel 1873 in risposta alla tendenza di alcuni Anglicani ed Episcopaliani di muoversi compiacevolmente in direzione del Cattolicesimo. [5] Feltwell era fra gli organizzatori della Conferenza Profetica, lasciandosi dietro tredici anni di ministero nella Chiesa Episcopale Protestante. [6] Russell e Feltwell discussero della dottrina di Barbour, e Feltwell manifestò interesse. Mentre Jennie Smith ora esce fuori dal quadro, l’interesse di Feltwell divenne un episodio nella controversia sul Riscatto. Poco dopo la Conferenza, egli scrisse a Barbour riguardo alla discussione sul Riscatto.
Barbour estrasse un paragrafo da quella lettera, pubblicandola nell’Araldo del Mattino: . . . . . .


Note:
[4] Jennie Smith: “La Valle di Baca: Una testimonianza di trionfo e sofferenza”; Hitchcock e Walden, Cincinnati, 1880, pagina 268.
[5] La storia della Chiesa Episcopale Riformata non è rilevante nel nostro contesto, ma se i nostri lettori desiderano continuare per proprio conto, possono consultare l’opera di G. D. Cummin dal titolo: “Primitive Episcopacy: A Return to the "Old Paths" of Scripture and the Early Church. A Sermon, Preached in Chicago, Dec. 14, 1873. At the Consecration of the Rev. Charles Edward Cheney, D.D., as a Bishop in the Reformed Episcopal Church” Edward O. Jenkins, New York, 1874.
[6] “Lo Scisma Episcopale”, New York World, 6 gennaio 1874. A. C. Guelzo: “For the Union of Evangelical Christendom: The Irony of the Reformed Episcopalians”, Pennsylvania State University, 1994, pagina 158


CONTINUA . . . .
[Modificato da roberto.dahen 02/01/2014 14:22]


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22/01/2014 13:40
 
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La Conferenza Profetica del 1878
L'articolo sulla Conferenza Profetica del 1878 riprenderà presto nonostante che, suppongo, alcuni di voi lo possano aver trovato piuttosto noioso. Ma chi lo trova noioso non è obbligato a leggerlo. Coloro che invece lo hanno trovato stuzzicante, si saranno accorti che al suo interno ci sono notizie che non hanno mai letto da nessuna parte (vedi ad esempio Jennie Smith) e perciò saranno curiosi di leggere i prossimi post.

Torre di Guardia luglio 1879
Qualche tempo addietro sono stati venduti su ebay i primi due numeri originali della Torre di Guardia di Sion al prezzo di 11.000 dollari. Rarità costose. Il formato era decisamente più grande, praticamente un giornale di 8 pagine scritto su quattro colonne.
In Italia il primo numero è dell'ottobre 1903. Notizie dettagliate riguardo alla sua genesi le potete trovare nel libro pubblicato da Emanuele Pace sulla storia dei testimoni di Geova in Italia.
Sotto in allegato trovate la traduzione della prima pagina del primo numero della Torre di Guardia di Sion, ma il formato è quello della ristampa del 1919, cioè con due colonne, anziché quattro.

E' solo la prima pagina; accontentatevi. Almeno per ora.



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13/02/2014 12:48
 
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1878 - La Conferenza Profetica
CONTINUAZIONE


Mentre Jennie Smith ora esce fuori dal quadro, l’interesse di Feltwell per la dottrina di Barbour e Russell divenne un episodio nella controversia sul Riscatto. Poco dopo la Conferenza, egli scrisse a Barbour riguardo alla discussione sul Riscatto. Barbour estrasse un paragrafo da quella lettera, pubblicandola nell’Araldo del Mattino:

“Credo che l’originale aiuterà a superare le difficoltà che risiedono in molte menti riguardo a questo passaggio [1 Pietro 2:24] e forse anche riguardo all’intero soggetto della sostituzione [cioè la dottrina che Cristo morì al nostro posto]. Sono propenso a credere che la popolare dottrina del sacrificio espiatorio del nostro diletto Signore è sentimentale. Non c’è certamente nessuna idea sostitutiva in relazione alla caduta del primo Adamo e dei suoi discendenti nel peccato; e non riesco a scorgerne alcuna nel secondo Adamo e nel suo seme. Sono molto interessato e sto imparando molto dai vostri ragionamenti riguardo all’espiazione. [7]

Russell fu colto di sorpresa. Sembrava che Feltwell appoggiasse “fortemente le nuove idee”. Quando successivamente vide Feltwell nel marzo 1879 sollevò le questione:

“Ero veramente sorpreso, e quando nel mese di marzo lo vidi, gli chiesi; perché? Mi informò che l’articolo in questione non riportava correttamente il suo pensiero e che aveva scritto al fratello Barbour affinché correggesse l’articolo. Infine aggiunse: “Non hai visto la correzione nel numero di marzo dell’Araldo?” No, gli risposi. A quel punto mi diede la sua copia. In quella copia c’era scritto: “Il fratello Barbour si duole per qualsiasi errore, ecc., anche riguardo a una citazione dell’ultima lettera del fratello Feltwell che testualmente dice: ‘Sono sempre stato, e sono tuttora, un credente nel sacrificio espiatorio sostitutivo di Cristo’. Mi sembrava tutto a posto, perché sono consapevole che è possibile per chiunque sbagliare quando si riporta un semplice estratto da un’altra lettera, e mi rallegrai nel vedere come la correzione fosse stata eseguita così liberamente. Ma fui colto con grande sorpresa e dispiacere quando volendo mostrare quella correzione al fratello Paton solo alcuni giorni dopo, scoprii che nella mia copia del mese di marzo, al posto di quella correzione, nello stesso spazio c’era una notizia riguardante il giornale ‘L’ultima Tromba’ del fratello Rice. Com’era possibile? Non riuscivamo a capirlo, sembrava che c’era un imbroglio. C’erano troppe manovre in quello che dovrebbe essere l’Araldo dell’Alba Millenniale. Ahimè! Mi dissi; è questo il frutto che producono le nuove vedute riguardo all’espiazione?” [8]

Quando Russell infine riportò per iscritto questa faccenda, Barbour elegantemente chiamò Feltwell un bugiardo ma ammise implicitamente la sua complicità nel promuovere quella bugia. Barbour definì la lettera di Feltwell “una franca ma privata dichiarazione delle sue vedute”. Egli aveva promesso che non l’avrebbe pubblicata, “ma essendo fra le prime lettere che avevano preso una posizione in favore della verità progressiva, ne feci un estratto, senza pensare ai problemi che potevano sorgere a Feltwell con la sua chiesa”. Alcune settimane dopo Feltwell scrisse a Barbour chiedendogli una ritrattazione. Barbour rispose:

“Mi mandò una seconda lettera, informandomi delle difficoltà che la questione gli stava sollevando,
chiedendomi fervidamente di pubblicare la seconda lettera semplicemente per liberarlo da quella difficoltà. Pensai che pubblicare la correzione solo nell’edizione distribuita a Philadelphia, in modo che fosse letta solo dai suoi persecutori, avrebbe soddisfatto la sua supposta necessità, senza fare ingiustizia alla verità in mezzo a tutti gli altri lettori dell’Araldo; di conseguenza agii in quel modo; e ancora credo che, considerate tutte le circostanze, ho agito correttamente”. [9]


In sostanza Barbour diceva che non poteva pubblicare la seconda lettera in tutte le sue edizioni senza spiegare tutte le circostanze, una cosa che egli non era intenzionato a fare. Barbour diceva che Feltwell era minacciato di una perdita di entrate e di posizione all’interno della sua chiesa. Ma Felwell non presentò la situazione sotto quella luce; o almeno Russell non capì in quel modo dalla conversazione che aveva avuto con lui. Barbour era sempre l’eroe della storia che lui stesso raccontava e si presentava come colui che non distorceva mai la verità per raggiungere i suoi fini. Ma in questo caso non abbiamo basi per non dar credito al racconto di Barbour.

A questo punto Feltwell esce di scena. Quello che è significativo degli eventi di questa storia, è che ci rivelano come stavano le cose nei rapporti tra Russell e Barbour a partire dalla metà del 1879. Russell vedeva Barbour come colui che manovrava e distorceva la verità. Barbour faceva intendere che Russell fece una questione dell’incidente di Felwell con lo scopo di trovare in lui “qualche chiara malvagità”. Era tutto con l’obiettivo, Barbour scriveva, di promuovere “l’infantile tentativo di Russell di assumere l’intero controllo del giornale, o in alternativa di pubblicare un altro giornale per la stessa lista di abbonati”.

Russell non ci dice i nomi degli altri con cui parlò alla conferenza profetica del 1878. Ma dopo aver spiegato in che cosa consistevano le differenze con alcuni di loro, fece questo interessante commento:

“Conoscevo già molti di questi fratelli e li ho amati e onorati; ma ora li amo e onoro ancora di più; e riguardo ai punti di vista differenti, senza dubbio ci avvicineremo se tutti noi ricorderemo che siamo ancora degli allievi; che dobbiamo camminare nella luce, crescere in grazia e conoscenza; e che coloro che sono forti devono sorreggere con amore le debolezze dei deboli”. [10]

Sebbene possiamo con certezza affermare che Russell conobbe Seiss, e che con molta probabilità aveva precedentemente conosciuto Horace Hastings, possiamo solo supporre con deboli prove i nomi degli altri. Ma quello che possiamo rilevare è che durante gli anni trascorsi con la Classe Biblica di Allegheny, Russell scriveva e viaggiava per incontrare un gran numero di coloro che scrivevano e predicavano su argomenti profetici. Tutto ciò estende la sfera d’influenza pre-Barbourita di Russell, sconfessando coloro che vorrebbero un’origine esclusivamente avventista.

NOTE:

[7] Corrispondenza di Feltwell con Barbour, Araldo del Mattino, gennaio 1879, pagina 23.

[8] C. Russell: Ai lettori dell’Araldo del Mattino, supplemento della Torre di Guardia di Sion, luglio 1879.

[9] N. H. Barbour: Domande e risposte: Araldo del Mattino, agosto 1879, pagina 27

[10] C. T. Russell: La Conferenza Profetica, Araldo del Mattino, dicembre 1878, pagina 84.


Un articolo del New York Tribune sulla Conferenza profetica del 1878:
truthhistory.blogspot.it/2013/07/russell-attended-this-confere...
[Modificato da roberto.dahen 13/02/2014 12:50]


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20/03/2014 21:14
 
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Niente di nuovo sotto il cielo

Sebbene questi due articoli della Torre di Guardia siano di un'epoca posteriore al 1870-79, oggi mi sembrano particolarmente pertinenti, per cui eccoli qua.


Torre di Guardia 1 ottobre 1909 pp. 293-4 (inglese)

I nostri oppositori (ex associati) cercano di volgere la mente di coloro che sono stati illuminati in un’altra direzione dicendo loro che ‘ciascuno deve scavare’ da sé i gioielli della Divina Verità e che le pubblicazioni della Società costituiscono semplicemente l’inizio su cui ora dovrebbero edificare, per cui infine i suoi insegnamenti sarebbero relegati in secondo piano. Questi ‘conservi’ sleali insinuano pure che ci sia il pericolo di adorare la Società e che per evitarlo sia praticamente necessario metterla da parte o volgerle le spalle. Dicono: Facciamo uno studio biblico, ma escludiamo le pubblicazioni della Società! . . . Tutti quelli che si separano dalla Società e dalla sua opera, invece di prosperare o di edificare altri nella fede e nelle grazie dello spirito, fanno a quanto pare il contrario: cercano di danneggiare la Causa che un tempo servivano e, con più o meno rumore, sprofondano gradualmente nell’oblio, danneggiando solo se stessi e altri che hanno il medesimo spirito polemico. . . . Se alcuni pensano di poter mangiare altrettanto bene o meglio ad altre tavole, o di poter produrre altrettanto bene o meglio da soli, facciano pure. . . . Ma mentre noi desideriamo che gli altri vadano dove meglio credono per trovare cibo e luce di loro gradimento, strano a dirsi quelli che diventano nostri oppositori agiscono in modo ben diverso. Invece di dire con l’atteggiamento virile del mondo: ‘Ho trovato qualcosa che preferisco; me ne vado e tanti saluti!’, costoro manifestano ira, malanimo, odio, ostilità, ‘opere della carne e del diavolo’ come non abbiamo mai visto fare da persone del mondo. Sembrano dei forsennati, come se fosse stato inoculato in loro il virus dell’idrofobia satanica. Alcuni di loro ci percuotono e poi asseriscono che siamo stati noi a colpirli. Sono pronti a dire e a scrivere vergognose falsità e ad abbassarsi a compiere le peggiori indegnità.

Torre di Guardia 15 dicembre 1914 pp. 377-8 (inglese)

A volte abbiamo chiesto: Quanti fratelli sarebbero disposti a rinunciare a ciò che sanno della Verità per mille dollari? Nessuno ha alzato la mano! Chi accetterebbe diecimila dollari? Nessuno! Chi accetterebbe un milione di dollari? Chi accetterebbe il mondo intero in cambio di ciò che sa di Dio e del Piano Divino? Nessuno! Allora abbiamo detto: Cari amici, voi non siete un gruppo di persone insoddisfatte. Se vi sentite così ricchi che non accettereste nulla in cambio della vostra conoscenza di Dio, allora vi sentite ricchi come noi . . .
Non siamo forse un popolo benedetto e felice? Non è il nostro un Dio fedele? Se qualcuno conosce qualcosa di meglio, faccia pure. Se qualcuno di voi troverà mai qualcosa di meglio, speriamo che ce lo dirà. Noi non conosciamo nulla di meglio e neanche buono la metà di ciò che abbiamo trovato nella Parola di Dio. . . . Nessuna lingua e nessuna penna possono esprimere la pace, la gioia e la benedizione che la chiara conoscenza del vero Dio ha portato nel nostro cuore e nella nostra vita. La Storia della Sapienza, della Giustizia, della Potenza e dell’Amore di Dio soddisfa completamente i desideri sia della nostra mente che del nostro cuore. Non cerchiamo altro. Non c’è cosa da desiderare di più che l’avere più chiara nella nostra mente questa Storia meravigliosa




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01/04/2014 12:29
 
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Il dibattito Houston-Davidson

Questo articolo è la traduzione della prefazione che si trova nel libro “Il dibattito Houston-Davidson” trascritto dal testimone di Geova nonché storico, “Jerome”. Il libro [in inglese] di 114 pagine è scaricabile gratuitamente qua:
www.lulu.com/shop/compiled-by-jerome/the-houston-davidson-debate/ebook/product-20338...

Grazie a “Jerome” per il permesso accordato, e grazie al sito Watch Tower History che rende disponibili gratuitamente questi aricoli
truthhistory.blogspot.it/2012/08/the-houston-davidson-debate-par...


PREFAZIONE
Coloro che sono interessati alla storia della Watch Tower Society hanno probabilmente familiarità con alcuni dei dibattiti che ci furono nei primi anni del 20° secolo. Trascrizioni complete dei dibattiti Russell-Eaton, Russell-White e Rutherford-Troy furono stampati nei “Convention Report” e altrove.
Ma probabilmente la maggioranza dei nostri moderni lettori non conosce il dibattito tra Charles Houston e Donald Davidson che ebbe luogo in Scozia nel febbraio 1896, anche se è riportato nelle colonne della Torre di Guardia di Sion di quel tempo (pagina 1965 della ristampa).
Charles Neave Houston era uno zelante Studente Biblico menzionato alle pagine 1884, 1965 e 2278 della ristampa della Torre di Guardia. Il suo zelo e il suo entusiasmo per questo nuovo ideale erano senza dubbio indicativi dei sentimenti di molti. Tradusse il suo entusiasmo in azione, e per quattro mesi due giornali scozzesi riportarono le sue attività, che culminarono in un pubblico dibattito con un ecclesiastico della Chiesa Libera di Scozia che si chiamava Donald Davidson. Se lo Studente Biblico Charles N. Houston non fosse morto inaspettatamente nel 1902, avrebbe potuto essere conosciuto ben oltre la semplice Scozia.
I giornali in questione erano il “John O’Groat Journal” e il “Northen Ensign” entrambi pubblicati nel nord-est della Scozia. Questi giornali sono archiviati in file della Wick Public Library [in Scozia], questa Biblioteca ha reso un grande favore rendendo accessibile il materiale. La trascrizione degli avvenimenti connessi a questo dibattito si è materializzata in oltre cento pagine.
Questo libro rende accessibile tutto il materiale. Inizia con un articolo introduttivo che descrive il quadro della scena. Si noti che, poiché l’introduzione è stata scritta per la Biblioteca, è pensata per un pubblico generico piuttosto che per degli storici della Watch Tower. Presuppone che i lettori non siano familiari con la Torre di Guardia di Sion, il Pastore Russell, l’Alba del Millennio, la probazione futura, ecc. Perciò, le spiegazioni delle credenze, delle persone coinvolte, e gli sforzi, sono trattate in maniera neutrale.
Dopo l’articolo introduttivo, tutte le notizie e lettere dei giornali sono riprodotte, incluse due separate trascrizioni del dibattito come riportate nei due giornali, e le conseguenze che ci furono.

CONTINUA


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roberto.dahen, 01/04/2014 12:29:

Il dibattito Houston-Davidson

Questo articolo è la traduzione della prefazione che si trova nel libro “Il dibattito Houston-Davidson” trascritto dal testimone di Geova nonché storico, “Jerome”. Il libro [in inglese] di 114 pagine è scaricabile gratuitamente qua:
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PREFAZIONE
Coloro che sono interessati alla storia della Watch Tower Society hanno probabilmente familiarità con alcuni dei dibattiti che ci furono nei primi anni del 20° secolo. Trascrizioni complete dei dibattiti Russell-Eaton, Russell-White e Rutherford-Troy furono stampati nei “Convention Report” e altrove.
Ma probabilmente la maggioranza dei nostri moderni lettori non conosce il dibattito tra Charles Houston e Donald Davidson che ebbe luogo in Scozia nel febbraio 1896, anche se è riportato nelle colonne della Torre di Guardia di Sion di quel tempo (pagina 1965 della ristampa).
Charles Neave Houston era uno zelante Studente Biblico menzionato alle pagine 1884, 1965 e 2278 della ristampa della Torre di Guardia. Il suo zelo e il suo entusiasmo per questo nuovo ideale erano senza dubbio indicativi dei sentimenti di molti. Tradusse il suo entusiasmo in azione, e per quattro mesi due giornali scozzesi riportarono le sue attività, che culminarono in un pubblico dibattito con un ecclesiastico della Chiesa Libera di Scozia che si chiamava Donald Davidson. Se lo Studente Biblico Charles N. Houston non fosse morto inaspettatamente nel 1902, avrebbe potuto essere conosciuto ben oltre la semplice Scozia.
I giornali in questione erano il “John O’Groat Journal” e il “Northen Ensign” entrambi pubblicati nel nord-est della Scozia. Questi giornali sono archiviati in file della Wick Public Library [in Scozia], questa Biblioteca ha reso un grande favore rendendo accessibile il materiale. La trascrizione degli avvenimenti connessi a questo dibattito si è materializzata in oltre cento pagine.
Questo libro rende accessibile tutto il materiale. Inizia con un articolo introduttivo che descrive il quadro della scena. Si noti che, poiché l’introduzione è stata scritta per la Biblioteca, è pensata per un pubblico generico piuttosto che per degli storici della Watch Tower. Presuppone che i lettori non siano familiari con la Torre di Guardia di Sion, il Pastore Russell, l’Alba del Millennio, la probazione futura, ecc. Perciò, le spiegazioni delle credenze, delle persone coinvolte, e gli sforzi, sono trattate in maniera neutrale.
Dopo l’articolo introduttivo, tutte le notizie e lettere dei giornali sono riprodotte, incluse due separate trascrizioni del dibattito come riportate nei due giornali, e le conseguenze che ci furono.

CONTINUA




Il dibattito Houston-Davidson

INTRODUZIONE
Charles Neave Houston da Wick (Scozia) – uno dei primi evangelizzatori a sostenere dibattiti.

Per i primi quattro mesi del 1896, difficilmente un numero dei settimanali “John o’Groat Journal” e “Northen Ensign” (entrambi pubblicati nel nord-est della Scozia) uscivano senza una lettera o una menzione di un certo C. N. Houston – nome completo Charles Neave Houston, un negoziante di tessuti residente a Wick, che si era convertito al movimento degli Studenti Biblici guidato dallo scrittore Charles Taze Russell editore della rivista Zion’s Watch Tower. La rivista continua a essere pubblicata fino ai nostri giorni, con il nome The Watchtower, dai Testimoni di Geova.

Da entusiasta convertito Houston ridusse il tempo dedicato ai suoi affari per diffondere la sua nuova credenza, che culminò in un pubblico dibattito con il ministro del villaggio di Canisbay della Libera Chiesa di Scozia. Questo dibattito venne riportato in dettaglio dai giornali. La relativa corrispondenza – spesso abbastanza acrimoniosa – risulta essere abbastanza divertente per un moderno lettore. In quei giorni, prima dell’avvento della comunicazione in tempo reale, le persone non erano disposte ad aspettare un’intera settimana prima di rispondere a commenti che rigettavano. Così, una lettera che si trovava nel “John O’Groat Journal” (che usciva il venerdì), avrebbe spesso avuto una risposta nel “Northen Ensign” (che usciva il martedì) e viceversa.

A questo punto è utile mettere in ordine qualche retroscena. Mettendo insieme registrazioni genealogiche, notizie commerciali della ”Edimburgh Gazette”, e quindi la effettiva corrispondenza dei due giornali scozzesi summenzionati, può essere ricostruita una piccola parte della storia personale di Houston.

Houston nacque a Canisbay nel 1854. Fece l’apprendista presso Peter MacKenzie, un negoziante di tessuti di Wick, e infine si sposò con sua figlia, Alice. Non vengono menzionati figli nel suo necrologio. Infine, nel 1895, divenne l’unico proprietario del negozio di tessuti.

Houston aveva un profondo interesse per le cose religiose. Quando la Pulteneytown Mission Hall fu inaugurata nel 1887, come un’appendice della Libera Chiesa di Scozia di Wick, Charles Houston viene menzionato fra coloro che tennero un discorso alla prima riunione evangelica. Ma intorno al 1893 (“circa tre anni fa” come si espresse lui nel dibattito del febbraio del 1896) Hustoun “vide la luce” in quello che lui chiamò “Quel benedetto libro, ‘L’Aurora del Millennio’”.

Il suo necrologio dice che risiedette per un po’ in America dove “fece la conoscenza con diversi pensatori e scrittori la cui amicizia tenne in grande valore”. Questa frase potrebbe essere messa in relazione con la sua partecipazione o anche introduzione alla Zion’s Watch Tower e all’Aurora del Millennio. Ma potrebbe anche aver scoperto questa teologia in Scozia. Gli sforzi evangelici di Russell avevano raggiunto la Scozia per la prima volta nel 1881 – quando un visitatore americano J. J. Bender prese in servizio dei ragazzi per far circolare oltre 50 mila copie dell’opuscolo di Russell “Cibo per i Cristiani Riflessivi” a Glasgow, Edimburgo, Dundee e Aberdeen. In particolare Glasgow divenne un primo fulcro per quello che divenne il movimento degli Studenti Biblici. Quando Houston fece un viaggio di evangelizzazione nel 1895 egli parlava di visitare “gli amici” di Edimburgo e Glasgow.
Russell ampliò il contenuto dell’opuscolo in uno molto più grande intitolato “Il Piano delle Età” (che successivamente divenne “Il Divin Piano delle Età”), per la prima volta pubblicato nel 1886. Questo divenne il primo di una serie chiamata L’Aurora del Millennio”.

Come detto sopra, nei primi anni dopo il 1890, Houston venne in contatto con L’Aurora del Millennio. Egli era ben conosciuto nella sua zona, e la sua conversione attirò la curiosità degli altri. Ridusse il tempo dedicato ai suoi affari per dedicare più tempo alla diffusione di letteratura, incluso il summenzionato tour del 1895, che venne riportato nella Zion’s Watch Tower. Organizzò un’estesa campagna di distribuzione di trattati per promuovere le sue nuove credenze nella sua zona; e quando Charles Taze Russell suggerì che i sostenitori potevano organizzare pubblici dibattiti, Houston lo fece al meglio.
I giornali fecero delle recensioni abbastanza garbate e neutrali degli sforzi di Houston, ma attrassero la pubblicità negativa dei sostenitori dell’ortodossia. Ne risultò un dibattito sulla trinità (L’Aurora del Millennio non sosteneva la trinità) – e così il pelo dei lettori si arruffò. Qualcuno suggerì che i negozianti dovevano fare il lavoro che sapevano fare, cioè vendere le loro mercanzie piuttosto che fare gli insegnanti, a meno che non fosse tutta una trama per pubblicizzare drappeggi che i rivali non avevano. Come spesso accade in dibattiti di questa sorta, Houston fu anche accusato di rappresentare erroneamente le posizioni dei suoi antagonisti, ingannando e demolendo la fede di uomini di poco conto. Questa corrispondenza si esaurì quando gli antagonisti di Houston si tirarono indietro.

Ma la controversia principale che indusse il Reverendo sig. Davidson nella mischia era la dottrina comunemente conosciuta come “Seconda Probazione”. L’Aurora del Millennio insegnava che innumerevoli morti sarebbero tornati in vita grazie a una futura risurrezione per ricevere una opportunità di accettare il Cristo e ottenere la salvezza. Questa non era la posizione ortodossa, che soprannominò questa credenza di Houston “Seconda Possibilità”. L’argomento quindi si sviluppò secondo un percorso familiare – da una parte si insisteva che questa non era una seconda possibilità ma una effettiva prima possibilità per coloro che ne erano coinvolti. Una variazione su questo, come insegnata da Houston, era che si trattava realmente di una seconda possibilità per tutti, perché tutti avevano perso la loro prima possibilità per mezzo del peccato di Adamo. La parte opposta accusava i “Probazionisti futuri” di essere universalisti; allora “i Probazionisti futuri” rispondevano che quello che insegnavano non era una salvezza universale, ma un’opportunità universale. E così via. Argomenti che a volte l’ortodossia avrebbe schivato dicendo che non era lecito saperli, erano trattati con irritante certezza dai non ortodossi.

Houston e Davidson si incontrarono per la prima volta negli uffici del giornale locale di Wick. Houston era accusato di divulgare la teologia dell’Aurora del Millennio fra il gregge di Davidson pagando un uomo per far circolare un trattato intitolato “Lo sapete?” Houston non solo ammise che lo aveva fatto, ma fu anche adamantino nel dire che avrebbe continuato a farlo. Il trattato in questione aveva l’imprimatur ‘Millennial Dawn’ e così lo descrisse Houston: “Per rendermi un cristiano migliore, e per farmi comprendere la Bibbia, questo trattato ha fatto per me più di tutti gli altri libri e opuscoli messi insieme. Provvederò questi trattati della Società gratuitamente, e il libro per uno scellino, e a chi lo desidera lo farò leggere senza alcun costo”.
Houston non era per niente pentito e lo scontro fra i due uomini venne descritto come “estremamente veemente e declamatorio”.
Comunque, si accordarono che ne sarebbe seguito un dibattito. Per le settimane successive, i due uomini, disputarono attraverso le pagine dei giornali sull’esatto contenuto e forma del dibattito. Houston avrebbe voluto dibattere sulla dottrina del “riscatto”. Questa era troppo generica per Davidson, che voleva vincolare Houston a risposte più precise, a dire “si” o “no”, su argomenti dove Houston riteneva di aver bisogno di dare risposte più articolate. Infine, convennero su una formula accettabile – grossomodo – da ambedue, e il dibattito finalmente ebbe luogo giovedì 26 febbraio 1896, all’interna della Libera Chiesa di Scozia di Canisbay dove Davidson serviva come ministro.

Sia il “John O’Groat Journal” che il “Northen Ensign” mandarono corrispondenti. E i due resoconti danno un quadro abbastanza completo di ciò che accadde. La chiesa ovviamente era piena dei sostenitori di Davidson, perfettamente capaci di acclamare il loro uomo e di urlare e fischiare quando interveniva Houston . I lettori moderni possono trarre le loro conclusioni riguardo alla bilancia di verità ed errori espressi in quell’occasione, ma ritengo onesto affermare che Houston (una specie di Daniele nella fossa dei leoni ) sostenne le sue idee in modo eccellente. Davidson in effetti sembrava man mano spegnersi - non sfruttando appieno il tempo a sua disposizione, e in pratica evitando di discutere ulteriormente, dicendo che altri potevano ribattere Houston – c’erano argomenti su cui Davidson non si sarebbe nemmeno sognato di esprimere un’opinione, laddove Houston sembrava avere tutte le risposte (sebbene Davidson le considerasse tutte risposte sbagliate).

Come risultato, un giornale pubblicò un anonimo resoconto che diede a Houston generose lodi e che criticò fortemente Davidson. Non sorprende che Houston mandasse i ritagli dei giornali in America a Charles Taze Russell che li pubblicò per intero nella sua rivista. Houston fu anche desto a reclamare riguardo a un lungo elenco di rispettabili gentiluomini che avevano messo il loro nome in un documento che condannava l’Aurora del Millennio ma che avevano ammesso di non aver mai letto il libro in questione – a parte alcune citazioni scelte e provvedute da Davidson e prese fuori dal loro contesto.
Infine, e abbastanza velocemente, i corrispondenti dei giornali si stancarono della questione e chiesero che la cosa finisse lì.

Charles Houston poteva diventare molto ben conosciuto nel giovane movimento degli Studenti Biblici (chiamato anche Aurora del Millennio) se non fosse improvvisamente morto di polmonite nel dicembre 1902 a soli 48 anni. I giornali pubblicarono dei necrologi di sentita partecipazione. Menzionarono le sue iniziali affiliazioni religiose, e un amico tenne il servizio funebre, con la partecipazione di diversi esponenti del clero locale. Il suo funerale non fu tenuto in alcuna chiesa, ma nella sua casa. Fu sepolto nel cimitero di Wick”.



Questo articolo è la traduzione della prefazione che si trova nel libro “Il dibattito Houston-Davidson” trascritto dal testimone di Geova nonché storico, “Jerome”. Il libro [in inglese] di 114 pagine è scaricabile gratuitamente qua:
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Grazie a “Jerome” per il permesso accordato, e grazie al sito Watch Tower History che rende disponibili gratuitamente questi articoli.
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[Modificato da roberto.dahen 04/04/2014 12:49]


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22/04/2014 21:06
 
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IL BOOKTRAILER DEL LIBRO!!
Chi sa leggere l'inglese non perda tempo e lo compri di corsa!
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Un'Identità Distinta - di B. W. Schulz e R. M. de Vienne

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Fin da quando ero piccolo ho avuto una forte predilezione per la lettura. Casa mia era piena di cose da leggere, fumetti, giornali, romanzi, saggi. Ero attratto dalle cose che leggevo più che da quelle che vedevo. Con gli occhi dell’immaginazione davo a ogni personaggio un volto e un aspetto, e le vite e gli atti di quei personaggi, buoni e cattivi, storici o del tutto immaginari, proseguivano al di fuori dei libri. Non mi sarebbe sembrato affatto strano incontrarli nella vita reale, dietro l’angolo di una strada, o mentre andavo a scuola, o giocavo con gli amici al parco, o rientravo a casa. Anzi, mi chiedevo come mai facessero di tutto per non farsi incontrare. Questa tendenza a riempire gli spazi vuoti con l’immaginazione mi è rimasta a lungo. A dire il vero non è scomparsa del tutto. Credo che sia presente in ognuno di noi, anche inconsciamente. A volte questo atteggiamento si manifesta più facilmente con le persone della vita reale. Le conosciamo appena e pensiamo di sapere già tutto di loro. Riempiamo gli spazi vuoti con la nostra immaginazione, scoprendo col tempo, di volta in volta, una persona diversa da come ce la immaginavamo. Se le nostre aspettative erano grandi, di solito restiamo delusi, se erano piccole, potremmo piacevolmente scoprire che quella persona è meglio di come ce la immaginavamo. D’accordo, non sempre è così, a volte la realtà conferma le nostre fantasie, in bene e in male, ma in genere la realtà è diversa da come ce la immaginavamo.
Questo modo di costruire la realtà, di riempire gli spazi vuoti con la fantasia, è particolarmente accentuato quando pensiamo o scriviamo di personaggi, o movimenti, anche contemporanei, che suscitano forti passioni e sentimenti. Per esempio leggete gli articoli di due giornali qualsiasi di fazioni politiche opposte e osservate come la stessa personalità politica, scegliete voi quale, venga descritta da una parte come una persona per bene e di talento e dall’altra come un delinquente o incapace. I fatti e le azioni di quella persona sono sempre gli stessi, ma il giudizio dei giornali cambia. Perché? Perché chi scrive non si limita a descrivere i fatti, le azioni, la cronaca, ma cerca di interpretare i motivi che hanno spinto la personalità politica a compiere certe scelte. Nel cercare di spiegare i motivi, il narratore, il giornalista, lo scrittore è condizionato dalle simpatie, pubbliche o velate, della testata giornalistica. Quasi sempre il narratore ha già una sua veduta positiva o negativa del personaggio o del partito politico di cui scrive, ed è proprio quello il motivo per cui scrive per quel giornale, altrimenti scriverebbe per l’altro. In questo modo la storia, cioè i fatti, le azioni dell’uomo, sono distorte dal giudizio del narratore, che in realtà è un pre-giudizio, cioè un giudizio dato prima e indipendentemente dagli atti del personaggio politico. Leggendo questo o quel giornale, leggeremo l’opinione, positiva o negativa, che lo scrittore ha di un’altra persona. Anche chi compra un determinato giornale o libro, in genere, ha già una sua opinione. Cerca negli scritti degli altri un compiacimento alle sue vedute. Così, se fra duecento anni qualcuno legge gli articoli dei giornali di oggi si chiederà: “Ma quest’uomo era bravo o cattivo?”. Gli atti di quella persona saranno soffocati dal giudizio degli altri.
Questo è vero anche quando si scrive di storia della religione. Bruce W. Schulz nella sua introduzione al libro UN’IDENTITÀ DISTINTA ha scritto:

“La storia della Watch Tower, come scritta finora, assomiglia alla mitologia greca. Come nella mitologia greca le storie sono spesso raccontate in modi contrastanti. Se avete mai letto i miti sull’origine di Pan, capirete che cosa intendo. Nella mitologia che riguarda Russell c’è Russell il santo e c’è Russell il diabolico, il truffatore religioso. Ci siamo limitati a raccontare Russell l’uomo”.

Non esiste la storia oggettiva, a un certo punto della nostra scrittura i nostri sentimenti e passioni si rivelano, e in questo non ci vedo nulla di male. Quello che si deve pretendere da una storia ben fatta non è l’oggettività, ma l’accuratezza, la dovizia di particolari, scrivere tutti i fatti limitando al massimo l’interpretazione, lasciando il giudizio al lettore. La ricerca della documentazione dev’essere fanatica e maniacale. Le nostre informazioni non devono essere voci di corridoio, pettegolezzi, per sentito dire, si dice che, ho saputo che, qualcuno mi ha detto che, da qualche parte ho letto che, su Wikipedia c’è scritto che, su un sito internet ho letto che, mi ricordo che, ecc. ecc. Le informazioni, i fatti, devono essere documentati, scritti o testimoniati; chi legge deve sapere da dove vengono quelle informazioni, dove sono scritte, dove si trovano, dove sono conservate, in quale pagina di un certo libro o documento si trovano, come fare per trovarle. Questo significa scrivere storia, e se non è così, lo spazio vuoto è stato probabilmente riempito dall’immaginazione dello scrittore, e certamente preconfezionato e indirizzato dal suo pre-giudizio. A volte chi ha scritto in quel modo tiene volontariamente nascosto particolari e dettagli che non collimano col suo pre-giudizio.
È diverso l’approccio che Schulz e de Vienne hanno usato nel loro libro. Scrive Madam de Vienne:

“Molti di quelli che ci hanno preceduto sono polemisti. Questo è vero di coloro che si sono presentati come storici e sociologi autorevoli, ed è specialmente vero per la maggior parte di ecclesiastici che hanno scritto sull’argomento. Mi sorprende che questi scrittori siano presi seriamente solo perché hanno pubblicato qualcosa. Non biasimiamo nessuno perché ha un punto di vista. Noi abbiamo il nostro, e privatamente dibattiamo su argomenti rimanendo schierati sulle nostre personali teologie riguardo all’interpretazione dell’evidenza storica. Comunque, un punto di vista non dovrebbe indurre nessuno a trasformare la supposizione in un ‘fatto’. Non dovrebbe indurre nessuno a inventare.”

Ma ora veniamo a questo libro, il cui titolo in italiano sarebbe “UN’IDENTITÀ DISTINTA: IDENTITÀ ORGANIZZATIVA FRA I LETTORI DELLA TORRE DI GUARDIA DI SION: 1870-1887” scritto da Bruce W. Schulz e Rachael M. de Vienne.
Onde evitare di essere un’altra volta benevolmente rimproverato riporto le poche parole che gli autori hanno scritto di sé all’inizio del libro.

“Bruce W. Schulz insegna scrittura, storia e letteratura. È l’autore principale e curatore generale di questa serie. Rachael de Vienne cresce le sue bambine e alleva capre. Insegna letteratura e storia a studenti di grandi capacità e talento”.

Non provate a cercare su internet ulteriori informazioni sugli autori perché non trovereste niente. Per esempio Rachael de Vienne è un nome reale, ma è solo una parte di un complesso di nomi e cognomi.
Non molto vero? Molti libri assumono un valore solo perché la gente attribuisce un grande credito all’autore. Schulz e de Vienne vogliono che il loro libro assuma valore indipendentemente dal credito attribuito agli autori.
Nei prossimi articoli anticiperò qualcosa del libro. Un libro con due introduzioni, otto capitoli, una conclusione e due appendici.
Come dice il titolo del libro, questa serie considera gli anni della formazione della dottrina del movimento Watchtower negli anni 1870-1887. In realtà questo primo volume spazia dal 1840 [Quando la famiglia di Russell arrivò negli Usa] fino al 1879. Il volume due tratterà gli anni 1879-1887.


roberto


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