Caro VVRL,
Forse sei tu che fraintendi
Ma capisci l'italiano? Io non ho detto che fraintendi il versetto ma che fraintendi quello che
io e Kalillo abbiamo detto. Non hai capito la nostra lettura.
al versetto 21 Paolo dice che il vivere è Cristo e morire un guadagno. Dimmi tu se non sta desiderando la morte proprio come condizione di liberazione da questa vita per poter stare con Gesù
Come detto Paolo tra il vivere ed il morire non desidera morire, anche se per lui questo sarebbe un "guadagno" perché così cesserebbero immediatamente le sue sofferenze,
ma stretto da queste due cose, vivere e morire (se "ma" è il senso della particella greca "de") egli desidera una
terza opzione, vale a dire essere "liberato" per essere con Cristo al suo ritorno oppure desidera che "ritorni" Cristo come promesso.
Allora ritorniamo alla mia affermazione iniziale: qui Paolo non sta parlando di liberazione dalle sofferenze della vita, ma di partenza da questa vita per stare con Cristo
Infatti è quello che diciamo noi: Paolo
non desidera morire per liberarsi dalle sofferenze immediate ma desidera la "liberazione" che avverrà al "ritorno" di Cristo alla sua parousia (vedi 1 Tessalonicesi 4,15-17) per stare con lui.
quindi da questo punto di vista Paolo doveva essere contetto di soffrire e non aveva quindi alcun motivo di affermare che voleva essere liberato dalle sofferenze fisiche
Infatti Paolo non dice che desidera morire, seppure sarebbe un guadagno, ma dice che desidera la "liberazione" che qui non ha nulla a che fare con "liberarsi dal corpo" (che è un'inferenza dei traduttori della CEI e della ND) ma piuttosto con la "liberazione"
escatologica durante la parousia (o il "ritorno" che è un altro significato di
analyo) del Signore.
Si, ma una traduzione corretta non può basarsi solo sull'aspetto letterale, ma dipende dal conesto che francamente non pende certo a favore della TNM
Qui il contesto è quello dell'
escatologia Paolina che in 1 Tessalonicesi 4,15-17 e 1 Timoteo 4,6 (come altrove) fa coincidere la "liberazione" e la "risurrezione" con la presenza o il ritorno del Signore, mi pare più che ovvio che Paolo tra il soffrire ed il morire in prigione (dove si trovava quando scriveva la lettera ai Filippesi) desideri che "ritorni" il Cristo per essere con lui, liberato, alla sua parousia. Sinceramente
non capisco a che cosa serve la tua inutile polemica, a me pare oltremodo sterile e poco proficua per capire il pensiero di Paolo.
Shalom