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2) Merlyn Mehl
skills-universe.com
Paese: Sudafrica
Categoria: docente universitario
Ambito di attività scientifica: fisica nucleare, scienze dell'educazione
E' stato un grande accademico sudafricano ed uno dei principali eruditi testimoni di Geova del XX secolo. Fisico di professione, ma anche stimato umanista ed esperto di discipline del pensiero quali lo sviluppo della conoscenza finalizzato all'inserimento sociale, è noto per essere stato il primo fisico di colore del polo di accademici anti-apartheid dell'università di Western Cape.
Ha promosso, nel suo paese, numerose iniziative per lo sviluppo umano: fondatore, nel 1998, della Triple L Academy ( life-long learning, apprendimento di lunga durata); fra i pionieri del QCTO, il Quality Council for Trades and Occupations; conferenziere per il Seta ( Sector Education and Training Authority) e collaboratore di lunga data dell'ASDSA, Association for Skills Development in South Africa, il cui presidente, Gill Connellan, ha dichiarato che Mehl era 'l'unico in grado di uscire dalla torre d'avorio del mondo accademico ed entrare nel mondo reale'. Raymond Patel, AD di MerSeta, l'ha definito 'una persona meravigliosamente stimolante, molto, molto intelligente ma anche in possesso del dono di sapersi relazionare con le persone intorno a lui". E' scomparso nel 2013.
Nel 1967 divenne testimone di Geova, religione alla quale aderì con fede e grande entusiasmo. La sua esperienza è stata pubblicata nella Torre di Guardia del 01 luglio 1989 pagine 10-14, che si riporta di seguito.
Esperienza di Merlyn Mehl (Torre di Guardia del 01 luglio 1989 pagine 10-14) - CLICCA QUI PER VISUALIZZARE
Ho trovato l’armonia fra le razze nel travagliato Sudafrica
Narrato da Merlyn Mehl
SONO un sudafricano, o come si usa specificare da queste parti, un sudafricano “di colore”. Sono anche professore all’università di Western Cape, la più grande università a maggioranza nera nel paese. Ho conseguito un dottorato nell’insegnamento della fisica. Da vent’anni a questa parte sono anche testimone di Geova. Quale di queste due realtà mi ha aiutato a trovare l’armonia fra le razze in questo paese di attriti e di conflitti?
Crescere in Sudafrica
Qualcuno ha detto che Città del Capo, sulla punta meridionale dell’Africa, è ‘il più bel promontorio del mondo’. Contemplare un cielo stellato a Città del Capo in una notte limpida è un’esperienza toccante. Una volta, mentre guardavo le stelle, ricordo di aver detto a un amico: “Che senso ha tutto questo? Ci dev’essere per forza una spiegazione; eppure quaggiù tutto sembra così assurdo. Com’è possibile che ci siano tante discriminazioni? Perché c’è tanta ingiustizia?”
Nascere in Sudafrica significa conoscere la discriminazione fin da piccoli. I problemi razziali sembrano onnipresenti. Fin dall’infanzia ciascuno è separato e classificato in base alla razza. La nostra famiglia, in base alle leggi sudafricane, è “coloured” (di sangue misto). Da bambini ci hanno insegnato che i bianchi erano gli oppressori e noi gli oppressi. E dato che, man mano che crescevamo, a scuola e nella vita di ogni giorno il contatto interrazziale era praticamente inesistente, è comprensibile che considerassimo con sospetto persone di un’altra razza. Ci sembrava che i bianchi avessero il meglio in ogni campo, tra cui case, servizi e scuole. “Apartheid”, la politica della segregazione razziale, divenne la parola più odiata del nostro vocabolario.
Prima che finissi le elementari la mia famiglia fu costretta a lasciare la casa nel quartiere multirazziale dove eravamo nati io e mia sorella. Perché? A motivo di una legge secondo cui ogni zona poteva essere destinata a un solo gruppo razziale. Ci trasferimmo in un’altra zona, dove abitammo per vari anni finché anch’essa fu dichiarata “zona bianca”. A quel punto ce ne andammo di nuovo.
Date le ovvie ingiustizie i miei genitori, come anche gli insegnanti, mi incoraggiavano a studiare molto a scuola. Il messaggio era: “Devi mostrare ai bianchi che sei meglio di loro”. Questo influì sul mio atteggiamento verso la scuola. Pur essendo estremamente timido, mi piaceva molto imparare. Passavo la maggior parte del tempo a leggere qualsiasi cosa mi passasse sotto gli occhi. Così, quando finii la scuola ero fra gli studenti migliori del paese, ed era quindi naturale che andassi all’università. Dato che mi piacevano le scienze e la matematica, fu facile decidere di iscrivermi a un corso di laurea in scienze, in cui le materie principali erano la fisica e la matematica.
Nel 1960, l’anno stesso in cui iniziai l’università, entrò in vigore una legge che imponeva la segregazione razziale nelle università, così fui costretto a frequentare un’università per il mio gruppo razziale. Si faceva un gran parlare degli studenti di queste università separate. Ogni anno mi distinsi nei voti e alla fine mi laureai in fisica nucleare, cosa che fece molto scalpore, specialmente perché poi mi fu affidata una cattedra all’università di Western Cape, ed ero il primo studente di colore a ricoprire tale carica.
Tuttavia, a quel punto mi sentivo molto frustrato. Non avevo una risposta alla domanda fondamentale della vita: Che scopo ha tutto ciò? Fu pressappoco in quel periodo che feci al mio amico l’osservazione a cui accennavo prima.
Trovo risposta alle mie domande
Fino ad allora la religione aveva avuto un ruolo molto limitato nella mia vita. Da bambino avevo frequentato la Chiesa Anglicana e avevo ricevuto la confermazione a sedici anni. Ma le mie domande non avevano mai risposta. Perciò man mano che crescevo cominciai ad andare in chiesa sempre più di rado, finché smisi di andarci del tutto.
Un giorno andai a trovare un collega universitario, e sua moglie, Julia, usò la Bibbia per dimostrare che c’era una risposta ai problemi politici e razziali non solo del Sudafrica ma del mondo intero. Ero sorpreso e scettico, tuttavia accettai l’opuscolo Fondamento per credere in un nuovo mondo, e una volta a casa cominciai a leggerlo per curiosità.
Alle due del mattino dopo stavo ancora leggendo! Ecco spiegato in maniera ragionata perché la Bibbia è vera, perché le sue profezie sono degne di fiducia, perché l’umanità ha tanti problemi, perché il 1914 è una data così significativa e perché possiamo sperare in un giusto nuovo sistema qui sulla terra! Non poteva che essere la verità!
Il giorno successivo tornai a casa del mio collega e chiesi a sua moglie se aveva altre pubblicazioni dello stesso genere. Me ne andai con una pila di libri che trattavano dottrine bibliche fondamentali, spiegazioni delle profezie di Daniele e di Rivelazione, la natura dei sei giorni creativi, e un sacco di altre cose. Particolare molto importante, essi mostravano che nella Bibbia non c’è nulla che giustifichi in alcun modo la discriminazione razziale, poiché “Dio non è parziale”. (Atti 10:34) Divorai tutti quei libri. Finalmente avevo le risposte alle domande che mi avevano sempre tormentato! Dopo circa un anno di intenso e regolare studio della Bibbia, fui battezzato come testimone di Geova. Era il 21 novembre 1967.
Come organizzazione, i testimoni di Geova sono veramente apolitici e non razzisti. Sostengono un solo governo, il Regno di Dio, e per loro la condizione sociale non fa differenza. Ma in Sudafrica ci sono sempre problemi a sfondo razziale. In conseguenza della legge che separa le zone in cui abitano i diversi gruppi razziali, le congregazioni riflettono la composizione razziale della loro zona. Perciò nella congregazione che frequentavo, Claremont, la maggioranza delle persone erano di colore. I pochi bianchi erano missionari o uomini in incarichi di sorveglianza.
Ricordo ancora, dopo tutti questi anni, due particolari che mostrano quant’è difficile liberarsi delle tendenze razziste. Alle assemblee, di solito i bianchi passavano davanti a chi faceva la fila al self-service, prendevano il loro cibo e se ne andavano a mangiare separatamente, mentre il resto di noi faceva ancora la fila. Questo mi urtava. I Testimoni bianchi avevano anche la tendenza a presentare la moglie in questo modo: “Cara, ti presento Merlyn. Studia la Bibbia”. “Merlyn, ti presento mia moglie, la sorella Tal-dei-tali”. Quando si rivolgevano a me mi chiamavano per nome, mentre io dovevo chiamarli “sorella” o “fratello”. Mi sentivo offeso!
Ma poi cominciai a riflettere. Il problema è che si pensa sempre che sia l’altro a essere razzista. Tuttavia, quando in una società le disuguaglianze razziali sono sentite come in Sudafrica, è ovvio che ne risentono tutti quelli che ci vivono. È vero che alcuni Testimoni bianchi dovevano migliorare nel modo in cui trattavano persone di razza diversa. Ma la stessa cosa valeva per me. A questo riguardo la Bibbia dà questo buon consiglio: “Non far presto a mostrarti risentito; poiché il risentimento lo covano gli stolti”. (Ecclesiaste 7:9, The New English Bible) Sì, dovevo impegnarmi per essere meno sensibile, e non interpretare ogni sgarbo in chiave razziale.
Devo anche dire che da allora la situazione generale nel paese è un po’ cambiata. Anni fa i bianchi potevano partecipare a riunioni religiose di altre razze solo in numero limitato, e dovevano mangiare separatamente. Ora non è più così.
Ma ciò che più contava era che avevo trovato un’organizzazione di persone che si frequentavano liberamente, che erano i benvenuti in casa l’uno dell’altro, che si chiamavano fra di loro fratello e sorella considerandosi veramente tali! Queste convinzioni erano difese con fermezza e basate su princìpi biblici. Perciò quando sorgono incidenti razziali, e in Sudafrica sono quasi inevitabili, riflettere su queste cose mi aiuta sempre a controllarmi. Col passare degli anni imparo ad applicare meglio i princìpi biblici e questo mi dà maggior pace interiore in quanto a questioni razziali. Ma ci vuole sforzo!
Il ministero a tempo pieno
Poco dopo essere stato battezzato sentii il bisogno di accrescere il mio ministero. Non ero sposato e avevo poche responsabilità, perciò il 1° ottobre 1968 iniziai a fare il pioniere regolare. Questo sollevò un polverone, perché significava lasciare l’università e abbandonare quella che molti consideravano una carriera d’oro. Un giornale titolava un articolo sulle mie dimissioni: “Eminente scienziato va a propagandare la Bibbia”. Ben presto conducevo dieci e più studi biblici con persone o famiglie diverse. A un’assemblea due di questi si battezzarono, all’assemblea successiva quattro, poi sette, e così via.
Il 17 settembre 1969 sposai Julia, la Testimone che mi aveva fatto conoscere la verità (nel frattempo essa aveva ottenuto un divorzio valido legalmente e scritturalmente). Questo significò ereditare di colpo una famiglia, dato che Julia aveva due figli, John e Leon. Decidemmo di continuare a fare i pionieri il più a lungo possibile; questo si dimostrò positivo per i ragazzi e mi aiutò ad avere successo nella mia nuova famiglia.
Essere nel servizio a tempo pieno nei primi anni ’70 era molto entusiasmante, come dimostrano queste esperienze. Un giorno, mentre predicavamo di casa in casa, incontrammo una donna di nome Annabel, che accettò immediatamente il libro La Verità che conduce alla Vita Eterna e una Bibbia. (In seguito apprendemmo che aveva pagato le pubblicazioni con gli ultimi soldi che aveva: il lattaio dovette tornare la settimana successiva per avere i suoi soldi!) Fin dall’inizio Annabel si preparò bene per lo studio biblico settimanale, pur avendo un bambino molto irrequieto. Cominciò anche a parlare con i familiari di ciò che stava imparando. Ben presto suo marito, Billy, l’accompagnava alle adunanze. I genitori di Annabel avevano dato ai loro cinque figli nomi in ordine alfabetico. Sua sorella Beattie cominciò a studiare. Charlie e sua moglie non furono da meno. Anche Dafne dimostrò interesse, ed Edna e suo marito si aggiunsero al gruppo. Oggi l’intera famiglia presta fedelmente servizio da molti anni. Gli uomini sono anziani o servitori di ministero, e molte delle donne hanno prestato servizio come pioniere.
Poi c’è Stanley. Lo incontrammo nell’opera di casa in casa, all’ultima porta a cui bussavamo in un freddo lunedì pomeriggio. Ma che accoglienza ricevemmo! Sua moglie ci invitò ad entrare, e fu subito chiaro che avevamo a che fare con un uomo religioso. In effetti, aveva appena pregato di essere aiutato a capire la Bibbia. La nostra prima conversazione si sviluppò sulla dottrina della Trinità. Dopo una conversazione di un’ora, Stanley sembrò convinto. La settimana successiva ci accolse con queste parole: “Avete ragione. Ho letto tutto il ‘Nuovo Testamento’ e non esiste nessuna Trinità. Sono andato dal ministro per chiedergli perché mi aveva ingannato: si è rifiutato di ricevermi, per cui gli ho restituito le buste per la colletta con le quali raccoglievo denaro da altri membri della chiesa”. Tutto questo senza che gli avessimo dato una sola pubblicazione! Desiderava frequentare le adunanze, e promettemmo che saremmo passati a prenderlo. Ma la domenica arrivammo con cinque minuti di ritardo, e lo trovammo che stava già venendo all’adunanza in bicicletta! “Pensavo vi foste dimenticati di me”, disse. Studiavamo tre volte la settimana, e tre mesi dopo il nostro primo incontro fu battezzato. Stanley serve da molti anni con lo stesso zelo che aveva all’inizio.
Julia ed io abbiamo calcolato che nel corso degli anni abbiamo avuto il privilegio di aiutare una cinquantina di persone a divenire testimoni di Geova.
Riprendo il lavoro secolare
Dopo quattro anni di servizio di pioniere, il nostro denaro era agli sgoccioli. Il costo della vita era salito, e i ragazzi crescevano. Perciò, anche se a malincuore, decidemmo di lasciare il ministero a tempo pieno. Era il settembre 1972. Cosa sarebbe successo? Poco più di un anno dopo, il 1° gennaio 1974, tornai a insegnare all’università quando si rese vacante una cattedra in fisica. Questo significava che dovevo fare molti cambiamenti e anche stare attento a non scoraggiarmi. Ma grazie al valido sostegno di Julia, riuscii ad adattarmi. Una cosa che mi aiutò molto fu rimanere estremamente attivo nel ministero e in congregazione, continuando in realtà a ‘cercare prima il Regno’. — Matteo 6:33.
Dato che tutti i docenti universitari devono fare della ricerca, dovevo decidere se era il caso di tornare alla fisica nucleare. Non riuscivo a immaginarmi impegnato in questo tipo di ricerca esoterica mentre usavo il resto del tempo, fuori dell’università, cercando di insegnare agli altri la verità della Bibbia. Sembrava così futile essere impegnato in una ricerca fine a se stessa! E, naturalmente, non si poteva escludere che la ricerca in campo nucleare potesse avere applicazioni militari, il che avrebbe comportato dei problemi in vista della neutralità cristiana. — Isaia 2:2-4.
In Sudafrica un’università come quella di Western Cape ha molti studenti definiti “svantaggiati”. Arrivano all’università con una preparazione insufficiente a causa di un inadeguato livello d’istruzione scolastica o di altri fattori socioeconomici. In molti casi ciò che manca loro non è la capacità: è solo che non hanno avuto le opportunità. Negli ultimi 13 anni, come parte del mio lavoro all’università ho fatto ricerche sulle difficoltà di apprendimento di tali studenti e ho sviluppato metodi di insegnamento alternativi. Per queste ricerche ho ricevuto un dottorato nell’insegnamento della fisica e la qualifica di professore. Programmi di ricerca congiunta sono ora in corso con la collaborazione di università negli Stati Uniti e in Israele. È interessante confrontare i risultati di questa ricerca con i metodi di insegnamento dei testimoni di Geova.
Una teoria elaborata in Israele dal prof. Reuven Feuerstein e dai suoi collaboratori è quella dell’“apprendimento mediato”. Il nocciolo della teoria è che i bambini sviluppano le capacità intellettuali non solo grazie agli stimoli che ricevono dal mondo esterno attraverso i sensi, ma anche grazie a un mediatore umano che interpreta loro tali stimoli. Se ciò non avviene, i bambini non sviluppano appieno le loro capacità intellettuali.
I testimoni di Geova danno grande importanza al ruolo dei genitori come primi insegnanti del bambino. I Testimoni che hanno figli dedicano molte ore a esaminare con loro pubblicazioni bibliche illustrate, facendo loro domande su ciò che vedono e aiutandoli a capire il significato dei racconti biblici. Essi raccomandano non solo di studiare la Bibbia ogni settimana, ma anche di provvedere un’istruzione costante, specialmente nel campo dei princìpi biblici. (Deuteronomio 6:6-8) La summenzionata ricerca sembra indicare che così facendo i genitori in effetti sviluppano l’intelligenza dei propri figli.
Un’altra teoria è quella del “costruttivismo”, secondo cui l’insegnamento non consiste solo nel trasferire informazioni dalla mente di chi insegna a quella di chi impara. Piuttosto, ciascuno forma le proprie costruzioni mentali sulla base di ciò che vede, sente o sperimenta. Ecco perché due persone possono udire le stesse informazioni e giungere a conclusioni diverse. Per imparare in maniera efficace, bisogna elaborare le informazioni a livello personale.
Questo è esattamente quanto incoraggiano a fare le adunanze dei testimoni di Geova. Ci si aspetta che ciascuno si prepari in anticipo sulle informazioni da trattare, sulla base delle pubblicazioni disponibili. Nel corso dell’adunanza vera e propria, poi, l’uditorio partecipa commentando sul materiale preparato. In questo modo si viene esortati non solo a esprimere ciò che si è imparato ma anche a beneficiare della preparazione altrui.
L’avvento del computer nel campo dell’istruzione è stato salutato come un mezzo per personalizzare l’apprendimento. Tuttavia, l’opera degli studi biblici che i testimoni di Geova compiono da anni in casa delle persone si è dimostrata estremamente valida sotto questo aspetto! Un istruttore aiuta una, due o tre persone (raramente di più) ad analizzare del materiale stampato che tratta un soggetto biblico e su cui lo studente si è preparato in anticipo. Lo studente viene incoraggiato a spiegare cosa capisce, paragrafo per paragrafo, e poi si ragiona su questo. Non c’è dubbio che si tratta di uno studio biblico veramente personalizzato. Visto che applicano tali validi princìpi di istruzione, non c’è da meravigliarsi che i testimoni di Geova abbiano il successo che hanno. Naturalmente, essi non hanno bisogno di imparare questi princìpi da un’università. Li acquisiscono da una fonte superiore: la Bibbia. — Matteo 28:19, 20; Giovanni 6:45.
L’armonia razziale sostituisce le tensioni razziali
Da che sono divenuto testimone di Geova sono volati più di vent’anni. John e Leon, i miei figli adottivi, ora cresciuti, sono entrambi battezzati e fedeli nel servizio. Nel 1976 è nato nostro figlio Graeme. È un privilegio allevare anche lui nella via della verità. La nostra famiglia è stata benedetta in quanto Julia è di nuovo in grado di fare la pioniera, mentre io faccio il pioniere ausiliario almeno tre volte l’anno. Intorno a noi in Sudafrica c’è stata una drammatica escalation di tensioni razziali. Lo si vede dalle scritte sui muri e lo si respira nell’aria. Tuttavia, fra tutte queste tensioni razziali, sta avvenendo un moderno miracolo. Le leggi nazionali sulle riunioni sono più tolleranti, e i testimoni di Geova ora possono riunirsi con molta libertà, specialmente nelle grandi assemblee. Ho avuto il privilegio di avere una parte nell’organizzare alcune di queste assemblee per tutti i gruppi razziali. Lì si nota il non-razzismo all’opera, tra persone che hanno imparato dalle elevate norme della Bibbia a non fare discriminazioni razziali! Sono persone che badano a ciò che si è dentro, senza fermarsi al colore della pelle.
Oggi i testimoni di Geova formano l’unica fratellanza veramente mondiale dell’umanità. Ben presto, nel suo nuovo sistema di cose, Geova “asciugherà ogni lacrima dai loro occhi, e la morte non ci sarà più, né ci sarà più cordoglio né grido né dolore”. Insieme a milioni di miei fratelli e sorelle in tutto il mondo, non vedo l’ora di essere in quel nuovo mondo piacevole e giusto in cui non ci saranno più discriminazioni razziali. — Rivelazione 21:3-5.
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Video. Interessante intervista nella quale Mehl espone le sue teorie sull'apprendimento, con particolare riferimento all'età scolare.
youtube.com
Due immagini di Merlyn Mehl, scomparso nel 2013, mentre partecipa a varie conferenze:
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iacsouthafrica.co.za
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