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La traduzione copta e i Tdg

Ultimo Aggiornamento: 03/04/2017 21:21
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02/08/2014 17:46
 
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Copto
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Gentili amici testimoni di Geova ,ho letto con un certo interesse l'articolo pubblicato su un vostro periodico inerente alla presenza dell'articolo nella traduzione di Giovanni 1:1 ,articolo che ho trovato interessante,ma ho anche letto diciamo una contro recensione di questo articolo che mi permetto di farvi notare e se possibile vorrei un parere da voi. L'articolo è questo:


La Società Torre di Guardia ha pubblicato un articolo in cui si cita una versione copta del Vangelo di Giovanni per cercare di dimostrare che la TNM traduce correttamente "un dio" in Giov. 1:1. L'articolo è stato pubblicato nella "Torre di Guardia" del 1° novembre 2008, pp. 24, 25. Questa la trascrizione dell'articolo:

La Parola era ”Dio” o era "un dio"?
QUESTO è un problema di cui i traduttori della Bibbia devono tener conto nel rendere il primo versetto del Vangelo di Giovanni. La Traduzione del Nuovo Mondo lo rende così: "In principio era la Parola, e la Parola era con Dio, e la Parola era un dio". (Giovanni 1:1) in altre traduzioni l'ultima parte del versetto dice che la Parola era "divina", o qualcosa di simile. (An American Translation; A New Translation of the Bible, di James Moffatt). Tuttavia in molte traduzioni l’ultima parte di Giovanni 1:1 è resa: "La Parola era Dio". — La Bibbia Concordata; Nuova Riveduta.

La grammatica greca e il contesto indicano chiaramente che la lezione della Traduzione del Nuovo Mondo è corretta e che "la Parola" non va identificata con il "Dio" a cui si fa riferimento nella prima parte del versetto. Comunque, il fatto che il greco del I secolo non avesse l'articolo indeterminativo lascia qualche perplessità nella mente di alcuni. Per questo èdi grande interesse la traduzione della Bibbia in una lingua parlata nei primi secoli dell’Era Volgare.

La lingua in questione è il saidico, che era un dialetto copto. Il copto veniva parlato in Egitto nei secoli immediatamente successivi al ministero terreno di Gesù, e il saidico ne era l’antica forma letteraria. A proposito delle più antiche traduzioni copte della Bibbia, un'opera di consultazione dice: "Dato che la [Settanta] e le [Scritture Greche Cristiane] venivano tradotte in copto nel III secolo E.V., la versione copta si basa su [manoscritti in greco] notevolmente più antichi della maggioranza dei testi pervenutici". — The Ancor Bible Dictionary.

Il testo copto-saidico è particolarmente interessante per due motivi. lnnanzitutto, come indicato sopra, rispecchia un intendimento delle Scritture anteriore al IV secolo, quando quella della Trinità divenne una dottrina ufficiale. In secondo luogo, la grammatica copta è relativamente simile alla nostra grammatica sotto un aspetto importante. Le prime traduzioni delle Scritture Greche Cristiane erano in siriaco, latino e copto. Il siriaco e il latino, come il greco dell’epoca, non hanno l’articolo indeterminativo. Il copto invece ce l’ha. Inoltre vari studiosi concordano sul fatto che nel copto l’uso dell’articolo determinativo e di quello indeterminativo è molto simile all’uso di questi articoli in alcune lingue moderne come l'italiano o l’inglese.

Pertanto, la traduzione copta fornisce un elemento interessante che fa luce su come probabilmente all’epoca veniva compreso Giovanni 1:1. Di cosa si tratta? La traduzione in copto-saidico usa l’articolo indeterminativo con il sostantivo "dio" nell’ultima parte di Giovanni 1:1. Perciò, resa in italiano sarebbe: "E la Parola era un dio". Evidentemente, quegli antichi traduttori compresero che le parole di Giovanni riportate nel primo versetto del suo Vangelo non significavano che Gesù fosse Dio Onnipotente. La Parola era un dio, non Dio Onnipotente.



Vi leggo sempre con molto interesse ,mi piacerebbe sentire in merito cosa ne pensate,grazie.
02/08/2014 18:23
 
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Non ho ben capito quale sia la contro recensione...

Shalom [SM=g2037509]
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02/08/2014 21:38
 
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Re:
barnabino, 8/2/2014 6:23 PM:

Non ho ben capito quale sia la contro recensione...

Shalom [SM=g2037509]




No barnabino il sig. ha sbagliato copiare a invertito.
Bella questa discussione. [SM=g27985]
02/08/2014 22:49
 
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Re:
Copto, 8/2/2014 5:46 PM:

Gentili amici testimoni di Geova ,ho letto con un certo interesse l'articolo pubblicato su un vostro periodico inerente alla presenza dell'articolo nella traduzione di Giovanni 1:1 ,articolo che ho trovato interessante,ma ho anche letto diciamo una contro recensione di questo articolo che mi permetto di farvi notare e se possibile vorrei un parere da voi. L'articolo è questo:


La Società Torre di Guardia ha pubblicato un articolo in cui si cita una versione copta del Vangelo di Giovanni per cercare di dimostrare che la TNM traduce correttamente "un dio" in Giov. 1:1. L'articolo è stato pubblicato nella "Torre di Guardia" del 1° novembre 2008, pp. 24, 25. Questa la trascrizione dell'articolo:

...

Vi leggo sempre con molto interesse ,mi piacerebbe sentire in merito cosa ne pensate,grazie.




Ciao copto,
Neanch'io vedo traccia della "contro recensione" a cui accennavi.

La TNM (o meglio la NWT) è stata tradotta dai testi in lingua originale per come ci sono giunti, tenendo presente anche i manoscritti disponibili nelle altre lingue piu' antiche, che di solito sono traduzioni. Una di queste è il copto.

Nessuno di queste traduzioni, quindi neanche la pur antica LXX, viene considerata ispirata dai tdG, quindi puo' essere buona come raffronto o per convalidare la scelta traduttiva, ma in generale non serve ad altro.

Simon
03/08/2014 08:52
 
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No barnabino il sig. ha sbagliato copiare a invertito



L'articolo che riporta è quello della Torre di Guardia, non conosco però che esista nessuna recensione (o contro recensione) all'articolo stesso, sapevo di alcune critiche nei solito siti ma nulla di più. Se Copto fosse così gentile da darci che cosa trova problematico in quell'articolo possiamo rispondere.

Shalom
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04/08/2014 12:12
 
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Re:
barnabino, 03.08.2014 08:52:


No barnabino il sig. ha sbagliato copiare a invertito



L'articolo che riporta è quello della Torre di Guardia, non conosco però che esista nessuna recensione (o contro recensione) all'articolo stesso, sapevo di alcune critiche nei solito siti ma nulla di più. Se Copto fosse così gentile da darci che cosa trova problematico in quell'articolo possiamo rispondere.

Shalom




Osservazioni a cura del prof. Andrea Nicolotti
www.christianismus.it

"Innanzitutto occorre ridimensionare leggermente l'importanza che l'autore dell'articolo sembra dare alla traduzione copta. È vero che certe traduzioni antiche sono molto utili per la ricostruzione del testo in quanto sono basate su copie molto antiche del testo originale. Ma questo non significa che esse sempre e comunque riportino un testo migliore. In primo luogo, va notato che si tratta pur sempre di una traduzione, la quale seppur minimamente non può non distanziarsi in qualche modo dall'originale. In secondo luogo, noi non possediamo nessun manoscritto risalente al III secolo che contenga il Nuovo Testamento in copto: esattamente come per il greco, abbiamo delle copie più o meno tardive e più o meno frammentarie. Gli stessi problemi che si pongono per la trasmissione del testo greco si pongono, ancor più amplificati, per la trasmissione del testo copto. Ciò non significa certamente che i manoscritti copti in nostro possesso contengano un testo inaffidabile: ma l'esistenza di versioni antiche anteriori alla maggioranza dei manoscritti greci pervenuti non è certamente sufficiente a risolvere ogni difficoltà. Per di più, la traduzione copta per un lungo periodo risulta essere stata più aperta ad una continua influenza operata dal testo greco, il quale veniva costantemente adoperato in Egitto accanto a quello copto; questo vuol dire che in certi casi la traduzione copta riportata dai manoscritti a nostra disposizione non si è trasmessa in maniera incorrotta dal III secolo senza aver più subito contatti con l'originale o averne subiti pochi (è questo il caso delle versioni latine e siriache), ma si è prestata ad ulteriori accomodamenti suggeriti dal confronto con il testo greco in quel momento in uso.

Detto questo: il papiro riprodotto in fotografia dalla Torre di Guardia è il Chester Beatty 813. Questo papiro è dell'anno 600, cioè risale ad almeno tre secoli dopo che furono effettuati i primi tentativi di traduzione del Nuovo Testamento in copto. Se davvero la traduzione copta "rispecchia un intendimento delle Scritture anteriore al IV secolo, quando quella della Trinità divenne una dottrina ufficiale", dovremo domandarci come è possibile che nell'anno 600, quando questa dottrina era assolutamente stabilita e condivisa, la Chiesa copta continuasse ad utilizzare e a leggere durante le proprie liturgie un testo dal quale risulterebbe inequivocabilmente che il Verbo non era "Dio" ma solamente "un dio". L'Egitto è la patria dell'opposizione all'eresia ariana, che metteva in dubbio la divinità di Gesù: forse la Chiesa egiziana, così fortemente legata alla figura di Sant'Atanasio e degli altri teologi che combatterono l'arianesimo, non si sarebbe accorta di questa stridente difficoltà? Nell'anno 600 il copto era la lingua parlata dagli egiziani: forse essi davanti ad una dichiarazione così lampante avrebbero potuto continuare a credere nella Trinità? Non si sarebbero posti alcuna domanda se, ogni volta che leggevano il prologo del Vangelo di Giovanni nella loro lingua, avessero incontrato una chiara affermazione secondo la quale il Verbo era "un dio"? La medesima domanda può essere ripetuta per tutti i secoli a venire. Non solo il dialetto saidico, ma anche gli altri dialetti copti, compreso il boairico che divenne quello più diffuso prima dell'introduzione dell'arabo in Egitto, mantengono la stessa costruzione grammaticale: la parola "dio" è preceduta dall'articolo indeterminativo. Davvero per quasi un millennio i Copti avrebbero creduto una dottrina così evidentemente contrastante con la Scrittura? Perché non hanno mai sentito il bisogno di eliminare quell'articolo scomodo? La letteratura in lingua copta non riporta nessuna discussione sviluppata in proposito, e nessuno scrittore cristiano ha mai fatto riferimento alla presenza di quell'articolo indeterminativo per mettere in dubbio la divinità di Cristo. Questo dovrebbe far riflettere. Forse nella lingua copta la presenza dell'articolo indeterminativo, diversamente da quanto avviene affermato, non significa ciò che la Torre di Guardia vorrebbe dimostrare.

Il punto, infatti, è proprio questo. L'articolo indeterminativo copto NON è intercambiabile con l'articolo indeterminativo dell'italiano o dell'inglese. La recente e diffusissima grammatica di Bentley Layton, ad esempio, afferma in proposito: "Nota bene che l'uso copto di "un" e "il" non corrisponde esattamente all'uso dell'inglese!"[1].

In effetti il cosiddetto articolo indeterminativo in copto indica non solo l'indeterminazione del sostantivo a cui si riferisce, ma può avere anche altri significati: può dare un senso partitivo alla frase (ad esempio: "I Magi portarono dell'oro, dell'incenso e della mirra", e non "un oro, un incenso, una mirra"), oppure precedere nomi astratti o generici ("La saggezza, la scienza"), o precedere i nomi di sostanza usati genericamente ("Vi battezzo con l'acqua", "furono giudicati nel fuoco"). Oppure, serve a formare la cosiddetta "frase aggettivale" dove l'articolo indeterminativo dà valore di aggettivo al sostantivo ("egli è luminoso" e non "egli è un lume"!). In tutti questi casi sarebbe sconsigliabile adoperare l'articolo indeterminativo italiano o inglese. Pertanto la frase in questione non necessariamente va tradotta "il verbo era un dio", ma può anche significare "il verbo era divinità" oppure, qualitativamente, "era divino".

Il termine copto "Dio" non compare mai senza articolo. Probabilmente il traduttore copto avendo di fronte il greco senza articolo e dovendone per forza mettere uno, ha scelto di usare quello indeterminativo dando alla frase un valore qualitativo. Così fanno anche alcuni traduttori dell'originale greco. Oppure ha scelto l'articolo indeterminativo per differenziare la traduzione, in quanto quello determinativo lo aveva utilizzato poco prima per rendere il corrispondente articolo determinativo greco. Ma occorre anche soffermarsi su una caratteristica generale della traduzione copta delle Scritture. Essa è generalmente molto servile, in quanto cerca di imitare il più possibile la struttura della lingua greca e l'ordine delle parole presenti nell'originale. "Proprio perché la stragrande maggioranza dei testi copti antichi sono traduzioni letterali dal greco, è talvolta difficile determinare qual è l'autentica lingua e sintassi copta"[2] . Risulta quindi abbastanza difficile trarre indicazioni troppo strette sul valore che una particolarità grammaticale copta può avere: normalmente il traduttore operava le proprie scelte sulla base del modello che aveva di fronte, e non sempre un'approfondita conoscenza della grammatica copta è sufficiente a dirimere questioni del genere.

In conclusione: la presenza dell'articolo indeterminativo nel copto non permette di tradurre semplicisticamente come se quell'articolo avesse lo stesso valore di indeterminatezza che assume nella lingua italiana o in quella inglese. Esso infatti viene anche adoperato in altre occasioni, compatibili con l'idea che il Verbo fosse di natura divina. Peraltro, poiché questa traduzione copta è stata in uso per secoli in una Chiesa trinitaria, è questa la migliore dimostrazione che i lettori di lingua copta non diedero a quell'articolo il senso che la Torre di Guardia pretende di dare.

Note:
[1] Coptic in 20 Lessons. Introduction to Sahidic Coptic With Exercises & Vocabularies, Leuven, Peeters, 2007, p. 16.
[2] F. Wisse, The Coptic Versions of the New Testament, in Bart D. Ehrman and Michael W. Holmes (a cura di), The Text of the New Testament in Contemporary Research. Essays on the Status Quaestionis, Grand Rapids, Eerdmans Publishing Co., 1995, pp. 131-141, spec. p. 132. L'articolo fornisce una messa a punto aggiornata sulle traduzioni copte del Nuovo Testamento.
04/08/2014 13:23
 
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Re: Re:
S.M., 04/08/2014 12:12:



prof. Andrea Nicolotti




Dev'essere un docente di ruolo. In quale Università ha la cattedra e di quale materia?
04/08/2014 19:37
 
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S.M., 04/08/2014 12:12:




Osservazioni a cura del prof. Andrea Nicolotti
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Pertanto la frase in questione non necessariamente va tradotta "il verbo era un dio", ma può anche significare "il verbo era divinità" oppure, qualitativamente, "era divino".





accipicchia, ma lo sa che è pressocchè quello che dice l' appendice della TNM?

6A Gesù — Uno simile a Dio; divino
Gv 1:1 — “e la Parola era un dio (simile a Dio; divina)”
Gr. καὶ θεὸς ἦν ὁ λόγος (kai theòs en ho lògos)


La costruzione del nome con l’articolo indica un’identità, una personalità, mentre un predicato nominale singolare privo di articolo che precede il verbo indica una qualità di qualcuno. Perciò la dichiarazione di Giovanni che la Parola o Logos era “un dio” o “divina” o “simile a Dio” non significa che questi fosse il Dio con cui era. Semplicemente esprime una certa qualità circa la Parola, o Logos, ma non lo identifica come Dio stesso
".


Giusto per la cronaca...


Anche noi siamo d' accordo, perciò, che il Cristo preesistente era divino.
Ad esempio, sottoscrivo ciò che afferma la nota in calce della Bibbia CEI al Salmo 45:7 (45:6 CEI):

"Il tuo trono, o Dio, dura per sempre; scettro di rettitudine è il tuo scettro regale".

La nota della cattolicissima e trinitarissima Bibbia CEI (Conferenza Episcopale Italiana) al passo succitato, afferma:

"Il tuo trono, o Dio: così con la versione dei LXX. Altra possibile versione dall' ebraico: "il tuo trono, o divino (riferito al re davidico, considerato figlio di Dio in un modo tutto particolare, vedi Salmo 2:7). La lettera agli Ebrei (1,8-9) applica a Gesù i vv. 7-8)".

Lo sa che noi la pensiamo allo stesso modo di quanto esposto poc' anzi nella nota della Bibbia della Conferenza Episcopale Italiana?

Per noi Gesù è Dio nello stesso senso per cui lo è per l' autore della lettera agli Ebrei, che applica l' epitalamio regale, il Salmo 45, specificatamente i vv. 7-8 (CEI) al Cristo preesistente nella medesima epistola agli Ebrei!

Quindi noi non neghiamo affatto la divinità di Cristo, ma gli diamo lo stesso valore che lo scrittore biblico ispirato gli dava con l' applicazione cristiana del Salmo regale...

Sia per noi che per i trinitari l'assenza dell'articolo ha valore qualitativo, la differenza è solo il "senso" da dare. Per noi è una qualità del logos (era un dio, era divino) per i trinitari la natura del logos....

Per voi trinitari il valore qualitativo non indica, ovviamente, che il Logos fosse l' ho theos di Gv. 1:1b (sarebbe sabellianismo puro...) e naturalmente neppure per noi, ma l' indeterminatezza, quindi il valore qualitativo, per voi -come ho già accennato - indica la natura divina del Logos.

Il punto è: possiamo "leggere" così Gv. 1:1, scritta sotto ispirazione nel I secolo?
Oppure il theos conferito al Logos va inteso in senso giudaico, che ammette anche un senso rappresentativo o funzionale, cioè a dire il Logos è theos perchè svolge una Funzione divina, ricopre un Ufficio Divino (La Parola, il Verbo) e in quanto tale è qualitativamente theos, in quanto rappresenta Dio, parla e agisce in suo nome e per suo conto?
Beh, l' autore della Lettera agli Ebrei sembra darci ragione e noi restiamo fermamente ancorati alla Sacra Scrittura.
Del resto, questo senso non immanente di theos era chiaramente accettato dagli ebrei anche nel I secolo: Stefano, davanti al Sinedrio, che aspettava una mezza frase sbagliata del discepolo per...lapidarlo, disse tranquillamente che sul Monte Sinai era stato l' angelo a dare a Mosè i sacri oracoli (Atti 7:38), ma in Esodo 19:18-20 ; 20:1 viene detto tranquillamente che era YHWH, Dio a dare i sacri oracoli...
Nessuno del Sinedrio batte neppure ciglio!
L' angelo è chiamato YHWH, Dio ovviamente non in senso immanente ma rappresentativo, funzionale.
La stessa cosa è per il Cristo preesistente, vista l' applicazione dell' epitalamio regale a Cristo in Ebrei 1:8-9.
Con questo non si vuole in nessuna maniera parificare Cristo agli angeli, ci mancherebbe, giacchè il Cristo preesistente è il monogenes huios, l' Unigenito Figlio che è nel seno del Padre (Gv. 1:18), un semitismo che sta ad indicare una posizione non solo di straordinario favore, ma inarrivabile per chiunque, eccetto che per il Padre, Geova, il "solo vero Dio" (Gv. 17:3 ; Gv. 5:43-45).
Considerato questo senso non immanente e accettato dal giudaismo di theos, la TNM rende con "un dio" non per creare monolatria o un "dio" minore, ma per differenziare l' ho theos di Gv. 1:1b dal Logos/theos di Gv. 1:1c, cosa che a nostro parere non permette di fare la tradizione CEI, del tutto legittima e corretta, ma che finisce per diluire l' ho theos di Gv. 1:1b e il Logos/theos di Gv:1:1c in un unico Dio, cosa che non può significare nulla nel I secolo, senza l' apporto indispensabile dell' intero apparato metafisico che condusse poi a Nicea e successivi concilii e sinodi (se noi diteismo, ipotesi però completamente da scartare, giacchè Giovanni non lo era di sicuro....).
Pertanto, la resa della TNM, sulla base del possibile valore qualitativo di theos in Gv. 1:1c , è corretta: anzi, onore alla TNM che, con la sua resa, permette di differenziare i due soggetti di Gv. 1:1.
Poi, dopo la traduzione, subentra ovviamente l' esegesi, certamente non può accadere il contrario...

Dicevo del I secolo, di quel che può esprimere quel theos senza l' intero apparato metafisico che portò alla formulazione di una trinità immanente.
Voi, ovviamente non riconoscete Cristo come rappresentante divino, Dio in senso funzionale o rappresentativo, ma parlate (sarebbe meglio dire: speculate...) di natura divina espressa proprio dalla mancanza dell' articolo determinativo.

Questo per noi non ha alcun senso, giacchè per poter immaginare una natura divina in senso trinitario dobbiamo necessariamente pensarla nel senso immanente (giacchè il vostro dogma è il dogma della trinità immanente) e quindi qui entra in scena - gioco forza - la processione divina del Figlio dal Padre, cosa che non è dimostrabili nè con Gv. 1:1 nè con alcun altro passo (ad esempio, dove si parla di processioni riguardo al Figlio nella Sacra Scrittura? Lei me lo sa indicare?).

Per cui il vostro parlare di natura divina non ha alcun senso se non si dimostra una processione immanente del Figlio dal Padre, con il Padre medesimo che dona al Figlio la sua propria sostanza
per via di generazione.

Sono concetti metafisici ma assolutamente necessari per poter parlare di natura divina in senso trinitario e immanente

Senza questi concetti metafisici nella loro interezza, che però non trovano riscontro alcuno nella Scrittura Sacra, impastarsi la bocca di natura divina equivale a parlare del nulla.

La ringrazio.
[Modificato da Aquila-58 04/08/2014 19:56]
05/08/2014 09:16
 
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Re: Re: Re:
EverLastingLife, 04/08/2014 13:23:



Dev'essere un docente di ruolo. In quale Università ha la cattedra e di quale materia?




Intanto questa mia domanda è rimasta inevasa. Qualcuno può aiutarmi?

PROF. Andrea Nicolotti? Non riesco a rintracciare dati su un docente universitario con questo nome. Ho trovato solo questo:

www.unito.it/unitoWAR/page/dipartimenti7/D074/D074_personale_batch_BasicBook_Docenti_IT7?path=/BEA%20Repository...

'Assegnista di ricerca'.... dev'essere certamente un omonimo.

Sarà grato a chiunque sappia indirizzarmi alla pagina con i titoli ed il CV del docente universitario Andrea Nicolotti. Lo dico perché finora le traduzioni bibliche dei tdG, a mia memoria, sono state oggetto di critiche solo dalle seguenti categorie:

1) sedicenti 'linguisti' anonimi o che hanno consegnato al Web un nome falso;

2) 'linguisti' respinti più volte da altrettante commissioni d'esame.

Sarebbe quindi la prima volta per un personaggio di qualche rilievo accademico.

Grazie a prescindere.

[Modificato da EverLastingLife 05/08/2014 09:20]
05/08/2014 10:32
 
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www.christianismus.it/modules.php?name=News&file=articl...

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05/08/2014 11:03
 
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Andrea
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[SM=g7405]

Sono curioso di leggere cosa risponderà ora il sg. Ell...
Magari troverà da ridire contro uno che il greco e il copto lo traduce?
05/08/2014 11:24
 
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Re:
Andrea, 05/08/2014 11:03:

[SM=g7405]

Sono curioso di leggere cosa risponderà ora il sg. Ell...
Magari troverà da ridire contro uno che il greco e il copto lo traduce?



Dov'è scritto che il sig. Nicolotti sarebbe un docente ordinario, e in quale università?

www.christianismus.it/modules.php?name=News&file=articl...



05/08/2014 11:33
 
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Questa è l'unica esperienza che sia lontana parente di una docenza universitaria:



Docenza a contratto presso l'Università del Piemonte Orientale, 2011.



Tre anni fa il Nicolotti a quanto pare ha avuto una esperienza di 'docente a contratto', evidentemente conclusa (peraltro: di quale materia? non è dato saperlo). Altrimenti egli non definirebbe sé stesso 'assegnista di ricerca'. Ciò basta a qualificarlo per 'prof' ?

Dopo la laurea ingegneria, conseguita decenni fa, ed un master, prima di entrare nell'azienda in cui lavoro tuttora, per qualche tempo ho collaborato con un docente (corsi ed esami), insegnamento: Complementi di calcolatori. Ciò basta a qualificarmi per prof?
[Modificato da EverLastingLife 05/08/2014 11:59]
05/08/2014 11:37
 
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A me onestamente sembra che nell'articolo linkato più che una risposta/smentita alla Torre di Guardia, non si faccia altro che dire quelle che per i tdG sono delle ovvietà.

Sostanzialmente vi si dice che:

1) non è certo che l'articolo indeterminativo abbia il significato attribuitogli nella Torre di Guardia. C'è un "forse", un "non è certo", si resta quindi nel vago, e sostanzialmente in questo modo si conferma come quanto riportato non è affatto improbabile. Questa sarebbe la pars destruens, il massimo a cui può aspirare è una pluralità interpretativa, forzando la mano sulla inferiore probabilità dell'articolo indeterminativo.
2) la pars construens espone: può anche significare "il verbo era divinità" oppure, qualitativamente, "era divino".
Che, come sottolineato da Aquila, è quello che dicono anche i tdG.




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05/08/2014 13:35
 
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Ho letto la "recensione" (se così vogliamo chiamarla) di Nicolotti, ma concordo con il giudizio di admin3, sostanzialmente Nicolotti conferma quanto scritto nell'articolo della Torre di Guardia, le critiche che muove infatti mi pare che manchino di qualunque pertinenza rispetto al contenuto dell'articolo. Nicolottti infatti dice cose assolutamente condivisibili, ma che concordano con quello che dice la Torre di Guardia.

Riassumo le critiche del Nicolotti e aggiungo qualche osservazione fatte da un amico a cui ho girato lo scritto di Nicolotti:


1. Il testo copto è corrotto e poco affidabile

Obiezione molto generica e del tutto superflua, perché l'articolo non dice affatto che il testo copto sia più o meno affidabile di quello greco, latino o siriaco, dice solo che è un testo molto antico (e su questo mi pare che si possa essere d'accordo) e utilizzando l'articolo determinativo ci aiuta a capire il valore che quei traduttori "probabilmente" (cito letteralmente dall'articolo) attribuivano all'assenza dell'articolo nel testo greco.

2. Contesta che l'articolo indeterminativo copto sia identico a quello moderno

Anche qui l'articolo non dice affatto che l'uso dell'articolo in copto sia "intercambiabile" con quello italiano o inglese, ma dice solo che è "molto simile". Di nuovo l'autore della recensione pare andare oltre il senso e lo scopo dell'articolo, il senso dell'articolo indeterminativo copto è più ampio di quello italiano ma certamente non esclude quello dell'articolo indeterminativo italiano.

Interessante che Nicolotti dice:

"Il termine copto "Dio" non compare mai senza articolo. Probabilmente il traduttore copto avendo di fronte il greco senza articolo e dovendone per forza mettere uno, ha scelto di usare quello indeterminativo dando alla frase un valore qualitativo"

Che è appunto quello che dicono i testimoni di Geova:

"La Traduzione del Nuovo Mondo, considerando appropriatamente la parola “Dio” indeterminata, e mettendo al tempo stesso in evidenza l’aspetto qualitativo indicato dalla struttura della frase in greco..." (La Torre di Guardia 15 ottobre 1993, pagina 28).

Per i traduttori della TNM dunque il valore dell'articolo italiano è esattamente quello che Nicolotti attribuisce al copto: qualitativo.

3. Si tratterebbe di una versione "servile" del greco

E' possibile, ma in quel caso ci si aspetterebbe che un copista avesse omesso l'articolo come in greco, certamente non tradussero in modo da identificare il Logos con "ho theos".

4. La versione era usata da cristiani trinitari

Questo ammesso che sia corretto (giacché nel III secolo l'Egitto fu teatro di violenti dibattiti sulla divinità di Gesù) è irrilevante, la Torre di Guardia infatti non entra nei dettagli dottrinali, ma afferma solo che la versione copta rafforza l'idea che "la Parola non va identificata con il “Dio” a cui si fa riferimento nella prima parte del versetto", affermazione su cui anche i trinitari potevano essere d'accordo, e comunque rappresenterebbe la lectio difficilior, e pertanto ancora più significativa da un punto di vista testuale.



Mi pare che queste brevi considerazioni siano sufficienti per capire che Nicolotti e la Torre di Guardia dicono sostanzialmente la stessa cosa: l'articolo copto avrebbe valore qualitativo. Semplicemente Nicolotti, ma qui fa teologia e non più grammatica, interpreta quel "qualitativo" in senso trinitario di "sostanza divina". Ma, come detto, qui entriamo in un altro campo di discussione...

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[Modificato da barnabino 05/08/2014 14:11]
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Re:
EverLastingLife, 8/5/2014 11:33 AM:

... Ciò basta a qualificarmi per prof?



Prof. un jour, prof. toujours!

Bevenuto Prof. EverLastingLife, aggiungi il titolo al nick! [SM=g7350]

Simon

p.s. Adesso che ci penso, anch'io ho insegnato ginnastica ai bambini del CAS (Centro di Avviamento Sportivo), per una stagione. Con una spintarella non è che... [SM=x1408427]
05/08/2014 15:16
 
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Re: Re:
(SimonLeBon), 05/08/2014 14:33:



Prof. un jour, prof. toujours!

Bevenuto Prof. EverLastingLife, aggiungi il titolo al nick! [SM=g7350]

Simon

p.s. Adesso che ci penso, anch'io ho insegnato ginnastica ai bambini del CAS (Centro di Avviamento Sportivo), per una stagione. Con una spintarella non è che... [SM=x1408427]




Ecco, per capirci, due esempi di docenti universitari: sono entrambi testimoni di Geova;

Furuli, lingue semitiche all'Università di Oslo:

testimonidigeova.freeforumzone.leonardo.it/d/10845916/Scienza-e-TdG/discussione.aspx?idm1=125490...

Wörnhard, lingue classiche all'università di Berna:

testimonidigeova.freeforumzone.leonardo.it/d/10845916/Scienza-e-TdG/discussione.aspx?idm1=1258986...

Mi limito alle discipline d'interesse. Se dovessi elencare i docenti in tecnologie, scienze biologiche, economia etc. non ne usciremmo più.


All'opposto ecco il caso del dott. Sarteschi, un medico testimone di Geova, deceduto pochi anni fa, che era un professionista conosciutissimo e molto amato nel pisano da testimoni di Geova e non:

testimonidigeova.freeforumzone.leonardo.it/d/10845916/Scienza-e-TdG/discussione.aspx?idm1=1256770...

Perché cito il suo caso? Anche lui ha tenuto per un certo tempo un corso all'Università (Endocrinologia e Malattie del Ricambio presso l'Università di Pisa). Eppure, giustamente, non si è mai voluto fregiare del titolo di 'prof', dato che non è stato mai in possesso di una docenza di ruolo.


05/08/2014 15:50
 
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Beh, la regola generale dei nostri detrattori è che un testimone di Geova (o chi in genere difende la TNM) non è mai abbastanza qualificato per farlo a ragione veduta, manca sempre qualche specializzazione, docenza o certificato, mentre chi critica la TNM è sempre e comunque qualificato per farlo... mi ricordo qualche anno fa tutta la polemica che venne fatta su Furuli e BeDuhn!

Comunque quello che scrive il Nicolotti qui a me pare di buon senso e assolutamente condivisibile, e lo conferma anche il fratello a cui l'ho fatto leggere che è un vero esperto, certo sembra sbagliare il bersaglio delle sue critiche...

Shalom [SM=g27985]
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05/08/2014 16:52
 
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Re:
barnabino, 05/08/2014 15:50:

Beh, la regola generale dei nostri detrattori è che un testimone di Geova (o chi in genere difende la TNM) non è mai abbastanza qualificato per farlo a ragione veduta, manca sempre qualche specializzazione, docenza o certificato, mentre chi critica la TNM è sempre e comunque qualificato per farlo... mi ricordo qualche anno fa tutta la polemica che venne fatta su Furuli e BeDuhn!





Per non parlare dei file word scritti dal portiere d'albergo e mai giunti alle stampe, e neanche pubblicati su un sito..."tempo fa ho scritto uno studio"....e via con gli applausi del popolino ( "ottimo, eccellente, fantastico etc.").
Per il detrattore, purché si dia contro alla teologia di chi mi ha disassociato non serve nemmeno leggerlo, è sicuramente eccellente.
Dall'altra parte, come dici, un tdG potrebbe anche essere un luminare del settore, qualsiasi titolo sarà sempre insufficiente [SM=g27987]
Situazione paradossale, ma che ben illustra i motivi di chi si approccia a polemiche di questo genere (e non mi riferisco al Nicolotti, ma a chi strumentalizza i suoi scritti usandoli come simbolici - ma, ahiloro, inefficaci come in questo caso - "pugni" da assestare ai tdG), motivi ben lungi dall'essere alimentati dalla reale volontà di comprendere determinati aspetti, ma strumentalizzati solo a fini anti-tdG.
Venisse il giorno che si comportassero finalmente da cristiani, almeno sarebbero più credibili: ma finquando esaltano convivenza, rapporti prematrimoniali, festività pagane, e considerano la Bibbia al pari di Cappuccetto Rosso o Hansel e Gretel ("Le Scritture sono piene di errori, non sono ispirate da Dio, sono la mitologia di un popolo di pastori...ma si, alla fine c'è il significato di volersi bene, e non fare il male al prossimo"), resteranno credibili come cristiani quanto Cicciolina lo è come modello di castità.
[Modificato da admintdg3 05/08/2014 16:54]



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05/08/2014 18:53
 
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Re:
barnabino, 05/08/2014 15:50:



Comunque quello che scrive il Nicolotti qui a me pare di buon senso e assolutamente condivisibile




Nicolotti:




Se davvero la traduzione copta "rispecchia un intendimento delle Scritture anteriore al IV secolo, quando quella della Trinità divenne una dottrina ufficiale", dovremo domandarci come è possibile che nell'anno 600, quando questa dottrina era assolutamente stabilita e condivisa, la Chiesa copta continuasse ad utilizzare e a leggere durante le proprie liturgie un testo dal quale risulterebbe inequivocabilmente che il Verbo non era "Dio" ma solamente "un dio".





Forse nella lingua copta la presenza dell'articolo indeterminativo, diversamente da quanto avviene affermato, non significa ciò che la Torre di Guardia vorrebbe dimostrare.





L'articolo indeterminativo copto NON è intercambiabile con l'articolo indeterminativo dell'italiano o dell'inglese.





La presenza dell'articolo indeterminativo nel copto non permette di tradurre semplicisticamente come se quell'articolo avesse lo stesso valore di indeterminatezza che assume nella lingua italiana o in quella inglese.





Poiché questa traduzione copta è stata in uso per secoli in una Chiesa trinitaria, è questa la migliore dimostrazione che i lettori di lingua copta non diedero a quell'articolo il senso che la Torre di Guardia pretende di dare.



Grassetto mio.
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