Tutti pazzi per Duvan Zapata. Intenditori, verrebbe da pensare. Difficile restare indifferenti al cospetto di un attaccante alto quasi due metri ma agile come una gazzella, veloce di pensiero e di gamba, intelligente e maturo nonostante l’età, lucido per novanta minuti. Il Napoli, a gennaio, ha resistito alle tante offerte piovute sulla scrivania del presidente per il colombiano. “Tanto non gioca” avranno pensato in molti. “Proviamo a farcelo regalare in prestito, tanto lo valorizzeremo” l’idea che avrà offuscato (più che illuminato) la mente di svariati direttori sportivi ed operatori di mercato, convinti di poter strappare al Napoli un talento puro con estrema facilità.
Pochi sanno che il maggior estimatore di Zapata sia proprio Rafa Benitez, che lo getta nella mischia ogni qualvolta ne ha la possibilità. Duvan ha deciso da solo la gara col Sassuolo, ha marchiato il posticipo del San Paolo con la sua fisicità e la sua caparbietà. Un gol ed un assist per stendere i neroverdi, per ricordare a tutti di che pasta (e stazza) sia fatto, per aggiornare il suo score – 7 gol stagionali, 5 in Serie A in poco più di 400 minuti -, per continuare a crescere con fiducia e sicurezza nei propri mezzi. Alle spalle di Gonzalo Higuain, anziché demoralizzarsi, Zapata è cresciuto ed è migliorato. Sorriso sul volto e tanta voglia di imparare, sempre. Con un maestro così, poi, è fin troppo facile
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