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PdV Quinta partita

Ultimo Aggiornamento: 29/03/2016 14:16
11/02/2015 23:36
 
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Rhaegar II - La storia la fa il popolo

Non aveva tempo neanche per dormire il Re d'Argento. L'essere colui che siede sul Trono di Spade comporta impegni inderogabili e noiosi, aggravati da una guerra sanguinosa... I primi giorni di regno furono impegnativi, prosciugarono tutta la voglia di vivere di quello che era poco più d'un ragazzo. I doveri regali lo tormentarono persino nel sonno, obbligandolo ad assumere una lieve dose di latte di papavero.
Poche ore di dolce sollievo passarono troppo velocemente. Rhaegar non era riuscito a sventare una guerra, non poteva impedire al sole di sorgere.
E così, un nuovo giorno arrivò. Nuove fatiche da affrontare, nuovi ostacoli da evitare, un nuovo inferno da vivere.
Pregò mangiando un pezzo di pane e un po' d'uovo. Non aveva nemmeno tempo per gli Dei.
Anche i pochi minuti da trascorrere con sua madre e il suo piccolo fratellino erano effimeri e fugaci. Più tempo richiedeva invece la visita a suo padre, nelle fredde celle, impregnate di puzza e follia, in un misto di dolore e disperazione. Le urla di Aerys si udivano da ben più lontano, versi privi di senso, urla disorientate, suoni sconnessi che incutevano paura a carcerieri e garzoni addetti al trasporto del cibo. L'unico a non temere quel misto di odio e rabbia era il giovane drago... Che stesse diventando tale e quale a suo padre?
<< Salve Padre >> esordì il figlio.
<< Rhaegar mio, anche oggi sei venuto. Perché ti ostini a vedere la mia miseria? >> il vecchio re era in un momento di lucidità.
<< Perché voi siete stato mio padre e, in fondo, spero che torniate ad esserlo. >>
<< Dici bene... In questi momenti ricordo tante cose... Ma dimmi, com'è essere re? >>
<< Guardatemi e ditemi padre >>
Rhaegar aveva perso l'abitudine di guardare il suo volto riflesso. I segni dello stress avevano rovinato la fluente chioma argento e la carnagione rosea era ormai tramutata ad un pallido poco più che cadaverico.
<< Ti capisco figlio mio... Anch'io ero così all'inizio... E non avevo un regno in guerra... Ma tu hai qualcosa che a me è sempre mancato: il popolo, loro si ricorderanno di te... Persino a Lannisport... Invocheranno il tuo nome, mentre io... >> Una lacrima bagnò la guancia del vecchio, cancellandone ogni traccia umana.
Urlando si avvinghiò alle sbarre che delimitavano la cella. << ORA CHI SONO? CHI SI RICORDERA' DEL DRAGO!!! >>
Al che, Rhaegar tornò verso i suoi doveri di re, accompagnato dalla follia di Aerys e dalle sue, poche, sagge parole. " Ma tu hai qualcosa che a me è sempre mancato: il popolo, loro si ricorderanno di te... "
Era da prima di Harrenhal che non visitava la sua bettola, quella catapecchia pericolante che negli ultimi anni era stata come una seconda casa. Non si confava ad un principe frequentare quei posti, tanto meno ad un re... Ma era proprio per quello che il popolo lo amava, perché Rhaegar Targaryen non temeva di sporcarsi nel sudiciume di quelle panche, di brindare insieme ad uno qualunque.
In quel luogo dimenticato dagli dei, il giovane drago aveva conosciuto per la prima volta l'amore e la sbornia da birra.
<< Arthur, sta sera si festeggia. >> annunciò.
<< Vostra immensa magnificenza, se posso, cosa desiderate festeggiare? >> La spada dell'Alba si divertiva a osservare il volto già sfigurato dalla fatica, riempirsi di smorfie di rabbia, per tanto, lo riempiva di inutili appellativi.
<< Abbiamo la testa attaccata al collo, non ti pare un buon motivo? >>
<< E' arrivato un corvo da Winterfall? >> chiese, toccando un tasto quasi dimenticato...
Gli impegni politici avevano distolto l'attenzione di Rhaegar da sé stesso e dai suoi sentimenti, sempre vivi, per Lyanna.
<< Forse oggi ne scriverò uno io... Ma ora andiamo, sai bene cosa ci aspetta. >>
Consigli di guerra, carte da firmare, persone da ascoltare, volontà da esaudire e, finalmente, venne sera. Non aveva avuto tempo per scrivere quella lettera, ma... Amen, quella sera sarebbe stata solo per lui... Ser Arthur aveva l'ordine di non bere sopra i tre boccali... Qualcuno doveva pur trascinarlo a casa.

Calò il silenzio nella bettola quando la cappa bianca di Ser Arthur varcò la soglia. Uno del suo calibro in un luogo come quello non era un buon segno.
<< Dame e Cavalieri, Signori e Signore, ecco a voi sua Altezza Re Rhaegar Targaryen, primo del suo nome, Re degl >>
Un uomo molto coraggioso alzò la voce gridando << Re della Birra! >>
Fu il primo che ricevette l'abbraccio del giovane drago. Lython detto Baffosporco. Amico di vecchia data e miglior rivale a Rhaegar in quanto bevute.
Trovò anche Sylvie, la sua prima avventura... Trovò una vita che ormai sembrava lontana, trovò Rhaegar Targaryen.

A metà serata, quando ormai l'alcool aveva fatto effetto su molti dei presenti, re e Arthur compresi, il giovane drago s'alzò su un tavolo e prese a parlare.
<< Amici, i libri di storia vengono scritti da Maestri al servizio dei Lord. E siccome quegli stronzi mi sono tutti contro >> (la birra gli diede il permesso di un intercalare non consono al suo stile) << quando mi taglieranno la testa scriveranno di me tante cose. Mi chiameranno il "Re breve", il " Re senzatesta", mi accuseranno delle colpe di mio padre e delle loro. Ma non ho paura, perché la storia la si narra nei posti dimenticati dagli dei, come questi. La storia la scrive chi non sa leggere. Per questo io morirò felice, perché a Lannisport brinderanno a Tywin e poi a me, quattro volte tanto. I sette regni si ricorderanno di me. Che vanga il cagaoro qui a prendersi il trono. Fuoco e Sangue! Fuoco e Sangue lo aspettano, non uno di quei maledetti ipocriti sederà sul trono dei miei padri per puro egoismo, sacrificando a sé stesso migliaia di uomini. Certo, mi uccideranno e uccideranno anche voi, ma non prima di essersi pentiti. E vi devo ringraziare amici, perché domani mattina, dopo aver smaltito la sbornia, inizierò a costruire la nuova era dei sette regni! E lo farò perché qui ho ritrovato la vita che mi era stata rubata. Quindi io brindo a voi! Raccontate la mia lotta, le mie speranze in questo mondo. Ditelo ai vostri figli, dato che io non ne avrò, probabilmente... >>
Il popolo brindò e gridò il nome del Re tante volte quante Rhaegar ebbe la forza di ricordare.
La notte proseguì con una gara musicale, seguita da danze di ogni genere. Il giovane drago danzò con Sylvie, in memoria dei vecchi tempi.
<< Siete sicuro che non avrete mai figli, mio re? >>
Rhaegar non ebbe né il buonsenso, né la sobrietà per rifiutare quel capolavoro divino e la seguì al piano di sopra, nella prima stanza libera che trovarono.

La mattina del giorno dopo, i capelli e la carnagione del giovane drago erano tornate quelle d'un tempo e le occhiaie sarebbero sparite insieme ai postumi. Ciò che non sarebbe mai più scomparso fu Rhaegar Targaryen.


Mace Tyrell, Lord di Highgarden e protettore del Sud

Fui Lord Rickard Stark, protettore del Nord e, per qualche tempo, Primo Cavaliere del Re.

Fui Rhaegar Targaryen, l'ultimo drago, Re d'Argento.
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