Attenzione, questo topic è satirico-ironico: non ha alcuna pretesa e non giudica personalmente autori, lettori e fan, nessuno se la prenda.
Quando la mania di Twilight è esplosa in Italia io ero un giovane autore emergente, Slam 2000 è stato pubblicato nel luglio del 2008 e a quei tempi ero molto interessato alle vicende letterarie, per cui sono capitato per caso su
questa recensione, peraltro molto negativa.
Il flame che scaturì nei commenti ad opera della stessa articolista e delle fangirl della saga mi portò, ebbene sì, a prendere i primi tre libri.
Vi confesso che di quel periodo non ricordo molto riguardo le mie letture, posso dirvi che acquistai il primo libro per curiosità e la storia mi attirò così tanto che decisi di andare avanti. Arrivato alla fine del terzo libro, prima di acquistare il quarto (che a quei tempi si pagava a peso d'oro), lessi in internet un po' tutto del seguito, sfortunatamente spoilerandomi la storia, ma fortunatamente trovandola scialbetta, piatta, insipida e, a essere onesti, davvero poco attrattiva. Di conseguenza, grazie al cielo, decisi di fermarmi.
In estremissima sintesi, nel primo libro la protagonista Bella si trasferisce dall'assolata Phoenix alla piovosa e fredda Forks, lì trova Edward, un vampiro di cui si innamora, venendo a sua volta contraccambiata; verso la fine un altro vampiro (James) cercherà di farle la pelle, ma la ragazza verrà salvata dai Cullen, ossia la famiglia di Edward (a loro volta vampiri), e da Edward stesso. Nel secondo libro (New Moon) Edward si fa prendere dalle paturnie di poter fare del male a Bella e così la lascia sola e lei reagisce un po' troieggiando con motociclisti e amici dell'high school e un po' facendo amicizia con Jacob, un licantropo indiano d'America della tribù dei Quileute (eh sì, ci sono pure i lupi mannari, bello, eh?)...
badabim e
badabam Bella si troverà nell'arcaica Italia (arcaica nella mente dell'autrice) e precisamente a Volterra, dove i vampiri uccidono ignari turisti (un modo per dire che in Toscana gli americani vengono dissanguati dai commercianti?
Potrei testimoniare qualcosa, ma non lo farò...) e salverà Edward che minacciava di farsi brillare e per “farsi brillare” intendo letteralmente, non esplodere.
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Questo tizio è uno dei protagonisti della storia, ma ci rendiamo conto?
Nel terzo libro (Eclipse) si scopre che Victoria, la
vamponna (un misto tra vampira e donna) di James vuole vendicarsi nei confronti di Edward creando un esercito di non-morti, un piano così perfetto che per tutto il libro si fa inseguire dai lupi mannari che proteggono Bella fino a un confine non precisato col Canada e, non paga, si fa staccare la testa da Edward stesso, meritandosi la nomina per i “Darwin Awards” del 2007. Nel quarto libro (Breaking Dawn), diviso in tre parti, Bella ed Edward si sposano e trombano (male), riuscendo a concepire quella che si rivelerà una figlia prodigio che cresce di 5 mesi a settimana, un misto fra una vampira e un essere umano.
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L'ultima parte della saga riassunta perfettamente in un fumetto.
Ovviamente sotto gatta ci cova, perché nel frattempo i Volturi, diciamo dei capovampiri italiani e stranamente non fighi, su spifferata, si rendono conto che c'è qualcosa che non va e vanno a Forks per uccidere la famiglia di Edward e fare loro i componenti con particolari poteri (sì perché in “Twilight” i vampiri più potenti sono come gli X-Men: Zafrina del clan delle Amazzoni ha addirittura la possibilità di fare un Genjutsu con gli occhi tipo Sharingan in stile “Naruto”, che fantasia!), il tutto come al solito finisce nel buonismo più totale, con Bella ed Edward che trombano come disperati e Jacob che si innamora della loro figlia, causa “imprinting dei lupi”, lunga storia.
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“Twilight”. Né più né meno.
Ancora una volta per giudicare un'opera mi rifarò a “Naruto” di Masashi Kishimoto: la Meyer nell'ultima parte ha sofferto di quella che io chiamo “sindrome da onnipotenza dell'autore (nel finale della storia)”. Come Kishimoto alla fine di “Naruto” ha voluto spiegare in uno Shonen (manga per ragazzi) assolutamente perfetto il significato della vita, unire le religioni, fare teologia, parlare di reincarnazioni, alieni e minchiate del genere che mezze basterebbero, la Meyer da una lovestory che funzionava benissimo si è gettata in una storia troppo grande, quasi un'epopea, con personaggi pescati a caso, analessi insulse e comunque non argomentate e un finale che per fare fanservice (strizzare l'occhio alle ragazzine ma contemporaneamente attirare altri target) ottiene il risultato di far ridere i polli.
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I personaggi principali come sono visti dalla stragrande maggioranza degli spettatori.
Fra ieri e l'altro ieri ho guardato tutti i film e ho trovato, fatta eccezione della scena del combattimento finale che, attenzione spoiler, nemmeno accade nella realtà, gli ultimi due assolutamente pesanti e inguardabili, tranquillamente paragonabili per qualità di scene e non per trama a quelle serie poliziesche tedesche che si vedono sulla RAI ultimamente o a una soap opera come Beautiful.
L'autrice parte bene, caratterizza tutti i personaggi, ci fa entrare a Forks e ci coinvolge, ma nel corso del tempo le idee scarseggiano e si sente, per cui deve sopperire alla mancanza di fantasia attingendo per esempio da Buffy, Underworld, X-Men e così via, non contenta ci ficca probabilmente dentro una vacanza che ha fatto in Italia e una in Brasile e il gioco è fatto, il resto lo tappa con delle aspettative di vita femminili ai tempi dell'adolescenza, un ragazzo che su carta stampata sembra perfetto ma che nei film appare come un pesce lesso e molto fanservice (ad esempio i lupi mannari palestrati che girano per i boschi a torso nudo).
Se pensate che io sia cattivo o semplicemente ignorante vi cito sull'argomento un signore che di nome fa Stephen King: “Stephenie Meyer non sa scrivere un tubo, lei e la Rowling si rivolgono entrambe a un pubblico di adolescenti, la vera differenza è che la Rowling è una scrittrice fantastica”. Ora, a me i giudizi personali non sono mai piaciuti (cerco di evitare di farli, ma non li disapprovo perché se sono costruttivi sono un incentivo al miglioramento e se sono distruttivi aiutano ad individuare con pochi patemi d'animo le teste di c
o), ma la posizione è così netta e proviene da una fonte talmente autorevole che non necessita di alcuna postilla o commento.
E ora andiamo al sodo, ossia a ciò che non ho mai capito di “Twilight”.
- Ai Cullen piace giocare a baseball perché “è il classico sport americano”. Saltano come cavallette, corrono più veloce dei cervi (che cacciano), ma aspettano il temporale per evitare che si senta il rumore terribile che fanno le mazze quando impattano con le palline dopo che ovviamente hanno usato la loro forza sovraumana. Farsi un campo privato di basket rinforzato no, eh? Roba da nigga.
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Eppure a Maika piacerebbe giocare a basket! Come dite? Non è Maika, ma Alice? Uuuh... OK...
- I Volturi, che dovrebbero essere dei capovampiri
over pwnage, nati praticamente ai tempi dei patrizi romani, sono fondamentalmente degli sfigati. Non solo sono brutti (e i vampiri non dovrebbero apparire così perché essendo predatori degli umani dovrebbero ammaliarli), ma non ne imbroccano una: risultano scemi, ignoranti, privi d'esperienza e anche dissennati. La Meyer si para le natiche con la scusa della sete di potere, ma a me sembrano dei veri e propri pinchi. A proposito: ma che cavolo di verso fa Aro alla fine della storia? Cosa significa quell'urletto-risatina completamente fuori posto?
- Gli amici umani di Bella scompaiono mano a mano che la storia va avanti. Non dico che l'autrice avrebbe dovuto staccarsi dalla storyline per trattare più di loro, ma, se si compara la fine della storia all'inizio, da quel punto di vista il primo libro perde senso. In pratica sono due storie separate e a qualcuno come me la seconda parte può sembrare letteralmente apocrifa.
- Nei film non vengono spiegate molte cose, una su tutte come fanno dei Quileute a trasformarsi in lupi mannari e questo secondo me è sconcertante e gravissimo da un punto di vista della sceneggiatura, perché la Meyer lo scrive a chiare lettere, ma questo non viene inquadrato nei film come non viene snocciolato il motivo dell'iniziale astio di Rosalie nei confronti di Bella, in pratica nei libri ha una sua connotazione, nei film la fanno sembrare una psicopatica.
- La Meyer continua a romperci i totani dicendoci che i vampiri non hanno autocontrollo e si inventa leggi fisiche assurde tipo quella secondo la quale i non-morti “neonati” sono più forti di quelli normali per creare suspense, non riuscendoci. Alla fine in ogni libro vinceranno i buoni con una certa facilità, non capiteranno morti illustri per quest'assenza di autocontrollo e non ci sarà mai una sorpresa, la storia è di una banalità assurda.
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Un vampiro di “Twilight” che “perde il controllo”.
- Nei libri l'autrice spesso descrive le lotte come “balletti in aria impossibili da seguire ad occhio nudo”, problema parzialmente sopperito dai registi nei film (in particolare David Slade in “The Twilight Saga: Eclipse” ha fatto un ottimo lavoro), questo è un problema molto comune ai libri e ai film d'azione o parzialmente tali scritti e/o diretti da donne. Ad esempio io trovo la seconda battaglia di Hogwarts in “Harry Potter” semplicemente ridicola per le potenzialità che aveva. La battaglia finale che, attenzione spoiler, come già detto non succede nella realtà, potrebbe benissimo essere messa in un film sugli X-Men. Cosa voglio dire? Non è farina del sacco della Meyer.
Ecco una scena d'azione fatta come si deve: punto di vista dei buoni, dei cattivi, brevi analessi, pausa riflessiva e ancora azione. La battaglia finale fra Madara e Obito contro l'alleanza ninja dà davvero l'impressione di essere in guerra e contemporaneamente ci insegna buoni sentimenti. Una commistione che non mi piace del tutto, ma che comunque fa provare emozioni forti. Il video è tagliato male per una questione di copyright, quando lo toglieranno indicherò dove trovarlo in un post seguente.
- I punti di vista sono solo e unicamente femminili. I personaggi maschili sono stereotipati e non ragionano propiamente come farebbero ragazzi e uomini. Perfino i licantropi non sono veri e propri uomini lupo, ma lupi giganteschi, pelosotti e coccolosi... e a essere sinceri nemmeno le ragazze sono molto credibili, Bella in primis.
- Gli spostamenti sono la cosa che ho meno capito della storia. Sia la Meyer che i registi sballottano i personaggi da Phoenix a Forks, da Forks a Volterra, da Volterra al Brasile e dal Brasile a mezzo mondo tipo in Egitto come se non ci fosse tempistica di aerei e mezzi di locomozione. Intendo dire che non ci sono punti di passaggio: nella storia i personaggi vengono letteralmente teletrasportati sul posto, non c'è alcuna descrizione dei viaggi se non brevi cenni.
- Non si comprende come mai i lupi mannari dovrebbero essere “i nemici naturali” dei vampiri. Ai primi non piace l'odore dei secondi e viceversa e... beh? Questo basterebbe per spiegare un odio secolare? Hanno entrambi superpoteri, basterebbe tollerarsi a vicenda. Nella storia viene spiegato che maggiore è la presenza di vampiri a Forks e consequenzialmente maggiore sarà il numero di Quileute che riusciranno a trasformarsi, ecco un'altra forzatura per creare situazioni come le vuole la Meyer, ma è proprio necessario cambiare le carte in tavola in modo così artefatto per plasmare la storia? Questo modo di scrivere alla lunga stride.
- Nella storia la Meyer lascia intendere che i Quileute non sono gli unici lupi mannari nel mondo e questo va a sconfessare la nascita del “gene lupo” nella loro tribù, cioè il fatto che inizialmente sembrino i soli. Inoltre nei libri il loro essere licantropi è il segreto di Pulcinella, non c'è nessuna sorpresa attorno a questo.
- A un certo punto Edward dice che i Cullen se ne andranno da Forks perché la gente del posto sta iniziando a notare che Carlisle, il capofamiglia, non cambia di aspetto e rimane giovane. La cosa muore lì nel giro di una riga di libro e mezzo secondo di film.
Dafuq?
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Bella capisce fin da subito di trovarsi davanti a un normalissimo medico.
- La figlia di Bella che arriva all'età della ragione in quelli che presumo essere pochi mesi è una “cosa” talmente tragicomica che mi sono commosso e pisciato sotto contemporaneamente.
- Gli X-Men, pardon, vampiri dell'ultima parte del libro che aiutano i Cullen sono improponibili e mal caratterizzati.
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“Ci avete chiamati? Per caso vi ricordiamo qualcuno?
- “Still a better love story than Twilight” l'abbiamo sentita tutti almeno una volta nella vita... e si commenta da sola.
- A mio avviso la scelta più sanguinosa di tutti i film è stato optare per Kristen Stewart come Bella. L'attrice risulta inespressiva, noiosa, più bianca e gnocca dei vampiri (attenzione, segue spoiler) ancora prima di essere vampirizzata e soprattutto dalle possibili tendenze omosessuali. Probabile che a quei tempi la cosa non fosse palesemente acclarata, ma se devi sceglierti una ragazza immagine per un film che fondamentalmente è tutta apparenza e che vorrebbe ricalcare le storie d'amore anglosassoni tradizionali beccatene una etero o che almeno faccia finta (ci hanno provato durante la promozione di alcuni film, ma non sono stati molto convincenti).
In definitiva consiglio solo il primo libro, il resto potete leggerlo tranquillamente su Wikipedia, accompagnandolo con i film che, a parte gli ultimi due (osceni), non sono male.
Vi ringrazio dell'attenzione e vi do appuntamento al prossimo articolo che riguarderà YouTube e gli
influencer della rete. Grazie ancora e un abbraccio.