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Il Chiariello pensiero

Ultimo Aggiornamento: 09/06/2016 22:13
09/06/2016 22:13
 
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"O MAST 'E TUTT 'E MAST"
Dal profilo Facebook di Umberto Chiariello:

LA SFIDA DI AURELIONE IL ROMANO AI MERITEVOLI.
Nel Gruppo di Campania sport ho scoperto terminologie a me sconosciute, e gruppi di pensiero con etichette appioppate molto fantasiose.

Ad esempio i critici di De Laurentiis, che considerano degli azzerbinati i sostenitori della sua politica societaria, definiscono questi ultimi "pappaboys" o anche "Lecchevoli". Inutile spiegare l'origine dei termini. Lo capite da voi.

Ovviamente i più invisi ai loro occhi sono i campioni del filo-societarismo, vale a dire Walter De Maggio e Carlo Alvino, e da un po' di tempo anche il sottoscritto che spesso difendo l'operato di questa società, pur non essendo prono come può esserlo qualcun altro che ha più interesse di me ad avere buoni rapporti con la società (io, invero, non ne ho alcuno).

Coloro che invece criticano aspramente quelli che attaccano pesantemente il Presidente, hanno definito questi ultimi i Meritevoli, o i Vittoriani, riprendendo i loro slogan "Meritiamo di più" e "io voglio vincere".

Inutile dire che questi ultimi, cioè gli urlatori di questi slogan, hanno eletto a loro idolo il pasdaran di Internet, il mio amico Liberato Ferrara che AURELIONE se lo sogna anche la notte, vivendo ormai di incubi. Non bastassero le mogli.

In queste ore, con Vrsaljko che si allontana sulla via di Madrid, con Herrera e Zielinsky che non si riescono a chiudere, con Lapadula su cui c'è praticamente un'asta, con i mal di pancia forti e dichiarati di Koulibaly (la cui appetibilità all'estero aumenta causa infortunio di Rudiger), con il solo Tonelli portato a casa per il momento, e con Pjanic e Dani Alves e probabilmente Berardi alla Vecchia Signora, i lai dei contestatori sono diventati urla, di contumelie per lo più.

Ma io ripeto - forse perché mi sono fatto vecchio - sempre le stesse cose di questi tempi, e non a caso, sfruttando l'opzione di FB che ricorda il compleanno dei post di un anno fa, ne sto riesumando qualcuno, che invita alla calma, alla prudenza, alla sospensione del giudizio, al giudicare "frigido pacatoque animo", semmai "ex post" e mai "ex ante".

Perché io la penso come l'amico Valerio Pero: se AURELIONE riesce a confermare la squadra titolare in blocco, rinunciando al solo Gabbiadini tra i giocatori top visto il poco spazio riservatogli e l'appeal che conserva sul mercato, lasciando andare la fravaglia (senza offesa per nessuno, sono tutti bravi professionisti, si dice per scherzare) tipo Maggio, Valdifiori, Rafael, Regini, Lopez, i prestiti Chalobah e Gabriel, i cavalli di ritorno Andujar, Zuniga, de Guzman, i giovani Dezi, Maiello, Robertino Insigne, portando a casa 4-5 elementi di spessore come Tonelli, Widmer, Herrera, Zielinsky, Lapadula (giusto per stare ai nomi più gettonati del momento), più un paio di portieri affidabili (Sportiello il top, ma anche il ritorno di Sepe e Coppola per soddisfare la norma dei 4+4 di Nora Orlandi, pardon Optà Tavecchio), ebbene, io dico che il Napoli è competitivo per lo scudetto e per fare una grande Champions.

Sissignori, io ci credo e sono ottimista. ovviamente, "rebu sic stantibus".

Quest'anno, vista la seconda fascia Europa conquistata, grazie soprattutto a Mastro Benitez (gli va riconosciuto), con un sorteggio poco poco fortunato il Napoli può passare agli ottavi, e se lo fa da prima in classifica magari può anche tagliare il traguardo storico mai raggiunto dei quarti, che per AURELIONE - la cui sensibilità alla vil pecunia è nota - significa più di 60 mini di euro portati a casa.

Perché una cosa deve essere chiara: per il Presidente questo è un momento gestionale estremamente difficile e complesso. Anche per colpe sue, intendiamoci (oltre agli enormi meriti che ha di tenere il Napoli sempre tra i primi ed in Europa).
Il Napoli, non godendo di impianti di proprietà che generano reddito aggiuntivo e diversificato rispetto a quello derivante dalla gestione caratteristica (l'attività sportiva), avendo un marketing che fa fatica ad ampliare i suoi orizzonti (vedi anche la scelta di sponsor per lo più regionali e non di respiro nazionale, sponsor tecnici domestici e non internazionali), non avendo dato impulso ad un settore giovanile di spessore che possa nel medio termine, neanche nel lungo, generare risparmi di acquisizione ed ingaggi di calciatori provenienti da altre società oltre che profitti di vendita, come fa la Roma e la stessa Juve che inondano il mercato dei loro ragazzi tra A e B per realizzare poi plusvalenze da urlo che autofinanziano praticamente la società (l'esempio di Romagnoli e Bertolacci è sotto gli occhi di tutti), si trova ora ad un bivio difficilissimo.

A fronte di una concorrenza che rischia di ampliarsi con l'arrivo dei cinesi specie all'Inter (Yaya Tourè può spostare gli equilibri), a fronte di ricavi aggiuntivi incerti e volatili (oggi ci sono domani chissà) derivanti dai risultati sportivi (l'accesso alla Champions League ad esempio), il bilancio del Napoli si trova davanti ad un incremento certo dei costi gestionali strutturali.
Perché Sarri ha fatto un guaio. Nel fare una stagione strepitosa, ha fatto apprezzare la rosa di oltre 100 milioni di euro. Il che potrebbe rivelarsi però un boomerang nella logica dichiarata di tenerli tutti.

Perché ora battono cassa in tanti, se non tutti, a cominciare da Koulibaly per non dire del Pipita che per conservarlo richiede un aumento di stipendio di oltre 4 milioni lordi annui minimo. Per non dire di Insigne, Husay, Ghoulam, tutta gente che ha mercato. E per non parlare degli spagnoli di Quillon, a partire da Albiol in scadenza. Come costerà il rinnovo di Mertens, ed è già costato quello di Jorginho.

insomma, se solo il presidente rinunciasse al mercato e conservasse l'attuale squadra, della qual cosa io gia sarei contento al 70% perché pure io penso che non sia facile da migliorare nei titolari, e - contrariamente a quanto pensa il mio amico Peppe Iannicelli, ritengo che questa squadra abbia ancora margini di miglioramento - si troverebbe nella difficile situazione di vedere i costi certi aumentati di quasi 20 milioni che si ripetono negli anni a fronte di ricavi una tantum di 50-60.
In tutto questo, AURELIONE deve fare pure la campagna acquisti che porterà sicuramente ad un saldo negativo, sempre che non si venda un big tra i titolari, che Dio non voglia.

Ma metti caso che "esce pazzo 'o padrone" e stavolta il centurione romano AURELIONE tiene fede alla promessa di non toccare questa squadra e di migliorarla con i nomi succitati, nonostante il mercato della Juve che sembra aumentare il gap con la concorrenza, io dico che ce la giochiamo eccome.

Perché nei titolari non siamo meno forti, giochiamo meglio, il Pipita ce l'abbiamo solo noi e - se è vero che arriveranno gli elementi di cui sopra o di quel livello lì - anche la rosa diventa adeguata.

Quindi inutile recriminare. Impossibile eliminare la differenza dalla Juve. Hanno budget diversi e possibilità diverse.
Noi non dobbiamo dimenticare la nostra realtà e misurarci con essa.

Lo slogan trito e ritrito, vuoto per quel che mi riguarda, "Io voglio vincere" non ha senso alcuno se non quello della petizione di principio appartenente a qualsivoglia tifoseria, specie se abituata alle vittorie come quelle delle milanesi, meno per noi che di vittorie ne abbiamo viste poche e quasi tutte concentrate nell'età dell'oro durata purtroppo solo un lustro.

Sia chiaro, anche io voglio vincere, non amo perdere nemmeno a scopone o a biliardino, ma cerco di usare la ragione, sapendo che non ci sono le condizioni per competere economicamente e si può vincere solo se si quadrano situazioni di campo che sovvertano ogni pronostico, come hanno fatto Borussia ed Atletico.

Le distanze in Italia dalla Juve sono siderali per tutti come quelle della Juve dai top club europei.
"Tasche per altri mazzi", direbbe la brava Maria, bagnolese doc, mia stiratrice di camice nonché mia personale filosofa di riferimento.

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