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Serie A2 2016/17

Ultimo Aggiornamento: 24/06/2017 11:32
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Sesso: Maschile
Hall of Fame
03/11/2016 01:16

Voglio parlare dell'episodio Allan Ray a Roseto, che si becca due tecnici con conseguente espulsione che consegnano la vittoria agli abruzzesi, reo secondo alcuni media di Udine di aver guardato il pubblico rosetano.

Dopo il match il presidente dell'AP Udine, Pedone ha dichiarato:
Non si può! Non è possibile che in un campo di A, seppur 2, accada che il pubblico possa influenzare la scelta arbitrale in questo modo. Allan Ray è un professionista serio che rappresenta appieno i valori di una città e di un team non avvezzo a scaldare i tifi avversari. Pioveva in campo di tutto… Avevamo rimontato una partita ormai compromessa portandoci a più 1 a 40 secondi dalla fine. La partita va lasciata giocare, non si può fischiare tecnico e addirittura espellere il nostro miglior giocatore del momento, su espresso “mandato” del pubblico rosetano!!!!

Il presidente dei Roseto Sharks Cimorosi ha risposto così:

E’ un vero peccato che una gara di basket disputata a livelli decisamente alti da due squadre che con le loro prestazioni stanno onorando degnamente il campionato di serie A2, si sia conclusa senza che un atleta dalla classe cristallina come Allan Ray ne abbia potuto disputare gli ultimi secondi. Ma non è accettabile la fiumana di polemiche scatenate da sostenitori della A.P.U., tese a “criminalizzare” la tifoseria rosetana oltre che a sostenere la tesi della codardia della terna arbitrale nei caldi secondi di fine gara.

Premesso che ho ammirato e goduto della levatura tecnica della buona formazione friulana, in particolare delle prestazione di Ray che meriterebbe di giocare in più alta categoria, sento il dovere di fornire alcune puntualizzazioni a mio avviso fondamentali per decifrare correttamente gli eventi relativi agli ultimi secondi di gara. Non ha senso affermare che l’esito della stessa è stato deciso dagli arbitri. Questi si sono limitati ad applicare la normativa prevista dal regolamento.

Ripercorriamo i caldi momenti finali: Ray commette un fallaccio su Smith con un’entrata a gamba tesa, dimenticando che sta disputando una gara di basket e non di calci(o). La prova? E’ nella foto pubblicata dal quotidiano “Il Centro” di lunedi 31 ottobre. Il fallo è giustamente sanzionato dagli arbitri, Ray si avvicina alla Curva Nord, giustamente risentita per l’intervento scorretto, con un atteggiamento di sfida e di provocazione, che viene sanzionato dagli arbitri con una fallo tecnico. E’ il regolamento che vieta agli atleti in campo di stabilire qualsiasi forma di contatto e di rapporto con il pubblico. Ray perde le staffe, si dirige verso la parte centrale della Tribuna Est e lì continua la sua sceneggiata con segni di provocazione e disprezzo verso i tifosi a bordo campo.

Gli arbitri vedono, e applicano il regolamento: secondo tecnico ed espulsione. Ray entra nel tunnel inferocito, scagliando più tardi invettive ed anatemi contro gli arbitri, cosa che finora nessuno ha rilevato e che continuerà a fare negli spogliatoi, fino a quando non si allontanerà dal PalaMaggetti. Non basta: ormai fuori di sé, inveisce danneggiando la porta dello spogliatoio, tanto che è necessario chiamare un dirigente di Udine per cercare di placarne le ire.

Questi sono i fatti. Dispiace a tutti che si siano verificati. Probabilmente sono da imputarsi allo stress e alla stanchezza accumulati da Ray nel corso del suo formidabile quarto quarto. Ma vanno rigettate categoricamente tutte le distorsioni che si leggono nelle righe dei tifosi udinesi, in particolare di un cosiddetto giornalista che con la puzza sotto in naso infarcisce il suo logorroico intervento di una pretesa superiorità e di un saccente, sdegnato sentire nei confronti sia di una terna arbitrale che se la fa sotto, sia di un pubblico che evidentemente considera da terzo mondo che, a suo dire, dopo aver condizionato le scelte degli arbitri, al massimo sarà sanzionato con “un buffetto e tremila euro di multa”.

Di questi pseudo-interpreti di fatti sportivi non abbiamo bisogno nè noi né l’Italia! Se ne torni pure, questo signore, a Cleveland, a sedere tra asettici spettatori! Noi siamo felici della nostra calda e passionale tifoseria capace, nel rispetto delle regole, di dare grinta e ed entusiasmo agli atleti in campo, che a volte sia chiamano Smith, a volte Allen, a volte Weaver, a volte Legion, a volte Abdul-Rauf e così via.




Dichiarazione forte che pone una questione: fino a che punto può essere considerato fisiologico, innoquo e accettabile il fatto che le curve italiane cestistiche possano insultare i giocatori? Anche persone insostenibili si lasciano andare, io non ci riuscirei mai, però il contesto palazzetto / stadio lo fa diventare come un qualcosa di diverso dalla maleducazione, un qualcosa che in fondo comprensibile. Non mi piace il moralismo esasperato nello sport nè le sanzioni ai club, che non hanno colpa se ci sono mancanze di cultura sportiva.
Mi sorprende che Allan Ray, che conosce il pubblico italiano, sia caduto in provocazione. Il suo coach Lino Lardo in tutto questo si è dimostrato un signore ed ha inquadrato correttamente quello che è successo, nonostante la sconfitta è stato onesto.
Per come si era messa, chiaramente sarebbe stato bello finire la partita con tutti i giocatori in campo. Purtroppo Ray ci è cascato e va bene così, anche se mi sembra – dal mio angolo visuale – che si sia solo girato verso la curva senza dire niente. Comunque, bisogna essere onesti e dire che un giocatore in quel frangente deve restare concentrato in campo e pensare alla prossima azione, non a distrarsi con il pubblico. Insomma: avrei voluto giocarla fino in fondo, con tutti gli effettivi, dopo aver rimontato.
[Modificato da SteveH 03/11/2016 01:18]



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