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Campionato di Serie A stagione 2016/2017

Ultimo Aggiornamento: 28/05/2017 23:58
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13/05/2017 23:36
 
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Atalanta-Milan 1-1, Deulofeu risponde a Conti. Gasperini è in Europa

Fino all'88' nerazzurri sicuri del quinto posto, poi la squadra di
Montella trova il pareggio con lo spagnolo, che risponde a Conti



Per la serata dei verdetti lo stadio di Bergamo si presenta con il tutto esaurito. L’Atalanta pareggia e fa sua l’Europa, dopo 26 anni. Il Milan è ancora alla ricerca di se stesso: quasi mai in partita, si ritrova nel finale e solo così mantiene il leggero vantaggio su Fiorentina e Inter per il sesto posto che vale "appena" i preliminari. Per la grande occasione entrambe le squadre si erano presentate con una sorpresa: nell’Atalanta paga Kurtic, con Kessie e Cristante dentro. Nel Milan la novità ha di nuovo la maglia numero 9 di Lapadula, con Bacca (l’espressione all’ingresso in campo non è per niente da gran serata) ancora in panchina. Non è nuovo, ma annunciato, il sistema con cui Montella si presenta a Gasperini: 3-5-2. Non è un gran bel primo tempo, anche se l’Atalanta comanda e cerca di far gioco: manca però negli ultimi metri, con Petagna ben controllato e Gomez un po’ meno brillante del solito. Lo confermano gli ultimi secondi dei primi 45’ quando solo davanti a Donnarumma si fa intercettare la traiettoria. Il Milan fa fatica e per ribattere si affida soprattutto alla velocità d’esecuzione di Deulofeu. L’Atalanta ha un obiettivo ancora da centrare completamente ma è il Milan che ha un vero conto aperto con la corsa all’Europa League: per il ritmo che le squadre danno alla partita sembrerebbe l’opposto.



ANCORA CONTI — Deulofeu è pericoloso in corsa, Petagna da fermo: si libera di Zapata in area e sbatte a lato. Kessie, obiettivo rossonero del prossimo mercato estivo, tenta il numero al 18’: evitata di poco la figuraccia. Che fa invece Kucka, quando in disimpegno serve Gomez che ha lo spazio per calciare (troppo centrale) verso Donnarumma. Ancora un tiro di Deulofeu passata la mezzora prima del gol che fa esplodere lo stadio: solita avanzata mancina di Spinazzola, palla messa al centro e inserimento del terzino opposto, Conti, che fa base a destra. Per il 24 dell’Atalanta è il gol numero 8 in campionato: cifra davvero rilevante per un esterno di difesa. In mezzo va però segnalato il pasticcio di Gigio, che intercetta la palla prima di lasciarla andare sui piedi dell’avversario: davvero un erroraccio.

DOPPIA PUNTA — Lo spirito di rivalsa sembra animare il Milan della ripresa: nemmeno un minuto perché Pasalic, dall’interno dell’area, colpisca a lato. Conto, in realtà, subito pareggiato dalla conclusione di Cristante, che Donnarumma ribatte in angolo. L’Atalanta diventa uno spettacolo corale, che stavolta porta al tiro Kessie, nuovamente fermato in corner. La fiamma rossonera pare già spenta. Lapadula si vede con un tentativo sbilenco prima del quarto d’ora e prima che Montella decida di affiancargli anche Bacca, rinunciando a Kucka. Non è aumentando il conto delle punte che il Milan aumenta la pericolosità e il numero dei tiri in porta. Così ad andare vicino al raddoppio è Kessie, su cui si allunga Donnarumma. Se l’ivoriano voleva rinnovare la stima che il Milan ha nei suoi confronti c’è riuscito e bene. Anche se è tutta la squadra ad arrivare prima sui contrasti e dare una sensazione di solidità. Montella prova a sgretolarla anche con Bertolacci, visto che i suoi attaccanti latitano, almeno fino alla conclusione centrale di Lapadula. E siamo a 7’ dalla fine. Con il Milan però in vena di sorprese: al 43’ Deulofeu (in netto fuorigioco) si fa spostare il tiro da Masiello e infila Berisha per il pari rossonero. Restano ancora un paio di fronti aperti: l’Atalanta deve consolidare il quinto posto, il Milan agguantare il sesto.

Alessandra Gozzini

Fonte: Gazzetta dello Sport
14/05/2017 14:52
 
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Inter-Sassuolo 1-2: Iemmello fa doppietta, Eder in gol.
San Siro fischia

Il centravanti emiliano affonda i nerazzurri, inutile la rete dell'italo-brasiliano nel secondo tempo.
La curva abbandona, lo stadio fischia: quarto k.o. di fila


Niente da fare, l'Inter perde anche contro il Sassuolo, quarto k.o. consecutivo. La discesa nell'oblio supera anche la tappa neroverde: Di Francesco passa a Milano 2-1 grazie a una doppietta di Iemmello. Inutile il centro di Eder che ha aperto solo la speranza di un finale migliore.

PROTESTE E GOL — Dare un senso al finale di stagione, tenere aperto il discorso sesto posto e dimostrare di meritarsi la maglia nerazzurra. L'Inter di Stefano Vecchi - di nuovo in panchina sei mesi dopo, questa volta per sostituire Stefano Pioli - ha tantissimi motivi per fare bene contro il Sassuolo. L'allenatore nerazzurro schiera i suoi con il 4-3-3. A centrocampo il centro di gravità è Gagliardini appoggiato sui fianchi da Joao Mario e Brozovic. Davanti, intorno a Icardi, Candreva e Perisic. Eusebio Di Francesco tiene fede al suo progetto e prosegue con il consueto 4-3-3: Iemmello punto di riferimento, Berardi e Politano ai lati. La contestazione della Nord inizia con la lettura delle formazioni: solo fischi, democratici, per tutti i titolari nerazzurri. Poi via allo striscione: "Stagione 2016-17, stendiamo un velo pietoso" con un enorme telo bianco a coprire la Curva. Poi, altri cori: "A lavorare, andate a lavorare", "Bastardi, non siete degni", "Venduti" e infine uno anche per Stefano Pioli. "Vogliamo Stefano Pioli" accompagnato da uno striscione di sostegno: "Unico attore interista in mezzo a una squadra di indegni e a una società di comparse". Poi, partono una raffica di altri messaggi: "Genoa-Inter ve la siete giocata a morra cinese o avevate bisogno di arrotondare a fine mese?", "Società, buttare per buttare milioni... fate giocare la Primavera, non questi buffoni", "Zhang, qualcuno ci ha già dimostrato che spendendo milioni e milioni si possono fare pesanti figure di m... Ecco, noi vogliamo vincere, non fare figure di m...". Allo scoccare del 20', il finale della contestazione con la Nord che si svuota, viene delimitata da nastri biancorossi e a presidiarla resta uno striscione: "Visto che il nostro sostegno ve lo potete meritare, oggi vi salutiamo e ce ne andiamo a mangiare". In 15' circa la Nord si svuota e in campo - dove nessuno ha posato gli occhi nei primi 20' - accade l'ultimo evento. Alla giornata surreale mancava un gol , quello del Sassuolo, che arriva al 36'. Ripartenza rapida degli emiliani su errore di impostazione di Murillo, Berardi appoggia per l'accorrente Iemmello e la squadra di Di Francesco è in vantaggio. I fischi del pubblico, a questo punto, sono inevitabili e chiarissimi: provengono da tutte le parti del Meazza quando le squadre rientrano nello spogliatoio.

TUTTI PER GABIGOL — Si riprende con Ansaldi ed Eder in campo al posto di Nagatomo e Joao Mario. Passano 45 secondi e proprio Eder impegna Consigli con un esterno destro respinto di piede. La facilità con cui però il Sassuolo riparte è disarmante. Al 4' Iemmello arriva ancora davanti alla porta e il suo diagonale è respinto da Handanovic. L'Inter non esiste, mentalmente non è scarica, è assente. Un'azione fortunosa del Sassuolo sulla destra porta a creare un cross che mette Iemmello (in sospetta posizione di fuorigioco) praticamente in porta. È il 2-0, doppietta per l'ex attaccante del Foggia. La reazione dell'Inter è ancora firmata da Eder che, servito da Icardi, centra Consigli. Al 10' arriva anche un destro di Brozovic: tiro centrale. Al 22' il Meazza si scalda: esce Iemmello, autore della doppietta decisiva, per fare posto a Defrel. Gli applausi del pubblico vanno letti anche in chiave polemica nei confronti dei nerazzurri, non solo di complimenti per il numero 9 degli emiliani. Al 25' un paio di appunti. Si alza il coro per Gabigol, impegnato nel riscaldamento (forse nemmeno ai tempi di Ronaldo...), e un tiro di Eder riapre la partita. L'Inter insegue 2-1 e i tifosi vogliono vedere il brasiliano in campo. Il quale resta per qualche minuto in piedi, fermo, in attesa di una chiamata da parte di Vecchi per entrare. E al 33', ecco l'avvento. Fuori Andreolli, dentro Gabigol per la gioia del popolo nerazzurro e per cercare il pareggio. Vecchi opta per il 3-4-2-1 con il numero 96 vicino a Eder alle spalle di Icardi. Proprio Gabigol al 36' serve Perisic con un perfetto cross, ma la girata del croato sorvola la traversa di poco. I nerazzurri spingono, il Sassuolo riparte. Berardi al 42' porta palla e serve Defrel dentro l'area, controllo e tiro, Handanovic respinge. Lo sforzo finale non partorisce altro, finisce con la vittoria del Sassuolo 2-1 e l'ottava gara consecutiva senza una vittoria. L'Europa League è a 4 punti, l'uscita del tunnel a una distanza imprecisata.

Matteo Brega

Fonte: Gazzetta dello Sport
14/05/2017 19:14
 
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Serie A, 36ª giornata: Bologna-Pescara 3-1,
Palermo-Genoa 1-0, Samp-Chievo 1-1

L'autogol di Lamanna inguaia la squadra di Juric, a +2 dal Crotone.
Inglese risponde a Quagliarella: 1-1 a Marassi.
Destro (doppietta) e Di Francesco firmano la vittoria sul Pescara


Il Genoa va k.o. con il Palermo, già retrocesso, e torna a sentire il fiato sul collo del Crotone, salito a -2. Alla squadra di Juric servono tre punti nelle ultime due giornate di campionato per raggiungere la salvezza matematica. Ma il calendario non è semplicissimo: Torino a Marassi e poi Roma all'Olimpico. Destro (doppietta) e Di Francesco regalano la vittoria al Bologna: 3-1 sul Pescara (in gol con Bahebeck ). Non basta Quagliarella alla Samp, raggiunta da Inglese: è 1-1 a Marassi.

BOLOGNA-PESCARA 3-1 — Contro il Pescara già retrocesso, il Bologna torna a vincere senza fare cose clamorose, ma giocando un calcio discreto nel secondo tempo quando i ragazzi di Zeman calano vistosamente. Il Bologna gioca bene i primi dieci minuti, fino al gol, poi si rilassa e aspetta il Pescara. Che invece tiene abbastanza alto il ritmo. Segna subito Destro, di testa, su crossa di Francesco da destra, ma Fiorillo ha colpe evidenti: sbaglia il rinvio, poi sbaglia l’uscita andando a sbattere sul centravanti che cade a terra, si ferisce al sopracciglio sinistro e riprende con una vistosa fasciatura. La squadra di Zeman spinge soprattutto a sinistra con la catena Biraghi-Coulibaly-Caprari ma il pareggio (meritato) arriva dalla parte opposta. Anche in questo caso evidenti le lacune difensive, di Maietta e in seconda battuta Helander, che dopo il cross di Mitrita permettono a Bahebeck di battere Mirante con una bella girata. Pari anche il numero di teste fasciate: tocca a Coulibaly, molto attivo, dopo uno scontro con Torosidis. Il Bologna vivacchia senza troppa convinzione affidandosi ai guizzi di Verdi, il più vivace. Va anche a segno due volte, alla fine del primo tempo, ma i gol di Destro e Taider sono giustamente annullati per fuorigioco. Nel secondo tempo il Bologna si sveglia e il Pescara si addormenta. E al terzo minuto l’equilibrio, già fragile, si rompe: tiro di Torosidis, Memushaj tocca e fa impennare il pallone, Di Francesco scatta al momento giusto e batte Fiorillo con un esterno destro acrobatico. A quel punto per i rossoblù diventa tutto più facile. Zeman ritocca due volte l’attacco: prima con Muric centravanti, poi con Gilardino. Si fa vedere Mirante: bene su Biraghi al 24’. E nel finale arriva il terzo gol: contropiede del bravo Okwonkwo, palla a Destro che, con Bovo e Zampano dormienti, non ha difficoltà a segnare. Poi si toglie la maglia e si prende il giallo. (dal nostro inviato Guglielmo Longhi)
Marcatori: Destro (B) all’8’, Bahebeck (P) al 24’ p.t.; Di Francesco (B) al 3', Destro (B) al 46' s.t.


PALERMO-GENOA 1-0 — Ufficiale. Il Genoa nel tunnel della paura. Il Grifone cade a Palermo (goffa autorete di Lamanna) e l’ombra della retrocessione si allunga pure sui rossoblù, molli e inguardabili, in coincidenza con la vittoria del Crotone terz’ultimo (solo due i punti di distanza). Bortoluzzi, tecnico dei rosanero già retrocessi, conquista la seconda vittoria della sua gestione (più due pareggi e una sconfitta) e salva l’onore della banda al culmine di un match interpretato con orgoglio e acume tattico. Al Barbera i tifosi del Palermo contestano la squadra (emblematico lo striscione “Hai passeggiato in campo come a Mondello, non sei né un calciatore né un fotomodello”) e non esultano nemmeno quando i padroni di casa trovano per caso il gol dell’1-0 sfruttando uno svarione di Lamanna: il portiere agguanta un pallonetto di Rispoli in presa alta, ma discendendo dopo lo stacco fa due passi indietro e trascina il pallone oltre la linea di gesso per la più clamorosa delle autoreti (con la conferma della goal line technology). Gli ultrà siciliani forse non si accorgono nemmeno che in campo fa il suo debutto assoluto in A, dall’under 17 in prima squadra senza passare dalla Primavera, il giovane Ruggiero. Un tipo alla Gattuso (non a casa si chiama pure Gennaro…) che in mezzo cerca gloria spazzando tutto ciò che gli capita. Il Genoa sembra frastornato. L’interminabile ritiro in Sicilia sembra paradossalmente avergli paradossalmente annebbiato le idee e, a fatica, gli uomini di Juric si portano sulla trequarti. Solo in un’occasione Pinilla, alla mezz’ora, potrebbe approfittare di un’uscita difettosa di Fulignati ma la mira è imprecisa. E, di rimando, anche i duecento tifosi al seguito del Genoa contestano duramente la propria. Il trionfo dell’amarezza collettiva al Barbera. I rosanero avrebbero subito l’occasione per raddoppiare: al 5’ Nestorovski manca l’aggancio a porta vuota su cross di Rispoli, sull’azione seguente Fulignati sbaglia un altro intervento in cielo e per poco non ne approfitta Pandev. Il Genoa, complice l’arretramento del Palermo, lancerà d’ora in poi un’offensiva più convinta, ma senza lasciare il segno. I rosanero potrebbero chiudere i conti in contropiede con Sallai al 42’, ma l’ungherese fallisce l’ennesima occasione su cross di Rispoli. Da segnalare in chiusura pure un palo esterno di Chochev una parata salva-risultato di Fulignati su Laxalt. (dal nostro inviato Alessio D’Urso)
Marcatore: autogol di Lamanna al 13’ p.t.


SAMPDORIA-CHIEVO 1-1 — Niente riscatto per la Sampdoria, che, dopo la figuraccia sofferta con la Lazio non sfodera una prova convincente contro un Chievo disciplinato e volitivo, trovando solo un pari giusto. I blucerchiati sono anche andati in vantaggio dopo soli 11 minuti grazie ad un errore di Sorrentino. Il portiere del Chievo è uscito tempestivamente su Quagliarella, lanciato da Schick, ma si è fatto sfuggire il pallone, consentendo così all’attaccante blucerchiato un gol a porta vuota. Lo stesso Quagliarella è stato costretto ad abbandonare il campo prima della mezz’ora per una botta al costato, sostituito da Muriel. Il colombiano, in condizioni ancora imperfette non ha inciso sul match, così come uno spento Schick, così il Chievo ha trovato una buona reazione, ha pareggiato in avvio di secondo tempo con Inglese, lanciato da De Paoli e abile a battere Puggioni con un diagonale precisissimo, poi ha gestito senza troppi affanni la sfida. La Samp, con poche idee in avanti, ha creato un solo vero pericolo, al 43’ del secondo tempo, quando Torreira, in mischia dopo una punizione di Pavlovic, ha calciato a colpo sicuro, mandando però il pallone a colpire il palo. (Alessio Da Ronch)
Marcatori: Quagliarella (S) all’11’ p.t.; Inglese (C) al 1' s.t.

Ronch-D'Urso-Longhi

Fonte: Gazzetta dello Sport
14/05/2017 19:25
 
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Cagliari-Empoli 3-2: apre Sau, Farias ne fa due.
Poi le reti di Zajc e Maccarone

I sardi archiviano la pratica già nella prima frazione, salvo poi rischiare nella ripresa.
I toscani prima sbagliano un rigore, poi accorciano le distanze. Ma il pari non arriva


Tre tiri e tre gol. Basta il primo tempo al Cagliari per schiantare un Empoli stranamente privo di furore agonistico: più che una squadra in lotta per salvarsi, il team toscano è parso nella prima frazione di gara una scolaresca in gita al mare. Evidentemente gli uomini di Martusciello sono scesi in campo sentendosi protetti dal calendario favorevole: ora hanno in casa l'Atalanta e chiudono a Palermo laddove il Crotone deve affrontare Juve e Lazio... —


FARIAS SCATENATO — Contro questo avversario morbido, il Cagliari ha fatto sfracelli a ogni affondo. Il primo centro porta la firma di Sau, ben lanciato da Isla, tocco di punta ad anticipare il portiere in uscita non proprio tempestiva. Poi Farias, azionato da Tachtsidis piazza una fuga sulla corsia mancina e una volta entrato in area l'attraversa in diagonale con una favorevole combinazione dribbling-rimpalli che lo porta infine a calciare da sotto misura. Il destro finisce sotto la traversa, imparabile. Nel complesso un'azione spettacolare. Di pura velocità il tris, realizzato dallo stesso Farias che stavolta non attraversa l'area ma tira subito, sempre di destro. Bene, fin qui monologo rossoblu. Si va al riposo. E nessuno si aspetta di assistere a tutta un'altra partita.

IL RIGORE — La ripresa si apre con un rigore per l'Empoli causato da un mani di Murru su cross di Thiam. Siamo al 9' quando Pucciarelli va sul dischetto. Tiro di destro a mezza altezza, il portiere intuisce a respinge in angolo. Forse più prodezza di Rafael che errore del'attaccante, comunque sul momento l'episodio non sembra avere il peso che gli accadimenti successivi gli daranno.

REAZIONE — Martusciello cambia assetto e si mette a specchio con Rastelli: 4-2-3-1. Questo grazie all'ingresso di Maccarone per José Mauri. Ma è il cambio successivo a dare la scossa. Fuori Thiam, ormai spento, e dentro il vivace Zajc. Al quale bastano 3' per bruciare in dribbling Bruno Alves e realizzare il gol della speranzella che diventa speranzona quando Maccarone spinge dentro un cross dello stesso Zajc. Mancano 6' e il Cagliari sembra in bambola.


FINALE CONVULSO — Nel convulso finale, però i rossoblù ci mettono tutto il loro orgoglio e così il Cagliari va più vicino al quarto gol di quanto l'Empoli si avvicini al pareggio. Borriello, in particolare, al termine di un contropiede 4 contro 2, spreca a lato un elementare colpo di testa da distanza ravvicinatissima. Le mischie dalle parti di Rafael non producono ulteriori sussulti e così l'Empoli lascia il campo sconfitto (ma non disperato) con un tarlo nella mente: e se avessimo giocato anche il primo tempo?

Nicola Cecere

Fonte: Gazzetta dello Sport
14/05/2017 19:29
 
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Crotone-Udinese 1-0, Rhoden regala il sogno salvezza

I calabresi sono a meno 1 dall’Empoli e a meno 2 dal Genoa quando mancano due giornate alla fine.
Contro i friulani è stata partita vera fino alla fine


Il Crotone sfrutta al meglio il turno casalingo, batte l’Udinese col minimo risultato e festeggia per le sconfitte di Empoli e Genoa che perdono a Cagliari e Palermo riaprendo clamorosamente la corsa alla salvezza. Ora i rossoblù sono ad una sola lunghezza dai toscani e a due dal Genoa anche se i grifoni sono in vantaggio negli scontri diretti. Faticaccia per il Crotone che ha dovuto sudare e soffrire contro un’Udinese che ha giocato una partita vera e si è resa pericolosa nell’area di rigore calabrese.


BOTTA E RISPOSTA — Il primo pericolo della gara lo confezionano i friulani al 3’ con Badu che raccoglie ma spara fuori da pochi passi un suggerimento di Widmer. La risposta del Crotone al 9’ con Falcinelli che da posizione defilata fa sibilare un destro sulla traversa dopo imbeccata di Crisetig. Adnan pericoloso al 10’ con un destro che preoccupa Cordaz che accompagna sul fondo il tiro da fuori area. Al 18’ si sblocca il risultato grazie allo svedese Rhoden che raccoglie dal fondo un cross di Trotta e mette in rete il suo primo gol in serie A. De Paul pericolosissimo al 25’ con un destro che Cordaz respinge a pugni chiusi dopo un suggerimento di Jankto. Sampirisi al 28’ per poco non segna un gol impossibile con un tiro da 60 metri che quasi sorprende Scuffet che si salva in due tempi. Al 38’ palla gol per il Crotone che sfiora il 2-0 due volte in pochi secondi con Falcinelli che con due mezze rovesciate impegna Scuffet che si salva sulla prima conclusione, più facile la seconda parata dopo l’angolo. Due minuti dopo i padroni di casa cercano il gol della sicurezza provando a sfruttare una mischia nel cuore dell’area di rigore friulana con tanti tiri ribattuti dai difensori bianconeri. Fa caldissimo allo Scida e Fabbri manda tutti al riposo senza recupero.


PALO E TRAVERSA — Del Neri e Nicola ripresentano gli stessi 22 in campo e al 4’ è Falcinelli che non concretizza un lungo rilancio di Rosi dalle retrovie: il suo tiro è ben controllato da Scuffet. Udinese ad un passo dal pareggio con Felipe che di testa colpisce il palo dopo un angolo. Al quarto d’ora doppio cambio per l’Udinese: in campo Balic e Perica al posto di Kums e Thereau. Il Crotone pareggia il conto dei pali al 17’ con Trotta che raccoglie di testa un cross di Nalini: la palla sbatte sulla parte superiore della traversa e termina fuori. Rosi al 21’ va vicinissimo al raddoppio ma Scuffet devia il suo colpo di testa da distanza ravvicinata in angolo. Al 23’ gol annullato a Falcinelli per chiara posizione di fuorigioco. Primo cambio anche per il Crotone al 27’, dentro Acosty, fuori Nalini. Terzo cambio per i friulani: in campo Ewandro al posto di De Paul al 35’. Nicola richiamando Barberis al posto di Sulijc e al 90’ richiama anche Trotta per Simy. Cinque i minuti di recupero, interminabili per i tifosi che alla fine tirano un grosso sospiro di sollievo mentre i calciatori vanno a festeggiare la vittoria sotto l’ospedale dove Stoian, ricoverato dopo la gara contro il Milan, esulta per la vittoria. Quinto successo del Crotone in sette gare per un bottino di 17 punti, come il Napoli. La salvezza con questi ritmi non è più impossibile.

Luigi Saporito

Fonte: Gazzetta dello Sport
14/05/2017 19:33
 
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Torino-Napoli 0-5: doppietta di Callejon,
gol Insigne, Mertens e Zielinski

Prova di forza dei ragazzi di Sarri, che continuano a rincorrere il secondo posto



È GRANDE NAPOLI! E sono grandi i suoi protagonisti. Dopo la cinquina dell'andata, il Torino ne rimedia un'altra, stavolta senza segnare, ma lasciandosi travolgere dallo strapotere del collettivo di Maurizio Sarri. Trascinato ancora una volta dal suo tridente d'attacco: fenomenale per il numero di gol realizzati - 107, record della storia del club, contro i 106 dello scorso anno - e per la qualità delle giocate. Callejon segna una doppietta, mentre Mertens aggancia Belotti al secondo posto a quota 25, trentunesimo in stagione per lui. La goleada è completata dai gol di Insigne e Zielinski. Mihajlovic è in tribuna per scontare la squalifica, mentre in panchina c'è il secondo, Attilio Lombardo. Due le assenze tra i granata: Acquah e Moretti, entrambi fuori per squalifica. Non ha problemi, invece, Sarri che schiera la formazione tipo.

IN GOL SUBITO — Il Napoli impiega soltanto 7 minuti per trovare in vantaggio. L'azione che porta al gol di Callejon si sarà vista decine di volte in questa stagione: la verticalizzazione di Allan invita lo spagnolo al diagonale vincente. Il divario tecnico tra le due squadre è fin troppo evidente, il possesso di palla è quasi sempre del Napoli che a centrocampo mostra i muscoli di Allan e la classe di Hamsik contro Baselli e Benassi. Ancora Callejon sfiora il palo (19'), mentre Mertens prova a sorprendere Hart con un pallonetto di poco alto. Il primo tiro in porta del Torino arriva al 23' con Ljajic: il pallone finisce alto.

NAPOLI DILAGA — Il secondo tempo è un monologo napoletano. Il toro ci prova due volte ad inizio ripresa, con Benassi e Boyé, poi è solo Napoli. Mertens approfitta di un errore di Iturbe per aprire al centro dell'area per l'accorrente Insigne: il raddoppio è cosa fatta. I due si ripetono dopo 12 minuti, ma a parti invertite: stavolta è Insigne che trova l'appoggio comodo per il compagno che sigla lo 0-3. Del Torino non c'è più traccia, la squadra è allo sbando sotto i colpi ripetuti dell'attacco napoletano. Mertens è indemoniato, semina il panico tra i difensori granata ai quali va via con semplicità. Ed è proprio lui ad invitare Callejon a segnare la seconda rete personale e la quarta del Napoli: un tripudio per i 2.000 tifosi azzurri venuti fin quassù. La goleada la chiude Zielinski e l'assist, stavolta, è di Callejon. E la corsa continua: Napoli secondo a quota 80, in attesa di Roma-Juventus: con una vittoria i giallorossi salirebbero a 81, riprendendosi l'accesso diretto alla Champions League.

Mimmo Malfitano

Fonte: Gazzetta dello Sport
14/05/2017 23:06
 
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Roma-Juventus 3-1: gol di Lemina, De Rossi, El Shaarawy e Nainggolan

Apre Lemina, replica subito De Rossi.
Poi nella ripresa il ribaltone firmato El Shaarawy e Nainggolan.
Giallorossi secondi e a meno quattro dai bianconeri, a cui basta battere il Crotone per festeggiare



La personalità di De Rossi, i colpi di El Shaarawy e la rabbia di Nainggolan. La Roma miscela il tutto e piazza così il colpo dell'anno, battendo la Juve, respingendo l'assalto del Napoli al secondo posto e mettendosi in tasca un bel pezzo di Champions diretta. Per la Juve, invece, festa scudetto rimandata a domenica prossima in casa con il Crotone, anche se prima c'è una finale di Coppia Italia (contro la Lazio) da giocare mercoledì prossimo, sempre all'Olimpico di Roma. A fare la differenza, alla fine, sono state soprattutto le motivazioni e la voglia giallorossa di ribaltare una partita che sembrava aver preso una brutta china.

BOTTA E RISPOSTA — Nainggolan e Perotti alla fine ce la fanno e Spalletti li manda in campo entrambi, Allegri invece opta per un 4-3-3 e decide di rinunciare (in vista della finale di Coppa di Italia di mercoledì prossimo) anche a Dybala, oltre che a Barzagli, Marchisio, Chiellini, Dani Alves e Alex Sandro. Per la Roma c'è l'obbligo di vincere per rispondere alla vittorie del Napoli in chiave Champions, alla Juve basta un punto per festeggiare il sesto storico tricolore. I primi 5 minuti sono di grande furore agonistico da parte giallorossa, con Perotti a fare il regista a tutto campo e quel 4-2-3-1 che si trasforma spesso in 4-2-4. Poi, però, strada facendo la Juventus prende il possesso della partita e sfiora subito il gol (7') con Asamoah, il cui sinistro da fuori si stampa sul palo alla destra di Szczesny. Mandzukic e Cuadrado raddoppiano sempre le fasce in fase difensiva, Sturaro corre dappertutto e Higuain appena può cerca la porta, anche se con risultati approssimativi. Così al 21' i bianconeri passano: lancio millimetrico di Sturaro per Higuain, Fazio si addormenta e l'argentino al volo serve il più comodo degli assist a Lemina per l'1-0. Sembra l'inizio dei festeggiamenti ed invece neanche 4 minuti che la Roma rimette le cose a posto con De Rossi, bravo a ribattere in rete una doppia parata di Buffon, prima sul Manolas e poi sullo stesso De Rossi. Allora l'Olimpico si riaccende e prova a trascinare la Roma, anche se gli spazi per fare gioco sono ridotti al lumicino. Paredes ci prova da fuori, Salah ha un'occasione buona su invenzione di Nainggolan, ma la spreca debolmente di testa. La mancanza di Dzeko si sente, il riferimento offensivo è sempre labile tra i giallorossi.

COLPO CHAMPIONS — La ripresa si apre con i gialli a Fazio e De Rossi per gioco scorretto e qualche ruvidezza di troppo sparsa qua e là. Poi, però, all'11' la Roma ribalta tutto con El Shaarawy, il cui destro a giro inganna Buffon in virtù della deviazione di Bonucci. Adesso è tutt'altra partita, con la Juve che non riesce a riorganizzarsi e la Roma che trova fiducia, coraggio e gestione della palla. Allegri butta dentro Dani Alves, ma è proprio il brasiliano a sbagliare il fuorigioco sulla bella combinazione volante Nainggolan-Salah-Nainggolan che porta al 3-1 giallorosso, con il Ninja che brucia Buffon sul suo palo e scarica tutta la rabbia nella sua esultanza. Allora è anche il turno di Dybala, ma nella Juve oramai sono saltati un po' tutti i riferimenti e trovare ordine e geometrie è difficilissimo. Anche perché la Roma nel frattempo ha trovato maggiore compattezza, con le linee molto strette tra di loro. Dybala ci prova invano in tuffo di testa, Mandzukic prende un colpo alla schiena e resta in campo solo perché Allegri non ha più cambi, Bonucci al 41' di testa sfiora il gol che poteva riaprire la partita. Prima della fine c'è ancora tempo per una bella parata di Szczesny su Higuain, poi niente più. Se non la grande festa giallorossa e la consapevolezza per la squadra di Spalletti di aver fatto qualcosa di eccezionale.

Andrea Pugliese

Fonte: Gazzetta dello Sport
14/05/2017 23:11
 
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SERIE A 2016/2017 36ª Giornata (17ª di Ritorno)

13/05/2017
Fiorentina - Lazio 3-2
Atalanta - Milan 1-1
14/05/2017
Inter - Sassuolo 1-2
Bologna - Pescara 3-1
Cagliari - Empoli 3-2
Crotone - Udinese 1-0
Palermo - Genoa 1-0
Sampdoria - Chievo 1-1
Torino - Napoli 0-5
Roma - Juventus 3-1

Classifica
1) Juventus punti 85;
2) Roma punti 81;
3) Napoli punti 80;
4) Lazio punti 70;
5) Atalanta punti 66;
6) Milan punti 60;
7) Fiorentina punti 59;
8) Inter punti 56;
9) Torino punti 50;
10) Sampdoria punti 47;
11) Udinese e Cagliari punti 44;
13) Chievo e Sassuolo punti 43;
15) Bologna punti 41;
16) Genoa punti 33;
17) Empoli punti 32;
18) Crotone punti 31;
19) Palermo punti 23;
20) Pescara punti 14;

(gazzetta.it)
20/05/2017 23:47
 
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Chievo-Roma 3-5: doppiette di El Shaarawy e Salah, la Juve è a 1 punto

Giallorossi due volte in svantaggio nel primo tempo, poi rimontano:
28esimo centro per Dzeko, non bastano i due di Inglese



La vittoria dei Faraoni, la Champions targata Egitto o giù di lì. Perché i tre punti presi a Verona dalla Roma mettono di fatto in cassaforte il secondo posto, permettendo ai giallorossi di sognare anche un po', visto che la Roma si va ad addormentare a -1 dalla Juventus (impegnata domani in casa con il Crotone). È ovvio che il 5-3 in casa del Chievo (doppiette decisive di Salah ed El Shaarawy), però, pesa molto di più guardando al Napoli, anche in considerazione del fatto che per un po' la Roma ha dovuto inseguire e magari si è messa anche paura di non farcela.

FUOCHI D'ARTIFICIO — Maran conferma il giovane De Paoli e sposta Birsa a ridosso di Inglese nel reparto offensivo. Spalletti invece stavolta non rischia Nainggolan ma recupera Strootman (al rientro dopo due giornate di squalifica), schierato proprio da trequartista, al posto del belga. Mossa a tratti poco redditizia, perché l'olandese non ha né il dinamismo né i recuperi del Ninja ed infatti in mezzo la Roma è spesso spaccata in due. I giallorossi però prendono in mano il match subito e dopo una punizione di Paredes (a cui risponde un tiro di Radovanovic da fuori out di un soffio) sfiorano il gol al 15' con Salah, sul cui destro a giro è però decisivo in angolo Sorrentino. Proprio l'egiziano sarà uno dei fattori del match, mettendo sempre alla frusta la resistenza e la velocità di Gobbi, incapaci di contenerlo negli strappi e nell'uno contro uno. Al 18' però a passare è proprio il Chievo con Castro (su cui manca la copertura di De Rossi), bravo a insaccare da dentro l'area una respinta della difesa giallorossa. La Roma si riorganizza e trova il pari dieci minuti dopo grazie ad uno svarione difensivo di Gamberini, che regala a El Shaarawy il pallone dell'1-1 (a porta vuota). Sembra l'inizio di un'altra partita ed invece al 37' è ancora il Chievo a gioire: cross di Gobbi, dormita di Fazio e Inglese può colpire indisturbato di testa, a due passi da Szczesny. Sotto per la seconda volta, la Roma ha ancora la forza di reagire subito: prima Sorrentino è miracoloso su un colpo di testa ravvicinato di Salah, poi l'egiziano fa 2-2 con un sinistro a girare dal limite, complice anche una deviazione di Gobbi. Quarantacinque minuti di fuoco, nonostante una temperatura infelice e la pioggia incapace però di spegnare i fuochi d'artificio.

L'ALLUNGO — La ripresa si apre con il cambio (forzato) tra Castro e Pellissier, con Birsa riportato a fare il trequartista alle spalle delle due punte gialloblù. Spalletti invece manda subito a scaldarsi tutte le sue alternative offensive (Perotti, Nainggolan e Totti). Dopo 12' di gioco Maran perde anche Gamberini per infortunio (scontro con Sorrentino) ed allora manda dentro Frey. Un minuto dopo la Roma passa ancora e ancora con El Shaarawy, al quarto gol nelle ultime tre partite: invenzione nello spazio di Strootman, con il Faraone (partito in leggero fuorigioco) che addomestica bene il pallone e brucia Sorrentino sul palo opposto. E allora stavolta è il Chievo a dover reagire, ma ci riesce solo a tratti. Spalletti però non si fida e al 26' manda dentro Nainggolan, compattando ancora di più la Roma. E cinque minuti dopo arriva anche il 4-2, ancora con Salah, che di sinistro brucia Sorrentino dal limite. Ma non e finita, perché al 38' Dzeko da fuori regala un pezzo di bravura assoluta, siglando il suo 28esimo gol in campionato, ad appena -1 dal record giallorosso di sempre, di Volk (1930/31). Poi tutto lo stadio inizia a chiedere a gran voce l'ingresso di Totti, Spalletti si scioglie e lo manda dentro al 41'. Ma proprio sugli sviluppi dell'angolo su cui entra il capitano giallorosso Inglese (in fuorigioco) realizza la sua doppietta personale. Finisce così, con il Chievo che si congeda dal suo pubblico con l'esordio del classe 2000 Vignato e la Roma che se ne torna a casa con la quasi certezza di aver riacciuffato la Champions.

Andrea Pugliese

Fonte: Gazzetta dello port
20/05/2017 23:49
 
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Napoli-Fiorentina 4-1, doppietta Mertens, Koulibaly e Insigne

La squadra di Sarri resta a -1 dalla Roma con una'altra bella gara al San Paolo.
Per i viola a segno Ilicic



Record di punti, Mertens - autore di una doppietta - ad un solo gol dal capocannoniere Dzeko, una notte a due punti dalla Juve ma solo una giornata ancora da giocare ed il terzo posto che potrebbe materializzarsi tra 90'. Il Napoli ha salutato un San Paolo entusiasta battendo la Fiorentina che vede ormai allontanarsi l'Europa League.

MARE AZZURRO — Prima dell'ingresso in campo gli azzurri conoscevano già il risultato della Roma mentre la Curva B rammentava a De Laurentiis che era l'ora di riportare lo scudetto a Napoli. Squadre quasi a specchio, con la Viola più prudente, e tanti duelli individuali. Bastava una palla da fermo alla squadra di Sarri per sbloccarla e dopo 8' gli azzurri erano già avanti: testa di Hamsik, tutto solo, da azione d'angolo, respinta di Tatarusanu e tap in vincente di Koulibaly. I ragazzi di Sousa dovevano necessariamente scuotersi ed iniziare a palleggiare, anche a rischio di esporsi a qualche contropiede. Così Mertens, su imbeccata di Jorginho al 18' si presentava solo davanti al portiere, lo scartava e poi mandava incredibilmente a lato. Il belga provava a riscattarsi grazie ad una rimessa laterale di Ghoulam che gli "armava" il destro a giro, palla sul palo esterno. Nella Fiorentina era Ilicic che provava a cucire il gioco ed a rendersi pericoloso con un mancino velenoso deviato in angolo da Reina. Una goccia nel mare azzurro visto che prima Insigne da fuori sfiorava il due a zero e poi Cristoforo regalava in pratica a Zielinski il pallone che Mertens serviva a "Lorenzinho" per il due a zero: troppo facile battere Tatarusanu da pochi passi per il talento della Nazionale, arrivato a quota 17 reti in campionato.

DOPPIO MERTENS — Ripresa con gli ospiti più intraprendenti in avvio perché Sousa operava un paio di cambi (dentro Babacar e Tello) passando al 3-4-1-2. Insigne, però, continuava ad imperversare dal lato di Bernardeschi. Da azione d'angolo, complice una papera clamorosa di Tatarusanu, Mertens trovava il gol del tre a zero (il numero 26 in campionato) cui seguiva, subito dopo, la rete di Ilicic su cross basso di Tello. La sensazione a quel punto era del classico clima da fine stagione, con difese allegre e attacchi che si divertivano. Non a caso, si sprecavano le conclusioni in porta complice l'atteggiamento tattico delle due squadre (Bernardeschi e Callejon sfioravano la gioia personale). Così Mertens non doveva fare neppure troppa fatica a trovare la doppietta, ribadendo in rete una conclusione di Hamsik, tutto solo, deviata da Tatarusanu. Con Dzeko a distanza di un solo gol (28 per il bosniaco, 27 per il belga uscito un po' contrariato) si fa interessante ora la lotta per la classifica cannonieri. Restavano venti minuti di accademia o quasi nei quali il ritmo calava ma le occasioni fioccavano (clamorosa quella fallita da Babacar). Fioccavano anche gli applausi del San Paolo per salutare il Napoli, la gente si è divertita quest'anno a Fuorigrotta e ha già chiesto lo scudetto per la stagione che verrà.

Gianluca Monti

Fonte: Gazzetta dello Sport
21/05/2017 18:45
 
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Empoli-Atalanta 0-1: Papu-gol, Atalanta ai gironi di EL.
Toscani non ancora salvi

I ragazzi di Gasperini si aggiudicano l'intera posta in palio grazie al quindicesimo sigillo dell'argentino.
Toscani ancora quartultimi con un solo punto di vantaggio sul Crotone


Con la rete messa a segno dal solito Papu Gomez nella prima frazione di gara, l'Atalanta agguanta il quinto posto in classifica ed evita i preliminari di Europa League espugnando (1-o il finale) il Castellani di Empoli. La banda Martusciello sarà adesso costretta a battere nell'ultimo turno di campionato il Palermo, già retrocesso, per scongiurare l'incubo della serie B.

PRONTI, PARTENZA... PAPU! — Partono subito forte i toscani, costringendo nella propria metà campo gli avversari che comunque contengono bene. Al 13', poi, l'undici di Gasperini trova inaspettatamente il vantaggio: Freuler, dalla trequarti, smista bene sulla sinistra per Gomez che, dal limite dell'area, piega le mani a Skorupski con un sinistro non irresistibile. La rete dei bergamaschi scuote l'Empoli, che prova immediatamente a riorganizzarsi ma l'Atalanta, brava a chiudere tutti gli spazi, si barrica nella propria trequarti rendendo improduttiva la controffensiva dei padroni di casa. L'occasione migliore capita al 19': sugli sviluppi di un calcio di punizione battuto da El Kaddouri, Bellusci si avventa sul pallone e con un sinistro potente prova a sorprendere Gollini, non inquadrando la porta di poco. È l'ultima occasione della prima frazione.

RIPRESA SENZA GOL — Nella ripresa l'Empoli si riversa sin da subito nella metà campo bergamasca, dando vita a un forcing veemente ma poco produttivo in fase realizzativa e l'Atalanta, fino a quel momento sorniona e poco intraprendente, al 7', va vicina al 2-0 con un'azione improvvisa: l'errore difensivo di Laurini porta Kurtic alla conclusione da distanza ravvicinata, ma questa volta Skorupski è pronto e con i pugni sventa il pericolo. Sospinta dall'occasione mancata e dalla voglia di chiudere la gara, un minuto dopo la squadra di Gasperini ci riprova con Gomez che, nel tentativo di crossare, trova la deviazione di Bellusci che spedisce il pallone di poco alto sopra la traversa. Scampato il pericolo, l'Empoli prova a riprendere in mano le redini del gioco e al tramonto dell'ora di gioco El Kaddouri, servito da Maccarone, per ben due volte calcia a botta sicura con la porta sguarnita, ma sulla linea di porta Masiello salva il risultato respingendo per ben due volte il pallone prima col petto e poi con i piedi. Il ritmo e il forcing messo in campo dai toscani cresce vistosamente di minuto in minuto e, al 18', Bellusci si inventa un bellissimo suggerimento verticale per Pucciarelli che in area prende la mira ma al momento della conclusione viene stoppato dall'intervento provvideziale di Caldara che salva Gollini. Pochi secondi prima del triplice fischio, l'ultima occasione da rete della gara capita sui piedi di Paloschi che, sugli sviluppi di una punizione calciata da Gomez, si ritrova tutto solo davanti all'estremo avversario ma la potente conclusione dell'ex Milan viene intercettata da Skorupski. Poco male per l'Atalanta, che si assicura il quinto posto e avvicina la Lazio (ora a -1), impegnata nel posticipo contro l'Inter. Per l'Empoli, invece, c'è ancora da soffrire: la salvezza si decide negli ultimi 90'...

Gasport

Fonte: Gazzetta dello Sport
21/05/2017 18:54
 
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Juventus-Crotone 3-0, bianconeri nella leggenda:
gol di Mandzukic, Dybala e Alex Sandro

Non sbaglia la squadra di Allegri: sesto titolo consecutivo grazie alla vittoria sul Crotone.
Il doblete è servito, aspettando Cardiff


Due sillabe in tre giorni. A fare compagnia a “Tri”, la Coppa Italia e “Ple”, lo scudetto, manca ora l’ultima, quel “Te” che alla Juventus sperano di aggiungere il 3 giugno contro il Real Madrid. Ma intanto negli annali bianconeri resta il 21 maggio 2017 della leggenda. Una calda domenica di fine primavera che regala il sesto scudetto consecutivo alla Juventus. Traguardo che a inizio stagione a Vinovo avevano già ribattezzato della leggenda. Già, perché nessuno in Italia aveva mai vinto sei campionati di fila.

bianconero erano arrivati parecchio prima rispetto alla penultima giornata con cui la Roma si deve arrendere alla matematica. Ciò che è diverso in questa cavalcata della Juventus è una sensazione chiara e ben precisa. Nonostante le 5 partite perse in campionato (tutte in trasferta) mai si è avuta l’impressione che questa squadra potesse perdere lo scudetto. Allegri è stato come quel ciclista che in gergo è un “fuoriclasse della lima”: colui che sta in mezzo al gruppo, non dà una pedalata in più e fa un circoletto rosso sulle principali tappe. Non sbagliandone una. La Juventus ha gestito in maniera ideale una superiorità mai in discussione. L’ultimo esempio nella settimana appena trascorsa: si battezza la finale di Coppa Italia con la Lazio, e pazienza se non si è al 100% tre giorni prima con la Roma. Del resto quando si corre su tre fronti è un obbligo, non una scelta.

MARIONE — Il 3-0 col Crotone è un piccolo highlight della stagione. Qualche fiammata per chiudere i conti e non una goccia di energia sprecata. Contro una squadra che non può fare nulla opposta a un simile mix di fisicità e qualità. Giusto che a segnare il primo gol sia l’uomo chiave della stagione, quel Mario Mandzukic che festeggia 31 anni con la decima rete stagionale. L’uomo per cui non contano Crotone o Barcellona: le partite sono tutte uguali. Nella sua annata, soprattutto nella seconda metà, c’è tutta la genialità di Massimiliano Allegri, geniale a reinventarlo esterno. L’uomo che ha già superato Conte nel palmares. Quello a cui ora lo Stadium chiede ad alta voce “portaci l’Europa”. Ma intanto la leggenda è già servita.

Jacopo Gerna

Fonte: Gazzetta dello Sport
21/05/2017 18:57
 
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Milan-Bologna 3-0: Deulofeu, Honda e Lapadula, rossoneri in Europa League

A Milano decidono lo spagnolo, una punizione del giapponese e l'ex Pescara:
rossoneri nelle coppe a tre anni dall'ultima volta, si riparte dai preliminari di Europa League



La notizia di giornata, per essere rapidi: il Milan torna in Europa a tre anni, due mesi e 10 giorni dall’ultima partita nelle coppe. L’11 marzo 2014 Diego Costa e Courtois giocavano con l’Atletico Madrid, altro che Premier con Conte, e il Milan perdeva 4-1 il ritorno degli ottavi di Champions. Da allora, mai più visto. Tornerà a fine luglio, grazie al sesto posto conquistato oggi, per il terzo turno preliminare di Europa League e sembrerà un’altra persona: Seedorf aveva Kakà, Balotelli, Taarabt, De Jong, mentre l’unico milanista attuale al Calderon era Sosa, allora avversario. Montella centra il principale obiettivo stagionale con un 3-0 su un Bologna quasi mai pericoloso, poco propositivo, forse già in vacanza. Al 24’ del secondo tempo segna Deulofeu, fin lì il peggiore in campo o quasi, quattro minuti dopo raddoppia Honda, nel recupero chiude Lapadula. A loro modo, i due gol più importanti sono simbolici. Geri, entrato in campo con la figlia Sara nata il 10 aprile, è l’uomo dei gol decisivi: il 2-1 alla Fiorentina, l’1-1 della scorsa settimana a Bergamo, l’1-0 oggi pomeriggio. Honda è il manifesto di una squadra che, in un modo o nell’altro, da agosto a maggio ha trovato spesso un eroe impensabile. Locatelli con la Juve, Zapata nel derby, Pasalic in Supercoppa.

LA PARTITA? MEDIOCRE — Il Milan gioca con la nuova maglia – classica, con i numeri grandi bianchi vecchio stile – e col nuovo 3-5-2, che in fase di non possesso si trasforma nella solita difesa a quattro. Bacca e Lapadula, per la prima volta insieme dall’inizio, però deludono: Bacca mai connesso coi compagni, “Lapa” protagonista negativo nel solito primo tempo deludente. La qualificazione europea era attesa ma la festa è a lungo triste, con i comici che non fanno ridere, gli invitati annoiati, il festeggiato con la luna storta. Il Milan arriva in campo così, come già stanco, e i primi 60 minuti sono pieni di errori. La principale occasione ad esempio è in un sinistro sciagurato di Lapadula: Deulofeu gioca palla in verticale, un rimpallo tra Bacca ed Helander libera “Lapa” che di sinistro, solo con Mirante, calcia fuori. Da pochi metri, con tanto tempo, doveva fare meglio. Il resto è ritmo basso, errori da Serie B, qualche azione promettente. Mirante prima para una deviazione di Paletta, poi salva su un retropassaggio da bollino rosso di Donsah, tra un’azione e l’altra Pasalic spreca un potenziale assist di Montolivo allungandosi un pallone in area: Gastaldello, deciso, chiude in scivolata.


MATI DOPPIO ASSIST — All’intervallo allora si discute, su un colpo di tacco di Gustavo Gomez (!) in costruzione (!!) e su un’azione fermata per un fuorigioco di Lapadula, che probabilmente non andava fermato: sul lancio di Romagnoli, la deviazione di un difensore sana la sua posizione irregolare. Eppure non è l’arbitro a incidere. Montella cambia la partita quando toglie Bacca e chiede a Honda di dare un senso alla sua ultima partita a San Siro. Keisuke prima costringe Mirante alla prima parata della partita, poi regala uno dei due gesti tecnici da Europa: il suo sinistro su punizione fa coppia con l’assist con cui Mati Fernandez manda in porta Deulofeu per il vantaggio. Per questa volta, visto l’ultimo mese di Inter e Fiorentina, basta così. Montella allora fa esordire Cutrone, Krafth salva su Pasalic e Lapadula sfrutta il secondo assist di Mati per fare 3-0, proprio mentre la curva sta cantando “ce ne andiamo in Europa”. Al fischio finale la squadra fa volare Montella sotto la curva e allora via, liberi tutti: di festeggiare e di parlare di mercato. L’estate non è ancora cominciata.

Luca Bianchin

Fonte: Gazzetta dello Sport
21/05/2017 19:00
 
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Sassuolo-Cagliari 6-2, è la festa del gol.
Magnanelli rientra dopo 5 mesi e segna

Gli emiliani chiudono i giochi in 13 minuti.
Il capitano, in campo dopo l'infortunio al crociato, va subito a segno.
Poi Berardi, Politano, Sau, l'autorete di Borriello, Iemmello, Ionita e Matri



Ci si diverte al Mapei Stadium, e ci si diverte subito. Dopo appena 7' il Sassuolo è già in vantaggio: Berardi calcia un angolo rasoterra verso il limite dell'area, non c'è copertura del Cagliari e Magnanelli di prima con il destro infila all'angolino. Gran ritorno per il capitano neroverde, in campo dopo 5 mesi di assenza. Ma è solo l'inizio, perché al 13' il Sassuolo è già sul 3-0. Prima segna Berardi, che raccoglie un rinvio corto di Rafael, pressato da Iemmello, e infila quasi a porta vuota. Un minuto dopo è Politano a colpire, ricevendo sulla trequarti e poi concludendo con un bel rasoterra all'angolo sinistro di Rafael. Al 29' c'è gloria per Sau: buona azione di sviluppo da sinistra a destra, cross di Isla e Sau di testa anticipa Acerbi - incredibile ma vero - e gira in rete.

OGNI AZIONE UN GOL — La cronaca è solo gol, visto che tutti i 7 tiri del primo tempo sono in porta e producono 5 gol. Il quinto, cioè il 4-1 del Sassuolo, è firmato al 34' da Sensi, su punizione laterale battuta in porta e deviata da Borriello che inganna Rafael. Al 39' altra chance per Sau, che ruba palla a Lirola ma poi il suo destro a giro è intercettato da Consigli. Stessa situazione, per due volte, a inizio ripresa, con Ionita al posto di Padoin: tiro a giro di Sau al 2', fuori, e poi al 7', con Consigli che devia in angolo. Da quale in mischia Pisacane colpisce il palo. Al 9' Bruno Alves stende Berardi al limite e forse lo colpisce anche con un pugnetto. Ammonito lui, e punito il Cagliari, perché sulla punizione di Aquilani Borriello tocca di mano in barriera. Nasca dà rigore, Berardi lo lascia a Iemmello che completa la manita. Il Cagliari reagisce, stavolta: punizione di Tachtsidis e colpo di testa vincente di Ionita, poi al 23' Magnanelli salva sulla linea una testata di Bruno Alves. Entra il coreano Han e vivacizza, Biondini per Aquilani che dà sostanza, Matri per Iemmello che segna. Al 90' arriva infatti il 6-2: Magnanelli per Lirola, cross basso per Matri che infila a porta vuota. E il Mapei Stadium saluta la stagione con gli applausi.

Alex Frosio

Fonte: Gazzetta dello Sport
21/05/2017 19:03
 
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Friuli, gol di Thereau e Muriel: 1-1. Poi Udinese-Samp è rissa

Al vantaggio del francese risponde su rigore il colombiano. Che poi esulta davanti all'ex pubblico.
Danilo lo prende per il collo, scoppia la zuffa l'arbitro caccia entrambi.
Fuori anche Delneri per proteste e De Paul




Finisce con un pari, tre espulsioni (più Delneri) una partita che sulla carta aveva poco da dire se non la conquista del decimo posto. Succede tutto dopo che Muriel, fischiatissimo ex, segna il rigore dell’1-1: il colombiano comincia a correre provocando i tifosi di casa che non l’hanno mai amato. Mani sulle orecchie per dire: visto? Adesso fischiatemi. A quel punto scoppia la rissa: entra Jankto, seguito da Danilo che prende per il collo Muriel. Ci sono anche Delneri e altri giocatori delle panchine. L’insicuro Pinzani, che aveva già esagerato espellendo De Paul all’inizio del secondo tempo (intervento da giallo su Torreira), caccia Muriel e Danilo, che nel sottopasso rischiano un nuovo contatto.

L’INIZIO - Sembrava una partita senza rischi. L’Udinese passa subito e il gol prematuro la illude che sarebbe stato tutto facile. Minuto 5: da Jankto sulla destra allo scatenato Zapata che scappa a Silvestre, palla al centro dove Pavlovic segue De Paul, che non ci arriva. Ci arriva invece Thereau che, lasciato colpevolmente solo da Djuricic (che non rientra in difesa) segna a porta vuota. La Samp accusa il colpo e da quel momento fa una fatica tremenda a costruire: Praet, provato trequartista, è frenato a turno da Hallfredsson e dal giovane Balic, le due punte, Schick e Muriel, girano a vuoto mentre il prolungato palleggio dei tre centrocampisti si dimostra fine a se stesso. L’Udinese fa così la partita senza problemi, grazie al movimento di Zapata e Thereau, particolarmente ispirati. Al 24’ tiro da fuori di Torreira, al 28’ di Jankto, tre minuti più tardi un contatto nell’area Samp tra Sala ma non sembra rigore. Poi l’occasione migliore della Samp: tiro di Schick e gran volo di Scuffet che devia in angolo con la mano a aperta.

NERVOSISMO - Con l’uomo in più, nel secondo tempo la Samp comincia schiacciare l’avversario. E trova il pari su rigore per un fallo di Gabriel Silva su Muriel. Poi scoppia la rissa raccontata all’inizio. Con l’Udinese in 9 e la Samp in 10, si va avanti con la forza dei nervi. Giampaolo manda dentro un’altra punta (Budimir), Badu si fa vedere con un’acrobazia. Ma il risultato non cambia più.

Guglielmo Longhi

Fonte: Gazzetta dello Sport
21/05/2017 23:41
 
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Lazio-Inter 1-3: Andreolli, autogol Hoedt ed Eder, i nerazzurri tornano a vincere

Biancocelesti in vantaggio con un rigore di Keita, poi espulso per doppia ammonizione, come Lulic



A cosa servono gli amici se non a darti una mano quando sei in difficoltà? Ci vuole infatti una Lazio - la cui tifoseria è gemellata con quella nerazzurra - in versione Babbo Natale per far tornare alla vittoria l'Inter dopo oltre due mesi (12 marzo, 7-1 all'Atalanta). In uno scambio di pensierini di fine stagione, al regalo di Murillo (rigore di Keita) rispondono quelli di De Vrij, Hoedt e dello stesso Keita e Lulic, gli ultimi due espulsi nell'ultimo quarto di gara. Anche se il secondo giallo al senegalese forse non ci stava (più che simulazione, ci stava il fallo in area di Medel), il primo per una pallonata a Candreva a gioco fermo è imperdonabile. Il 3-1 finale è firmato da Andreolli, un autogol fantozziano di Hoedt e un tap-in di Eder.

SCAMBI DI REGALI — Padroni di casa inizialmente col 3-5-2, con Milinkovic e Luis Alberto interni, Felipe Anderson e Lulic larghi, anche se il primo spesso sale e il secondo si abbassa in quello che diventa un 4-3-3. L'Inter parte con il 4-2-3-1 ma di fatto D'Ambrosio e Nagatomo si dedicano rispettivamente a Felipe Anderson e Keita. Quando al 16' il brasiliano però salta il giapponese Murillo lo affonda in area ancora più goffamente di come aveva regalato palla a Sensi sette giorni prima contro il Sassuolo. Keita fredda Handanovic dal dischetto e in coppia con Immobile (22 reti per l'azzurro, 16 per il collega) pareggiano il record di Casiraghi-Signori nel 1995-96. In compenso Murillo - che già aveva rischiato grosso con Keita a inizio gara - deve uscire per infortunio, costringendo Vecchi a inserire Santon, con D'Ambrosio che scala al centro. In un clima da ultimo giorno di scuola, al 31' arriva dal nulla il pareggio. Brozovic batte un corner, Perisic spiazza sul primo palo e sul secondo Andreolli anticipa Wallace. Bella la dedica di Marco al padre mancato da poco, così come lo striscione degli Irriducibili a Francesco Totti, nemico di una vita. Il clima vacanziero viene certificato al 37', quando sul cross innocuo di Candreva (fischiato da una parte dei suoi ex tifosi) viene girato in rete goffamente da Hoedt, che beffa l'esordiente Vargic.

LAMPI NEL VUOTO — Nessun cambio nell'intervallo, anche se l'Inter riprende quasi stabilmente a tre dietro ed Eder per due volte ha la palla del 3-1. Ora che il sesto posto è aritmeticamente perduto, i nerazzurri tornano a fare diagonali, tackle, raddoppi e aiuti che parevano spariti negli ultimi due mesi. Bene soprattutto gli italiani, compreso Santon che non giocava da una vita. Va anche detto che una Lazio evidentemente sazia facilita il compito dell'avversario. Eppure quando Keita riesce a mettere in moto Immobile il destro dal limite dell'azzurro si stampa sulla traversa. Subito dopo De Vrij si arrende ai soliti problemi al ginocchio. Entra Basta e Inzaghi passa alla difesa a quattro. Al 21', un episodio chiave. Contrasto in area interista tra Medel e Keita, il senegalese accentua la caduta, anche se Medel sembra prenderlo con la gamba destra. Di Bello invece gli mostra il secondo giallo e lascia la Lazio in dieci. Di fatto è la resa, visto che poco dopo Eder la chiude da pochi metri sul secondo palo e Lulic riesce a prendersi due gialli da un arbitro in vena di protagonismo. Nel finale lo stesso Eder lascia il posto al baby Pinamonti, fresco di rinnovo, e Medel concede qualche minuto a Banega. Come l'avrà presa Gabigol?

Luca Taidelli

Fonte: Gazzetta dello Sport
23/05/2017 12:10
 
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Pescara-Palermo 2-0: Muric e Mitrita
regalano a Zeman la sfida tra le deluse

Il 21enne croato sblocca la sfida tra le due già retrocesse,
raddoppia il 22enne romeno: per entrambi è il primo gol in serie A.
Seconda vittoria per il boemo, ma gli ultras rientrano e contestano tutti



Via Pepe deserta, viale Marconi scorrevole, bar vuoti e silenzio. è un triste tramonto quello su Pescara e sulla serie A: un Adriatico taciturno ed esausto, dopo la serie interminabile di sconfitte e brutte figure, ha chiuso i battenti per andare in vacanza. Lo ha fatto col 2-0 contro il Palermo nel derby delle retrocesse: Zeman vince la sua seconda partita, per lui 8 punti da febbraio a oggi. All’11’ Zampano serve Cerri, girata da pivot sul sinistro da due metri, lo spilungone alza la mira. Il buon inizio dei biancazzurri culmina con il vantaggio firmato dal croato Muric di testa: assist di Caprari da destra per il primo gol in serie A del ventenne di proprietà dell’Ajax. Zeman lo aveva chiesto alla vigilia (“Non chiudiamo tra i fischi) e, almeno nel primo tempo, ottiene dai suoi la risposta giusta.

CINQUANTA TIFOSI OSPITI — Il Palermo, sostenuto da almeno cinquanta coraggiosi nel settore ospiti, che sventolano convinti bandiere rosanero, non sembra particolarmente ispirato. Nemmeno quando Zampano serve in modo grossolano Nestorovski al limite dell’area: il bomber siciliano calcia con poca convinzione. Al 34’ Zampano da destra può sfondare sul taglio di Brugman, arriva al limite ma sbaglia il servizio a centro area per l’accorrente Caprari. Al 39’ verticalizzazione improvvisa per Muric che taglia con il tempo giusto, Fulignati esce fino al limite dell’area per anticiparlo ed evitare il bis del croato. Al Palermo basta poco per saggiare le fragilità difensive degli abruzzesi: prima dell’intervallo, da un angolo spunta Chochev che schiaccia nell’angolino a sinistra di Fiorillo, sfiorando il palo.

SQUADRE LUNGHE — La ripresa si apre al 4’ con il cross di Rispoli da destra per il colpo di testa sul lato opposto di Chochev: di nuovo il bulgaro vicino al pareggio. Le squadre si allungano e aumentano le occasioni. Al 9’ Cerri non riesce a coordinarsi sull’ennesima bella palla di un ispirato Brugman. è l’ultima azione “silenziosa”: al 10’, infatti, torna in curva Nord dopo tre mesi una rappresentanza degli ultras per alzare i toni della contestazione già in atto da mesi contro il presidente Sebastiani, il ds Leone e, per la prima volta, lo stesso Zeman. Chochev al quarto d’ora va vicinissimo per la terza volta al pari (provvidenziale Fiorillo), ma è da antologia l’assist di Diamanti. C’è spazio anche per qualche applauso: se lo guadagna Gilardino al 31’ per il suo esordio stagionale all’Adriatico. L’ex bomber della Nazionale non ha palloni giocabili per segnare il primo gol del 2017, ma la squadra di Zeman congela la partita nel finale con un’altra prima volta: il romeno Mitrita finalizza un’altra delizia firmata da Brugman approfittando della dormita di Aleesami e Fulignati.

Orlando D'Angelo

Fonte: Gazzette dello Sport
23/05/2017 12:12
 
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SERIE A 2016/2017 37ª Giornata (18ª di Ritorno)

20/05/2017
Chievo - Roma 3-5
Napoli - Fiorentina 4-1
21/05/2017
Empoli - Atalanta 0-1
Genoa - Torino 2-1
Juventus - Crotone 3-0
Milan - Bologna 3-0
Sassuolo - Cagliari 6-2
Udinese - Sampdoria 1-1
Lazio - Inter 1-3
22/05/2017
Pescara - Palermo 2-0

Classifica
1) Juventus punti 88;
2) Roma punti 84;
3) Napoli punti 83;
4) Lazio punti 70;
5) Atalanta punti 69;
6) Milan punti 63;
7) Inter e Fiorentina punti 59;
9) Torino punti 50;
10) Sampdoria punti 48;
11) Sassuolo punti 46;
12) Udinese punti 45;
13) Cagliari punti 44;
14) Chievo punti 43;
15) Bologna punti 41;
16) Genoa punti 36;
17) Empoli punti 32;
18) Crotone punti 31;
19) Palermo punti 23;
20) Pescara punti 17;

(gazzetta.it)
27/05/2017 23:18
 
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Atalanta-Chievo 1-0, decide il Papu Gomez

L'argentino festeggia la convocazione in nazionale con il sedicesimo centro in campionato.
Se la Lazio non dovesse vincere con il Crotone il club bergamasco otterrebbe un traguardo storico



Una notte al quarto posto. L’Atalanta completa la festa, in attesa di sapere se la Lazio effettuerà il controsorpasso battendo domani il Crotone. I nerazzurri hanno fatto il loro dovere, superando per 1-0 il Chievo. Poi all’Atleti Azzurri d’Italia è arrivato il momento delle celebrazioni. Il ritorno in Europa dopo 26 anni, l’addio al calcio di Migliaccio e Raimondi, che resteranno comunque nella società bergamasca. Forse anche l’ultima in maglia Atalanta di Kessie e altri gioiellini, per cui le onde di radiomercato si fanno sempre più insistenti. Intanto si festeggia, poi si vedrà.

LA PARTITA — Gasperini concede la passerella a Cristian Raimondi, bergamasco e atalantino doc, che a 36 anni appende le scarpette al chiodo. Sta fuori Spinazzola, così come Kessie, a cui viene preferito Cristante. Il resto dell’11 è quello titolarissimo, a eccezione di Gollini che sostituisce tra i pali l’infortunato Berisha. Nel Chievo mancano gli squalificati Castro e Radovanovic, chance così per il giovane Depaoli da interno di centrocampo e De Guzman da play. In porta va Seculin e non Sorrentino. L’Atalanta inizia col piglio giusto, trascinata dalla splendida cornice di pubblico, con tanto di coreografia dedicata alla conquista dell’Europa. I ritmi sono alti per essere l’ultima stagionale. Merito anche degli ospiti, che creano pure la prima occasione da gol (rasoterra di De Guzman, sul quale Gollini si distende bene, deviando in corner). La risposta nerazzurra è affidata al solito Papu Gomez: serpentina e destro forte al 27’, Seculin respinge in bello stile. Dieci minuti dopo, ancora l’argentino, stavolta su punizione e palla fuori di un soffio.

SEMPRE PIU' PAPU — A cavallo tra la fine del primo e l’inizio del secondo tempo, è Kurtic a mancare per due volte la deviazione vincente dopo pregevoli spunti del Papu. Maran inserisce Pellissier per un evanescente Inglese, ma è l’Atalanta a spingere con più convinzione. Gasperini risponde con l’ingresso di Spinazzola per un applauditissimo Raimondi, salutato calorosamente da tutti i compagni, oltre che dal pubblico. Subito dopo, al 7’, una geniale imbucata di Cristante manda in porta Gomez, freddo a battere Seculin sul primo palo. Sedicesimo centro per il Papu in campionato, record personale in A e dalla curva parte il coro “resta a Bergamo”. Chissà… Al 24’ Petagna ha la palla del raddoppio, su precisa verticalizzazione di Kurtic, ma Seculin fa muro e tiene in partita i suoi. Che poco dopo ci provano con il neoentrato Kiyine (belga-marocchino classe ’97), Gollini è attento a coprire il suo palo. Dall’altra parte è ancora Seculin a salire in cattedra, allungando sul palo al 31’ il diagonale dal limite di Cristante. Gasperini nel frattempo si era permesso già il lusso di cambiare Gomez per Kessie, togliendo però un po’ di brio all’attacco dei padroni di casa. Così al 37’ il Chievo si crea dal nulla un’occasionissima per pareggiare: Pellissier trova il corridoio per l’avanzata di Spolli, che a tu per tu con Gollini non riesce però a superarlo. Bravo il portiere nerazzurro a uscire con tempi e modi impeccabili. Gasp tira un sospiro di sollievo e s’intenerisce: dentro anche Migliaccio, per la gioia di tutto lo stadio. Il Chievo rinuncia a fare da guastafeste negli ultimi minuti e l’Atalanta caracolla sino al fischio finale. Che chiude la stagione, ma apre la festa.

Marco Guidi

Fonte: Gazzetta dello Sport
27/05/2017 23:20
 
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Bologna-Juventus 1-2, decide il 2000 Kean.
Dybala risponde a Taider

Primo gol di un 2000 nel recupero del match: colpo di testa.
Vantaggio di Taider, pareggio di Dybala, tutti i gol nella ripresa



La Signora del presente è già nel futuro. Lo si capisce chiaramente a un soffio dal fischio finale, quando Moise Kean, primo "Duemila" a esordire in A e in Champions League, segna di testa la rete che vale la vittoria bianconera. Lancio di Pjanic e zuccata del ragazzino classe 2000 a bruciare tutto e tutti. Finisce così, con una vittoria all'ultimo secondo, la stagione 2016-17 della Signora. Ora tutto su Cardiff, ultimo atto di una stagione incredibile che può diventare stupefacente.

POCHE EMOZIONI — Il turnover bianconero c'è eccome: alla fine dei probabili titolari di Cardiff in campo ci sono solo Higuain, Dybala, Khedira e Barzagli, ovvero 4 su 11. La difesa è quasi tutta nuova, compreso il custode dei pali (debutto per il terzo portiere Audero), in attacco Allegri ha preferito Sturaro a Manduzkic. D'altronde la partita di Bologna (iniziata con un minuto di silenzio per ricordare l'arbitro Farina) non conta nulla per la classifica, nessuna delle due squadre ha più niente da chiedere al campionato. Per i bianconeri la priorità è evitare infortuni e fare il tagliando a chi nell'ultimo periodo ha giocato meno: leggi Khedira, al rientro dopo il guaio muscolare nella semifinale di ritorno contro il Monaco. Sami è tornato in tempi record (dopo 17 giorni dal k.o. del 9 maggio), al Dall'Ara è andato al piccolo trotto per circa un'ora (Allegri lo sostituisce al 14' s.t.) lasciando buone sensazioni. Il Bologna del primo tempo è tutto in un tiro di Destro finito a lato, la Signora ci prova con Dybala e con Sturaro (al centrocampista è stato annullato un gol per fuorigioco) ma è pericolosa soprattutto con Higuain: il Pipita sfiora il vantaggio pochi secondi prima dell'intervallo con un destro fuori di un soffio.

SPUNTA MOISE — Insomma, più sbadigli che azioni da applauso, almeno fino al gol di Taider: ci pensa il centrocampista ex Inter a dare una scossa ai 30 mila che riempiono lo stadio con un destro a giro che s'infila nell'angolino alto alla sinistra del portiere. Audero non ha colpe, probabilmente neanche SuperGigi Buffon avrebbe potuto fare il miracolo. Bella l'iniziativa personale, ancor di più la conclusione: ottimi controllo del pallone fuori area, sterzata su Marchisio e tiro imparabile. La Juventus prova a reagire subito con Dybala, che però non trova la porta, Allegri non è contento e il suo avanti e indietro nell'area tecnica diventa sempre più forsennato: toglie Marchisio per precauzione, (che finisce il pomeriggio in panchina con una borsa del ghiaccio sul ginocchio destro) e mette dentro Pjanic e Mandzukic. Il pareggio arriva grazie a Dybala (25') e dopo un macroscopico errore di Higuain: smarcato di testa da Benatia, s'aggiusta il pallone ma calcia addosso al portiere. Sulla respinta però c'è l'amico Paulo a metterci una pezza. Poco prima, sempre col sinistro, Dybala aveva fatto un numero: palla spostata di tacco e tiro a giro, ma Da Costa si supera mandando in corner con la mano di richiamo. Poi fa un'altra bella parata su Pjanic (il più attivo della Juve) e si conferma il migliore dei suoi. Il Bologna prende gol appena Donadoni toglie Mbaye e inserisce Masina. La Juventus non molla e quando tutto sembra finito ecco che Kean, entrato dopo la mezzora, ci mette la firma. Ora testa a Cardiff, solo a Cardiff.

Fabiana Della Valle

Fonte: Gazzetta dello Sport
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