Il forum è online dal 12/02/2005


Una sorta di bar virtuale, che riunisce persone di ogni eta', che discutono di qualunque argomento
Unisciti a noi in questa piccola Oasi del quotidiano. Opinioni, chiacchiere, attualità, test, quiz, sport, sesso, lettura, poesia, racconti, sport, cinema, tv, e molto altro ancora, fra persone di ogni età.
Entra, ti aspettiamo!!! L'iscrizione è gratuita
Questo è un forum fatto di persone che si confrontano su tutti i temi anche sul sesso, NON ci sono foto amatoriali, NON ci sono foto di sesso esplicito.
Grazie!!!



Clicca QUI e con un messaggio sarai dei nostri!!!

L'indirizzo mail del forum per dubbi: oasiforumffz@gmail.com


Facebook Twitter

Nuova Discussione
Rispondi
 

Campionato di Serie A stagione 2016/2017

Ultimo Aggiornamento: 28/05/2017 23:58
Autore
Vota | Stampa | Notifica email    
18/09/2016 00:22
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Quota
OFFLINE
Post: 10.111
Registrato il: 18/06/2008
Sesso: Maschile
Sampdoria-Milan 0-1. Decide Bacca al 40' del secondo tempo

Montella dà fiducia a Lapadula in avvio, poi al 64' inserisce Carlos che buca Viviano su assist di Suso.
Nella ripresa due pali (di Bacca e Muriel) e due gol annullati alla Samp




Il Milan passa in casa della Samp: soffre per quasi tutta la partita e poi trova il colpo finale con Bacca. L'anno scorso, all'esordio sulla panchina rossonera di Brocchi, finì alla stessa maniera. Montella cambia il Milan, privato del suo cannoniere: Bacca. Al suo posto c’è Lapadula, sostenuto da Suso e dal rientrante Niang. Nella Samp c’è l’esordio da titolare di Praet.

SOLO SAMPDORIA — Montella aveva chiesto orgoglio alla vigilia e, se si guarda al primo tempo, non sembra che i suoi lo abbiano ascoltato molto. Dal primo tiro fino all’ultima conclusione è tutto marca Samp. Inizia all’11' Torreira con una botta dalla distanza che fa volare Donnarumma. Muriel è il più scatenato dell’attacco: prima, in area, non trova tempo e spazio per il tocco ravvicinato, poi ci riprova in azione personale. Ci si mette anche Donnarumma che con un rinvio sbagliato fa scattare in piedi in tribuna il presidente Ferrero: la sua Samp però non ne approfitta. E lo stesso fa Linetty, quando scivola al tiro dopo un'azione avviata da Praet. E il Milan? Montella si sbraccia in panchina, anche solo per dare indicazione alla barriera sulle punizione avversarie. Sembrano davvero poche le cose che lo soddisfano. Lapadula, scelto come titolare, si vede una sola volta, anzi due. Nella prima servito da Bonaventura ha una buona chance al tiro ma spara altissimo e nella seconda viene ammonito per un tocco di mano su calcio piazzato Samp. Tutto qui. Così è di nuovo Samp, prima di nuovo Muriel che conclude a lato e nel finale di tempo il bolide di Barreto deviato ancora in angolo da Donnarumma.L'esultanza di Carlos Bacca, 30 anni. Ansa

MARCA MURIEL — La ripresa sembra iniziare nello stesso segno, ma con un solo protagonista: Muriel va prima via in velocità alla mediana rossonera, per poi arrivare sul fondo senza grande fortuna, e poi tenta una mezza girata su cui interviene facile Donnarumma. E la palla resta quasi sempre della Samp, l’opposto di quanto pretenda la filosofia di gioco di Montella, che infatti cambia: fuori Sosa e dentro Locatelli. Arriva così, al 14’ della ripresa, il primo tiro in porta del Milan: Suso dalla distanza, blocca Viviano. Per cambiare anche l’attacco Montella fa entrare Bacca (19’) per Lapadula, che non ha proprio sfruttato nel miglior modo possibile la chance che gli era stata concessa. Sul gol che la Samp trova a metà tempo c’è il tocco di Barreto davanti a Donnarumma: il guardalinee segnala il fuorigioco e fa annullare ma la posizione sembra regolare.

È BACCA SHOW — Il Milan replica con un colpo di testa a lato di Bacca e poi, sempre con Carlos, con un tiro a giro che trova l’opposizione di Viviano e del palo. Il colombiano è subito decisamente più incisivo di Lapadula. Quando Pereira atterra Niang in area il contatto sembra esserci ma l’arbitro lascia proseguire e nessun rossonero protesta più di tanto. Così Muriel si riprende la scena: il suo diagonale finisce sul palo. Uno a uno il conto dei legni colombiani. Irrati lascia proseguire anche su un altro contatto in area: Pereira atterra Bonaventura e stavolta il Milan, giocatori e panchina, si infuriano. Dopo vorrebbe protestare la Samp: Muriel segna ma l’arbitro non lo fa esultare e lo ammonisce, per un evidente fallo di mano. Così al 40’ arriva la punizione: colpisce Bacca servito da Suso, destro preciso che infila Viviano. E il Milan può riprendere fiato ed entusiasmo.

Alessandra Gozzini

Fonte: Gazzetta dello Sport
[Modificato da binariomorto 18/09/2016 00:23]
18/09/2016 00:28
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Quota
OFFLINE
Post: 10.111
Registrato il: 18/06/2008
Sesso: Maschile
Lazio-Pescara, 3-0. Tutto in 9 minuti:
in gol Milinkovic-Savic, Radu e Immobile

Un’ottima Lazio rischia nel primo tempo (rigore sbagliato da Memushaj) ma poi convince e dilaga nella ripresa


Un lungo e faticoso inseguimento ai tre punti per la Lazio, decisamente imprecisa prima di sbloccare la gara col Pescara. Poi, a metà ripresa, nel giro di nove minuti la formazione di Inzaghi sforna tre reti che portano a casa la vittoria. Un tris di alta qualità: i gol di Milinkovic, Radu e Immobile finalizzano giocate eccellenti. Come già col Chievo, l’ingresso di Keita riaccende l’attacco della Lazio. Molte recriminazioni per il Pescara, sbadato in difesa e amareggiato per il rigore fallito nel primo tempo da Memushaj che poteva dare un corso diverso alla sua gara, giocata a testa alta fino al primo gol.

RIGORE SCIUPATO — Inzaghi passa al 3-5-2 per dare una vocazione più offensiva alla Lazio. Infortunato Biglia, c’è Cataldi in regia. Al rientro da titolari Milinkovic e Djordjevic. Oddo deve rinunciare a Bahebeck e conferma il Pescara schierato contro l’Inter. La strategia della Lazio mira subito all’attacco. Al 5’ annullato un gol di Immobile per fuorigioco. Al 16’ Bizzarri sventa un pallone insidioso carambolato su De Vrij. Insiste la Lazio. Al 27’ palo su conclusione di Immobile deviata da Bizzarri. Subito dopo una doppia chance sui colpi di testa di Milinkovic e Parolo. La squadra di Oddo prova a rifiatare allargando la manovra. I trequartisti Benali e Verre si muovono molto per creare spazi. E al 35’ Maresca concede un rigore al Pescara per un intervento in spaccata di Bastos su Caprari, ma Memushaj sciupa dal dischetto: pallone fuori. Pericolo scampato per la Lazio che però non capitalizza con Immobile (tiro debole parato da Bizzarri) un buon traversone di Anderson. Al 40’ riemerge il Pescara: Marchetti si oppone a una sassata di Cristante. Finale di tempo nel segno della Lazio, ma i tentativi di Immobile e Anderson non colpiscono mentre su un tiro-cross di Radu Bizzarri si salva con l’aiuto della traversa.


TRIS LAZIALE — Al rientro in campo Oddo rileva Benali con Manaj. E dopo appena quattro minuti di gioco fa entrare Fornasier al posto dell’infortunato Gyomber. La Lazio si rilancia: al 6’ un’incornata di De Vrij va fuori bersaglio. Ma all’11’ l’Olimpico impreca: Bizzarri disinnesca in uscita un buon pallone per Djordjevic su lancio di Lulic. Rischiano i biancocelesti in difesa: Verre e Manaj fermati tra tanti affanni. Al quarto d’ora Inzaghi inserisce Keita e toglie Djordjevic. Lazio volitiva, Pescara sempre in guardia. Bizzarri si salva su Parolo. Poi sulla ripartenza abruzzese è Marchetti a rimediare su Manaj. Al 22’ la Lazio sblocca la gara con uno spettacolare colpo di testa di Milinkovic, ispirato da un cross di Anderson pennellato dalla destra. La formazione di Inzaghi si sente liberata e fissa il raddoppio: al 27’ su angolo di Cataldi, segna Radu di testa: il romeno aveva firmato anche la precedente vittoria all’Olimpico nel campionato 2012-13. Il Pescara si sgonfia e viene infilzato dal tris della Lazio. Al 31’ progressione d’applausi di Keita sulla destra, pallone d’oro al centro per il tocco vincente dell’ex Immobile. Il 3-0 timbra il verdetto finale della gara che riserva a Murgia l’emozione dell’esordio in A nella prima vittoria stagionale della Lazio all’Olimpico.

Nicola Berardino

Fonte: Gazzetta dello Sport
18/09/2016 00:31
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Quota
OFFLINE
Post: 10.111
Registrato il: 18/06/2008
Sesso: Maschile
Napoli-Bologna 3-1, Milik entra e fa doppietta: Sarri ora è al comando

Verdi risponde a Callejon, poi il polacco sostituisce Gabbiadini e decide la partita:
gli azzurri scavalcano temporaneamente la Juve


In testa al campionato per una notte con Milik alla seconda doppietta in campionato (la terza in stagione) e Callejon capocannoniere: il Napoli non poteva immaginare un avvio di stagione migliore. Il successo sul Bologna è stato specchio fedele di queste prime quattro giornate che hanno evidenziato come qualcosa è cambiato negli schemi di Sarri ma anche come sia rimasta inalterata la sostanza di una squadra che crea occasioni da gol con incredibile facilità (e che adesso ha tante alternative di valore). Non male, almeno nella ripresa, il Bologna, con Verdi falso nueve che non ha fatto rimpiangere Destro. Il Napoli però aveva più soluzioni in panchina e alla fine ha vinto perché Sarri è stato bravo a sfruttarle.

LE ALI PER VOLARE — Squadre votate più al fioretto che alla sciabola. Meglio costruire che distruggere, nonostante il prato del San Paolo non si presentasse in perfette condizioni. Bologna spavaldo in avvio perché Nagy tra le linee dava fastidio a Jorginho e Dzemaili si inseriva con i tempi giusti. Reina impediva allo svizzero il gol dell'ex con un grande intervento dopo tre minuti. Sarri chiedeva qualità ai suoi interni Zielinski ed Hamsik e profondità agli esterni Callejon ed Insigne. Lorenzo era prima pericoloso al 12' con un destro da fuori che sfiorava il palo e poi sublime nell'assist per il gol di Callejon (colpevole Torosidis in marcatura) che ricordava quello di sette giorni fa a Palermo. Facile il colpo di testa dello spagnolo, al suo quinto gol in campionato, per il vantaggio azzurro. Il Napoli volava grazie alle sue ali e sulle ali dell'entusiasmo, ma Da Costa, e un pizzico di fortuna, tenevano in piedi il Bologna su due conclusioni di uno scatenato Insigne. In pratica, per il Bologna la migliore notizia all'intervallo era il risultato perché i ragazzi di Donadoni erano ancora in partita.

ENTRA E DECIDE — Legittimo aspettarsi qualcosa in più dagli ospiti che iniziavano la ripresa con il piglio giusto e con un Taider più propositivo rispetto alla prima frazione (suo un tiro da fuori parato da Reina). Il Napoli si allungava un po' perché l'impegno di Champions si faceva sentire e Verdi, che al San Paolo aveva segnato già con l'Empoli, trovava il pareggio al 12' con una botta di destro, non certo la specialità della casa, che trovava Reina impreparato. Pari e patta quando iniziava la girandola dei cambi con Donadoni che tornava al 4-3-3 e Sarri che si affidava a Milik per un impalpabile Gabbiadini. Il polacco lo ripagava subito con il tocco del 2-1 (il primo della sua partita) su una uscita incerta di Da Costa dopo uno splendido filtrante di Hamsik. A quel punto il San Paolo era ai suoi piedi. Specie il sinistro, a dire il vero, visto che è con un potente mancino che Milik ha fatto doppietta al 33' mandando in visibilio Fuorigrotta. Anche in questo caso Da Costa non è stato immune da colpe ma la prodezza di Milik da fuori area va comunque rimarcata. Gioco, partita e incontro soprattutto perché poco dopo Krafth veniva espulso per fallo da ultimo uomo su Zielinski, l'altro eroe di NaPolonia.

Gianluca Monti

Fonte: Gazzetta dello Sport
18/09/2016 16:26
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Quota
OFFLINE
Post: 10.111
Registrato il: 18/06/2008
Sesso: Maschile
Udinese-Chievo 1-2: Cacciatore ribalta il risultato al 95'

La squadra di Maran, in svantaggio dopo 25 minuti col gol di Zapata,
pareggia i conti con Castro all'82' e in pieno recupero trova il gol vittoria



La vittoria arriva all’ultimo secondo, ma è meritatissima: il Chievo sbanca il Friuli rimontando l’Udinese e giocando meglio fin dall’inizio della partita. Quello che era mancato nel primo tempo, ossia la precisione e l’incisività sotto porta, è arrivato negli ultimi minuti della gara: i gialloblù erano sotto per 1-0 al 37’ della ripresa, ma poi hanno ribaltato la gara mostrando un gioco collaudato e anche una mentalità vincente, visto che non si sono accontentati del pareggio ma hanno cercato il successo anche durante il recupero. L’Udinese ha profondamente deluso: nessuna azione pericolosa e tutto affidato alle iniziative di Zapata.

PRIMO TEMPO — Il Chievo parte meglio e per venti minuti fa la partita andando al tiro in cinque occasioni, però senza mai centrare lo specchio della porta. Soprattutto Birsa ha la possibilità di mandare in vantaggio la sua squadra, ma al 14’ mette fuori di testa un cross di Inglese. La pressione dei gialloblù mette in difficoltà l’Udinese, che non riesce a costruire nulla: De Paul non entra in partita, Thereau fa lo spettatore e solo Zapata prova a dare fastidio ai difensori avversari. La partita cambia all’improvviso al 25’ quando proprio Zapata sfrutta alla perfezione un bel cross da sinistra di Hallfredsson: Cesar non riesce a controllare il centravanti bianconero, Gobbi arriva tardi e l’Udinese passa sorprendentemente in vantaggio. Una combinazione Thereau-Zapata spaventa Sorrentino, bravo a deviare in angolo. Nel finale di tempo il Chievo si riprende e centra finalmente lo specchio della porta prima con Inglese e poi con Meggiorini: i due colpi di testa, però, sono centrali e non creano problemi a Karnezis.

SECONDO TEMPO — Nella ripresa la pressione del Chievo aumenta minuto dopo minuto. Maran (in tribuna per la squalifica) cambia le punte: dentro Pellissier prima e Floro Flores poi al posto di Inglese e Meggiorini. Al 31’ Cacciatore spreca una grande occasione deviando fuori di testa un cross di Gobbi. Al 37’ arriva il pareggio: cross di Hetemaj, testa di Pellissier che prolunga per Castro, la mezzala tocca di coscia e segna a porta vuota. L’arbitro Pairetto assegna cinque minuti di recupero e il Chievo insiste. Proprio a venti secondi dalla fine Gobbi serve Castro, cross preciso per Cacciatore che realizza da pochi passi il gol della sacrosanta vittoria.

G.B. Olivero

Fonte: Gazzetta dello Sport
18/09/2016 17:57
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Quota
OFFLINE
Post: 10.111
Registrato il: 18/06/2008
Sesso: Maschile
Cagliari-Atalanta 3-0, Crotone-Palermo 1-1: Borriello show, calabresi al 1° punto

L'attaccante rossoblù trascina i suoi con una doppietta.
La squadra di Nicola conquista il primo mattoncino in massima serie


CAGLIARI-ATALANTA 3-0 — Borriello all'8' p.t.; Sau al 10' s.t., Borriello al 28' p.t.

Più forte, più motivato, più tutto. Il Cagliari stende l’Atalanta al Sant’Elia e conquista i primi 3 punti della stagione proprio davanti al suo pubblico. È il gol di Borriello, all'8', a segnare la differenza: il cross di Joao Pedro, una forza della natura, viene girato in rete di sinistro dal centravanti ex nerazzurro con un tocco preciso all'incrocio. Ed è l'apoteosi cagliaritana.

cuore grandeIl Sant'Elia, che aveva a lungo protestato in avvio di gara con l'arbitro Fabbri per un'entrata scomposta in area di rigore di Berisha in uscita sullo stesso Joao Pedro, si infiamma come ai vecchi tempi. E il trio Tachtsidis (colui che ha avviato l’azione), Sau e Borriello mostrano al pubblico, esultando, la maglia numero 21 di Ionita, il centrocampista che resterà fuori per 4 mesi per la frattura del perone destro sofferta nei giorni scorsi. Sardi scatenati, come se il lungo applauso per ricordare Nenè, prima del match, li avesse rigenerati dopo la sconfitta di Bologna: Sau potrebbe raddoppiare al 13', provvidenziale stavolta il portiere dell'Atalanta. La squadra di Gasperini, in evidente difficoltà, si rialza grazie al gioco propositivo di Kessie e al 35' potrebbe pareggiare in virtù di un calcio di rigore a dir poco generoso (il fallo di Pisacane su Gomez è fuori dall’area) concesso dall'incerto Fabbri (mal consigliato da De Pinto in occasione di un fuorigioco di Kurtic non rilevato al 22'), ma Paloschi dagli undici metri si fa ipnotizzare da Rafael, sostituto di Storari, ingenerosamente contestato da parte della curva. Sul rovesciamento di fronte, ancora Sau e Borriello vanno vicinissimi al raddoppio. Una partita, come è facile intuire, di intensità terribile, giocata senza risparmio dalle due squadre.


COPPIA SUPER - Alla ripresa del gioco il Cagliari spinge ancora sull'acceleratore e, con merito, ottiene un meritato bis con Sau, lesto ad insaccare il cross basso di Isla ispirato da Borriello. L'attaccante costituisce l'unità di misura del momento del Cagliari, una squadra elettrica. E proprio il suo simbolo sfiora la doppietta al 26' - tutto solo davanti a Berisha, lo dribbla e poi si fa deviare il tiro a colpo sicuro sul palo -, prima del tris vero di Borriello 2' dopo direttamente da calcio di punizione a scavalcare la barriera: il portiere dell’Atalanta non riesce a trattenere. E nei titoli di coda Munari, a porta vuota, non arriva per un soffio sull’assist di Bittante. Stadio in festa e rossoblù acclamati al triplice fischio: Gasperini e la sua Atalanta sparita dal campo devono riflettere suoi propri errori. Il principale: aver concesso durante la sfida troppo spazio a Joao Pedro, vera arma tattica del match. (dal nostro inviato Alessio D’Urso)

CROTONE-PALERMO 1-1 — Trotta (C) al 23' p.t.; Nestorovski (P) al 21' s.t.

Il Crotone cancella lo zero dalla sua classifica, ma deve rinviare l'appuntamento con la prima storica vittoria in Serie A. Primo punto per il Palermo targato De Zerbi. A Pescara (lo stadio Scida non è ancora pronto) finisce 1-1. Il gol di Trotta, a metà primo tempo, porta avanti la squadra di Nicola che viene raggiunta, nel mezzo della ripresa, dal pareggio di Nestorovski. Un tempo per ciascuno, tanti rimpianti per le due squadre che però devono fare ancora tanto per trovare una propria identità.

AVANTI CONN TROTTA - Nicola compone il Crotone con un 3-4-3 in grado di trasformarsi in un 4-4-2 per rafforzare la fase di copertura. In difesa c’è Dos Santos al posto dello squalificato Dussenne. A metà campo, entra Capezzi. In avanti, prima da titolare per Trotta. De Zerbi ritocca ogni reparto del Palermo rispetto alla formazione schierata contro il Napoli. In difesa, tocca a Gonzalez. In mediana, la novità è Bruno Henrique. In prima linea, spazio a Nestorovski. Il Crotone si lancia subito in avanti. Al 5' Falcinelli calcia alto. Il Palermo si affida al fraseggio per impadronirsi del gioco. Diamanti impegna Cordaz, poi ci prova Nestorovski. La squadra di Nicola pronta al contrattacco: su incursione di Ferrari, Aleesami libera sulla linea. Al 23' il Crotone schioda la partita. Innescato da Palladino, Falcinelli si fionda verso la porta, irrompe Rajkovic che si scontra pure con Posavec in uscita, entra Trotta che insacca. Il difensore dei siciliani va k.o. e viene sostituito da Goldaniga. La manovra del Palermo difetta della profondità necessaria per una reazione adeguata. Mentre il Crotone mostra una maggiore sicurezza e sprigiona un efficace pressing.


RISPONDE NESTOROVSKI - Dopo l'intervallo De Zerbi innesta Embalo al posto di Sallai: una mossa per scuotere il fronte offensivo. Il Palermo appare più dinamico. Non centra il bersaglio Diamanti che sbuca davanti alla porta dopo un'incursione di Rispoli. Il Crotone arretra il suo baricentro senza tralasciare le opportunità offensive che però non vengono capitalizzate da Dos Santos e Trotta. Dopo le prove generali con un colpo di testa parato da Cordaz, Nestorovski al 21' centra il pareggio. Sinistro angolato che chiude a rete un bel traversone di Aleesami. Primo gol in Serie A per il macedone. Nicola rinfresca il centrocampo con l'ingresso di Sampirisi che rileva Martella e poi di Barberis al posto di Capezzi. Fanno però tanta fatica i calabresi, mentre i siciliani continuano a premere. Cordaz deve allungarsi per deviare una sassata di Hiljemark. Nicola inserisce pure Stoian (out Palladino) per l'assalto finale. Sfiora il colpaccio il Palermo con una girata di Nestorovoski sventata da Cordaz, così come il Crotone non trova il tocco decisivo con Falcinelli e Stoian. (dal nostro inviato Nicola Berardino)

D'Urso-Berardino

Fonte: Gazzetta dello Sport
18/09/2016 18:01
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Quota
OFFLINE
Post: 10.111
Registrato il: 18/06/2008
Sesso: Maschile
Sassuolo-Genoa 2-0 con super Defrel. E c’è l’esordio di Simeone jr

Assente Berardi, è il francese a trascinare i padroni di casa
conquistando prima il rigore, trasformato da Politano, e poi segnando di testa.
Debutto coi rossoblu del figlio del Cholo


L’euforia da Europa non si attenua. Il Sassuolo riprende la marcia in campionato costringendo alla prima sconfitta il Genoa.

STRATEGIE — Di Francesco cambia cinque uomini rispetto al match di coppa contro l’Athletic, per sfuggire alla sindrome da stanchezza europea. A scatenarla però è il Genoa, che costringe i neroverdi al continuo confronto fisico, frutto di un’aggressione costante. Al 6’ la prima chance è per Laxalt, che su palla che esce dall’area prova il destro al volo, a lato di poco. Il Sassuolo ha un’occasionissima, l’unica, all’8’: lancio di Magnanelli per Defrel intercettato da Burdisso, sulla seconda palla si avventa Duncan che penetra in area e batte in diagonale, andando a baciare il palo interno. Poi tanto Genoa, che occupa il campo, aggredisce, toglie ossigeno alle giocate neroverdi, e a poco serve il doppio scambio di fascia tra l’evanescente Ragusa e Politano, un po’ più effervescente pur senza incidere, se non con una penetrazione con tiro alto al 36’. Per contro il Genoa crossa tanto ma non tira mai, anche se al 22’ sugli sviluppi di un angolo Rigoni segna a gioco fermo (fallo di Burdisso).

DOPPIETTA — E allora il Genoa prova ad aggiungere concretezza. E nei primi 7 minuti della ripresa crea 4 chance: punizione di Veloso messa in angolo da Consigli al 2’, Burdisso di testa a lato sul corner che segue, ancora Veloso al 6’ con un diagonale di poco largo e un minuto dopo tocco a lato di Pavoletti in anticipo sul primo palo su cross basso di Lazovic. Il Genoa sembra padrone del campo ma è il Sassuolo, che ha ricominciato con Ricci per Ragusa, a passare. Al 12’, sugli sviluppi di un angolo l’ex Pavoletti rimasto nella propria area la combina grossa: si fa saltare in tunnel da Defrel e lo stende. Rigore che Politano trasforma con precisione. Juric non perde tempo, subito dentro Pandev per Rigoni, e altre due occasioni sventate da Consigli: su Veloso da fuori al 18’ e su Lazovic al 20’. Il Genoa però attacca con quattro punte più Laxalt e finisce per perdere equilibrio, mentre il Sassuolo recupera i propri automatismi. Al 21’ doppio miracolo di Perin sulle conclusioni ravvicinate di Defrel e Ricci, ma il raddoppio è solo rimandato: pochi secondi dopo, cross preciso di Peluso e Defrel in tuffo di testa fa 2-0. Juric aumenta ancora l’arsenale con Simeone e Ocampos ma la partita ormai è andata, e l’espulsione di Veloso al 41’ per un vaffa all’arbitro completa il quadro.

Alex Frosio

Fonte: Gazzetta dello Sport
18/09/2016 18:04
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Quota
OFFLINE
Post: 10.111
Registrato il: 18/06/2008
Sesso: Maschile
Torino-Empoli 0-0, sprechi e rimpianti per i granata

La squadra di Mihajlovic non riesce a ritrovare la vittoria:
nel primo tempo fallisce quattro occasioni con Obi, Acquah, Martinez e Bojé.
Una chance per Gilardino nella ripresa


Primo pareggio della stagione per entrambe le squadre, punto guadagnato dall’Empoli in una trasferta insidiosa, due punti persi per il Torino pericoloso nei primi 45', in debito di ossigeno nella ripresa. Schizzofrenico, arruffato, confusionario, in tre parole il film di Toro-Empoli. Archiviato il sonnolento giropalla di Giampiero Ventura, il nuovo Toro la mette sulla tenzone, sulla corsa, mischie e risse per arrivare al tiro. L'Empoli si adatta, pressing a tutto campo, qualche calcio di troppo, schemi e tre passaggi di fila manco a parlarne. Nonostante tutto conta la sostanza ed il Torino solo nel primo tempo crea quattro palle gol, due occasioni ghiotte sventate da due miracoli tra i pali di Skorupski.


EL TORO — Senza Belotti, il capocannoniere del campionato, il Toro punta sull’argentino Lucas Boyè al centro del trio di attaccanti latini. Boyè, "El Toro", fa a sportellate davanti all’area di rigore, gran fisico, controllo di palla e fiuto del gol. L’attaccante granata appena ha la palla tra i piedi ci prova sempre e comunque costringendo il portiere dell’Empoli agli straordinari. L'Empoli soffre e Saponara a ridosso delle due punte fatica a trovare gli spazi per servire Gilardino (in giornata no) e Pucciarelli. Torino vicino al gol dopo sette minuti con Obi che costringe ad un salvataggio in angolo Skorupski. Padroni di casa che rischiano di rimanere in dieci per uno sgambetto a gioco fermo di Molinaro ai danni di Tello passibile anche di cartellino rosso, giallo per il direttore di gara Chiffi. Boyè sul fronte d'attacco non tira indietro la gamba alla ricerca di palloni giocabili ed al secondo intervento pericoloso si becca il giallo per un'entrata in scivolata su Torino vicino al gol al 28' con una palla scodellata in mezzo da Iago Falque per Acquah che di testa manda a lato. Alla mezz'ora s'infortuna Molinaro (distorsione al ginocchio) sostituito da Barreca al debutto in A. Il giovane difensore entra subito in partita con un assist per Boyè ma la girata al volo dell’argentino è alta.

ARREMBAGGIO — Nel finale di tempo due occasioni per i padroni di casa con Boyè, gran parata di Skolupski, e colpo di testa di Acquah di poco a lato. Secondo tempo con occasione ghiotta per l'Empoli dopo sei minuti, assist di Saponara ma Gilardino a due passi da Hart manca la deviazione. Crescono i toscani nella ripresa, Laurini prova ad impensierire Hart, il Toro prova l'arrembaggio nel finale ma senza pericoli veri.

Francesco Bramardo

Fonte: Gazzetta dello Sport
18/09/2016 22:52
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Quota
OFFLINE
Post: 10.111
Registrato il: 18/06/2008
Sesso: Maschile
Inter-Juve 2-1, Lichtsteiner-Icardi in 2 minuti, poi decide Perisic

Grande partita dei nerazzurri che infliggono ai campioni d'Italia la prima sconfitta stagionale:
Allegri va in vantaggio con lo svizzero, De Boer ribalta tutto grazie al capitano che prima pareggia,
poi regala al croato l'assist del gol partita. Nel finale espulso Banega


Come non detto. Rifacciamo tutto. Il campionato dell’Inter probabilmente comincia qui, i timori di un dominio incontrastato della Juventus sulla A forse finiscono. La squadra di De Boer passa dal peggio del giovedì al meglio della domenica come se fosse la cosa più naturale del mondo. Cade la Juve alla quarta giornata, sotto i colpi della migliore Inter vista da un po’, non solo in questa gestione. Icardi trascinatore, Banega sontuoso, Joao Mario ovunque. Due a uno, segnano Maurito e Perisic, che cancellano Lichtsteiner, San Siro si esalta come ai tempi belli, quelli di Milito e Materazzi, peraltro rispolverati in mezzo al campo prima del match.


VINCE FRANK Allegri si sentirà le sue, per aver concesso poco più di 20’ a Higuain (una sola conclusione di testa, vicino al gol). Frank de Boer spazza via i fantasmi di esonero, incartando il collega con un pressing alto e soprattutto mostrando una squadra con un’anima, un’idea e un progetto. E anche uomini su cui costruire. Certo, qualche problema resta, a partire dagli esterni difensivi, ma vogliamo parlare delle aspettative della vigilia? Si temeva un derby d’Italia nel segno dello squilibrio della nuova A, ne è venuta fuori una gara tesa, giocata a viso aperto, con le consuete tensioni e pure il classico caso da moviola (Chiellini su Icardi).


I GOL — La tensione e l’elettricità trovano sfogo dopo 21’ della ripresa, quando Alex Sandro va via a D’Ambrosio e piazza un cross che Lichtsteiner deve solo spingere dentro, anticipando Santon. Stavolta però lo svantaggio non affossa l’Inter, anzi. Passano due minuti e arriva il pareggio: la Juve incassa il terzo gol da corner della stagione, ed è un signor gol. Banega la mette bene al centro, Icardi prende il volo, va sopra Mandzukic e colpisce di testa verso il palo lontano. Gran partita di Maurito, che al 33’ sugli sviluppi di una palla persa sanguinosa di Asamoah inventa un gran cross d’esterno che il subentrato Perisic, ancora di testa, trasforma nel 2-1.

OCCASIONI — I tre gol in 12’ arrivano dopo un inizio ripresa di marca interista e un primo tempo equilibrato anche dal punto di vista delle occasioni, con il palo esterno di Icardi (che sradica un pallone dai piedi di Chiellini e tira a giro) che fa il paio con il colpo di testa “smorzato” da Khedira, quando Alex Sandro lo aveva trovato solo in mezzo all’area. È il top dei primi 45’, ma arrivano al tiro anche Eder e Pjanic, e le difese devono sbrogliare qualche altro problemino. Sul 2-1 le squadre si allungano, gli spazi si aprono, ma la Juve anche con Pjaca e con un uomo in più nel recupero (espulso Banega) non va mai veramente vicina al pareggio se non con un colpo di testa di Higuain.

COME HA FATTO? — Come ha fatto l’Inter a cancellare in 90’ le impressioni di un mese? Sono passate meno di 72 ore, ma è tutta un’altra squadra rispetto all'Hapoel Beer Sheva (se fosse uguale sarebbe un delitto): De Boer lancia i suoi in un pressing altissimo, fin da Buffon, con il coltello virtuale fra i denti. Banega impedisce la ricezione facile a Pjanic, Medel e Joao Mario cercano l’anticipo su Dybala, Icardi rincorre tutti, infiammando il pubblico da vero capitano. La misura, rischiosa e dispendiosa, paga dividendi, perché la Juve si inceppa, anche per demeriti propri. I tre in mezzo (Pjanic fa il centrale, con Khedira c’è Asamoah) non paiono nella loro miglior giornata, la manovra trova un po’ di sfogo e accelerazione solo quando si trova Alex Sandro, o quando Dybala riesce a creare superiorità. Anche in fase offensiva i nerazzurri sono diversi: più raccolti, più stretti, con Banega e Joao Mario che viene a prendersi la palla ovunque, ed Eder pericoloso (lascerà il posto a Perisic). La Juve invece non fa vedere nulla delle giocate lineari, pulite, quasi barcellonesche viste col Sassuolo. Aveva ragione Allegri: non sarà una passeggiata. Magra consolazione, per chi esce da San Siro battuto, e forse ridimensionato.

Valerio Clari

Fonte: Gazzetta dello Sport
18/09/2016 23:01
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Quota
OFFLINE
Post: 10.111
Registrato il: 18/06/2008
Sesso: Maschile
Fiorentina-Roma 1-0: decide Badelj all'82', Nainggolan fermato dal palo

A Firenze la risolve il croato con un tiro da fuori all'82':
Kalinic in fuorigioco attivo, ma l'arbitro non vede.
Poco prima il belga aveva sfiorato il colpaccio


Alla fine la decide quello che era sembrato a lungo tra i peggiori in campo, stranamente impreciso come poche altre volte gli era successo. Ed invece a dieci minuti dalla fine Badelj trova il jolly da 20 metri (anche se c'è un fuorigioco attivo di Kalinic non visto da Rizzoli) e regala alla Fiorentina un successo pesantissimo. I viola così allontanano un periodo un po' buio, la Roma ci sprofonda dentro, dopo aver accarezzato il sogno di volare in testa insieme al Napoli.


PARTENZA A VUOTO — Paulo Sousa lascia ancora una volta fuori Bernardeschi (dopo le polemiche vissute in settimana) e mette dentro un evanescente Tello, Spalletti conferma Fazio al centro della difesa, in coppia con Manolas. È una partita che pesa, anche perché la Juve ha perso e c'è la possibilità di portare a casa punti importanti per entrambe. Si parte però tra il becerume dei tifosi, con quelli viola che fischiano il minuto di silenzio dedicato a Carlo Azeglio Ciampi e quelli giallorossi che rispondono con insulti agli avversari. Poi si gioca e la Fiorentina appare subito troppo compassata, a tratti anche slegata, tanto che i viola abbassano quasi sempre il baricentro del gioco con il risultato che Kalinic si trova sempre da solo contro tutti e ogni tanto può godere solo dell'assistenza di Ilicic. Così a fare la partita è quasi sempre la Roma, almeno dal punto di vista territoriale. E i giallorossi creano tre pericoli praticamente in fotocopia, con due palle di Florenzi e una "passante" di De Rossi sempre per Dzeko e sempre a pescare il bosniaco alle spalle del difensore e sul palo opposto. Dzeko però la prima volta la mette fuori di testa, la seconda calcia alto da ottima posizione e la terza (29') viene messo giù da Tomovic, con un probabile rigore che la Roma reclama vistosamente. E i viola? La reazione è tutta in un paio di giocate di Ilicic, che prima al 25' non riesce ad andare via a campo aperto (anche grazie ad un super recupero di Manolas) e poi si porta via mezza difesa ma alla fine calcia al lato. Più in generale, la Fiorentina paga l'imprecisione di Badelj, un Rodriguez stranamente distratto e un Borja Valero troppo basso. Tra i giallorossi, invece, Perotti va a intermittenza, Florenzi scende bene e Salah fa i conti con uno stadio a dir poco ostile.


LA CHIAVE — La ripresa si apre con una Fiorentina più coraggiosa, tanto che dopo due soli minuti è Szczesny a doversi superare per salvare su di un sinistro di Milic quasi a ridosso dell'area piccola. Al 10' altro pericolo in mezzo all'area giallorossa, con Manolas che libera un angolo un pallone che Kalinic poteva calciare a colpo sicuro. Allora Spalletti decide di invertire Perotti e Salah, e di alzare ancora di più Nainggolan. Al 18' è proprio Perotti ad impegnare Tatarusanu in angolo, tre minuti dopo è invece Kalinic a divorarsi un gol grosso come una casa: angolo di Bernardeschi (entrato poco prima), con il centravanti viola che da solo davanti a Szczesny gli consegna la palla di testa. A 13 minuti dalla fine Paulo Sousa si gioca la carta Babacar per aumentare il potenziale offensivo (passando al 3-4-1-2, con Borja trequartista e il senegalese vicino a Kalinic), Spalletti risponde con l'ingresso di Totti e la speranza del genio del capitano giallorosso. Ed è proprio Totti al 35' ad avviare l'azione che porta al palo di Nainggolan, su assist di Florenzi. Scampato il pericolo, la Fiorentina passa al 37': siluro di Badelj da fuori che colpisce il palo alla destra di Szczesny e si insacca, ma il tiro è viziato dal fuorigioco di Kalinic, che allarga le gambe per far passare il pallone. Prima della fine è Tatarusanu a salvare su El Shaarawy, mentre un destro da fuori di Totti mette i brividi a tutto il Franchi ma finisce di un soffio fuori. Vince la Fiorentina, per la Roma è sempre più buio.

Andrea Pugliese

Fonte: Gazzetta dello Sport
18/09/2016 23:08
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Quota
OFFLINE
Post: 10.111
Registrato il: 18/06/2008
Sesso: Maschile
SERIE A 2016/2017 4ª Giornata (4ª di Andata)

16/09/2016
Sampdoria - Milan 0-1
17/09/2016
Lazio - Pescara 3-0
Napoli - Bologna 3-1
Chievo - Lazio 1-1
18/09/2016
Udinese - Chievo 1-2
Cagliari - Atalante 3-0
Crotone - Palermo 1-1
Sassuolo - Genoa 2-0
Torino - Empoli 0-0
Inter - Juventus 2-1
Fiorentina - Roma 1-0

Classifica
1) Napoli punti 10;
2) Juventus punti 9;
3) Roma, Lazio, Chievo e Inter punti 7;
7) Genoa (*), Fiorentina(*), Sampdoria, Milan, Sassuolo, Udinese e Bologna punti 6;
14) Torino, Cagliari, Pescara e Empoli punti 4;
18) Atalanta punti 3;
19) Palermo punti 2;
20) Crotone punti 1.

(*) Genoa e Fiorentina una partita in meno.

(gazzetta.it)
20/09/2016 23:19
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Quota
OFFLINE
Post: 10.111
Registrato il: 18/06/2008
Sesso: Maschile
Milan-Lazio 2-0, Bacca-Niang,
Montella sorride ancora:
notte al 2° posto

Il colombiano sblocca dopo 37' di noia, il francese raddoppia su rigore nella ripresa:
senza brillare, i rossoneri vincono la seconda gara consecutiva (come non capitava dal 3 febbraio)
e volano temporaneamente a pari merito con la Juve


Carlos Bacca, che da ragazzo controllava i biglietti sugli autobus in Colombia, timbra con una certa regolarità. Al minuto 36 di Milan-Lazio, De Vrij si è preso la libertà di abbandonare per una volta la difesa e nessuno lo ha coperto. Quando Parolo ha perso palla, Kucka ha visto il corridoio per Bacca – non difficile, ma il calcio è anche cose semplici al momento giusto – e lo ha messo in porta. Il 70 ha fatto sembrare tutto facile: corsa palla al piede verso Strakosha, portiere all’esordio in A, destro sul palo lontano e 1-0 Milan. Niang nel secondo tempo ha aggiunto il 2-0 su rigore ma è stato il primo gol a cambiare il Milan: da quel punto, è stato più convincente, ha subito meno e costruito di più. Bacca nello stesso momento ha aggiornato le statistiche stagionali: 10 tiri, 5 gol. E’ matematica da scuole elementari, un'esultanza ogni 2 tiri, da eccellenza mondiale. Montella in estate ci ha pensato un po’, era poco convinto, poi si è deciso: per una squadra in formazione, il colombiano è perfetto. Del resto sui due successi consecutivi (non capitava dal 3 febbraio) c'è il suo marchio, come sul secondo posto temporaneo del Milan.


BRAVI RAGAZZI — Donnarumma ha visto l’azione dell’1-0 in ginocchio, quasi invocando il gol. Prima, aveva messo le mani su un paio di azioni pericolose della Lazio: al 3’ tiro centrale di Djordjevic dopo sponda intelligente di Immobile, all’11’ colpo di testa di Milinkovic in anticipo su Montolivo, bravo a rimediare sdraiandosi per chiudere la ribattuta. A proposito di Donnarumma, i ragazzi del Milan sono piaciuti parecchio: ottimo Calabria a destra, positivo Locatelli nei 25 minuti passati in campo. Il resto del primo tempo, invece, è stato un po’ di confusione, con il classico 4-3-3 del Milan a esterni intercambiabili – Suso e Niang si sono invertiti – e una Lazio da 3-4-1-2 con Milinkovic utile sia come schermo su Montolivo sia in fase di possesso. Niang ha creato e distrutto, sprecando anche una discreta azione dopo un quarto d’ora, ma è stato il gol a cambiare la partita. Negli ultimi cinque minuti del primo tempo, Strakosha ha ringraziato le divinità di San Siro per una doppia carambola. Quando ha sbagliato presa su un tiro di Bonaventura, si è ritrovato il pallone in mano. Quando Bastos ha deviato verso la sua porta un cross di Suso, la palla gli è finita sulla testa (e Bonaventura, sugli sviluppi, ha tirato su Basta).

NIANG FA, NIANG DISTRUGGE — Inzaghi nell’intervallo ha preso il pennarello e cambiato la Lazio: Basta nei tre difensori e Felipe Anderson largo a destra come nel weekend. Il Milan però è stato pericoloso dall’altra parte: minuto 11, Bacca spalle alla porta ha visto Calabria che ha crossato basso per Niang. A pochi passi dalla porta, il francese si è mangiato un gol grande come una delle torri di San Siro. Per la notte senza sensi di colpa, può ringraziare Paletta e Radu. Il compagno trenta secondi dopo ha salvato in scivolata da difensore XXL su Keita, solo davanti a Donnarumma. Il difensore della Lazio al 28’ è andato in scivolata col braccio largo proprio su un cross di Niang: rigore indiscutibile e M'Baye perfetto sul dischetto per il 2-0. La partita più o meno è finita in quel momento: la Lazio ha provato anche con Luis Alberto (successo molto relativo), Kucka ha rischiato di fare 3-0 con una punizione respinta da Strakosha e Immobile all'ultimo secondo ha sbagliato di testa da due centimetri facendo scomparire l'errore a porta vuota di Niang. Niente, 2-0 era e 2-0 è rimasto, confermando la regola di Milan-Lazio: dal 2011-12, una volta finisce 1, l’altra X. Tra un anno, pareggio scritto?

Luca Bianchin

Fonte: Gazzetta dello Sport
21/09/2016 20:33
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Quota
OFFLINE
Post: 90.988
Registrato il: 12/02/2005
Sesso: Femminile
Admin
Questa binario la posto io [SM=x714113] [SM=x714113] [SM=x714113]

Bologna Sampdoria 2-0

Il Bologna cancella Napoli e infligge alla Sampdoria il terzo stop di fila. Al "Dall'Ara" la squadra di Donadoni si impone per 2-0 e sale a quota 9 punti. La partita è decisa da un meraviglioso tiro al volo di Verdi, che al 45' lascia senza scampo Viviano. Il raddoppio arriva a inizio ripresa, con una zampata di Destro al 5'. L'espulsione di Barreto al 24' cancella ogni speranza di rimonta dei liguri. Nel recupero rosso anche a Di Francesco.


LA PARTITACi si aspettava una bella partita tra due formazioni che sanno giocare a calcio, pur senza tanti nomi di grido in campo, e così è stato. Alla fine i 90 minuti hanno premiato il Bologna, trasportato al successo dalle invenzioni del talento Krajci e dai gol di Verdi e Destro. Boccone amaro, invece, per la Samp, che ha incassato il terzo stop di fila dopo quelli contro Roma e Milan, nonostante elogi e buone prestazioni. Il primo tempo, però, è partito avaro di occasioni, anche se è stata la Sampdoria a fare qualcosa in più rispetto al Bologna. Almeno all'inizio. La verità, però, è che Da Costa è stato impegnato solo su un paio di tiri dalla distanza non certo irresistibili di Muriel, mentre Viviano ha dovuto respingere con i piedi un colpo a botta sicura di Destro, bravo a liberarsi del suo marcatore. E' stata questa la scintilla che ha acceso la squadra di Donadoni, che poco dopo ha sfiorato il palo con un destro da fuori di Dzemaili ed è andata vicino al vantaggio con un botta e risposta in area respinto con un po' di fortuna. Solo questione di tempo, però, perché allo scadere del primo tempo Verdi si è inventato un gol fantastico (imbeccato da una sventagliata millimetrica di Krejci), con un tiro al volo nell'angolino destro, che non ha dato scampo al portiere blucerchiato. Il giusto premio a una frazione in crescita, che ha lasciato ai liguri solo le proteste per un contatto in area tra Praet e Masina non punito dall'arbitro. La differenza l'hanno fatta gli attaccanti, con quelli rossoblù decisamente più pericolosi rispetto soprattutto a un Quagliarella lontano dai suoi giorni migliori. A conferma di questo è arrivato immediatamente il raddoppio del Bologna, che ha iniziato il secondo tempo con il gol di Destro, bravo a toccare quanto basta un traversone del solito Krejci e beffare Viviano sotto le gambe. Con tanto di dedica all'infortunato Mirante. Giampaolo a questo punto ha cambiato tutto, buttando nella mischia Schick e Cigarini e qualcosa si è visto subito. Barreto ha sfiorato due volte la rete, ma si è reso anche protagonista dell'episodio che ha cancellato le speranze della Samp, facendosi espellere per un inutile fallo da dietro su Praet. Con la sua uscita, di fatto, è calata la parola fine sul match e sulle speranze di rilancio della Samp, fermata anche da una traversa su punizione di Bruno Fernandes nel recupero dopo il rosso a Di Francesco.

IL TABELLINOBOLOGNA-SAMPDORIA 2-0
Bologna (4-3-3): Da Costa; Torosidis, Gastaldello, Maietta, Masina (21' st Morleo); Dzemaili, Nagy (34' st Pulgar), Taider; Verdi, Destro, Krejci (28' st Di Francesco). A disp.: Sarr, Ravaglia, Mbaye, Oikonomou, Helander, Donsah, Rizzo, Mounier, Floccari. All.: Donadoni
Sampdoria (4-3-1-2): Viviano; Pereira, Silvestre, Skriniar, Regini; Barreto, Torreira (8' st Cigarini), Linetty; Praet; Muriel (28' st Bruno Fernandes), Quagliarella (8' st Schick). A disp.: Puggioni, Krapikas, Dodò, Krajnc, Djuricic, Eramo, Palombo, Budimir. All.: Giampaolo
Arbitro: Calvarese
Marcatori: 45' Verdi, 5' st Destro
Ammoniti: Verdi (B), Pereira, Praet, Linetty (S)
Espulsi: Barreto (S) per fallo da dietro su Praet, Di Francesco (B) per fallo su Linetty
21/09/2016 21:44
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Quota
OFFLINE
Post: 90.988
Registrato il: 12/02/2005
Sesso: Femminile
Admin
#serieapremium - Parziali
#JuveCagliari 3-0
#EmpoliInter 0-2
#GenoaNapoli 0-0
#UdiFiorentina 2-1
#RomaCrotone 2-0

Non vorrei portare sfiga ma l'inter mi sa che ha preso il volo (vabbè gioca conl'empoli)
21/09/2016 23:04
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Quota
OFFLINE
Post: 10.111
Registrato il: 18/06/2008
Sesso: Maschile
Brava, così m'asparagno un poco ...
21/09/2016 23:11
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Quota
OFFLINE
Post: 10.111
Registrato il: 18/06/2008
Sesso: Maschile
Atalanta-Palermo 0-1: Nestorovski inguaia Gasperini, De Zerbi fa festa

Una girata dell'attaccante rosanero regala il primo successo in campionato ai siciliani.
Per i bergamaschi è già crisi: quarta sconfitta in cinque partite



Colpo esterno del Palermo a Bergamo: una gara bloccata fino agli ultimi istanti viene decisa dalla zampata di Nestorovski a 180 secondi dal fischio finale. Come contro il Crotone, è lui l'uomo copertina del Palermo, mentre per l'Atalanta (alla quarta sconfitta in cinque giornate) adesso si fa durissima.

ZERO SPETTACOLO — Alla quinta giornata è presto per mettersi a tavolino e fare i conti con la classifica, ma è chiaro che la sfida rappresenta comunque uno primo snodo fondamentale per due squadre protagoniste di un avvio di stagione incerto. Gasperini e De Zerbi provano a sorprendersi a vicenda, mettendo nel cassetto - almeno per una notte - il proprio credo tattico: il tecnico dei bergamaschi abbandona la difesa a 3 per virare su una sorta di 4-2-3-1, con Pinilla unico terminale offensivo al posto di un opaco Paloschi (reduce dall'errore dal dischetto di Cagliari); fa ancora più scalpore, se possibile, la scelta di De Zerbi, che a sorpresa sceglie il 3-4-2-1 nel quale Diamanti e Hiljemark sono chiamati a ispirare Nestorovski. Ne viene fuori un match colloso, ruvido, che vive di lampi estemporanei. L'Atalanta si affida alle giocate di Gomez e risulta più continua nell'arco dei primi 45', ma è del Palermo l'azione più ghiotta. Al 17', Nestorovski lavora bene un pallone a metà campo e smista poi sulla destra per Diamanti, l'ex di giornata galoppa sulla fascia e serve intelligentemente Rispoli, che tocca con la punta del piede: Berisha è anticipato, ma la sfera batte sul palo. Sulla respinta si avventa Hiljemark, il tentativo dello svedese però termina la sua corsa sul fondo.

POSAVEC VS GOMEZ — L'inizio di ripresa è illusorio: i ritmi sono di tutta un'altra intensità, e dopo appena 60 secondi D'Alessandro viene servito in maniera deliziosa da Pinilla. Incredibilmente, il numero 7 nerazzurro spara alto da due passi, graziando Posavec. Proprio il portiere croato sale in cattedra, ingaggiando un duello all'ultimo colpo con Gomez: il Papu ci prova due volte tra il 6' e il 18', prima con un tiro (deviato) e poi con un colpo di testa, in entrambi i casi l'estremo difensore rosanero è bravo a dire di no. È un bene per il Palermo, autore di un secondo tempo tutto votato alla difesa: intenzione rafforzata dall'ingresso di Gazzi per Hiljemark, con l'ex Torino che va a rinforzare la mediana dei siciliani tornata così a 5. L'Atalanta, tuttavia, non trova mai il guizzo giusto per sfondare il muro eretto dalla squadra di De Zerbi. Anzi, rischia addirittura la beffa a 10' dal termine, quando sugli sviluppi di una punizione calciata da Diamanti, Goldaniga viene lasciato tutto solo dalla difesa atalantina colpendo però il pallone con la spalla: conclusione lontana dai pali difesi da Berisha.

DECIDE NESTOROVSKI — Quando ormai la sfida sembra incanalata sui binari dello 0-0, con l'Atalanta rassegnata al pareggio, ecco che la beffa per i padroni di casa arriva per davvero. Il gol arriva da calcio d'angolo, e in un certo senso è decisivo De Zerbi che fa allontanare Rispoli e dice a Jajalo "batti tu". La scelta si rivela super azzeccata: dal piede del centrocampista ex Siena parte un pallone perfetto per Nestorovski, bravo a girare in rete sul primo palo il gol partita con Berisha pietrificato. Il secondo gol (consecutivo) in campionato della punta macedone regala la prima vittoria (e una bella dose di autostima) al Palermo. Per l'Atalanta, invece, è notte fonda.

Luigi Polce

Fonte: Gazzetta dello Sport
21/09/2016 23:15
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Quota
OFFLINE
Post: 10.111
Registrato il: 18/06/2008
Sesso: Maschile
Chievo-Sassuolo 2-1, Rigoni e Castro gol, Maran terzo in classifica

I veneti viaggiano alla media di due punti a partita come Inter e Roma:
seconda sconfitta sul campo per gli emiliani che trovano il momentaneo pari con Defrel,
ma poi non si rendono più pericolosi pagando una condizione fisica deficitaria



Beato tra le grandi, ma non meravigliatevi più di tanto. Dietro alla Juve e al Napoli e a pari merito con Inter e Roma c'è una squadra che gioca a "trova l'intruso": è il Chievo, terzo in classifica e primo delle provinciali. Il 2-1 al Sassuolo è anche in tal senso una conferma: il derby tra le vecchie "favole" della Serie A, ormai diventate una realtà consolidata, regala ai veneti la seconda vittoria consecutiva dopo quella di Udine e vale il sorpasso sugli emiliani come punti ottenuti sul campo, 10 contro 9 (ma Di Francesco se n'è visto togliere 3 a tavolino ed è fermo a 6). Anche l'anno scorso Maran centrò lo stesso score in partenza: 3 successi, 1 pari e 1 sconfitta nelle prime 5 giornate, media di 2 punti a partita. Chiedergli di continuare su questa strada significherebbe rivedere il Chievo in Europa e lì sì che sarebbe un miracolo, ma se per due stagioni di fila cominci così bene non può essere più un caso.

LA CHIAVE— Come quasi tutte le partite al Bentegodi lo spettacolo viene messo in secondo piano. La forza del Chievo è tutta in un dato: baricentro sufficientemente basso per chiudere ogni spazio e sufficientemente alto per non farsi schiacciare. Il gol subito arriva anche stavolta e a causarlo è sempre un errore individuale: stavolta è Hetemaj con un retropassaggio sciagurato che Rigoni non riesce a controllare a mettere Defrel davanti alla porta. Sarà l'unica volta che il Sassuolo entrerà il area in tutta la partita: ripensando alle tante occasioni create anche contro la Juve allo Stadium, la deduzione è che gran parte del merito va all'organizzazione di Maran. Poi, tra le chiavi della partita, c'è quella fisica: Di Francesco cambia 5 giocatori su 6 rispetto al successo sul Genoa, ma il turnover non basta a non pagare dazio ai tanti impegni (l'Europa League pesa) e i cambi obbligati di Matri, Cannavaro e Duncan per infortunio sono lo dimostrazione di una condizione deficitaria.

I GOL — La rete che sblocca la partita arriva dopo 21 minuti di (quasi) nulla: Rigoni si coordina benissimo sulla respinta della difesa e calcia al volo, la deviazione di Biondini inganna Sorrentino. Al 28' il pari già descritto: Defrel, che sta imparando a fare il centravanti, segna giocando nel suo vecchio ruolo di ala destra e arriva già a quota 3 in 4 partite. Il francese, però, non ha ancora imparato a fare il difensore: c'è lui, anzi, dovrebbe esserci lui su Castro quando l'argentino colpisce indisturbato sul corner di Birsa e al 40' va a segno per la seconda gara consecutiva. Il problema, per il Sassuolo, è che poi non trova modo di farsi perdonare e del resto non può pensarci sempre lui: alla lunga Di Francesco paga anche l'assenza di Berardi, perché Iemmello (subentrato a Matri) non va oltre il sacrificio, mentre Ricci, a sinistra, non si trova a suo agio, e Politano, in campo nella ripresa, non ripete le belle prove dell'avvio di campionato. Così, mentre il Sassuolo si lecca le ferite, il Chievo gestisce il vantaggio. Da grande squadra, anche se non lo è.

Ivan Palumbo

Fonte: Gazzetta dello Sport
21/09/2016 23:19
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Quota
OFFLINE
Post: 10.111
Registrato il: 18/06/2008
Sesso: Maschile
Serie A, Empoli-Inter 0-2, doppio Icardi decide in meno di 20', De Boer terzo

Seconda vittoria di fila, primi passi nella ricerca della continuità:
Mauro capocannoniere, assist di Candreva e Joao Mario, fra i migliori in campo



Due gol del tuo centravanti in 17 minuti, e tanti saluti. Ci sono pochi modi migliori per affrontare una gara che sei quasi obbligato a vincere, per continuare sulle ali di un entusiasmo costruito con l'impresa di San Siro. Operazione continuità, tappa 1: l'Inter passa ad Empoli in scioltezza, con altri due gol di Icardi e mettendo insieme un altro paio di certezze. La prima: Candreva è una risorsa di cross che in nerazzurro non vedevano da un po', Joao Mario è pronto, prontissimo, per essere un pilastro del centrocampo nerazzurro. Il resto è una classifica che inizia a farsi interessante (terzo posto condiviso) e una classifica marcatori dove ormai comanda Maurito Icardi, sei gol in cinque gare, due reti nelle prime due occasioni capitategli fra testa e piedi (ne avrà una terza, fallendola).

POCO EMPOLI — Le insidie costituite dall'Empoli, sottolineate più volte da Frank de Boer a partire dal post-partita con la Juve, si rivelano più che sostenibili: i toscani semplificano la vita all'Inter in occasione dei due gol, abbozzano una reazione solo quando sono sotto 2-0, con un paio di tiri di Dimarco, peraltro un interista in prestito. Nella ripresa provano a sfruttare un calo di tensione di Murillo e compagni, ma a quel punto la vittoria sembra saldamente in mani nerazzurre.

I GOL — I tre punti li ha presi Maurito Icardi, fra il 10' e il 17'. Il primo gol arriva dopo una combinazione fra Candreva e D'Ambrosio: bravo il terzino a restituire palla all'Ex laziale, meno brava la difesa a lasciargli tempo di mirare e crossare, puntuale l'argentino in tuffo a fare 1-0. Quarto gol in stagione di testa, a conferma di un miglioramento nel fondamentale, oltre che a munizioni che arrivano più frequenti. La seconda rete nasce a centrocampo, con Joao Mario che la strappa dai piedi avversari e la manda in verticale per il numero 9: discreta solitudine e comoda conclusione sul primo palo, per il 2-0.Un retropassaggio "folle" di Diousse manda ancora in porta Icardi, ma stavolta Skorupski esce e chiude.


4-2-3-1 COMPATTO — La ripresa non è probabilmente all'altezza dell'inizio, la squadra nerazzurra alza un po' presto il piede dall'acceleratore, ma rischia pochissimo, salvo un paio di svarioni senza conseguenze gravi di Murillo e Santon. Però la squadra resta compatta e sempre più a suo agio nel 4-2-3-1, che si trasforma in 4-5-1 in fase difensiva, grazie ai ripiegamenti degli esterni. E ha l'Icardi versione 2.0, non solo bomber, ma anche guerriero. L'assernza dello squalificato Banega non si fa sentire, grazie al doppio lavoro di Joao Mario e quello soddisfacente di Kondogbia, mentre l'esordio di Gabigol è rinviato. La nota negativa sono i quattro gialli (Miranda, Murillo, Medel, Joao Mario): forse troppi, per una gara che era ben indirizzata già dopo 20 minuti.

Valerio Clari

Fonte: Gazzetta dello Sport
21/09/2016 23:24
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Quota
OFFLINE
Post: 10.111
Registrato il: 18/06/2008
Sesso: Maschile
Genoa-Napoli 0-0: Sarri molla il primo posto

Ritmi alti, aggressività e molte emozioni, ma la sfida di Marassi non produce gol.
Bravissimi i due portieri, Hamsik colpisce una traversa.
In classifica i campani scivolano al secondo posto dietro alla Juve


Quattro giorni appena, tanto è durato il primato del Napoli. Il pareggio di Marassi ne ha frenato la corsa e nel finale due interventi di Pepe Reina hanno evitato la sconfitta.È il primo esame tosto per il Napoli dopo un avvio di campionato abbastanza leggero. Marassi è un campo difficile e lo dimostra anche questa volta. Il Genoa accetta la sfida, non si rintana nella propria metà campo e prova ad attaccare il Napoli centralmente, mentre Sarri propone il solito gioco sugli esterni: a sinistra ritorna Mertens, con Insigne in panchina


BOTTA E RISPOSTA — Partenze e contro ripartenze: è questo il tema della gara. Il Napoli arriva vicinissimo al vantaggio, al 19’. Callejon, al limite dell’area, tocca indietro per l’accorrente Hamsik: la deviazione del capitano napoletano si stampa sulla traversa. Un minuto appena e dall’altra parte, Reina toglie letteralmente dalla testa di Pavoletti un pallone che l’attaccante genoano avrebbe dovuto spingere in rete. È ancora Pavoletti a impegnare l’estremo difensore napoletano (25’) con un altro colpo di testa, ma Reina blocca. Il Genoa, tuttavia, è costretto a rinunciare al suo uomo di punta, intorno alla mezz’ora: il centravanti lascia per un problema muscolare, al suo posto entra il giovane Simeone.

NAPOLI, BENE A METÀ — Anche a inizio ripresa i ritmi sono sostenuti. Il Napoli sfiora il gol con un colpo di testa di Albiol (2’), mentre Reina para a terra un diagonale di Lazovic (12’). A spingere di più è il collettivo di Sarri, costantemente nella metà campo genoana, ma la manovra funziona fino alla trequarti; oltre, Milik e Callejon sbattono contro il muro eretto dai difensori avversari. Il Napoli protesta, al 23’, per una presunta trattenuta in aera di Orban su Milik, ma Damato lascia giocare. L’occasione più limpida, però capita sul destro di Insigne, al 29’, ma tutto solo dinanzi a Perin calcia debole favorendo la parata del portiere genoano. Dall’altra parte, Reina deve superarsi (40’) per respingere una conclusione da dentro l’area di Simeone, che si ripete quasi allo scadere, e il portiere compie un miracolo.



Mimmo Malfitano

Fonte: Gazzetta dello Sport
21/09/2016 23:28
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Quota
OFFLINE
Post: 10.111
Registrato il: 18/06/2008
Sesso: Maschile
Juve-Cagliari 4-0, gol di Rugani, Higuain,
Dani Alves e autogol di Ceppitelli.
Bianconeri primi

Allo Stadium una partita senza storia finisce dopo 40':
a segno Rugani, Higuain e Dani Alves.
Nel finale autogol di Ceppitelli: i bianconeri si riprendono il primo posto



Chissà se la sconfitta di San Siro è stata davvero utile per riportare la Juve coi piedi per terra. Non può essere un Cagliari davvero troppo tenero in fase difensiva a dare tutte le risposte. Ma il comodo 4-0 con cui la Juve si sbarazza della squadra di Rastelli serve a ribadire che la differenza di qualità tra i bianconeri e le medio-piccole della serie A è ai confini dell'imbarazzante. I sardi non hanno tradito i loro principi: si cerca sempre di giocare a calcio senza chiudersi. Ma il risultato è stato sconfortante, con la Juve a chiudere la partita in meno di un tempo e Storari a limitare il passivo.

FESTA PER MOLTI — Ben presto la partita per la Juve distribuisce flebo di autostima per i giocatori di Allegri. Daniele Rugani festeggia il primo gol in bianconero all'esordio stagionale da titolare, dopo che Storari si supera su Higuain. La concorrenza per l'ex Empoli è tremenda, ma resta un giocatore fondamentale per presente e soprattutto futuro. Gonzalo Higuain dopo essere stato bloccato dal palo e da Storari in due occasioni finalizza l'azione del 2-0, avviata da Alex Sandro e interrotta dal portiere del Cagliari con la parata su Pjanic. E fanno 4 in campionato. Al 39' anche Dani Alves entra nella lista degli ammessi alla festa: destro da fuori dal corner di Pjanic (ma quanto ci ha messo il Cagliari a uscire?) e prima esultanza bianconera. Tutto facile per la Juve, che crea gioco con buone trame sulla destra e dall'altro lato con un Alex Sandro in versione iradiddio. Persino Hernanes, non esattamente il più amato dallo Stadium, strappa timidi applausi. Unica nota stonata il mancato gol per Dybala, che non trova il gol nonostante una buona partita e nella ripresa lascia spazio a Pjaca.

PARTITELLA DEL GIOVEDÌ — Rastelli dichiara chiusa la partita togliendo all'intervallo i due giocatori più forti, Joao Pedro e Borriello. Allegri risparmia Buffon (contusione). Del resto lunedì c'è la Samp. Il Cagliari resta piuttosto basso per evitare l'imbarcata, la Juve resta dentro la partita, ammira qualche fiammata di Pjaca e nel finale trova il poker con una sfortunata deviazione di Ceppitelli, che toglie il gol a Lemina. Giusto in tempo per seguire gli ultimi minuti di Genoa-Napoli, che si chiude 0-0 e riporta i bianconeri in testa alla classifica.

Jacopo Gerna

Fonte: Gazzetta dello Sport
[Modificato da binariomorto 21/09/2016 23:29]
21/09/2016 23:34
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Quota
OFFLINE
Post: 10.111
Registrato il: 18/06/2008
Sesso: Maschile
Pescara-Torino 0-0: Acquah e Vives espulsi

Il Pescara fa la partita, ma sono i granata - in doppia inferiorità numerica - ad andare vicini al colpaccio con Belotti


A volte anche uno zero a zero può essere scintillante e pieno di emozioni. Pescara e Torino devono accontentarsi di un punto a testa all’Adriatico. Oddo impreca contro sfortuna e imprecisione, Mihajlovic tira un sospiro di sollievo per lo scampato pericolo (chiude in nove) e per il buon rientro nel finale del Gallo Belotti, subito tra i trascinatori. Avrebbe meritato qualcosa in più la squadra abruzzese, ma le pezze di Hart valgono un punto che alla fine risulta pesante.

PRIMO TMPO — Fin dal 28’ il portiere inglese si esalta sul tiro dal limite di Verre indirizzato all’incrocio. Al 40’ Biraghi crossa dal fondo per Memushaj, controllo sbagliato dell’albanese in area e pericolo scampato per il Toro. Trema l’Adriatico sullo sfondamento centrale di Boyè, che salta avversari e portiere: l’uscita di Bizzarri sporca il pallone e Martinez non riesce ad approfittare del rimpallo favorevole. Finale di tempo arroventato: Acquah è ingenuo e dannoso, si fa ammonire per la seconda volta (brutto intervento scomposto su Caprari a metà campo) e lascia i suoi in dieci. Prima della pausa, Cristante al volo sfiora il vantaggio.

SECONDO TEMPO — Nella ripresa Mihajlovic toglie Aramu dal tridente e inserisce Benassi per un 4-3-2 che sembra quasi favorire i granata. Aveva ragione Liedholm: coprono benissimo il campo, imbrigliano il centrocampo di Oddo e comandano nei 15’ iniziali della ripresa. Il Pescara senza un riferimento avanzato fatica a salire, è il momento di Manaj. Pochi istanti e la partita si riequilibra: da un angolo sbuca Aquilani nell’area piccola, serve il piedone provvidenziale di Zappacosta per salvare la porta del Torino. Al 29’ Hart decisivo sul sinistro ravvicinato di Memushaj. Il momento migliore degli abruzzesi non produce a sufficienza, tocca anche al folletto Mitrita nel finale. Uno scatto del romeno causa il rosso di Vives e Mihajlovic resta con nove uomini. Un palo di Memushaj a 10’ dalla fine, Belotti lo imita al 38’. Il finale resta a senso unico e Oddo è furente dopo che Biraghi al 90’ spreca di testa da due metri e Zampano nel recupero non tira da buona posizione e il Pescara resta ancora a secco di vittorie (sul campo).

Orlando D’Angelo

Fonte: Gazzetta dello Sport
Nuova Discussione
Rispondi
Cerca nel forum
Tag discussione
Discussioni Simili   [vedi tutte]

Feed | Forum | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 06:50. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com