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Campionato di Serie A stagione 2016/2017

Ultimo Aggiornamento: 28/05/2017 23:58
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02/10/2016 17:55
 
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Il Cagliari non tradisce al Sant'Elia.
Con un gol per tempo stende il Crotone

Di Gennaro sblocca, Padoin firma il raddoppio dei rossoblu nella ripresa.
Stoian accorcia al 45' ci prova ma non basta.
Domina il Cagliari per tecnica e qualità.
Altro ko per Nicola



Poche emozioni ma tanta sostanza in un Sant’Elia con temperature agostane. Il Cagliari in casa non tradisce e con un gol per tempo stende un Crotone ancora in cerca della sua dimensione nella massima serie. Finisce 2-1. Dopo un avvio vivace in cui il Cagliari domina nettamente per tecnica e qualità, Di Gennaro sblocca la partita con un gran sinistro che nell’angolino spiazza Cordaz. È il gol dell’1-0. Il raddoppio arriva all’11' della ripresa con un rasoterra micidiale di Padoin che risveglia i rossoblu dopo un inizio di gara troppo accondiscendente in cui i calabresi trovano gli spazi per ripartire, pur senza successo. Conferme da entrambe le parti, dunque. Dopo la bella prestazione contro la Samp, i rossoblu infilano un’altra vittoria e portano a casa il loro quinto risultato utile consecutivo, con merito. Niente da fare invece per il Crotone che conferma le brutte premesse di questa settima giornata di campionato: difesa-colabrodo, tante incertezze e imprecisioni in tutti i reparti e l’immancabile crollo tra la fine del primo tempo e l’inizio della ripresa, quando il Cagliari ne fa due. Non basta la rete di Stoian al 45' della ripresa con un Crotone tutto all'attacco alla fine della ripresa. Finisce 2-1. Ora il Crotone vede nero.

PRIMO TEMPO — È il Cagliari a fare la partita con possesso palla e pressing alto. La prima fiammata dei padroni di casa arriva nei primi minuti con Tachtsidis, uomo-ovunque in questo match. Ritmi vivaci con i rossoblu che impegnano più volte Cordaz in avvio di gara: prima con un gran lancio di Alves per Isla in area di rigore, poi di nuovo con Tachtsidis e Di Gennaro dal limite dell’area. Per il Crotone in avanti c’è solo Tonev che però non impensierisce mai Rafael, e Rosi spesso in posizione ma impreciso nella realizzazione. Il primo guizzo del Crotone arriva con Falcinelli alla mezz’ora ma al 38’ i calabresi si spengono dopo la rete di Di Gennaro che sblocca l’equilibrio al Sant’Elia. Il Crotone prova a reagire con Palladino di testa che colpisce alto e poco dopo si fa ammonire. Il Cagliari gestisce e continua a spingere in avanti con Isla e Borriello. Il primo tempo finisce 1-0.

RIPRESA — Dopo un avvio troppo accondiscendente dei padroni di casa, arriva il gol del raddoppio con un gran tiro di Padoin dalla distanza. Il Crotone cerca il pareggio e prova ad approfittare di qualche errore della difesa rossoblu. Gli uomini di Rastelli lasciano troppi spazi agli ospiti che provano ad accorciare le distanze con ripartenze e pressing alto ma sotto porta il tiro è sempre impreciso. Poi è ancora il Cagliari a dominare con la clamorosa traversa di Borriello e il raddoppio dell’ex bianconero. Finale all’assalto per i calabresi che al 91’ trovano anche la rete con Stoian che non esulta. Non basta, finisce 2-1 per i rossoblu e l'ennesima sconfitta per il Crotone. Niente da fare per gli uomini di Nicola ancora a digiuno in questo avvio di campionato.

Giuseppe Calvi

Fonte: Gazzetta dello Sport
[Modificato da binariomorto 02/10/2016 17:56]
02/10/2016 23:05
 
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Serie A, Milan-Sassuolo 4-3: rimonta pazzesca.
Decide Paletta di testa

Rossoneri sotto 3-1 all'11' della ripresa, rimontano con un rigore di Bacca,
un gran gol di Locatelli e il colpo di testa vincente di Paletta.
Gli emiliani recriminano per alcuni episodi arbitrali


Milan-Sassuolo è stato un ottovolante con pallone come se ne vedono due, tre all’anno. Il Milan ha rimontato da 1-3 a 4-3 una partita pazza, non per perfezionisti del calcio ma emozionante e quasi benaugurante. Il 3-1 del Sassuolo lo ha segnato Lorenzo Pellegrini, che ha tanto l’aria di un futuro centrocampista della Nazionale. Il 3-3 è una produzione di Manuel Locatelli, 18 anni, entrato al posto di Montolivo. San Siro ha fischiato il capitano e urlato quando Manuel l’ha messa all’incrocio, di sinistro, da fuori area. Se si aggiunge che Donnarumma nel finale ha salvato con una gran parata su Politano, la morale è scritta: il Milan in attesa del posticipo sale al terzo posto con i suoi giovani. Gabriel Paletta, 30 anni e una vita sui campi, fa lo zio di tutti. Uno zio in forma però: a 13’ dalla fine, è saltato altissimo su un cross di Niang e ha trovato l’angolo con il colpo di testa. Non avrà i piedi di Rivera nemmeno nei sogni più coraggiosi, ma anche questo è un 4-3.

MILAN DI CARATTERE — Montella, espulso all’intervallo per proteste, inizia le due settimane della sosta con indicazioni contrastanti. Lato chiaro della luna: il Milan ha dimostrato carattere, che negli ultimi anni era mancato parecchio, e Niang a inizio secondo tempo ha cambiato la partita. A volte fa la guerra contro tutti, ma a questa squadra M’Baye serve parecchio. Lato scuro: il possesso è rimasto a lungo a ritmo basso e qualche singolo ha dimostrato limiti preoccupanti. Gustavo Gomez sul gol dell’1-3 si è fatto saltare secco da Pellegrini, anche se negli ultimi minuti ha dato una bella mano a tenere in piedi il risultato. Montolivo ha fatto sicuramente un passo indietro (chissà se Locatelli tra due settimane sarà titolare) e Abate, un minuto dopo il vantaggio di Bonaventura, ha omaggiato Politano con il pallone del pareggio: pressato da Adjapong, il terzino rossonero ha sbagliato completamente direzione del passaggio.

SASSUOLO SPERIMENTALE — Il Milan non aveva Romagnoli, in tribuna per una botta e a rischio-Nazionale, ma è stato Di Francesco a dover inventare causa assenze: Letschert terzino sinistro e soprattutto Adjapong finta ala sinistra – strano, può giocare anche terzino destro – ma con posizione molto difensiva in non possesso. I neroverdi, in maglia blu-Italia, sono piaciuti per coraggio e alcune individualità. Politano ha dato ampio fastidio alla difesa del Milan, segnando il primo gol e giocando tratti di partita da leader tecnico. Pellegrini ha colpito soprattutto all’inizio del secondo tempo – assist per il 2-1 e terzo gol -, Acerbi ha segnato con una girata da attaccante. Al contrario del Milan, non bene la gestione emotiva della partita: il Sassuolo non è una squadra conservativa e sul 3-1 non è riuscito a congelare il risultato.

GOL E LE POLEMICHE — L’arbitro Guida è stato criticato dal Sassuolo per il rigore dato al Milan sull’1-3: Antei allarga la gamba su Niang in area. Di Francesco a fine partita aveva la faccia scurissima: "Milan più forte di noi, come società, squadra, tutto. Gli arbitri sono bravissimi... Io penso che Niang faccia fallo su Lirola prima di scontrarsi con Antei. Un gol così determina una rinascita. Poi se volete parlare del rigore di Donnarumma su Politano... Io penso gli metta una mano addosso. Il calcio è fatto di episodi, non di condizionamenti". Ha ragione, Guida è stato sotto la sufficienza. La partita però non è riducibile a questo, ha vissuto di emozioni. Rapido riassunto dei gol. Milan 1-0: De Sciglio da sinistra trova Bonaventura che vede un buco nella difesa del Sassuolo, punta e calcia. La deviazione di Acerbi mette fuori gioco Consigli. Sassuolo 1-1: Abate, pressato da Adjapong, appoggia a... Politano, che si allarga per evitare Donnarumma e Gomez, poi trova una strada per la porta. Sassuolo 1-2: angolo, la difesa del Milan sale e Pellegrini trova Acerbi oltre la linea. Il difensore, in posizione regolare, gira in porta al volo. Sassuolo 1-3: Pellegrini scambia con Defrel, salta Gomez in area e trova l’angolo col sinistro. Milan 2-3: rigore calciato bene da Bacca. Milan 3-3: la difesa del Sassuolo allontana una palla che Locatelli calcia al volo di sinistro. Gol all’incrocio e corsa per tutto il campo, esultanza vagamente tardelliana. Milan 4-3: cross di Niang da sinistra, Paletta salta altissimo e di testa trova l’angolo. San Siro, questa volta, si è divertito.

Luca Bianchin

Fonte; Gazzetta dello Sport
02/10/2016 23:09
 
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Torino-Fiorentina 2-1: Iago Falque super gol e assist per Benassi

Lo spagnolo scatenato: sblocca con una prodezza e serve
la palla del raddoppio, inutile il gol di Babacar nel finale.
Dopo la Roma, Mihajlovic fa un'altra vittima illustre



Un gol ed un assist. Dopo la Roma Iago Falque, tre gol nelle ultime due gare, castiga anche la Fiorentina. Partita spumeggiante e piacevole con i viola che al di là della sconfitta hanno creato numerose occasioni da gol ma hanno sciupato troppo davanti ad Hart, protagonista di buone parate. Le fiammate del Toro, il pressing a tutto campo granata, le verticalizzazioni contro il possesso di palla della Fiorentina. Alla lunga ha avuto la meglio il Torino per 2-1 anche se la squadra di Mihajlovic ha sofferto troppo in fase difensiva le palle spedite a grappoli dagli ospiti. Con la vittoria contro la Viola il Toro in casa porta il bottino a tre vittorie ed un pareggio, un solo punto per la squadra di Sousa lontano da Firenze, appena sei i gol realizzati.

SCELTE — Mihajlovic contro i viola conferma Rossettini ed il tridente che ha fatto bene contro la Roma, Zappacosta esterno basso per De Silvestri, panchina per Ljajic. Paulo Sousa punta su Kalinic unica punta con Ilicic e Borja Valero di sostegno. A centrocampo bel duello Valdifiori-Borja Valero, in chiave azzurra buon allenamento per Andrea Belotti e Federico Bernardeschi.

IAGO FALCO — Primo tempo a tinte granata anche se dalla mezz’ora la Fiorentina è venuta fuori dalla distanza. Sblocca il risultato Iago Falque dopo quindici minuti. L’attaccante granata si avventa come un rapace su un pallone mal giocato dai viola a centrocampo e si invola verso l’area di rigore. Chirurgica la conclusione rasoterra con pallone che buca Tatarusanu. Carica il Toro con la pressione delle punte sui difensori viola e le sgroppate di Barreca, replica la Fiorentina con Bernardeschi in regia e Sanchez che recupera palloni su palloni a centrocampo. Tre conclusioni vicine alla rete per il Torino prima del vantaggio sul quale Sousa protesta per un presunto tocco con l’avambraccio di Iago Falque nel contrasto vincente con Astori. Gli ospiti provano a saltare il centrocampo granata con traversoni per la testa di Kalinic che sbaglia una conclusione clamorosa nel finale di tempo, bravo Hart al 33’ a mandare in angolo sempre su colpo di testa dell’attaccante viola. Fuori di poco la conclusione dentro l’area di rigore granata di Sanchez al 42’.

BIS — Ripresa con Ilicic che resta negli spogliatoi, al suo posto Zarate in coppia con Kalinic in attacco. Al 15’ ancora il Toro trova il raddoppio con Benassi pescato solo in area da Iago Falque, nessun fuorigioco, Tomovic tiene in gioco il granata. Sousa prova il tutto per tutto, in campo Vecino e Babacar. Al 40’ Babacar riapre la partita con un colpo di testa, tutto solo davanti ad Hart, ben servito in area da Milic. Il Toro non molla e Martinez impegna di testa Tatarusanu che salva.

Francesco Bramardo

Fonte; Gazzetta dello Sport
02/10/2016 23:13
 
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Roma-Inter 2-1: gol di Dzeko, Banega e Manolas

Il bosniaco segna dopo 5', nella ripresa il pari di Banega prima del gol di Manolas,
propiziato dalla deviazione decisiva di Icardi.
Bella partita, molte le occasioni da rete



Stavolta a Frank De Boer non riesce il riscatto post Europa League. All'Olimpico vince la Roma, che si rilancia in classifica, sorpassa proprio i nerazzurri e avvicina il Napoli al secondo posto. Merito della rete di Manolas al 31' del secondo tempo, quattro minuti dopo che Banega aveva pareggiato i conti aperti da Dzeko nel primo tempo. Esulta Luciano Spalletti, che in casa vince la quarta gara su quattro in campionato in fondo a una partita giocata a mille all'ora da tutte e due le squadre.

QUANTE OCCASIONI — L'Inter è quella annunciata, nella Roma Spalletti si mette a specchio con il 4-2-3-1, tiene fuori a sorpresa Nainggolan (al suo posto Florenzi come incursore) e rilancia Dzeko dall'inizio, dopo le critiche per i gol falliti domenica scorsa a Torino. E proprio il bosniaco, al 5', manda subito avanti i giallorossi: Salah innesca la sovrapposizione di Peres, cross basso, il centravanti fa il movimento sul primo palo e con il piattone mette dentro l'1-0, scatenando la reazione di De Rossi: "Ora criticate sto c..., pezzi di m", dice il centrocampista giallorosso in riferimento alle contestazioni piovute sul compagno di squadra. E' una partita senza sosta, alla fine del primo tempo si conteranno dieci tiri nello specchio della porta, di cui un gol e due pali. La Roma potrebbe raddoppiare già al 6': Perotti ruba palla all'ex compagno Ansaldi, da lì a Dzeko, ma il cross sul secondo palo per Salah è lungo. Al 9' la chance più grande del primo tempo per l'Inter: Manolas perde un brutto pallone in uscita, Banega lo riconquista e dai 20 metri stampa il suo destro sul palo, a Szczesny battuto. Neppure un minuto e siamo dall'altra parte: è il 10', da Dzeko a Salah, pallone per l'accorrente Peres che allarga troppo il destro in corsa. Le difese sono in difficoltà, i due centrocampo non fanno filtro, la Roma gioca molto sulle folate di Salah, che al 21' in campo aperto, tutto solo davanti ad Handanovic, sceglie di tirare con il sinistro cogliendo il palo esterno. Al 22' la replica dell'Inter: tiro cross basso di Perisic su cui c'è bisogno di un ottimo intervento di Szczensy. Minuto 32, ancora un'occasione: è nerazzurra, la divora Candreva che in mezza rovesciata mette fuori un cross di Perisic. Tra il 39' e il 41' si riaffaccia la Roma: prima Perotti sbaglia la scelta del tiro, provando la conclusione a giro invece di puntare l'ammonito Ansaldi. Al 41' è Florenzi, innescato da un bel pallone di Juan Jesus e arrivato a tu per tu con Handanovic, a strignere troppo il tiro di destro. Un minuto e siamo dall'altra parte: Banega vede un corridoio per Ansaldi, cross basso salvato sulla linea da Manolas, poi sul tiro di Candreva è prodigioso Szczesny in angolo, sugli sviluppi del quale Miranda mette fuori di testa da ottima posizione un'assistenza di Perisic. Ancora Roma al 43': Dzeko va in azione personale, si costruisce bene la confusione con il destro che Handanovic blocca in due tempi. In pieno recupero rischia la squadra di Spalletti: De Rossi perde un pallone comodo in uscita, dopo qualche rimpallo la palla arriva a Perisic che gira centralmente.

GRECO DECISIVO — Nel secondo tempo all'8 doppia occasione, la prima per la Roma con un destro di Perotti respinto da Handanovic, la seconda per Perisic, il sui sinistro è deviato in angolo da Szczesny. La Roma ci riprova al 14': Strootman innesca Salah sulla destra, cross col mancino dell'egiziano e sul secondo palo è lo stesso olandese a chiudere fuori il colpo di testa. Poi la squadra di Spalletti abbassa troppo il baricentro. De Boer inserisce Gnoukouri per un appannato Joao Mario e poi Nagatomo per Ansaldi. Il gol nerazzurro è nell'aria e arriva al 27': da Banega a Icardi che fa l'unica cosa buona del suo match, chiude il triangolo al connazionale, che controlla con il destro e con il sinistro batte Szczesny. La Roma pare accusare il colpo, nel frattempo Spalletti aveva inserito El Shaarawy per Salah. Poi Peres conquista una punizione dal limite dopo un fallo ingenuo del neo entrato Jovetic: cross di Florenzi, colpo di testa a centro area di Manolas deviato dalla testa di Icardi, nulla può Handanovic. La reazione dell'Inter è a questo punto debole. Anzi è la Roma ad andare vicina alla terza rete con Dzeko, dopo un'altra punizione-cross di Florenzi. A nulla vale l'ultimo assalto nerazzurro, con un doppio calcio d'angolo battuto con Handanovic alla ricerca disperata del pareggio in area avversaria. Vince la Roma, che aggancia al terzo posto Milan, Chievo e Lazio e dimentica nel migliore dei modi la sconfitta di Torino di sette giorni fa.

Davide Stoppini

Fonte: Gazzetta dello Sport
02/10/2016 23:19
 
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SERIE A 2016/2017 7ª Giornata (7ª di Andata)

01/10/2016
Pescara - Chievo 0-2
Udinese - Lazio 0-3
02/10/2016
Empoli - Juventus 0-3
Atalanta - Napoli 1-0
Bologna - Genoa 0-1
Cagliari - Crotone 2-1
Sampdoria - Palermo 1-1
Milan - Sassuolo 4-3
Torino - Fiorentina 2-1
Roma - Inter 2-1

Classifica
1) Juventus punti 18;
2) Napoli punti 14;
3) Roma, Lazio, Chievo e Milan punti 13;
7) Genoa(*), Torino e Inter punti 11;
10) Cagliari w Bologna punti 10;
12) Atalanta e Sassuolo punti 9;
14) Fiorentina(*) punti 8;
15) Sampdoria e Udinese punti 7;
17) Pescara e Palermo punti 6;
19) Empoli punti 4;
20) Crotone punti 1.

(*) Genoa e Fiorentina una partita in meno.

(gazzetta.it)
15/10/2016 23:05
 
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Napoli-Roma 1-3: doppio Dzeko e Salah, Spalletti al secondo posto

Due gol del bosniaco e la rete finale dell'egiziano permettono
il sorpasso in classifica dei giallorossi, ora all'inseguimento della Juve.
Alla squadra di Sarri non è servita una rete di Koulibaly


Finisce col Napoli sotto la Curva A che implora misericordia ai tifosi che gridano: "Tirate fuori le palle", mentre la Curva B ringhia un volgare: "De Laurentiis figlio di puttana". Insomma, la vittoria della Roma al San Paolo per 3-1, santificata dalla doppietta di Dzeko e il gol di Salah, intervallato dal vantaggio dimezzato di Koulibaly, fa spostare il barometro su "cattivo tempo" in casa Napoli, tanto più che la squadra azzurra viene sconfitta in casa per la prima volta in campionato nell'era Sarri, dopo 19 vittorie e 3 pareggi. L'ultimo k.o., infatti, era da collocare nel periodo Benitez, quando i partenopei cedettero alla Lazio il posto in Champions: era il maggio 2015. Adesso invece la sconfitta fa seguito a quella di Bergamo con l'Atalanta (mai successo in A con Sarri) e, in attesa degli altri match, propone innanzitutto il sorpasso dei giallorossi, che salgono al secondo posto, centrando il primo successo esterno del campionato e soprattutto rilanciando Dzeko, al 7° gol, come cannoniere da titolo in una squadra che già è arrivata a 19 centri.

TRE E MEZZO — La partita delle assenze (fuori Milik per il Napoli e, all'ultim'ora, Strootman e Bruno Peres per la Roma) ridisegna lo scacchiere tattico delle squadra. Ma se la squadra di Sarri presenta il consueto 4-3-3, con Gabbiadini chiamato a sostituire il centravanti polacco, quella di Spalletti si schiera con una difesa a tre assai elastica, per delineare un 3-4-1-2 di partenza destinato già al 10' a ritornare a un 4-2-3-1 che in copertura è un chiaro 4-1-4-1. Numeri, ovviamente, che vogliono solo dare un'idea dei movimenti chiesti ai giocatori, visto che la consegna nelle due parti pare chiara. Il Napoli cerca il gioco sulle fasce, con relativi raddoppi dei terzini, per allargare le maglie giallorosse e servire in profondità i tagli degli avanti; la Roma invece vuole gli uno contro uno a cura di Salah, bravo e altruista a servire Dzeko ogni volta che può. Paradossalmente, così, il primo tempo è ricco di tante situazioni al limite del molto pericoloso, anche se la rifinitura finale o la conclusione le derubricano solo a brividi. Normale, però, è che siano i ragazzi di Sarri a fare la partita, anche se il gruppo di Spalletti conclude più spesso nello specchio della porta. Il botta e riposta comincia subito, con Insigne che su punizione sfiora il palo (5'), e con Dzeko che un minuto più tardi tira alto da ottima posizione anticipando Koulibaly. Il limite dell'area della Roma, lentamente, diventa terreno di caccia dei padroni di casa, ma se Insigne conclude alto (14') e Allan in percussione tira fuori (17'), i giallorossi non stanno a guardare, visto che Koulibaly deve recuperare Dzeko lanciato a rete da Nainggolan (15'), che poi dai sedici metri tira fuori da buona posizione (21'), così come Perotti, pochi secondi dopo, sfiora il palo concludendo dalla sinistra con un tiro a giro che dà l'illusione della rete, mentre è Dzeko un minuto più tardi a impegnare Reina in una facile parata. Il Napoli però cresce e al 25' per tre volte il muro dei difensori, guidato da Manolas, respinge altrettante conclusioni quasi a botta sicura degli azzurri da dentro l'area. Non basta, perché al 30' è Fazio a rimpallare un tiro di Hamsik trovatosi defilato davanti a Szczesny. Insomma, il portiere polacco deve fare solo una vera parata, quella su Ghoulam, che al 35' lo impegna in tuffo dal limite. Il resto del tempo però è Roma, con Reina che prima para su Nainggolan (27') e poi esce alla disperata sui piedi di Dzeko lanciato da Salah (32'). Ma quando la prima frazione si sta avviando verso il pari, al 43' una palla persa per presunzione da Koulibaly, consente al tenace Salah di innescare Dzeko, liberato anche dalla finta di Nainggolan: a tu per tu con Reina, per il bosniaco è facile battere a rete per il vantaggio.


GABBIA BOCCIATO — Ma è nella ripresa che la Roma vince per k.o. Se all'8' un tiro di Ghoulam impegna Szczesny, già al 9' i giallorossi raddoppiano: punizione di Florenzi e colpo di testa vincente di Dzeko, che approfitta delle incertezze di Hysaj e Reina. Il Napoli accusa il colpo, sbanda, sostituisce lo spaesato Gabbiadini - fischiato - ma rimetterlo in partita è un angolo di Ghoulam che innesca il colpo di testa vincente di Koulibaly. È il 13', con tanto da giocare. Ma la squadra di Sarri è macchinosa, anche se Mertens finto centravanti dà soluzioni interessanti. Il massimo sforzo dei partenopei comunque produce poco: un tiro di Allan domato da Szczesny e un bivio per Callejon anticipato in area da Juan Jesus, per cui poco prima il Napoli aveva chiesto il secondo giallo per un fallo su Mertens. L'equilibrio della partita viene spezzato al minuto 40', quando Salah segna chirurgicamente presentandosi solo davanti a Reina. Nell'allungamento finale delle squadre - orfane sui titoli di coda di Hamsik, Callejon e Nainggolan - si segnalano una grande parata di Szczesny su Mertens (43') e un'altra similare di Reina su El Shaarawy (44'), mentre è Jorginho a chiudere virtualmente il match, sciupando una ghiotta occasione da dieci metri tirando alto. Stavolta è finita davvero, con la Roma che esulta e il Napoli che conosce il primo vero sapore della crisi.

Massimo Cecchini

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15/10/2016 23:08
 
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Pescara-Sampdoria 1-1, Campagnaro gol e autogol, Viviano para un rigore

Entrambe recriminano: i blucerchiati non approfittano di un tempo con l'uomo in più,
gli abruzzesi resistono in 10 per 45' ma falliscono il penalty del possibile 2-1


Il Pescara deve rinviare ancora l’appuntamento con il primo successo (in campo) ma l’1-1 conquistato contro la Sampdoria vale praticamente quanto una vittoria. Dopo un ping-pong firmato dall’ex doriano Hugo Campagnaro, con autogol e riscatto con rete del pareggio, la compagine di Oddo regge nonostante l’espulsione di Coda alla fine del primo tempo. E nella ripresa spreca addirittura un rigore, sin troppo "generoso" concesso dall’arbitro Celi, con un destro centrale di Caprari. Delude la Sampdoria, che prova l’assedio nella fase conclusiva, senza riuscire ad abbattere il muro alzato davanti a Bizzarri.

LE SCELTE — Oddo schiera a sorpresa Coda al centro della difesa (al posto di Fornasier) e preferisce rilanciare Cristante a centrocampo (Memushaj parte dalla panchina). Giampaolo può contare su Barreto, recuperato, e tiene fuori inizialmente Muriel, rientrato solo giovedì dagli impegni con la Colombia, dando spazio a Budimir, per la prima volta in campo dall’avvio.

CI PENSA ... HUGO — In avvio il Pescara fa subito tremare Viviano, con un colpo di testa di Bahebeck: conclusione centrale e il portiere para. Scampato il pericolo, la Sampdoria trova il vantaggio, davvero fortunoso: su punizione dell’ex Torreira, Barreto non arriva a incornare ma alle sue spalle Campagnaro, altro ex, di testa colpisce e batte in modo beffardo il proprio portiere Bizzarri. La formazione abruzzese ha una reazione immediata, Caprari impegna Viviano con una voleè di destro. Al 23’ la rete del pareggio: Campagnaro si riscatta svettando su Sala e facendo centro con un perfetto colpo di testa, sul quale forse Viviano potrebbe fare qualcosa in più. Il Pescara prende coraggio, alza il ritmo e, nel giro di tre minuti, sfiora il raddoppio, con Caprari e Benali che si vedono negare la gioia del gol da interventi strepitosi dell’estremo difensore blucerchiato.

AQUILANI E ALVAREZ — Le squadre si allungano, non è certo una sfida spettacolare. Tocca soprattutto ad Aquilani e Alvarez tentare di illuminare la manovra. La Sampdoria ci prova su punizione a giro calciata da Torreira (di poco alta), dopo è Budimir a impegnare Bizzarri. Tanti errori commessi nelle rispettive fasi difensive agevolano le ripartenze: la pattuglia di Oddo punge con Caprari (impreciso da posizione favorevole) e va vicino al 2-1, per una deviazione di Sala che rischia l’autorete. Nel finale di tempo, dopo un decisivo intervento di Bizzarri (sarà determinante anche nel recupero, su incornata di Quagliarella) su tiro di Budimir, lo stesso portiere esce male fuori area per anticipare lo stesso croato (che un po’ lo spinge) e Coda frana in modo rude ancora su Budimir, meritando il secondo cartellino giallo e, quindi, l’espulsione.

COME CAMBIA — Sostituito Benali con il difensore Fornasier – si passa al 4-3-2, gli adriatici hanno la chance clamorosa per svoltare. Al 4’ l’arbitro Celi "abbocca" al tentativo di Bahebeck che entra in area e va a terra appena gli si avvicina Sala, comunque in ritardo e ingenuo ad allungare la mano destra: il direttore di gara assegna il rigore che Caprari spreca con un tiro di destro respinto da Viviano. Oddo deve ancora ridisegnare la difesa per l’infortunio di Vitturini, sostituito da Zuparic, ma nonostante l’inferiorità numerica il Pescara resiste, rischiando poco sulle conclusioni di Quagliarella, Silvestre e Muriel. La Sampdoria va all’assalto, disordinato e sempre con azioni prevedibili, e concede varchi per il contropiede, come al 35’ quando Caprari da 20 metri costringe Viviano a una difficile deviazione in angolo.

ASSEDIO — Negli ultimi minuti il Pescara si arrocca sulla linea difensiva e barcolla sulla botta di Torreira, che scheggia la traversa, e sui tiri di Praet (reattivo Bizzarri) e Budimir. Il pareggio è il giusto premio per la formazione di Oddo, che pure aveva sognato la grande impresa. Risulta, invece, un brodino indigesto per Giampaolo e i suoi ragazzi.

Giuseppe Calvi

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[Modificato da binariomorto 15/10/2016 23:10]
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Juventus-Udinese 2-1: Dybala fa doppietta, Allegri a +5 sulla Roma

L'ex Delneri spaventa lo Stadium con Jankto, poi si scatena l'argentino:
magia su punizione e raddoppio su rigore. E i bianconeri allungano in testa alla classifica


Turnover, abbondante. Prestazione, deludente. Juventus, comunque vincente. Tradotto: l’obbiettivo è stato centrato senza entusiasmare. Come da mantra allegriano la Juve ha “rubacchiato” un punto in più sul secondo posto e può guardare con più tranquillità alla Champions. Ma la vittoria in rimonta contro l’Udinese non ha sparso certo sorrisi allo Stadium: senza parecchi titolari si rischia di complicare anche certi (apparenti) comodi arrivi in volata. Soprattutto se dall’altro lato Delneri predica già bene in patria.


CONFUSIONE, POI DYBALA — L’assenza di Chiellini ha aiutato all’inizio a rimescolare le carte nel mazzo di Allegri: durante l'allenamento di rifinitura, risentimento muscolare alla coscia sinistra e settimo infortunio di un dannato 2016. Per questo, convocato Bonucci e dentro Evra, cambiando modulo con qualche alchimia curiosa: Lichtsteiner rimette i vecchi abiti di terzino nella difesa a 4, e a 4 è pure la mediana senza Pjanic e Khedira. C’è Cuadrado ala e, dall’altro lato, un Alex Sandro che si accentra per lasciare campo libero alle spalle ad Evra più Lemina un po’ impacciato da mezzala. Insomma, una certa confusione iniziale, visto che Delneri risponde con ordine e ripartenze velenose. Il suo 4-5-1 propositivo e spesso tendente al 4-3-3, senza le solite barricate viste e riviste allo Stadium, paga. E non solo perché Jankto, interessante interno dell’Under 21 ceca, sfrutta un doppio regalo di Hernanes e Buffon per segnare l’1-0 alla mezz’ora. Anzi, già prima del gol, l’Udinese era riuscita a distendersi più volte, accorciando e allungandosi all’occorrenza, grazie alle incursioni Theraeu e De Paul. Nella prima metà della Juve, invece, insoliti scricchiolii e un gol divorato da Mandzukic, ancora incapace di sfruttare le poche chance che gli concederà la voracità del Pipita in questa stagione. Certo, la differenza di qualità è evidente e serve il piedino incantato di Dybala a rimettere in pari su punizione prima dell’intervallo.

PAULO LETALE — Il ritorno alla coperta calda della difesa a 3 aiuta a ripartire in velocità, ma la novità della ripresa è anche la coppia Cuadrado-Dybala a supportare Mandzukic in un tridente più estroso. Ma è un regalo di De Paul in area, classico fallo di un attaccante disabituato a difendere nella zona rossa, a regalare il rigore e la doppietta di Dybala. L’argentino, il migliore per distacco, pare proprio la bella notizia della serata: più vicino alla porta, anche senza fare clic con Higuain, è un’arma letale. Dalla metà della ripresa, poi, la coppia si è ricomposta con l’ingresso del Pipita, in generale più pericoloso del croato. Ma Delneri è tornato a Torino con atteggiamento sbarazzino e voglia di stupire: difatti, Zapata porta grattacapi a lungo dalle parti di un Buffon. Il portierone è ancora insicuro, nonostante i cori e gli striscioni dello Stadium, ma alla fine è lui a salvare su un colpo di testa ravvicinato del solito colombiano. Pure l’ingresso di Perica, che aveva già punito il Milan a San Siro, ha procurato qualche brivido di troppo. A Lione servirà altro, in primis la qualità dei titolari.

Filippo Conticello

Fonte: Gazzetta dello Sport
16/10/2016 15:56
 
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Fiorentina-Atalanta 0-0: Viola appassita, super Berisha la ferma

La squadra di Sousa fatica nel primo tempo, mentre nella ripresa migliora e sfiora il vantaggio.
Berisha, però, è super e regala un punto assolutamente meritato ai suoi



Giusto pareggio tra Fiorentina e Atalanta. Meglio la squadra di Gasperini nel primo tempo; più incisivi i viola nella ripresa. Lo 0 a 0 lascia le due squadre in una situazione anonima di classifica. La prima occasione dopo appena quattro minuti è della formazione di casa. Il portiere Berisha respinge un tocco arretrato del suo compagno di squadra Caldara. La Fiorentina insiste e tre minuti dopo è Bernardeschi a concludere da fuori area. Potente ma centrale. Sousa propone la formula con le due punte. Ma di palloni buoni ne arrivano pochi. L’Atalanta cresce con il passare dei minuti. I ragazzi di Gasperini hanno più idee e più freschezza atletica. Astori deve salvare due volte su incursioni di Conti e Kurtic. Poi, è l’attento Tatarusanu a bloccare a terra al 42’ un rasoterra di Dramè. È il momento migliore per l’Atalanta che pressa alto e impedisce alla squadra di Sousa di sviluppare le abituali geometrie. Ai bergamaschi manca solo il colpo del kappaò nonostante la grande fisicità di Petagna e la tecnica raffinata di Gomez.

RIPRESA — Nell’intervallo arriva la prima sostituzione. Gasperini lascia negli spogliatoi il talento Caldara, stavolta meno brillante del solito e inserisce il più esperto Stendardo. La Fiorentina parte a cento all’ora nel tentativo di sbloccare il risultato. Al 5’ angolo di Bernardeschi e colpo di testa a botta sicura di Sanchez. È Conti a salvare sulla linea di porta con Berisha battuto. Ma l’Atalanta non si fa schiacciare nella propria metà campo. Ogni volta che può riparte in contropiede. Al 10’ sono gli ospiti a sfiorare il vantaggio. Cross di Kessie per Kurtic che, da solo, schiaccia di testa. Il pallone rimbalza davanti a Tatarusanu e schizza fuori. Una limpida occasione da gol. Il finale di gara però è tutto della Fiorentina. Al 17’ una bella conclusione da fuori area di Vecino (entrato al posto di Sanchez) viene alzata sopra la traversa da Berisha. Il portiere dell’Atalanta si ripete al 21’ su un sinistro a girare di Tello. Stavolta la deviazione è in calcio d’angolo. Infine, al 28’ la squadra di Sousa ha la più chiara delle occasioni da gol. Bello l’assist di testa di Bernardeschi per Kalinic che anticipa tutti ma, di testa, da due passi non inquadra lo specchio della porta. Finisce 0 a 0 tra i fischi dei tifosi della Fiorentina.

Luca Calamai

Fonte: Gazzetta dello Sport
16/10/2016 19:18
 
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Genoa-Empoli 0-0: rossoblu in 10 per un'ora

I rossoblu perdono Lazovic al 34’ del p.t. per doppia ammonizione
e il tecnico Juric, espulso per proteste sul finale.
Ma i toscani non riescono a impensierire Perin, alla 100ª in Serie A


L’Empoli ferma il Genoa con una partita attenta che diventa particolarmente prudente una volta che i toscani si ritrovano in superiorità numerica. Per il Grifone lo 0-0 porta un punto pieno di rimpianti, il secondo mezzo passo falso casalingo dopo il pari con il Pescara.

ARBITRO PROTAGONISTA — Il primo tempo della sfida è tattico, giocato con grande prudenza da entrambe le contendenti. Il protagonista, così, è l’arbitro Pairetto che prende tre decisioni importanti. La prima espellendo Lazovic al 34’ per doppia ammonizione, prima per fallo su Saponara, poi per un intervento su Pasqual. Con il Genoa in dieci l’Empoli va subito in gol: Gilardino colpisce la traversa con un colpo di testa, poi Saponara ribadisce in rete, ma il centravanti viene colto il posizione di fuorigioco e la prodezza del fantasista viene annullata. Un minuto dopo Bellusci taglia la strada a Simeone in area, colpendolo forse con un gomito. L’arbitro in questo caso lascia correre.

SENZA ACUTI — La sfida non perde equilibrio nel secondo tempo, con il Genoa che, pur in dieci, prova a creare occasioni da rete senza trovare l’acuto e l’Empoli che invece si accontenta di gestire la situazione, conquistando un preziosi pareggio. Nel finale viene espulso anche il tecnico rossoblù Juric per proteste.

Alessio Da Ronch

Fonte: Gazzetta dello Sport
16/10/2016 19:22
 
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Inter-Cagliari 1-2, crisi nerazzurra:
Joao Mario, Melchiorri e autogol di Handanovic

Icardi sbaglia un rigore, il portoghese illude, poi i sardi
sfruttano le amnesie difensive della squadra di De Boer


Alla fine lo sport è democratico e i fischi del Meazza travolgono tutta l’Inter mentre la Nord continua a cantare “Icardi uomo di m…”. Sono però tutti i nerazzurri a uscire perdenti 2-1 contro un Cagliari ordinato e paziente. Il gol e "mezzo" di Melchiorri (il secondo è un autogol di Handanovic) ribaltano l’illusorio centro di Joao Mario. L’Inter si ritrova così a metà ottobre a 10 punti dalla Juve. La zona Champions, però, è a 3 lunghezze grazie a una classifica condensata.

IL RIGORE FUORI — Frank de Boer non può attendere e così attacca il periodo denso di gare con gli uomini migliori. Dietro a Icardi – contestato dalla Nord e supportato dal resto del Meazza – ci sono Candreva, Banega e Perisic. Joao Mario e Medel offrono qualità e quantità al centrocampo interista proprio laddove il Cagliari mette la regia di Di Gennaio. Rastelli si presenta con un 4-3-1-2 per nulla rinunciatario visto che Melchiorri e Sau sono punte “vere”. La partita si accende al 25’ quando Bruno Alves mette una mano sul collo di Icardi: non sarebbe rigore per Valeri il quale però viene avvertito dall’addizionale Rizzoli che gli fa cambiare idea. Sul dischetto si presenta lo stesso numero 9 applaudito da tutto il Meazza – Nord esclusa – che vorrebbe sostenerlo. Ma la conclusione di Icardi è larga, alla sinistra di Storari che aveva anche intuito. Il pomeriggio di Mauro si complica, nonostante il lungo applauso di incoraggiamento che gran parte dello stadio gli riserva dopo l’errore.

GOL JOAO — Si resta sullo 0-0, con l’Inter che disegna la partita, nel bene e nel male. Il Cagliari è troppo leggero quando prova a spingere e troppo leggero nelle coperture rapide. I nerazzurri vanno vicini al gol in una ripartenza chiusa da un destro al volo di Joao Mario che finisce larga. Il primo tempo chiude i battenti senza gol. Il Meazza riapre lo spettacolo con gli stessi protagonisti visto che né De Boer né Rastelli mettono mano alle idee iniziali. I nerazzurri si fanno sorprendere dopo 3’ da una ripartenza del Cagliari chiusa da un sinistro a giro di Di Gennaro che finisce fuori. I sardi sono rientrati in campo con più convinzione, i nerazzurri sembrano essersi scaricati invece. L’azione del 9’ lo certifica: Pisacane e Di Gennaro sulla destra deliziano il pubblico con il tacco, la palla arriva a Melchiorri che trova Handanovic, poi sulla ribattuta è il turno di Sau che chiama il portiere sloveno al bis. Non c’è tempo per preoccuparsi, sul capovolgimento l’Inter passa. Joao Mario porta palla, scarica a sinistra per Perisic e si butta in area. Il croato percepisce e pesca il compagno che prima calcia centrale, poi sulla ribattuta di Storari è il più rapido di tutti e in scivolata insacca. Primo gol italiano per il portoghese.

PAREGGIO — L’Inter però non è salda al terreno. Sul primo tentativo di reazione, Di Gennaro calcia violentemente al volo un passo dentro l’area centrando in pieno Handanovic. De Boer capisce che è il caso di dare sostanza al cuore del centrocampo e così inserisce Gnoukouri per Banega. Il collega Rastelli invece butta dentro Borriello per Sau. L’Inter ritrova equilibrio e cerca la strada del raddoppio. Ansaldi scende sulla destra, cross per Icardi che con la testa colpisce male. Palla fuori. L’equilibrio interista è instabile. Al 26’ Di Gennaro mette dentro un pallone sporcato da Murillo (pressato da Borriello) sul quale Melchiorri è più svelto di Miranda. Controllo e conclusione a rete. Succede tutto velocemente, troppo forse per il sistema difensivo interista. De Boer ricarica le pile esterne inserendo Eder per Candreva. Il quarto d’ora finale – più recupero – deve essere giocato con il piede sull’acceleratore. Il nazionale si mette a sinistra facendo scivolare Perisic sul versante opposto. L’ultima mossa di De Boer si chiama Jovetic. Il montenegrino, che prende il posto di Ansaldi, si posiziona alle spalle di Icardi.

IL PASTICCIO — L’Inter passa a una difesa a 3 e il resto è tutta una scoperta: tre centrocampisti (Gnoukouri, Medel, Joao Mario) e tre punte (Perisic, Icardi, Eder). Ma il Cagliari, che mantiene il suo assetto originario, è più equilibrato. Al 36’ il cross di Isla pesca la testa di Melchiorri che gira di testa di poco fuori. Il numero 9 dei sardi è il vero problema dell’Inter. Da un corner battuto da sinistra Handanovic esce malissimo mancando il pallone, Melchiorri controlla e rimette in mezzo. Il portiere rientra in porta, con la mano spinge fuori il pallone, con le ginocchia lo butta dentro. Pasticcio completo, il Cagliari è in vantaggio 2-1. A 2’ dalla fine i nerazzurri vorrebbero un rigore per un fallo di mano di Bruno Alves che in scivolata va a chiudere su Perisic. Per Valeri è corner. Inter sbilanciatissima, Cagliari in estasi. Non cambia più nulla: il Cagliari vince 2-1 e la festa è tutta al terzo anello, quello dedicato ai tifosi sardi.

Matteo Brega

Fonte: Gazzetta dello Sport
16/10/2016 19:25
 
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Lazio-Bologna 1-1, Immobile salva i biancocelesti in pieno recupero

Helander porta in vantaggio i rossoblu al 10', l'attaccante pareggia
i conti al 97' su rigore salvando Inzaghi dalla sconfitta all'Olimpico



Non riesce alla Lazio il salto al secondo posto. Anzi, contro il Bologna, la squadra di Inzaghi evita la sconfitta solo al 52’ della ripresa, quando Immobile dal dischetto pareggia il gol di Helander arrivato al decimo minuto del primo tempo. Gara in salita per i biancocelesti, che hanno sciupato tante occasioni. Prova attenta e orgogliosa del Bologna, che sfiora il primo colpaccio stagionale e comunque cancella le scorie della sconfitta interna col Genoa.

HELANDER COLPISCE — Inzaghi recupera Marchetti e Radu. In piena emergenza Donadoni. Squalificati Gastaldello e Dzemaili, infortunato Destro, all’ultimo si ferma pure Krafth, Krejic non è ancora pronto e parte dalla panchina. Spazio a Mbaye ed Helander in difesa, Donsah in mediana, mentre in attacco vengono rilanciati l’ex Floccari e Di Francesco. Il Bologna colpisce subito: al 10’, Helander chiude a rete una punizione calciata da Verdi. Bis contro la Lazio per il difensore svedese: l’anno scorso a segno con la maglia del Verona. Biancocelesti storditi dallo svantaggio. Gli emiliani insistono. Al 16’ potrebbero raddoppiare: Marchetti respinge su un diagonale di Donsah. La formazione di Inzaghi si ricarica ma soffre le ripartenze del Bologna. Al 21’ Milinkovic sfiora il pareggio: palla fuori. Lazio frenata dal pressing del Bologna, che è molto attento anche in copertura. Al 31’, ecco Immobile. Traversa su botta del bomber toccata da Da Costa. Tre minuti dopo il portiere del Bologna respinge d’istinto su tocco ravvicinato di Immobile. Lazio all’assalto senza però trovare lucidità in fase conclusiva.

IMMOBILE ALL'ULTIMO — In avvio di ripresa, vanno k.o De Vrij e Floccari per una capocciata in un scontro di gioco. Il laziale esce subito, il bolognese prova a riprendere ma poi si arrende. Donadoni sgancia Sadiq, Inzaghi inserisce Cataldi che va in regia mentre Lulic arretra in difesa e Parolo scala in avanti. Doppio tentativo di Milinkovic ma Da Costa è in guardia. Ma al 18’ è clamorosa l’occasione sciupata dal serbo solo davanti alla porta. Bologna raggomitolato nella propria metà campo: sguscia al 20’ con Taider (Marchetti controlla in due tempi). Al 24’ brividi per gli emiliani su tocco all’indietro di Pulgar, appena subentrato a Donsah: Da Costa salva prima che il pallone oltrepassi la linea. La Lazio attacca con tanta frenesia. Inzaghi si gioca la carta Luis Alberto, che subentra all’opaco Milinkovic. Al 33’ Da Costa vola su una parabola di Anderson. Bologna resiste con lucidità. Anche quando, al 42’, Maietta salva sulla linea su tentativo di Immobile. La Lazio insiste sino all’ultimo e al 52’ Wallace viene atterrato in area nella morsa fra Masina e Oikonomou. Su rigore Immobile firma il pareggio col suo quinto gol in campionato nella festa ritrovata dell’Olimpico.

Nicola Berardino

Fonte: Gazzetta dello Sport
[Modificato da binariomorto 16/10/2016 19:26]
16/10/2016 19:30
 
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Sassuolo-Crotone 2-1: Sensi e Iemmello decidono nel finale

Iniziale gol dell’ex Falcielli per i calabresi, poi una lunga supremazia dei neroverdi.
Prima dei due gol, arrivati al 38’ e 41’ del secondo tempo, quattro traverse (due per parte)



Cuore, testa e determinazione. Il Sassuolo torna alla vittoria - in rimonta - grazie alle prime firme in Serie A di Sensi e Iemmello, pescati dalla panchina da Di Francesco per rimettere in piedi una partita che sembrava stregata. Il Crotone culla a lungo il sogno del primo successo storico in A, ma si scioglie a pochi metri dal traguardo. Il gol iniziale di Falcinelli aveva messo la partita sui binari sperati dal tecnico Nicola, ma alla fine l’ha spuntata la maggiore esperienza e qualità del Sassuolo, bravo a non perdere la testa quando sembrava una giornata storta.

AVVIO SPRINT — Alla prima ripartenza il Crotone è già avanti. Tonev pesca bene il corridoio per Rosi, cross di prima e l’ex Falcinelli brucia sullo scatto Cannavaro e fulmina Consigli. Sono passati appena 100’’. La reazione del Sassuolo è immediata, ma la spettacolare semi-rovesciata di Defrel (3’) su cross di Pellegrini viene respinta dalla traversa, con Cordaz battuto. Metabolizzato lo spavento, il Crotone abbassa il baricentro per togliere profondità agli attaccanti del Sassuolo. Il 4-3-3 di partenza è di fatto un 4-5-1, con Falcinelli isolato avanti. All’8’ altra occasionissima per il Sassuolo: Ferrari buca l’intervento difensivo ma Defrel solo davanti a Crodaz spara sul portiere in uscita. Il Crotone si riassesta e riesce ad alleggerire la pressione con qualche volata di Palladino. Il Sassuolo si rifà pericoloso con un tiro da fuori di Biondini, di poco a lato. Prima dell’intervallo i padroni di casa chiedono due rigori: prima per un contatto al limite Ferrari-Pellegini, poi per un tocco di mano in mischia dopo una conclusione di Acerbi, ma per Massa è tutto regolare.

RIMONTA — Di Francesco prova a cambiare all’intervallo, inserendo Matri per lo spento Ricci. Ma è il Crotone in avvio di ripresa a sfiorare il raddoppio: Palladino (4’) vola via in ripartenza, salta secco Cannavaro e crossa per Falcinelli che di testa centra la traversa. La risposta del Sassuolo arriva al 10’ con un destro a giro di Pellegrini: altra traversa. Al 18’ altra protesta del Sassuolo per una trattenuta di Rosi su Peluso. La squadra di Di Francesco spinge, ma il muro calabrese regge. Al 20’ è Crodaz a mettere in angolo un bel diagonale di Politano, che due minuti dopo spara alto dalla distanza. Sempre da fuori è Lirola ad andare vicino al pari al 34’. Il minuto chiave diventa il 38’: il Crotone sfiora ancora il raddoppio con una splendida punizione di Capezzi che centra la traversa (vera protagonista della gara) e sul capovolgimento di fronte il Sassuolo al 38’ trova il pari con Sensi, bravo a stoppare di coscia e a calciare al volo sul palo lontano. E’ l’episodio che gira la gara. Il muro del Crotone crolla e il Sassuolo vola sulle ali dell’entusiasmo. Politano guadagna l’ennesimo angolo, Iemmello al 41’ sul primo palo brucia tutti e completa la rimonta del Sassuolo. Di Francesco esulta, Nicola mastica amaro. A un passo dall’impresa il suo Crotone si è sgretolato.

Vincenzo D’Angelo

Fonte: Gazzetta dello Sport
16/10/2016 23:19
 
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Chievo-Milan 1-3: Kucka, Niang e Bacca in gol, Montella vola al 2° posto

A Verona decidono due "missili" a cavallo tra i due tempi
e Bacca nel recupero, inutile il gol di Birsa:
i rossoneri agganciano la Roma alle spalle della Juve,
e sabato a San Siro arrivano i bianconeri



Milan-Juventus, sabato sera, sarà come Milan-Juventus di una volta: prima contro seconda. Montella è andato a vincere anche a Verona contro il Chievo, nel suo piccolo squadra organizzata e attenta, e a metà ottobre è secondo insieme alla Roma, a -5 dalla Juve. Non succedeva dal 2010. Il presente però merita un po’ più attenzione. Il posticipo è stata una serata di coppia: il 3-1 è tutto nei due gol segnati subito prima e subito dopo l’intervallo da Kucka e Niang. Due gol di sinistro, di due ex Genoa con cresta. Soprattutto, due palloni da autovelox da fuori area: oltre che angolati, fortissimi. Birsa ha completato la serata del mancino con il momentaneo 1-2: gol dell’ex con la classica punizione a giro sopra la barriera. Una deviazione di Dainelli su un esterno destro di Bacca ha fissato il punteggio negli ultimi secondi, quando il Chievo non aveva più sperante.

MILAN CONCRETO — Montella ha scelto una partita attenta, come sempre in questo inizio stagione. In più, una novità: De Sciglio terzo centrale in fase di impostazione, con Abate più alto a destra. Il ritmo è rimasto tendenzialmente basso, come spesso in stagione, ma il Milan ha avuto venti minuti – i primi del secondo tempo – di alto livello. Bonaventura ha recuperato il pallone del 2-0 e crossato per una girata di testa di Lapadula, mentre Niang ha provato a segnare anche su punizione. Soprattutto, come le squadre forti, i rossoneri hanno vinto con due giocate individuali. Kucka ha calciato da 25 metri mettendo la palla vicino al palo, Niang ha improvvisato una ripartenza spostando il pallone in velocità e incrociando col sinistro.


CHIEVO SPUNTATO — A Maran restano il primo tempo, ottimo, e il finale. Il Chievo era partito forte, mandando Izco su Bonaventura e aggredendo tanto il possesso palla del Milan. Birsa a inizio partita è stato il migliore: ha chiuso le linee di passaggio per Locatelli e creato subito due pericoli, prima saltando il ragazzino col 73, poi cercando Floro Flores in area con una bella palla. Paletta ha chiuso in angolo, confermandosi in grande momento. Pericoli, però, pochi: un girata di testa di Floro Flores al 21’, un tiro di Birsa (di destro!) trattenuto da Donnarumma. Questa volta ai gialloblù sono mancati gli attaccanti: hanno giocato tutti – Inglese, Floro Flores, Meggiorini, Pellissier – ma nessuno ha convinto.

LOCA E LAPA — La curva del Milan ha cominciato cantando per Franco Baresi, bandiera più di tutte le bandiere, e ha finito con antichi cori anti-Juve. Un bel segnale in una partita sofferta, con due nuovi testati come previsto. Locatelli ha giocato semplice e sbagliato poco: niente male alla seconda da titolare della vita. Lapadula ha vissuto il momento migliore della sua sera… in fase difensiva. Con la sua grinta ha costretto Radovanovic a perdere il pallone diventato, cinque secondi e un sinistro dopo, il gol di Kucka. In attacco è andato vicino al primo gol ufficiale da milanista dopo un’ora, quando si è travestito da Inzaghi vincendo due rimpalli a centro area. Un classico di Pippo. Purtroppo per lui, ha calciato (col destro) dritto su Sorrentino. La maledizione del 9 rossonero non esiste, però...

Luca Bianchin

Fonte: Gazzetta dello Sport
17/10/2016 23:54
 
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Palermo-Torino 1-4: Ljajic show, Mihajlovic aggancia il 4° posto

Chochev porta i siciliani avanti dopo 5', poi la rimonta granata
con una doppietta dell'ex Roma e i gol di Benassi e Baselli




Poker per l’Europa. Il Torino rompe il tabù trasferta e centra una vittoria che lo proietta ai piani alti grazie a un Adem Ljajic in stato di grazia. Il serbo mette a segno una doppietta che ribalta lo svantaggio iniziale e legittima lo strapotere granata. Il Palermo, invece, resta ancora secco di punti casa. De Zerbi a sorpresa rilancia Vitiello e Andelkovic in difesa, Chochev in mezzo al campo e Bentivegna in tandem con Diamanti, alle spalle di Nestorovski. Mihajlovic preferisce Baselli come mezzala e schiera il tanto atteso tridente d’assalto composto da Iago Falque, Belotti e Ljajic. Il Torino ha un avvio straripante in pochi minuti confeziona due occasioni, dopo 30’’ con Iago Falque e al 4’ con Benassi, lanciato da Belotti, che a tu per tu con Posavec si fa neutralizzare.

VANTAGGIO A SORPRESA — Il Palermo, stordito, trova un’accelerazione che termina in angolo, dagli sviluppi del corner palla a Diamanti che al 5’ disegna una traiettoria perfetta per la testa di Chochev che trafigge Hart. Al 15’ Bentivegna è costretto a uscire per infortunio, al suo posto Hiljemark. I granata hanno in Belotti un abile rifinitore: al 19’ trova ancora un assist per Benassi che questa volta trova sulla sua strada Andelkovic.

RIMONTA — Il Torino preme, al 23’ Iago Falque trova il pari ma l’arbitro annulla per fuorigioco. Al 25’ Liaijc, sul traversone di Iago Falque, tutto solo dal limite insacca la palla sotto il sette. Il Palermo prova a reagire con Aleesami, Hart lo chiude. I granata però hanno un Ljajic superlativo che al 40’ ribalta la situazione con un tiro a giro che si insacca sul secondo palo. Il Toro a questo punto dilaga e in pieno recupero cala il tris con Benassi. Nella ripresa De Zerbi richiama Hiljemark e inserisce Quaison, ma è il Torino a passare ancora una volta con Baselli (5’) che su cross di Iago Falque batte un Posavec. Mihajlovic al 10’ decide di sostituire Ljajic con Boyé che impegna subito Posavec. Il Palermo stenta a riprendersi e vive soltanto di sprazzi. Al 18’ ci prova Nestorovski, ma la sua conclusione termina a lato. Dieci minuti più tardi Chochev prova a riaprire i giochi ma il suo colpo testa s’infrange sulla traversa. Nel finale anche un interruzione di tre minuti a causa di una diminuzione della luce. Che non fosse serata per il Palermo si è visto anche da qui.

Fabrizio Vitale

Fonte: Gazzetta dello Sport
18/10/2016 00:02
 
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SERIE A 2016/2017 8ª Giornata (8ª di Andata)

15/10/2016
Napoli - Roma 1-3
Pescara - Sampdoria 1-1
Juventus - Udinese 2-1
16/10/2016
Fiorentina - Atalanta 0-0
Genoa - Empoli 0-0
Inter - Cagliari 1-2
Lazio - Bologna 1-1
Sassuolo - Crotone 2-1
Chievo - Milan 1-3
17/10/2016
Palermo - Torino 1-4

Classifica
1) Juventus punti 21;
2) Roma e Milan punti 16;
4) Torino, Napoli e Lazio punti 14;
7) Chievo e Cagliari punti 13;
9) Genoa(*) e Sassuolo punti 12;
11) Inter e Bologna punti 11;
13) Atalanta punti 10;
14) Fiorentina(*) punti 9;
15) Sampdoria punti 8;
16) Pescara e Udinese punti 7;
18) Palermo punti 6;
19) Empoli punti 5;
20) Crotone punti 1.

(*) Genoa e Fiorentina una partita in meno.

(gazzetta.it)
22/10/2016 23:45
 
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Sampdoria-Genoa 2-1, Muriel super, vince Giampaolo

Spettacolare gara al Ferraris:
apre il colombiano, pareggia Rigoni, poi la decisiva autorete di Izzo



Vince la Sampdoria, scongiurando una crisi pericolosa ed esaltando Giampaolo, grazie ad una prova di grande intensità e qualità nella quale si rivela trascinante Luis Muriel, autore di un gol e protagonista anche nell’azione del decisivo 2-1.

L'AVVIO — Il primo tempo è scoppiettante. La Sampdoria parte meglio, grazie ad un Muriel ispirato. La prima occasione, però, è per Quagliarella: cross di Sala, testa del centravanti. Perin respinge. È il terzo minuto, ma la sfida è già nel vivo. Muriel stuzzica ancora il portiere rossoblù, poi, al 12’ arriva il gol: idea di Fernandes, che, da destra, pesca Quagliarella in area, tocco per Muriel e stavolta Perin non può far nulla.

REAZIONE — La reazione del Genoa e immediata e trova sfogo sul lato destro. Edenilson innesca bene Rigoni sotto porta, il centrocampista anticipa Skriniar e fa 1 a 1. Non c’è pausa, i rossoblù colpiscono la traversa con Izzo, poi con Burdisso, di testa su calcio d’angolo e grazie ad un tocco di Puggioni. Sul rimpallo arriva Pandev e fa centro, ma secondo Tagliavento è in posizione di fuorigioco. Dall’altra parte è Silvestre a svettare su punizione di Fernandes, la traversa salva Perin, poi vi rimbalza sopra pure il cross di Muriel. Non è finita: proprio al 45’ Muriel libera Barreto, lancio perfetto per Quagliarella e Perin è costretto a commettere fallo da rigore. Il portiere però para il tiro dal dischetto dello stesso Quagliarella.

AUTORETE — Poco male, perché i blucerchiati sorprendono ancora il Genoa in avvio di secondo tempo. Fernandes dopo un minuto imbecca Quagliarella, che trova il solito Perin a chiudergli la strada, altri sessanta secondi però ed è proprio il portiere rossoblù a ribattere un cross di Muriel sulla pancia di Izzo, causando l’autogol decisivo. Stavolta la reazione del Genoa è scomposta e poco lucida, la Samp regge e si rende ancora pericolosa con Muriel, il Grifone trova due colpi di testa di Pavoletti, uno parato da Puggioni, l’altro impreciso. L’ultimo tentativo viene da Ninkovic, ribattuto due volte.

Alessio Da Ronch

Fonte: Gazzetta dello Sport
22/10/2016 23:48
 
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Milan-Juventus 1-0: Locatelli decide, Montella riapre il campionato e va a -2

Un gran gol del 18enne decide la super sfida e lancia i rossoneri a due punti da Allegri.
Annullato un gol regolare a Pjanic: Rizzoli prima convalida e poi ci ripensa



In questi ultimi anni di presidenza Silvio Berlusconi sognava un Milan pieno di giovani italiani. E all’ultimo Milan-Juve da presidente, il regalo più bello glielo fa Manuel Locatelli, 18 anni, alla terza da titolare in Serie A. Che dopo un inizio tremebondo, con due brutte palle perse davanti alla sua area, non si deprime mai, fino a trovare nella ripresa il gol che lo proietta definitivamente verso una grande carriera. Il Milan continua così il suo campionato sopra le attese, con l’1-0 ai danni di una Juve normale. Non è questa la squadra che viene giustamente accreditata del sesto scudetto consecutivo e di una Champions da prime 8, se non prime 4. La gara scialba di un Higuain poco e mal servito è l’emblema di due trasferte a San Siro da zero punti.

CERNIERA MILAN — Montella prepara una squadra molto difensiva, con Locatelli stopper aggiunto alla Busquets, Bonaventura e Kucka molto attenti a disturbare rispettivamente Hernanes e Pjanic e a ingolfare gli spazi centralmente. Il problema per i rossoneri è da subito Alex Sandro: Abate è solo contro di lui e tutto ciò che la Juve costruisce nel primo tempo, nasce dalla fascia sinistra, come la girata di Dybala ben parata da Donnarumma. La produzione offensiva rossonera è affidata a un sinistro di Suso (attento Buffon) e soprattutto agli strappi di Niang conditi da un paio di palle inattive. Il francese rincorre Alves a tutto campo, poi approfitta dei mancati rientri del brasiliano per ribaltare il fronte. Peccato che dalla sua parte ci sia Barzagli: saltarlo uno contro uno è come pescare il jolly da 30 metri. E succederà una volta in tutta la partita. Lo 0-0 dell’intervallo, al netto della topica arbitrale che leva a Pjanic un gol regolarissimo su punizione, non è scandaloso. Anche perché sia Bacca che Higuain non incidono. Dybala esce toccandosi il bicipite femorale dopo una mezz’ora non disprezzabile, sostituito da Cuadrado.


POCHE EMOZIONI — La partita che dopo l’infortunio di Dybala sembra spegnersi, prosegue sulla stessa lunghezza d’onda. Cuadrado gode della massima libertà dietro a Higuain, ma non lascia mai il segno. Il Milan, con un Romagnoli sontuoso, chiude benissimo gli spazi, mentre alla Juve manca sempre la variazione sul tema, con la Joya negli spogliatoi e Alex Sandro meno incisivo alla distanza. È un secondo tempo quasi da sbadigli, prima che Locatelli indovini il destro sotto l’incrocio dopo l’appoggio di Suso. Dati tutti i meriti al nuovo gioiello rossonero, Pjanic va spedito dietro la lavagna dalla maestra Allegri. Il bosniaco invece di assorbire il taglio a rimorchio del rossonero resta lì a guardarlo.

SOLO KHEDIRA — Allegri ci prova con Mandzukic e il 4-3-3, mentre Montella finisce con un 5-3-2 arroccatissimo: dentro Poli e Gomez per Niang e Locatelli. È un finale di mischie nell’area rossonera, in cui un Donnarumma fin lì normale (e mezzo colpevole sul gol di Pjanic) si guadagna il solito votone in pagella levando un destro di Khedira dall’incrocio all’ultimo secondo. Comunque poco per la Juve. Troppo poco.

Jacopo Gerna

Fonte: Gazzetta dello Sport
23/10/2016 11:06
 
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binariomorto, 22/10/2016 23.48:

Milan-Juventus 1-0: Locatelli decide, Montella riapre il campionato e va a -2

Un gran gol del 18enne decide la super sfida e lancia i rossoneri a due punti da Allegri.
Annullato un gol regolare a Pjanic: Rizzoli prima convalida e poi ci ripensa



In questi ultimi anni di presidenza Silvio Berlusconi sognava un Milan pieno di giovani italiani. E all’ultimo Milan-Juve da presidente, il regalo più bello glielo fa Manuel Locatelli, 18 anni, alla terza da titolare in Serie A. Che dopo un inizio tremebondo, con due brutte palle perse davanti alla sua area, non si deprime mai, fino a trovare nella ripresa il gol che lo proietta definitivamente verso una grande carriera. Il Milan continua così il suo campionato sopra le attese, con l’1-0 ai danni di una Juve normale. Non è questa la squadra che viene giustamente accreditata del sesto scudetto consecutivo e di una Champions da prime 8, se non prime 4. La gara scialba di un Higuain poco e mal servito è l’emblema di due trasferte a San Siro da zero punti.

CERNIERA MILAN — Montella prepara una squadra molto difensiva, con Locatelli stopper aggiunto alla Busquets, Bonaventura e Kucka molto attenti a disturbare rispettivamente Hernanes e Pjanic e a ingolfare gli spazi centralmente. Il problema per i rossoneri è da subito Alex Sandro: Abate è solo contro di lui e tutto ciò che la Juve costruisce nel primo tempo, nasce dalla fascia sinistra, come la girata di Dybala ben parata da Donnarumma. La produzione offensiva rossonera è affidata a un sinistro di Suso (attento Buffon) e soprattutto agli strappi di Niang conditi da un paio di palle inattive. Il francese rincorre Alves a tutto campo, poi approfitta dei mancati rientri del brasiliano per ribaltare il fronte. Peccato che dalla sua parte ci sia Barzagli: saltarlo uno contro uno è come pescare il jolly da 30 metri. E succederà una volta in tutta la partita. Lo 0-0 dell’intervallo, al netto della topica arbitrale che leva a Pjanic un gol regolarissimo su punizione, non è scandaloso. Anche perché sia Bacca che Higuain non incidono. Dybala esce toccandosi il bicipite femorale dopo una mezz’ora non disprezzabile, sostituito da Cuadrado.


POCHE EMOZIONI — La partita che dopo l’infortunio di Dybala sembra spegnersi, prosegue sulla stessa lunghezza d’onda. Cuadrado gode della massima libertà dietro a Higuain, ma non lascia mai il segno. Il Milan, con un Romagnoli sontuoso, chiude benissimo gli spazi, mentre alla Juve manca sempre la variazione sul tema, con la Joya negli spogliatoi e Alex Sandro meno incisivo alla distanza. È un secondo tempo quasi da sbadigli, prima che Locatelli indovini il destro sotto l’incrocio dopo l’appoggio di Suso. Dati tutti i meriti al nuovo gioiello rossonero, Pjanic va spedito dietro la lavagna dalla maestra Allegri. Il bosniaco invece di assorbire il taglio a rimorchio del rossonero resta lì a guardarlo.

SOLO KHEDIRA — Allegri ci prova con Mandzukic e il 4-3-3, mentre Montella finisce con un 5-3-2 arroccatissimo: dentro Poli e Gomez per Niang e Locatelli. È un finale di mischie nell’area rossonera, in cui un Donnarumma fin lì normale (e mezzo colpevole sul gol di Pjanic) si guadagna il solito votone in pagella levando un destro di Khedira dall’incrocio all’ultimo secondo. Comunque poco per la Juve. Troppo poco.

Jacopo Gerna

Fonte: Gazzetta dello Sport



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23/10/2016 14:39
 
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E per un po' Muntari e il suo gol ce lo siamo tolti dal c.... !


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