31/12/2016 22:39 |
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'Andros', 31/12/2016 21.46:
I giovani sono meno legati alla tradizione, non amano seguire pedissequamente un percorso che non li convince, vogliono capire, pur affidandosi alle guide spirituali ufficiali. Alcuni di loro sono profondamente (e giustamente) preoccupati per i segnali di insicurezza (e di biblica ignoranza) dei loro capi religiosi. Io stesso rimango basito quando il massimo esponente della Confessione non ha le risposte più elementari e accusa Dio del male e delle sofferenze.
Sono veramente, come disse Gesù, pecore senza pastore, agnellini sinceri in cerca di conforto.
Provo tenerezza per loro perché so assai bene che molti cattolici sinceri sono in trepidante attesa di quelle vitali risposte che sono proprio lì, a casa loro, nella loro Bibbia, impolverata su un ripiano dimenticato della loro libreria.
Bella riflessione.
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“Queste Profezie di Daniele e Giovanni non dovranno essere comprese sino al tempo della fine: ma intanto alcuni dovranno profetizzare basandosi su di esse in tristi condizioni per lungo tempo, e ciò in modo oscuro, così da convertire solo pochi. . . . Poi, dice Daniele, molti le scorreranno e la conoscenza sarà accresciuta. Poiché l’Evangelo deve essere predicato in tutte le nazioni prima della grande tribolazione e della fine del mondo. La moltitudine con le palme in mano presa da tutte le nazioni, che viene da questa grande tribolazione, non può divenire innumerevole, se non grazie alla predicazione dell’Evangelo prima che essa venga”.
- Isaac Newton, Observations Upon the Prophecies of Daniel, and the Apocalypse of St. John, 1733 -
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