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Social: quando parte la macchina del fango

Ultimo Aggiornamento: 06/01/2017 13:02
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03/01/2017 16:56
 
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Mi segnalano questo contributo:

italians.corriere.it/2016/12/10/47637/?refresh_ce-cp



Egregio dottor Severgnini, ho letto con molta attenzione, e con piacere, il suo articolo pubblicato sul Corriere del 17 novembre “Facebook, i facili insulti e la democrazia storpiata” ( bit.ly/2h5RIXH ). Con “piacere” perché sono un suo estimatore da sempre e trovo i suoi interventi puntualmente capaci di indurre a più di una riflessione. E con “molta” attenzione – sì, più della solita attenzione – perché in alcuni passaggi della sua rubrica del 17 novembre mi sono ritrovato. Naturalmente ha tutta la mia solidarietà: i facili insulti, la menzogna impunita, la macchina del fango hanno vita facile di questi tempi. Ho fatto il giornalista anche con discreto successo per più di quarant’anni, ho insegnato questa professione a moltissimi giovani colleghi, pensavo ingenuamente di conoscere i meccanismi (direi etici, ma mi accontento di rispettosi) dell’informazione ma evidentemente ho saltato alcuni passaggi, gli ultimi: internet ha svelato a ognuno di noi le rotte che portano ai porti di tutto il mondo, ci ha cambiato la vita, ci ha aperto orizzonti inimmaginabili, ci ha regalato nuove fantasie… ma a quale prezzo? Lei ha scritto “Facebook non può diventare la bacheca della diffamazione”. Il rispetto, la dignità, l’umanità, la verità possono essere immolate sull’altare della Rete? Lei, pur avendo gli strumenti idonei per difendersi, ha saputo descrivere in poche righe il disagio di convivere con le minacce, gli insulti, le bugie: ma noi che facciamo altri mestieri (ora sono pensionato) come possiamo difenderci “quando potremmo trovarci accusati di qualsiasi cosa, in qualsiasi momento, da chiunque?” Sono parole sue, queste, e in queste parole, come le dicevo prima, mi sono ritrovato. Sono testimone di Geova e come tale, accedendo alla rete, mi ritrovo accusato di qualsiasi cosa, in qualsiasi momento, da chiunque. Non mi riferisco ai soliti luoghi comuni, alle solite barzellette, alle solite battute o alle prese in giro. Ormai ognuno di noi ci ha fatto l’abitudine. Non mi riferisco alla satira, nemmeno al sarcasmo: mi riferisco a un sentimento più profondo, più violento, quello che lei ha il coraggio – io forse non lo avrei avuto – di chiamare odio. Quel sentimento che se ne frega di storpiare la verità e che trova la più grande cassa di risonanza nel mondo dei social. Una volta che il tragico passaparola prende il via, anche la bufala più eclatante, diventa prima verosimile, poi vera, poi cruda realtà, poi condanna. E non servono smentite, non servono prove, non servono ragionamenti; inutili gli appelli al buon senso, alle leggi, alla tolleranza o al diritto di ognuno di vivere le proprie convinzioni religiose. Molti luminari della medicina – per fare un esempio, il più controverso – dicono e sottoscrivono che la chirurgia senza sangue (un toccasana per tutti, non solo per noi) ha fatto passi da gigante proprio grazie all’impegno dei testimoni di Geova, ma per molti – troppi – noi “uccidiamo”. Lei – passando dalla vicenda personale al problema universale – scrive nel suo articolo così drammaticamente chiaro: “… capisco che la piattaforma non possa rincorrere ogni post” ma aggiunge “… l’odio endemico gonfia la falsità e la rende invincibile” e poi conclude citando il leader dei social “… Mark Zuckerberg dica quel che vuole, ma se Facebook permette questo, storpia la democrazia. E la democrazia deve difendersi, prima che sia tardi”. Parole sacrosante, ma quel “prima che sia tardi” rivela un barlume di speranza. Io sono meno ottimista di lei, dottor Severgnini: io penso che sia già tardi. Perché noi, e non parlo solo dei testimoni di Geova, non possiamo difenderci. Chiudo, ringraziandola per i bei momenti che mi regala quando leggo un suo articolo e scusandomi se le ho tolto un po’ del suo tempo prezioso: ma in fin dei conti è colpa sua, sono stati i suoi pensieri di “persona ferita” ad accendere questo mio sfogo. La saluto cordialmente,
Lettera Firmata
03/01/2017 17:30
 
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Credo che l'avessimo già postata, non ricordo in quale sezione. Comunque c'è un movimento contro l'insulto libero e gratuito su facebook, mia moglie mi ha fatto notare questo articolo un po' di tempo fa

LA STAMPA

Vi capita mai che qualcuno che nemmeno conoscete inizi a insultarvi sui social? E’ l’odiatore compulsivo che ha deciso che voi siate il suo bersaglio. E’ frequente che l’odiatore compulsivo vi scelga come bersaglio in ragione della vostra presenza su Facebook, della vostra attività quotidiana su Twitter. E’ più probabile che si presenti se voi avete un’attività pubblica, un ruolo istituzionale. Fatale che arrivi se avete per qualunque ragione, merito o demerito, un briciolo di notorietà. Fosse anche nel vostro quartiere, nel vostro condominio, nel bar degli amici. L’odiatore compulsivo non ha bisogno di motivare la ragione del suo aggredirvi odiosamente, ha deciso di lanciarvi il guanto della sfida, il suo scopo è portarvi a reagire. Il buon senso porterebbe a non alimentare l’odiatore compulsivo rispondendo alle sue bordate, anche gentilmente. Non serve rispondere, lui si nutre della vostra reazione, si esalta se voi lo considerate. L’odiatore compulsivo non ha followers, non ha amici, non ha seguito. E’ il cromosoma impazzito dell’organismo della rete, è il rischio biologico da contaminazione da massime di saggezza, è l’esito nefasto del principio di libertà d’espressione universale che promette la rete.

Di Gianluca Nicoletti

Odiatori compulsivi... ricordano tanti personaggi che qui o altrove scambiano la critica con l'insulto.

Shalom [SM=g10765]


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Sijmadicandhapajiee, gente per cui le arti stan nei musei - Paolo Conte

FORUM TESTIMONI DI GEOVA
05/01/2017 08:26
 
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Re:
barnabino, 03/01/2017 17:30:

...

Vi capita mai che qualcuno che nemmeno conoscete inizi a insultarvi sui social? E’ l’odiatore compulsivo che ha deciso che voi siate il suo bersaglio. E’ frequente che l’odiatore compulsivo vi scelga come bersaglio in ragione della vostra presenza su Facebook, della vostra attività quotidiana su Twitter.

...

Odiatori compulsivi... ricordano tanti personaggi che qui o altrove scambiano la critica con l'insulto.

Shalom [SM=g10765]





Per questo ho un rimedio infallibile: niente conto feisbuk, niene conto tuitter! [SM=g7355]
Compalsiv obsessiv odietor... [SM=x1408430]

Simon
05/01/2017 09:52
 
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Senza fb o tw si evitano gli insulti personali...
ma restano quelli 'collettivi'
l'odio è merce che si vende a buon prezzo...e ce n'è per tutti i gusti: per i bianchi per i neri per i tifosi della squadra avversaria, per gli appartenenti ad una comunità religiosa come noi tdG.... per qualunque gruppo di persone che si identifica in una caratteristica...

i politici stessi lo usano a piene mani, fomentando questo sentimento per gli avversari...e così tutti contro tutti...
come si dice del pesce.... [SM=g7556]

ma il mondo potrà diventare piu brutto di così...?
05/01/2017 18:54
 
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Felicissimo di non avere FB e similia fanno solo perdere tempo e sono solo vetrine di astio e pressapochismo, io sono all'antica, se devo parlare con amici o parenti lo faccio a 4 occhi, non tramite un algoritmo. [SM=g10765]

________________________________________________________

“Queste Profezie di Daniele e Giovanni non dovranno essere comprese sino al tempo della fine: ma intanto alcuni dovranno profetizzare basandosi su di esse in tristi condizioni per lungo tempo, e ciò in modo oscuro, così da convertire solo pochi. . . . Poi, dice Daniele, molti le scorreranno e la conoscenza sarà accresciuta. Poiché l’Evangelo deve essere predicato in tutte le nazioni prima della grande tribolazione e della fine del mondo. La moltitudine con le palme in mano presa da tutte le nazioni, che viene da questa grande tribolazione, non può divenire innumerevole, se non grazie alla predicazione dell’Evangelo prima che essa venga”.
- Isaac Newton, Observations Upon the Prophecies of Daniel, and the Apocalypse of St. John, 1733 -

05/01/2017 22:04
 
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Re:
Serveto Isaac, 05/01/2017 18:54:

Felicissimo di non avere FB e similia fanno solo perdere tempo e sono solo vetrine di astio e pressapochismo, io sono all'antica, se devo parlare con amici o parenti lo faccio a 4 occhi, non tramite un algoritmo. [SM=g10765]



Serveto for president!

Simon
05/01/2017 23:02
 
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Re: Re:
(SimonLeBon), 05.01.2017 08:26:



Per questo ho un rimedio infallibile: niente conto feisbuk, niene conto tuitter! [SM=g7355]
Compalsiv obsessiv odietor... [SM=x1408430]

Simon




Non sai cosa ti perdi!Potresti conoscere fratelli da tutto il mondo e leggere le loro esperienze appena vissute. [SM=g27988]
Tutto è utile se lo si sa usare con equilibrio,cautela e saper distinguere cio' che è vero dalle bufale che alcuni mettono in circolazione sul Web.
Ho conosciuto molti fratelli e sorelle veramente eccezionali tramite internet,e non solo nel forum. [SM=g27987] Ciaoooo Simon...Salutami tutta la tua bella famiglia.Un abbraccio [SM=g7255]
06/01/2017 13:02
 
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Re: Re:
(SimonLeBon), 05/01/2017 22.04:



Serveto for president!

Simon




Presidente non sia mai, magari direttore d'orchestra. [SM=g27988] [SM=g7350]

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“Queste Profezie di Daniele e Giovanni non dovranno essere comprese sino al tempo della fine: ma intanto alcuni dovranno profetizzare basandosi su di esse in tristi condizioni per lungo tempo, e ciò in modo oscuro, così da convertire solo pochi. . . . Poi, dice Daniele, molti le scorreranno e la conoscenza sarà accresciuta. Poiché l’Evangelo deve essere predicato in tutte le nazioni prima della grande tribolazione e della fine del mondo. La moltitudine con le palme in mano presa da tutte le nazioni, che viene da questa grande tribolazione, non può divenire innumerevole, se non grazie alla predicazione dell’Evangelo prima che essa venga”.
- Isaac Newton, Observations Upon the Prophecies of Daniel, and the Apocalypse of St. John, 1733 -

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