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Terremoti - I terremoti della catena sud alpina orientale

Ultimo Aggiornamento: 22/11/2018 08:58
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10/02/2017 12:47
 
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Il regime tettonico della regione della catena sud alpina orientale è caratterizzato dalla convergenza tra la microplacca adriatica (a sud) e la placca eurasiatica (a nord), che determina una fascia di raccorciamento crostale e meccanismi dei terremoti di tipo compressivo.

repository.regione.veneto.it/UCI/Protezione_civile/3A_...

ingvterremoti.wordpress.com/tag/friuli/

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anto_netti
10/02/2017 12:50
 
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Il terremoto del Friuli del 1976

Fu un sisma di magnitudo 6,5 della scala Richter che colpì il Friuli, e i territori circostanti, alle ore 21:00 del 6 maggio 1976, con ulteriori scosse l'11 e 15 settembre.

it.wikipedia.org/wiki/Terremoto_del_Friuli_del_1976

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10/02/2017 13:22
 
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Il 30 Gennaio 2015 alle ore 1:45, nelle stesse zone del terremoto del Friuli del 1976, si è avvertita una scossa di magnitudo 4.1 della scala Richter. Ipocentro a 6,2 km di profondità.

Forte scossa di terremoto nella notte in Friuli nella stessa zona del 1976. Altre sei repliche leggere.

messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2015/01/30/news/scossa-di-terremoto-del-4-1-grado-nella-notte-in-friuli-1.10765497?re...

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11/02/2017 09:06
 
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Il 9 Febbraio 2017 alle ore 9,14, scossa di terremoto tra Verona, Trento e Rovereto. Magnitudo 3.6 della scala Richter.

www.meteoweb.eu/foto/terremoto-oggi-al-nord-tanta-paura-verona-trento-rovereto-scossa-del-5-grado-mercalli/id/8...

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anto_netti
13/02/2017 10:12
 
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Terremoti storici

Il terremoto di Verona del 1117

Fu un violento terremoto di Magnitudo 6.7 della scala Richter. Fu un devastante terremoto. Ebbe come epicentro il veronese e colpì gran parte della pianura Padana e della Pianura Veneta.

Il 3 gennaio 1117 il nord Italia fu colpito da un violento terremoto particolarmente distruttivo (oltre il VII grado della scala Mercalli, ma probabilmente i danni sono stati anche maggiori di un sisma di 7° Mercalli dato che è stato calcolato che il disastro ebbe un'intensità sulla magnitudo momento pari a 6,7.) L'epicentro della prima devastante scossa dovrebbe essersi localizzato nel veronese, ad Isola Della Scala, con la città capoluogo fortemente danneggiata. A Verona, infatti, cadde la recinzione esterna dell'Arena, lasciandone una porzione che fu poi danneggiata ulteriormente da un successivo terremoto (1183), creando l'attuale suggestiva forma dell'Arena con la sua "ala". Quasi tutte le chiese, i monasteri e i monumenti furono distrutti o seriamente danneggiati, tanto da eliminare dalla città le testimonianze alto-medievali. Questo fatto, però, ha lasciato lo spazio per una forte diffusione del romanico, stile della ricostruzione.

Il sisma si fece sentire in tutta l'alta Italia da Cividale a Pavia, nel pisano e addirittura in Svizzera. L'area di massima distruzione viene individuata in quella veronese, duramente colpite risultano anche: l'area tra il Lago di Garda e Padova, quella tra Piacenza e l'Appennino Tosco-Emiliano e quella attorno a Pisa. I pesanti effetti del sisma si fecero sentire in tutta l'area medio-padana dal milanese al mare Adriatico. Da documentazioni del tempo sembrerebbe che il sisma fosse stato avvertito anche nei monasteri di Montecassino e di Reims in Francia.

I danni, oltre che a Verona, si concentrarono a Milano, Bergamo, Brescia, Vicenza, Venezia, Treviso, Padova, Modena, Pavia, Parma e Cremona e si ipotizzano almeno 30.000 morti. Per darne le proporzioni si consideri che la popolazione italiana nel 1.100 era circa un decimo di quella attuale. Danni furono gravi in tutta l'area, con la sparizione di monumenti che a volte non vennero mai ricostruiti. Il primo terremoto ebbe uno sciame sismico di oltre 40 giorni.

L'episodio del sisma è riportato dalla cronaca di Landolfo Iuniore, in cui si dice che le riunioni sinodali si svolgevano all'aperto, mentre moltissime sono le menzioni nelle cronache successive.

L'epicentro dei terremoti successivi a quello del 3 gennaio si spostò in Lombardia, dove si verificarono forti repliche per tutto il 1117: 12 gennaio, 4 giugno, 1º luglio, 1º ottobre e 30 dicembre.

Secondo alcuni autori gli epicentri principali in Pianura Padana furono due, uno nel Veronese e l'altro nel Cremonese. Fu quest'ultimo a causare il crollo della cattedrale di Cremona in costruzione ed i maggiori danni nelle città della Bassa.

La ricostruzione fu in quasi tutte le città rapida e frenetica e modificò, talvolta di molto, le piante urbane.


it.wikipedia.org/wiki/Terremoto_di_Verona_del_1117

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anto_netti
05/06/2017 11:54
 
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Il 4 Giugno 2017 alle ore 20:00, scossa di terremoto a San Zeno di Montagna sul lago di Garda in provincia di Verona. Magnitudo 3.6 scala Richter. Ipocentro a 10 km di profondità.

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05/06/2017 12:01
 
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La zona pedemontana - veneta è ad alto rischio sismico. Scoperta una gigantesca faglia, forse apertasi di recente. La situazione della zona pedemontana - veneta è sottoposta a intensi studi.

Sisma al Lago di Garda, ecco la gigantesca faglia sui fondali: quali pericoli per il futuro?


La scossa di magnitudo 3.6 e la scoperta della faglia sui fondali del lago mettono in ansia gli esperti

www.centrometeoitaliano.it/terremoti-e-geofisica/sisma-al-lago-di-garda-ecco-la-gigantesca-faglia-sui-fondali-quali-pericoli-per-il-futuro-51812/?refr...

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24/07/2017 13:27
 
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Il 21 Luglio 2017, alle ore 19:4, scossa di terremoto a San Zeno di Montagna, sul lago di Garda. Magnitudo 3.6 scala Richter. Ipocentro a 4 km di profondità.

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25/08/2017 09:54
 
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Terremoto, c’è una “bomba” sismica anche al Nord: la situazione nel dettaglio

L’allarme dei geologi: sulla pedemontana potrebbe verificarsi un terremoto fino ai 7 gradi Richter, in pianura fino ai 5.1 gradi

24 Agosto 2017

Terremoto, c’è una “bomba” sismica anche al Nord: la situazione nel dettaglio – La zona della Marca a rischio sismico lo è da sempre. Lo sa bene Giovanni Toffolon, geologo di Motta che da anni lavora come consulente per la Protezione civile e per i Comuni impegnati nella pianificazione territoriale. Insomma, cosa ci dobbiamo aspettare? «Le scosse, purtroppo, sono ancora impossibili da prevedere. Ma è certo che l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha già inserito la nostra provincia nella classificazione di rischio. La Marca è essenzialmente divisa in due: da una parte c’è la pedemontana, di livello due, che potrebbe anche risentire di forti terremoti provenienti dalle aree ad alto rischio del Friuli, dall’altra la pianura, di livello tre, dove – anche se con epicentri più superficiali – le scosse potrebbero farsi sentire comunque. Tradotto prendendo la scala Mercalli, che misura gli effetti che il terremoto ha sulle strutture, l’intensità macrosismica massima prevista in pianura può arrivare al 7. grado (magnitudo compresa tra i 4.7 e i 5.1 gradi scala Richter, ndr), mentre quella messa in conto nella pedemontana è maggiore e, verso nord, può teoricamente raggiungere anche il 10. grado» (oltre 7 gradi scala Richter, ndr)”.

Settimo grado vuol dire difficoltà a stare in piedi, danni alle murature, suono delle campane e formazione di onde sugli specchi d’acqua, mentre decimo significa distruzione di gran parte delle murature. Ma la pianura, a partire da quella emiliana, non era al sicuro? «La zonazione è da rivedere. Poi bisogna dire che sotto il modenese esiste una struttura geologica particolare dell’Appennino presa in considerazione già 30 anni fa». Nel trevigiano ci sono punti più critici di altri? «Sotto il Montello, ad esempio, ci sono delle faglie attive: è una collina giovane uscita in mezzo alla pianura ed è passato tanto tempo dall’ultimo terremoto importante. Se la compressione non si scarica di continuo a un certo punto potrebbero esserci scosse anche di forte entità. È il rischio più elevato, sulla carta».

Come ci si può riparare? «Senza allarmismi o sensazionalismi, ma investendo nel territorio e studiando le mappe di microzonazione sismica. Senza dimenticarsi di quanto accaduto, tranne poi ritirarlo fuori al prossimo terremoto». E anche con strutture antisismiche, come purtroppo insegnano i capannoni emiliani. «La normativa è vincolante dal 2003 e le norme tecniche per la costruzione sono del 2008. Tutto quello che è stato costruito prima, se non adeguato, è stato fatto senza la classificazione. E così rimane, perché non c’è alcun obbligo di adeguamento». Insomma, bisognerebbe mettersi a lavorare tra un terremoto e l’altro, senza mai dimenticare.


www.centrometeoitaliano.it/terremoti-e-geofisica/terremoto-c-e-una-bomba-sismica-anche-al-nord-la-situazione-nel-dettaglio-54435/?refr...

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04/09/2017 11:40
 
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Il giorno 3 Settembre 2017, serie di scosse sul lago di Garda. La più forte alle ore 11:15, a Tignale. Magnitudo 3.4 della scala Richter. Ipocentro 3 km di profondità.

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04/09/2017 11:54
 
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Terremoto, tre scosse avvertite sul Lago di Garda. La prima di magnitudo 3.4

La terra ha tremato tre volte in sette minuti. La prima scossa registrata alle 11.15 a Tignale, in provincia di Brescia, le altre due poco dopo a Gargnano

Tre scosse di terremoto sono state avvertite lungo la sponda bresciana del Lago di Garda. La prima è stata registrata a Tignale alle 11,15 di magnitudo 3.4 e profondità di tre chilometri. Le altre due, rispettivamente di magnitudo 2.2 e 2.3 hanno avuto come epicentro Gargnano. L’annuncio dell’Ingv. Non si registrano al momento danni né feriti. La prima scossa è stata avvertita soprattutto nei paesi del Garda, tra cui Salò, dove la gente è scesa in strada, ma anche a Brescia. Il sisma percepito anche nel basso Trentino.

www.corriere.it/cronache/17_settembre_03/terremoto-lago-garda-sisma-tignale-brescia-11eeba8a-908c-11e7-8eb0-0c961f9191ec.shtml?refre...

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07/09/2017 11:43
 
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Il giorno 6 Settembre 2017, tre scosse di terremoto nel Bellunese. Alle ore 14:22 a Voltago Agordino di magnitudo 3.4 della scala Richter. Ipocentro a 9 km di profondità. Alle ore 14:26 a Taibon Agordino di magnitudo 2.6 della scala Richter. Ipocentro a 6 km di profondità. Alle ore 14:30 A Voltago Agordino di magnitudo 3.1. Ipocentro a 10 km di profondità.

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07/09/2017 11:58
 
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Tre forti scosse di terremoto, evacuata la Luxottica

Paura nella vallata ma anche in tutta la provincia dove il sisma è stato sentito bene Il primo botto alle 14.22 seguito da altri due. Registrati anche 14 movimenti di grado basso

di Gianni Santomaso

VOLTAGO AGORDINO. Tre scosse nell’arco di pochi minuti, nessun danno ma tanta paura, soprattutto nella vallata agordina dove è stato registrato l’epicentro, ma anche in tutta la provincia di Belluno dove il terremoto è stato sentito bene, dal Basso Feltrino, fino in Cadore. Ma anche a Vittorio Veneto e nell’alto Trevigiano e in Trentino, dal Primiero alla Val di Fassa.

La prima botta, quella più forte, alle 14.22 ha raggiunto i 3. 6 gradi della scala Richter, la seconda alle 14.26 (2.6 gradi), la terza alle 14.30 (3.0 gradi). Sono seguite 14 scosse di magnitudo inferiore a 2 (i dati sono stati diffusi dalla protezione civile del Veneto).

Un fenomeno, quello sismico, che l’Agordino non registrava da tempo. Una sensazione che i più giovani, quelli che non hanno conosciuto quello del Friuli, non avevano mai provato e che i più anziani forse avevano rimosso. Sì, le onde del terremoto dell’Emilia del 2012 erano arrivate nella vallata agordina, ma ieri è stata una cosa diversa, breve ma intensa, che fortunatamente non ha però provocato danni né alle persone, né alle cose. La rete sismometrica del Veneto (tramite la stazione di Agordo) ha rilevato l’epicentro in comune di Voltago, a monte della frazione dei Bèrtoi (tra il capoluogo e Frassené) nei pressi di Malga Agnér, a una profondità di circa otto chilometri. La prima scossa, quella delle 14. 22 è stata di magnitudo 3. 6 (quello di Ischia del 21 agosto scorso era stato di magnitudo 4 e si sono ben visti i danni che ha provocato).

Il terremoto è stato percepito non solo in tutto l’Agordino, ma anche in provincia (lo hanno sentito, come testimoniano le reazioni sulla pagina Facebook del nostro giornale, a Castellavazzo, a Lozzo, a Cortina, a Farra d’Alpago, a Belluno, a Lamon e Sovramonte, a Sospirolo, ad Arsiè) e pure fuori provincia e regione (a Vittorio Veneto, a Canal San Bovo, ad Arco di Trento, a Padova, a Pozza di Fassa).

Un evento eccezionale per l’Agordino che ha avuto una conseguenza altrettanto eccezionale, l’evacuazione degli stabilimenti della Luxottica di Agordo a Valcozzena e di Cencenighe.

Poco dopo il cambio di turno delle 14, infatti, prima il boato (sentito in particolar modo ai piani alti) e poi la sirena dell’allarme hanno portato le migliaia di lavoratori dell’azienda sul piazzale esterno. Qui hanno trascorso all’incirca tre quarti d’ora. Gli operai hanno sentito distintamente la prima scossa, e in qualche caso anche la seconda. Durante la terza invece erano già nel cortile.

«Abbiamo seguito i protocolli aziendali che hanno come scopo principale la sicurezza dei lavoratori – spiegano da Luxottica – è suonata la sirena che ha fatto sgomberare i locali della fabbrica ed è partita la chiamata ai vigili del fuoco che sono intervenuti per controllare le condizioni dello stabilimento. Non sono stati riscontrati problemi e dopo quasi un’ora gli operai sono tornati al lavoro».

La paura (generata dal rumore percepito nettamente in quanto la fabbrica dista pochi chilometri dall’epicentro) non è tuttavia mancata come hanno testimoniato gli stessi lavoratori. Le scosse sono state sentite anche all’ospedale di Agordo dove però non si sono svolte operazioni particolari.

Che non ci siano stati danni lo hanno appurato i vigili del fuoco, che in Agordino hanno compiuto solo gli interventi alle due sedi Luxottica. Ma le telefonate in cerca di informazioni arrivate al distaccamento e al Comando di Belluno sono state moltissime, oltre cinquanta.


corrierealpi.gelocal.it/belluno/cronaca/2017/09/07/news/tre-forti-scosse-di-terremoto-evacuata-la-luxottica-1.15820663?re...

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anto_netti
31/10/2017 08:56
 
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Il giorno 31 Ottobre 2017, alle ore 5:59, scossa di terremoto a Nago Torbole in provincia di Trento. Magnitudo 3.1 della scala Richter. Ipocentro a 11 km di profondità.

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anto_netti
31/10/2017 12:44
 
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Le preoccupazioni dei trevigiani dopo il terremoto dell'Emilia Romagna del 2012.

C'è una "bomba" sotto il Montello: faglie
attive, è la zona a più alto rischio sismico


di Mauro Favaro

31 Maggio 2012

TREVISO - E adesso? Ci saranno altre scosse? E l'epicentro potrà spostarsi anche verso il Veneto? Sono racchiuse in queste domande, senza risposte certe, le preoccupazioni dei trevigiani ingigantite dai terremoti che nelle ultime settimane hanno devastato l'Emilia.

In realtà la Marca a rischio sismico lo è da sempre. Lo sa bene Giovanni Toffolon, geologo di Motta che da anni lavora come consulente per la Protezione civile e per i Comuni impegnati nella pianificazione territoriale.

Insomma, cosa ci dobbiamo aspettare? «Le scosse, purtroppo, sono ancora impossibili da prevedere. Ma è certo che l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha già inserito la nostra provincia nella classificazione di rischio. La Marca è essenzialmente divisa in due: da una parte c'è la pedemontana, di livello due, che potrebbe anche risentire di forti terremoti provenienti dalle aree ad alto rischio del Friuli, dall'altra la pianura, di livello tre, dove - anche se con epicentri più superficiali - le scosse potrebbero farsi sentire comunque».

Tradotto? «Tradotto prendendo la scala Mercalli, che misura gli effetti che il terremoto ha sulle strutture, l'intensità macrosismica massima prevista in pianura può arrivare al 7. grado (magnitudo compresa tra i 4.7 e i 5.1 gradi scala Richter, ndr), mentre quella messa in conto nella pedemontana è maggiore e, verso nord, può teoricamente raggiungere anche il 10. grado» (oltre 7 gradi scala Richter, ndr)".

Settimo grado vuol dire difficoltà a stare in piedi, danni alle murature, suono delle campane e formazione di onde sugli specchi d'acqua, mentre decimo significa distruzione di gran parte delle murature. Ma la pianura, a partire da quella emiliana, non era al sicuro? «La zonazione è da rivedere. Poi bisogna dire che sotto il modenese esiste una struttura geologica particolare dell'Appennino presa in considerazione già 30 anni fa».

Nel trevigiano ci sono punti più critici di altri? «Sotto il Montello, ad esempio, ci sono delle faglie attive: è una collina giovane uscita in mezzo alla pianura ed è passato tanto tempo dall'ultimo terremoto importante. Se la compressione non si scarica di continuo a un certo punto potrebbero esserci scosse anche di forte entità. È il rischio più elevato, sulla carta».

Come ci si può riparare? «Senza allarmismi o sensazionalismi, ma investendo nel territorio e studiando le mappe di microzonazione sismica. Senza dimenticarsi di quanto accaduto, tranne poi ritirarlo fuori al prossimo terremoto».

E anche con strutture antisismiche, come purtroppo insegnano i capannoni emiliani. «La normativa è vincolante dal 2003 e le norme tecniche per la costruzione sono del 2008. Tutto quello che è stato costruito prima, se non adeguato, è stato fatto senza la classificazione. E così rimane, perché non c'è alcun obbligo di adeguamento». Insomma, bisognerebbe mettersi a lavorare tra un terremoto e l'altro, senza mai dimenticare.


www.ilgazzettino.it/nordest/treviso/c_bomba_sotto_montello_faglie_attive_la_zona_piu_alto_rischio_sismico-188...

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anto_netti
04/11/2017 11:49
 
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Da alcuni giorni sequenza sismica in corso al confine tra Italia e Austria.

Il giorno 3 Novembre 2017, alle ore 19:15, scossa di terremoto al confine tra Italia e Austria. Magnitudo 3.5 della scala Richter. Ipocentro a 8 km di profondità.

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anto_netti
04/01/2018 09:19
 
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Il giorno 3 Gennaio 2018, alle ore 19:25, scossa di terremoto a Schiavon in provincia di Vicenza. Magnitudo 2.5 della scala Richter. Ipocentro a 5 km di profondità.

Dato che l'ipocentro è molto superficiale, la scossa è stata avvertita dalla popolazione, seppur in modo lieve.

La scossa è stata avvertita anche a Bassano del Grappa, Sandrigo e Tezze sul Brenta.

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anto_netti
[Modificato da anto_netti 04/01/2018 09:20]
09/01/2018 16:35
 
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Il giorno 17 Gennaio 2017, alle ore 11:22, scossa di terremoto al confine tra Italia e Slovenia. Magnitudo 3.9 della scala Richter. Ipocentro a 5 km di profondità.

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anto_netti
22/01/2018 13:38
 
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Il giorno 19 gennaio 2018, alle ore 18:39, scossa di terremoto a Tolmezzo in provincia di Udine. Magnitudo 3.8 della scala Richter. Ipocentro a 9 km di profondità.

Anche se la zona è vicina al terremoto avvenuto al confine tra Italia e Slovenia, i due terremoti sono diversi.

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anto_netti
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