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Altri commenti di studiosi a proposito dell'attendibilità dei fuoriusciti

Ultimo Aggiornamento: 08/01/2021 21:31
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25/05/2017 16:34
 
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corollario all'articolo sui fuoriusciti dei testimoni di Geova


E' noto come i fuoriusciti dai gruppi religiosi di minoranza (i cosiddetti NMR, 'Nuovi Movimenti Religiosi' fra i quali, sia pure impropriamente, sono a volte annoverati anche i testimoni di Geova) siano considerati dall'accademia, con rare eccezioni, come una fonte di informazioni la cui qualità oggettiva si situa fra la scarsa affidabilità e la spazzatura. Qui un articolo ben documentato sull'argomento:

tdgonline.altervista.org/fuoriusciti-dei-testimoni-di-geova-tra-fenomenologia-e-statistica-cosa-dicono-gli-...

Versione di questo articolo in forma di 3D:

testimonidigeova.freeforumzone.com/discussione.aspx?idd=...

Sto raccogliendo varie altre testimonianze di studiosi sul tema, che mi ripropongo di raccogliere in questo thread (senza fretta).

Quando i tempi saranno maturi integrerò queste citazioni nell'articolo principale.
25/05/2017 16:44
 
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Buon lavoro ELL, che seguiremo tutti attentamente...
[SM=g28002]

25/05/2017 16:52
 
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Traduzione e grassetto miei.

"I giornalisti intervistano gli ex-membri come fonti 'attendibili' per i loro articoli. Comunque, l'evidenza storica mostra che gli ex-membri spesso rappresentano testimoni men che attendibili. Essi tendono ad aggregarsi ai gruppi anti-sette e successivamente demonizzano il proprio precedente culto ricorrendo a dichiarazioni grossolane. In seguito, quando il resoconto giornalistico va in stampa, finisce con l'alimentare ulteriormente la rabbia e le accuse degli ex-membri, aizza il pubblico e sollecita un intervento governativo. Come abbiamo visto in questo saggio, il linguaggio e gli stereotipi hanno il potere di cagionare un grave danno".


John Corrigan, Lynn Neal, Religious Intolerance in America: A Documentary History University of North Carolina Press, USA 2010.

John Corrigan, docente universitario di Storia delle Religioni alla Florida State University, già docente ad Harvard, Oxford, Halle-Wittenberg, dell'Università della Virginia, dell'Arizona State University, dell'Università di Londra, della University College di Dublino e dell'Accademia Americana a Roma; autore di dozzine di libri e pubblicazioni accademiche.


nationalhumanitiescenter.org


Lynn Neal, professore associato di Storia delle religioni americane all'Università della North Carolina.

[Modificato da EverLastingLife 22/12/2020 12:11]
25/05/2017 17:27
 
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Traduzione e grassetto miei.

'Originariamente i resoconti degli apostati, nel classico formato della 'storia di atrocità', erano estesamente riportati dai giornalisti in riviste e giornali locali e regionali. I racconti servivano per creare una consapevolezza della questione dei culti e per incoraggiare solidarietà fra l'opinione pubblica, i media e le autorità.... Tuttavia, il valore degli apostati ha iniziato a declinare ... Più di recente, i resoconti degli apostati sono diminuiti sia nella loro utilità ai fini dei movimenti anti-sette, sia nell'interesse dei media.'

Anson Shupe, The Changing Apostate Role in the Evolution of the North American Anti-cult Movement, Praeger Publishers, USA 1998.

Anson Shupe, docente di sociologia presso la Indiana University-Purdue University Fort Wayne, autore di oltre 20 pubblicazioni specialistiche.

[Modificato da EverLastingLife 08/01/2021 20:04]
26/05/2017 10:09
 
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Traduzione e grassetto miei.

"L'apostata è un disertore schierato in una coalizione contrapposta nell'intento di sollevare una polemica, e promuove attività pubbliche di rivendicazione per attaccare il proprio precedente gruppo. Contrariamente ai tipici ex-membri le cui reazioni vanno dall'indifferenza al dissenso silenzioso, l'apostata assume un contegno insolente e ostile e persegue una campagna morale per screditare il gruppo... L'apostasia può essere meglio compresa in termini di narrazioni e di ruoli. L'apostata, è dimostrato, segue un modello (o formula) prevedibile per fornire delle spiegazioni, dopo il proprio coinvolgimento, dei motivi per cui si aderisce al gruppo che vuole screditare. Questa spiegazione stereotipata è descritta come un 'racconto di schiavitù', che enfatizza la presunta manipolazione, l'essersi ritrovato in una trappola, e l'aver perseguito, in modo idealistico ma inconsapevole, le pratiche sinistre del 'culto'".

Stuart Wright, Exploring the Varieties of Apostate Roles, Praeger Publishers, USA 1998.

Stuart Wright, docente universitario di sociologia alla Lamar University. Autore di 5 libri e 50 pubblicazioni specialistiche. Ha lavorato nel consiglio direttivo della Society for the Scientific Study of Religion (SSSR), della Religious Research Association (RRA) e della Association for the Sociology of Religion (ASR).
[Modificato da EverLastingLife 02/07/2017 11:47]
07/06/2017 15:06
 
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Traduzione e grassetto miei.

"I gruppi contrari alle minoranze religiose basano molto del loro attacco, se non tutto, sulle testimonianze di ex membri che riportano resoconti di manipolazione e di abuso. Gli ex membri che "sono stati là dentro" e che - così si presume - hanno vissuto in prima persona tutti gli orrori sui quali gli estranei possono solo fantasticare, rappresentano lo stereotipo della principale fonte di prove empiriche. Queste narrazioni, come gli anti-sette ci vorrebbero far credere, danno un'idea della vera natura e delle reali finalità di tali gruppi, contraddicendo l'immagine positiva che le religioni minoritarie vorrebbero di sé dare al mondo esterno.

Nella mia ricerca, ho scoperto che la maggior parte degli ex-membri erano possibilisti o persino positivi sulla loro precedente religione, spesso caratterizzando il proprio periodo di adesione come una benefica esperienza cognitiva. In netto contrasto, gli individui direttamente assistiti dagli attivisti anti-sette hanno descritto la loro adesione e la loro precedente religione nei termini dei tradizionali stereotipi negativi su "culti". La conclusione che si deve trarre è che la cosiddetta "consulenza di uscita" (neologismo per 'deprogrammazione', che sia volontaria o involontaria) da parte degli agenti anti-sette non consiste nell'intervento terapeutico di cui si è parlato, ma è piuttosto un intenso processo di indottrinamento in cui la fede religiosa viene distrutta e sostituita dall'ideologia anti-sette. Sebbene non direi mai che non vi sia nulla da criticare in certe religioni minoritarie, una considerazione attenta di questa conclusione dovrebbe far sì che qualsiasi persona pensante abbia una esitazione prima di accettare le accuse più dure propagate dagli anti-sette."

James R. Lewis, Adidam, Controversy, and Former Members, dagli atti del convegno CESNUR di Salt Lake City, 11-13 giugno 2009.

James R. Lewis, docente universitario di Studi Religiosi all'Università di Tromsø, esperto di NMR, scrittore, autore di oltre 100 fra libri, articoli e altre pubblicazioni specialistiche.
[Modificato da EverLastingLife 02/07/2017 11:48]
12/06/2017 16:31
 
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Traduzione e grassetto miei:

"A proposito delle fonti utilizzate per acquisire informazioni sui gruppi religiosi, è mia opinione che siano commessi vari errori. Attraverso gli anni, sono divenuta consapevole che i racconti degli ex-membri sono altamente influenzati dal loro stato corrente, che è fortemente ostile al gruppo che hanno lasciato. Inoltre, ascoltando la parte avversa, ovvero il gruppo che è stato abbandonato, sono venuta a conoscenza di certi aspetti relativi al modo di operare degli ex-membri dei quali ero totalmente all'oscuro."


Raffaella Di Marzio, Facing the 'Dark Side' of Cults - Balance of FIFTEEN Years' Experience, dagli atti del convegno CESNUR di Torino (2010).

Raffaella di Marzio, psicologa, membro della Società Italiana di Psicologia della Religione.

[Modificato da EverLastingLife 02/07/2017 11:49]
15/06/2017 13:45
 
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Un commento sul conto di Stephen Kent, uno dei rari studiosi a prendere per buone le esternazioni dei fuoriusciti (traduzione e grassetto miei):

"L’unica eccezione al tono generalmente neutrale della maggior parte dei docenti universitari canadesi e al loro rifiuto della retorica anti-sette è Stephen Kent […] Anche se le opinioni di Kent sono ampiamente conosciute, pochi studiosi canadesi sono d’accordo con le sue conclusioni, e la maggioranza vi dissentono fortemente a motivo della sua tendenza ad usare la testimonianza di ex-membri".

K.Poewe, I.Hexam, New Religions and the Anticult Movement in Canada, in New Religious Movements in the 21st Century, ed. Lucas e Robbins, Londra 2004, pag. 247.

Karla Poewe, storica e antropologa, professore emerito di antropologia all’Università di Calgary (Alberta, Canada) e docente alla Liverpool Hope University.

Irving Hexham, docente universitario di Studi Religiosi all’Università di Calgary (Alberta, Canada). Autore di oltre venti libri e di decine di saggi e articoli di argomento sociologico e antropologico.





[Modificato da EverLastingLife 02/07/2017 11:50]
02/07/2017 11:41
 
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Traduzione e grassetto miei.

"Se mancano individui reali con i necessari requisiti, tali caratteristiche, e a volte le stesse identità, vengono fabbricate.... I resoconti portano il confine fra realtà e finzione fino al limite. Le narrative degli apostati denotano quelle che definisco 'indulgenza autobiografica' e 'contestualizzazione artificiale'. A proposito di quest'ultimo fattore, i tempi e la durata dell'affiliazione, così come la natura della iniziativa originale e le motivazioni che portarono ad essa, sono quasi ricostruiti... Le narrative degli apostati spesso sono precedute da dichiarazioni di 'alleati' che riportano ulteriori denunce a carico dell'organizzazione controversa, o avallate da recensioni compiacenti."

"Il pubblico in definitiva promuove e sponsorizza la narrativa apostata, una volta che è stata romanzata. Il supporto e la 'certificazione' del pubblico contribuisce ad edificare la credibilità del racconto e la veridicità e la fidatezza del narratore-fuoriuscito. La lontananza dal vero della narrativa per paradosso rafforza la sua plausibilità, ancorché attraverso la sospensione del dubbio, e amplia il suo fascino".

Daniel Carson Johnson, Apostates who never were, Praeger Publishers, USA 1998.

Daniel Carson Johnson, docente universitario di sociologia presso la University of Virginia.
[Modificato da EverLastingLife 02/07/2017 20:41]
02/07/2017 22:10
 
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Re:
EverLastingLife, 02/07/2017 11:41:


Traduzione e grassetto miei.

"Se mancano individui reali con i necessari requisiti, tali caratteristiche, e a volte le stesse identità, vengono fabbricate.... I resoconti portano il confine fra realtà e finzione fino al limite. Le narrative degli apostati denotano quelle che definisco 'indulgenza autobiografica' e 'contestualizzazione artificiale'. A proposito di quest'ultimo fattore, i tempi e la durata dell'affiliazione, così come la natura della iniziativa originale e le motivazioni che portarono ad essa, sono quasi ricostruiti... Le narrative degli apostati spesso sono precedute da dichiarazioni di 'alleati' che riportano ulteriori denunce a carico dell'organizzazione controversa, o avallate da recensioni compiacenti."

"Il pubblico in definitiva promuove e sponsorizza la narrativa apostata, una volta che è stata romanzata. Il supporto e la 'certificazione' del pubblico contribuisce ad edificare la credibilità del racconto e la veridicità e la fidatezza del narratore-fuoriuscito. La lontananza dal vero della narrativa per paradosso rafforza la sua plausibilità, ancorché attraverso la sospensione del dubbio, e amplia il suo fascino".

Daniel Carson Johnson, Apostates who never were, Praeger Publishers, USA 1998.

Daniel Carson Johnson, docente universitario di sociologia presso la University of Virginia.



Wow, un vero ritratto da maestro, sembreremmo essere ai limiti della commedia!

Simon
03/07/2017 09:21
 
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Re: Re:
(SimonLeBon), 02/07/2017 22.10:



Wow, un vero ritratto da maestro, sembreremmo essere ai limiti della commedia!

Simon



Sì, questa citazione è splendida. Un magistrale colpo di biliardo.

Grazie a questi studiosi possiamo conoscere la vera natura dei fuoriusciti dissidenti, e del livello trash delle loro 'testimonianze'. Non esiste alcuna vera 'spaccatura' o un dibattito degno di tale nome fra i sociologi e gli studiosi di religioni, oltre il 90% di essi sono schierati a favore di questa posizione, che scredita impietosamente la categoria degli apostati come fonte d'informazioni attendibili.

09/08/2017 14:56
 
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Traduzione e grassetto miei.

"Il ruolo dei media nel fabbricare, o nel riferire, la realtà è specialmente evidente nel modo in cui essi trattano il tema dei culti. In parte, questa complicità esiste perché gli apostati che hanno una 'storia di atrocità' da raccontare si rendono prontamente disponibili ai giornalisti; in parte, i nuovi movimenti religiosi hanno imparato a sospettare dei media, e dunque non si sono messi a disposizione di quei reporter che intendevano scrivere delle storie sul loro movimento basate su di una prospettiva interna. Oltre ad una assenza di vera informazione sulle esperienze di vita vissuta da parte di persone nei nuovi movimenti religiosi, c'è il fatto che i media sono attratti dalle storie sensazionali."

"Molte storie di atrocità hanno a che fare con abusi sessuali e fisici, o con un eccesso di autorità spirituale o emozionale attribuita ai capi carismatici. I timori legati alla salvaguardia dei bambini all'interno dei culti hanno cominciato a giocare un ruolo più centrale nelle accuse dei movimenti antisette indirizzate alle attività delle nuove religioni". "Sono soggetti per i quali il pubblico mostra un appetito vorace".

Danny Jorgensen, The Social Construction and Interpretation of Deviance: Jonestown and the Mass Media, in Hearing the Voices of Jonestown, Syracuse University Press, USA 1998, pag.39.

Danny Jorgensen, sociologo, storico, docente universitario di Studi Religiosi presso la University of South Florida.
[Modificato da EverLastingLife 09/08/2017 15:00]
09/08/2017 15:44
 
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E già, anche l'antigeovismo pare avere le sue mode... negli anni ho sentito ogni sorta di calunnia e accusa a seconda di ciò che in quel momento il pubblico pareva mostrare un appetito vorace, per esempio al tempo della guerra fredda e dell'antiamericanismo eravamo pagati della CIA (non si capisce bene a quale scopo poi, ma tutto doveva essere molto segreto). Con il mutamento del quadro sociopolitico sono decadute queste accuse e ne sono iniziate altre, c'è stato il periodo d'oro dello "straccismo", con tanto di pseudobattaglie legali e altro, poi nel momento in cui è scoppiato lo scandalo della pedofilia nella chiesa cattolica ecco quella che per l'"informazione" antigeovista sembra la gallina dalle uova d'oro, e si cominciano a fabbricare accuse secondo cui i pedofili sarebbero "protetti", secondo cui alle vittime sarebbe "vietato denunciare" gli aggressori e altre amenità del genere.

Shalom
[Modificato da barnabino 09/08/2017 15:53]
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Sijmadicandhapajiee, gente per cui le arti stan nei musei - Paolo Conte

FORUM TESTIMONI DI GEOVA
10/08/2017 09:27
 
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Re:
barnabino, 09/08/2017 15.44:

E già, anche l'antigeovismo pare avere le sue mode... negli anni ho sentito ogni sorta di calunnia e accusa a seconda di ciò che in quel momento il pubblico pareva mostrare un appetito vorace, per esempio al tempo della guerra fredda e dell'antiamericanismo eravamo pagati della CIA (non si capisce bene a quale scopo poi, ma tutto doveva essere molto segreto). Con il mutamento del quadro sociopolitico sono decadute queste accuse e ne sono iniziate altre, c'è stato il periodo d'oro dello "straccismo", con tanto di pseudobattaglie legali e altro, poi nel momento in cui è scoppiato lo scandalo della pedofilia nella chiesa cattolica ecco quella che per l'"informazione" antigeovista sembra la gallina dalle uova d'oro, e si cominciano a fabbricare accuse secondo cui i pedofili sarebbero "protetti", secondo cui alle vittime sarebbe "vietato denunciare" gli aggressori e altre amenità del genere.

Shalom



Come sarebbe "eravamo"? Non siamo più pagati dalla CIA? Mi crolla un mito!!!
Intanto, ci siamo ancora. Domani poi si vedrà.

05/10/2017 18:01
 
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Traduzione e grassetto miei. L'associazione anti-sette di cui si parla è la CFF.

"Rintracciati dai consulenti dell'associazione 'anti-sette', i racconti degli apostati vengono sollecitati, selezionati, spesso distorti per accomodarli al proprio quadro teorico e per rimpinguare il carico di storie scioccanti che gravano sul culto.... quello che ne viene fuori è una sorta di circolo logico. Partono nuove indagini; i giornalisti intervistano gli "esperti" del gruppo anti-sette, che scendono dalle proprie 'torri d'avorio' dalle quali dovrebbero monitorare questi gruppi per ventilare le proprie teorie sul 'culto'. I media restituiscono alla polizia, ai giudici, ai politici, agli specialisti queste storie creando l'impressione che le informazioni provengano da fonti differenti, indipendenti e mutuamente probanti, e quindi rafforzando la loro credibilità. Oggi questi resoconti sono ampiamente dispersi, non tracciabili e non verificabili; sono diventate lo spettro di sé stessi. Se è altamente improbabile che siano usati per costruire una nuova contrapposizione fra l'associazione religiosa e lo Stato, il loro potere di stigmatizzazione è stato però direzionato nell'angusto vortice dei giornali, delle reti informatiche, della letteratura anti-sette."

David G. Bromley, The Politics of Religious Apostasy: The Role of Apostates in the Transformation of Religious Movements, Praeger Publishers, USA 1998, pag. 206.

David G. Bromley, professore di Sociologia alla Virginia Commonwealth University, presidente del Dipartimento di Sociologia ed Antropologia alla University of Virginia. Autore e co-autore di 20 libri e di centinaia di articoli specialistici.
[Modificato da EverLastingLife 05/10/2017 18:07]
05/10/2017 18:22
 
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Re:
EverLastingLife, 05/10/2017 18.01:


"Rintracciati dai consulenti dell'associazione 'anti-sette', i racconti degli apostati vengono sollecitati, selezionati, spesso distorti per accomodarli al proprio quadro teorico e per rimpinguare il carico di storie scioccanti che gravano sul culto




ah, ecco..... [SM=g27987]



09/02/2018 10:40
 
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Re:
EverLastingLife, 10/5/2017 6:01 PM:

Traduzione e grassetto miei. L'associazione anti-sette di cui si parla è la CFF.

"Rintracciati dai consulenti dell'associazione 'anti-sette', i racconti degli apostati vengono sollecitati, selezionati, spesso distorti per accomodarli al proprio quadro teorico e per rimpinguare il carico di storie scioccanti che gravano sul culto....

...

David G. Bromley, The Politics of Religious Apostasy: The Role of Apostates in the Transformation of Religious Movements, Praeger Publishers, USA 1998, pag. 206.

David G. Bromley, professore di Sociologia alla Virginia Commonwealth University, presidente del Dipartimento di Sociologia ed Antropologia alla University of Virginia. Autore e co-autore di 20 libri e di centinaia di articoli specialistici.



Certo che il livello rasenta piuttosto quello del marketing pubblicitario, molto piu' che non toccare gli apici della ricerca religiosa colta!

Simon
22/12/2020 12:07
 
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Torno su questo 3D, che mi propongo di arricchire nelle prossime settimane con vari contributi.

Dove non diversamente specificato, le citazioni sono prese dal testo accademico The Politics of Religious Apostasy: The Role of Apostates in the Transformation of Religious Movements, Praeger Publishers, pubblicato negli USA nel 1998. Il libro è una raccolta di seminari di docenti e ricercatori americani di sociologia tenuti nel corso di varie conferenze.




Ancora una interessante descrizione del prof. Bromley del modo in cui funzionano i 'gruppi anti-sette' (traduzione e grassetto sono miei). Bromley spiega che tutti i gruppi religiosi si confrontano internamente sia con alleati che con avversari, e, fra questi ultimi, vi sono sia semplici 'disertori' (quelli che lasciano il gruppo senza polemiche: sono la grande maggioranza) che 'informatori' (quelli che sentono l'esigenza di parlare della propria esperienza nel gruppo, in termini per lo più critici). Le 'coalizioni di opposizione' reclutano ovviamente le testimonianze fra gli 'informatori', inducendoli a 'costruire le narrazioni' (questo è il termine utilizzato da Bromley) in termini negativi.

'Le organizzazioni [religiose] vengono etichettate come eversive quando le loro pratiche e i loro obiettivi sono ritenuti illegittimi; in altre parole, l'organizzazione deve misurarsi con una forte preponderanza di determinati oppositori. In queste circostanze l'organizzazione ha una capacità limitata di difendersi in caso di controversia. Gli individui vengono reclutati attivamente in vari modi, per allearsi con la coalizione di opposizione, e riconnettersi alle reti [sociali] convenzionali, giocando una varietà di ruoli di supporto che sono fondamentali per la coalizione. Gli apostati ricostruiscono le loro precedenti affiliazioni descrivendole come non volontarie, e raccontando il proprio vissuto nell'organizzazione come narrazioni di schiavitù.'

David G. Bromley, Sociological Perspectives on Apostasy: An Overview, pag. 2.
[Modificato da EverLastingLife 22/12/2020 13:22]
08/01/2021 20:31
 
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Re:
EverLastingLife, 02/07/2017 11:41:


Traduzione e grassetto miei.

"Se mancano individui reali con i necessari requisiti, tali caratteristiche, e a volte le stesse identità, vengono fabbricate.... I resoconti portano il confine fra realtà e finzione fino al limite. Le narrative degli apostati denotano quelle che definisco 'indulgenza autobiografica' e 'contestualizzazione artificiale'. A proposito di quest'ultimo fattore, i tempi e la durata dell'affiliazione, così come la natura della iniziativa originale e le motivazioni che portarono ad essa, sono quasi ricostruiti... Le narrative degli apostati spesso sono precedute da dichiarazioni di 'alleati' che riportano ulteriori denunce a carico dell'organizzazione controversa, o avallate da recensioni compiacenti."

"Il pubblico in definitiva promuove e sponsorizza la narrativa apostata, una volta che è stata romanzata. Il supporto e la 'certificazione' del pubblico contribuisce ad edificare la credibilità del racconto e la veridicità e la fidatezza del narratore-fuoriuscito. La lontananza dal vero della narrativa per paradosso rafforza la sua plausibilità, ancorché attraverso la sospensione del dubbio, e amplia il suo fascino".

Daniel Carson Johnson, Apostates who never were, Praeger Publishers, USA 1998.

Daniel Carson Johnson, docente universitario di sociologia presso la University of Virginia.




Una dichiarazione ampliata di questo sociologo, riportata da Bromley nell'introduzione al suo libro; Daniel Carson Johnson è un riconosciuto esperto di nuovi movimenti religiosi e delle relative apostasie. Non solo gli studi di Carson Johnson sui meccanismi dialettici dei fuoriusciti dissidenti solo illuminanti, ma le sue descrizioni sono vivaci, con sfumature umoristiche, qui e là un vero spasso. Naturalmente il loro principale pregio è di restituire la reale valenza delle narrazioni degli ex-membri polemici. Traduzione e grassetto, come sempre, sono miei.


Johnson si concentra sulle narrazioni di questi apostati come un genere letterario distintivo. Sostiene che queste narrazioni portano al limite il confine tra finzione e saggistica. Le narrazioni apostate coinvolgono ciò che Johnson definisce "indulgenza autobiografica" e "contestualizzazione artificiale". Per quanto riguarda la prima, è probabile che vengano ricostruiti i tempi e la durata dell'appartenenza [al gruppo religioso], nonché la motivazione della decisione iniziale e dell'affiliazione. Alcune di queste narrazioni portano il concetto alle estreme conseguenze: l'appartenenza stessa è di per sé una finzione.




Il contesto del gruppo religioso è romanzato a vari livelli. Uno dei modi più importanti in cui ciò si verifica è attraverso l'introduzione nel contesto. Le narrazioni apostate sono spesso precedute da dichiarazioni alleate che riportano denunce più generali sull'organizzazione controversa, o sono avallate da recensioni compiacenti.



Lo sappiamo bene: i racconti dei fuoriusciti dissidenti che si leggono sui media raramente rimangono isolati. Negli articoli dei giornali, nelle interviste televisive, e ancora di più nei blog, nei forum e nelle versioni elettroniche dei magazine, sono accompagnate da altre testimonianze di ex-membri che le precedono e le seguono, ovviamente confermandole e rincarando la dose (pensate ad esempio ai commenti anonimi in calce agli articoli: 'è tutto vero, sono state tdG per 30 anni e bla bla bla'). Il risultato è di inquadrare la narrazione in una cornice che si propone di potenziarla e di appesantire ulteriormente l'opinione pubblica intorno a quel particolare movimento religioso.

Leggete qui:


Le narrazioni prodotte dagli apostati, dal punto di vista dello stile, mostrano punti in comune che contribuiscono al loro impatto sul pubblico. Questi includono un atteggiamento difensivo studiato per prevenire l'analisi e la messa in discussione della narrazione (attraverso suppliche, conferme, attestazioni e sfide); un soffermarsi su dettagli irrilevanti, che inietta una dose di intrattenimento nella narrazione; rivelazioni selettive che conferiscono al racconto un'aria di mistero e fascino lasciando le implicazioni all'immaginazione del lettore; e il risalto che si dà al rischio e al senso del dovere, che accresce la credibilità e diminuisce la responsabilità dell'apostata facendo leva sui pericoli al quale è stato sottoposto.




David G. Bromley, Sociological Perspectives on Apostasy: An Overview, pag. 8.
[Modificato da EverLastingLife 08/01/2021 20:40]
08/01/2021 21:31
 
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Re:
AngeloSerafino 8/1/2021 20:50:



L'attuale controversia che circonda le nuove religioni ha portato in primo piano il ruolo degli apostati. Questi individui lasciano movimenti altamente controversi e assumono ruoli in altre organizzazioni come oppositori pubblici contro i loro movimenti precedenti. Questo volume esamina le motivazioni degli apostati, il modo in cui vengono reclutati e interpretano i loro ruoli, i tipi di narrazioni che costruiscono per screditare i loro gruppi precedenti e l'impatto dell'apostasia sull'esito dei conflitti tra movimenti e società.




[Modificato da Angelo Serafino53 08/01/2021 21:33]
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