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Gioco d'azzardo e principi implicati

Ultimo Aggiornamento: 20/11/2017 23:35
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08/11/2017 16:45
 
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Qualcuno potrebbe chiedere: ‘Che dire se facessi un’amichevole partita a carte o qualche altro gioco con i miei parenti? Potremmo scommettere piccole somme di denaro, così che nessuno vince o perde un gran che. Non potrebbe essere solo un innocente passatempo, senza traccia di avidità?’

Alcuni potrebbero ragionare in questo modo. Ma dove è implicato il denaro, anche in minima quantità, il pericolo è evidente. Potrebbe essere il primo passo verso la rovina, e se fra i giocatori vi fossero dei bambini, il pericolo di instillare in loro lo spirito del gioco d’azzardo sarebbe particolarmente grave. Perché non limitarsi a prendere nota del punteggio su un foglio di carta o a giocare per puro divertimento? Gli anziani spirituali della congregazione non vorranno intromettersi in ciò che fate sotto questo aspetto. Non cercheranno di stabilire regole come fecero i capi religiosi descritti in Luca 6:1-5.

Tuttavia, se venissero a sapere che è in pericolo la spiritualità, potrebbero dare benevoli consigli, in quanto hanno la responsabilità di ‘vigilare sulle anime del gregge’. — Ebr. 13:17.

L’esperienza mostra che molti, in seguito divenuti avidi giocatori incalliti, avevano cominciato scommettendo piccole somme ‘per divertimento’. Avendo visto che potevano vincere piccole somme, sono stati tentati a cercare di vincerne di maggiori. La spinta dell’avidità può annullare la volontà dell’individuo, portandolo perfino a condurre una vita precedentemente impensabile. Un ex giocatore canadese disse: “Mia nipote perde cento dollari [oltre 70.000 lire] alla settimana. Il marito è costretto ad avere un doppio lavoro. I bambini patiscono letteralmente la fame. Lei implora, prende in prestito e ruba pur di poter giocare”.

Spesso c’è anche l’orgoglio fra i motivi che si celano dietro il gioco d’azzardo. L’abilità di vincere solletica l’orgoglio personale. Ma Dio dice: “Ho odiato la superbia e l’orgoglio”. I veri adoratori sono incoraggiati a coltivare modestia e umiltà. — Prov. 8:13; 11:2; 22:4; Mic. 6:8; Giac. 4:16.

Quelli che giocano d’azzardo spesso esaltano la ‘dea Fortuna’. Per loro la “fortuna” non è solo una parola per indicare i buoni risultati, ma una forza sovrumana, una divinità. L’avidità e l’orgoglio spingono il giocatore a confidare nella “fortuna”.
Frequentemente il gioco ha l’effetto di incoraggiare la pigrizia. Spinge le persone a sognare di guadagnare qualcosa senza far nulla, inducendole addirittura a mentire o a imbrogliare per vincere piuttosto che mettersi a lavorare. Ma la Parola di Dio condanna la pigrizia e loda l’operosità, la parsimonia e lo strenuo lavoro. “Se qualcuno non vuole lavorare, neppure mangi”. — Prov. 6:9-11; Efes. 4:28; II Tess. 3:10.

I cattivi frutti del gioco d’azzardo sono così conosciuti che in molti luoghi i giocatori sono disprezzati, anche dove il gioco d’azzardo è legale. Perciò il desiderio di avere “un’eccellente testimonianza da persone di fuori” e quello di evitare di suscitare pregiudizi contro la “buona notizia del regno” sono ulteriori motivi che inducono molti cristiani a evitare nel modo più assoluto qualsiasi tipo di gioco d’azzardo. — I Tim. 3:7, 10; Matt. 24:14; I Cor. 9:11-23; II Cor. 6:3.

Coloro che prestano servizio come ‘pastori del gregge’ si interessano giustamente di aiutare i conservi cristiani a evitare ciò che può danneggiarli spiritualmente. Per cui, se un individuo si fa prendere dal gioco d’azzardo e mostra veramente un’inclinazione all’avidità o a produrre qualcuno dei cattivi frutti associati al gioco, gli anziani vorranno aiutarlo. Se notassero pericolose tendenze in tal senso, potrebbero dare consigli in privato o in pubblico. (I Piet. 5:2, 3; Gal. 6:1) E se un cristiano continua impenitentemente a seguire una condotta di avidità, potrebbe anche essere necessario espellerlo dalla congregazione, in armonia con le istruzioni della Parola di Dio, che dicono: “Rimuovete l’uomo malvagio di fra voi”. Paolo aggiunge: “Non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non siate sviati. Né fornicatori, né idolatri, né adulteri, ne uomini tenuti per scopi non naturali, né uomini che giacciono con uomini, né ladri, né avidi, né ubriaconi, né oltraggiatori, né rapaci erediteranno il regno di Dio”. — I Cor. 5:11-13; 6:9, 10.

Tuttavia è raro che le cose arrivino a quel punto, poiché i veri cristiani evitano del tutto qualsiasi forma di gioco d’azzardo. Il loro desiderio è di produrre il frutto dello spirito, non di prendere parte ad attività che istigano all’avidità e che producono opere della carne. (Gal. 5:19-23) Comprendono l’importanza di guadagnarsi da vivere con un onesto lavoro. Così si espresse l’apostolo Paolo: “Vi esortiamo, fratelli, . . . ad avere la mira di vivere quietamente e di pensare ai fatti vostri e a lavorare con le vostre mani, come vi abbiamo ordinato; onde camminiate decentemente riguardo alle persone di fuori e non abbiate bisogno di alcuna cosa”. — I Tess. 4:10-12.

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