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Regola dei due testimoni: si o no?

Ultimo Aggiornamento: 20/02/2020 08:29
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15/11/2017 14:44
 
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Che è come dire... disassociazione: sì o no?

Alcuni fuoriusciti dissidenti (& relativi adepti) contestano l'uso della 'regola dei due testimoni': in estrema sintesi, per accusare un cristiano di una trasgressione grave occorre la testimonianza diretta di almeno due persone.

L'unico argomento nel quale entra la 'regola dei due testimoni' però, come tutti sanno, riguarda la disassociazione. Avere a disposizione due testimoni di un peccato (di qualunque natura) permette di aprire un procedimento giudiziario e quindi eventualmente di disassociare un testimone di Geova. Essa non ha alcun rapporto - ad esempio - con la libertà di un tdG di denunciare un abuso sessuale compiuto su un minore, cosa che egli può tranquillamente fare anche in presenza di un solo testimone del fatto.

Vediamo se scrivendo la relazione in corpo 30 riusciamo a renderla chiara e definitiva:


"REGOLA DEI DUE TESTIMONI"





DISASSOCIAZIONE



E dunque, la 'regola dei due testimoni', se applicata, può eventualmente portare alla disassociazione dell'individuo. Ma... non sono proprio i fuoriusciti dissidenti a piagnucolare che la disassociazione è crudele, inumana, ostracizzante?


Qualcuno è in grado di trovare una logica nell'illogico?
[Modificato da EverLastingLife 15/11/2017 14:55]
15/11/2017 14:54
 
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Sulla regola dei due testimoni abbiamo scritto qualche riga all'epoca dei servizi-spazzatura delle 'Iene' sui testimoni di Geova.

testimonidigeova.freeforumzone.com/d/11246665/Confutazione-servizi-denigratori-sui-tdG-delle-Iene-2016-/discussione.aspx?idm1=1323856...

Ne riporto alcuni passaggi interessanti:


__________________________________________________________________________



Ora veniamo alla sua intervista: costui trova assurda la regola biblica per cui 'per provare la veridicità di un abuso bisogna avere due testimoni'. Si tratta di un principio enunciato da Gesù Cristo (sì, nientemeno), come riportato dal vangelo:


Matteo 18:16: Prendi con te uno o due altri, affinché per bocca di due o tre testimoni sia stabilita ogni questione.


1) COSA C'ENTRA?

La prima e più importante domanda che dobbiamo porci è: cosa c'entra la 'regola dei due testimoni' con la libertà di questi ultimi di denunciare un pedofilo? Risposta: assolutamente niente.

Non vi è alcuna relazione, nemmeno minima, fra le due cose. La vittima di atti di pedofilia, o i suoi genitori, possono adire le vie legali indipendentemente dal fatto che i testimoni degli abusi siano due, uno solo, o anche (al limite) zero. Possono inoltre procedere senza chiedere pareri al corpo degli anziani, i quali comunque, seppure interpellati in proposito, si limiterebbero a dire (come da istruzioni documentate in precedenza): "fa' ciò che ritieni opportuno".

Il principio biblico dei due testimoni del reato viene utilizzato dai tdG unicamente per uno scopo: disassociare il pedofilo. Ma a questo ci toccherà dedicare un intervento specifico (in un successivo commento), dato che intrufolandosi in questo ramo dell' "albero logico" si scopre una delle più assurde incoerenze dei fuoriusciti: ciò a cui la 'regola geovista dei due testimoni' fa da ostacolo è proprio la disassociazione, ovvero quel medesimo provvedimento disciplinare che descrivono come disumano e sul quale costruiscono le loro "crociate" fluviali.


2) COME SI APPLICA LA REGOLA DEI DUE TESTIMONI NEI CASI DI ABUSI SU MINORI?

"Se uno abusa di un minore non penso che lo fa alla vista di due persone". Non lo pensiamo neanche noi. "La persona abusata deve portare con sé due testimoni?!?". Impensabile.

Ma è così che funziona? "NO". Si ritrae cioè (volutamente?) uno scenario assurdo. 'Testimone' di un maltrattamento, infatti, non è solo chi lo vede avvenire su terzi, ma anche il maltrattato stesso. L'abusato stesso è quindi il primo testimone del fatto.

E il secondo testimone, necessario per procedere ad un comitato giudiziario? Come indicano chiaramente le istruzioni dell'Organizzazione, nei casi di abusi sessuali (come per qualunque altro peccato) non è necessario che siano presenti due testimoni oculari simultaneamente, cosa che sarebbe ridicolo ipotizzare. Possono essere due o più testimoni separati di eventi separati, ad esempio due bambini che denunciano abusi subiti da una stessa persona. (Altra possibilità è che i due bambini subiscano abusi nella stessa occasione da un singolo molestatore: anche in questo caso avremmo i due testimoni sufficienti per procedere).

Ciò è realistico? Assolutamente sì. Secondo i criminologi, l'abusatore di "una sola volta" è, se non proprio una figura leggendaria, un fenomeno quanto mai raro. Nel gergo del settore questi individui sono definiti 'abusatori situazionali', ovvero persone che commettono un solo abuso sessuale ai danni di minori nell'arco della loro vita, di solito in conseguenza di un evento traumatico.

Notate ad esempio questa statistica:


DURATA DEL COMPORTAMENTO PEDOFILO

più di 10 anni 14%
da 5,1 a 10 anni 21%
da 13 mesi a 5 anni 21%
fino ad 1 anno 29%
episodio unico 14% (*)


(*) I pedofili - Un'indagine conoscitiva all'interno della casa circondariale di Teramo, di Marina Arrivas, Teramo 2007. M.Arrivas, psicologa, specializzata in psicologia dell'adulto, dell'infanzia e dell'adolescenza.

Come evidenziato (riga rossa), secondo queste stime appena 14 pedofili su 100 agiscono una volta sola nella vita: tutti gli altri reiterano senz'altro il comportamento criminale. Notiamo che il 14% di stima degli "abusatori di una sola volta" è certamente una sovrastima, perchè dato che il sondaggio è stato condotto all'interno di un istituto di pena, è intervenuto appunto il provvedimento di incarcerazione a impedire il reiterarsi del crimine; perchè non è detto che il reato ascritto si sia verificato effettivamente una volta sola; e perchè non si può escludere che sia reiterato dopo la fine della pena detentiva.

Proviamo allora a immaginare in quale concomitanza di condizioni la regola cristiana dei due testimoni potrebbe fallire: il pedofilo dovrebbe 1) attuare le sue mire (e l'evento è, per fortuna, raro di per sé in virtu della sua difficoltà di attuazione); 2) agire una sola volta nella sua vita (improbabile); 3) negare le accuse.

Naturalmente ciò qualifica il misfatto come improbabile, ma non impossibile. I testimoni di Geova, in mancanza di dati oggettivi che permettano di attribuire colpe certe, lasciano il problema 'nelle mani di Geova'. Locuzione fin troppo nota, che gli ex-testimoni dissidenti tentano di mettere alla berlina: ma questo clamore artificioso è ingiustificato per due motivi. Il primo motivo è che è del tutto normale, per un uomo di fede, immaginare che Dio intervenga a salvaguardare sia le vittime che l'integrità morale della congregazione.

Il secondo motivo è che, banalmente, gli anziani non potrebbero fare nient'altro, per il rischio (che va messo in conto, come vedremo) di rovinare la vita ad un uomo fatto bersaglio di accuse infondate. Il principio della pluralità dei testimoni è largamente presente anche in giurisprudenza, come è noto: la testimonianza oculare è ritenuta la più 'debole' tra le prove, ma può essere rafforzata da quella delle parti in causa (accusa o difesa) che sia in grado di esibirla sotto forma di più deposizioni, ciascuna dal proprio punto di vista.

Ribadiamo in conclusione di questo punto due aspetti fondamentali alla sua comprensione: 1) la regola dei due testimoni non ha nulla a che fare con la denuncia dei pedofili, è solo un discrimine per aprire la strada ad un eventuale provvedimento di espulsione dell'individuo dai testimoni di Geova; 2) anziani e famiglia dell'abusato agiscono autonomamente. Quest'ultima può procedere in sede penale, anche in presenza di un solo episodio di abusi se ritiene, e anche se gli anziani di congregazione si ritrovano con le mani legati per l'assenza di un secondo testimone.


Mettendo a cappello questi due dati di fatto incontestabili, il teatrino sulla 'regola dei due testimoni' si rivela non pertinente, fallace e, se non fosse per la drammaticità dell'argomento di cui stiamo parlando, persino umoristico.


3) LA 'REGOLA DEI DUE TESTIMONI' E' UTILE?

Non è solo utile: è indispensabile. Quando si parla di crimini odiosi come gli abusi sui minori é fatale che raziocinio e lucidità siano sacrificati all'orrore, come si nota per esempio dagli interminabili dibatti mediatici sulla proporzionalità delle sanzioni: si dovrebbe introdurre la pena di morte per l'infanticidio? o la castrazione chimica per i pedofili?

L'orrore può impedire di ragionare lucidamente, e di realizzare, per esempio, che se i maltrattamenti subiti dai bambini destano un giustificatissimo orrore, altrettanto orrore deve ingenerare la possibilità che un uomo sia accusato ingiustamente, per errore o premeditazione, di aver commesso abusi.

Se gli atti di pedofilia sono aberranti, non meno aberrante è la situazione in cui si viene a trovare un uomo sottoposto a 'linciaggio' perché oggetto di congetture indimostrabili, e fasulle, di pedofilia. Le molestie magari non sono mai avvenute, ma il 'marchio d'infamia' accompagnerà il povero disgraziato vita natural durante. E' una situazione insostenibile, che può condurre anche al suicidio.

Quale dei due mali sia il peggiore, per me è un dilemma: se gli abusi sul bambino, o l'ingiusto marchio d'infamia. Sono però tentato di dire che, mentre dai traumi ingenerati da abusi sessuali subiti nell'infanzia, con un paziente lavoro psicologico, si può uscire, non così dicasi di chi è costretto a trascinarsi dietro fino alla morte il sospetto, non rispondente al vero, di essere un molestatore di bambini. Magari non hai fatto nulla di male, ma continuerai a incrociare per tutta la vita sguardi di mamme e papà sospettosi che 'nel dubbio' preferiranno impedirti di dare ai loro bambini persino una banale carezza sui capelli.

Tutto ciò purtroppo è successo molte volte, come documentato in cronaca. Il film Girolimoni il mostro di Roma (1972, di Damiano Damiani, con N.Manfredi) verteva proprio su questa tematica, ovvero la storia vera di un fotografo romano arrestato dietro accuse infamanti di aver molestato delle bambine, poi rilasciato e prosciolto definitivamente, dopo aver rischiato fra l'altro di essere massacrato da una folla inferocita, e morto infine poverissimo e solo come un cane. Da ricordare anche il recente Il sospetto (Danimarca 2012, di Thomas Vinterberg). Ne trascrivo la trama (da cinematografo.it), che consiglio di leggere (grassetto mio):




Il sospetto [...] indaga gli spaventosi territori nei quali può ritrovarsi un uomo, prima stimato e benvoluto, poi osteggiato e trattato alla stregua di un perfido criminale.

Divorziato, 40 anni, Lucas (Mikkelsen, premiato come miglior attore a Cannes) ha da poco un nuovo lavoro nell’asilo nido locale. Inizia anche a frequentare una collega e sta ricostruendo il rapporto con il figlio adolescente. Si avvicina il Natale, e con le prime nevi anche una piccola bugia può diffondersi come un virus. La piccola Klara, figlia dei suoi più cari amici, accenna alla maestra di qualcosa che la vedrebbe coinvolta con Lucas. Qualcosa di osceno, irrimediabile. Basta il sospetto, l’uomo è tagliato fuori da tutto: l’intera comunità si ritrova unita, tutti (o quasi) sono contro di lui. La caccia ha inizio.
Scritto e diretto con precisione chirurgica, il film è astuto, ma non furbo: l’assunto è quello che da sempre accompagna le convinzioni degli adulti (“i bambini non mentono mai”), lo sviluppo quello di un racconto d’assedio. La grandezza è proprio quella di non ricorrere al trucco, al colpo basso di far credere qualcosa che non è: Lucas è innocente, lo sa lui, lo capiamo noi. E l’empatia nei confronti del personaggio è totale: in questo, Vinterberg compie un miracolo cinematografico, invocando aiuto per il suo protagonista, ingiustamente accusato e fatto fuori da qualsiasi attività sociale, sempre più solo con il suo dolore. Lucas perde il lavoro, la sua situazione si aggrava dopo che altri bambini, gli stessi che prima del racconto di Klara lo adoravano aspettandolo nel cortile del kindergarten, iniziano a convergere verso la stessa versione dei fatti, al supermercato viene malmenato e buttato fuori: la calunnia si è fatta cancro, Lucas è un mostro. Un pedofilo.




Il trailer:




Ecco alcune interessanti recensioni del film (grassetto mio):

"Vinterberg sa raccontare benissimo il crimine opposto, cioè come si possa rovinare la vita di una persona innocente con quell'accusa infamante, quando si crea una psicosi collettiva. Perché pare più giusto credere a quel che dicono i bambini fino a quando non si smentiscono, mentre è facile non credere a ciò che dice in sua difesa un adulto che in quanto tale non può essere innocente. Uscire da quella ragnatela calunniosa di cui le prime vittime sono i bambini, è difficile: e per fortuna è successo alle maestre di Rignano, assolte nel maggio scorso dopo 7 anni di emarginazione e vergogna. Lucas forse ce la fa, ma non ne siamo così sicuri, anche se gli amici hanno ripreso ad abbracciarlo e la ragazza è tornata da lui. Ma intanto ha vissuto per mesi in desolato annientamento: dal supermercato l'hanno cacciato a pugni e calci: hanno cercato di colpirlo in casa gettando sassi attraverso la finestra; la notte di Natale è entrato in chiesa mentre i bambini del suo asilo, i suoi accusatori, cantano gentili e i fedeli lo hanno fissato come un nemico, come un mostro" (Natalia Aspesi, La Repubblica 22-11-2012)

"Nessuno infatti, né a scuola né in paese, mette in dubbio le parole della piccola Klara, che tenta timidamente di ritrattare ma finisce per credere lei stessa alla propria storia. Nessuno verifica nulla. La paranoia dilaga. Presto Lucas si ritrova solo contro il mondo, con l'unica eccezione del figlio. Mentre amici, colleghi, vicini, conoscenti, danno il peggio di sé, in un crescendo di tensione un poco facile, visto che sappiamo bene tutti quanto Lucas sia innocente" (Fabio Ferzetti, Il Messaggero, 22 novembre 2012)


E' qui che interviene la 'regola dei due testimoni' enunciata nella legge mosaica, e ripresa da Cristo. Un bambino può sbagliarsi, o ingigantire episodi irrilevanti, e persino mentire, di sua iniziativa o imbeccato da un genitore in malafede (o fanatico, o entrambe le cose) che lo convince a raccontare di abusi mai avvenuti. Ma può accadere che a farlo siano due diversi minori? In teoria è ancora possibile, in pratica è inverosimile.

Ovviamente non è un sistema perfetto, essendo chiaro che l'infamia può perseguitare un uomo anche se ad averlo accusato è una singola persona. Ma si provi a immaginare ad un mondo ipotetico nel quale la 'regola dei due testimoni' non valesse: 'X', per qualche ragione, mi è antipatico, vado dagli anziani della sua congregazione, m'invento che ha una relazione extraconiugale (o che è uno spacciatore, o un truffatore seriale, o appunto un molestatore di bambini) e lo faccio disassociare.

Un bel casino, insomma, la terra franca della calunnia e della rappresaglia. Questi sarebbero i frutti del 'libero pensiero' che, a quanto ci dicono, è interdetto ai testimoni di Geova.
[Modificato da EverLastingLife 15/11/2017 15:18]
15/11/2017 15:03
 
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I nostri detrattori hanno le idee molto confuse... ma più probabilmente sono colpevolmente in malafede. Il che rende la cosa anche più grave. Vorrei ricordare loro 1 Pietro 4:4-5:

"Poiché non continuate a correre con loro in questo corso allo stesso basso livello di dissolutezza, sono perplessi e parlano ingiuriosamente di voi. Ma questi renderanno conto a colui che è pronto a giudicare i vivi e i morti"

Shalom
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15/11/2017 18:19
 
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Re:
barnabino, 15/11/2017 15.03:

I nostri detrattori hanno le idee molto confuse...



Sei sin troppo gentile. Da un lato biasimano la disassociazione, dall'altro la "regola dei 2 testimoni", che costituisce una garanzia per gli accusati di trasgressioni e quindi un argine alla disassociazione. Non esiste nessuna logica in questo ragionamento. Una contraddizione che risulterebbe palese a chiunque, ma non a chi ha dato il cervello in comodato d'uso ai fuoriusciti dissidenti.
15/11/2017 18:50
 
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Da un lato biasimano la disassociazione, dall'altro la "regola dei 2 testimoni", che costituisce una garanzia per gli accusati di trasgressioni e quindi un argine alla disassociazione



Infatti, la loro incoerenza non è nuova... per certi peccati o situazioni invocano la forca, l'espulsione a vita, l'impossibilità del pentimento, per altri peccati invece i peccatori dovrebbero essere allegramente tollerati e accettati dalla congregazione come se nulla fosse. Mah, giustizialismo tipico dell'italiano medio da bar, sono sempre gli altri i cattivi che devono essere puniti...

Shalom
[Modificato da barnabino 15/11/2017 18:51]
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FORUM TESTIMONI DI GEOVA
16/11/2017 09:50
 
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Re:
barnabino, 15/11/2017 18.50:


Da un lato biasimano la disassociazione, dall'altro la "regola dei 2 testimoni", che costituisce una garanzia per gli accusati di trasgressioni e quindi un argine alla disassociazione



Infatti, la loro incoerenza non è nuova... per certi peccati o situazioni invocano la forca, l'espulsione a vita, l'impossibilità del pentimento, per altri peccati invece i peccatori dovrebbero essere allegramente tollerati e accettati dalla congregazione come se nulla fosse. Mah, giustizialismo tipico dell'italiano medio da bar, sono sempre gli altri i cattivi che devono essere puniti...

Shalom



Un paio di osservazioni volanti.

- alcune autorità / addetti ai lavori nella commissione australiana (e in altri ambiti), se non vado errato, hanno anch'esse contestato il modo in cui i tdG applicano la regola dei due testimoni. Questo però rappresenta un problema, e non certo un vantaggio, per i fuoriusciti dissidenti. Dato che tale regola ha a che fare esclusivamente con l'iter che può portare alla disassociazione di un individuo, in pratica queste autorità da un lato legittimano la disassociazione, dall'altro ne riconoscono l'utilità al fine di contrastare l'odioso fenomeno degli abusi. E non potrebbe essere altrimenti: impedire di avere qualunque rapporto sociale con i suoi confratelli, compreso il semplice dialogo, è un provvedimento che sottrae all'ex-tdG pedofilo qualsiasi occasione di attuare le sue mire fra le mura della congregazione. O per lo meno glielo rende estremamente difficile. In ultima analisi queste autorità stanno dicendo: 'la disassociazione è una misura utilissima, che dovreste attuare più spesso, e la regola dei due testimoni ci appare inadeguata perché nei casi di abusi costituisce un ostacolo alla sua applicazione'. Dunque se voi, ex-tdG dissidenti, vi illudete che la disassociazione possa essere un giorno soppressa per decreto politico, lasciate ogni speranza. Le autorità vanno esattamente nella direzione opposta.

- se il broadcasting nel quale si parla della 'regola dei due testimoni' (che non ho ancora visto) ne riafferma come pare la validità e la correttezza, la conclusione può essere una sola: né il 'caso australiano' né altri eventi hanno avuto finora alcuna ripercussione sulla procedura interna dei testimoni di Geova, che è rimasta tale e quale. Anche qui con supremo disappunto dei fuoriusciti, convinti che i tdG sarebbero stati obbligati a modificare la propria prassi da ingerenze di governo. Si è cioè implicitamente riaffermato il pieno diritto dei tdG ad autodeterminarsi in fatto di misure disciplinari.

- la contraddizione degli apostati, che da un lato stigmatizzano la disassociazione e dall'altro - illogicamente - una norma che di fatto ne limita l'attuazione, potrebbe essere risolta in un solo modo: accettare il provvedimento espulsivo con le relative conseguenze (cessazione dei rapporti sociali) e addirittura inasprirlo abrogando la regola dei due testimoni. Il che però rappresenta uno scenario catastrofico. Riconoscere infatti la disassociazione per i casi di abusi li obbligherebbe a mandarla giù per tutte le altre violazioni delle norme morali così come intese e applicate dai testimoni di Geova. Perché si dovrebbe 'ostracizzare' un tdG pedofilo e non un tdG adultero conclamato? O uno che fuma come un turco? O uno che sul suo forum afferma, pubblicamente, che i tdG sono uno 'schifo di religione'?
[Modificato da EverLastingLife 16/11/2017 09:54]
16/11/2017 09:55
 
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Re: Re:
EverLastingLife, 16/11/2017 09.50:



Perché si dovrebbe 'ostracizzare' un tdG pedofilo e non un tdG adultero conclamato? O uno che fuma come un turco? O uno che sul suo forum afferma, pubblicamente, che i tdG sono uno 'schifo di religione'?




Belle domande ELL.
Ovviamente, non saprebbero rispondere con serietà e senza contraddirsi.....dovrebbero ricorrere a certi loro apologeti internettiani che sotterrerebbero il tutto sotto un inqualificabile post "lenzuolo" (che nessuno leggerebbe, ovviamente... [SM=g27987] )


15/02/2020 18:24
 
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Nel documento "La posizione dei Testimoni di Geova in materia di tutela dei minori in armonia con la Bibbia" che si trova online sul nostro sito uficiale

www.jw.org/it/news/sviluppi-legali-diritti-umani/risorse-legali/informazioni/materiale-posizione-testimoni-di-geova-tutela...

E' detto ora esplicitamente:

10. Gli abusi su minori costituiscono un grave peccato. Se il presunto abusante è un componente della congregazione, gli anziani esamineranno i fatti alla luce delle Scritture. Si tratta di una procedura puramente religiosa attuata dagli anziani sulla base delle istruzioni contenute nella Bibbia e che concerne esclusivamente l’appartenenza alla confessione dei Testimoni di Geova. Un componente della congregazione che non si pente degli abusi commessi su minori viene espulso dalla congregazione e non è più considerato un testimone di Geova (1 Corinti 5:13). L’intervento degli anziani in un’accusa di abusi sessuali su minori non sostituisce l’intervento delle autorità (Romani 13:1-4).

Sottolineo che è una procedura puramente religiosa e non sostitusce l'intervento delle autorità che agiranno contro il presunto abusatore secondo le leggi vigenti senza alcuna interferenza da parte della congregazione.

Shalom
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FORUM TESTIMONI DI GEOVA
17/02/2020 20:44
 
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due testimoni per stabilire una questione
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La Bibbia dice che ci devono essere almeno due testimoni per stabilire una questione (Num. 35:30; Deut. 17:6; 19:15; Matt. 18:16; 1 Tim. 5:19). Ma sotto la Legge se un uomo violentava una ragazza fidanzata “in campagna” e lei gridava, la ragazza non era considerata colpevole di adulterio mentre l’uomo sì. In questa situazione, in cui nessuno era stato testimone del fatto, perché lei era considerata innocente e lui colpevole?


Il brano di Deuteronomio 22:25-27 non aveva l’obiettivo primario di provare la colpevolezza dell’uomo, perché nel caso descritto lui era già riconosciuto colpevole. Questa legge si concentrava sull’innocenza della donna. Esaminiamo il contesto.

www.jw.org/it/biblioteca-digitale/riviste/torre-di-guardia-studio-dicembre-2019/deuteronomio-22-domande-...
17/02/2020 21:56
 
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Re: due testimoni per stabilire una questione
Angelo Serafino53, 17/02/2020 20.44:

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La Bibbia dice che ci devono essere almeno due testimoni per stabilire una questione (Num. 35:30; Deut. 17:6; 19:15; Matt. 18:16; 1 Tim. 5:19). Ma sotto la Legge se un uomo violentava una ragazza fidanzata “in campagna” e lei gridava, la ragazza non era considerata colpevole di adulterio mentre l’uomo sì. In questa situazione, in cui nessuno era stato testimone del fatto, perché lei era considerata innocente e lui colpevole?


Il brano di Deuteronomio 22:25-27 non aveva l’obiettivo primario di provare la colpevolezza dell’uomo, perché nel caso descritto lui era già riconosciuto colpevole. Questa legge si concentrava sull’innocenza della donna. Esaminiamo il contesto.

www.jw.org/it/biblioteca-digitale/riviste/torre-di-guardia-studio-dicembre-2019/deuteronomio-22-domande-...

Ho letto l'articolo e mi sorge una domanda.
E se la ragazza violentata in città non fosse nella possibilità di gridare?
Potrebbe esserle stata tappata la bocca, potrebbe essere bloccata dallo spavento, potrebbe essere minacciata da una pistola... Verrebbe considerata consenziente?

Probabilmente non vale più quella legge del vecchio testamento?
Grazie
17/02/2020 22:01
 
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Re: due testimoni per stabilire una questione
Angelo Serafino53, 17/02/2020 20.44:

Domande dai lettori


La Bibbia dice che ci devono essere almeno due testimoni per stabilire una questione (Num. 35:30; Deut. 17:6; 19:15; Matt. 18:16; 1 Tim. 5:19). Ma sotto la Legge se un uomo violentava una ragazza fidanzata “in campagna” e lei gridava, la ragazza non era considerata colpevole di adulterio mentre l’uomo sì. In questa situazione, in cui nessuno era stato testimone del fatto, perché lei era considerata innocente e lui colpevole?


Il brano di Deuteronomio 22:25-27 non aveva l’obiettivo primario di provare la colpevolezza dell’uomo, perché nel caso descritto lui era già riconosciuto colpevole. Questa legge si concentrava sull’innocenza della donna. Esaminiamo il contesto.

www.jw.org/it/biblioteca-digitale/riviste/torre-di-guardia-studio-dicembre-2019/deuteronomio-22-domande-...

E invece come affrontare quanto detto in Tim 5:19?
17/02/2020 22:11
 
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Re: Re: due testimoni per stabilire una questione
domeci, 17/02/2020 21.56:

Ho letto l'articolo e mi sorge una domanda.
E se la ragazza violentata in città non fosse nella possibilità di gridare?
Potrebbe esserle stata tappata la bocca, potrebbe essere bloccata dallo spavento, potrebbe essere minacciata da una pistola... Verrebbe considerata consenziente?

Probabilmente non vale più quella legge del vecchio testamento?
Grazie




Se parlate di pistola vi riferite in questi tempi moderni

i cristiani non svolgono indagini di crimini, è un compito del tutto demandato alle autorità competenti

comunque una nostra rivista diceva che succede in relazione alla congregazione:
*** w03 1/2 p. 31 Domande dai lettori ***
Per capire l’applicazione di Deuteronomio 22:23-27 dobbiamo tenere presente che questo breve brano non prende in esame tutte le possibili situazioni. Per esempio non parla del caso in cui la donna aggredita non può gridare perché è muta, priva di sensi o paralizzata dalla paura o perché l’uomo glielo impedisce mettendole una mano o del nastro adesivo sulla bocca. Tuttavia, dato che Geova è in grado di soppesare tutti i fattori, inclusi i motivi, in simili casi egli agisce con comprensione e giustizia, poiché “tutte le sue vie sono giustizia”. (Deuteronomio 32:4) Egli sa cos’è effettivamente accaduto e quali sforzi ha compiuto la vittima per resistere all’aggressore. Perciò la vittima che non ha potuto gridare, ma che ha fatto tutto ciò che era possibile in quelle circostanze, può lasciare la cosa nelle mani di Geova. — Salmo 55:22; 1 Pietro 5:7.
[Modificato da Angelo Serafino53 17/02/2020 22:30]
17/02/2020 23:19
 
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Re: Re: Re: due testimoni per stabilire una questione
Angelo Serafino53, 17/02/2020 22.11:




Se parlate di pistola vi riferite in questi tempi moderni

i cristiani non svolgono indagini di crimini, è un compito del tutto demandato alle autorità competenti

comunque una nostra rivista diceva che succede in relazione alla congregazione:
*** w03 1/2 p. 31 Domande dai lettori ***
Per capire l’applicazione di Deuteronomio 22:23-27 dobbiamo tenere presente che questo breve brano non prende in esame tutte le possibili situazioni. Per esempio non parla del caso in cui la donna aggredita non può gridare perché è muta, priva di sensi o paralizzata dalla paura o perché l’uomo glielo impedisce mettendole una mano o del nastro adesivo sulla bocca. Tuttavia, dato che Geova è in grado di soppesare tutti i fattori, inclusi i motivi, in simili casi egli agisce con comprensione e giustizia, poiché “tutte le sue vie sono giustizia”. (Deuteronomio 32:4) Egli sa cos’è effettivamente accaduto e quali sforzi ha compiuto la vittima per resistere all’aggressore. Perciò la vittima che non ha potuto gridare, ma che ha fatto tutto ciò che era possibile in quelle circostanze, può lasciare la cosa nelle mani di Geova. — Salmo 55:22; 1 Pietro 5:7.

Ok... Grazie
19/02/2020 18:20
 
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Re: Re: due testimoni per stabilire una questione
domeci, 17/02/2020 22.01:

E invece come affrontare quanto detto in Tim 5:19?

Ripropongo la domanda, forse era passata inosservata.
Grazie a chi volesse rispondere.
😊
19/02/2020 18:55
 
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Re: Re: Re: due testimoni per stabilire una questione
domeci, 19/02/2020 18.20:

Ripropongo la domanda, forse era passata inosservata.
Grazie a chi volesse rispondere.
😊



Vale per gli anziani la stessa regola: anche nei loro confronti si deve agire in base alle prove che è stata commessa la trasgressione, non in base al semplice sentito dire



19/02/2020 18:57
 
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Significa che gli anziani, quando agiscono devono valutare una trasgressione nella congregazione, devono essere sempre imparziali. Pertanto, dovrebbero agire in base alle prove che è stata commessa la trasgressione, non in base al semplice sentito dire.

Shalom
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19/02/2020 19:05
 
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Re: Re: Re: Re: due testimoni per stabilire una questione
Aquila-58, 19/02/2020 18.55:



Vale per gli anziani la stessa regola: anche nei loro confronti si deve agire in base alle prove che è stata commessa la trasgressione, non in base al semplice sentito dire




Mi riferivo al fatto che se, giustamente come più volte detto, non è richiesto il doppio testimone per peccati (reati) gravi come la pedofilia, come ci si regola con quel passo della Bibbia?
19/02/2020 19:10
 
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Mi riferivo al fatto che se, giustamente come più volte detto, non è richiesto il doppio testimone per peccati (reati) gravi come la pedofilia, come ci si regola con quel passo della Bibbia?



Mi pare che tu non ti sia neppure degnato di leggere i primi due post del 3d. La questione è molto sempice, gli anziani non agiranno contro un peccato (non un reato, non sono la stessa cosa) grave o non grave solo per sentito dire ma sulla base di prove certe. Se c'è un reato la pertinenza è legale e non religiosa, gli anziani si occupano di dare assistenza spirituale non di reati per cui c'è il codice penale e le corti della magistratura non la Bibbia.

Shalom

[Modificato da barnabino 19/02/2020 19:18]
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19/02/2020 20:05
 
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barnabino, 19/02/2020 19.10:


Mi riferivo al fatto che se, giustamente come più volte detto, non è richiesto il doppio testimone per peccati (reati) gravi come la pedofilia, come ci si regola con quel passo della Bibbia?



Mi pare che tu non ti sia neppure degnato di leggere i primi due post del 3d. La questione è molto sempice, gli anziani non agiranno contro un peccato (non un reato, non sono la stessa cosa) grave o non grave solo per sentito dire ma sulla base di prove certe. Se c'è un reato la pertinenza è legale e non religiosa, gli anziani si occupano di dare assistenza spirituale non di reati per cui c'è il codice penale e le corti della magistratura non la Bibbia.

Shalom


Caro Barnabino, ti chiedo per favore di non iniziare ad usare toni aggressivi o offensivi.
Ho capito la tua risposta.

Gli anziani non si occupano di reati (per quello c'è la polizia) ma solo di peccati. Io ho chiesto come "gestire" quel passo bibblico di fronte al peccato grave della pedofilia se l'accusa è mossa contro un anziano in assenza dei 2 testimoni.
In un primo momento, leggendo anche altri 3D,avevo capito che in quel caso non servono 2 testimoni per intervenire.
Non parlo di denunciare alla polizia ma solo di azioni interne.
[Modificato da domeci 19/02/2020 20:10]
19/02/2020 20:10
 
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In questo 3D si dice che l'abusato potrebbe essere uno dei testimoni.

Si dice anche che non è necessario che i 2 testimini siano presenti contemporaneamente... È sufficiente che uno veda un abuso e un altro veda un secondo abuso commesso dalla stessa persona in un momento diverso.

Spero di aver capito bene.
Grazie
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