Ben ritrovati! Alla fine ce l’ho fatta. Il libro cui ho dedicato più di vent’anni di ricerche è stato pubblicato da “Tralerighe Libri”, casa editrice specializzata in storia del ‘900. E’ quindi con grande soddisfazione che lo condivido con i custodi della memoria di Cimeetrincee.
“Dove la sorte ti ha voluto chiamare”, narra le vicende di Angelo Astolfoni detto Nino, artista e giornalista di Venezia che dopo lo scoppio della prima guerra mondiale è stato impiegato come ufficiale esploratore nel 228° reggimento della brigata Rovigo. Nino è morto il 29 giugno 1916 in un ospedaletto da campo allestito a Campomulo, dopo essere stato ferito sul Monte Colombara (Altopiano di Asiago) in un’azione che gli è valsa l’assegnazione della Medaglia di Bronzo al Valor Militare.
Oltre a delineare il clima culturale della Venezia del primo ‘900 e i profili dei giovani amici di Nino che hanno contribuito ad alimentare quella straordinaria stagione, il libro tratta anche di alcuni temi legati al coinvolgimento della popolazione veneziana nella Grande Guerra: i bombardamenti compiuti dagli aerei austro-ungarici e l’esodo della popolazione che - con il fronte a pochi chilometri di distanza dopo il rovescio di Caporetto – fu costretta a lasciare la città per andare profuga in varie località d’Italia.
Mi sono poi concentrato su avvenimenti di carattere generale, cercando però di analizzare vicende poco trattate o addirittura inedite: ad esempio le fasi che hanno coinvolto la brigata Rovigo dopo Caporetto, ma soprattutto alcuni aspetti legati alla cosiddetta “Strafexpedition”, l’offensiva scatenata dagli austro-ungarici nel maggio del 1916.
L’unità cui apparteneva Nino venne impiegata nelle fasi finali di quelle operazioni, quando gli austro-ungarici, vista l’impossibilità di raggiungere il proprio obiettivo, si ritirarono su posizioni dominanti contro le quali si infranse la controffensiva italiana.
Ho quindi dato particolare risalto ai combattimenti che si svolsero a fine giugno sul Monte Colombara, narrando nel dettaglio le fasi di quegli scontri adottando sia il punto di vista dei fanti della brigata Rovigo, sia quello degli stiriani del 27° reggimento “König der Belgier”. Ciò mi è stato possibile grazie al fatto che ho consultato di persona la documentazione conservata a Roma nell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito, e presso il Kriegsarchiv di Vienna.
Oltre a ciò nel libro ho anche riportato – svelando in alcuni casi particolari sconosciuti – alcune vicende personali che hanno visto come protagonisti alcuni soldati il cui destino si è incrociato con Nino. Tra gli altri:
- Guido D’Arman, suo amico d’infanzia e come lui inquadrato nel 228° reggimento. La compagnia di D’Arman era comandata da Guido Negri, noto con l’appellativo di “capitano santo”. Riguardo quest’ultimo, grazie alla testimonianza diretta di un soldato presente al suo ultimo assalto sul Colombara, ho potuto rivelare con quale stato d’animo Negri sia realmente andato incontro alla morte.
- Due volontari giuliani inquadrati nel 228° reggimento: Lodovico Viezzoli e Giuseppe Pogatschnig. Del primo ho riportato le lettere cariche di passione che costituiscono una sorta di testamento ideale; del secondo – che aveva cambiato il cognome in Pagano – ho narrato le straordinarie peripezie che lo hanno visto protagonista dopo che fu fatto prigioniero dagli austro-ungarici, avventure condotte sotto la minaccia costante che la sua vera identità venisse scoperta e di essere quindi condannato alla forca in qualità di disertore.
- Ercole Marchioni, originario del Cadore, che prima della guerra ha condiviso con Nino la passione per l’arte, e che come lui fu assegnato al 228° reggimento al comando di una sezione di mitragliatrici. Anche Marchioni partecipò ai combattimenti sul Colombara, esperienza che lo segnò per il resto dei suoi giorni.
- Leopold Stein, pilota viennese abbattuto il 27 marzo 1916 nei pressi di Vittorio Veneto e che fu scortato da Nino nella caserma Fantuzzi di Belluno. Di lui ho ricostruito lo stato di servizio e l’elenco missioni compiute, tra le quali il bombardamento di Brescia nel novembre del 1915.
Ho scelto di scrivere “Dove la sorte ti ha voluto chiamare” adottando la formula del romanzo storico, dove tutti i personaggi citati sono reali e ogni episodio riportato è documentato. Il risultato è un racconto che, senza alcuna concessione alla retorica, rappresenta un tributo alla memoria della nostra Storia.
Per chi è interessato il libro è disponibile su Amazon, eventualmente anche in versione ebook, oppure contattando direttamente la casa editrice:
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