Sebbene non ci sia mai una giustificazione valida per uccidersi, l’apostolo Paolo offrì una meravigliosa speranza anche per alcuni ingiusti. A una corte romana infatti disse: “Ho in Dio la speranza . . . che ci sarà una risurrezione sia dei giusti che degli ingiusti”.
Atti 24:15.
Gli amici sconvolti di un suicida possono pertanto trarre conforto dal sapere che “Geova ha mostrato misericordia a quelli che lo temono. Poiché egli stesso conosce bene come siamo formati, ricordando che siamo polvere”.
(Salmo 103:10-14) Solo Dio può capire perfettamente quanta parte abbiano un disturbo mentale, una situazione estremamente stressante, persino difetti genetici, in una “crisi che porta al suicidio”, la quale, osservava il National Observer, “non è una caratteristica che dura tutta una vita [ma] spesso è solo questione di minuti o di ore”. —
Vedi Ecclesiaste 7:7.
È vero, chi si toglie la vita si priva dell’opportunità di pentirsi del suo atto. Ma chi può dire che chi è stato spinto al suicidio non avrebbe cambiato idea qualora il suo fatale tentativo fosse fallito? Alcuni famigerati assassini, infatti, sono cambiati e hanno ottenuto il perdono di Dio durante la loro vita. —
2 Re 21:16; 2 Cronache 33:12, 13.
Pertanto Geova, avendo pagato un “riscatto in cambio di molti”, ha diritto di mostrare misericordia, perfino ad alcuni che si sono uccisi, risuscitandoli e dando loro la preziosa opportunità di “pentirsi e volgersi a Dio, facendo opere degne di pentimento”. —
Matteo 20:28; Atti 26:20.
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