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Lacrime al microscopio

Ultimo Aggiornamento: 06/10/2023 21:40
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05/10/2023 21:38
 
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Di nascosto o alla luce del sole, tutti prima o poi piangiamo, e le lacrime sembrerebbero apparentemente tutte uguali: liquide, trasparenti, salate. Eppure, dentro quelle piccole gocce c'è un mondo che si rivela, nella sua complessità, soltanto al microscopio. Maurice Mikkers, fotografo olandese con una formazione in campo medico-scientifico, ha osservato le lacrime più da vicino, nel progetto The Imaginarium of Tears.

La scienza divide le lacrime in tre principali categorie: quelle emotive, che versiamo quando siamo tristi, commossi, felici o arrabbiati; quelle di riflesso, emesse in risposta a uno stimolo irritante; e quelle basali, che tengono l'occhio umettato e in salute. Mikkers ha voluto capire se a questa classificazione corrispondano precise caratteristiche microscopiche. Così ha "torturato" per una sera i suoi amici esponendoli a una serie di stimoli "strappalacrime" come l'aroma di peperoncini e cipolle, aria indirizzata negli occhi o pianti a comando (nella foto, una lacrima versata al taglio delle cipolle).

Indipendentemente dalla classificazione, ogni lacrima ha una diversa viscosità e composizione, e contiene un'ampia gamma di sostanze biologiche disciolte in acqua salata, come anticorpi, enzimi e una parte grassa e oleosa. Qui, una lacrima stimolata da una goccia di mentolo versata sulla palpebra

www.focus.it/scienza/salute/lacrime-al-microscopio

05/10/2023 22:00
 
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A cosa servono le lacrime?

QUANDO è stata l’ultima volta che vi siete fatti un bel pianto? Piangevate dalla gioia o dal dolore? Per una vostra vittoria personale o per una bruciante sconfitta? Perché vi sentivate sollevati o perché eravate abbattuti? Per la nascita di un bambino o per la morte del marito o della moglie? Per un bel ricordo o per un episodio doloroso che vi era tornato in mente? Perché era arrivato un caro amico o per dirgli addio? Sono situazioni opposte che danno luogo a sentimenti molto diversi, eppure questi sentimenti spesso si manifestano nello stesso modo: con le lacrime.

Come mai le forti emozioni ci fanno piangere? Serve a qualcosa? Oppure potremmo fare a meno delle lacrime?

Perché piangiamo?


Nessuno lo sa per certo. Gli esseri umani e gli animali hanno due tipi di lacrimazione: la lacrimazione spontanea, o continua, che umetta l’occhio, e la lacrimazione riflessa, che entra istantaneamente in azione quando qualche corpo estraneo irrita l’occhio. Ma è la lacrimazione indotta da particolari stati emotivi, cioè il pianto, che sembra essere una prerogativa degli esseri umani e non è ancora molto compresa.

Il ricercatore William Frey ipotizza che il pianto dovuto a particolari stati emotivi elimini dal corpo sostanze nocive e in eccesso, un po’ come fanno i reni, il colon, i polmoni e i pori della pelle. In un suo libro sull’argomento egli spiega che nel corso di uno studio ha confrontato le lacrime provocate da un agente irritante (una cipolla) con quelle provocate da particolari stati emotivi (guardare film tristi). Le lacrime del secondo tipo avevano una maggiore concentrazione di proteine: circa il 24 per cento in più. Il motivo non è ancora chiaro, ma a quanto pare le lacrime che il corpo produce in risposta ad uno stimolo emotivo sono diverse da quelle che produce in risposta ad un agente irritante. — Crying—The Mystery of Tears.

“Piango come una donna. Dal mio occhio, dal mio occhio scendono acque”, scrisse il profeta Geremia. (Lamentazioni 1:16) È vero che le donne piangono più degli uomini? Statisticamente sì: piangono circa quattro volte più spesso (5,3 volte al mese contro le 1,4 volte al mese degli uomini). Secondo Frey, da piccoli i bambini e le bambine piangono più o meno nella stessa misura, anche se dopo la nascita ci possono volere giorni o settimane prima che il neonato versi lacrime in risposta a stimoli emotivi. Nell’adolescenza, tuttavia, le differenze cominciano a svilupparsi. Questo può essere dovuto a condizionamenti sociali. Ma fino all’adolescenza l’ormone prolattina (quello che stimola la produzione di latte) è presente nei giovani di entrambi i sessi. Tra i 13 e i 16 anni il livello di prolattina aumenta nelle femmine.

La prolattina è presente nelle lacrime. Inoltre, si accumula nel corpo in condizioni di stress. Pertanto, sotto stress le donne sarebbero soggette a livelli più alti di questo ormone rispetto agli uomini. Potrebbe essere questo il motivo per cui le donne piangono più facilmente e più spesso degli uomini? Frey ritiene che il pianto emotivo costituisca il tentativo del corpo di ritrovare l’equilibrio chimico. Gli ormoni potrebbero avere una parte nello stimolare il pianto, e secondo Frey potrebbe essere per questo che spesso ci sentiamo meglio dopo aver pianto.

Un altro studio, condotto dalla psicoterapista Margaret Crepeau, ha riscontrato un legame fra il trattenere le lacrime e un’“incidenza sensibilmente maggiore di disordini interni legati allo stress, come ulcere e coliti”. (Seventeen, maggio 1990) Altri ricercatori sono giunti alla conclusione opposta. Secondo la rivista Health, la dottoressa Susan Labott e il dott. Randall Martin hanno esaminato persone che piangevano spesso e persone che piangevano di rado. I risultati a cui sono pervenuti indicavano che piangere non allevia lo stress, e che chi piangeva più spesso “era più incline all’ansia e alla depressione”. La loro conclusione è che piangere non serve quando “non fa che distoglierci dal problema”. Tuttavia, il pianto può essere un’importante fase del processo con cui si accetta un’esperienza traumatica, ad esempio la morte di una persona cara.

Per farla breve, la causa e lo scopo delle lacrime indotte da particolari stati emotivi non sono ancora del tutto noti.

Le altre lacrime


Sappiamo molto di più sulla funzione delle lacrime spontanee, quelle che avete negli occhi in questo preciso momento. Esse fanno molto di più che mantenere umidi gli occhi. Seguiamo il percorso che fa questo liquido meraviglioso da quando viene prodotto a quando viene distribuito sull’occhio e poi eliminato grazie all’apparato lacrimale.

La ghiandola lacrimale principale si trova nella cavità orbitaria in alto e all’esterno rispetto al globo oculare. Questa ghiandola spugnosa, insieme ad altre 60, crea una straordinaria pellicola protettiva di lacrime composta da tre strati: mucoso, acquoso e oleoso.

Lo strato più interno, quello mucoso, rende liscia la superficie esterna del bulbo oculare, permettendo alla palpebra di scivolarvi sopra. Lo strato acquoso è il più spesso dei tre, e contiene molte sostanze importanti, tra cui l’ossigeno, essenziale per la cornea. Le lacrime contengono anche una certa dose di lisozima e di 11 altri enzimi. Il lisozima ha una spiccata attività antibatterica, e mantiene l’occhio bianco e limpido.

La lacrima riceve poi il tocco finale da 30 ghiandole di Meibomio, quei puntolini gialli disposti in fila su entrambe le palpebre, dietro le ciglia. Le ghiandole secernono lo strato oleoso, tanto sottile da non offuscare la visione, eppure sufficiente a impedire che il fluido lacrimale evapori causando fastidiose zone asciutte sull’occhio tra un battito delle palpebre e l’altro. In alcune persone la secrezione di questa sostanza oleosa è insufficiente, e le lacrime evaporano molto più rapidamente del normale.

In un batter d’occhio

Ed ecco che scende rapida la palpebra, prelevando l’esatta miscela di ingredienti e distribuendoli uniformemente sull’occhio, in tre strati. Le palpebre si congiungono perfettamente, così che tutta la superficie esterna dell’occhio viene lubrificata da questo liquido lenitivo.

Cosa succede alle lacrime usate? Osservando da vicino il vostro occhio noterete un minuscolo forellino nell’angolo interno: è il punto lacrimale, attraverso il quale le lacrime in eccesso defluiscono attraverso i dotti lacrimali nel sacco lacrimale. Da lì le lacrime scendono nella parte posteriore del naso e della gola, dove vengono assorbite dalle membrane mucose. Quando sbattiamo le palpebre il sacco lacrimale agisce come una pompa, spingendo le lacrime nel canale lacrimale e poi giù.

Quando cominciate a piangere, probabilmente aumentate istintivamente il ritmo con cui sbattete le palpebre, così da azionare più in fretta questa pompa per eliminare le lacrime in eccesso. Ma quando le lacrime sono molto copiose la pompa non ce la fa a smaltirle, per cui il sacco lacrimale nella cavità nasale trabocca e le lacrime vi colano dal naso. E probabilmente a questo punto cercate un fazzoletto, perché il resto delle lacrime trabocca dalle palpebre e cola sulle guance.

Perciò qualsiasi cosa le provochi — un complimento sincero o una grave offesa, una grassa risata o un momento di sconforto, il conseguimento di un grosso risultato o una cocente delusione — c’è subito una riserva di lacrime pronta ad esprimere le vostre emozioni.


Sollievo per gli occhi arrossati

Quante volte avrete provato bruciore agli occhi la fastidiosa sensazione di avere qualcosa in un occhio! Cosa provoca questo fenomeno? Gli occhi si arrossano quando si dilatano i vasi sanguigni della membrana che riveste la parte bianca dell’occhio.

La causa può essere la carenza di lacrime. Chi lavora molte ore davanti allo schermo di un computer o a una pagina stampata non sbatte le palpebre abbastanza spesso. Normalmente tale processo avviene circa 15 volte al minuto. Quando leggiamo, guidiamo o siamo comunque concentrati, il ritmo con cui sbattiamo le palpebre rallenta fino a 3-6 volte al minuto, provocando secchezza e irritazione. I medici raccomandano di concedersi delle pause per sbattere le palpebre e di usare un collirio per lenire gli occhi.

Appena svegliati noterete che gli occhi sono un po’ arrossati perché al buio e durante il sonno la lacrimazione è molto ridotta.

Alcuni farmaci, come pure il processo dell’invecchiamento, possono rallentare l’azione delle ghiandole lacrimali. Gli occhi si possono arrossare anche quando c’è un’infezione delle palpebre o queste si gonfiano a motivo di allergie, condizioni climatiche particolari o agenti inquinanti.

Malformazioni o blocco delle palpebre o delle ghiandole lacrimali in seguito a traumi o a difetti congeniti possono far sì che l’occhio non sia completamente coperto dalla pellicola di lacrime, oppure che tale pellicola non abbia la giusta composizione chimica.

Infine, milioni di persone soffrono di malattie come la sindrome di Sjörgren, una malattia autoimmune che colpisce le ghiandole lacrimali, salivari, sebacee e di altro genere, in seguito alla quale gli occhi, le fauci e la pelle risultano secchi.

Cosa si può fare nel caso che gli occhi risultino cronicamente secchi? Oggi sono comunemente disponibili lacrime artificiali in forma di gocce o di piccole pillole, come pure occhiali speciali che sigillano la zona attorno all’occhio così da rallentare l’evaporazione. Pur essendo fastidiosi, questi disturbi raramente conducono alla cecità. Tuttavia, se non si interviene con una cura, avere gli occhi cronicamente secchi può danneggiare la cornea, per cui è importante interpellare un medico.



“Metti le mie lacrime nel tuo otre”

Così scrisse il salmista Davide, supplicando il suo Dio di guardare la sua profonda afflizione. (Salmo 56:8) Sì, anche i fedeli servitori di Dio hanno pianto quando si sono trovati in situazioni molto dolorose.

Immaginate l’amaro pianto del re Davide per la morte dei suoi figli Amnon e Absalom e del suo amico Gionatan, come pure del re Saul. (2 Samuele 1:11, 12; 13:29, 36; 18:33) Quando gli amalechiti predarono la città di Ziclag e rapirono le mogli e i figli di Davide e dei suoi uomini potenti, questi “alzavano la voce e piangevano, finché in loro non ci fu più potere di piangere”. — 1 Samuele 30:4.

Ci dev’essere stato grande cordoglio alla morte di Giacobbe e di Mosè, quando intere nazioni piansero per giorni. (Genesi 50:3; Deuteronomio 34:8) Anche la prigionia e l’afflizione portarono agli orecchi di Geova un pianto d’afflizione. (Giobbe 3:24; Salmo 137:1; Ecclesiaste 4:1) L’intero libro biblico di Lamentazioni è un canto funebre scritto in maniera accorata da Geremia. — Lamentazioni 1:16; 2:11, 18; vedi nota in calce a 1:1.

Lungi dall’essere un segno di debolezza, il pianto è un modo naturale per esprimere forti emozioni. Pertanto, anche il perfetto uomo Gesù fu mosso alle lacrime. Una volta egli pianse sulla città di Gerusalemme e poi di nuovo quando vide i familiari e gli amici di Lazzaro, che era morto. (Luca 19:41; Giovanni 11:33-35) Le lacrime di dolore dei familiari e degli amici, però, si trasformarono presto in lacrime di gioia quando Gesù chiamò il suo caro amico fuori dalla tomba. — Giovanni 11:41-44.

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06/10/2023 21:40
 
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Città: OLIVETO LUCANO
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Simbolicamente sono nell otre di GEova
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