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L'affaire Telecom-Tim e... Prodi?!

Ultimo Aggiornamento: 19/09/2006 20:02
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18/09/2006 11:14
 
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Io non ho capito cosa si vorrebbe dal governo, che ne resti completamente fuori dimenticandosi della golden share di cui dispone?
Perché dall'altro lato sento invocare la difesa dell'italianitá, non si vuole cioé che TIM venga venduta a compratori esteri.
Prodi ha detto di essere irritato per non essere stato informato preventivamente, non era un suo diritto essere informato, ma forse "eticamente" avrebbe potuto esserlo.
Un suo grande amico propone un piano di riassetto (non aveva le facoltá per farlo?) e scoppia il putiferio.
Ripeto, un po' per presa di posizione non approfondisco queste faccende perché la veritá é cosa molto opinabile, e per questo rimango stupito dalla chiarezza delle vostre prese di posizione e del vostro pensiero.


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Ho fatto molta fatica ad evitare di parlar di politica qui dentro. Un intervento però me lo concedo.

Io sono uno di quelli che ha votato la sinistra, e sono convinto di aver fatto bene. Ciò non toglie che posso e devo criticare quello che succede, se reputo che non sia corretto.

L'affare telecom (dev'essere una maledizione di Prodi) è una faccenda dannatamente complicata. Chi ci sta intingendo con frode il biscotto (e mi riferisco a Berlusconi, per chi non capisse) sta facendo una rozza operazione di controinformazione propagandistica, basata sul vuoto assoluto.

La storia è molto più complessa, ed è frutto di errori, speculazioni e mangiatoie a vari livelli. L'errore di fondo fu la privatizzazione come venne fatta allora, sotto la pressione di fare cassa velocemente per poter pigliare il treno dell'euro. Non si tenne conto che in un mercato aperto Telecom avrebbe mantenuto una posizione dominante nel mercato. Ma faceva più cassa venderla in blocco, e così fu fatto (anche per metterla a riparo da raiders).
I raiders ci furono (Colaninno e Tronchetti), ed entrambi comprarono Telecom facendola pagare a Telecom stessa (troppo lungo da spiegare come è possibile, ma credetemi, così è stato, grazie anche alle compiacenti chiusure di occhi degli organi competenti). Telecom si trova ora gravata di debiti, ed in una posizione dominante sul mercato.

Come si fa per levarsi i debiti? Facile, si vendono dei pezzi. Il balletto di TIM è una danza buffa: TIM fa soldi, e li farà nel futuro medio; la rete fissa continuerà a fare soldi finché verranno mantenuti i privilegi (ad esempio, il canone assurdo che paghiamo. Possibile che io paghi molto più di canone che di uso del telefono, benché sia un medio consumatore, utilizzando un provider adeguato?). La soluzione, non cervellotica ma condivisa in altri paesi europei, e parallela all'operazione Terna, è di estrarre la gestione della rete da Telecom, ponendo la stessa come provider telefonico alla stessa stregua degli altri, avendo una società unica che vende pariteticamente il servizio ai provider. Ma siccome ci vogliono soldi subito, ed investimenti sulla rete trascurata dai finanzieri, chi meglio dello stato, sotto forma di cassa depositi e prestiti, può provvedere alla bisogna? Contabilmente non pesa (per giochi di bilancio, giochi usati anche dal precedente governo in più di un'occasione), ma a Telecom entrano soldi in cassa per equilibrare i bilanci. A questo punto lo scorporo di TIM è il futuro: nei prossimi 5 anni la tecnologia punterà all'integrazione della multimedialità wireless, e quindi Telecom puzza di cadavere, così come la conosciamo oggi.
I Tronchetti vari rimarranno saldamente a bordo di TIM, e Telecom verrà ceduta a chi vorrà continuare su di un business ormai vecchio, molto competitivo e poco remunerativo.

Ma per fare il giochino, è fondamentale che lo stato si accatti la rete fissa, anche perché questa è l'infrastruttura fondamentale per garantire che l'intera nazione riesca a stare al passo della tecnologia. La rete fissa italiana deve essere convertita al digitale, mentre ora è fondamentalmente analogica. Investimenti enormi in tecnologia, incompatibili con una Telecom piena di debiti.

A mio avviso l'azienda Italia avrebbe solo da guadagnarci nel riprendere il controllo diretto della rete, nel medio periodo, sempre che si proceda all'aggiornamento. Tronchetti che lascia la presidenza di Telecom mi sembra un arrocco nella strategia di scorporo di TIM e di abbandono di Telecom provider. Non credo sia un caso che sia stato chiamato Rossi a fare l'operazione, risanatore e becchino delle realtà industriali italiane, con il consenso del potere politico.

Questo non è un argomento da bar sport. La manovra berlusconiana è assolutamente in linea con il personaggio, e mi rincuora di non averlo votato. Che quello che sta succedendo mi piaccia, questo no. Non per il merito, ma per il modo, che lascia adito alle più ardite ipotesi. Giusto per chiarire meglio, sono convinto che Prodi sapesse tutto, solo che c'è stato un intoppo su di un particolare, che penso essere appunto lo scorporo TIM, probabilmente non previsto nel piano governativo, ma obiettivo fondamentale di Tronchetti per il risanamento.

Scusate se sono stato prolisso, ma purtroppo la storia, ahimé, è complicata assai.


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18/09/2006 12:33
 
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Ho trovato due articoli abbastanza interessanti sul corriere di oggi. Non sono d'accordo con quello che ho scritto sopra, ma offrono squarci di informazione interessante:

Articolo di Giavazzi

Cronaca economica


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18/09/2006 13:35
 
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Ringraziando Bogey e Archi per i loro interventi, cui vorrei rispondere appena avrò un minimo di tempo qualitativamente accettabile per farlo con raziocinio, vorrei solo dire al momento che apprezzo molto la vostra presenza qui.
Essendo politicamente un moderato, amo molto il pluralismo di opinioni, e la vostra presenza non potrà che far bene a questa sezione, dunque mò siete venuti,e non ve ne potete più andare... [SM=g27828]

Mi piacerebbe parlare di politica, attualità, etc.... e senza che nessuno debba subire casini, insulti, etc., che qui in particolare non saranno accettati, ma discutere delle proprie idee con altra gente in gamba non può che farci bene... a tutti.

[SM=g27811]

(e scusate il periodare traballante, dettato da troppo multitasking al momento!)
18/09/2006 14:46
 
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Quanto dice Archi nel suo primo post mi sembra sostanzialmente abbastanza condivisibile, così come pure ha pregio la considerazione espressa da Bogey, anche se in realtà a norma di direttive CE sulla faccenda della Golden Share ci sarebbe molto da dire e da obiettare.

In effetti, quando Tronchetti si pappò Telecom fece manovre degne del miglior Berlusca, comprando un'azienda enorme con soldi di quella stessa azienda (pasticcio che però all'epoca fece comodo a tutti, Italia compresa che doveva far cassa a fini Euro).

Ma il problema non è tutto quanto avvenne allora e perchè... come sempre nell'economia reale, il problema è qui e ora.

Il governo non deve intervenire in ambito strategico, ma nel contempo deve farlo...ed è qui che sia Bogey che Archi sono nel giusto, perchè in realtà il problema è realmente delicato, in quanto Telecom, e le sue reti, sono strutture strategiche per la nazione, e dunque il governo, in barba ad ogni indicazione europea, si guarda bene dallo starne fuori, pur non potendo starci dentro.

E dunque il tormentone Telecom è addirittura più delicato della vicenda arcoriana, in quanto oggi Telecom significa, a livello profondamente nazionale, telefonia e trasferimento dati, intercettazioni, addirittura tv nell'accordo facendo con Murdoch... un vero Quarto Potere del duemila, rifacendosi al Citizen Kane di Welles...
18/09/2006 14:59
 
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Quello che dici, Daimon, è condivisibile, eccetto un particolare: telecom non è stata venduta dallo stato a Tronchetti. Il percorso è stato dallo stato verso una public company, ossia un azionariato diffuso protetto solo dalla golden share governativa. Come si è più volte dimostrato, le public company sono scalabilissime (solo in Italia ricordo Montedison, Telecom, Autostrade, le varie banche, ecc.); telecom fu scalata poco dopo da Colaninno e razza padana che, vendendo Omnitel agguantò parte dei soldi, fece il ribaltone societario in Olivetti per coprire il buco, si espose e venne scalato (anche grazie al ritiro di Gnutti, si, sempre lui) da Tronchetti, che offrì una cifra folle ai soci di Colaninno per farli ritare, cifra così folle che poi fu costretto ad una dura trattativa per finalizzare la transazione. Per ripianare questo overcost fece qualche manovra contabile che permise di addebitare a Telecom stessa i costi del suo takeover.

La finanza non è un campo conservativo: per valutare l'energia spesa bisogna considerare il percorso compiuto per arrivarvi, e non soltanto lo stato finale.


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18/09/2006 15:38
 
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La scelta di Tronchetti era quella di separare il settore della telefonia mobile da quello della telefonia fissa, e quindi di puntare sulla telefonia fissa attraverso la banda larga.
Telecom diventerebbe quindi un polo televsivo (e del resto negli ultimi mesi lo stesso Murdoch sembrava essere interessato ad avere le tecnologie per la diffusione dei contenuti televisivi via internet). Ma il fatto che diventi polo televisivo significa anche che deve essere garantita la libera concorrenza nel mercato delle TV via cavo e per far questo é necessaria una riforma dell'authority.
Questo per quanto riguarda Telecom.
Su TIM, invece, sono possibili i due scenari dell'acquirente comunitario e dell'acquirente straniero. Nel caso dell'acquirente comunitario (quindi italiano (?) o EU) il governo non potrebbe far niente. Nel caso di acquirente extracomunitario il governo probabilmente userebbe la golden share.
Del resto, tecnologicamente, l'Italia non produce niente per la telefonia mobile, ma acquistiamo tutto dall'estero (Finlandia, Germani, USA, Giappone, Svezia)...
Questo quanto so io della faccenda, che mi pare abbastanza complicata.
Il mio primo intervento non voleva essere di difesa del governo Prodi, ma semplicemente inteso a capire questo tiro al bersaglio che ne era venuto fuori in maniera cosí naturale, volevo maggiori spiegazioni sul punto di vista degli armati intervenuti, visto che come argomento, mi sembrava alquanto complicato ...


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18/09/2006 17:05
 
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Re:

Scritto da: archi-vero 18/09/2006 14.59
Quello che dici, Daimon, è condivisibile, eccetto un particolare: telecom non è stata venduta dallo stato a Tronchetti. Il percorso è stato dallo stato verso una public company, ossia un azionariato diffuso protetto solo dalla golden share governativa. Come si è più volte dimostrato, le public company sono scalabilissime (solo in Italia ricordo Montedison, Telecom, Autostrade, le varie banche, ecc.); telecom fu scalata poco dopo da Colaninno e razza padana che, vendendo Omnitel agguantò parte dei soldi, fece il ribaltone societario in Olivetti per coprire il buco, si espose e venne scalato (anche grazie al ritiro di Gnutti, si, sempre lui) da Tronchetti, che offrì una cifra folle ai soci di Colaninno per farli ritare, cifra così folle che poi fu costretto ad una dura trattativa per finalizzare la transazione. Per ripianare questo overcost fece qualche manovra contabile che permise di addebitare a Telecom stessa i costi del suo takeover.

La finanza non è un campo conservativo: per valutare l'energia spesa bisogna considerare il percorso compiuto per arrivarvi, e non soltanto lo stato finale.




Certo...hai ragione, ma proprio per questo avevo detto parliamo direttamente di qui ed ora... il discorso altrimenti eccederebbe la capacità di FFZ di ospitarlo... ;-}
18/09/2006 17:08
 
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Re:

Scritto da: .bogey. 18/09/2006 15.38
La scelta di Tronchetti era quella di separare il settore della telefonia mobile da quello della telefonia fissa, e quindi di puntare sulla telefonia fissa attraverso la banda larga.
Telecom diventerebbe quindi un polo televsivo (e del resto negli ultimi mesi lo stesso Murdoch sembrava essere interessato ad avere le tecnologie per la diffusione dei contenuti televisivi via internet). Ma il fatto che diventi polo televisivo significa anche che deve essere garantita la libera concorrenza nel mercato delle TV via cavo e per far questo é necessaria una riforma dell'authority.
Questo per quanto riguarda Telecom.
Su TIM, invece, sono possibili i due scenari dell'acquirente comunitario e dell'acquirente straniero. Nel caso dell'acquirente comunitario (quindi italiano (?) o EU) il governo non potrebbe far niente. Nel caso di acquirente extracomunitario il governo probabilmente userebbe la golden share.
Del resto, tecnologicamente, l'Italia non produce niente per la telefonia mobile, ma acquistiamo tutto dall'estero (Finlandia, Germani, USA, Giappone, Svezia)...
Questo quanto so io della faccenda, che mi pare abbastanza complicata.
Il mio primo intervento non voleva essere di difesa del governo Prodi, ma semplicemente inteso a capire questo tiro al bersaglio che ne era venuto fuori in maniera cosí naturale, volevo maggiori spiegazioni sul punto di vista degli armati intervenuti, visto che come argomento, mi sembrava alquanto complicato ...




Lo è, e tra l'altro bisogna pure stare atenti ai commenti che si fanno pubblicamente, poichè esiste anche l'aspetto della turbativa su un titolo quotato in borsa... comunque, il can can che sta accadendo anche oggi,e basta leggere il televideo, non fa presagire chiarezza a breve.
18/09/2006 17:18
 
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Per come la vedo io, nel mio osservatorio "tecnologico", fra TIM e telecom l'azienda strategica è la prima.

Con lo scorporo del cabling, o meglio, del network, i vari provider di rete fissa correranno sostanzialmente alla pari, ciascuno instradando il proprio traffico sul net comune e derivando nelle centraline terminali.

Ma il rame è il media prediletto per un certo tipo di comunicazione: quella aziendale e quella dati. Ora, la fonia fissa, con il net digitale, sarà costituzionalmente portata ad una trasformazione, che d'altronde stiamo già apprezzando. Ma le possibilità economiche che ne deriveranno, non saranno paragonabili alle possibilità della rete wireless, ossia al cellulare o a quell'oggetto che integrerà in un unico device telefonia, calcolo, comunicazione dati, tv broadcasting, tv on demand, ecc. Le prospettive tecnologiche sono così buone che si può pensare ad una rivoluzione nella quale la rete fissa non serva più a nulla, sia solo un costo.

Per questo dico che nel medio termine TIM è strategica, Telecom no. Murdoch è interessato a TIM, fosse anche per il tramite di La 7.


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In questo caso Prodi mente, sapendo di mentire, quando dice di ignorare il "documento rovati" e mente sapendo di mentire quando dice che non vuole mettere bocca alle scelte strategiche.

Sul primo punto il documento esce da lui e da visco, sul secondo punto il governo accettando l'amichetto di berlusca, in Telecom, il governo durerebbe lo spazio di un mattino, ( il che è sempre possibile).

Dal alto Telecom, invece Tronchetti mente, dicendio che si è dimesso per il documento Rovati.

Si è dimesso in cambio dell'impunità, (non faccio nomi, signori del governo, ma mi garantite un salvacondotto dai giudci) per uno dei più grandi crack finaziari annunciati da anni la telecom ha 48 miliardi di euro di passivo, in crescita, la pirelli è messa peggio...e tronchetti stava per tanziare o cragnottare.

18/09/2006 19:17
 
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Re:

Scritto da: archi-vero 18/09/2006 17.18
Per come la vedo io, nel mio osservatorio "tecnologico", fra TIM e telecom l'azienda strategica è la prima.

Con lo scorporo del cabling, o meglio, del network, i vari provider di rete fissa correranno sostanzialmente alla pari, ciascuno instradando il proprio traffico sul net comune e derivando nelle centraline terminali.

Ma il rame è il media prediletto per un certo tipo di comunicazione: quella aziendale e quella dati. Ora, la fonia fissa, con il net digitale, sarà costituzionalmente portata ad una trasformazione, che d'altronde stiamo già apprezzando. Ma le possibilità economiche che ne deriveranno, non saranno paragonabili alle possibilità della rete wireless, ossia al cellulare o a quell'oggetto che integrerà in un unico device telefonia, calcolo, comunicazione dati, tv broadcasting, tv on demand, ecc. Le prospettive tecnologiche sono così buone che si può pensare ad una rivoluzione nella quale la rete fissa non serva più a nulla, sia solo un costo.

Per questo dico che nel medio termine TIM è strategica, Telecom no. Murdoch è interessato a TIM, fosse anche per il tramite di La 7.




E questo spiega tante cose... compreso il fatto ad esempio che ci sono due cordate già interessate, a quanto sembra... una "pare" faccia capo a un certo ambientino di Confindustria, l'altra a un certo ambientino bolognese... ma guarda un pò... [SM=g27822]
19/09/2006 20:02
 
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...E Prodi finalmente ha capito che gli tocca riferire in Parlamento.
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