Sinestesia.
Si chiama sinestesia, è un tipo particolare di metafora che prevede l'accostamento di due sfere sensoriali diverse.
Essa ricorre anche nella lingua parlata di tutti i giorni (esempio "Giallo squillante"). Ha largo uso in poesia:
Dolcezza si rispecchia ampio e quieto
Il divino del pian
silenzio verde
(Giosuè Carducci, il bove)
a poco a poco mi ripigneva
là dove 'l sol tace.
(Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno Canto I)
M'illumino
d'immenso.
(Giuseppe Ungaretti, Mattina, tratta da Naufragi)
it.wikipedia.org/wiki/Sinestesia_%28linguistica%29
Un'esempio di sinestesia viede dato dalla poesia L'assiolo di Pascoli:
L'assiuolo
Dov’era la luna? ché il cielo
notava in un’alba di perla,
ed ergersi il mandorlo e il melo
parevano a meglio vederla.
Venivano
soffi di lampi
da un nero di nubi laggiù;
veniva una voce dai campi:
chiù...
Le stelle lucevano rare
tra mezzo alla nebbia di latte:
sentivo il cullare del mare,
sentivo un fru fru tra le fratte;
sentivo nel cuore un sussulto,
com’eco d’un grido che fu.
Sonava lontano il singulto:
chiù...
Su tutte le lucide vette
tremava un sospiro di vento:
squassavano le cavallette
finissimi sistri d’argento
(tintinni a invisibili porte
che forse non s’aprono più?...);
e c’era quel pianto di morte...
chiù...
[Modificato da Senzapadroni 27/03/2008 17:33]
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Quando scoprirai che la tua anima, il tuo cuore, ogni scintilla d'ispirazione, ogni puntino del vasto cielo azzurro con le sue splendide fioriture di stelle, i monti, la terra, l'assiolo e le campanule, sono tutti tenuti avvinti da un'unico legamento ritmico, da un'unica corda di gioia, d'unità, di Spirito, allora saprai che tutte queste cose non sono che onde del tuo cosmico mare.
(Paramahansa Jogananda, Meditazioni metafisiche)