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Ratzinger e la parabola del ricco epulone

Ultimo Aggiornamento: 15/05/2017 10:41
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14/04/2017 13:45
 
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Quello sei tu che attribuisci alle Scritture un dualismo anima/corpo inesistente. Io mi attengo banalmente alla concezione antropologica di 2500 anni fa: per un ebreo un morto moriva e un vivo viveva, non c'erano i morti viventi.


E' invece erano viventi per il significato che noi occidentali di oggi diamo al termine. O li chiami ombre o li chiami inermi la sostanza non cambia: l'uomo continuava a vivere sotto questa nuova condizione nello Sceol. E' un pò come se dicessi che una persona che dorme è morta perché non si muove e quindi è inerme. Diciamola così, per gli ebrei i morti erano persone che dormivano nelle profondità della terra.



Direi il contrario, nelle Scritture un uomo quando muore va nello Sheol ("rinchiuso" mi pare una tua deduzione, la parola Sheol non è sinonimo di prigione).


Ma come fai a parlare di "contrario" se poi esprimi lo stesso mio concetto? E' possibile che non hai il minimo di elasticità esegetica per capire che l'uso dei termini è di fondamentale importanza per coglie il pensiero dell'ebreo veterotestamentario?
La stessa parola "scendere" non ti fa capire che si accedeva in un ambiente ben preciso sotto terra? Ti sei mai chiesto perché nella Bibbia non si usa mai la parola sepolto nello Sceol, ma solo in riferimento al sepolcro/tomba? Lo vuoi capire che lo Sceol non ha nulla a che vedere con la tomba commemorativa?
La morte in senso biblico è uno stato di prigionia per l'uomo. Ti devo riportare tutti i passi dove si parla di lacci della morte?


Lo devi ancora provare per la verità, dove si trovano nelle Scritture le descrizioni dello Sheol come letterale sotterraneo dove vivi e morti interagiscono ed entrano ed escono liberamente?


Mi tocca ancora una volta citarti le Scritture. Quanti passi ti devo citare prima di convincerti? In Proverbi 9:18 trovi:
"Ma egli non ha conosciuto che quelli impotenti nella morte* sono là, che quelli chiamati da lei sono nei bassi luoghi dello Sceol"
Le altre Bibbie in genere rendono bassi con profondi. Quindi il senso è che i morti scendono nei luoghi dello Sceol che sono profondi, rispetto a cosa? Rispetto alla terra abitata.
Se lo Sceol fosse una tomba commemorativa che senso ha dire che per essere sepolti si scende nelle profondità della terra?
Per il resto non ho mai detto che si entra ed esce quando si vuole. La Bibbia non dice mai questo. Solo un atto di resurrezione divina poteva far uscire l'uomo dallo Sceol e questo dimostra appunto lo stato di prigionia che caratterizza chi è nello Sceol.
Sulla possibilità di interazione c'è stata un progressivo mutamento di questa condizione. Si parte dallo stato umbritale dove chiaramente non c'è nessuna interazione, fino alle parole di Gesù in Lc 16 dove appunto la coscienza di se è uguale a quella di quando si era in vita nell'adiqua.




Salmo 55:15

Scendano vivi nello Sceol;+
Poiché durante la loro residenza come forestieri ci sono state dentro di loro cose cattive

Vediamo adesso cosa tiri fuori dal tuo cilindro magico



Salmo non dice che "sono vivi" nello Sheol, dice che "scendo vivi", non serve un cilindro magico per capire quello che sta dicendo Davide con quell'imprecazione, non gli augura la vita ma la morte. Il commentario di Keil & Delitzsch che non ha bisogno di presentazioni dice:

"scendano vivi nell'Ade, vale a dire, come la gente di Kore, mentre la loro vita è ancora vigorosa, vale a dire, morire una morte improvvisa, violenta"


Hai la verità sotto gli occhi e non riesci a capirla.
Intanto dovresti rabbrividire all'idea che le persone venissero sepolte vive. Si, perché se lo Sceol per te è una semplice tomba, scendere nella tomba vivi significa che gli ebrei prendevano le persone antipatiche e le seppellivano quando erano ancora in vita.
Tutto questo è assurdo per il semplice fatto che non esisteva questa forma di esecuzione capitale, infatti come sai gli ebrei usavano la lapidazione.
Dice bene il Keil, lo scendere nello Sceol da vivi comporta una morte violenta. Questa nozione, associata sia al passo di Numeri 16 che al Salmo 55 dove di fatto queste persone non hanno l'approvazione di Dio, fa capire un concetto biblico curioso ed interessante sulla morte. Chi era sotto l'approvazione divina moriva di morte adamica o per cause naturali come diremmo oggi e quindi scendeva nello Sceol da morto quando era arrivato il momento di morire.
Chi invece moriva di morte violenta era perché Dio lo aveva punito. Siccome non doveva morire di morte adamica ecco che di fatto scende vivo nello Sceol per punizione divina. Cioè erano forzatamente condotti vivi nelle profondità della terra e solo una volta arrivati a destinazioni assumevano lo stato umbritale.
Ma tu caro Barnabino, con i condizionamenti dottrinali che hai acquisito, figurati se potrai fare tua questa spiegazione che tralatro il Keil dovrebbe riportare.

[Modificato da Aldo_evangelico 14/04/2017 14:02]
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