Plastica, simil-plastica, quasi-plastica, falsa-plastica...
Le vaschette in cui sono confezionate verdure e frutta dovrebbe essere di polipropilene, e dovrebbe tra l'altro essere indicata la sigla PP da qualche parte sulla confezione stessa. È plastica riciclabile, allo stesso modo degli incarti delle merendine, mentre la "carta" che a volte si trova sotto alcune merendine (per esempio i plum cake) non è riciclabile.
Anche il polistirolo è plastica riciclabile, ma talvolta viene specificato di non aggiungerlo alla plastica ma all'indifferenziato. Questa è una scelta tecnica, che dipende dal tipo di trattamento cui andrà incontro il rifiuto, ossia dagli impianti presenti sul territorio. Questi impianti sono in genere gestiti da privati (come A2A in Lombardia o Hera in Emilia-Romagna) e trattano rifiuti etichettati con alcuni codici CER: il comune adeguerà perciò la sua differenziata all'impianto di destinazione. Ed è per questo che la differenziata cambia da comune a comune.
Porta a porta funziona meglio. L'Amministrazione dovrebbe a mettere a disposizione del cittadino le informazioni che gli sono necessarie per la corretta differenziazione dei rifiuti. Non essendoci una legge né un modello condiviso su come attuare questa comunicazione, ogni comune si organizza a modo suo. Alcuni distribuiscono un prontuario sulla corretta differenziazione, magari insieme ai tipici sacchetti trasparenti della raccolta differenziata (per esempio Pianiga, VE). Altri forniscono informazioni tramite il giornale per le comunicazioni con i cittadini (Magenta, MI). In linea di massima, però, quando un comune avvia la raccolta differenziata fornisce ai cittadini queste informazioni insieme agli strumenti necessari per la raccolta (sacchetti di colori diversi, bidoncini, contenitori per carta e cartone ecc.). Ovviamente non tutto funziona alla perfezione e la raccolta differenziata va meglio in contesti dove il cittadino si sente "seguito", dove, cioè, si effettua la raccolta porta a porta.
FRUTTA E VERDURA
Le vaschette in cui sono confezionate verdure e frutta dovrebbe essere polipropilene, e dovrebbe tra l'altro essere indicata la sigla PP da qualche parte: è plastica e andrebbero messe lì... salvo indicazioni diverse da parte del comune. Ad esempio, il comune di Reggio Emilia accetta come plastica solo PET/PETE, PVC e PE, mentre altri comuni accettano anche il PP. Anche la plastica che avvolge la vaschetta va differenziata nella plastica. Inoltre i contenitori (sia di plastica sia di vetro, alluminio o cartone) vanno sempre puliti dai residui di cibo o detergenti prima di essere buttati via, questo per facilitare i processi fisici e chimici cui saranno sottoposti in seguito. La carta sporca, come i tovaglioli usa e getta o i rotoli da cucina o i cartoni della pizza, non possono essere messi insieme alla carta: vanno invece nell'umido (o nell'indifferenziato, a seconda delle disposizioni del comune). Quando ci sono etichette adesive o altre applicazioni è opportuno, se possibile, rimuoverle, altrimenti l'intero rifiuto dovrebbe andare nell'indifferenziato.
Il simbolo del riciclo. La maggior parte dei contenitori in plastica riporta la sigla del tipo di plastica unita al simbolo del riciclo: non sempre questa sigla è facile da identificare perché di solito è stampato in rilievo sulla plastica trasparente, perciò quasi invisibile. Se vi mettete a caccia di questi simboli sui prodotti della vostra spesa, dopo un po' li riconoscerete automaticamente. Attentione a non fare troppo affidamento al classico simbolo del riciclo (le tre frecce che si rincorrono...), perché non è detto che indichi un prodotto riciclabile: può anche significare che il produttore aderisce ai consorzi per il recupero e il riciclo degli imballaggi. Quindi meglio non affidarsi a tali simboli e tenere presenti le sigle: eccone alcune.
PE polietilene (sacchetti per la spesa e simili)
PET/PETE polietilentereftalato (bottiglie di plastica e simili)
PVC polivinilcloruro (bottiglie di plastica, nastro isolante, tubi e simili)
PP polipropilene (vaschette per alimenti, pennarelli, siringhe)
PS polistirolo
VE vetro
CA cartone accoppiato ad altri materiali (tetrapak)
AL alluminio
ACC banda stagnata (barattoli)
PI poliaccoppiati generici
Alcuni di questi simboli sono esposti solamente sugli imballaggi: non aspettatevi di trovare la sigla VE su un bel vaso di vetro...
LO STRANO CASO DEL VASETTO DI YOGURT
Per quanto riguarda altri oggetti di uso comune che si trasformano in rifiuto, come un giocattolo rotto, per esempio, non possiamo avere la certezza della sigla: in caso di dubbi meglio scegliere il contenitore dell'indifferenziato. Se potete, andate al più vicino centro di raccolta (la cosiddetta piattaforma ecologica) e chiedete informazioni lì, anche perché una regola generale non c'è, per i motivi che abbiamo già visto. Per farvi un'idea di come le cose cambino da comune a comune potete confrontare le informative di Reggio Emilia e di Casalecchio di Reno (BO): c'è uno stesso oggetto, il vasetto di yogurt, che da una parte è considerato plastica, dall'altra secco indifferenziato. Ovviamente il vasetto (che è di polistirolo) a Bologna è identico a quello di Reggio Emilia: quello che cambia è l'impianto in cui andranno a finire i rifiuti.
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