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Curiosità da studioso

Ultimo Aggiornamento: 15/03/2014 19:28
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06/06/2009 08:39
 
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Città: CANTAGALLO
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Re:
Caro felix grazie per la completa risposta. Alcune cose che scrivi, però, non sono del tutto esatte, ad esempio
jwfelix, 05/06/2009 16.59:



Dobbiamo però ricordare che non si conoscono nemmeno gli scrittori di molti dei codici e manoscritti greci ed ebraici a nostra disposizione. Eppure li usiamo.
Andando indietro nel tempo troviamo importanti traduzioni della Bibbia che ancora oggi sono tenute in grande considerazioni dagli studiosi. Una di queste è la versione greca dei LXX. Qualcuno conosce i traduttori della LXX? Certamente no. Eppure molti hanno fiducia in questa versione anonima. Alcuni l'hanno definita addirittura ispirata da Dio, nonostante che certi passi risultino essere diversi dal testo ebraico o dalle citazioni fatte nel Nuovo Testamento.



Non si conoscono i nomi perché sono andati perduti non perché quegli autori e traduttori decisero deliberatamente di rimanere anonimi. I 70 saggi che fecero la LXX erano, secondo la tradizio, notissimi eruditi alessandrini ingaggiati appositamente per svolgere questo importante compito. La fiducia che ne abbiamo oggi deriva dal vasto consenso che questi testi ebbero nell'antichità, molta parte del quale era legato al prestigio dei traduttori.

jwfelix, 05/06/2009 16.59:


Che dire degli apostoli? Costoro "erano uomini illetterati e senza istruzione" (Atti 4:13; ND). E se avessero fatto una traduzione? Sicuramente sarebbe stata accettata da tutti. Anzi, si dice che il Vangelo di Matteo sia stato scritto inizialmente in aramaico o ebraico. "Papia…dice che "Matteo ordinò i detti [greco logia] in lingua ebraica: e ciascuno li tradusse [o interpretò?] come ne era capace". (Raymond E. Brown, Joseph Fitzmyer, Roland E. Murphy (edd.), Grande Commentario Biblico, Editrice Queriniana, Brescia 1973, pag. 903) Sì, forse qualcuno tradusse il Vangelo di Matteo, "come ne era capace" o "come meglio poteva", e queste parole implicano il fatto che non erano dei traduttori competenti o qualificati con tanto di laurea. Eppure accettiamo il Vangelo di Matteo.



Se gli apostoli avessero fatto una traduzione non sarebbero comunque anonimi. E non andrebbe trascurata l'opera dello Spirito Santo che rende sapienti gli umili. Cosa ha a che fare questo con l'anonimato dei traduttori?

jwfelix, 05/06/2009 16.59:


"Per le società bibliche non è una prassi abituale il pubblicare i nomi dei revisori o dei traduttori delle traduzioni bibliche…Le società bibliche unite generalmente non indicano i nomi dei traduttori o dei revisori delle traduzioni delle sacre Scritture.".



Pubblicare i nomi e sapere i nomi sono due cose diverse caro felix. Una cosa infatti è non scrivere i nomi nell'edizione. Comunque attraverso la Società Biblica si può risalire agli autori. Altra cosa è tacere deliberatamente i nomi dei traduttori. Non mi pare sia la stessa cosa

jwfelix, 05/06/2009 16.59:


I TdG rispondono così: "Avendo i traduttori scelto di rimanere anonimi, a questa domanda non si può rispondere in termini di titoli accademici. La traduzione va valutata per quello che è.". (Ragioniamo facendo uso delle scritture (1989) © Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania, pag. 400)



E come si può valutare una traduzione per quella che è? Se devo andare da un dottore per un problema di salute vorrei prima sapere se almeno possiede una laurea in medicina. Oppure tu andresti da un anonimo sedicente medico e poi verificare dopo se guarisci o muori? Oppure ci porteresti tuo figlio?

jwfelix, 05/06/2009 16.59:


Uno studioso ha scritto: "La traduzione è evidentemente opera d'eruditi esperti e intelligenti, che hanno cercato di rendere il senso autentico del testo greco quanto la lingua inglese è in grado di esprimere…è opera…d'eruditi che onorano Dio e la Sua Parola". Thomson [Studioso d'ebraico e greco] Differentiator, aprile 1952, pp. 52-7, e giugno 1954, p. 136.



Questo è un altro problema che non mi sembra secondario: quello della lingua inglese. Come è ovvio, se effettuo una traduzione da una lingua all'altra ho una perdita semantica dovuta alla differenza sia cronologica sia strutturale fra le due lingue, senza contare il diverso background culturale dei parlanti. L'inglese, come giustamente scrivi, non è in grado di esprimere tutta la ricchezza del greco o dell'ebraico; la traduzione in inglese quindi è per sua stessa natura meno espressiva o diversamente espressiva rispetto al contenuto in lingua originale.

Ma la TNM che i testimoni di Geova italiani utilizzano, ad esempio, è una traduzione italiana dall'inglese, cioè traduzione di una traduzione. Implica un passaggio ulteriore da una mondo anglosassone a un mondo neolatino, con conseguente ulteriore traslazione dei sistemi di riferimento che devono essere riadattati all'ambito linguistico dei nuovi parlanti (italiano). Il perché di una simile operazione mi è sempre rimasto oscuro.

Ho buttato lì due riflessioni, purtroppo non ho il tempo di approfondire l'argomento. Spero siano di stimolo per la discussione

Saluti
ortodox




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