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Pericope dell'adultera: autentica?

Ultimo Aggiornamento: 10/05/2019 11:21
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29/01/2018 07:06
 
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Le prove testuali della sua inautenticità mi paiono schiaccianti, chi critica la scelta della TNM di ometterla dal testo sono unicamente di carattere teologico.

Shalom
[Modificato da barnabino 29/01/2018 07:07]
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29/01/2018 07:46
 
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Re: Re:
Aquila-58, 12/20/2017 9:21 PM:




anche perchè quel "garzone" (ahilui), ci crede veramente nella trinità, in buona fede.
Quando ci siamo scritti, ho provato in tutte le maniere a spiegargli che quello trinitario è un grave errore, ma non c' è stato verso di convincerlo.
Resta comunque la buona fede, al contrario di chi agisce in malafede, come è stato evidenziato





Avete provato perche Apocalisse 14: 1 Ci sono due nomi Sulla fronte dei 144.000 ? E non Tre nomi ??? [SM=g10765] y
29/01/2018 14:52
 
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Re:
barnabino, 29/01/2018 07.06:

Le prove testuali della sua inautenticità mi paiono schiaccianti, chi critica la scelta della TNM di ometterla dal testo sono unicamente di carattere teologico.

Shalom




Proprio così!
13/09/2018 22:06
 
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Pericope Giovanni 8:1-11



Pericope Giovanni 8:1-11


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www.youtube.com/watch?v=ipOog5n70gA&feature=youtu.be
10/04/2019 20:41
 
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Un'ipotesi alternativa
Considerato il fatto che Papia di Gerapoli ricorda l'esistenza di un Vangelo di Matteo in lingua ebraica , nel quale sarebbe narrata la storia di Gesù e di una donna "accusata di molti peccati" [Eusebio, Storia Ecclesiastica, III, 39], è possibile che la pericope dell’adultera sia stata inserita in alcuni manoscritti greci, nel codice Beza, nella Vetus latina e nella Volgata su influenza di un antico Vangelo ebraico di Matteo.

La chiesa cattolica non lo accolse come canonico, perché il vero testo originale andò probabilmente perduto e le copie che rimasero in circolazione subirono gravi manipolazioni da parte della setta giudaico-cristiana degli ebioniti, diventando così un vero e proprio "Vangelo Apocrifo degli Ebrei"

Sulla primitiva redazione aramaica del Vangelo di Matteo esistono peraltro testimonianze autorevoli. Secondo Origene "Matteo pubblicò il suo scritto in lingua ebraica per i credenti venuti dal giudaismo" (Eusebio, Storia Ecclesiastica, VI, 25). Ireneo poi afferma che "Matteo, fra gli ebrei nella loro lingua, compose un Vangelo scritto, mentre Pietro e Paolo evangelizzavano Roma e fondavano la chiesa" (Ireneo, Contro le eresie,III). Papia di Gerapoli sostenne che "Matteo ordinò i detti del Signore in lingua ebraica" (Eusebio, Storia Ecclesiastica, III,24). Secondo Eusebio di Cesarea, “Matteo, dopo aver predicato la buona novella agli ebrei, compose nella lingua patria il proprio Vangelo, prima di andare a predicare presso altri popoli” (Eusebio, Storia Ecclesiastica, III, 24).

Eusebio di Cesarea riportò anche la testimonianza del filosofo stoico Panteno che, “convertitosi con grande entusiasmo al cristianesimo, decise di recarsi in India a predicare il Vangelo. Scoprì che il Vangelo di Matteo lo aveva preceduto, grazie all'opera dell'apostolo Bartolomeo che aveva lasciato là l'opera di Matteo scritta in ebraico”(Eusebio, Storia Ecclesiastica, V, 10).

Degna di nota è infine la testimonianza di Girolamo, secondo il quale "Matteo, detto anche Levi, da pubblicano, fattosi apostolo, fu il primo in Giudea a scrivere il Vangelo di Cristo nella lingua degli ebrei per quelli che si erano convertiti provenendo dal giudaismo …..lo stesso originale si trova tuttora nella biblioteca di Cesarea ….I nazarei che fanno uso di quel libro ….permisero anche a me di ricopiarlo" (Girolamo, Gli uomini illustri, III).

Epifanio di Salamina distinse, peraltro, chiaramente tra gli ebioniti apostati e filo-giudaici ed alcuni nazareni ancora cattolici (Contro tutte le eresie, XXIX-XXX), sottolineando come i nazarei accettassero tutti i libri del Nuovo Testamento e fossero legati ad un Vangelo di Matteo in lingua ebraica, molto fedele, completo ed accurato, mentre il cosiddetto Vangelo secondo gli Ebrei degli ebioniti altro non fosse che una versione greca, mutilata e falsificata, del Vangelo secondo Matteo (Epifanio, Panarion, XXIX-XXX).
[Modificato da domingo7 10/04/2019 20:42]
10/04/2019 20:55
 
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Potrebbe naturalmente essere un logia di Gesù, come altri che si trovano in vari scritti, certamente non pare parte del vangelo di Giovanni dunque è corretto emendarlo. Sulla sua autenticità, nel senso che quelle siano parole davvero attribuibili a Gesù, non mi pronuncio, Gesù avrebbe potuto benissimo pronunciarle anche se vi sono alcune incongruenze già evidenziate.

Shalom

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10/04/2019 21:09
 
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Geova Dio ha preservato per noi il Vangelo di Matteo IN GRECO.
Quello che poteva contenere l'antica versione ebraica oggi perduta è solo un gioco intellettuale.
10/04/2019 22:20
 
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Geova Dio ha preservato per noi il Vangelo di Matteo IN GRECO.
Quello che poteva contenere l'antica versione ebraica oggi perduta è solo un gioco intellettuale.



Però il Vangelo ebraico di Matteo è realmente esistito e, in tutta sincerità, ti assicuro che l'ipotesi che conservasse il Sacro Nome almeno nelle citazioni del Vecchio Testamento mi sembra molto ragionevole .....

La pericope dell'adultera fu vista realmente da Papia nel Vangelo ebraico di Matteo e Gerolamo vide realmente il Vangelo ebraico di Matteo....
10/04/2019 22:48
 
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Realismo o permissivismo?

Sulla sua autenticità, nel senso che quelle siano parole davvero attribuibili a Gesù, non mi pronuncio, Gesù avrebbe potuto benissimo pronunciarle anche se vi sono alcune incongruenze già evidenziate.



Il problema è che molti legono tale brano in senso disssoluto e permissivo e fanno male ....

Nostro Signore però sapeva benissimo che non spettava agli scribi e farisei il diritto di fare giustizia sommaria (anche perché Israele era sottoposto a Roma) e che la punizione delle adultere non era empre automatica, nonostante le prescrizioni di Mosé.

Considerato poi che nessuno aveva lapidato la donna, neppure Cristo si permise di fare giustizia sommaria, senza essere autorizzato legalmente.

Anche il consiglio "vai e non peccare più" mi sembra più ispirato a grande realismo che a permissivismo: oggi ti è andata bene pèrché nessuno era autorizzato a lapidarti e nessuno si è sentito abbastanza giusto da punirti ma un domani niente avrebbe garantito una uguale fortuna ...
10/04/2019 22:48
 
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Realismo o permissivismo?

Sulla sua autenticità, nel senso che quelle siano parole davvero attribuibili a Gesù, non mi pronuncio, Gesù avrebbe potuto benissimo pronunciarle anche se vi sono alcune incongruenze già evidenziate.



Il problema è che molti legono tale brano in senso disssoluto e permissivo e fanno male ....

Nostro Signore però sapeva benissimo che non spettava agli scribi e farisei il diritto di fare giustizia sommaria (anche perché Israele era sottoposto a Roma) e che la punizione delle adultere non era empre automatica, nonostante le prescrizioni di Mosé.

Considerato poi che nessuno aveva lapidato la donna, neppure Cristo si permise di fare giustizia sommaria, senza essere autorizzato legalmente.

Anche il consiglio "vai e non peccare più" mi sembra più ispirato a grande realismo che a permissivismo: oggi ti è andata bene pèrché nessuno era autorizzato a lapidarti e nessuno si è sentito abbastanza giusto da punirti ma un domani niente avrebbe garantito una uguale fortuna ...
10/04/2019 22:58
 
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Mi spiego meglio su Papia:


Papia narra anche di un illustrazione di Gesù circa il nuovo mondo paradisiaco e l'eccezionale produttività che le vigne avranno a quel tempo.
Una cosa ridicola che per fortuna nessuno ha aggiunto alla Bibbia.


Quindi quando dici "La pericope dell'adultera fu vista realmente da Papia nel Vangelo ebraico di Matteo..." io rispondo: "Embè?".
Sempre se puoi dimostrare la tua affermazione (cosa di cui dubito fortemente).


[Modificato da TNM 10/04/2019 23:04]
10/04/2019 23:02
 
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Re:
domingo7, 10/04/2019 22:20:


Geova Dio ha preservato per noi il Vangelo di Matteo IN GRECO.
Quello che poteva contenere l'antica versione ebraica oggi perduta è solo un gioco intellettuale.



Però il Vangelo ebraico di Matteo è realmente esistito e, in tutta sincerità, ti assicuro che l'ipotesi che conservasse il Sacro Nome almeno nelle citazioni del Vecchio Testamento mi sembra molto ragionevole .....

La pericope dell'adultera fu vista realmente da Papia nel Vangelo ebraico di Matteo e Gerolamo vide realmente il Vangelo ebraico di Matteo....



Si, peccato che quel testo sia (o forse è) andato perso.
L'Howard teorizzava che il Matteo di Shem Tov fosse in realtà una copia del Matteo ebraico, con riferimenti al nome.

La "tua" chiesa invece storicamente ha puntato sul greco, ragionando che comunque dell'originale ebraico non si senti' la mancanza e lo si rimpiazzo' ben presto con la traduzione in greco.

Simon
10/04/2019 23:05
 
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Howard dice che il Matteo di Shem Tov non può essere l'originale ebraico di Matteo ma che potrebbe discendere da esso.



[Modificato da TNM 10/04/2019 23:06]
11/04/2019 08:51
 
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La "tua" chiesa invece storicamente ha puntato sul greco, ragionando che comunque dell'originale ebraico non si senti' la mancanza e lo si rimpiazzo' ben presto con la traduzione in greco.



La chiesa cattolica ha puntato sul greco per vari semplicissimi motivi:

1) fino a Gerolamo pochissimi conoscevano l'ebraico;
2) alcune profezie lette dalla Settanta sembravano più facilmente applicabili al Cristo storico
3) il vangelo ebraico di Matteo finì nelle mani degli ebrei cristiani, ramo separato del cristianesimo che continuò a sopravvivere per alcuni secoli ma che finì per pervertirsi nell'ebionismo e per tornare all'Antico Patto

L'ipotesi che mi permetto di fare (e che sicuramente è stata già elaborata da qualche studioso più documentato del sottoscritto) è semplice:

Gerolamo legge in ebraico il Vangelo di Matteo, trova la pericope dell'adultera nei vari manoscritti della Vetus Latina, consulta codici greci bilingue derivanti dal codice Beza, incappa in vari documenti oggi irreperibili e trova la pericope dell'adultera. "In Evangelio secundum Johnnem in multis et Graecis et Latinis codicibus invenitur de adultera muliere, quae accusata est apud Dominum" (Gerolamo, Contro Pelagio, II, 17, 4)

Gerolamo poi onestamente si rende conto che in altri manoscritti la pericope manca o non si trova nel Vangelo di Giovanni.

Pensa che sia autentica e la ristabilisce, subendo soprattutto l'influenza di Agostino, che, in chiara polemica con l'eresia novaziana (che negava il perdono ad omicidi, adulteri e lapsi, anche se pentiti e penitenti) qualche anno prima scriveva:

"Tutto questo è inaccettabile, evidentemente, per l'intelletto dei non credenti: infatti alcuni di fede debole, o piuttosto nemici della fede autentica, per timore, io credo, di concedere alle loro mogli l'impunità di peccare, tolgono dai loro codici il gesto di indulgenza che il Signore compì verso l'adultera, come se colui che disse: d'ora in poi non peccare più avesse concesso il permesso di peccare, o come se la donna non dovesse essere guarita dal Dio risanatore con il perdono del suo peccato, perché non ne venissero offesi degli insensati". [Agostino, Connubi Adulterini, II, 6].

E' sbagliato toglierla dalla Bibbia? Non mi permetto certo di dire questo, visto anche l'abuso che di tale pericope è stato fatto nei secoli. Tuttavia penso che non si dovrebbe escludere la possibilità che sia vera, logica ed antica.

Vera e antica perché forse risalente al Vangelo ebraico di Matteo, logica perché giustamente Cristo si astenne dall'amministrare la giustizia temporale nello Stato di Israele, considerato soprattutto che, a quei tempi, era pesantemente sottoposto al controllo romano.
[Modificato da domingo7 11/04/2019 08:58]
11/04/2019 09:14
 
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Re:
Carissimo,

domingo7, 11/04/2019 08.51:

logica perché giustamente Cristo si astenne dall'amministrare la giustizia temporale nello Stato di Israele, considerato soprattutto che, a quei tempi, era pesantemente sottoposto al controllo romano.




Non entro nel merito dell' autenticità o meno della pericope.
Dico solo che - forse - Cristo superò quel potere (stabilito dalla Legge mosaica), proprio perché sapeva che era venuto ad adempiere la Legge.
Per fare un esempio, è come quando si stipula un contratto per costruire una casa.
Una volta costruita, il contratto è adempiuto.
Infatti il contratto - la Legge - era solo un pedagogo che doveva condurre al Cristo:

"24 Così la Legge è stata per noi un pedagogo, fino a Cristo, perché fossimo giustificati per la fede. 25 Sopraggiunta la fede, non siamo più sotto un pedagogo. " (Galati 3:24-25 CEI)

Saluti

[Modificato da Aquila-58 11/04/2019 09:15]
11/04/2019 09:48
 
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Non entro nel merito dell' autenticità o meno della pericope.
Dico solo che - forse - Cristo superò quel potere (stabilito dalla Legge mosaica), proprio perché sapeva che era venuto ad adempiere la Legge.



Uno della folla gli disse: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?» [Luca 12,13-14]

Cristo è stato costituito giudice, perché il Padre gli ha dato ogni potestà di giudicare alla fine dei tempi, ma, nel frattempo, prudentemente, ha evitato di fare politica, amministrazione o giustizia sommaria ed è in questa luce che forse andrebbe letto l'episodio dell'adultera, piuttosto che in chiave libertina, dissoluta e permissiva
11/04/2019 10:30
 
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Re:
domingo7, 11/04/2019 09.48:


Non entro nel merito dell' autenticità o meno della pericope.
Dico solo che - forse - Cristo superò quel potere (stabilito dalla Legge mosaica), proprio perché sapeva che era venuto ad adempiere la Legge.



Uno della folla gli disse: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?» [Luca 12,13-14]

Cristo è stato costituito giudice, perché il Padre gli ha dato ogni potestà di giudicare alla fine dei tempi, ma, nel frattempo, prudentemente, ha evitato di fare politica, amministrazione o giustizia sommaria ed è in questa luce che forse andrebbe letto l'episodio dell'adultera, piuttosto che in chiave libertina, dissoluta e permissiva




Concordo.
Ammesso che la pericope sia autentica (non mi pronuncio in merito), concordo con te che Gesù ha evitato, anche in questo caso, di fare politica.
Sapendo di essere Re e Giudice, ma nel suo Regno celeste (Giovanni 18:36)

Saluti

[Modificato da Aquila-58 11/04/2019 10:30]
11/04/2019 13:54
 
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Quello dell'adultera sembra o un episodio di giustizia sommaria alle spese di una povera donna (dell'uomo infatti non si dice nulla) senza far ricorso ai canali legali che la Legge prevedeva oppure anche semplicemente un tentativo di mettere in difficoltà Gesù, infatti a quanto a quanto pare i giudei non erano autorizzati a mettere a morte per questi reati e dunque neppure quell'adultera ma si chiede a Gesù, sostanzialmente, se ubbidire alla Legge (e mettere a morte l'adultera colta in flagrante) oppure ubbidire a Roma che evidentemente aveva posto dei limiti al potere del Sinedrio, infatti dicevano questo "per avere qualcosa di cui accusarlo". Gesù elude, come fa altre volte, la domanda e si concentra sull'aspetto positivo: anche se l'impero romano vietava la pena di morte questo non impediva ad un peccatore di cambiare condotta e non peccare più. Come detto, non escluderei che queste parole siano state autenticamente pronunciate da Gesù pur non facendo parte del canone.

Shalom
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12/04/2019 12:56
 
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Re:
barnabino, 11/04/2019 13.54:

Come detto, non escluderei che queste parole siano state autenticamente pronunciate da Gesù pur non facendo parte del canone.




[SM=g1871115] [SM=g7364] 💔
12/04/2019 13:07
 
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Re:
barnabino, 29/01/2018 07.06:

Le prove testuali della sua inautenticità mi paiono schiaccianti




[SM=g1871116] [SM=g7348] 💙
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