20/03/2011 14:18 |
|
| | | OFFLINE | Post: 35.272 | Moderatore | |
|
la frase del titolo fù la risposta che mi diede un mio collega di lavoro (cattolico) alla mia domanda: "perchè un cattolico che si definisce cristiano, va in guerra?
Ho notato che molti rispondono così, citando solo metà della scrittura di Matteo 22:21 tralasciando il continuo di quella frase che conclude dicendo "Date a Cesare quello che è di Cesare, ma a Dio le cose di Dio".
Da questa scrittura possiamo concludere che non tutto appartiene a Cesare, ma che ci sono cose che appartengono a Dio. Questo implica che abbiamo la responsabilità di scoprire cosa appartiene a Cesare e cosa appartiene a Dio.
Uccidere il prossimo in guerra è una delle cose che appartengano a Cesare o a Dio? In questo caso, quale dei due principi ha più valenza?
------------------------------------------------------
Testimoni di Geova Online Forum
www.TdGonline.it
------------------------------------------------------
"Perché il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione" - Edmund Burke
|
|
|
|
20/03/2011 14:49 |
|
|
Uccidere il prossimo in guerra è una delle cose che appartengano a Cesare o a Dio? In questo caso, quale dei due principi ha più valenza?
Dare a Cesare le cose di Cesare non significa che bisogna ubbidire al comando di andare a uccidere il proprio prossimo in guerra..Il comando di Dio è quello di amare il prossimo come se stesso.Quindi ha piu' valenza dell'ubbidienza a Cesare..
Gesù stava illustrando il principio della sottomissione spontanea a richieste legittime, sia nella sfera dei rapporti umani che in quella delle richieste governative che sono in armonia con la legge di Dio. — Luca 6:27-31; Giovanni 17:14, 15.
Il cristiano ricorderà che il segno che contraddistingue i veri cristiani è l’amore per tutti i fratelli, anche quelli che vivono in altri paesi o che appartengono ad altre tribù. (Giovanni 13:34, 35; 1 Pietro 2:17) Inoltre non dimenticherà i princìpi scritturali contenuti in passi come Isaia 2:2-4; Matteo 26:52; Romani 12:18; 14:19; 2 Corinti 10:4; Ebrei 12:14.
|
|
08/12/2015 17:26 |
|
| | | OFFLINE | | Post: 1 | Città: MILANO | Età: 51 | |
|
|
|
08/12/2015 18:20 |
|
| | | OFFLINE | Post: 42.155 | Moderatore | |
|
Ciao Davide, sei un tdG?
in ogni caso prima di continuare a scrivere in forum dovresti fare una breve presentazione di te aprendo una discussione nell'apposita cartella qui: freeforumzone.leonardo.it/a/545924/Presentazioni-e-addii/carte...
ti aspettiamo per conoscerti e darti il benvenuto
|
|
08/12/2015 18:34 |
|
|
Re: Cesare cosa simboleggia DavideBonaria, 08/12/2015 17:26:
Devo fare un discorso
"Cesare cosa simboleggia "
Facile: la moglie.
**************************************************
2 Sam. 22:26-27
Con qualcuno leale agirai con lealtà;
Col potente senza difetto ti comporterai senza difetto; con chi si mantiene puro ti mostrerai puro e con chi è perverso agirai come da sciocco..... |
|
08/12/2015 20:28 |
|
|
|
|
09/12/2015 10:26 |
|
|
Amalia 52, 08/12/2015 20:28:
Il mio "Cesare" non ci lascia nulla: è tutto suo!
Seabiscuit, 20/03/2011 14:18:
la frase del titolo fù la risposta che mi diede un mio collega di lavoro (cattolico) alla mia domanda: "perchè un cattolico che si definisce cristiano, va in guerra?
Ho notato che molti rispondono così, citando solo metà della scrittura di Matteo 22:21 tralasciando il continuo di quella frase che conclude dicendo "Date a Cesare quello che è di Cesare, ma a Dio le cose di Dio".
Da questa scrittura possiamo concludere che non tutto appartiene a Cesare, ma che ci sono cose che appartengono a Dio. Questo implica che abbiamo la responsabilità di scoprire cosa appartiene a Cesare e cosa appartiene a Dio.
Uccidere il prossimo in guerra è una delle cose che appartengano a Cesare o a Dio? In questo caso, quale dei due principi ha più valenza?
Le Crociate, la chiesa le ha indette e condotte in nome di Cesare o di Dio!?
E tutte le altre atrocità commesse dalla Chiesa erano di Cesare o di Dio: se erano di Cesare, perchè la Chiesa diceva che erano in nome di Dio?
E' troppo facile giustificare le scelte scomode dicendo che siamo costretti a dare a Cesare perchè lo dice la Bibbia. La Bibbia dice anche di dare a Dio ciò che gli appartiene. Ed il Cristiano ha l'obbligo in coscienza di selezionare le proprie azioni e scelte da indirizzare a Cesare o a Dio: ma la strada più semplice è scendere a compromesso...
**************************************************
2 Sam. 22:26-27
Con qualcuno leale agirai con lealtà;
Col potente senza difetto ti comporterai senza difetto; con chi si mantiene puro ti mostrerai puro e con chi è perverso agirai come da sciocco..... |
|
09/12/2015 17:27 |
|
|
La scrittura citata in inizio non è una traduzione corretta perché la traduzione corretta è quella del nuovo mondo: "rendete (date indietro=APO-DOTE e non solo Date=DOTE) a Cesare le cose di Cesare e a Dio le cose di Dio (tra le quali la vita e l'adorazione)"
Marco 12:17 Luca 20:25 Matteo 22:21 |
|
09/12/2015 20:32 |
|
|
Non tutti sono il nostro prossimo ma abbiamo l'obbligo di amare come noi stessi quelli verso i quali abbiamo agito portandoceli al cuore.
"Chi ti sembra si è reso prossimo a colui che è caduto in mezzo ai ladroni?"
"Colui che ha agito misericordiosamente verso di lui", cioè colui che si è portato il misero al cuore: ha l'obbligo di amare il misero come sé stesso.
Il misero incosciente puo', dopo aver ripreso coscienza e lucidità, dovere essere riconoscente, ma non ha obbligo di amare il soccorritore come sé stesso. |
|
09/12/2015 20:36 |
|
|
La moneta della citazione di Gesù non era più di Cesare ma di un Pinco Pallino ebreo.
Quindi, e scrivo questo per provocare il ragionamento, non era dovuto a Cesare niente di quella moneta, che non era sua.
Allora, e continuo nella provocazione, che cosa si doveva dare indietro,cioè rendere,a Cesare da dire "quel che è di Cesare" |
|
10/12/2015 18:02 |
|
|
speculator, 09/12/2015 20:36:
La moneta della citazione di Gesù non era più di Cesare ma di un Pinco Pallino ebreo.
Quindi, e scrivo questo per provocare il ragionamento, non era dovuto a Cesare niente di quella moneta, che non era sua.
Allora, e continuo nella provocazione, che cosa si doveva dare indietro,cioè rendere,a Cesare da dire "quel che è di Cesare"
Se Cesare ci offre protezione e servizi e POI paghiamo tasse e tributi, di fatto gli stiamo RENDENDO ciò che concretamente ci ha già anticipato.
Comunque, per restare in tema, l'omicidio non è contemplato ed il cristiano che ama Dio e il prossimo rifiuterà di obbedire ad un tale comando. |
|
11/12/2015 00:23 |
|
|
Per provocare il pensiero chiedo: perché Gesù disse per prima cosa "rendete a Cesare le cose di Cesare" e solo dopo disse : "ma a Dio le cose di Dio" come si trova in Matteo?.
Le cose di Dio non venivano prima di quelle di Cesare ? perciò, superficialmente, avrebbe dovuto dire: "rendete a Dio le cose di Dio, ma a Cesare le cose di Cesare".
E poi il "ma" non istituisce una contrapposizione tra le due cose?
e poi dire : "rendete a Cesare le cose di Cesare, ma a Dio le cose di Dio" è una frase-atto che aveva a che fare primariamente con Cesare o con Dio?
E se aveva a che fare primariamente con dio, come penso, in che modo ciò avveniva?
|
|
11/12/2015 00:42 |
|
|
Se Cesare ci offre protezione e servizi e POI paghiamo tasse e tributi, di fatto gli stiamo RENDENDO ciò che concretamente ci ha già anticipato.
Sono d'accordo che le tasse vanno pagate.
Se Cesare ci offre protezione e servizi
dipende se l'offerta è forzata o no, a pagamento o no, e se sei libero di accettare o no, eccetera.....
Se un mafioso mi offre protezione e servizi devo per forza accettarli?
POI paghiamo tasse e tributi, di fatto gli stiamo RENDENDO ciò che concretamente ci ha già anticipato.
Su questo concordo; ma sarebbe condizionato dalla fornitura di protezione e servizi.
Se, come al tempo dell'amministrazione romana della Giudea, il procuratore si prendeva una percentuale dai rapinatori-briganti di strada e poi anche una percentuale dai briganti che catturava e che poi liberava dietro pagamento, non poteva pretendere, giustamente, denaro dai derubati per una protezione-giustizia che non dava.
Ma Gesù si riferiva di dare indietro qualcosa che era strettamente collegato con la moneta che aveva in mano.
|
|
11/12/2015 08:04 |
|
|
Seabiscuit, 20/03/2011 14:18:
la frase del titolo fù la risposta che mi diede un mio collega di lavoro (cattolico) alla mia domanda: "perchè un cattolico che si definisce cristiano, va in guerra?
Ho notato che molti rispondono così, citando solo metà della scrittura di Matteo 22:21 tralasciando il continuo di quella frase che conclude dicendo "Date a Cesare quello che è di Cesare, ma a Dio le cose di Dio".
Da questa scrittura possiamo concludere che non tutto appartiene a Cesare, ma che ci sono cose che appartengono a Dio. Questo implica che abbiamo la responsabilità di scoprire cosa appartiene a Cesare e cosa appartiene a Dio.
Uccidere il prossimo in guerra è una delle cose che appartengano a Cesare o a Dio? In questo caso, quale dei due principi ha più valenza?
In realtà, in breve, TUTTO appartiene a Dio, il quale ha DELEGATO (si tratta di delega perchè per l'appunto appartiene tutto a Dio) una certa autorità a "Cesare". Essere sottomessi a Cesare significa quindi rispettare l'autorità di Geova. E' ovvio che quando Cesare va oltre al suo "mandato" o "delega" si ubbidisce all'autorità delegante, cioè a Geova ("ma a Dio le cose di Dio")
|
|
11/12/2015 17:09 |
|
|
In realtà, in breve, TUTTO appartiene a Dio, il quale ha DELEGATO (si tratta di delega perchè per l'appunto appartiene tutto a Dio) una certa autorità a "Cesare". Essere sottomessi a Cesare significa quindi rispettare l'autorità di Geova. E' ovvio che quando Cesare va oltre al suo "mandato" o "delega" si ubbidisce all'autorità delegante, cioè a Geova ("ma a Dio le cose di Dio")
Sono d'accordo; preciso che se "Cesare" va oltre il suo mandato o delega, se questa è in stretta incompatibilità con quella di Cesare, dobbiamo ubbidire solo all'autorità del Dio delegante;
Se l'autorità di Dio è in opposizione, anche fino al sangue, a Cesare, non è ragione sufficiente per disubbidire a Cesare, come la morte di Socrate ci ha insegnato. Sono possibili diversi compromessi che rispettano l'autorità dello stato e gli ordini di Dio.
Rendete allo stato dei pezzi di oro o carta che vi ha dato, ma date indietro a Dio la vostra vita e adorazione, che comprendere il giusto obbligo verso lo stato. |
|
15/06/2016 22:14 |
|
|
I farisei volevano tendere un tranello a Gesù con la domanda sul tributo; un poco come la precedente domanda tranello dei saddducei circa chi sposerà la donna dei sette mariti alla resurrezione.
Gesù evitò il tranello e fece capire chiaramente che le circostanze e le apparenze per lui contano.
Inoltre disse: "date indietro a Cesare le cose di Cesare"; ma a dio le cose di dio. Non disse "date a Cesare le cose di Cesare".
Il "ma" stabilisce una contrapposizione.
Le cose di dio (lo studio della parola di Dio e l'amore eccetera) avevano per Gesù la preferenza, più che la precedenza, su tutte le cose di Cesae.
Per quelli compromessi col sistema romano, dei tempi antichi e moderni, Gesù dice loro di dare indietro a Cesare qualla moneta, da loro ricevuta in cambio di vari servigi, non sempre puliti, al potere. |
|
18/06/2016 01:23 |
|
|
Re: Re: Cesare cosa simboleggia TeoTerrone, 08/12/2015 18.34:
"Cesare cosa simboleggia "
Facile: la moglie.
stra quoto e le potenze dell'aria..............i figli!!!! °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
forum Testimoni di Geova
Nella vita non ci sono problemi ma.....soluzioni. |
|
19/06/2016 23:41 |
|
|
La domanda-tranello dei farisei non era: "è lecito-giusto non pagare le tasse-il tributo?" ma: "è giusto-lecito pagare il tributo?, cioè "facciamo male o bene (in generale) se paghiamo le tasse?".
la risposta chiara di Gesù, se avesse voluto rispondere alla domanda-tranello, sarebbe semplicemente stata: "il tributo deve essere pagato." Tale risposta non ci fu.
Che cosa avrebbero detto i romani e i capi farisei, (o il condominio) della sua risposta era importante, ma avrebbe avuto poca importanza se non avesse risposto, o se avesse semplicemente detto: "il tributo deve essere pagato". Il tranello dei farisei e loro amici erodiani non era nella domanda, ma nell'intera situazione.
|
|
20/06/2016 01:24 |
|
|
Interessante ciò che si legge in Perspicacia alla voce Tributo
TRIBUTO
Generalmente prestazione in denaro o altre cose di valore, come bestiame, resa a una potenza straniera da uno stato o da un sovrano in segno di sottomissione, oppure per mantenere la pace o avere protezione. (Per un esame dei termini nelle lingue originali, vedi TASSAZIONE). Le nazioni che esigevano un tributo da altri popoli spesso ricevevano oro e argento o prodotti di cui il loro paese scarseggiava. In questo modo rafforzavano la propria economia e allo stesso tempo indebolivano le nazioni soggette attingendo pesantemente alle loro risorse.
I re di Giuda Davide (2Sa 8:2, 6), Salomone (Sl 72:10; cfr. 1Re 4:21; 10:23-25), Giosafat (2Cr 17:10, 11) e Uzzia (2Cr 26:8), e anche Acab re d’Israele (2Re 3:4, 5), ricevevano tributi da altri popoli. Ma a motivo dell’infedeltà, gli israeliti erano spesso in posizione di inferiorità ed erano costretti a pagare tributi ad altri. Già all’epoca dei Giudici, sotto la dominazione del re moabita Eglon, pagavano un tributo. (Gdc 3:12-17) In seguito, sia il regno di Giuda che il regno settentrionale di Israele, caduti sotto la dominazione di potenze straniere, dovettero pagare un tributo. (2Re 17:3; 23:35) In varie occasioni pagarono una specie di tributo per rabbonire nazioni nemiche o assoldarne altre per ottenere aiuto militare. — 2Re 12:18; 15:19, 20; 18:13-16.
m.wol.jw.org/it/wol/d/r6/lp-i/1200004478
Quindi.…....Tributo=Mazzetta?
Scusate l'_OT [Modificato da torlok 20/06/2016 01:26]
''Poiché ci sono molti uomini insubordinati, inutili chiacchieroni e ingannatori della mente...A questi è necessario chiudere la bocca, poiché questi stessi uomini continuano a sovvertire intere case, insegnando cose che non dovrebbero....''(TITO 1:10,11)
Forum Testimoni di Geova |
|
24/06/2016 19:07 |
|
|
Specifico che i testo di Wescott e Hort non ha "ma a dio le cose di dio" ma ha invece "e a dio le cose di dio".
E' storicamente risaputo, e predetto-specificato anche dalla bibbia in Daniele, che Tiberio Cesare era disprezzato dai nobili romani che non posero su di lui la dignità del regno e si impadronì del regno con la lusinga.
Inoltre non credo che le monete-immagini di un Tiberio ultra-settantenne fossero il massimo della bellezza, visto che non era mai stato bello neanche da giovane.
Inoltre il suo impero vacillava, per l'isolamento a Capri e la congiura di Seiano.
Se ci prendiamo la briga, come dovremmo seguendo l'indicazione di Gesù stesso, di leggere la scritta della moneta-immagine di Tiberio Cesare troveremmo i due titoli di "augusto", che ha a che fare con a falsa religione, e di "DIVINO", che lo esclude dalla pura adorazione; troveremmo in altre monete l'abbreviazione di Pontefice Massimo PM , che pure è abominevole.
Quindi Gesù dice ai farisei e erodiani che gli fanno un tranello politico "dategliele indietro (tutte queste cose compromesse con la politica)"
|
|
|
|