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*l'uomo entra in cattedrale aprendo il pesante portone, dal quale, entra un fascio di luce che illumina le rappresentazioni degli Dei.*

*lenti passi pesano lungo la navata, gli occhi sull'altare, mentre sfiora con la mano una grossa cicatrice che parte dalla tempia sinistra, passando da dove una volta c'era l'orecchio, per arrivare alla nuca. Prende posto inginocchiandosi e levando la mano destra all'altezza del cuore. La sinistra si posa sulla spada infoderata.*

A Te, o Somma ed Eterna Kalaiphenes,
Catena di Severità e Signora delle Giuste Punizioni,
noi, uomini di fede e di guerra,
innanzi a Te, ci armiamo e leviamo i cuori.

Guida ed esalta, nella tua luce, oh Condottiera,
la nostra mano.
Donaci giustizia e potenza, e poni sul nemico
il terrore di noi.

Fa che per sempre vivano in difesa
i nostri cuori,
più forti del ferro
che avvolge il nostro petto.

A noi dona la vittoria.

Benedici, o Kalaiphenes,
l'acciaio che ferisce.

Benedici, o Kalaiphenes,
la mano che lo brandisce.

Benedici, nella cadente notte,
il riposo di coloro che periranno sotto il Tuo nome.

E Benedici noi che, per Te,
vegliamo in armi sul popolo e sui nostri fratelli
poichè
la Luce di uno è la Speranza di tutti.

*rimane in silenzio*