La partita di ieri sera ci ha lasciato in eredità altri due aspetti che, in queste sfavillanti prestazioni, si erano notati di meno.
La prima: le variabili di gioco. I primi 15 minuti ci avevano consegnato una manovra imbrigliata dalle marcature a uomo e dal baricentro relativamente alto del loro pressing a centrocampo. Noi abbiamo, per la prima volta, scavalcato il centrocampo nella fase di maggiore intensità e creato il 3vs3 in attacco, nel quale inevitabilmente siamo stati superiori, pur non concretizzando nel primo tempo. Ma, vado controcorrente, e dico: anche se non si é fatto gol, si é comunque incrinato il meccanismo e messo sotto pressione una difesa che, alla lunga, poteva prendere coraggio ed innervosire i nostri. Quindi alla lunga, ottima l'idea di sostituire i fraseggi con le imbucate sulle punte.
La seconda: stiamo imparando a soffrire. Di raspa, ieri l'Udinese si é buttata a capofitto, nel finale, nella nostra metà campo, e noi, effettivamente un po' a corto di fiato, ci siamo abbassati molto, allungandoci e allargando gli spazi fra i reparti.
Ieri, peró, non abbiamo subito praticamente nulla. Solo un magico (perché cosí deve essere chiamata una torsione in area di rigore come quella di Widmer) colpo di testa, sul quale s'é vista la differenza tra un portiere (anche di buon livello) e un GRAN portiere, che con l'istinto ovvia alle prodezze avversarie, e ad un non perfetto posizionamento difensivo.