Che fior fiori di campioni

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Davide
00martedì 29 maggio 2007 01:57
Ecco i premi individuali degli All Star Game.
L'ordine è anno, sede, miglior giocatore, vincitore della gara del tiro da tre e vincitore della gara delle schiacciate.
Premetto che dal 1986 è stata introdotta la gara del tiro da tre e nel 2005 quella delle schiacciate.

1982 MILANO Mike D'ANTONI-Abdul JEELANI -
1983 CASERTA Clyde BRADSHAW -
1984 TREVISO Stan PIETKIEWICZ -
1985 FIRENZE Joe BRYANT -
1985 ROMA Joe BRYANT -
1986 ROMA - Bob MC ADOO
1987 ROMA OSCAR Schmidt OSCAR Schmidt
1988 ROMA Micheal Ray RICHARDSON OSCAR Schmidt
1989 ROMA Wes MATTHEWS OSCAR Schmidt
1990 ROMA Michael COOPER Michael COOPER
1991 ROMA Dino RADJA Alessandro FANTOZZI
1992 MADRID Arvidas SABONIS Danko CVJETICANIN
1993 ROMA Micheal Ray RICHARDSON OSCAR Schmidt
1994 VALENCIA Aleksandar DJORDJEVIC Aleksandar DJORDJEVIC
1996 ROMA Orlando WOOLRIDGE Steve HENSON
1997 PESARO Mike IUZZOLINO Alessandro ABBIO
1997 FIRENZE Thurl BAILEY Henry WILLIAMS
1998 NAPOLI Vincenzo ESPOSITO Steve BURTT
1999 CASALECCHIO Andrea MENEGHIN Alessandro ABBIO
2001 TRIESTE Gregor FUCKA Giacomo GALANDA
2003 GENOVA Maurice EVANS Michele MIAN
2004 TORINO James SINGLETON Giacomo GALANDA
2005 CASALECCHIO Carlton MYERS Dante CALABRIA Pervis PASCO
2006 TORINO Massimo BULLERI Danilo GALLINARI Paul MC PHERSON
Iuzzolino
00mercoledì 30 maggio 2007 01:45
Chiunque ha deciso di non portare Iuzzolino in nazionale è stato proprio un ignorante in materia baskettara.
M.grun
00mercoledì 30 maggio 2007 10:59
Altro bel tuffo nei ricordi... Magari i più giovani del forum conoscono bene alcuni dei grandi giocatori elencati e poco, molto poco, altri che invece meritano rispetto e considerazione. Stan Pietkiewicz è stato uno dei tanti grandi americani che nei primi anni ottanta nobilitavano i nostri campionati (perchéanche in A2 giocavano super campioni, come Haywood, Dalipagic, lo stesso Piet). Nato nel 1956, uscì da Auburn University, conosciuta più per il football che per il basket ed andò al draft del 1978, quello consegnato alla storia per "lo scippo di Auerbach", il quale, favorito dalla follia delle altre franchigie, ebbe la possibilità di scegliere come sesto giocatore un certo... Larry Bird!!! (Prima scelta fu Mychael Thompson e per terzo i Pacers, invece di scegliere il miglior figlio dello stato presero, incredibilmente il legnoso e broccoso Rick Robey, roba da spararsi nelle palle...). Piet venne chiamato dai Clippers, che all'epoca giocavano a San Diego, solo al settimo giro come sesto del turno, ma decise ugualmente di partecipare al camp, guadagnandosi il contratto. All'università aveva giocato guardia e anche ala piccola (era un 6'5"), non era molto atletico, ma aveva ottimi fondamentali, che gli consentirono di fare tre stagioni in NBA come guardia tiratrice, all'occorrenza anche cambio per la point guard (era anche un buon difensore). L'ultimo anno fece uno spicchio di stagione negli appena creati Dallas Mavericks. Chiuse tra i pro con 96 partite, 3,9 pp. e 1,8 ass. Lo volle in Italia quel grandissimo, e sottovalutato, allenatore che è stato il barone Sales, forse il più bravo coach italiano di sempre nella scelta degli americani; basti pensare che portò a Brescia Iavaroni, un giovane, ma già grosso, tosto e cattivo Bill Laimbeer, destinato a diventare un big nella NBA, Piet e Tom Abernethy, un'ala dai fondamentali adamantini e con un'intelligenza cestistica (ed una cultura generale) fuori dal comune. Piet giocò due stagioni in A2 (lo sponsor di Brescia era Cidneo) e poi, dopo una trionfale promozione, un campionato in A1, con sponsor Simmenthal. Nel 1984 passò alla Scavolini, dove iniziò la stagione per esser sostituito, causa grave infortunio, dopo quattro partite da Zimbalist "Zam" Frederick, un tiratore spaventoso, una macchina da punti (faceva praticamente solo quello, perché il passaggio era un optional, i compagni quasi degli sconosciuti e la difesa una faccenda di contemplazione, così noiosa, ma così noiosa...). Piet negli anni bresciani tenne sempre medie tra i 18 e 20 pp. a partita, 3/4 assist a sera, 3/4 rimbalzi a gara, ma soprattutto percentuali di tiro spaventose per una guardia che aveva nelle conclusioni da fuori il pezzo forte del repertorio. Fu sempre sopra il 55% a match, incredibile, (e non c'era ancora il tiro da tre) e ben oltre l'ottanta per cento ai liberi. Sales lo usava prevalentemente come play, riservando a Silvano Motta lo spot di guardia tiratrice. Era una bellissima squadra, ben allenata, ben amalgamata, equilibrata, non molto atletica (con l'eccezione di Solfrini, il primo grande verticalista e schiacciatore italiano), ma solida, intelligente, agonisticamente feroce e dalle soluzioni in attacco variate. Motta e Piet mitragliavano da fuori, liberati dai blocchi di Abernethy e Costa, o dagli scarichi sul perimetro di Ario da Cogorno, quando le difese avversarie raddoppiavano su di lui per impedirgli il gancio o le soluzioni dal post basso. Abernethy era un'ala factotum, Solfrini un'ala micidiale in contropiede. Nel 1982/83 vinsero il campionato di A2, fecero i play off, eliminarono 2-0 la Fortitudo Bologna e nei quarti beccarono la fortissima e favoritissima Billy Milano di Dan Peterson, che vinse con fatica immane 2-1, 71-66 alla bella, patendo oltre ogni previsione. Piet mise in croce D'Antoni, che patì le sue braccia lunghissime e la sua determinazione in difesa, ed il suo tiro mortifero dall'altra parte del campo. E' stato un grande giocatore, credetemi.
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