Ci prendiamo un pò troppo sul serio?

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Hadako ne neko
00martedì 7 luglio 2015 22:28
Allora, premetto che grazie, hai commenti di chi ha avuto il coraggio di dirmelo, sono riuscita amigliorare il mio modo di scrivere e di raccontare.
Un immagine orrenda nella mia mente, quando mi sono resa conto delle mie immense lacune, dei miei sbagli ed errori.
Ammetto che i commenti negativi mi hanno fatta deprimere.
E la felicità che provavo quando scrivevo si è tramutata in frustrazione, delusione e desiderio di approvazione a tutti i costi.
Ma io non sono una professionista, faccio la barista, anche se ho studiato filosofia e conosco a memoria quasi tutto il vecchio e il nuovo testamento, non sono una scrittrice.
Faccio stupidi errori grammaticali e a volte visto che ho due figli che corrono per casa, anche di distrazione, ma mi diverto, mi passo il tempo, mi rilasso e mi perdo nel mio mondo di sogni.
Mi soffermo sempre poco sugli errori e più sulle emozioni che mi vengono trasmette da un racconto, ma vale solo per me?
Non è che ci prendiamo un pò troppo sul serio???

(setsuna)
30martedì 7 luglio 2015 22:39
Credo che la maggior parte di noi possa benissimo considerarsi "non professionista" nel campo della scrittura. I laureati in Lettere (antiche o moderne) o affini, non credo siano la maggioranza del sito. Ma non serve una laurea in lettere per conoscere la grammatica. Io ho studiato Servizio Sociale, sono laureata in questa disciplina, eppure faccio molta attenzione a non commettere errori grammaticali e non mi piace se ne vedo da altre persone. E non perché prendo tutto sul serio, ma perché, quando leggo una cosa, voglio che mi assorba, voglio entrare in quel mondo e non dover interrompere continuamente la lettura per chiedermi cosa l'autore volesse dire. Una "H" mancata, o al posto sbagliato, impedisce di comprendere al volo la frase, costringendo ad interrompere la lettura e a fermarsi in quel punto. Una storia grammaticalmente corretta, invece, non dà questa problema e ci si può tranquillamente immergere in quel mondo e lasciarsene assorbire. Quindi, in due parole... per me, una buona grammatica è uno degli elementi utili (non il solo, ma serve anche quello) a suscitare emozioni nel lettore
Nike DeBoner
30martedì 7 luglio 2015 23:32
Io non penso di prendermi sul serio. Scrivo quello che mi piace, quando mi ispira. So di scrivere per lo più di stupidi cliché, ho quella decina di situazioni che amo troppo, per cui molte delle mie ship ci passeranno. Se alla gente non piace o pensa che sia troppo scontato, scrollo le spalle e vado avanti.
Ma pretendere di scrivere (e leggere) un testo grammaticalmente corretto non è prendersi sul serio. E' come mettersi d'accordo con un gruppo d'amiche per fare una corsetta al parco e non presentarsi con un tacco 12. Le basi, insomma. Poi se fai tre chilometri in mezz'ora o in un'ora e mezzo è secondario.
Hadako ne neko
10martedì 7 luglio 2015 23:55
Sbaglio io... forse?
Nel senso che, forse, io in primis non ho dato la giusta importanza a quello che stà alla base del saper raccontare? Concordo in pieno sul fatto che se si vuole trasmettere qualcosa, chi lo fà, debba avere le basi per riuscirci, anche ridotte ai minimi termini e gli strumenti giusti, altrimenti non ha senso.
Credo che fondamentalmente il problema sia mio, ho sottovalutato il valore di una buona conoscenza della nostra meravigliosa lingua e dell'importanza di saperla usare correttamente mentre cerchiamo di trasmettere un pernsiero o un emozione agli altri.
Grazie per avermelo fatto capire.
Forse sono le persone come me a prendersi troppo sul serio!
Si scrive per chi legge, non per noi stessi, e il lettore và sempre e comunque rispettato.
Grazie per aver risposto.



Earth
10mercoledì 8 luglio 2015 00:30
Ciao ^.^
Non ho capito tanto bene quale sia il nocciolo della questine, stai chiedendo se il non prestare attenzione alla grammatica e alle sviste sia un errore? Oppure ti chiedi se il prestarvi troppa attenzione sia esagerato?
Guarda io non sono una professionista proprio come te, anzi, ho lasciato perdere le materie umanistiche ormai da un po' ma mi piace scribbacchiare e scrivere ff XD
peró proprio perchè è una cosa che mi piace, mi diverte e mi rilassa credo sia giusto farla bene. E quindi mi capita spesso di rillegere tante volte i brani prima di pubblicarli. Considera che peró non ostate questo faccio tanti errori anche io e non solo a livello di distrazione, ma proprio di cose che non so -.-''
ecco se vogliamo fare una metafora la vedo un pochino come fare una torta: non sono una pasticciera e mai lo saró, ma se mi piace e diverte cucinare dolciumi perché non dovrei porre attenzione del prendere lo zucchero anzichè andare a caso e rischiare di rovinare tutto mettendo per sbaglio il sale???
Ok come al solito giá so che non si sará capito quello che volevo dire ^.^'' pazienza XD spero di non aver frainteso tutto, ciao :-*
Hadako ne neko
10mercoledì 8 luglio 2015 10:36
Le giuste dosi...
Ciao ho imparato a mie spese che in pasticceria le dosi devono essere perfette, non si può in nessun caso improvvisare!!
Così come, e l'esempio è azzeccato, nello scrivere, o nel mio caso cercare di farlo.
Si devono avere tutti gli ingredienti, e sopratutto bisogna saperli dosare, in più i tempi di cottura,importantissimi.
Nel mio caso, forse la torta deve cuocere ancora, io non sono ancora pronta!
Ho semplicemente sottovalutato alcune cose che però, sono fondamentali.
Per questo mi piace confrontarmi con altre persone.
Grazie per il commento.

suinogiallo
30mercoledì 8 luglio 2015 11:55
Prendersi troppo sul serio?
Personalmente ritengo che da un lato ci si debba "prendere un po' sul serio" quando si crea una storia, sia per se stessi che anche per il Lettore.
Buttare giù qualche riga senza curarsi troppo né della grammatica, dell'ortografia, dell'impaginazione né della trama alla fine è un po' una "offesa" a chi andrà a leggere la nostra storia.
Mi sono capitate sott'occhio diverse storie che presentavano problemi del genere e Autori che rispondevano alle recensioni dicendo che "loro scrivevano così".
È anche giusto, da Lettori, pretendere che le storie siano ben confezionate sia grammaticalmente che come aspetto. In passato mi è capitato di leggere storie scritte benissimo, senza errori e con una trama avvincente, che però erano un monoblocco di parole senza ritorni a capo.
Ma non occorre esagerare nel pretendere che le storie che andiamo a leggere siano tutte perfette, ben scritte e ben confezionate. In quel caso penso che il "prendersi troppo sul serio" sia sbagliato.
Segnalare ogni piccolo errore (praticamente come se il Lettore non stesse leggendo una storia ma correggendo un compito in classe) ritengo sia una esagerazione, ancor di più se si iniziano a segnalare errori che, poi, errori non sono trattando il testo, quindi, alla stregua di un "tema" e non come un "racconto" che ha delle sue peculiarità.
Con questo non voglio dire che è giustificato chi nasconde lacune grammaticali sotto il tappeto dello "stile personale" ma che alcune volte può essere giustificato il forzare alcune regole grammaticali per ottenere un effetto particolare soprattutto nei dialoghi. Giustamente, una "maestrina dalle penna blu" segnalerebbe questi come errori ma, da Autori, quante volte ci sarà capitato di giocare con la punteggiatura (specie le virgole) per rendere il testo fedele a quello che vogliamo raccontare?
Ovviamente, specifico, ci sono errori che sono errori e basta e per i quali non c'è giustificazione che tenga.
Utilizzando l'esempio fatto prima, della pasticceria, è vero che occorre prestare attenzione agli ingredienti e a come dosarli ma è altrettanto vero che spesso nelle ricette viene inserito nella dose il termine "qb", ovvero quanto basta, per dare libertà al cuoco di scegliere il giusto dosaggio per lui. Senza contare che spesso nella cucina si inventa, si sperimenta, si prova ad unire ingredienti diversi tra loro e a variare anche i tempi di cottura (questo non tanto in pasticceria) per ottenere ciò che può piacere di più. Se tutto fosse codificato e preciso non ci sarebbero ristoranti da tre stelle michelin e stamberghe maleodoranti!
Ovvio che, se metto il sale al posto dello zucchero la ricetta verrà completamente compromessa ma, questi sono per l'appunto gli errori non giustificabili in alcun modo.

Hasta Luego
Nike DeBoner
20mercoledì 8 luglio 2015 14:48
Re: Sbaglio io... forse?
Hadako ne neko, 07/07/2015 23:55:

Nel senso che, forse, io in primis non ho dato la giusta importanza a quello che stà alla base del saper raccontare? Concordo in pieno sul fatto che se si vuole trasmettere qualcosa, chi lo fà, debba avere le basi per riuscirci, anche ridotte ai minimi termini e gli strumenti giusti, altrimenti non ha senso.
Credo che fondamentalmente il problema sia mio, ho sottovalutato il valore di una buona conoscenza della nostra meravigliosa lingua e dell'importanza di saperla usare correttamente mentre cerchiamo di trasmettere un pernsiero o un emozione agli altri.
Grazie per avermelo fatto capire.
Forse sono le persone come me a prendersi troppo sul serio!
Si scrive per chi legge, non per noi stessi, e il lettore và sempre e comunque rispettato.
Grazie per aver risposto.






No, no, affatto. Si scrive per sé stessi. Nel momento in cui scrivi per gli altri (nella mia esperienza), puoi avere la grammatica e lo stile migliore del mondo, ma la storia resterà vuota.
Pubblichi per gli altri, principalmente, per condividere delle emozioni. E in quel momento, devi poter condividere il meglio che hai. Non ha senso (per me) affrettarsi a pubblicare perché sì e consegnare un lavoro approssimativo.
Poi c'è anche chi pubblica perché vuole venir acclamato, questo sì. Ma ancora più se questo fosse il motivo, uno dovrebbe impegnarsi ad essere perfetto (e forse sono questi che si prendono troppo sul serio? Ma in genere chi pretende recensioni non dà in cambio una storia vagamente perfetta).

Il lettore va rispettato come va rispettato chiunque riceva qualcosa da noi, soprattutto se non richiesta (nessuno viene a casa nostra a chiederci di scrivere fanfic, in fondo).
Hadako ne neko
00mercoledì 8 luglio 2015 21:46
Allora mettiamola così, si scrive sia per se stessi che per gli altri, nel rispetto di sè e di chi legge. ok? [SM=g27990]
Ma accquistare consapevolezza è un fattore di crescita personale, e ringrazio chi mi ha aperto gli occhi in tal senso.
Poi devo ammettere che a me le mie storie piacciono, sarà una banalità ma è cosi, ed è per questo che voglio che diventino leggibili e comprensibili, per questo desidero che chi legge sia felice di farlo.
A questo punto vi offrirei una bella fetta di torta [SM=g28006] che ne pansate?
Nike DeBoner
00giovedì 9 luglio 2015 00:57
Ahahah ok!
E grazie. :3
cloe sullivan
10giovedì 9 luglio 2015 13:30
Re:
Hadako ne neko, 08/07/2015 21:46:

Allora mettiamola così, si scrive sia per se stessi che per gli altri, nel rispetto di sè e di chi legge. ok? [SM=g27990]
Ma accquistare consapevolezza è un fattore di crescita personale, e ringrazio chi mi ha aperto gli occhi in tal senso.
Poi devo ammettere che a me le mie storie piacciono, sarà una banalità ma è cosi, ed è per questo che voglio che diventino leggibili e comprensibili, per questo desidero che chi legge sia felice di farlo.
A questo punto vi offrirei una bella fetta di torta [SM=g28006] che ne pansate?



Se il problema della tua storia è nella forma, perché non provi a farti aiutare da un beta?
Leggerà il tuo scritto e ti aiuterà a correggere gli errori di ortografia, la punteggiatura, la sintassi e magari dandoti anche dei consigli sul contenuto (ad esempio, facendoti notare incongruenze nella trama).

Per il resto, da autore credo sia importante 'prendersi (un po') sul serio', se questo significa cercare di proporre una storia che sia la più curata possibile. Da lettore, non smetterei di leggere una storia avvincente per qualche errore di distrazione, ma potrei decidere di farlo quando diventano troppi (o quando è evidente che la storia è poco curata in generale). Confesso invece che a volte, trovando un'impaginazione deludente, neanche inizio la storia...


MaxT.M
10lunedì 13 luglio 2015 07:27

E la felicità che provavo quando scrivevo si è tramutata in frustrazione, delusione e desiderio di approvazione a tutti i costi.
Ma io non sono una professionista, faccio la barista, anche se ho studiato filosofia e conosco a memoria quasi tutto il vecchio e il nuovo testamento, non sono una scrittrice.
Faccio stupidi errori grammaticali e a volte visto che ho due figli che corrono per casa, anche di distrazione, ma mi diverto, mi passo il tempo, mi rilasso e mi perdo nel mio mondo di sogni.



Allora, io direi che si può scrivere per sé stessi, ottenendone soddisfazioni, immergendosi nel proprio mondo e magari producendo qualcosa di valido dal punto di vista dei contenuti.
Nel momento in cui si pubblica, lo si fa anche per gli altri, per cui è giusto che il lavoro sia rivisto e curato entro standard accettabili.
Qui si possono trovare problemi se si ha poca padronanza dell'italiano scritto, o magari una dislessia mai diagnosticata.
Il correttore grammaticale del programma di videoscrittura può aiutare, ma se usato senza supervisione potrebbe aggiungere strafalcioni anche peggiori.
Se non si riesce a farlo da soli, allora il consiglio di rivolgersi ad un beta-reader è ottimo, a patto di trovarlo.


Mi soffermo sempre poco sugli errori e più sulle emozioni che mi vengono trasmette da un racconto, ma vale solo per me?



E' possibile trasformare una storia sgrammaticata in un buon lavoro, se la bozza è valida dal punto di vista della trama, del ritmo, dei dialoghi eccetera, semplicemente ripulendola dagli errori grammaticali.
Viceversa, se trama e caratterizzazioni della bozza sono lacunose, è molto più difficile che un aiuto esterno possa migliorarla e trasformarla in una perla.
Hadako ne neko
00sabato 18 luglio 2015 16:25
volevo solo ringraziare per i consigli che ho ricevuto e per il tempo che vi siete presi per rispondermi, e devo ringraziare in particolar modo quelle persone che mi hanno rivisionato i capitoli, che li hanno analizzati eviscerati e messi a nudo.
Ho imparato moltissimo da queste persone.
Sono cresciuta, anche se sò che ho ancora molto strada da fare, grazie a ancora, a tutti. [SM=g27995]
OniceViola
10venerdì 21 agosto 2015 00:08
io quando una mia storia è stata molto criticata e non capita ci sono rimasta male per una giornata intera. Personalmente tengo molto a quello che scrivo. Il tempo che dedico a questa fanfic lo tolgo al lavoro, allo studio, alla famiglia, al leggere, al sonno. quindi ci tengo che ne valga la pena. cerco di fare un buon lavoro...
OniceViola
10venerdì 21 agosto 2015 00:11
(quindi mi sa che forse, rileggendomi, mi prendo troppo sul serio)
Jinny82.EFP
00mercoledì 3 febbraio 2016 01:28
Prendersi sul serio, almeno un po', credo sia inevitabile. Altrimenti non si arriverebbe a postare/pubblicare mai nulla.
Per gli errori ...io meglio che stia zitta, che sono la regina del "mah, magari rileggo dopo" postando poi PRIMA di rileggere, strafalcioni vari compresi (mira sulla tastiera inesistente, capitoli che mi prendono settimane intere quindi mi trovo dialoghi a metà, lettere saltate, triple al posto delle doppie, moment in cui non si sa chi stia diccendo cosa, ripetizioni ... un disastroooooo! X°D).
Il problema principale è il fatto di non essere "professionisti del settore", non ttti hanno il tempo di rileggere, ricontrollare e correggere purtroppo, quindi il rischio di lasciare cose "come viene viene" è alto. (no, io adesso il tempo lo avrei, sono solo pigra, ma shhhh)
KimmyTamer
10mercoledì 3 febbraio 2016 14:41
Potrei rispondere con la mia firma.

Per me la grammatica è un sine qua non per l'universo tutto. Io ho due lauree in fisica: non sarei dunque tenuta a sapere la grammatica? Stiamo scherzando?

Detto questo, perché farsi abbattere per delle critiche sulla forma? LA FORMA SI CORREGGE! La sostanza viene dal cuore, e quella o c'è o non c'è, c'è poco da fare; mentre la forma è pura tecnica, e quindi basta darci una sistemata per risolvere qualsiasi problema legato a essa!

La gente ti fa solo un favore a segnalarti gli errori e i refusi, perché ti dà la possibilità di correggere la forma per poter dare slancio alla sostanza. Non ti abbattere, ricorda che quando una persona giudica una tecnica non sta giudicando TE, ma una questione pragmatica e risolvibile.

Io ti consiglierei di accogliere tranquillamente le recensioni negative per questioni grammaticali, fregandosene di chi se la tira (perché molti sono veramente cinici quando recensiscono negativamente, e io non concordo su questo atteggiamento) .

Approfittane per rispolverare cose che poi tornano utili nella vita (perché nella vita si scrive sempre, e se ti presenti con un curriculum sgrammaticato, potresti ritrovarti con più porte in faccia del dovuto), e pensa che hai pure un hobby che oltre a darti divertimento ti dà l'occasione di rinforzare qualcosa in cui forse sei un po' carente. Meglio di così...
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