Il mito dell’evoluzionismo in frantumi

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Ghergon
00domenica 30 settembre 2007 12:50
Il mito dell’evoluzionismo in frantumi
Paolo Zanotto





Una ricostruzione dell'uccello Archeoptèrix esposto all'Oxford University Museum

Nel novembre del 1859 il celebre naturalista inglese Charles Robert Darwin (1809 - 1882) pubblicava a Londra «The Origins of the Species by Means of Natural Selection», ovvero «L'origine delle specie per selezione naturale», opera nella quale esponeva per la prima volta la sua teoria sull'evoluzione.
In base ad essa, le specie si sarebbero trasformate progressivamente nel corso delle ere, soprattutto nell'intento di adattarsi ai cambiamenti del proprio ambiente naturale ed evitare, così, il rischio di estinzione.
Ma la scottante questione sull'origine animale dell'uomo non veniva affrontata.
Tuttavia, nel 1868 seguiva «La variazione degli animali e delle piante allo stato domestico»; nel 1871 sarebbe uscita un'altra opera, intitolata «La discendenza dell'uomo e la selezione sessuale», in cui Darwin indicava l'Africa quale culla dell'umanità, preconizzando inoltre lo sterminio delle «razze selvagge della terra» da parte delle «razze umane civilizzate».
Infine, l'ultimo lavoro notevole del positivista inglese fu il libro su «L'espressione delle emozioni nell'uomo e negli animali», apparso nel 1872.
Sensazionali successi editoriali.

L'«agnostico» Darwin (tanto amato da Karl Marx proprio perché aveva inferto a Dio «un colpo mortale») poneva, in tal modo, le fondamenta per affrancare dalla natura divina la nascita di tutte le creature viventi, proponendo una tesi «casuale», costituita dall'intervento di mutevoli condizioni climatiche, di habitat e di relativi bisogni crescenti, i quali avrebbero condizionato quelle specie viventi che si sarebbero dimostrate capaci di mutare insieme a tali elementi e, quindi, di vincere la lotta per la sopravvivenza.
L'oscuro naturalista di Down portava a termine, in tal modo, il compito che gli era stato assegnato. Così, almeno, afferma Giuseppe Sermonti, icona dell' «anti-evoluzionismo scientifico» e - più in generale - della riflessione critica sulla scienza moderna fin da quando, nel 1971, pubblicò per l'editore Rusconi il saggio controcorrente intitolato «Il crepuscolo dello scientismo».

Stando infatti al resoconto del noto genetista, alcuni personaggi avrebbero precedentemente ingaggiato Darwin con lo scopo di elaborare una teoria materialista sull'origine della vita, assicurandogli notevole fama ed un rapido successo editoriale.
Si sarebbe trattato di individui che agivano per conto di un fantomatico Club X, costituitosi ufficialmente a Londra nel 1864.
Tale associazione pare fosse solita riunirsi prima dei meeting della Royal Society per discutere gli indirizzi politico-culturali e mediatici che avrebbe dovuto imboccare la società inglese.
La prima edizione de «L'origine delle specie» si esaurì in un solo giorno.
Dopo un iniziale scherno piuttosto generalizzato da parte dell'opinione pubblica, in soli dieci anni Darwin si aggiudicò il consenso dell'ortodossia scientifica del tempo: il Club X aveva raggiunto il proprio obiettivo e mantenuto le sue promesse.

I turbamenti di un naturalista.
Per secoli, o millenni, nessuno aveva mai notato quelle prove schiaccianti, anche se teoricamente le avrebbe avute proprio lì: sotto agli occhi.
Poi, d'un tratto, tutte quelle «verità segrete» sarebbero state finalmente «esposte in evidenza», e dalla zolla sarebbero emerse le risposte che da tempo si attendevano.
Sarebbero, cioè, venuti alla luce i resti di una realtà ancestrale per troppo tempo occultata e rimossa mentalmente.
Le prove su cui tali riletture della storia umana si sarebbero fondate sarebbero consistite, peraltro, in alcuni resti fossili che avrebbero costituito gli anelli di congiunzione di una catena virtuale, la quale ci avrebbe condotto, in linea retta, dagli esemplari più primitivi del genere dei primati fino all'uomo.
Vano il domandarsi come mai - se tali teorie sono realmente attendibili - a parità di latitudine, condizioni climatiche ed ambientali, e via discorrendo, è possibile trovare «evoluti» esemplari di Homo sapiens sapiens accanto a babbuini e scimpanzé, ma in circolazione non s'incontra un Australopiteco neppure a pagarlo oro.

Come è stato autorevolmente osservato, l'estrema rarità delle forme intermedie, anche nella documentazione fossile, continua a rivestire una sorta di «segreto di casta» della Paleontologia. Inutile cercare la ragione dell'estinzione degli esemplari delle fasi intermedie; superfluo più che altro, giacché l'incontestabilità del dogma darwinista è contenuta in quei pochissimi resti fossili a cui si accennava.
Talmente rari da tormentare perfino lo stesso Darwin.
Molto meno turbati appaiono, invece, i suoi più tardi epigoni ed emulatori di ogni categoria.
Tutti presi dal contendersi a vicenda la palma dell'ortodossia piuttosto che quella dell'originalità, producendo semplici varianti sul tema, sfugge ai loro occhi la beffa dell'artista (così come sfuggì quella delle false teste di Amedeo Modigliani ad affermati critici d'arte), giacché, se la principale occupazione è quella di dividersi in mille rivoli, di fronte alla necessità di difendere il contestato cardine dogmatico le truppe sparpagliate riacquistano la monolitica compattezza d'una testudo romana.

L'«uomo scimmia» fai – da – te.
D'altronde, come dubitare di fronte ad un Eoanthropus Dawsoni, meglio conosciuto come «Uomo di Piltdown», che deteneva tutte le caratteristiche necessarie per rappresentare il classico caso da manuale.
Due crani con caratteri marcatamente primitivi, una mandibola nettamente scimmiesca, un canino ed un molare vennero portati in superficie fra il 1909 ed il 1915.
Nel frattempo, esso fu valutato positivamente da alcuni supposti specialisti e, pertanto, inserito quale dato certo ed acquisito in numerose pubblicazioni di prestigio, come ad esempio la famosa Enciclopedia Treccani dove veniva ampiamente descritto.
Purtroppo, però, dopo quasi quarant'anni dal ritrovamento dei frammenti presso l'omonima località del Sussex orientale, nel 1953 venne dimostrato da una commissione di scienziati che si trattava di una bufala clamorosa.
Se qualcuno fosse tentato di pensare ad un errore di quest'ultima équipe di studiosi, se lo levi dalla testa: il falsario ha già confessato tutto.
Anche la Treccani si è vista costretta a rettificare definitivamente alla pagina 351 della terza appendice (1949 - 1960), spiegando come il famoso reperto di Piltdown altro non fosse se non il «prodotto di una mistificazione».
Il cranio era, infatti, un fossile umano di epoca neolitica (quindi, relativamente recente); la mandibola era appartenuta ad un giovane orango, morto pochi anni prima, a cui erano stati limati i denti per farli sembrare umani; anche il canino era stato limato, al fine di applicarlo alla mandibola; il pomello di articolazione (condilo) era stato spezzato di fresco nell'intento di adattare la mandibola al cranio.
Il tutto era stato, poi, usurato artificialmente e colorato chimicamente per simulare l'effetto del tempo.

Cannibali dagli occhi… ad amigdala.
Un altro caso palese di interpretazione abusiva è rappresentato dal cosiddetto «Sinantropo» od Homo pekinensis.
Unicamente per il fatto che le rimanenze ossee di tale scimmia - fino ad allora totalmente ignota agli zoologi - furono ritrovati insieme ai residui di utensili e focolari preistorici, si volle automaticamente dedurne che si trattasse delle spoglie del loro artefice, ovvero di un essere umano, sebbene i resti dello scheletro in questione si trovassero chiaramente mischiati a quelli di animali da preda.
Il cranio, inoltre, presentava le medesime perforazioni osservate in casi analoghi, dove l'espediente si era reso necessario allo scopo di prelevarne il gustoso cerebro.
Così, pur di non dover concludere la cosa più ovvia, cioè che il ritrovamento altro non riguardava che una preda di uomini preistorici, gli scienziati annunciarono che i cosiddetti Homines pekinenses si erano divorati a vicenda!

Quell'anello mancante fra rettili ed uccelli.
Da circa sei anni sull'autorevolissima «Boston Review» del Massachusetts Institute of Technology (MIT) infuriava una polemica assolutamente devastante per la dottrina darwinista quando, improvvisamente, sul numero apparso nel novembre 1999, la rivista «National Geographic» pubblicò in pompa magna la foto di una lastra minerale nella quale si vedeva impressa l'immagine di un teropode pennuto.
«È la prova che gli uccelli si sono evoluti da questi antichi rettili», esultava troppo frettolosamente il biologo Barry A. Palevitz nell'articolo dal tono sensazionalistico che accompagnava la presunta scoperta.
Il rettile piumato ridava così smalto nuovo alla logora teoria evoluzionista.
Il darwinismo, infatti, è talmente in declino oltreoceano, che in numerosi Stati dell'Unione si è perfino chiesto ed ottenuto che il suo insegnamento venga soppresso dalle scuole o, perlomeno, presentato come semplice ipotesi in alternativa ad altre, di cui si deve dare notizia allo stesso modo. Per rendersi conto delle enormi difficoltà che la «teoria della scimmia» sta attraversando in ambiente scientifico basta fare un rapido giro in internet e constatare quanti siti ospitino tesi critiche, inserendo in un qualunque motore di ricerca parole-chiave come «creazionismo».

L'uccellosauro ed altre bestialità.
Adesso, però, quei fondamentalisti irrazionali, che credevano ancora cocciutamente alla favola della «creazione», avrebbero dovuto fare marcia indietro: era stato finalmente scoperto l'«uccellosauro».
Acquisito il posto che gli spettava nello schema darwiniano di discendenze, allo snodo evolutivo fra rettili ed uccelli, esso venne battezzato con un'altisonante denominazione in latino, come d'uopo: Archaeoraptor liaoningensis.
Di lì a poco, tuttavia, si sarebbe amaramente appurato che il supposto fossile altro non era se non l'ennesimo falso, composto da due differenti resti (di un uccello e di un sauro) incollati assieme, con abilità asiatica, per opera dei poverissimi contadini cinesi che vivono nella provincia di Liaoning, i quali sfruttano e vendono sul mercato nero i fossili di un ricco giacimento locale: più che una bestia, una vera e propria «bestialità».
Il falso composto era stato offerto al titolare di un piccolo museo privato nello Utah durante una fiera di trouvailles paleontologiche, tenutasi nel febbraio del 1999 nello Stato dell'Arizona, presso la città di Tucson.
È quanto racconta Maurizio Blondet in una dei suoi libri, «L'uccellosauro ed altri animali (la catastrofe del darwinismo)», in cui si fa il punto sugli ultimi sviluppi del dibattito scientifico relativo alle opposte visioni della natural selection e dell'intelligent design.

Illusionismi e prestidigitazioni.
Già in precedenza si era cercata questa tanto sospirata prova della discendenza degli uccelli dai rettili preistorici.
Del resto, la teoria darwinista parlava chiaro: tutte le forme viventi della terra avevano subito evoluzioni clamorose, adattandosi all'ambiente circostante.
Da qualche parte sarebbero pur dovuti saltare fuori anche gli elementi che confermavano la veridicità di quelle stravaganti idee.
In realtà, già nel lontano 1957, lo studioso americano Douglas Dewar osservò, nel suo libro «The Transformist Illusion», che tutta la teoria sulla graduale evoluzione delle specie, facente capo a Darwin, si fondava su di una madornale confusione tra «specie» e «subspecie».
A suo avviso, le singole specie non soltanto sarebbero fra loro separate da differenze abissali, ma non esisterebbero neppure forme che accennino ad una qualche possibile connessione tra i diversi ordini di esseri viventi, come i pesci, i rettili, gli uccelli e i mammiferi.
Non era immaginabile, nella maniera più assoluta, che l'uno sarebbe potuto nascere dall'altro.
Anche il celebre fossile denominato Archaeoptèryx, frequentemente addotto quale esempio di membro intermedio fra un rettile ed un uccello, era in realtà un autentico rappresentante di quest'ultima categoria animale, nonostante alcune singolari caratteristiche - come le unghie al termine delle ali, i denti nelle mascelle e la lunga coda con le piume diramate - potessero comprensibilmente fuorviare, a prima vista.
Come recitava, infatti, il numero apparso nel marzo 1996 dello stesso «Journal of Vertebrate Paleontology», «le caratteristiche ornitologiche del cranio dimostrano che l'archeoptèrix è un uccello piuttosto che un archeosauro piumato non adatto al volo».

La complessità delle forme di vita «semplici».
Gli studiosi moderni più seri e scrupolosi, ormai, rigettano completamente la tesi dell'evoluzione della specie, o si limitano a mantenerla in maniera provvisoria esclusivamente quale mera «ipotesi di lavoro».
Le più recenti scoperte in materia di Paleontologia, Sedimentologia, Chimica, Biologia molecolare e Genetica hanno smontato, pezzo per pezzo, il castello di carta su cui si fondava la favola dell'evoluzionismo darwinista.
Del resto, non solo tutte le forme animali conosciute avrebbero avuto origine, quasi contemporaneamente, durante il periodo dell'«esplosione cambriana», ma le ricerche più recenti hanno dimostrato l'incredibile complessità anche di quegli organismi che i vari Piero Angela si ostinano a definire «semplici».
La microscopia elettronica ha infatti messo in risalto come i processi che si svolgono all'interno dell'essere monocellulare siano di una molteplicità inimmaginabile.
Inoltre, come ebbe a riconoscere, già nel 1977, perfino lo stesso professor Stephen Jay Gould, docente di geologia e zoologia presso la prestigiosa Harvard University, nonché darwinista eterodosso e marxista dichiarato, «le testimonianze fossili non supportano in alcun modo il cambiamento graduale».
Sulla stessa linea, il geologo David Schindel, professore all'Università di Yale, il quale, in un articolo apparso nel 1982 sulla rivista «Nature», rivelò che l'ipotizzata graduale «transizione dai presunti antenati ai discendenti […] non esisteva».

Fantascienza e divulgazione mediatica.
Avviandosi verso le conclusioni, occorre dire che è davvero avvilente il dover constatare come le teorie più obsolete siano quelle che maggiormente trovano spazio nell'universo mediatico.
L'ultimo esempio di tale genere è rappresentato da una trasmissione televisiva, Solaris, che non si accontenta più di ricostruire in maniera del tutto fittizia il mondo come sarebbe stato milioni di anni fa, ma arriva addirittura a propinare, con fervida fantasia ed invidiabile sicumera, come apparirà quello futuro.
Fra migliaia di anni, pontifica Solaris, il pianeta si presenterà ormai completamente cambiato e, per la legge dell'evoluzione, anche la fauna si sarà adattata alle nuove condizioni climatiche ed ambientali.
In circolazione non si troveranno più cani e gatti, ma «sonaglini», «babbuleoni» e «struzzi assassini», che mangeranno così, braccheranno le loro prede in questo modo e si difenderanno in quest'altro modo ancora…
Chiusa la parentesi, che si commenta da sola.

Una via di non ritorno?
In definitiva, si può affermare che - alla prova dei fatti - la teoria darwiniana si è rivelata un semplice prodotto della propria epoca. L'inglese vittoriano si sentiva intimamente superiore al resto del mondo e il darwinismo sembrò fornire una sanzione scientifica a tale convincimento.
La vicenda del Club X ed il simultaneo sviluppo di un insidioso «darwinismo sociale» sul piano filosofico-politico la dicono lunga sulla reale valenza di quella «selezione naturale» contemplata nell'evoluzionismo.
Una volta acquisita questa teoria da parte della comunità scientifica, si è imboccata una pericolosa via che gli attuali studiosi temono di abbandonare poiché, forse, ritengono che ciò equivarrebbe, di fatto, a decretare un fallimento di cui potrebbe risentire tutta la classe degli scienziati
contemporanei.
Se così fosse, si tratterebbe di un fatto gravissimo, poiché darebbe conto della debolezza - camuffata sotto all'arroganza - da cui la comunità scientifica è affetta oggigiorno.
Diversamente, si attendono spiegazioni plausibili sul perché non si sia ancora avviato un dibattito serio ed approfondito anche in Italia e per quale strana ragione ci si ostini a presentare un semplice mito come verità acquisita.
Perché la teoria di Darwin altro non è che un mito, il quale - come tutti i miti - tenta di soddisfare al bisogno di rispondere ad alcuni dei quesiti fondamentali che, sin dalla notte dei tempi, tormentano l'uomo: «chi siamo?», «da dove veniamo?».
Davvero arduo appare il fornire una spiegazione convincente con le sole armi della ragione; schiere di filosofi ci hanno provato, fallendo ogni volta miseramente.
Charles Darwin fu uno di loro.

Paolo Zanotto


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BAGAVAN
00lunedì 1 ottobre 2007 21:33
Re:
mi sembra chiaro che tu vuoi una negazione assoluta dell'evoluzionismo e una affermazione assoluta del creazionismo, questo atteggiamento è un pregiudizio ideologico, insomma è inutile poi tirare in ballo gli scianziati che per loro natura non possono essere assoluti, quindi non possono ne sostenere le tue tesi e neppure prederle seriamente in considerazione, quindi cosa fai tu? arrivi a dire che la scienza nega ilcreazionismo, mentre invece non deve neppure seriamente considerarlo una teoria da dimostrare.

Non vi sono pietre di paragone tra una dottrina creazionista e una teoria ecoluzionistica, ma non chiamatela erroneamente dottrina, seppure incompleta ma da dimostrare scientificamente, almeno questa è modesta e atatende solamente che si raccolgano sempre più prove, mentre invece non esisteranno mai le prove del creazionismo.

siate nesti con la scienza! non usatela per sostenere dottrine, perchè la scienza è soggetta al principio di fasificabilità, quindi non è per sua natura assolutista o sostenitrice di dogmi assoluti.

Ghergon, 30/09/2007 12.50:

Il mito dell’evoluzionismo in frantumi
Paolo Zanotto





Una ricostruzione dell'uccello Archeoptèrix esposto all'Oxford University Museum

Nel novembre del 1859 il celebre naturalista inglese Charles Robert Darwin (1809 - 1882) pubblicava a Londra «The Origins of the Species by Means of Natural Selection», ovvero «L'origine delle specie per selezione naturale», opera nella quale esponeva per la prima volta la sua teoria sull'evoluzione.
In base ad essa, le specie si sarebbero trasformate progressivamente nel corso delle ere, soprattutto nell'intento di adattarsi ai cambiamenti del proprio ambiente naturale ed evitare, così, il rischio di estinzione.
Ma la scottante questione sull'origine animale dell'uomo non veniva affrontata.
Tuttavia, nel 1868 seguiva «La variazione degli animali e delle piante allo stato domestico»; nel 1871 sarebbe uscita un'altra opera, intitolata «La discendenza dell'uomo e la selezione sessuale», in cui Darwin indicava l'Africa quale culla dell'umanità, preconizzando inoltre lo sterminio delle «razze selvagge della terra» da parte delle «razze umane civilizzate».
Infine, l'ultimo lavoro notevole del positivista inglese fu il libro su «L'espressione delle emozioni nell'uomo e negli animali», apparso nel 1872.
Sensazionali successi editoriali.

L'«agnostico» Darwin (tanto amato da Karl Marx proprio perché aveva inferto a Dio «un colpo mortale») poneva, in tal modo, le fondamenta per affrancare dalla natura divina la nascita di tutte le creature viventi, proponendo una tesi «casuale», costituita dall'intervento di mutevoli condizioni climatiche, di habitat e di relativi bisogni crescenti, i quali avrebbero condizionato quelle specie viventi che si sarebbero dimostrate capaci di mutare insieme a tali elementi e, quindi, di vincere la lotta per la sopravvivenza.
L'oscuro naturalista di Down portava a termine, in tal modo, il compito che gli era stato assegnato. Così, almeno, afferma Giuseppe Sermonti, icona dell' «anti-evoluzionismo scientifico» e - più in generale - della riflessione critica sulla scienza moderna fin da quando, nel 1971, pubblicò per l'editore Rusconi il saggio controcorrente intitolato «Il crepuscolo dello scientismo».

Stando infatti al resoconto del noto genetista, alcuni personaggi avrebbero precedentemente ingaggiato Darwin con lo scopo di elaborare una teoria materialista sull'origine della vita, assicurandogli notevole fama ed un rapido successo editoriale.
Si sarebbe trattato di individui che agivano per conto di un fantomatico Club X, costituitosi ufficialmente a Londra nel 1864.
Tale associazione pare fosse solita riunirsi prima dei meeting della Royal Society per discutere gli indirizzi politico-culturali e mediatici che avrebbe dovuto imboccare la società inglese.
La prima edizione de «L'origine delle specie» si esaurì in un solo giorno.
Dopo un iniziale scherno piuttosto generalizzato da parte dell'opinione pubblica, in soli dieci anni Darwin si aggiudicò il consenso dell'ortodossia scientifica del tempo: il Club X aveva raggiunto il proprio obiettivo e mantenuto le sue promesse.

I turbamenti di un naturalista.
Per secoli, o millenni, nessuno aveva mai notato quelle prove schiaccianti, anche se teoricamente le avrebbe avute proprio lì: sotto agli occhi.
Poi, d'un tratto, tutte quelle «verità segrete» sarebbero state finalmente «esposte in evidenza», e dalla zolla sarebbero emerse le risposte che da tempo si attendevano.
Sarebbero, cioè, venuti alla luce i resti di una realtà ancestrale per troppo tempo occultata e rimossa mentalmente.
Le prove su cui tali riletture della storia umana si sarebbero fondate sarebbero consistite, peraltro, in alcuni resti fossili che avrebbero costituito gli anelli di congiunzione di una catena virtuale, la quale ci avrebbe condotto, in linea retta, dagli esemplari più primitivi del genere dei primati fino all'uomo.
Vano il domandarsi come mai - se tali teorie sono realmente attendibili - a parità di latitudine, condizioni climatiche ed ambientali, e via discorrendo, è possibile trovare «evoluti» esemplari di Homo sapiens sapiens accanto a babbuini e scimpanzé, ma in circolazione non s'incontra un Australopiteco neppure a pagarlo oro.

Come è stato autorevolmente osservato, l'estrema rarità delle forme intermedie, anche nella documentazione fossile, continua a rivestire una sorta di «segreto di casta» della Paleontologia. Inutile cercare la ragione dell'estinzione degli esemplari delle fasi intermedie; superfluo più che altro, giacché l'incontestabilità del dogma darwinista è contenuta in quei pochissimi resti fossili a cui si accennava.
Talmente rari da tormentare perfino lo stesso Darwin.
Molto meno turbati appaiono, invece, i suoi più tardi epigoni ed emulatori di ogni categoria.
Tutti presi dal contendersi a vicenda la palma dell'ortodossia piuttosto che quella dell'originalità, producendo semplici varianti sul tema, sfugge ai loro occhi la beffa dell'artista (così come sfuggì quella delle false teste di Amedeo Modigliani ad affermati critici d'arte), giacché, se la principale occupazione è quella di dividersi in mille rivoli, di fronte alla necessità di difendere il contestato cardine dogmatico le truppe sparpagliate riacquistano la monolitica compattezza d'una testudo romana.

L'«uomo scimmia» fai – da – te.
D'altronde, come dubitare di fronte ad un Eoanthropus Dawsoni, meglio conosciuto come «Uomo di Piltdown», che deteneva tutte le caratteristiche necessarie per rappresentare il classico caso da manuale.
Due crani con caratteri marcatamente primitivi, una mandibola nettamente scimmiesca, un canino ed un molare vennero portati in superficie fra il 1909 ed il 1915.
Nel frattempo, esso fu valutato positivamente da alcuni supposti specialisti e, pertanto, inserito quale dato certo ed acquisito in numerose pubblicazioni di prestigio, come ad esempio la famosa Enciclopedia Treccani dove veniva ampiamente descritto.
Purtroppo, però, dopo quasi quarant'anni dal ritrovamento dei frammenti presso l'omonima località del Sussex orientale, nel 1953 venne dimostrato da una commissione di scienziati che si trattava di una bufala clamorosa.
Se qualcuno fosse tentato di pensare ad un errore di quest'ultima équipe di studiosi, se lo levi dalla testa: il falsario ha già confessato tutto.
Anche la Treccani si è vista costretta a rettificare definitivamente alla pagina 351 della terza appendice (1949 - 1960), spiegando come il famoso reperto di Piltdown altro non fosse se non il «prodotto di una mistificazione».
Il cranio era, infatti, un fossile umano di epoca neolitica (quindi, relativamente recente); la mandibola era appartenuta ad un giovane orango, morto pochi anni prima, a cui erano stati limati i denti per farli sembrare umani; anche il canino era stato limato, al fine di applicarlo alla mandibola; il pomello di articolazione (condilo) era stato spezzato di fresco nell'intento di adattare la mandibola al cranio.
Il tutto era stato, poi, usurato artificialmente e colorato chimicamente per simulare l'effetto del tempo.

Cannibali dagli occhi… ad amigdala.
Un altro caso palese di interpretazione abusiva è rappresentato dal cosiddetto «Sinantropo» od Homo pekinensis.
Unicamente per il fatto che le rimanenze ossee di tale scimmia - fino ad allora totalmente ignota agli zoologi - furono ritrovati insieme ai residui di utensili e focolari preistorici, si volle automaticamente dedurne che si trattasse delle spoglie del loro artefice, ovvero di un essere umano, sebbene i resti dello scheletro in questione si trovassero chiaramente mischiati a quelli di animali da preda.
Il cranio, inoltre, presentava le medesime perforazioni osservate in casi analoghi, dove l'espediente si era reso necessario allo scopo di prelevarne il gustoso cerebro.
Così, pur di non dover concludere la cosa più ovvia, cioè che il ritrovamento altro non riguardava che una preda di uomini preistorici, gli scienziati annunciarono che i cosiddetti Homines pekinenses si erano divorati a vicenda!

Quell'anello mancante fra rettili ed uccelli.
Da circa sei anni sull'autorevolissima «Boston Review» del Massachusetts Institute of Technology (MIT) infuriava una polemica assolutamente devastante per la dottrina darwinista quando, improvvisamente, sul numero apparso nel novembre 1999, la rivista «National Geographic» pubblicò in pompa magna la foto di una lastra minerale nella quale si vedeva impressa l'immagine di un teropode pennuto.
«È la prova che gli uccelli si sono evoluti da questi antichi rettili», esultava troppo frettolosamente il biologo Barry A. Palevitz nell'articolo dal tono sensazionalistico che accompagnava la presunta scoperta.
Il rettile piumato ridava così smalto nuovo alla logora teoria evoluzionista.
Il darwinismo, infatti, è talmente in declino oltreoceano, che in numerosi Stati dell'Unione si è perfino chiesto ed ottenuto che il suo insegnamento venga soppresso dalle scuole o, perlomeno, presentato come semplice ipotesi in alternativa ad altre, di cui si deve dare notizia allo stesso modo. Per rendersi conto delle enormi difficoltà che la «teoria della scimmia» sta attraversando in ambiente scientifico basta fare un rapido giro in internet e constatare quanti siti ospitino tesi critiche, inserendo in un qualunque motore di ricerca parole-chiave come «creazionismo».

L'uccellosauro ed altre bestialità.
Adesso, però, quei fondamentalisti irrazionali, che credevano ancora cocciutamente alla favola della «creazione», avrebbero dovuto fare marcia indietro: era stato finalmente scoperto l'«uccellosauro».
Acquisito il posto che gli spettava nello schema darwiniano di discendenze, allo snodo evolutivo fra rettili ed uccelli, esso venne battezzato con un'altisonante denominazione in latino, come d'uopo: Archaeoraptor liaoningensis.
Di lì a poco, tuttavia, si sarebbe amaramente appurato che il supposto fossile altro non era se non l'ennesimo falso, composto da due differenti resti (di un uccello e di un sauro) incollati assieme, con abilità asiatica, per opera dei poverissimi contadini cinesi che vivono nella provincia di Liaoning, i quali sfruttano e vendono sul mercato nero i fossili di un ricco giacimento locale: più che una bestia, una vera e propria «bestialità».
Il falso composto era stato offerto al titolare di un piccolo museo privato nello Utah durante una fiera di trouvailles paleontologiche, tenutasi nel febbraio del 1999 nello Stato dell'Arizona, presso la città di Tucson.
È quanto racconta Maurizio Blondet in una dei suoi libri, «L'uccellosauro ed altri animali (la catastrofe del darwinismo)», in cui si fa il punto sugli ultimi sviluppi del dibattito scientifico relativo alle opposte visioni della natural selection e dell'intelligent design.

Illusionismi e prestidigitazioni.
Già in precedenza si era cercata questa tanto sospirata prova della discendenza degli uccelli dai rettili preistorici.
Del resto, la teoria darwinista parlava chiaro: tutte le forme viventi della terra avevano subito evoluzioni clamorose, adattandosi all'ambiente circostante.
Da qualche parte sarebbero pur dovuti saltare fuori anche gli elementi che confermavano la veridicità di quelle stravaganti idee.
In realtà, già nel lontano 1957, lo studioso americano Douglas Dewar osservò, nel suo libro «The Transformist Illusion», che tutta la teoria sulla graduale evoluzione delle specie, facente capo a Darwin, si fondava su di una madornale confusione tra «specie» e «subspecie».
A suo avviso, le singole specie non soltanto sarebbero fra loro separate da differenze abissali, ma non esisterebbero neppure forme che accennino ad una qualche possibile connessione tra i diversi ordini di esseri viventi, come i pesci, i rettili, gli uccelli e i mammiferi.
Non era immaginabile, nella maniera più assoluta, che l'uno sarebbe potuto nascere dall'altro.
Anche il celebre fossile denominato Archaeoptèryx, frequentemente addotto quale esempio di membro intermedio fra un rettile ed un uccello, era in realtà un autentico rappresentante di quest'ultima categoria animale, nonostante alcune singolari caratteristiche - come le unghie al termine delle ali, i denti nelle mascelle e la lunga coda con le piume diramate - potessero comprensibilmente fuorviare, a prima vista.
Come recitava, infatti, il numero apparso nel marzo 1996 dello stesso «Journal of Vertebrate Paleontology», «le caratteristiche ornitologiche del cranio dimostrano che l'archeoptèrix è un uccello piuttosto che un archeosauro piumato non adatto al volo».

La complessità delle forme di vita «semplici».
Gli studiosi moderni più seri e scrupolosi, ormai, rigettano completamente la tesi dell'evoluzione della specie, o si limitano a mantenerla in maniera provvisoria esclusivamente quale mera «ipotesi di lavoro».
Le più recenti scoperte in materia di Paleontologia, Sedimentologia, Chimica, Biologia molecolare e Genetica hanno smontato, pezzo per pezzo, il castello di carta su cui si fondava la favola dell'evoluzionismo darwinista.
Del resto, non solo tutte le forme animali conosciute avrebbero avuto origine, quasi contemporaneamente, durante il periodo dell'«esplosione cambriana», ma le ricerche più recenti hanno dimostrato l'incredibile complessità anche di quegli organismi che i vari Piero Angela si ostinano a definire «semplici».
La microscopia elettronica ha infatti messo in risalto come i processi che si svolgono all'interno dell'essere monocellulare siano di una molteplicità inimmaginabile.
Inoltre, come ebbe a riconoscere, già nel 1977, perfino lo stesso professor Stephen Jay Gould, docente di geologia e zoologia presso la prestigiosa Harvard University, nonché darwinista eterodosso e marxista dichiarato, «le testimonianze fossili non supportano in alcun modo il cambiamento graduale».
Sulla stessa linea, il geologo David Schindel, professore all'Università di Yale, il quale, in un articolo apparso nel 1982 sulla rivista «Nature», rivelò che l'ipotizzata graduale «transizione dai presunti antenati ai discendenti […] non esisteva».

Fantascienza e divulgazione mediatica.
Avviandosi verso le conclusioni, occorre dire che è davvero avvilente il dover constatare come le teorie più obsolete siano quelle che maggiormente trovano spazio nell'universo mediatico.
L'ultimo esempio di tale genere è rappresentato da una trasmissione televisiva, Solaris, che non si accontenta più di ricostruire in maniera del tutto fittizia il mondo come sarebbe stato milioni di anni fa, ma arriva addirittura a propinare, con fervida fantasia ed invidiabile sicumera, come apparirà quello futuro.
Fra migliaia di anni, pontifica Solaris, il pianeta si presenterà ormai completamente cambiato e, per la legge dell'evoluzione, anche la fauna si sarà adattata alle nuove condizioni climatiche ed ambientali.
In circolazione non si troveranno più cani e gatti, ma «sonaglini», «babbuleoni» e «struzzi assassini», che mangeranno così, braccheranno le loro prede in questo modo e si difenderanno in quest'altro modo ancora…
Chiusa la parentesi, che si commenta da sola.

Una via di non ritorno?
In definitiva, si può affermare che - alla prova dei fatti - la teoria darwiniana si è rivelata un semplice prodotto della propria epoca. L'inglese vittoriano si sentiva intimamente superiore al resto del mondo e il darwinismo sembrò fornire una sanzione scientifica a tale convincimento.
La vicenda del Club X ed il simultaneo sviluppo di un insidioso «darwinismo sociale» sul piano filosofico-politico la dicono lunga sulla reale valenza di quella «selezione naturale» contemplata nell'evoluzionismo.
Una volta acquisita questa teoria da parte della comunità scientifica, si è imboccata una pericolosa via che gli attuali studiosi temono di abbandonare poiché, forse, ritengono che ciò equivarrebbe, di fatto, a decretare un fallimento di cui potrebbe risentire tutta la classe degli scienziati
contemporanei.
Se così fosse, si tratterebbe di un fatto gravissimo, poiché darebbe conto della debolezza - camuffata sotto all'arroganza - da cui la comunità scientifica è affetta oggigiorno.
Diversamente, si attendono spiegazioni plausibili sul perché non si sia ancora avviato un dibattito serio ed approfondito anche in Italia e per quale strana ragione ci si ostini a presentare un semplice mito come verità acquisita.
Perché la teoria di Darwin altro non è che un mito, il quale - come tutti i miti - tenta di soddisfare al bisogno di rispondere ad alcuni dei quesiti fondamentali che, sin dalla notte dei tempi, tormentano l'uomo: «chi siamo?», «da dove veniamo?».
Davvero arduo appare il fornire una spiegazione convincente con le sole armi della ragione; schiere di filosofi ci hanno provato, fallendo ogni volta miseramente.
Charles Darwin fu uno di loro.

Paolo Zanotto


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Ghergon
00lunedì 1 ottobre 2007 22:49
Chiacchieri.
Sai cos'è una prova scientifica?
Inutile che tergiversi a destra e a manca e fingi di non vedere.
Ci sono le prove solide come rocce.
Il laicismo è morto.
La frode è finita bagavan.
Le teorie atee e laiciste defunte.

BAGAVAN
00lunedì 1 ottobre 2007 23:24
Re:
la prova non è mai assoluta anche per la scienza, e ci vogliono sempre più esperimenti e osservazioni e prove oggettive, e questo lo dice lo stesso karl popper che voi usate citare per smentire l'evoluzionismo, ma da voi fastidio quando egli parla di impossibilità della dimostrazione metafisicsa del creazionismo.

la prova non è soggettiva e metafisica ma oggettiva, dimostrabile e riproducibile in laboratorio, il creazionismo non è riproducibile, quindi non è dimostrabile e tanto meno oggettivo, anzi è molro soggettivo e fa parte della fede, solo della fede. quindi, ghergon, anche tu non metterti a fare come quel bimbo che agostino vide sulla spieggia mentre tentava di riempire la sua piccola buca con l'acqua dell'oceano. così come non potrai mai mettere il mistero della trinità nella tua testolina e poi pretendere di dimostrarla con la scienza dell'intelligent design!

Ghergon, 01/10/2007 22.49:

Chiacchieri.
Sai cos'è una prova scientifica?
Inutile che tergiversi a destra e a manca e fingi di non vedere.
Ci sono le prove solide come rocce.
Il laicismo è morto.
La frode è finita bagavan.
Le teorie atee e laiciste defunte.





Ghergon
00lunedì 1 ottobre 2007 23:34
Vedo che non sai più cosa dire e ti aggrappi a tutto.
Le prove geologiche e della biologia molecolare non sono prove soggettive, caro.
Sono magli che vi hanno demolito.
Auguri
BAGAVAN
00lunedì 1 ottobre 2007 23:55
Re:
ancora un errore epistemologico hai fatto!
non vi sono nella scienza prove assolute in contrapposizione ad altre prove assolute o che le demoliscano, forse secondo la mentalità vostra dei secoli scorsi, ma non oggi seriamente!

la scienza, dal momento che non è assoluta, non può produrre prove assolute arrampicamdosi sui vetri, esse sono o non sono oggettvamente riproducibili e quelle geologiche non sono prove assolute, la cui genesi affonda il suo primo alito di vita dal sole e dalle prime orbite protoplanetarie fimo alla formazione del manto interno ed esterno della terra dei primi sviluppi.

quindi non improvvisarti geologo o speleologo se non conosci la complessa stratificazione del sottosuolo secondo le varie ere geologiche.

non puoi ugualmente negare che lo spostamento tettonico dalle origini della terra ad oggi è una prova inconfutabile di questa complessità geologica non strumentalizzabile ai fini metafisici per sostenere il creazionismo o negare l'evoluzionismo a priori.

ghergon, ma hai studiato geologia? e mineralogia? non credo proprio! al massimo ti mando al polo nord a trivellare un po' di ghiaccio, magari ci porterai poi dei chiaccioli primordiali invece di angeli caduti in disgrazia come nel fucino!

[SM=x268945] [SM=x268969] [SM=x268924] [SM=x268939] [SM=x268929]


Ghergon, 01/10/2007 23.34:

Vedo che non sai più cosa dire e ti aggrappi a tutto.
Le prove geologiche e della biologia molecolare non sono prove soggettive, caro.
Sono magli che vi hanno demolito.
Auguri




Ghergon
00martedì 2 ottobre 2007 00:01
Di geologia ne so don't worry be happy
Vedo che continui a sorvolare.

Una cosa è sicura l'evoluzionismo è stecchito, morto, sepolto.
La biologia lo ha schiantato.
Non ci vuole molto.
Vedo che lo sai anche tu che mi suggerisci le parole. Ti arrampichi sugli specchi.

Le vostre favole laiciste sono finite.
The end

Bye
BAGAVAN
00martedì 2 ottobre 2007 00:33
Re:
un altro errore hai fatto:

secondo la Corte di Cassazione, in casi di decisioni bioetiche, la biologia non può sostituirsi oggettivamente alla riflessione in ambito scientifico o presente nel prgramma di istruzione pubblica, né mai le è concesso di sostituirsi agli organi di vigilanza sulla scienza medica, per cui si è davanti ad una sua impossibilità sia scientifica che istituzionale di affermare che l'evoluzionismo è morto sepolto o il creazionismo è scientificamente dimostrabile, perchè questo tuo citare la biologia è parte della dottrina dell'intelligent design che si è prefissa di sostituire la scienza in ogni ambito dell'istruzione pubblica, anteponendo la genesi biblica riadattata e reinterpretata dagli evangelici, che vogliono a tutti i costi metterci la pulce nell'orecchio su un essere superiore ma che non si dica dio quel disegno intelligente, anche se poi si ostinano a vedere il cosmo immutabbile, mentre invece è in continua trasformazione ed è evidente a tutti anche con le sonde e i telescopi orbitanti e di terra.



Ghergon, 02/10/2007 0.01:

Di geologia ne so don't worry be happy
Vedo che continui a sorvolare.

Una cosa è sicura l'evoluzionismo è stecchito, morto, sepolto.
La biologia lo ha schiantato.
Non ci vuole molto.
Vedo che lo sai anche tu che mi suggerisci le parole. Ti arrampichi sugli specchi.

Le vostre favole laiciste sono finite.
The end

Bye




@Yoghurt@
00martedì 2 ottobre 2007 09:26
LEGGETE TUTTI PRIMA DI CREDERE ALLE CAVOLATE POSTATE DA GHERGON....
L'Archaeopteryx (= antiche ali ) è il più antico uccello noto, i cui fossili sono stati trovati in rocce del Giurassico superiore della Baviera (Germania). I primi ritrovamenti risalgono al 1860, un anno dopo la pubblicazione del libro di Charles Darwin L'origine delle specie. Essi fornirono un perfetto esempio di "anello mancante" nella catena dell'evoluzione, dati i caratteri intermedi di questo fossile, che combina strutture rettiliane ed aviane



I fossili [modifica]
Attualmente sono noti dieci esemplari di Archaeopteryx, non tutti completi, ma tutti provenienti dalla zona di Solnhofen, in Germania, dove affiora estesamente il cosiddetto calcare litografico, una roccia sedimentaria a grana finissima di età giurassica che conserva anche i resti di strutture non mineralizzate, come le penne.

DA WIKIPEDIA


DOVE GHERGON I FOSSILI PROVENIENTI DALLA CINA DOVE COSA FAI PER CERCARE DI DIMOSTRARE CHE HAI RAGIONE SPACCI NOTIZIE FALSE PER VERE MA LO SAI DI CHE STAI PARLANDO PARLI DI CINESI CHE VENDONO FOSSILI FALSI E CHE SONO STATI SMSCHERATI PER TRUFFA NON DEI VERI REPERTI FOSSILI OGGI CUSTODITI NEI MUSEI E DI CUI E STATA UFFICIALMENTE CONFERMATA LA VALIDITA FOSSILE.....

RAGAZZI QUESTA E FORTE LA BAVIERA STA IN CINA ODDIO IL PROSSIMO ANNO TUTTI ALL´OKTOBER FEST A PECHINO....

GHERGON NON RIESCI PIU A CONFRONTARTI ONESTAMENTE SU QUESTO ARGOMENTO ORA PURE PROVI A FAR PASSARE TRUFFE PER PROVE ANTIEVOLUZIONISTICHE....

PRIMA LE RADIAZIONI POI LE TRUFFE......HANNO PROVATO A VENDERE IN GIRO PERI IL MONDO TANTI REPERTI ROMANI FENICI EGIZIANI ATZECHI FALSI PER VERI SE VAI AI MERCATINI VICINO ALLE ZONE ARCHEOLOGICHE TROVI BANCARELLE PIENE DI CIANFRUSAGLIE CHE RAFFIGURANO COPIE DI REPERTI VERI CONSERVATI NEI MUSEI.....E ALLORA?....COSA VUOL DIRE CHE LE CIVILTA ANTICHE NON SONO MAI ESISTITE EH GHERGON?....CHE I REPERTI CONSERVATI NEI MUSEI NON SONO TESORI STORICI RAPPRESENTATI UNA STORIA PASSATA DELL´UMANITA?......MA COSA TI CREDI CHE SONO STATI I CINESI I PRIMI A VENDERE DINOSAURI FALSI?....

BAVIERA GHERGON BAVIERA L´ARCHEO E TEDESCO CAPITO?.....

MA CHE FAI SPACCI FISCHI PER FIASCHI?.....

BRAVO POTRESTI POSTARE NEL TOPIC FRODI E TRUFFE PALEONTOLOGICHE SOTTO AL VOCE LEGALITA MA PER QUANTO RIGUARDA L´EVOLUZIONISMO CONTINUI A CITARE TUTTO QUELLO CHE NON C´ENTRA NULLA CON LA RICERCA UFFICIALE E CONFUTATA......

Ghergon
00martedì 2 ottobre 2007 19:34
Tu non stai molto bene yogurt.
Leggi bene quello che dice Zanotto.
Capisco che ti crolli il mondo addosso dopo aver creduto agli atei darwinisti con fede cieca... ma stai calmo. [SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27828]

BAGAVAN
00martedì 2 ottobre 2007 22:11
Re:
se volete documentarvi sulla V Edizione di bergamoscienza
il programma è al sito

www.bergamoscienza.it/bergamoscienza2007/index.html

li c'è pane per i nostri denti!

comunque yoghurt ha ragione su una cosa: come con il falso di Modiliani, anche i cinesi si sono dati da fare per confondere gli archeologi in fase di gavetta o in erba come si dice!

è meglio prestare attenzione alle fonti ufficiali e poi verificare i falsi con la prova al carbonio 14, quindi denunciare le truffe, altrimenti a ste creazionisti i cinesi regaleranno come prove anche l'antica mela di adamo ed eva.

buona notte!

Ghergon, 02/10/2007 19.34:

Tu non stai molto bene yogurt.
Leggi bene quello che dice Zanotto.
Capisco che ti crolli il mondo addosso dopo aver creduto agli atei darwinisti con fede cieca... ma stai calmo. [SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27828]





@Yoghurt@
00mercoledì 3 ottobre 2007 10:35
Ghergon....
davvero te e Zanotto andatevi a vedere i fossili custoditi nei musei tedeschi io personalmente o visto quello conservato al museo di PALEONTOLGIA DI MONACO QUANDO HO LAVORATO 3 MESI LA.....

SIETE DEI POVERI FASULLI TU E ZANOTTO CHE CITATE TRUFFE COME SE FOSSERO LE UNICHE PROVE.....ma uniche cosa vuoi sapere dove sono conservati i veri fossili di archeo.....quelli VERI GHERGON I VERI REPERTI FOSSILI TROVATI IN GERMANIA.....

A ME DAI DEL CIECO EVOLUZIONISTA?......a me dopo che te e gente come ZANOTTO usa l´ignoranza di gente che non ha mai messo piede in un museo e manco sa cos´e PER COSTRUIRE FALSE CONGETTURE....

A ME DAI DEL CIECO.....

ALLORA FATTI UN BIGLIETTO LOW COST PER LA GERMANIA E VATTI A VEDERE....

1) Il fossile di piuma ritrovato nel 1861 a SOLNHOFEN....

CONSERVATO AL HUMBOLDT UNIVERSITÄT di Berlino


2) Esemplare di Berlino ritrovato nel 1874 e nel 1876

CONSERVATO AL HUMBOLDT UNIVERSITÄT di Berlino


3) Esemplare di Haarlemer (Riedenburg) ritrovato 1855

CONSERVATO AL MUSEO DI HAARLEMER

4) Esemplare ritrovato a Eichstätter ritrovato nel 1951

CONSERVATO AL MUSEO DI EICHSTÄTTER

5) Esemplare di SOLNHOFEN ritrovato nel 1985

CONSERVATO AL MUSEO DI SOLNHOFEN

6) Esemplare di SOLNHOFEN ritrovato nel 1998

CONSERVATO AL MUSEO DI PALEONTOLOGIA DI MONACO e personalmente visto da me.....

SAI PERCHE MOLTI RITROVAMENTI IN GERMANIA E NELLA STESSA AREA PER LA TIPICITA DELLA PIETRA CALCAREA NELLA QUALE I FOSSILI SONO STATI PERFETTAMENTE CONSERVATI E CHE ABBONDA IN QUELLA AREA DELLA GERMANIA.....

CINA LOL....MA QUALE CINA....te e zanetto zanotto canotto fatevi sto biglietto e andatevi a vedere i musei cosi vi aprite gli occhi davanti alla VOSTRA ARROGANTE E SUPERFICIALE CREDENZA.

Vergogna
Ghergon
00mercoledì 3 ottobre 2007 19:30
Ma vergognati tu che vieni qui a disinformare la gente.
Per fortuna in tutti gli altri forum dove vengono postati questi argomenti, compreso il frequentatissimo forum 2012 tutti sanno ed accettano la verità della creazione tanto oramai sia evidente.

A credere nelle favole, nei castelli di carta nelle congetture non comprovate da nulla per fortuna siete rimasti solo in pochi, anzi in pochissimi.

E' davvero incredibile e non so quante volte dovrò ripeterlo, vedere come alcuni pur di non accettare la verità sbraitino convulsamente appoggiando solo per il gusto di farlo teorie campate per aria, teorie politiche, teorie massonico demoniache.

L'evoluzionismo a breve scomparirà perchè non è più possibile sfottere la gente e tenere in piedi un baraccone del genere e difatti oramai a breve questa che mi permetto di chiamare "idiozia parascientifica" rimarrà solo come un nefasto e triste momento di sbandamento umano a emblema della fantasia alterata di pochi individui in odor di zolfo.

Saluti


Nivacrom
00giovedì 4 ottobre 2007 08:34
Heii fratellon Ghergon
perché mi hai censurato cancellando i post?
In topic così seriosi avete necessariamente bisogno di un buffone che ogni tanto vi faccia ridere un pò.
Rimettili subito!
Ghergon
00giovedì 4 ottobre 2007 20:38
Dietro consulta dei moderatori riuniti l'admin in persona ti ha censurato, è un onore per te quindi non lamentarti e non cercare il suo appoggio.
Ciao
Nivacrom
00giovedì 4 ottobre 2007 21:38
Re:
Ghergon, 04/10/2007 20.38:

Dietro consulta dei moderatori riuniti l'admin in persona ti ha censurato, è un onore per te quindi non lamentarti e non cercare il suo appoggio.
Ciao



Però Ghergon, erano carini quei post, ammettilo, una mezza risata scommetto, te la sei fatta pure tu.

Non ho capito quando dici che l'admin in persona mi ha censurato e che per me è un onore.

Che vuol dire che per me è un onore?

Non mi lamento per niente, avevo fatto una scommessa con me stesso e avevo puntato sul fatto che non avrebbero passato la notte quei 2 post.

Cercavo solo di colmare una lacuna....qui non si ride mai! [SM=g27828]

Nivacrom
00giovedì 4 ottobre 2007 21:44
Toglimi una curiosità.

Quando avete fatto la consulta c'è stato almeno uno di voi che i post voleva lasciarli o avete deciso all'unanimità per la rimozione?

Fa il bravo, accontentami per una volta soltanto. [SM=g27823]
Ghergon
00giovedì 4 ottobre 2007 22:33
Vuol dire che essere direttamente censurati dal nostro admin, il capo di nwo è un onore.
Alla riunione abbiamo raggiunto i mille millesimi...sei stato nominato.
Nivacrom
00giovedì 4 ottobre 2007 22:39
Allora visto che sei così gentile approfitto ancora una volta.
Qualche risata c'è scappata? [SM=g27824]
GMU
00martedì 6 novembre 2007 00:28
Occhio Ghergon che darwinismo ed evoluzionismo sono stati da diversi anni considerati paradigmi superati da molti scienziati ed epistemologi.

Posterò un intervento...
diablo240
00mercoledì 21 novembre 2007 19:09
Re:
Il vantaggio di una teoria scentifica è che viene modificata in base alle nuove scoperte mentre il creazionismo rimane uguale a se stesso come scolpito nella roccia... un atto si fede.
BAGAVAN
00giovedì 22 novembre 2007 08:52
Re: Re:
Ma io ho sempre chiesto ragione di questo atto di fede nell'assoluto statu quo dell'immobilità noiosa del creazionismo, come una sorta di universo al lastico, una idealizazione tipica dell?intelligent design.

quale poi sia il vantaggio per la scienza, in un graduale ed evolutivo sviluppo delle teorie e conseguenti dimostrazioni o smentite, è dimostrato dal fatto che in questi ultimi secoli gli stessi scienziati hanno fatto moltissime staffette per portare avanti la fiaccola delle scoperte più sconvolgenti e che oggi vedono la fede vacillare nella sua acritica dogmaticità e staticità concettuale, e ciò impedisce agli stessi uomini di fede di esplorare possibili e probabili smentite delle teologie, che fra l'altro già sono mutate anche nella chiesa in duemila anni, anche per motivi di inadeguatezza della stessa dottrina davanti al progresso scientifico.

una cosa che han fatto i teorici della fede è abusare del metodo induttivo costringendo tutti i fenomeni universali ad obbedire a leggi generali a priori, psudo-divine, chissà come interpretate o estrapolate dalla bibbia, visto che anche la famosa frase di giosuè: fermati o sole! è stata smentita dai fatti che Galileo ha mostrato a tutti, e galileo può non essere stato perfetto allora nelle sue scoperte, ma non gli si può certo rimproverarglielo, visto che poi la storie e il progresso scientifico gli han dato ragione.

Dagli scienziati nessuno si sognerebbe di chiedere la perfezione e l'assoluto, mentre invece lo si chiede per via della fede ad un dio o agli dei, ma questi sono policulturali e non hanno un denominatore comune a livello teologico, anche perchè le cosmogonie sono diverse da religione a religione, magari con qualche similitudine simbolica o relativa agli archetipi, ma le rispettive autorità delle religioni più imporanti hanno sempre fatto pesare alcuni distinguo nelle interpretazioni delle sacre scritture, quindi, persino tra i cristiani vi sono libere interpretazioni delle sacre scritture, figuriamoci tutte le attuali religioni con le loro variegate scuole e correnti di pensiero.

ecco perchè il creazionismo cosmogonico giudaico cristiano non può spiegare i fenomeni della genesi geologica della terra, come non potrà mai costringere l'umanità ad uniformarsi alle leggi divine come leggi generali da cui partire per spiegare tutti i fenomeni particolari, è necessario il principio di falsificabilità che libera il metodo induttivo e deduttivo dalle premesse dogmatiche a priori e dalle leggi dogmatiche a priori, perchè ogni fenomeno nell'universo presenta miriadi di variabili fisiche in infinite combinazioni, quindi non si possono uniformare tutti in un plastico idealizzat dall'intelligent design o dalla De civitate Dei di Agostino di Ippona.

si sa che i santi sognavano e idealizzavano spesso il regno di dio in terra, mentre invece gesù disse: il mio regno non è di questo mondo, ciò è stato ugualmente male interpretato scindendo la sua chiesa in celeste e militante (guerreggiante), come si fa poi ad accettare la morale da un ente religioso così frammentato e scisso, oserei dire molto dualistico e contraddistinto dalla sua voglia di teocrazia o di (con)fusione con ciò che è di cesare, infatti non per niente si parla di un sacro romano impero e di guerre per l'investitura, contrariamente a gesù il quale accettò che gli si togliessero le vesti davanti a cesare e nemmeno pretese di essere il re dei giudei.

capite che anche a livello scientifico la chiesa non può fare una guerra di investiture imponendo un universo creato in un perfetto plastico da museo delle cere, anzi dovrà piegarsi all'evidenza di un universo che espandendosi si sgretolerà e si diraderà, quindi non immutabile e non perfetto, ma in continua trasformazione cosmica, non statico e non idealizzabile come un futuro paradiso.

ecco come intendo io la fragilità delle teorie e teologie religiose plastiche e idealizzate, messe li come per ispirare la fede dei credenti, che poi, se è una fede in un plastico è una fede che subirà inesorabilmente il destino di uno stagno o di una storica e imperitura smentita nei fatti e nei dettagli di ongi fenomeno particolare studiato approfonditamente.

persino Gustavo Roll, con la sua neuroteologia può aver esagerato col dire che il cervello è dio, questo sarebbe come esaltare in modo mistico un insieme di neuroni destinati a sicura senescenza e morte, quindi poi gli succederebbe una altrettanta morale del peccato che demonizzarebbe il cervello e qui l'uomo dovrebbe letteralmente impazzire nella sua fede o nella sua ricerca della verità su se stesso.

onde evitare esaltazioni e demonizzazioni del cervello umano, l'evoluzionismo ha tentato di dare delle risposte ma il creazionismo no, anzi, le risposte le ha preconfezionate come avviene nei testimoni di geova e poi imposte come le sole verità da accettare a priori, ma non si può fare così, non è nella natura umana rimanere allo statu quo cosmogonico per cui, sia che ti conosci sia che non ti conosci tanto c'è la fede che ti dice cosa sei, ma di solito cosa sei per la fede è già predestinato alla salvezza o alla dannazione, a che serve volersi salvare? da che cosa? non vi è nessun libero arbitrio, nessun libero pensiero laico, perchè la sentenza dei moralisti è già stata emessa e loro sembra che sappiamo quale sia già la sentenza finale di dio.

In questa concezione non esiste che tu voglia salvarti "motu proprio" anzi devi aspettare che sia dio a decidere di salvarti, quindi, non hai nemmeno il sentore intuitivo che vi sia qualcuno che vuole savarti, tranne il fatto che tu accetti alcune autorità evangelizzatrici che sono state inviate dal papa in nome di cristo per salvarti e nemmeno sai da che cosa, solo che ti dicono esistere il diavolo che potrebbe metterti dei dubbi sull'esistenza di dio, beneinteso che lui stesso abbia autorizzato chi viene a salvarti.

vedi come è assurdo il plastico costruito dall'idealismo evangelizzatore che vuole la scienza al proprio servizio, ma in senso tecnologico, come controllo semmai delle coscienze neurali attarverso evangelizzazioni psico-terapeute omofobe e xenofobe.

come si fa a dialogare con la fede se impone alla scienza di star zitta che prima deve parlare a priori la dottrina a cui tutti si pretende che ci si uniformi?

non c'è dialogo e non c'è rispetto per il naturale ed evolutivo sviluppo dell'intelligenza umana, anzi la si è già giudicata come cacciata dall'eden perchè disubbidiente al papa (pretesa di parlare in nome di dio).

il rispetto che chiede la fede non è sacrosanto ma è una vera pretesa arrogante che si impone alle ragioni dell'indagine scientifica perchè questa sia inibita dallo scoprire quacosa che probabilmente smentirà nei fatti la dogmaticità dello statu quo del plastico olimpo dei cristiani.

diablo240, 21/11/2007 19.09:

Il vantaggio di una teoria scentifica è che viene modificata in base alle nuove scoperte mentre il creazionismo rimane uguale a se stesso come scolpito nella roccia... un atto si fede.




Nivacrom
00domenica 6 gennaio 2008 18:30
Una degna risposta al topic:

www.uaar.it/ateismo/opere/157.html

Meditate gente, meditate.
@Yoghurt@
00venerdì 11 gennaio 2008 10:17
Io lo ripeto...
la chiesa non e scienza ne tantomeno e verita....

Se la chiesa come sitituzione volesse conoscere la verita spingerebbe i sui fedeli almeno a ricercarla anche tramite via scientifica atteverso un vero processo di analisi osservazione misurazione indagine che dovrebbe fornire dati in grado di piegare le sue teorie...

Ma cosi non e perche e piu comodo attaccarsi agli assolutismi da propinare agli ignoranti per tenerseli sotto controllo....

Tanto che gli frega alla Chiesa della verita l´importante e continuare a difendere il proprio potere e la propria influenza sulla gente specialmente in un paese come l´Italia...ormai la chiesa parla e comanda come faceva nel passato senza minimamente rivedere i suoi cincetti antiquati....anzi....mentre prima aveva dimostrato un minimo di finta apertura ora e tornata ad un livello di conservazionismo allucinante.....

Ma questo e tutto merito dell´ignoranza galoppante che c´e in Italia....robba da paesi del terzo mondo.
Ace Ventura
00sabato 30 agosto 2008 17:48
santa polenta... ancora c' è chi crede al creazionismo? Può anche essere che l' evoluzionismo sia una veduta troppo ristretta, ma il creazionismo? e i dinosauri cosa sono? test numero uno fallito e abortito? ma quando arriva la cultura in italia?
UltimoRaggio
00domenica 14 settembre 2008 19:23
Visto che, come dice la Genesi, gli animali furono creati da Dio ben
prima dell'uomo, il quale fu l'ultima creatura, i fossili e scontato
che debbano esistere, ma c'è qualche esimio scienziato che può dirmi
in quale museo trovare l'anello di congiunzione tra uomo e scimmia?
Ace Ventura
00martedì 16 settembre 2008 01:41
Re:
UltimoRaggio, 14/09/2008 19.23:

Visto che, come dice la Genesi, gli animali furono creati da Dio ben
prima dell'uomo, il quale fu l'ultima creatura, i fossili e scontato
che debbano esistere, ma c'è qualche esimio scienziato che può dirmi
in quale museo trovare l'anello di congiunzione tra uomo e scimmia?




Non troverai nessun anello di congiunzione tra uomo e scimmia in giro per i musei, anche se sono presenti tutti gli altri anelli della collana. Infatti io non sono molto simile ad un australopiteco, ed è anche vero che quando una forma si sviluppa, spesso troviamo in natura solo la sua forma ultima, ma nella mia apertura mentale ritengo giusto valutare 2 ipotesi:
1) L'anello non è nei musei perchè non è stato trovato(non è detto che una cosa solo perchè non la puoi ne vedere ne toccare non è esistito... non riesco a capire come puoi sostenere questo e credere in dio, o l'hai visto=
2) L'anello di congiunzione semplicemente non è mai esistito, è infatti possibile che l' evoluzione abbia seguito cammini a noi sconosciuti, o vista la sua impossibilità ad essere provata può anche essere che non esista nell'accezione in cui ci viene presentata.
UltimoRaggio
00mercoledì 17 settembre 2008 03:19
Grazie Ace, ma era solo una risposta a chi fa di un mito una certezza
pur non avendo nessuna prova reale. Dio almeno puoi vederlo nel Tutto
e riflesso in te stesso.
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