L'Archivio

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Vinyadan
00venerdì 11 maggio 2012 17:40
Nella stanza della locanda che usava come studio, Vinyadan guardava le carte sparpagliate sulla scrivania. “È strano”, pensò. Per quanto avesse ribaltato lettere e documenti, non era riuscito a rintracciare nulla sulla data di realizzazione della Prima Cattedrale. Quartiermastri e capi dell’Opera incaricati del monumento avevano lasciato informazioni sulla manutenzione e sui restauri, ma non avevano scritto nulla su quanto aveva preceduto il loro operato. Il fatto che altre due Cattedrali fossero state consacrate nel frattempo – quella seguente la Battaglia dei Draghi e quella dopo l’Apocalisse – non lo aveva aiutato. Si alzò corrucciato e, copertosi del mantello, uscì per strada, le lettere arrotolate sotto il braccio, diretto alla Biblioteca.
«Posso aiutarvi, Mastro Vinyadan?», chiese sorridente uno dei Bibliotecari, vedendolo entrare. Indossava una lunga tunica bianca e una sopravveste color zaffiro.
«Sì, Mastro Egidius», rispose il filosofo. «Vedete, sto cercando di creare una carta del Regno, come deve essere apparso nel corso dei secoli e come la sua planimetria è mutata nel tempo.» Estrasse il plico di fogli dalla borsa. «Ho avuto la fortuna di trovare parte della corrispondenza relativa alla costruzione della cattedrale presso un pescatore - e di recuperarla prima che mettesse in atto il suo proposito di cucinarci al cartoccio uno sgombro». Il Bibliotecario ridacchiò, poi aprì il plico su uno dei tavoli.
«Blenus», lesse ad alta voce da una delle firme. Fece scorrere le altre lettere. «Odro», lesse ancora. «Questa è veramente antica. Il nome non è più comparso nei registri da secoli.» Passò a un altro foglio. «Avamen invece è quasi sicuramente più recente.»
«La cronologia relativa non aiuta», sospirò Vinyadan.
«Sì, è un problema che ci capita spesso», rispose Egidius. «Le date nelle lettere sono indicate a partire dalla nomina del Maestro dell’Opera. Fa parte della mentalità delle corporazioni, prima che venisse istituito il Consiglio. In genere, i dati sono abbastanza compatti da poter creare una scala piuttosto attendibile, ma qui parliamo di frammenti e schegge lanciate in giro. È come cercare di farsi l’idea della forma di una nave, partendo da poche schegge di legno, e poi pretendere pure di sapere a chi apparteneva e come è affondata. Avete già controllato i destinatari?»
«La gran parte della corrispondenza è diretta al Sommo. Altre lettere sono inviate a nomi di persona, ma non mi dicono nulla.»
«Odro ha indirizzato la sua lettera addirittura a Huzboltias. Penso che sia davvero il più antico.» Sorrise. «Voi ricordate quando questo nome era ancora usato, non è vero?»
«Sì», rispose Vinyadan. «La notizia della discesa del Drago si diffuse come un lampo. Prima che i soprannomi e uno spirito di rispetto superstizioso ne cambiassero il nome, Huzboltias era il più usato. Quando poi si divise nei Sommi, alcuni continuarono ad usarlo, ma in generale decadde e fu ricordato da pochissimi. Di certo sarebbe stato insolito usarlo per apostrofare i Sommi. Il problema è che io all’epoca ero da tutt’altra parte.»
«Nelle fauci del Lupo?»
«è... possibile. Un giorno dovrò preoccuparmi di stabilire una cronistoria dei miei spostamenti, o almeno dei luoghi più probabili.»
Egidius aveva ripreso in mano la lettera. «Odro parla di un carico di granito di Crelia:
Kella rocca, la ke ve diko, ella è de Krielnia e viride komo ke folia de planta. Octo karra de kesta se ne varranno, ke la volta ne rimanga plena et kompluta.
Se il Sommo esaudì la sua richiesta, basterà cercare nei contratti dell’Antico Regno la presenza di roccia importata da Crelia.»
«E se no?», domandò Vinyadan.
«Non sono sicuro, ma probabilmente la lettera di diniego sarebbe stata comunque copiata e archiviata dalla cancelleria, che usava un calendario univoco. Sono anche curioso di vedere in che cosa consistano questi karra – la cosa più semplice sarebbe interpretarli come carri, ma doveva trattarsi di un’unità di misura precisa.» Lasciò il resto delle lettere sul tavolo e scesero insieme agli archivi sotterranei della Biblioteca.
Ma la porta era sbarrata.
«Che cosa significa?», chiese Vinyadan.
«Non... non lo so. Non ne ho idea.» Egidius salì di corsa le scale e afferrò per la manica un altro bibliotecario.
«Renan! Che cosa vuol dire la porta da basso? Non è mai stata chiusa!»
«Non hai sentito la notizia?», rispose Renan, torvo.
«No! Che cosa è successo?»
«Il nostro Erdstadt è morto e nel suo testamento ha chiesto la chiusura definitiva del suo archivio.»
«Ma non può farlo!»
«Sì, poteva. Ha donato il resto dell’edificio alla Biblioteca, ma tutti i documenti antichi sono stati secretati, per proteggerli. Fra poco verranno i Guardiani ad apporre i sigilli di bronzo.»
«Ma... ma...»
Vinyadan arrivava in quel momento dalle scale.
«Abbiamo un problema, dunque», si limitò a dire. «Piacere di vedervi, Mastro Renan», aggiunse con un sorriso.
«Il piacere è mio, Mastro Vinyadan. Ma questo è un momento molto strano», aggiunse Renan. «Erdstadt ci ha sempre supportati in tutto. Ci ha praticamente donato l’edificio, a patto che lo mantenessimo in condizioni di agibilità. È, o... è stato uno dei più grandi intellettuali del Regno e la sua collezione non ha eguali. Perché fare una mossa tanto... tanto oscurantista?»
«Può darsi che davvero l’Archivio potesse andare rovinato, se fosse rimasto liberamente accessibile», disse Vinyadan. «Non tutti i documenti sono immediatamente leggibili. Altri sono estremamente sensibili alla luce. E io ricordo i tempi in cui era normale usare l’acido per dare risalto alle parole sulla pergamena – il vantaggio era solo momentaneo, mentre i codici ne erano rovinati per sempre.»
«Ma i tempi sono cambiati! Oggi sappiamo come gestire i documenti. Siamo in accordo con le Gilde per usare altri mezzi da quelli brutalmente meccanici. Quale poteva essere il problema?», esclamò Renan, che evidentemente, sebbene avesse cercato di trattenersi, provava gli stessi sentimenti di Egidius.
«Il problema è che Erdstadt ne sapeva più di tutti. Anche più di me. Ricordo una conversazione che ho avuto con lui, ancora vent’anni fa, e già allora nessuno poteva stargli alla pari. Se ha preso una decisione del genere, di certo aveva un motivo.»
«Per voi è più facile», disse Renan. Sembrava semplicemente sconsolato. «Noi qui ci viviamo. Ogni risorsa che ci viene tolta rende tutto più difficile. Gli archivi dell’Antico Regno erano stati indicizzati solo parzialmente. Di fatto, non sappiamo neppure esattamente che cosa ci è stato nascosto.»
«Comunque, non è la prima volta che capita qualcosa del genere», aggiunse Egidius. «Erdstadt in precedenza aveva bloccato l’accesso all’archivio della corrispondenza degli abitanti precedente l’Apocalisse. Mastro Vinyadan, mi dispiace immensamente, ma temo che la nostra ricerca si fermi qui. Chissà», aggiunse con un sorriso amaro, «forse è più facile avere successo presso le capanne dei pescatori, che non qui da noi.»
Si salutarono amichevolmente, promettendosi visite reciproche, poi si separarono.



Ormai erano passati mesi e Vinyadan aveva in mente altre questioni. Fu con stupore che trovò sulla scrivania, alzandosi, un semplice catino. Accanto, un biglietto con sopra scritto:
Ciò che non è scomparso, non può essere inaccessibile.
Vinyadan riempì il catino d’acqua. Per alcuni istanti non vide altro che il fondo, turbato dalle increspature della superficie. Poi le onde si quietarono e l’acqua divenne limpida e ferma come cristallo. Vinyadan era a bocca aperta. Come attraverso una lente, sul fondo vedeva i documenti dell’archivio.




Ot - Se vi chiedete a cosa allude questo racconto, date un’occhiata qui. [SM=x92701] Io all'inizio avevo in mente di concludere il racconto qui, perché ho poco tempo e difficilmente potrei permettermi qualcosa di impegnativo, ma se qualcuno vuole comparire, in particolare bibliotecari e persone nuove, è il benvenuto! [SM=x92702] Io posso promettere ancora un paio di post in questo racconto, poi dovrò interrompere, perché il carico di lavoro con anche l’università ed altri progetti sarebbe eccessivo. Ricordo di disattivare la firma per i nuovi, lo si fa premendo il + accanto a Opzioni messaggio e togliendo il segno di spunta a "utilizza firma" [SM=x92709] - Ot
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