Rianalisi del fenomeno più demonizzato di EFP
CIT da Wikipedia:
Mary Sue, a volte abbreviato in Sue, è un termine peggiorativo adoperato per descrivere un personaggio immaginario, in genere femminile (per i personaggi maschili solitamente si adopera Gary Stu), che si attiene alla maggior parte dei cliché letterari più comuni, ritratto con una idealizzazione eccessiva, privo di difetti considerevoli e soprattutto che ha la funzione di realizzare e autocompiacere i desideri dell'autore. Mentre l'etichetta "Mary Sue" in sé proviene da un parodia di questo tipo di personaggio, la maggior parte di quelli identificati come "Mary Sue" dai lettori non sono riconosciuti dai loro autori in quanto tali.
Su
Mary Sue è stato scritto di tutto: a partire dal racconto "A Trekkie's Tale" di Paul Smith che diede un nome a questo personaggio-fenomeno onnipresente nelle letterature di ultima classe e altrettanto nel mondo delle fanfic.
Questo secondo luogo, in particolare, ha una nozione di Mary Sue molto più approfondita di quanto si possa pensare: fanwriter hanno scritto saggi, articoli, guide, parodie su Mary Sue.
Se una fanfiction contiene Mary Sue, o questa è presente in quanto "fenomeno" stesso di personaggio in stile Mary Sue, oppure è un lavoro che ha come intento la demonizzazione, la stroncatura e la distruzione definitiva di questo proto-personaggio.
Non sono qui per prendere le difese di Mary Sue in quanto tale, sia chiaro. Ciò nonostante credo che, dopo anni che si chiarisce Cosa sia Mary Sue e Perchè non deve essere usata, sia venuto il momento di riflette sul perchè questo personaggio esiste e, soprattutto, su quale sia effettivamente la sua origine.
Anzitutto Mary Sue è un fenomeno naturale.
Non è un modello particolare che è stato imposto da televisione o mode, ma rispecchia, in tutto e per tutto, l'ideale concreto di 'perfezione' che ha un autore nella sua concezione di personaggio. Troverete valanghe di Mary Sue, ma nessuna sarà esattamente uguale all'altra, per quanto tutte strettamente identiche.
Se è vero che Mary Sue "ha la funzione di realizzare e autocompiacere i desideri dell'autore", allora questa è il ritratto, migliorato, dell'autore stesso, e di ciò che l'autore vuole o vorrebbe, suo malgrado, essere. L'una sarà dalla vita sociale estremamente viva, l'altra una ragazzina povera e disadattata, una terza una sportiva tuttofare, la quarta quella che a dodici anni frequenta il primo anno di università. Tutti i caratteri principali del personaggio, che evidentemente sono visti come estremamente positivi dall'autore, sono portati all'esasperazione che crea il fenomeno della 'ragazza perfetta', qualunque tipo di ragazza questa sia.
Volenti o nolenti, Mary Sue, per quanto letterariamente una delle cose più oscene e fastidiose mai concepite, è lo specchio dell'anima dell'autore stesso, amalgama delle esperienze avute con i personaggi altrui che ha adorato e, al contempo, dell'insieme dei valori positivi che esso riconosce in una persona e che, ai suoi occhi, la renderebbero perfetta.
In quanto ciò, Mary Sue va rispettata.
Questo non autorizza ovviamente un autore a scrivere costantemente racconti Marysueschi.
Ora, posto che nella sua negatività Mary Sue non è un personaggio sterile, ma, se analizzato sotto altri punti di vista (che sicuramente non sono quelli del lettore) si presenta come un fenomeno quantomeno interessante, è il momento di utilizzare lo stratagemma del "Lanci Egli la Prima Pietra.".
Dunque, signori e signore, in particolare fanwriter e dunque scrittori in erba o in arbusto, se dobbiamo usar metafore.
Alla luce dei fatti, potete, voi, dichiarare solennemente che sin dal primo momento in cui avete preso in mano una matita, una penna, una macchina da scrivere o una tastiera, non avete mai, mai e poi mai presentato un personaggio degno del nome Mary Sue nei vostri scritti?
Alla luce di lunghe chiacchierate con i più svariati autori di fan fiction sparsi per tutta Italia, sono onestamente pronta a giurare che risponderete tutti "no".
Questo perchè Mary Sue è una tappa necessaria.
Quando scriviamo lo facciamo per svariati motivi, che possiamo elencare e motivare, e che potranno variare di autore in autore.
Ma quando pensiamo non a Perchè Scriviamo, ma a Perchè abbiamo Iniziato, il motivo io credo sia comune a tutti: lo sfogo.
Potete interpretare questa parola come meglio credete, a patto che non vi fermiate al suo significato superficiale.
Nel momento in cui si scrive, si produce. Si crea, si da' forma concreta a parte del nostro spirito e animo: la letteratura ufficiale stessa, quella di Leopardi e Manzoni, è una letteratura che rispecchia il pensiero, le idee e le credenze del singolo autore cresciuto ed educato in una determinata società.
La scrittura, come le altre forme d'arte, è per Freud sublimazione, e quindi sfogo delle pulsioni interiori.
Scrivere ci pone davanti a lettere e parole fissate create da noi stessi. Scrivere significa imprimere qualcosa, significa permettere e rischiare la lettura da parte di altri.
Iniziamo a scrivere per emulare un autore da noi amato, o piu' semplicemente per liberale la fantasie, i desideri e i sogni che rimangono intrappolati in noi stessi.
A questo punto sembra conseguenza logica la presenza di un personaggio Mary Sue.
Ma è Mary Sue stessa che, una volta sfiorata l'idea della scrittura, ce la fa amare.
Lo scrittore principiante, immaturo e spesso ingenuo, si pone nel racconto come personaggio principale in quanto egli stesso creatore del mondo da lui rappresentato. Lo scrittore principiante è egocentrico, e ama profondamente il suo protagoinsta, sia perchè è in parte se' stesso sia perchè è, al contrario di lui, perfetto. A causa di questo profondo amore per il prototipo Mary Sue, pare logico allo scrittore alle prime armi che un personaggio perfetto rappresenti il massimo anche per i suoi lettori, in quanto concretizzazione di tutti quei desideri e quelle qualità che non siamo capaci di ritrovare nel mondo reale, e si aspetta che il lettore, identificandovisi, aprezzi a sua volta.
Ovviamente così non accade, poichè questo è un ragionamento ingenuo e il lettore detesta l'idea di perfezione. Sia perchè è oramai trita e ritrita, sia perchè, più che identificarsi con il personaggio, vi entra in conflitto, riconoscendo tutti i suoi difetti alla luce della suprema perfezione del personaggio MarySuesco. Riconosce, inoltre, l'improbabilità della storia, e si trova di fronte ad un distacco dal mondo reale troppo estremo perchè possa gradirlo.
Ora, il lettore è certamente in diritto di lamentarsi e di non aprezzare l'idea di personaggio presentatagli dall'autore, ma questo è un altra storia.
Vorrei invece focalizzare su quello che è successo nel mentre all'autore: egli ha trovato nella scrittura un metodo di produzione soddisfacente che ha 'stappato' le sue aspettative sul mondo, liberandole nella sua prima fanfiction totalmente incentrata su un personaggio in stile Mary Sue. A questo punto, l'autore è libero. Si è sfogato, ha amato un personaggio letterariamente improponibile, ha riversato se' stesso e le sue aspettative su di esso ed ora non ne è più così condizionato.
Ha iniziato ad avere un certo feeling con la scrittura, con la narrazione, e costruendo gli altri personaggi ha iniziato a scoprire come la caduta di stereotipi si possa rivelare interessante.
L'autore è pronto a crescere, ma nel mentre Mary Sue gli ha permesso di porre le prime basi sulla della tecnica e del suo stile. Ha scoperto cosa gli permette di fare la parola scritta, ha incontrato nuovi autori che tenderà inevitabilmente ad emulare, nuovi argomenti, nuove tematiche, che poi sarà facile scoprire Mary Sue gli renderà impossibile svolgere a dovere.
Mary Sue è quindi tappa obbligata, e, vero, presenza negativa, ma non per questo un'entità da distruggere. E' semplicemente un momento da superare, ma un momento molto importante nella vita dell'autore.
Ma allora - direte voi -, oh donna estremamente saccente ( sì, lo sono, ed è inutile negarlo ), qual'è l'atteggiamento che bisogna avere nei confronti di Mary Sue?
Dobbiamo allora apprezzarla, in quanto ci si aspetta che da lì parta un evoluzione dell'autore?
Affatto. Anzi, Mary Sue non è garanzia di evoluzione, è un trampolino di lancio dove spesso molti preferiscono indugiare a lungo, se non per sempre.
E' giusto, a mio parere, dare ad una fanfiction Mary-Sue-style un giudizio negativo: ma le stroncature radicali e definitive, specialmente se ci si rende conto che si è di fronte ai primi passi di uno scrittore, andrebbero evitate.
Credo fermamente nell'idea di comunità, e quella dei fanwriter è una signora comunità, che ha dimostrato di sapersi aiutare, gestire e progredire con fansites, betareaders, concorsi, critici ecc.. E' giusto ricordarsi che questo E' ciò che siamo: un gruppo, un enorme gruppo finalizzato alla crescita, all'aiuto vicendevole; e quindi penso che un'analisi del genere su un aspetto importante come il fenomeno Mary Sue andasse fatta, in modo da poter, se non dico capire (non c'è niente da capire, o siete d'accordo o non lo siete...), fermarsi a pensare su quale sia il suo ruolo e il nostro nel momento in cui essa è, come io sostengo, un elemento naturale, inevitabile e positivo nella crescita del singolo autore.
Mary Sue è un ostacolo da superare, ma è anche un elemento che di per se' porta all'amore verso la scrittura e la produzione. Passare anni a scrivere solo fiction su Mary Sue significa dimostrare di non essere in grado di progredire: ma Mary Sue rimane qualcosa da oltrepassare, da valicare, e per farlo è necessario passarci attraverso.
Trovo allora importante rendersi anche conto che i commenti immotivatamente positivi, inutili e improduttivi, specialmente quelli lasciati "dalle amichette", scritti a valanghe, costituiscono un grande ostacolo alla crescita dello scrittore.
[e con questo ho concluso lo svarione. :) ]
[immagino in molti avranno da ridire, e immagino anche che temo d'aver lasciato fuori molte cose che forse al momento mi paiono sottointese ma probabilmente non lo sono. :) ]