La realtà dei sensi

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Salidum
00mercoledì 15 agosto 2007 15:04
7 sensi
Mentre lavoravo in una sede di una banca inglese e di un'assicurazzione francese, i cui proprietari sono i medesimi...Divagando...


Quando gli ormoni si risvegliano, i giovani leoni cercano di impadronirsi dei branchi, lottano con i rivali, persino uccidendoli, sopprimendo la prole altrui. Tutto questo per svuotare i testicoli e per affermare il loro patrimonio genetico, ma sono bestie ed è normale che sia così.
Scrivendo questo, non lo sto vivendo emotivamente, né sensorialmente, lo sto tenendo appositamente sconnesso, sto rappresentando razionalmente senza identifcarmi, per una tendenza umana “naturale” a sconnettere dalla coscienza, la ferocia e la violenza che provocano dolore e sofferenza.

La riproduzione umana di questa forma mentale felina, -ma anche rettiliana- razionalizzata e sensorialmente sconnessa, ricondotta alle azioni formali e tecnologicamente evolute, è il “modus operandi”, di questo modello sociale globalizzato, peculiarmente maschile.

Per ricondurmi-vi al titolo, un piccolo esperimento sensoriale, attraverso sensazioni e posizioni corporee:

Pensate di essere in una posizione alta, sicura e vantaggiosa, da cui gli altri, visivamente lontanissimi e piccolissimi, non possono sentirvi, a malapena scorgere la vostra sagoma. Osservate dei minuscoli esseri umani che stanno sotto di voi.
Ora mettetevi in piedi, tirate le spalle indietro (praticamente, petto in fuori e pancia in dentro), un bel respiro alto -col petto e non colla pancia- FIERO, inspirate decisamente, -immotivatamente- FIERI e ORGOGLIOSI. Trattenete il respiro. Chiudete gli occhi….fatto?
Quello che state provando, è ciò che prova la maggior parte della classe dirigente: la fierezza del nulla. Ora respirate.

Riflettevo anche su un altro modo in cui si possa richiamare una sensazione già provata in passato, non solo se è legata al dolore e al piacere fisico, ma anche in rapporto alla sfera emozionale, come la gioia, o la fierezza,o la forza.
Potrebbe accadere attraverso le immagini, non solo quelle visive, ma anche tattili, uditive ecc.
I simboli sono così importanti, perchè richiamano sensazioni ed emozioni che possono influenzare le nostre risposte-reazioni.
Inoltre, gli archetipi hanno un'influenza sul nostro inconscio ed è neccessario conoscere noi stessi per sapere quale o quali forme trovino "l'incastro" esatto.


Cosa è la realtà dei sensi?

Il tatto; il gusto; l’udito; la vista; l’olfatto; CENESTESI e CHINESTESI
I primi, sono i cinque sensi conosciuti da tutti, -il tatto è particolarmente represso sin da bambini col "non toccare"-.. Gli altri due a volte vengono fatti confluire verso la definizione di "sesto senso", ma sono due precise percezioni distinte, descritte anche da alcuni psichiatri (per es. Ammann).
Uno è la percezione spazio-temporale di noi stessi, del mondo esterno, -in relazione coi nostri confini fisici- dei nostri movimenti nel mondo esterno e viene definito, cenestesi.

Un esperimento:

Sedetevi e poggiate un oggetto davanti, o di lato a voi, come preferite. Chiudete gli occhi e prendetelo. Fatto? Come avete fatto a prenderlo e sapere dov’era, se avevate gli occhi chiusi?
Memoria visiva? Di che, se anche per i ciechi sarebbe la medesima cosa? Memoria del movimento? In un certo senso, ma precisamente è la percezione dell' ubicazione dell'oggetto in relazione al nostro corpo.


Un altro è la percezione del “gradevole-sgradevole e viene definito chinestesi. Quante volte vi è capitato di sentire un individuo ripugnante, senza che aprisse bocca? Quante volte, in un prato vuoto, o spiaggia vuota, o piazza vuota, è successo di scegliere un punto piuttosto che un altro, per una sensazione piacevole, semplicemente perchè "è meglio lì"?
O di sentire disagio in un luogo “sgradevole”?


A mio parere, la realtà è tutto ciò che percepiamo coi 7 sensi e poi rielaboriamo con la mente. Certo, in mezzo ci sono le emozioni e i sentimenti, che influiscono sulle nostre elucubrazioni percettive.
Le componenti emotive, generano “filtri e tappi”.
Finchè essi sono posti “in uscita”, ci permettono di valutare ciò che puo’ essere vero o falso (occhio critico) e dare risposte etiche, (soggettivamente etiche).
Quando i filtri o peggio, i tappi, sono posti “in entrata”, e sono sensoriali, invece ci precludiamo infinite nuove possibilità percettive. Si crea un riflusso stagnante di noi stessi, e proiettiamo una valutazione del nostro io, negli altri e nel mondo.
Molte sensazioni provocano sofferenza e dolore, per questo motivo, per autodifesa, si tende a porre un “tappo-benda-paraocchi” ecc, naturale o chimico.
In alternativa potremmo cercare di trasformare positivamente, l’elemento-sistema che causa il “male”, che sia fuori o dentro di noi, considerando, che l'uomo tende ad affermare o realizzare se atesso nel mondo, cercando nel contempo, di preservare la sua integrità psicofisica.





BAGAVAN
00lunedì 1 ottobre 2007 22:00
Re: 7 sensi
ho riletto questo articolo ed è interessante riprendere alcune discussioni di salisum, persona che osserva e appropfodisce dentro di se e intorno a se.

queste osservazioni fan parte del mio mestiere, quindi le conosco bene, è interessante la psicologia che hai descritto della casta dirigenziale o comunque di quella che ha dei poteri sacerdotali, di mediazione e di moderazione, di aristocratica altezzosità dei politici verso le masse caotiche, e di altre caste non meno orgogliose come quelle dei notai, magistrati, sportivi.

dove è competizione, ed è questa la parola chiave, ivi è l'orgoglio e l'altezzosità degli atteggiamenti aristocratici ovunque essi siano stati assimilati a seconda del contesto in cui ci è fatti le ossa, come si dice tra coloro che nutrono ambizioni!

voglio proporre a tutti quelli del forum un periodo di riflessione sulla vera esperienza scientifica da fare, senza cadere negli assolutismi:

www.bergamoscienza.it/bergamoscienza2007/index.html

io ci sarò di sicuro e ne ho già parlato a mia moglie, lei viene volentieri per sondare obiettivamente cosa oggi può essere anche per lei una esperienza creativa e pionieristica.

del resto lei lavora già in strutture ospadaliere e fa già esperienze prfessionali paramediche.

buona notte!


Salidum, 15/08/2007 15.04:

Mentre lavoravo in una sede di una banca inglese e di un'assicurazzione francese, i cui proprietari sono i medesimi...Divagando...


Quando gli ormoni si risvegliano, i giovani leoni cercano di impadronirsi dei branchi, lottano con i rivali, persino uccidendoli, sopprimendo la prole altrui. Tutto questo per svuotare i testicoli e per affermare il loro patrimonio genetico, ma sono bestie ed è normale che sia così.
Scrivendo questo, non lo sto vivendo emotivamente, né sensorialmente, lo sto tenendo appositamente sconnesso, sto rappresentando razionalmente senza identifcarmi, per una tendenza umana “naturale” a sconnettere dalla coscienza, la ferocia e la violenza che provocano dolore e sofferenza.

La riproduzione umana di questa forma mentale felina, -ma anche rettiliana- razionalizzata e sensorialmente sconnessa, ricondotta alle azioni formali e tecnologicamente evolute, è il “modus operandi”, di questo modello sociale globalizzato, peculiarmente maschile.

Per ricondurmi-vi al titolo, un piccolo esperimento sensoriale, attraverso sensazioni e posizioni corporee:

Pensate di essere in una posizione alta, sicura e vantaggiosa, da cui gli altri, visivamente lontanissimi e piccolissimi, non possono sentirvi, a malapena scorgere la vostra sagoma. Osservate dei minuscoli esseri umani che stanno sotto di voi.
Ora mettetevi in piedi, tirate le spalle indietro (praticamente, petto in fuori e pancia in dentro), un bel respiro alto -col petto e non colla pancia- FIERO, inspirate decisamente, -immotivatamente- FIERI e ORGOGLIOSI. Trattenete il respiro. Chiudete gli occhi….fatto?
Quello che state provando, è ciò che prova la maggior parte della classe dirigente: la fierezza del nulla. Ora respirate.

Riflettevo anche su un altro modo in cui si possa richiamare una sensazione già provata in passato, non solo se è legata al dolore e al piacere fisico, ma anche in rapporto alla sfera emozionale, come la gioia, o la fierezza,o la forza.
Potrebbe accadere attraverso le immagini, non solo quelle visive, ma anche tattili, uditive ecc.
I simboli sono così importanti, perchè richiamano sensazioni ed emozioni che possono influenzare le nostre risposte-reazioni.
Inoltre, gli archetipi hanno un'influenza sul nostro inconscio ed è neccessario conoscere noi stessi per sapere quale o quali forme trovino "l'incastro" esatto.


Cosa è la realtà dei sensi?

Il tatto; il gusto; l’udito; la vista; l’olfatto; CENESTESI e CHINESTESI
I primi, sono i cinque sensi conosciuti da tutti, -il tatto è particolarmente represso sin da bambini col "non toccare"-.. Gli altri due a volte vengono fatti confluire verso la definizione di "sesto senso", ma sono due precise percezioni distinte, descritte anche da alcuni psichiatri (per es. Ammann).
Uno è la percezione spazio-temporale di noi stessi, del mondo esterno, -in relazione coi nostri confini fisici- dei nostri movimenti nel mondo esterno e viene definito, cenestesi.

Un esperimento:

Sedetevi e poggiate un oggetto davanti, o di lato a voi, come preferite. Chiudete gli occhi e prendetelo. Fatto? Come avete fatto a prenderlo e sapere dov’era, se avevate gli occhi chiusi?
Memoria visiva? Di che, se anche per i ciechi sarebbe la medesima cosa? Memoria del movimento? In un certo senso, ma precisamente è la percezione dell' ubicazione dell'oggetto in relazione al nostro corpo.


Un altro è la percezione del “gradevole-sgradevole e viene definito chinestesi. Quante volte vi è capitato di sentire un individuo ripugnante, senza che aprisse bocca? Quante volte, in un prato vuoto, o spiaggia vuota, o piazza vuota, è successo di scegliere un punto piuttosto che un altro, per una sensazione piacevole, semplicemente perchè "è meglio lì"?
O di sentire disagio in un luogo “sgradevole”?


A mio parere, la realtà è tutto ciò che percepiamo coi 7 sensi e poi rielaboriamo con la mente. Certo, in mezzo ci sono le emozioni e i sentimenti, che influiscono sulle nostre elucubrazioni percettive.
Le componenti emotive, generano “filtri e tappi”.
Finchè essi sono posti “in uscita”, ci permettono di valutare ciò che puo’ essere vero o falso (occhio critico) e dare risposte etiche, (soggettivamente etiche).
Quando i filtri o peggio, i tappi, sono posti “in entrata”, e sono sensoriali, invece ci precludiamo infinite nuove possibilità percettive. Si crea un riflusso stagnante di noi stessi, e proiettiamo una valutazione del nostro io, negli altri e nel mondo.
Molte sensazioni provocano sofferenza e dolore, per questo motivo, per autodifesa, si tende a porre un “tappo-benda-paraocchi” ecc, naturale o chimico.
In alternativa potremmo cercare di trasformare positivamente, l’elemento-sistema che causa il “male”, che sia fuori o dentro di noi, considerando, che l'uomo tende ad affermare o realizzare se atesso nel mondo, cercando nel contempo, di preservare la sua integrità psicofisica.









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