Della sconfitta dei minatori.
A quanto pare il forum è ripartito. E ripartono i commenti su questo o quel fatto. Ottimo.
Vediamo dunque di non lasciar passare questo momento favorevole e semmai stimolare la ripresa, dopo anni di esistenza vegetativa. Torneremo ad essere un forum di dibattito e confronto? Riusciremo ad attrarre nuova linfa vitale che ci tenga in moto? Sarà l'inizio di una nuova stagione? Ai posteri eccetera eccetera.
Per quel che mi riguarda, inizierò questa nuova epoca con due parole sullo sciopero dei minatori inglesi del 1984/85, che diversi commenti ha già, chissà perché, generato. Si trattava di un post di molti anni fa ma evidentemente il soggetto è sentito tra gli utenti e sarà quindi d'uopo parteciparvi in qualche modo.
Delle ragioni della sconfitta epocale dei minatori tanto è già stato detto. Il rifiuto di tenere una votazione preliminare, che permise al governo di dichiarare lo sciopero illegale e sequestrare i beni del sindacato minatori. La scarsa combattività del Trade Union Council (centrale sindacale britannica), la già avviata “blairizzazione”, con Neil Kinnock, del Labour Party, la militarizzazione della polizia (non più i simpatetici “bobbies” di quartiere ma braccio armato dell'esecutivo), il ruolo destabilizzante e provocatorio dei servizi segreti, la rivoltante parzialità (per una volta) della BBC e tante altre.
Epperò il fattore decisivo, a mio modesto avviso, fu la divisione operata (astutamente ed efficacemente) dal governo tra i minatori stessi. Il governo conservatore, deciso a risolvere una volta per tutte il conflitto con quei sindacati forti che già in passato avevano sconfitto i Tories, applicò con successo la verbo del divide et impera. La creazione del sindacato scissionisti UDM (Union of Democratic Mineworkers) nel Nottinghamshire tramite aiuti e pressioni governative, spezzò in due il fronte dei minatori generando frizioni e lotte fratricide nel momento di maggior difficoltà del conflitto. I crumiri dell'UDM tennero aperti i pozzi che la NUM (National Union of Miners, rappresentante della maggioranza) cercava presidiare, lanciando una fune di salvataggio al governo. I dirigenti del sindacato “giallo” davano persino suggerimenti ai ministri su come battere le tattiche degli scioperanti. Fu una grande tragedia fratricida, dalla quale tutti uscirono sconfitti. Anche gli scissionisti, ai quali erano stati promessi aumenti salariali e la sicurezza del posto di lavoro, ricevettero la giusta paga anni dopo quando, nel 1991/1992, il governo conservatore procedette alla definitiva svendita e chiusura degli ultimi pozzi. Spero i crumiri si stiano ancora mangiando le mani dalla rabbia.
Aveva ragione Jules Maigret quando, aprendo il post, che allora mi sfuggì, dichiarava testualmente “Una sconfita che ha dato il via libera al peggior liberismo le cui conseguenze paghiamo tutti noi tuttora”. Una sintesi ineccepibile. Dopo, con Tony Blair, il Labour Party diventò il miglior sostenitore del liberismo e del “Washington consensus” che portò a compimento la rivoluzione neo-liberista sotto la quale, nonostante crisi, ineguaglianze, povertà ed esclusione, ancora stiamo vivendo. Spero il nuovo Labour Party di Jeremy Corbin vada presto al potere per spostare il pendolo di nuovo a sinistra. Ma questo, purtroppo, è argomento OT ...