Caverna di Muldon
Due corpi giacevano a terra come coinvolti da un'esplosione al centro dell'ampia stanza a base circolare completamente vuota.
Nel centro esatto restava sospesa a mezz'aria una spada contenuta in un fodero malconcio.
"Voi siete certo che ne sia valsa la pena, vero? Ripetetelo perché non ci posso credere ancora!" esordì uno dei due col fiato accelerato.
"Certo" e con un gesto rapido risaltò in posizione eretta il Signore dei Ghiacci. "non mi piace fare le cose inutili, e poi è stato un bel botto!"
"La mia veste rossa nuova!"
"Non era nemmeno la vostra preferita, né una di quelle impreziosite o incantate" obiettò cinico.
"Io con Voi i rituali non li faccio più!" si lagnò Antares di Scorpio rialzandosi. La luce soffusa dell'esplosione si stava spegnendo, con un gesto della mano riattivò la luce magica delle pietre circostanti.
Non si era reso conto di essere decisamente stanco: era esausto e le pietre brillavano a mala pena, comunque era possibile vedere piuttosto chiaramente, ed era decisamente meglio di quello che sapeva fare il collega.
Muldon che si da ai rituali! Gli sembrava decisamente strano visto che si era sempre dedicato ad incantamenti da "battaglia".
Più che altro aveva accettato per curiosità.
Gli aveva chiesto: "Ho bisogno di compiere un rituale, non è semplice, occorrono almeno due ritualisti esperti opposti. Noi lo faremo con uno esperto e con l'altro opposto" aveva scherzato ma era decisamente sicuro ed irremovibile.
Ora era finito e grazie agli Elementi pareva che tutto fosse andato per il meglio. Compresa la qualità degli oggetti rituali, gli incensi e le candele, che Muldon custodiva alla meno peggio nell'umido della caverna.
Decisamente pensava non fossero adeguati. Invece si dichiarava soddisfatto, per cosa poi?
Per aver fatto una spada non tradizionalmente incantata, per lo più per un Aspirante di cui sapeva ben poco. Guardò Muldon afferrare la spada spezzando la sua sospensione ed infilarla nella cinta. Poi gli venne spontaneo ripetere:
"Ma Voi siete proprio certo..."
"Sì Antares. Sono certo." lo interruppe secco Muldon, ma il suo viso si apriva in un sorriso. "Grazie Antares, davvero. Siamo Vassalli e dobbiamo servire il Regno al meglio. E servire coloro che nel nostro intento si vogliano impegnare."
"Muldon avete ragione, al nostro ingresso ci fu insegnato che l'ultimo degli Aspiranti potrebbe diventare il più importante dei Vassalli. O per meglio dire che l'ultimo degli Aspiranti ha pari dignità ed importanza del primo dei Vassalli. Allora lo avete fatto per ribadire questo?".
"Non ho nulla da ribadire, non è consono della mia posizione. Avevo più che altro voglia di farlo. Ossequi!" si congedò camminando dritto verso l'uscita. Non era di poche parole, né aspettava mai che i suoi congedi fossero ricambiati o autorizzati. Invece si fermò e aggiunse subito dopo la risposta di Antares "Sapete, da molto tempo avevo voglia di rivedervi, lavorare con Voi è sempre un onore e un piacere."
Antares sorrise e puntando le mani verso il basso pronunciò l'incantamento del Teletrasporto.
Alzò le mani fino a ricongiungerle sopra la sua testa ma nulla!
"Muldon temo che per oggi i miei poteri siano esauriti!"
"Anche i miei, o meglio posso ancora raffreddare una minestra troppo calda... era nelle intenzioni, e non ci siamo fatti nemmeno un graffio!" procedendo dritto.
"Certo! Ma mi spiegate come dovrei andare senza armi da qui alle Torri?"
"A piedi" era stupito e si voltò "io sto andando nel Regno!"
"Muldon forse dimenticate che non ho il mio bastone e che di solito nemmeno lo uso per dare mazzate!"
"Talento sprecato, sempre sostenuto io!" però aveva capito il problema che non si era posto: erano pressocché inermi senza poteri magici. "Dai su ti scorto io. Porta questa" e gli lanciò la spada di Don Qixote.
"Che modi" poi la fissò "ma scusa non è destinata a me! Non posso sfoderarla!"
"Uff... vedere un viandante con una spada è meglio che vederne uno armato!"
"Essere un viandante che può usare la spada che porta è meglio che essere un viandante che non può usare la spada che porta! Perché non mi passate quella? Voi avete sempre Glacer!"
"Glacer è esausta al par mio e... avete ragione ci può servire, ma ricordate quant' è importante per me." scambiò le due lame con uno sguardo mortificato.
"Ma scusate Muldon! Non ve la prendete... non potremmo riposare qui?"
"Per tre giorni? Don Qixote ha già atteso troppo! E poi questa caverna non è degna del vostro rango, e un po' di moto non vi farà male."
"Voi siete pazzo" ma il mago del fuoco già lo precedeva di svariati passi.
Il bosco era buio, Muldon aveva realizzato due torce con dei rami, resina e una fiammella scaturita dalle mani di Antares.
"Bravissimo! State recuperando le energie velocemente!"
"Non mi stuzzicate Muldon, sapete che la spada assorbirà la nostra energia finché il suo caricamento non sarà completo. Se continuo così potrò cstare una palla di fuoco fra una settimana!"
Muldon grugnì e continuò a procedere affiancato al compagno che si lamentava "Aborro delle torce di resina e legno! Sono così rudimentali!"
"Silenzio!"
"No io ho il diritto di lamentarmi ma non potevamo fare il rituale alle Torri? Non pensate mai a nulla!"
"Troppe interferenze magiche... però fate silenzio perché ho sentito qualcosa."
Questa volta Antares ubbidì e tese i suoi sensi. Pose una mano sull'elsa di Leidejas per essere pronto e sentirsi più sicuro.
Muldon impugnava la balestra con un dardo incoccato.
Attorno a loro sbucarono alcune figure, mentre di fronte a loro una voce femminile esordì "lasciate le torce e le armi, siete nostri prigionieri"
"Drow" ruggì Muldon. Possibile che l'Underword fosse ancora così pieno di creature malvage?
Antares stava recitando qualcosa, poi si interruppe, che frustrazione non poter agire come sempre!
Si voltò, erano circondati. Infatti Muldon sembrava molto più diplomatico del solito.
"Messeri, vogliate perdonarci, siamo poveri viandanti che rientrano al paese dopo una lunga giornata di lavoro!"
"A quest'ora e con delle armi? E poi non mi interessa, voi morirete qui e se la vostra povertà non ci appagherà a farlo saranno le nostre torture inflittevi in nome di Lolt!"
"Non mi pare un buon inizio per una trattativa" si fece coraggio Antares maledicendo di avere armi con sé ma maledicendo in primo luogo Muldon "Riprendiamo il punto della questione: noi vi lasciamo tornare interi nell'Underword e voi chiedete scusa"
Muldon stava sussultando. Stava cercando di trattenere le risa.
"Tu!!" La Sacerdotessa di Lolt stava esplodendo d'ira "Tu sarai il primo a morire" indicando Antares con fare minaccioso. Un numero imprecisato di arcieri oscuri stava prendendo la mira incoccando. Si sentiva lo stridio delle corde tese.
"Milady che dite! Non vorrete peccare nella buona creanza! Si dice Voi quando ci si rivolge al Capogilda delle Arti Magiche ed Alchemiche, non il tu!"
Frase sconcertante! Antares si lasciò cadere la torcia, Muldon la lanciò ai piedi della sacerdotessa. Le foglie secche presero subito fuoco.
Il Signore dei Ghiacci prese l'amico per la cintola lanciandolo in avanti verso la sacerdotessa, nessun arciere osò scoccare per non ferirla salvo quelli alle sue spalle. Muldon era sparito e comparve di fronte alla donna prendendola per la gola. Lei cercò di invocare la sua Lolt, ma la stretta le impediva di parlare e di respirare.
Le fiamme si stavano alzando, la boscaglia era secca dopo le tre settimane senza piogge: i drow alle spalle erano fuori gioco mentre restavano tre arcieri che si frapponevano sulla prosecuzione del sentiero. Uno cadde con un dardo di balestra in fronte, al secondo Antares ruppe in due l'arco con un fendente, mentre il terzo aveva ricevuto un coltello in mezzo alla fronte.
"Ma allora giocate ancora coi coltelli!" disse Muldon.
Alle loro spalle il bosco si era acceso aiutato dal vento.
Volavano comunque alcune frecce.
Una si piantò nella coscia della drow, Muldon si era distratto colpito in petto da un paio di frecce che caddero ma soprattutto guardando il siparietto del duello che si stava accendendo fra Antares e l'arciere.
Lei si era divincolata quanto bastò per urlare "Per Lolt dannati stupidi mi avete presa! Fermatevi!". Muldon si girò e le diede una mazzata con la spada di Don Qixote senza sfoderarla. Cadde a terra svenuta.
Ma la scena più comica era vedere come se la cavava il mago dalle vesti rosse un po' usurate.
Il drow era agile e capace. Antares era lento ed indietreggiava a saltessi scomposti mancando di parare e mantenendo la spada troppo in alto.
L'avversario era sconcertato da quel balletto e guardò per un attimo con odio Muldon. Era troppo sicuro di sé e atterrò sulla sua zucca una piattonata di Anatares che esclamò "Ma come non è morto!"
"La spada non si impugna così ma così" fece vedere Muldon con la spada di Don Qixote colpendo il malcapitato che aveva portato una mano sulla testa ammaccata. Detto questo il Signore dei Ghiacci lo colpì con forza al polso con cui impugnava la spada e quest'ultima cadde.
"Ma non gli hai tagliato la mano!" osservò Antares che per risposta ebbe un "Non è sfoderata!"
Il drow gemeva dal dolore, arretrò riprendendo la guardia verso Muldon ed estraendo prontamente due coltelli.
Ma alle spalle gli diede una piedata Antares e precipitò verso Muldon. Questi gli pestò un piede e gli diede una zuccata.
Il drow si era fatto sfuggire anche i coltelli e a terra con le due mani si teneva il piede.
Muldon si avvicinò quel tanto che bastava a rivelare bene il suo viso "BUH!"
Il drow saltò in piedi con una furia esagerata che gli permise di cadere dall'altra parte, di muso "Santa Lolt! Muldon!" urlò a squarciagola e scappò a velocità impressionante.
"Sono così brutto?"
"Corriamo! L'incendio è ovunque e magari ci sono dei drow meno complessati!"
"Questa però ce la portiamo dietro" afferrò per la cintola la sacerdotessa facendola cadere sulla spalla destra.
I due fuggirono di corsa con alle spalle l'incendio che divampava. Antares era meno abituato nelle attività sportive, aveva il fiatone e avvertivano entrambe che i drow stavano tornando all'assalto.
"Muldon prima ti sei teletrasportato di fronte a lei! I gambali, mi ricordo! Per quelli basta la volontà, fammi teletrasportare non ce la faccio più."
"Non posso teletrasportare altri oltre a me... ho capito..." Si slacciò in corsa un gambale poi l'altro facendo cadere in malo modo la donna. "Se mi mandi qualcuno forse è meglio" aggiunse con il tono più scocciato che avesse nel suo repertorio.
"Meriteresti qualche altro mese nell'Underword!" disse Antares lanciatosi sui gambali. Appena infilati, nemmeno allacciati e ancora seduto svanì. Nel posto dov'erano arrivarono delle frecce.
Altre colpirono Muldon alle spalle. Anch'esse caddero dopo l'impatto, spezzate o meno senza sortire effetto.
Si gettò in avanti per raccogliere lo spadino di Leidejas, almeno di quello poteva usare la lama.
Analizzò meglio la situazione. No, non c'era spazio e conoscendo i gambali era certo che avrebbe dovuto attendere troppo per gli aiuti dalle Torri del Sapere.
Cercò istintivamente qualcosa sotto la maglia adiamantina.
Ne uscì un guanto d'arme nero che infilò nella mano destra e con quella così bardata afferrò un'elsa argentea che non aveva lama...
"Non ci sono notizie?"
"No Sua Eminenza Antares di Scorpio." riferì un giovane apprendista dell'Accademia delle Arti Arcane.
"Possibile che non ci sia nulla?"
"No sua Eminenza, non direi!"
"Riferita allora perché titubate?"
"Il bosco di Adven è terribilmente sfigurato"
"Certo certo l'incendio ma arrivate al dunque!"
"L'incendio, non solo..." disse il giovane. Era decisamente sconvolto ed Antares, nella sua veste rossa preferita, si accorse solo in quel momento della sua mancanza di tatto dovuta dalla preoccupazione. "Sedetevi, sedetevi... ditemi con calma"
"Il bosco.. il bosco... le piante... quei corpi, tutto mutilato di netto, uno spettacolo orribile..."
"Fermatevi mio giovane amico ho compreso. Andate e cercate di non pensare allo spettacolo che avete visto."
Antares osservò l'allievo allontanarsi, si voltò e si ritirò nelle sue stanze. "E' successo dinuovo, avrei dovuto portare qualche oggetto magico ed essere più previdente!"
Osservò i gambali riposti a terra con le sue vesti rovinate. "Questi stupidi gambali, avrei dovuto avere con me ben altro!" scosse la testa ripensando all'avventura.
"No, non doveva succedergli" scuoteva la testa mentre ripuliva e ritirava con cura i gambali.
Muldon era ad alcune leghe da quel posto. Per la precisione nei pressi dei Cancelli, sdraiato a terra fissando il tramonto del giorno successivo a quell'orribile nottata. Aveva con sé due spade appoggiate ad un albero. Niente corda: una sacerdotessa drow era legata in una posizione scomoda contro lo stesso albero. Provava a dimenarsi ma le era impossibile. Provava anche a dire qualcosa ma nella sua bocca c'era un pezzo di legno che le deformava il viso e la impossibilitava nel pronunciare qualcosa di chiaro. Un'elsa senza lama e un guanto nero erano ben nascosti.
Il Vassallo fissava il cielo soffermandosi ogn'intanto sulla sacerdotessa. Dopo alcune ore disse "Calmati, domani all'alba verrai consegnata alla Giustizia del Regno di Blue Dragon. Sono un Vassallo." e tornò a fissare il cielo.
All'alba, come promesso, si alzò di slancio. Ripose le armi alla cinta sfoderano un sofisticato spadino elfico. Con esso recise le funi e liberò la bocca della sacerdotessa.
"Tu... tu non sei un Vassallo! Sei un demonio!"
"Vi ho già avvisato della Vostra malcreanza. Si dice Voi, Milady, e non tu. Se vorreste seguirmi in silenzio vi affiderò ai Guardman dei cancelli. Camminate davanti a me. Non provate a fuggire. Non provate ad invocare la vostra dea. Non fiatate proprio o la mia risposta sarà netta. La direzione è quella" indicando in lontananza i Cancelli.