Passi nell'Armeria del Regno

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Pagine: [1], 2, 3
Muldon dei Ghiacci
00giovedì 9 dicembre 2004 16:34
In un'ora imprecisata della notte lunghi passi rieccheggiavano nel Castello.
Fuori il cielo era sereno: ogni costellazione risplendeva chiara nell'aria tersa, mentre una leggera brezza portava il profumo di neve dal Gran Massiccio.
Le aule del Castello erano vuote e silenziose, seppur qualche movimento ancora si sentiva in quel piano inferiore, teatro di calde passioni nelle stanze dell'Harem e nella Locanda, dove forse il buon Nappa faceva il conto della giornata circondato da avventori ormai ubriachi e senza voce dopo una serata di bagordi e canti.
Dei passi fermi invece rimbombavano nelle alte volte in una direzione del tutto differente: l'Armeria.
Quell'Armeria era un posto speciale, lì vi erano riposte armi straordinarie ma soprattutto cariche di un passato leggendario.
Questo rendeva il posto carico di quel senso di sacralità che pur permeava ogni centimetro del Regno, solo che fra quelle mura, al pari delle mura della grande Cattedrale, quella sensazione era più forte.
Chi era giunto a quell'ora tarda lo sapeva: a volte tornava ricordando situazioni, persone e posti, ma anche per annotare novità di quel scenario che tanto aveva amato, a cui tanto aveva contribuito e a che sempre era certo di amare.
Ma si sa: un'armeria è un luogo pericoloso e maggiore erano i tesori esposti, maggiori erano le brame che avrebbero potuto suscitare. Sulla porta vi erano delle guardie, al pari dell'altro ingresso.
Semplici guardie, ma vigili e attente come se fosse pieno giorno.
Piena notte, pieno giorno... ogni incarico è importante e porta con sé soddisfazione solo nel momento in cui esso venga svolto al massimo del proprio impegno.
Il viandante avvolto nel mantello blu lo sapeva, al pari di un altro oscuro servitore dello Re. Nessuno entra senza una silente scorta, soprattutto se non identificabile perché avvolto in un manto: questo era un altro compito svolto con perizia e devozione.
"Salve a Voi Ardhinahak" disse quell'uomo all'ultima rampa di scale. Non era certo finché un'ombra scura gli passò di fronte, silenziosa, innaturale. Come se le gambe non si muovessero, in una posa innaturale.
Era un saluto più che gradito, ed era certo gradito più di inutili parole.
Così si presentò alle guardie completamente solo.
"Altolà, chi siete? L'Armeria è aperta alle visite solo...", ma la voce si interruppe insieme ad un gesto tranquillo che svelava un volto più che noto.
Da molte notti era tornato ed aveva impugnato ad una ad una ogni spada, nuova e vecchia, che sarebbe dovuta entrare in quell'armeria.
Una volta spiegò come ogni spada avesse una storia ed ogni storia meritasse di essere ricordata.
Spesso si soffermava anche sui ferri arrugginiti, portati da Aspiranti e Vassalli perché restassero lì custoditi e ricordati.
Altrettanto spesso alcune lame erano respinte a tal onore: assenza di spiegazioni particolari, di poteri particolari o condizioni estetiche di scarso interesse.
Veniva consigliato di condurle alla Gilda dei Paladini, dotata di maggiori spazi. Per quanto le mura si estendessero con ampio respiro ogni arma ed armatura doveva avere il suo giusto spazio, e anche con la prospettiva di gloriose reliquie future l'ingresso era concesso con ampia severità.
Il Sommo Palank stesso spesso considerava ogni arma personalmente, ripetendo gli stessi gesti esperti che ora il visitatore ripeteva. E quando trovava un arnese che non era degno di quelle aule andava di persona dal proprietario per spiegare e consigliare altro alloggio.
L'equipaggiamento di chi si batte per la Luce meritava sempre rispetto e considerazione. Non tutte potevano entrare ma tutte erano cariche della stessa considerazione.
Fra le mani vi era un ferro vecchio, dall'elsa e la sagoma classiche quanto semplici. Non era stata mal curata, solo che era passata attraverso troppe lune e troppi soli, ma soprattutto troppi scontri.
"E' stata lasciata qui da poco da un Aspirante. Non ci ha raccontato alcuna storia: solo il fervente desiderio di custodirla. Gli ho detto di andare direttamente alla Gilda, ma ha insistito comunque che fosse qui."
Si avvicinò notando con stupore l'interesse dell'illustre personaggio. L'aveva addirittura sguainata come non aveva fatto per tutte le spade delle precedenti notti.
"Sull'impugnatura è legato il nome del proprietario, come sempre. Credo che presto gli verrà recapitata... difficilmente ho visto portare qua una spada tanto insignificante."
"Insignificante dite?" queste erano le prime parole che proferiva dalle precedenti visite. Per questo il capoguardiano era scosso.
"Ogni spada ha una storia. Ogni oggetto, anche un sasso, può rappresentare più di quanto con mille vite e mille sacrifici si possa celebrare." rinfoderò la lama nel fodero sgualcito.
"Questo era scritto nella lettera che annunciava e spiegava queste mie visite. E questa spada tornerà al suo proprietario non perché respinta ma perché dinuovo utile. Temo che per molte notti non potrò tornare qui: mi attende un lungo lavoro. Tornerò con la spada, che ora prendo in custodia. Datemi carta, inchiostro e penna. Non credo che il proprietario giunga a reclamarla, è stata portata qui da un animo nobile che ha sacrificato una fidata ma vecchia compagna per meglio servire."
Prese il necessario per scrivere e iniziò a stendere brevi righe prima di prender la via dell'uscita a lunghu e cadenziati passi.

"Sir Don Qixote prendo in custodia con umiltà la Vostra fedele lama.
Non verrà fusa e martellata, bensì verrà riportata alla luce con il massimo rispetto ch'essa, e Voi, meritate.
Se non di persona vengo a chiederVi tale onore spero mi scuserete e gradirete la sua riconsegna.
Non cambierà nel sembiante.
Nè in ciò che la rende grande.
Potrete ricondurla in questa Sacra Armeria, o lo farò io per Voi.
E' certo che verrà onorata, gli occhi del Sommo vedono ben oltre ciò che vedono gli altri, ben oltre ciò che vedo io che pure ho già apprezzato.
Ma vi prometto che MAI sentirete nuovamente il bisogno di ritirarla dalla pugna in una seppur onorata rastrelliera.

Attendete il mio prossimo ritorno con fiducia e una buona dose di impazienza.

Muldon dei Ghiacci"
Otrebmu Ittoram
00giovedì 9 dicembre 2004 18:48
OT-- Bello, Messer Don Qixote sara' contento che la sua fida spada verra' riportata ai fasti del passato,nonche' di riaverla,
Sir Muldon dei Ghiacci.(visto non sbaglio piu' a scrivere il nome [SM=x92713] )
Gianlu79
00giovedì 9 dicembre 2004 20:02
OT
Solo contento???? Io dico che andrà al settimo cielo: La sua Spada presa in custodia da uno dei più grandi Vassalli del Regno, non per distruggerla, ma per donarle nuova vita e nuovo splendore.......un grande onore [SM=x92709] [SM=x92709]
NightLord
00giovedì 9 dicembre 2004 20:19
Concordo con quanto detto....
..sopra.
Fate sapere al prode Don Quixote che la sua fida lama è ora nelle mani di una tale grande personaggio della storia del Regno, da recar seco un dovuto e sincero rispetto.

Dopotutto l'Aspirante in questione già si era segnalato ai miei cupi occhi e il dono di Muldon ha preceduto solo di poco il mio

Otrebmu Ittoram
00venerdì 10 dicembre 2004 06:59
OT-- Essendo successo tutto nell'armeria l'unico che puo' scoprire la cosa e' propio Messer Don Qixote andando a trovare la sua spada e trovando il biglietto di Sir Muldon dei Ghiacci, o forse le guardie che erano li potrebbero diglierlo se lo vedono in giro per il Regno.
Don Qixote
00sabato 11 dicembre 2004 22:16
"C'è nessuno?"
Urlò una voce autoritaria sull'uscio della casupola del Cavaliere.
"Uh, si, entrate pure, la porta non è sbarrata."
La porta si aprì velocemente e la luce del mattino inondò la modesta casa, Qixote si era appena destato. Guardando in direzione della porta, il vecchio riconobbe una guardia del Sommo e la invitò ad entrare. "Don Qixote mi spiace ma..."
"Si, si lo so - interruppe il Cavaliere - non posso tenere il mio cavallo legato fuori casa."
"In effetti stavolta non vi porto le solite lamentele, ma già che ci siamo vi rammento che dovreste condurre almeno per la notte il vostro cavallo alle scuderie, le strade del Regno si trasformerebbero in un letamaio se tutti i cavalli dei suoi abitanti potessero passarvi la notte!"
Qixote si stropicciò gli occhi. "Mi spiace, ma il mio cavallo non riuscirebbe a riposare lontano da me. Se è proprio necessario potrei sistemarlo dentro la casa e magari io potrei dormire qui fuori, ma non credo che il Sommo gradirebbe una simile situazione."
La guardia si grattò il capo con un'espressione stizzita. "Ehm... Troveremo una soluzione. Piuttosto sono qui per recapitarvi una pergamena. Tenete, reca il sigillo di un Vassallo."
Qixote prese la missiva e ringraziò la guardia che uscì subito dopo.

Era un mattino stupendo, nonostante la stagione. Le vie del Regno iniziavano a popolarsi come accadeva da secoli, ritualmente ogni giorno. La guardia non aveva ancora imboccato il viale principale del Regno quando si sentì chiamare da Qixote, il quale era uscito correndo dalla sua residenza. "Quando... Quando vi è stata data questa missiva?!"
Il soldato si voltò sorpreso: "Don Qixote, mi avete spaventato! Vedo che avete recuperato in un lampo le energie, sembrate un giovincello! Hahahah! Beh, quella pergamena vi è stata spedita ieri se non vado errato."
"Vi prego allora di ringraziare di cuore Sir Muldon dei Ghiacci da parte mia! E vi prego di chiamarmi in qualunque momento del giorno o della notte appena Sir Muldon dei Ghiacci torni nel Regno!"
"Oh, va bene messere. Dunque vi ho portato buone notizie?"
"Ottime amico mio." Detto questo Qixote si diresse a passo svelto verso nord.
"Ehi Don Qixote! Dove andate adesso così di fretta?"
"In Locanda, credo di trovare parecchi amici lì, devo racconar loro la lieta notizia!"
Otrebmu Ittoram
00domenica 12 dicembre 2004 04:34
OT-- Don Qixote be ? avevate detto che andavate in locanda ma quando ci arrivate ? [SM=x92702] Cmq non credo che Ser Muldon dei Ghiacci si sia allontanato dal Regno, ma solo che sia andato in una fucina privata forse in casa sua ?, per poter lavorare in pace e far tornare la Vostra spada ' Viva '. [SM=x92710]
Don Qixote
00domenica 12 dicembre 2004 22:20
Il Cavaliere arrivò in Locanda e nonostante l'ora del mattino c'era già qualcuno a cui raccontare la stupenda sorpresa!
Erano Otrebmu, Gianlu e NightLord.
Qixote con grande emozione raccontò tutto e persino Nappa era felice della notizia.
Otrebmu suggerì a Qixote che forse Muldon avrebbe portato la vecchia spada in una fornace all'interno del Regno stesso, a quele parole il Cavaliere rimase ancor più contento, se così fosse il ritorno di Muldon sarebbe stato più vicino di quanto non sperasse.
"Ora vi chiedo consiglio fratelli - disse Qixote ancora incredulo - cosa ne farò di questa stupenda nuova spada? Non potrò certo portarmela appresso, la mia vecchia compagna non gradirebbe la presenza di una rivale. Forse la donerò a qualcuno di voi, purtroppo non ho capito neanch'io in cosa consistono i suoi poteri, vorrà dire che sarà il prossimo proprietario a scoprirli"
Otrebmu Ittoram
00lunedì 13 dicembre 2004 03:53
Otrebmu chiese a Don Oixote di poter guardare la spada e quando' l'ebbe disse
- Notevole ben bilanciata e lavorata, il fabbro elfico che l'ha forgiata non era certo un apprendista -
Anche Gianlu' e NightLord ebbero modo di guardare la spada,
l'assassino del Regno pero' sembrava pensare che le sue katane non avessero rivali e Ser Gianlu' accarezzava la spada della compagnia Sin Fin dono del Sommo.
Otrebmu disse rivolto a Don Oixote - Se ai 2 Vassalli la spada non interessa potrei prenderla io, ma solo dopo che Ser Muldon dei Ghiacci vi avra' ridato la vostra.-
Timore reverenziale e rispetto aveva Otrebmu nei confronti dell'assassino, da quando lo aveva visto per la prima volta fronteggiare Fire, nei confronti di Ser Gianlu', era diverso avendo combattuto insieme fianco a fianco, vi era rispetto per le sue doti di combattente.
Otrebmu cosi aspetto' che i due Vassalli parlassero se gli interessava o no la spada.

OT--Faccio come se fossimo tutti e 2 tornati dalle rispettive ricerche, seno sarebbe dura giustificarci in locanda.[SM=x92713] [SM=x92702]
BrightBlade
00lunedì 13 dicembre 2004 15:37
Il Paladino di Atlantide entrò in locanda, assorto nei propri pensieri. Senza neppure notare, all'inizio, la piccola comitiva riunitasi attorno al caminetto, intenta a saggiare la spada elfica di Don Qixote, attraversò il locale a passo lento, slacciandosi con una mano la fibula che assicurava il pesante mantello di pelliccia alle spalle coperte d'acciaio dell'atlantideo. Erano passati alcuni mesi da quando, una mattina come quella, BrightBlade era partito verso nord.
Dopo aver gettato il mantello su una sedia, l'atlantideo notò finalmente il gruppetto, che aveva smesso di parlare per guardarlo con curiosità.
"Salve a tutti... scusate, sono stanchissimo, non vi avevo notato" esordì il Paladino, andando a sedersi in una sedia libera a destra di NightLord. L'Assassino di Corte stava ancora fissando la spada elfica posta sul tavolo da Qixote, e Bright fece lo stesso.
"Bella spada - commentò - di chi è?"
Il proprietario spiegò al nuovo venuto tutta la vicenda, dall'acquisto dell'arma alla lettera di Muldon.
"Muldon dei Ghiacci... sono mesi che non lo vedo... Se dovessi incontrarlo, Don Qixote, salutalo anche da parte mia" disse l'atlantideo, mentre le sue dita scorrevano sull'impugnatura della spada.
"E' indubbiamente magica, che ne pensi, Night?" disse poi.
Il Dhampiro non rispose nulla.
"Se Gianlu o NightLord non la vogliono, vorrei prenderla io" disse allora Otrebmu. Bright passò un dito lungo il filo della lama, senza che essa producesse il minimo danno alla sua pelle. Eppure, appariva senz'altro affilatissima.
Nessuno dei presenti notò quel gesto, compiuto quasi con noncuranza dal Paladino. Solo il vigile sguardo di NightLord osservò il fenomeno. Il Dhampiro annuì tra sé e sé. Anche l'atlantideo aveva dunque scoperto il potere di quella spada.
BrightBlade non manifestò la scoperta agli altri, ma disse:
"Si dice che non sia il guerriero a scegliere la spada, ma il contrario, Otrebmu... Forse questa spada è stata forgiata per te. Sono sicuro che Don Qixote non avrà problemi a cedertela, Gianlu, Night ed io abbiamo già armi a sufficienza!". Concludendo la frase, BrightBlade accarezzò con la sinistra l'elsa della sua fida Lama di Atlantide, compagna di mille battaglie.

[Modificato da BrightBlade 15/12/2004 23.13]

Gianlu79
00lunedì 13 dicembre 2004 20:19
"Dunque, per me non ci son problemi, messer Otrebmu, prendete pure la spada, quando Don Quixote avrà riavuta la sua" esclamò Gianlù, mentre osservava il Gran Maestro, come se avesse capito che l'atlantideo nascondeva qualcosa.
Il Dhampiro invece se ne stava calmo in un angolo a pensare, ma del resto tra tutti i Vassalli, Nightlord era certamente il più enigmatico.....

[Modificato da BrightBlade 15/12/2004 23.13]

Muldon dei Ghiacci
00martedì 14 dicembre 2004 00:43
Torre della Magia
Seconda e più prestigiosa residenza del Signore dei Ghiacci.
Sede dagli infiniti piani, per lo più inaccessibili poiché custodiscono da sempre gli Arcani Segreti soprattutto da quando il loro Custode si era concentrato a più alta occupazione, era colma di testi mai letti, anche durante i suoi lunghi anni di studio era ancora in larga parte inesplorata.
"Trovato, semplice come i ricordi, potente quanto i desideri... accidenti!" le mani del terzo mago si chiusero con forza col tomo in mezzo. "Occorre un mago a me opposto per questo rituale!"
"Bene" si distesero i lineamenti del suo volto. "So esattamente dove cercare il buon Gran Maestro! Ma soprattutto da qui!"
Aprì l'estremità di un tubo e chiamò ad alta voce "Antares di Scorpio ho bisogno di te! Appuntamento fra 3 giorni, ora sesta alla mia Caverna... ehm, alla Caverna di Muldon dei Ghiacci"
"Ricevuto Sir Muldon!" rispose il tubo.
Poi Muldon sorrise e fra sé e sé pensò "Il Tubo di Proferir Chiaro e dire che sembrava tanto inutile..." ripensando al manufatto.

Il rituale di riconoscere il magico disse: "Tubo di Proferir Chiaro. Parlando da un lato la voce giungerà forte e chiara dall'alto capo".
Muldon era quasi impazzito e lo aveva spaccato in due dandone un'estremità al suo compagno d'avventura, una giovane recluta Guardman.
"Portalo in Gilda Maghi, che oggetto INUTILE!" tuonò
La recluta uscì di corsa, mentre Muldon scrollò il capo... forse... forse non era tanto inutile...
"Amistasio ricorda di dirmi quando sei arrivato"
Il giovane si guardò attorno... maccome Muldon non c'era! Poi guardò il tubo e ci parlò dentro: "Certo Sir Muldon!"
E così era possibile parlare dalle Torri di Gilda alla Torre Centrale senza impiegare ulteriori incantamenti.
Anche perché quel manufatto era così semplice ma antico... era impossibile rintracciare quel segno dell'onda magica che si traduceva in sonoro...

Muldon scrollò la testa. Gli assalti della memoria si facevano più intensi dopo gli allenamenti. "La mia concentrazione sarà pronta per il rituale, prima di allora niente Lama dell'Incubo" si convinse.
"Forse la mia attuale ipersensibilità mi ha mentito e questa lama non vale tanta fatica" la fissò, era posta su uno sgabello a sette gambe di fronte "No, non è un ferro vecchio"
Ma la sua mente si alzò e cadde nello Specchio di Avvistamento. A dire il vero era sempre puntato sull'Harem... apprendisti maghi... invece era ben chiara la scena in Taverna.
"Dunque quello è il viso di Don Qixote! Lo immaginavo... e quella? Nuova spada?? Magnifica idea dare uno stiletto da mago dell'aria in mano ad un Cavaliere Errante! BAH!"
Sottolineò con un gesto di stizza.
"Non mi controllo ancora, parlo a vanvera... dannata Lama, ormai è la mia droga... questa invece sarà fatta per un Cavaliere Errante! No sarà fatta per Don Qixote!"
Adesso fissava la spada di Don Qixote adorante. Poi si interruppe.
La espressione era tornata fredda ed inanimata. La solita espressione fredda ed inanimata.
Nella Torre, in una stanza inaccessibile, tornò a regnare il più consono silenzio per lo studio e per Muldon.
Don Qixote
00mercoledì 15 dicembre 2004 00:15
Dove sarai in questo momento? Non eri mai stata così tanto tempo lontana da me...
Il vecchio Cavaliere era assorto nei suoi pensieri e poco notava dei discorsi che lo circondavano.
"Don Qixote! Hei! Siete già ubriaco?"
Otrebmu scosse con una mano la spalla di Qixote, il quale tornò subito in sè.
"Uh si, perdonatemi, ero sovrappensiero. Dicevate?"
Il volto di Otrebmu si contrasse "Pare che gli altri abbiano già un'arma, vi ho chiesto se potrei avere io questa spada magica non appena riavrete la vostra"
"Oh ma certo amico mio, sono felice che vada a voi. Coraggio, provate ad impugnarla."
Otrebu seguì il consiglio, si alzò con la spada in pugno e distese il braccio per ammirare l'arma.
Spada ad una mano, lama larga e poco più lunga di quella di una normale spada, elsa con finimenti d'oro, fattura indubbiamente elfica.
Qixote sorrise ed abbassò lo sguardo a terra. Fu allora che notò per un istante quel particolare...
"Otrebmu! - il Cavaliere schizzò in piedi - porgetemi un momento la spada, credo di aver visto qualcosa di strano"
Qixote prese la spada e la avvicinò alla finestra della locanda da dove proveniva la chiara luce del mattino. "Guardate, l'ombra della spada! Non notate nulla di strano?"
Alcuni attimi di silenzio trascorsero, poi Ser Gianlu intervenne "Ecco, a dire il vero no..."
Qixote osservò attentamente il suolo "Bah... Avete ragione. Heheheh! Temo che i miei occhi comincino a tradirmi"
NightLord ruppe la sua impassibilità mostrando un sorrisino.
Otrebmu prese nuovamente la spada e stavolta fu Ser Gianlu a schizzare in piedi.
"Avevate ragione Don Qixote! Guardate, l'ombra proiettata dalla lama non è nitida come quella dell'elsa, sembra... Sfocata! Ma com'è possibile? Poco fa abbiamo visto tutti che l'ombra era normale..."
Otrebmu era incredulo, mosse la spada, la pose sotto la luce del sole in varie posizioni, ma il prodigio era inequivocabile.
Qixote si passò una mano tra la grigia barba "Otrebmu, avete forse fatto qualcosa per attivare tale prodigio?"
"No, l'ho semplicemente presa dalle vostre... mani..."

[Modificato da BrightBlade 15/12/2004 23.14]

Otrebmu Ittoram
00mercoledì 15 dicembre 2004 03:31
Otrebmu non capiva come aveva attivato la spada elfica, nelle sue mani era come se la lama perdesse materialita' e diventasse eterea, come se al posto del metallo la lama fosse fatta di vento, vibro' dei fendenti per assicurarsi che non fosse un effetto passeggero, ma la lama continuava a rimanere in quello stato etero.
Vibro' un colpo al tavolo passandolo da sopra a sotto, ma guardandolo non aveva neanche un graffio.
Otrebmu guardo' la spada ancora piu' stupito.
Bright sorrise, si alzo' e stendendo il braccio destro disse - Colpite il mio braccio-
Otrebmu lo guardo' a bocca aperta e farfuglio' - Cos.. cos.. cofa dite ? -
Bright sorrise e protese il braccio avanti dicendo - Non abbiate timore non mi succedera' nulla -
NightLord era immobile ma i suoi occhi saettavano dall'Aspirante al paladino di Atlantide
Otrebmu, dopo l'insistenza anche di Ser Gianlu' che gli diceva che Messer Bright sapeva il fatto suo, si decise.
Alzo' la lama titubante poi con decisione la calo', la lama trapasso' il braccio del Vassallo.
Bright porto' il braccio destro verso il corpo coprendolo con la mano sinistra dicendo - Oh il mio braccio -
Don Oixote, Ser Gianlu' e Otrebmu si accalcarono verso di lui solo NightLord rimase fermo con una risatina accennata.
Passati pochi minuti di concitazione Bright mostrando il braccio senza alcun segno disse - Tranquilli scherzavo e' tutto a posto, non mi ha fatto nulla. -
Otrebmu si lascio' cadere su una sedia facendo un grande respiro, Ser Gianlu', Don Oixote e Bright scoppiarono in una grossa risata a cui dopo poco Otrebmu si aggiunse.

OT se qualcosa non va cambiate pure [SM=x92713]
BrightBlade
00mercoledì 15 dicembre 2004 23:12
Umh...
1) Da quel che avevo scritto io, voi non avevate notato che non mi ero tagliato
2) Ero per giunta uscito dalla taverna!!!
[SM=x92713] [SM=x92710] [SM=x92710] [SM=x92710]
Che io sia dotato del dono dell'ubiquità e che non lo sapessi ancora?
[SM=x92708]
Vabbe', modificherò tutti i post, in particolare io non sarò uscito dalla taverna e voi non avrete notato che non mi sono tagliato!
[SM=x92702]

[Modificato da BrightBlade 15/12/2004 23.15]

Gianlu79
00mercoledì 15 dicembre 2004 23:28
OT
Vabbè Bright, ma che t'aspettavi da uno che attacca dei mulini a vento scambiandoli per giganti??? [SM=x92713] [SM=x92713] [SM=x92713] [SM=x92713]
Otrebmu Ittoram
00giovedì 16 dicembre 2004 03:22
Otrebmu, seduto sulla sedia mormorava - Una spada fatto di vento, che non taglia ne oggetti ne persone per cosa sara' stata creata ? -

OT--E' anche colpa mia che non mi sono ricordato che Bright era uscito, dovevo usare il braccio di Ser Gianlu' per provare la spada, forse con lui la magia non funzionava e diventava l'errante con un braccio solo [SM=x92702] [SM=x92710]
Muldon dei Ghiacci
00giovedì 16 dicembre 2004 09:23
OT: Prego la gentile utenza di verificare l'ora (sempre tarda) in cui Otrebmu Ittoram si trova a rispondere! [SM=x92701]
Mi pare ovvio che un essere umano non possa essere nel pieno delle sue facoltà mentali oltre le tre di notte, quindi non ve la prendete molto se prova la spada su "braccia casuali". [SM=x92713]
Presto il rituale e la riconsegna della spada, sto scrivendo un'altra cosa... Bright sa esattamente cosa [SM=x92702] , sì sì Bright prosegue bene [SM=x92701] .
Chiudo il mio off topic con un augurio: "Non potate il Vaso da Cavallo!"[SM=x92705] fine OT
Gianlu79
00giovedì 16 dicembre 2004 22:25
Gianlù, udendo l'ultima frase di Muldon, sospirò e disse tra se e se "Sigh, accidenti a me ed alle mie battutacce che poi mi perseguitano a vita" [SM=x92704]
BrightBlade
00giovedì 16 dicembre 2004 22:27
Tlin tlon
Night mi ha fatto giustamente notare che il Voi non è sempre stato rispettato in questo post (me compreso [SM=x92713]), ergo mi autoinvito e vi invito a rispettarlo sempre!
[SM=x92702]
Muldon dei Ghiacci
00venerdì 17 dicembre 2004 12:12
OT: nel caso di off-topic di coordinazione narrativa e commento è necessario l'uso del Voi? Non è di certo il personaggio di Muldon che ricorda il Vaso da Cavallo ma la persona Muldon.
Fra l'altro colgo l'occasione per congratularmi ancora con il lampo di genio del 01/09/04 ore 23.14.42 di Gianlu [SM=x92701]
In qualità di ex Ambasciatore, ex Guardiano ed ex ex Vassallo (poiché lo sono ora [SM=x92702] ) nonché ex ex ex Gerusico (lo sono stato, sono tornato ad esserlo e ora non lo sono... che carriera complicata!) mi raccomando ora evitiamo di commentare oltre e riprendiamo le fila del gioco, ricordando le parole di Night che ne sa tante[SM=x92709] . fine OT
BrightBlade
00venerdì 17 dicembre 2004 12:26
OT: Il fatto è che non esiste una regolamentazione precisa caso per caso, comunque in linea generale direi che sì, bisogna usare il voi anche negli OT.
[SM=x92702]
NightLord
00venerdì 17 dicembre 2004 12:29
OT : per rispondere al mio amore puffetta ^_^
OT : no Mul, se si specifica all'inizio e alla fine con i prefissi/suffissi "OT" una determinata frase, si può omettere l'uso del Voi ... almeno per ora ancora finchè non si sarà chiarita bene la cosa.
Ma la mia domanda è un'altra : è NECESSARIO, in solo 2 sezioni (su 6) dove parlano i PG, infilarci PER FORZA le parole di colui che sta dietro? Cioè, se il mio NightLord fa una cosa che può essere giusta o sbagliata, di certo Rudy NON deve commentare o giustificarla ad alcunchè no?
Secondo me sarebbe bello, in queste sole 2 sezioni, mantenere un distacco tra il PG e la Persona.
Mi pare anche più bello no?
Per il momento cmq sono ancora ammessi gli "OT" senza il Voi [SM=x92702]

OT
Muldon dei Ghiacci
00venerdì 17 dicembre 2004 21:42
Caverna di Muldon
Due corpi giacevano a terra come coinvolti da un'esplosione al centro dell'ampia stanza a base circolare completamente vuota.
Nel centro esatto restava sospesa a mezz'aria una spada contenuta in un fodero malconcio.
"Voi siete certo che ne sia valsa la pena, vero? Ripetetelo perché non ci posso credere ancora!" esordì uno dei due col fiato accelerato.
"Certo" e con un gesto rapido risaltò in posizione eretta il Signore dei Ghiacci. "non mi piace fare le cose inutili, e poi è stato un bel botto!"
"La mia veste rossa nuova!"
"Non era nemmeno la vostra preferita, né una di quelle impreziosite o incantate" obiettò cinico.
"Io con Voi i rituali non li faccio più!" si lagnò Antares di Scorpio rialzandosi. La luce soffusa dell'esplosione si stava spegnendo, con un gesto della mano riattivò la luce magica delle pietre circostanti.
Non si era reso conto di essere decisamente stanco: era esausto e le pietre brillavano a mala pena, comunque era possibile vedere piuttosto chiaramente, ed era decisamente meglio di quello che sapeva fare il collega.
Muldon che si da ai rituali! Gli sembrava decisamente strano visto che si era sempre dedicato ad incantamenti da "battaglia".
Più che altro aveva accettato per curiosità.
Gli aveva chiesto: "Ho bisogno di compiere un rituale, non è semplice, occorrono almeno due ritualisti esperti opposti. Noi lo faremo con uno esperto e con l'altro opposto" aveva scherzato ma era decisamente sicuro ed irremovibile.
Ora era finito e grazie agli Elementi pareva che tutto fosse andato per il meglio. Compresa la qualità degli oggetti rituali, gli incensi e le candele, che Muldon custodiva alla meno peggio nell'umido della caverna.
Decisamente pensava non fossero adeguati. Invece si dichiarava soddisfatto, per cosa poi?
Per aver fatto una spada non tradizionalmente incantata, per lo più per un Aspirante di cui sapeva ben poco. Guardò Muldon afferrare la spada spezzando la sua sospensione ed infilarla nella cinta. Poi gli venne spontaneo ripetere:
"Ma Voi siete proprio certo..."
"Sì Antares. Sono certo." lo interruppe secco Muldon, ma il suo viso si apriva in un sorriso. "Grazie Antares, davvero. Siamo Vassalli e dobbiamo servire il Regno al meglio. E servire coloro che nel nostro intento si vogliano impegnare."
"Muldon avete ragione, al nostro ingresso ci fu insegnato che l'ultimo degli Aspiranti potrebbe diventare il più importante dei Vassalli. O per meglio dire che l'ultimo degli Aspiranti ha pari dignità ed importanza del primo dei Vassalli. Allora lo avete fatto per ribadire questo?".
"Non ho nulla da ribadire, non è consono della mia posizione. Avevo più che altro voglia di farlo. Ossequi!" si congedò camminando dritto verso l'uscita. Non era di poche parole, né aspettava mai che i suoi congedi fossero ricambiati o autorizzati. Invece si fermò e aggiunse subito dopo la risposta di Antares "Sapete, da molto tempo avevo voglia di rivedervi, lavorare con Voi è sempre un onore e un piacere."
Antares sorrise e puntando le mani verso il basso pronunciò l'incantamento del Teletrasporto.
Alzò le mani fino a ricongiungerle sopra la sua testa ma nulla!
"Muldon temo che per oggi i miei poteri siano esauriti!"
"Anche i miei, o meglio posso ancora raffreddare una minestra troppo calda... era nelle intenzioni, e non ci siamo fatti nemmeno un graffio!" procedendo dritto.
"Certo! Ma mi spiegate come dovrei andare senza armi da qui alle Torri?"
"A piedi" era stupito e si voltò "io sto andando nel Regno!"
"Muldon forse dimenticate che non ho il mio bastone e che di solito nemmeno lo uso per dare mazzate!"
"Talento sprecato, sempre sostenuto io!" però aveva capito il problema che non si era posto: erano pressocché inermi senza poteri magici. "Dai su ti scorto io. Porta questa" e gli lanciò la spada di Don Qixote.
"Che modi" poi la fissò "ma scusa non è destinata a me! Non posso sfoderarla!"
"Uff... vedere un viandante con una spada è meglio che vederne uno armato!"
"Essere un viandante che può usare la spada che porta è meglio che essere un viandante che non può usare la spada che porta! Perché non mi passate quella? Voi avete sempre Glacer!"
"Glacer è esausta al par mio e... avete ragione ci può servire, ma ricordate quant' è importante per me." scambiò le due lame con uno sguardo mortificato.
"Ma scusate Muldon! Non ve la prendete... non potremmo riposare qui?"
"Per tre giorni? Don Qixote ha già atteso troppo! E poi questa caverna non è degna del vostro rango, e un po' di moto non vi farà male."
"Voi siete pazzo" ma il mago del fuoco già lo precedeva di svariati passi.

Il bosco era buio, Muldon aveva realizzato due torce con dei rami, resina e una fiammella scaturita dalle mani di Antares.
"Bravissimo! State recuperando le energie velocemente!"
"Non mi stuzzicate Muldon, sapete che la spada assorbirà la nostra energia finché il suo caricamento non sarà completo. Se continuo così potrò cstare una palla di fuoco fra una settimana!"
Muldon grugnì e continuò a procedere affiancato al compagno che si lamentava "Aborro delle torce di resina e legno! Sono così rudimentali!"
"Silenzio!"
"No io ho il diritto di lamentarmi ma non potevamo fare il rituale alle Torri? Non pensate mai a nulla!"
"Troppe interferenze magiche... però fate silenzio perché ho sentito qualcosa."
Questa volta Antares ubbidì e tese i suoi sensi. Pose una mano sull'elsa di Leidejas per essere pronto e sentirsi più sicuro.
Muldon impugnava la balestra con un dardo incoccato.
Attorno a loro sbucarono alcune figure, mentre di fronte a loro una voce femminile esordì "lasciate le torce e le armi, siete nostri prigionieri"
"Drow" ruggì Muldon. Possibile che l'Underword fosse ancora così pieno di creature malvage?
Antares stava recitando qualcosa, poi si interruppe, che frustrazione non poter agire come sempre!
Si voltò, erano circondati. Infatti Muldon sembrava molto più diplomatico del solito.
"Messeri, vogliate perdonarci, siamo poveri viandanti che rientrano al paese dopo una lunga giornata di lavoro!"
"A quest'ora e con delle armi? E poi non mi interessa, voi morirete qui e se la vostra povertà non ci appagherà a farlo saranno le nostre torture inflittevi in nome di Lolt!"
"Non mi pare un buon inizio per una trattativa" si fece coraggio Antares maledicendo di avere armi con sé ma maledicendo in primo luogo Muldon "Riprendiamo il punto della questione: noi vi lasciamo tornare interi nell'Underword e voi chiedete scusa"
Muldon stava sussultando. Stava cercando di trattenere le risa.
"Tu!!" La Sacerdotessa di Lolt stava esplodendo d'ira "Tu sarai il primo a morire" indicando Antares con fare minaccioso. Un numero imprecisato di arcieri oscuri stava prendendo la mira incoccando. Si sentiva lo stridio delle corde tese.
"Milady che dite! Non vorrete peccare nella buona creanza! Si dice Voi quando ci si rivolge al Capogilda delle Arti Magiche ed Alchemiche, non il tu!"
Frase sconcertante! Antares si lasciò cadere la torcia, Muldon la lanciò ai piedi della sacerdotessa. Le foglie secche presero subito fuoco.
Il Signore dei Ghiacci prese l'amico per la cintola lanciandolo in avanti verso la sacerdotessa, nessun arciere osò scoccare per non ferirla salvo quelli alle sue spalle. Muldon era sparito e comparve di fronte alla donna prendendola per la gola. Lei cercò di invocare la sua Lolt, ma la stretta le impediva di parlare e di respirare.
Le fiamme si stavano alzando, la boscaglia era secca dopo le tre settimane senza piogge: i drow alle spalle erano fuori gioco mentre restavano tre arcieri che si frapponevano sulla prosecuzione del sentiero. Uno cadde con un dardo di balestra in fronte, al secondo Antares ruppe in due l'arco con un fendente, mentre il terzo aveva ricevuto un coltello in mezzo alla fronte.
"Ma allora giocate ancora coi coltelli!" disse Muldon.
Alle loro spalle il bosco si era acceso aiutato dal vento.
Volavano comunque alcune frecce.
Una si piantò nella coscia della drow, Muldon si era distratto colpito in petto da un paio di frecce che caddero ma soprattutto guardando il siparietto del duello che si stava accendendo fra Antares e l'arciere.
Lei si era divincolata quanto bastò per urlare "Per Lolt dannati stupidi mi avete presa! Fermatevi!". Muldon si girò e le diede una mazzata con la spada di Don Qixote senza sfoderarla. Cadde a terra svenuta.
Ma la scena più comica era vedere come se la cavava il mago dalle vesti rosse un po' usurate.
Il drow era agile e capace. Antares era lento ed indietreggiava a saltessi scomposti mancando di parare e mantenendo la spada troppo in alto.
L'avversario era sconcertato da quel balletto e guardò per un attimo con odio Muldon. Era troppo sicuro di sé e atterrò sulla sua zucca una piattonata di Anatares che esclamò "Ma come non è morto!"
"La spada non si impugna così ma così" fece vedere Muldon con la spada di Don Qixote colpendo il malcapitato che aveva portato una mano sulla testa ammaccata. Detto questo il Signore dei Ghiacci lo colpì con forza al polso con cui impugnava la spada e quest'ultima cadde.
"Ma non gli hai tagliato la mano!" osservò Antares che per risposta ebbe un "Non è sfoderata!"
Il drow gemeva dal dolore, arretrò riprendendo la guardia verso Muldon ed estraendo prontamente due coltelli.
Ma alle spalle gli diede una piedata Antares e precipitò verso Muldon. Questi gli pestò un piede e gli diede una zuccata.
Il drow si era fatto sfuggire anche i coltelli e a terra con le due mani si teneva il piede.
Muldon si avvicinò quel tanto che bastava a rivelare bene il suo viso "BUH!"
Il drow saltò in piedi con una furia esagerata che gli permise di cadere dall'altra parte, di muso "Santa Lolt! Muldon!" urlò a squarciagola e scappò a velocità impressionante.
"Sono così brutto?"
"Corriamo! L'incendio è ovunque e magari ci sono dei drow meno complessati!"
"Questa però ce la portiamo dietro" afferrò per la cintola la sacerdotessa facendola cadere sulla spalla destra.
I due fuggirono di corsa con alle spalle l'incendio che divampava. Antares era meno abituato nelle attività sportive, aveva il fiatone e avvertivano entrambe che i drow stavano tornando all'assalto.
"Muldon prima ti sei teletrasportato di fronte a lei! I gambali, mi ricordo! Per quelli basta la volontà, fammi teletrasportare non ce la faccio più."
"Non posso teletrasportare altri oltre a me... ho capito..." Si slacciò in corsa un gambale poi l'altro facendo cadere in malo modo la donna. "Se mi mandi qualcuno forse è meglio" aggiunse con il tono più scocciato che avesse nel suo repertorio.
"Meriteresti qualche altro mese nell'Underword!" disse Antares lanciatosi sui gambali. Appena infilati, nemmeno allacciati e ancora seduto svanì. Nel posto dov'erano arrivarono delle frecce.
Altre colpirono Muldon alle spalle. Anch'esse caddero dopo l'impatto, spezzate o meno senza sortire effetto.
Si gettò in avanti per raccogliere lo spadino di Leidejas, almeno di quello poteva usare la lama.
Analizzò meglio la situazione. No, non c'era spazio e conoscendo i gambali era certo che avrebbe dovuto attendere troppo per gli aiuti dalle Torri del Sapere.
Cercò istintivamente qualcosa sotto la maglia adiamantina.
Ne uscì un guanto d'arme nero che infilò nella mano destra e con quella così bardata afferrò un'elsa argentea che non aveva lama...

"Non ci sono notizie?"
"No Sua Eminenza Antares di Scorpio." riferì un giovane apprendista dell'Accademia delle Arti Arcane.
"Possibile che non ci sia nulla?"
"No sua Eminenza, non direi!"
"Riferita allora perché titubate?"
"Il bosco di Adven è terribilmente sfigurato"
"Certo certo l'incendio ma arrivate al dunque!"
"L'incendio, non solo..." disse il giovane. Era decisamente sconvolto ed Antares, nella sua veste rossa preferita, si accorse solo in quel momento della sua mancanza di tatto dovuta dalla preoccupazione. "Sedetevi, sedetevi... ditemi con calma"
"Il bosco.. il bosco... le piante... quei corpi, tutto mutilato di netto, uno spettacolo orribile..."
"Fermatevi mio giovane amico ho compreso. Andate e cercate di non pensare allo spettacolo che avete visto."
Antares osservò l'allievo allontanarsi, si voltò e si ritirò nelle sue stanze. "E' successo dinuovo, avrei dovuto portare qualche oggetto magico ed essere più previdente!"
Osservò i gambali riposti a terra con le sue vesti rovinate. "Questi stupidi gambali, avrei dovuto avere con me ben altro!" scosse la testa ripensando all'avventura.
"No, non doveva succedergli" scuoteva la testa mentre ripuliva e ritirava con cura i gambali.

Muldon era ad alcune leghe da quel posto. Per la precisione nei pressi dei Cancelli, sdraiato a terra fissando il tramonto del giorno successivo a quell'orribile nottata. Aveva con sé due spade appoggiate ad un albero. Niente corda: una sacerdotessa drow era legata in una posizione scomoda contro lo stesso albero. Provava a dimenarsi ma le era impossibile. Provava anche a dire qualcosa ma nella sua bocca c'era un pezzo di legno che le deformava il viso e la impossibilitava nel pronunciare qualcosa di chiaro. Un'elsa senza lama e un guanto nero erano ben nascosti.
Il Vassallo fissava il cielo soffermandosi ogn'intanto sulla sacerdotessa. Dopo alcune ore disse "Calmati, domani all'alba verrai consegnata alla Giustizia del Regno di Blue Dragon. Sono un Vassallo." e tornò a fissare il cielo.
All'alba, come promesso, si alzò di slancio. Ripose le armi alla cinta sfoderano un sofisticato spadino elfico. Con esso recise le funi e liberò la bocca della sacerdotessa.
"Tu... tu non sei un Vassallo! Sei un demonio!"
"Vi ho già avvisato della Vostra malcreanza. Si dice Voi, Milady, e non tu. Se vorreste seguirmi in silenzio vi affiderò ai Guardman dei cancelli. Camminate davanti a me. Non provate a fuggire. Non provate ad invocare la vostra dea. Non fiatate proprio o la mia risposta sarà netta. La direzione è quella" indicando in lontananza i Cancelli.
Muldon dei Ghiacci
00venerdì 17 dicembre 2004 22:52
Ai Cancelli!
"Che fortuna Sir Don Qixote voi qui!" disse Muldon lanciando una spada foderata.
Don Qixote la afferrò al volo, stava facendo una passeggiata dopo una lunga nottata in Taverna.
Squadrò la giovane drow. Muldon vide il suo sguardo.
"E' una prigioniera, sacerdotessa di Lolt. Attenzione se parla può lanciare terribili sortilegi. Anzi" prese un bavaglio e si assicurò fosse ben stretto. Lei rimase impassibile con uno sguardo pieno d'odio. "Prendetela voi in consegna, io sono di fretta. Ovviamente l'accusa è di capeggiare briganti, assaltare viandanti, il solito. A conferma sarà a Vostra disposizione la testimonianza di sua Eminenza Antares di Scorpio, Capogilda, e le notizie che giungeranno riguardo al Bosco di Adven. Ma vi incuriosisce più questa o ciò che avete in mano?"
Don Qixote osservò l'elsa. La riconosceva ed era felice.
"Sir Muldon..."
"Prima di ringraziare potreste almeno avere la buona creanza di sfoderarla?"
"Sì, Subito." e così dicendo la sfoderò.
Si sentì pervaso di una forza indicibile. Si sentiva giovane, senza acciacchi, nemmeno del post-sbornia.
La sua stessa armatura di ordinanza, anch'essa un pezzo che aveva conquistato il suo rispetto con svariati anni di servizio, sembrò raddrizzarsi e alleggerirsi.
"Allora andiamo con ordine. La Spada non sarà mai più un ferro vecchio inutile anche se, come vedete non è cambiata nel sembiante"
"Già, è ancora storta qui come la avevo riposta."
"La Spada ora non avrà poteri particolari ma saprà assecondare il Vostro spirito. Lo capirete con la pratica."
Don Qixote lo guardò incerto.
"Altro punto la spada infonderà resistenza e forza al vostro spirito e alla vostra armatura. In essa ho visto la forza del vostro legame con essa, ebbene ora essa ricambia con il potere pari a quello di due maghi. Coloro che hanno eseguito per essa, e per voi, un rituale. Antares di Scorpio ed io."
"Era importante foste voi il primo a sfoderarla. E' stato fatto, ora vado perché sono davvero in ritardo, scusatemi... magari ci rivedremo."
Don Qixote era esterrefatto e non sapeva cosa dire. L'aspetto deturpato di Muldon era passato in second'ordine da una parlata troppo svelta e gioviale. Gli era stato detto che Muldon fosse una specie di orso.
Muldon gli aveva già voltato le spalle e tirava dritto. "Ah, dimenticavo!" aggiungeva ad alta voce. "Ha e vi da la forza mia e di Antares, e la riacquista a velocità pari a quella che occorrerebbe a me ed Antares. Non brilla, non è legata ad elementi, semplicemente sostiene la vostra fede in lei e nei vostri valori che mi hanno colpito. E' incrollabile come il vostro spirito."
Detto questo tirava dritto a passo non molto veloce ma cadenzato.
"Sir Muldon..." "Ho fretta, scusate ma devo andare."
"Grazie" sussurrò Don Qixote sorpreso.
"Certo che se ha tanta fretta non voglio disturbarlo." pensò "ma sta andando a piedi! Mah... lo rivedrò quando sarà più disponibile." si voltò e si diresse verso chiunque potesse apprezzare la sua spada.
"Don Qixote!" urlò Muldon "Ma soprattutto ricordate che fra le mani di qualcun'altro torna ad essere un pezzo di ferraglia poco utile!"
Don Qixote urlò "Grazie"
"Prego!"
Il Cavaliere Errante sorrise restando ad osservare sparire Muldon dei Ghiacci oltre la radura. Poi prese sottobraccio la sacerdotessa drow e la invitò cortesemente a seguirla.

Giunto oltre il primo albero, appena sicuro di essere oltre la portata visiva delle mura, si piegò in due ed iniziò a vomitare sangue.
Dopo pochi conati sfilò la cotta adiamantina. Sotto di essa una ferita che lo trapassava da parte a parte nel fianco sinistrò perdeva pus e sangue.
Anche la cavità dell'occhio perso gli doleva.
Ma era un flusso di incubi, ricordi e sofferenza che lo tormentava maggiormente da dentro.
"Sono riuscito a consegnarla" sussurrò.
"Spero che Don Qixote non mi abbia trovato scortese" si piegò dal dolore lasciandosi cadere. "Tre, quattro giorni al massimo starai meglio Muldon. E farai pure magia. E recupererai la balestra. E recupererai i gambali. E ora cammina. Cammina ce la fai. Non lasciare nulla"
Cadde dinuovo nel tentativo di raccogliere la cotta.
Ebbe un conato ma non sputò altro sangue "Lo vedi, lo vedi? Stai già molto meglio. Rialzati." cercava di estraniarsi dalla sua mente infestata e convincersi.
Ripercorse a ritroso un po' di strada. Raccolse una semplice balestra a tracolla. "Eccola. E la drow non si è accorta. E Don Qixote non si è accorto. E' perché stai bene. Alzati e cammina"
Guadò un rivo, ripulendosi e rivestendosi. Aveva ripreso il solito passo lento e cadenzato, alle Torri di Magia avrebbe ritrovato Antares e i suoi Gambali, ma ormai era già alla caverna.
Lì si lasciò cadere a terra, attento però a non perdere i sensi in un sonno che non sarebbe mai più potuto essere ristoratore.

Alcune ore dopo. Ritorno del Messo di Gilda Maghi.
"Sua Eminenza Anatares di Scorpio. Ho informato la Cancelleria del Regno degli eventi di Bosco Adven come convenuto. Ho anche una buona notizia. Muldon dei Ghiacci ha consegnato la sacerdotessa drow, è quindi vivo e vegeto."
"Ottimo. Ottimo. Ottimo. Andate pure."
Poi il Mago dalle Vesti Rosse si recò nel piano superiore della Torre Centrale.
Impose le mani su untavolo che si illuminò. "Sono senza poteri ancora per alcune ore, ma sono certo gradirete questa premura."

Muldon vide l'imbocco della Caverna illuminarsi. Una potente barriera magica.
Riconobbe la matrice dell'incantamento e commentò "Grazie Antares."
Rimase lì immobile fissando i colori cangianti della potentissima superficie magica.
Don Qixote
00sabato 18 dicembre 2004 02:07
La notte era giovane e la locanda cominciava ad affollarsi, come sempre. Era proprio lì che Don Qixote era diretto, a qualche metro alle sue spalle c'era ancora la guarnigione del Regno, luogo di disperazione per briganti e scellerati seguaci dell'oscurità.
"Don Qixote!"
L'Aspirante Vassallo si sentì chiamare dalle sue spalle, era un Guardman della guarnigione.
"Don Qixote, abbiate pazienza, sono costretto a trattenervi, devo farvi alcune domande."
"Prego, dite pure."
"Ecco, il prigioniero che avete testè consegnato..."
"La sacerdotessa catturata da Sir Muldon?"
"Esatto... Beh, sostiene di essere stata molestata da voi. Beninteso Don Qixote, voi siete un Aspirante Vassallo, è chiaro che quanto la sacerdotessa afferma non corrisponde a verità, ma sapete, ho l'obbligo di porvi questa domanda sebbene io sia certo che un Aspirante Vassallo non si comporterebbe mai in tal modo con una prigioniera."
Il vecchio Cavaliere era stupito, quelle accuse minavano non solo il suo onore ma anche la reputazione degli Aspiranti Vassalli.
"Incredibile fino a che menzogne possa spingersi un prigioniero, io non avrei mai......."
L'Aspirante Vassallo si interruppe.
Il Guardman notò tale comportamento "Devo dedurre che avete ricordato qualcosa?"
"Beh, si - disse Qixote passandosi una mano sulla grigia barba - dovete sapere che poco fa Sir Muldon mi ha fatto il più bel dono che io potessi desiderare, non solo ha ringiovanito la mia fedele comp... Ehm... La mia spada, ma a quanto ho capito l'ha anche incantata! E pensare che mi ero quasi rassegnato a perderla per sempre..."
"Capisco, ma giungete al punto."
"Oh certo. Ricordo che lungo la strada per la guarnigione ero al settimo cielo, è stata una grande emozione attaccarmi nuovamente la fibia del fodero alla mia cintura, perciò mentre camminavo, con la mano destra reggevo il braccio della sacerdotessa, e con la sinistra accarezzavo l'elsa della mia spada. E durante il cammino credo di aver detto qualcosa del genere: 'Oh fedele compagna, quanto tempo siamo stati distanti! Non so come ho potuto vivere senza di te al mio fianco, ora so che non ci separeremo mai più!'."
"Che cosa?!" Disse il Guardman tra le risa.
"Eh beh si, ora che ci penso dopo quelle mie parole la sacerdotessa ha iniziato a divincolarsi ed a gemere qualcosa. Heheh! Ed io credevo volesse scappare!"
"Hahahahah! Va bene Don Qixote, potete andare!"
Il Guardman, piegato vistosamente dalle risa, tornò in guarnigione con una simpatica storia da raccontare ai suoi compagni, mentre Qixote tornò a passo svelto in locanda, era davvero ansioso di mostrare a tutti il capolavoro di Muldon.
"Certo - pensò Qixote mentre si dirigeva dai suoi compagni - la locanda del Regno è accogliente, ma non è bello che un Cavaliere come me vi trascorra gran parte del giorno. E' pur vero però che mi sentivo solo, non potevo certo avventurarmi senza la mia fedele compagna."

Pochi istanti dopo, il vecchio cavaliere era circondato da curiosi e raccontava l'accaduto sfoggiando ai presenti la sua vecchia compagna, ora una formidabile spada, il cui unico limite era dettato solo dal potere dello spirito del suo vecchio padrone.

[Modificato da Don Qixote 18/12/2004 2.10]

Gianlu79
00sabato 18 dicembre 2004 13:09
Gianlù si era unito agli avventori per udire il racconto di Don Quixote, anche se gli occhi gli brillavano ancora per le risate. Infatti, come Guardiano del Regno, era stato chiamato alla guarnigione VIMA per assistere all'interrogatorio della drow, insieme agli inquisitori e a Nightlord.
Ed infatti appena il cavaliere ebbe finito di raccontare la storia della sua spada, il Paladino aggiunse: "Fra pochi giorni ci sarà il processo, probabilmente non ci sarà Kramer, per un caso di ordinaria amministrazione, se ne occuperà qualche suo luogotente. Spero venga anche sir Muldon, mi dispiace non averlo incontrato quando è tornato con la prigioniera".

----------------------------

OT: Eh? Muldon, quale sarebbe il lampo di genio a quella data? Non mi dirai che te la sei segnata la battuta sul "Vaso da Cavallo" con annesso orario in cui mi è partita......OT
NightLord
00domenica 19 dicembre 2004 11:49
Il Dhampiro era stato abbastanza "irrequieto" ....
.... durante quei giorni in cui non aveva più visto Muldon dei Ghiacci, il più potente usufritore di magia elementale dell'Acqua che calcava il suolo del Regno.
Era sì dipartito dal sacro reame per una nobile causa, però erano strano che il Ninja percepisse la sua remota presenza di Vassallo fiocamente.
Evidentemente era stato provato da qualche scontro, e la sacerdotessa drow che era stata portata agli arresti poco prima, doveva essere senz'altro opera del Mago dei Ghiacci.
"E' ancora debole...ma sento che è ancora in grado di calcare i suoi passi su questo mondo..." disse a nessuno NightLord mentre si era congedato discretamente da chiunque fosse nei pressi e sparito nella notte.
Gli schiamazzi della taverna si diffondevano allegramente nei dintorni del luogo.
Trapassando le ombre e ricomparendo di tanto in tanto da una di esse, uscì dai Cancelli senza che nessuno se ne accorgesse....era pratica comune e routine di circostanza per un infiltratore millenario della sua perizia.
La premura e la solerzia del suo amico e fratello Vassallo di vecchia data, lo avevano convinto a partire per poter far fede a quanto detto in precedenza: anche l'Assassino aveva voluto fare un "regalo" al valoroso Aspirante Vassallo dal cuor di leone e dall'animo incrollabile, e dunque si era deciso a portare a termine ciò che aveva in mente.
Dopotutto in quei giorni di "inattività" aveva capito cosa fare e dove andare e per Ardhinahak, una volta individuato un obiettivo, solitamente era solo questione di (poco) tempo prima di portare a termine il proposito.
Così quella sera si era avviato, protetto dalle dolci braccia della notte e ispirato dal suo silenzio così confortante.
Mentre ormai si trovava lontano dai sicuri confini del Regno, lanciò un'occhiata all'oggetto che aveva in mano e che per un momento aveva riflesso la luce lunare: era la cintura che qualche ora prima in taverna aveva sfilato con noncuranza dai calzoni di Don Quixote, era l'oggetto ideale che doveva "trattare" ...

Mentre l'Aspirante Vassallo scherzava e mostrava agli altri la sua rinata compagna di avventure, d'un tratto quasi gli scivolarono i pantaloni, che solo un rapido riflesso della mano libera permise di non reargli non poco imbarazzo.... come era possibile che la sua cinta fosse scomparsa ?!?
Era la domanda che si era fatto mentalmente il cavaliere errante mentre alla rinfusa si era accomodato le braghe.
NightLord
00lunedì 20 dicembre 2004 11:34
I componenti dell'artefatto (1)
Con uno strappo ben deciso, l'Assassino di Corte sradicò uno dei due canini del malcapitato vampiro il quale era stato colto di sorpresa.
"Maledetto miserabile! Come avete fatto a non farvi percepire?! ... e soprattutto come avete osato umiliarmi così ?!?"
sibilò il nonmorto portandosi la destra alle labbra. Lo sguardo d'odio e d'ira del succhiasangue era evidente e squadrava con occhi penetranti la figura appena distinguibile di NightLord.
Il suo magico Mantello delle Tenebre lo avvolgeva a mo' di armatura senziente e dinamica, cambiando forma in continuazione e rendendo appena distinguibili le sue fattezze anche per una creatura della notte in grado di penetrare le ombre con la propria vista.
Il Dhampiro rise mostrando le fauci "E ovvio .... perchè non sono vivo quanto voi..." le sue parole erano ironiche e dal tono di voce già pregustavano lo scontro.
Il vampiro fu sorpreso dal realizzare che anche colui che gli aveva strappato un dente fosse un altro della sua razza.
"Ma per quale diamine di motivo uno uguale a me dovrebbe volere un dente ?" il malcapitato non aveva compreso il gesto apparentemente inutile di Ardhinahak ma ciò non fu di grande importanza "..poco male, vorrà dire che sarò ben lieto di gustare del deliziosissimo sangue da un mio simile!" ghignò il nonmorto preparandosi all'assalto.
Il Ninja, dopo aver dato una rapida occhiata all' "oggetto" che aveva nella propria mano guantata, lo infilò in uno dei numerosi sacchetti che celava addosso e si preparò ad agire.
Con un balzo ferino il vampiro si gettò lì dove si trovava quella massa di ombre turbinanti, ma i suoi artigli non colpirono nulla, come se il suo obiettivo si fosse spostato rapidissimamente o non fosse mai stato lì.
Si sentì qualcosa piombargli addosso dall'alto e due gambe dalla presa d'acciaio saldarsi fortemente intorno al basso torace immobilizzandogli al contempo le braccia.
Mentre NightLord estraeva con la sinistra la Katana del Drago Minore, con la destra afferrò di scatto l'altro canino rimasto alla sua preda, e glielo strappò di netto.
Ben sapendo che tale azione avrebbe provocato nessun dolore rilevante al suo avversario, optò per usare la sua katana incantata per alleggerirlo della testa.
Il corpo mutilato del vampiro cadde a terra con un tonfo sordo sulla pietra della cripta.
"Molto bene" disse in un sussurro il Dhampiro mentre si allontanava per guadagnare la soglia e chiudeva le pesanti grate alle sue spalle "ora ho le prime componenti per la mia cerca...vediamo di scovare le altre..." aggrotto le sopracciglia mentre vagamente osservava il volto del vampiro che ancora ringhiava di rabbia e tentava di azzannarlo inutilmente, visto che veniva tenuto per i capelli.
Prima di abbandonare il cimitero nel quale era venuto una volta saputa dell'esistenza di un dannato nella zona, infilò la testa recisa su uno degli incensieri vuoti che si trovavano nei pressi di una tomba probabilmente scavata il giorno stesso per la scomparsa di una persona.
Mentre si dipartiva dal loco disse in direzione del perdente che ancora lo malediceva e lo insultava "Suvvia, non siate così ingrato... godetevi lo spettacolo dell'alba che tra breve giungerà .... è uno spettacolo che i vampiri solitamente hanno la "fortuna" di vederlo una volta sola nella loro esistenza da predatori".
Il sarcasmo di Ardhinahak fece passare la voglia allo sfortunato di proferire inutili altri vocaboli.

NightLord
00lunedì 20 dicembre 2004 11:58
I componenti dell'artefatto (2)
Il demonista rideva per la soddisfazione di essere riuscito in tempo ad evocare un infernale.
Fortunatamente aveva studiato a sufficienza i tomi oscuri e blasfemi per anni ed era divenuto un evocatore di diavoli e domini abbastanza provetto .... certo, anche grazie al fatto che in cambio di tale potere aveva dovuto cedere parte della propria anima al demonio... ma poco importava al momento.
Ciò che importava era che un discretamente grosso demone caprino avesse risposto alla sua chiamata e che lo difendesse da...quell'intruso.
Già, ma cosa voleva quell'oscusa figura?
Perchè un tale pazzo si era intrufolato nel suo nascondiglio, dove neanche i ratti desideravano recarsi?
Sì, probabilmente la sete di sangue lo aveva spinto lì per cibarsi, visto che inequivocabilmente si trattava di un vampiro, ma non v'erano molte più facili prede per le strade di quel paese?
Scosse la testa mentre recitava le parole di dominazione finale e tracciava nell'aria con le dita un simbolo maledetto verso la propria evocazione.
Il demone ululò, sentendo una forza invisibile penetrargli nella mente, e imporgli di eliminare la sgradita "visita".
Purtroppo per l'umano corrotto, NightLord non era un guerriero che si atteneva ad una sorta di "regolamento" o di "buon costume" o di "spirito cavalleresco": la sua professione di assassino gli aveva insegnato nella sua millenaria esistenza a trarre vantaggio da ogni attimo di debolezza del proprio avversario. Cosa da molti giudicata abominevole, da pochi altri intelligente.
Scagliò alcuni shuriken dritti allo stomaco dell'uomo, colpendolo e facendolo crollare a terra... dopotutto erano stati lanciati da un braccio di una creatura della necromanzia, non di un umano.
Lo scellerato a terra alzò gli occhi mentre la vista gli si offuscava, incredulo, per vedere almeno se la sua creatura avrebbe fatto a pezzi quel cadavere ambulante.
Il grosso bipede dalle sembianze capriformi caricò a testa bassa Ardhinahak, il quale decise di non muoversi, ma di subire l'impatto.
Il Dhampiro mosse le mani ad una velocità incredibile seguite da uno scintillìo, ma la botta lo scagliò indietro di vari metri, sfondando la porta in legno che lo separava dall'altra stanza buia e scomparve nel nulla.
Il demone sbuffante osservò l'oscurità in cerca del suo fantomatico opponente ma invano.
Il Ninja riconobbe la forza del demone : dopotutto gli aveva fatto fare un bel capitombolo! Però, da lì a danneggiarlo senza le punte delle sue corna, ce ne voleva ....
Esatto, senza la parte affilata delle corna.
NightLord soppeso nella mano i due moncherini che aveva reciso con la katana prima dell'impatto: erano proprio il secondo ingrediente che gli serviva.
Mentre tornava in superficie mediante una scaletta dalla quale era precedentemente sceso in quel tratto della rete fognaria, sentì le urla del povero sciocco mortale.
Ghignò soddisfatto pensando che per sfogare la propria rabbia e per ringraziare l'omuncolo che lo aveva disturbato evocandolo, il caprino aveva deciso di portarlo anticipatamente seco all'inferno.
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 08:10.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com