Personaggio e Obbiettivo

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Scorpions Academy
00lunedì 14 novembre 2022 10:09

Quando scrivi un libro, e crei i personaggi principali, devi affrontare il secondo passaggio, ovvero: farli agire.
E cosa porta all’azione? Un obbiettivo.
Perché un libro, ma soprattutto un film, è il racconto di azioni.

E qui torna utile il nostro famoso cerchio:
L’obbiettivo smuove il personaggio verso l’azione, che mi porta ad un mezzo per raggiungere l’obbiettivo.

L’obbiettivo è fondamentale, perché senza un obbiettivo il personaggio non si muove.
Ora vediamo alcuni punti da capire sull’obbiettivo:

1. Nascita, crescita e variazione dell’obbiettivo: in genere un obbiettivo nasce con l’intento di spingere il personaggio a migliorare la sua situazione, qualsiasi essa sia. Es: la mia famiglia è in crisi nera, il mio obbiettivo è fare più soldi. L’obbiettivo cresce con il crescere della storia, può anche non nascere all’inizio, ma è importante che non facciamo restare il personaggio troppo tempo senza un obbiettivo se no diventa noioso.

2. Come dev’essere l’obbiettivo? L’obbiettivo dev’essere: ambizioso, plausibile e accattivante.
Significa: ambizioso che deve puntare in alto, ma anche plausibile: cioè che non punti troppo in alto, perché se fai un obbiettivo che punta troppo in alto per il personaggio per esempio: un poveretto che vuole diventare primo ministro, capisci che diventa difficile, puoi farlo? Sì, ma dovresti suddividere l’obbiettivo in tanti più piccoli e più alla portata e devi giustificare bene la vittoria del poveretto, così da farla sembrare plausibile.
E infine: accattivante, cioè deve prendermi quando lo sento.

3. Terzo punto abbiamo la conclusione di un obbiettivo: che alla fine è la conclusione della storia, la storia si conclude quando l’obbiettivo si conclude e come si può concludere? Fondamentalmente in tre modi: o l’obbiettivo viene raggiunto, che non vuol dire che tutto finisce bene, perché il personaggio può anche morire nel raggiungerlo, come in V per vendetta. O fallisce, e può fallire anche sopravvivendo, o lo abbandona, e qui abbiamo un’involuzione del personaggio che in gergo cinematografico si dice: finale a stasi.

Un po’ come la storia della volpe e l’uva.

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