Caro Aldo,
Infatti non c'è alcun problema. L'avidità del ricco nell'aldiquà gli causa la sofferenza nell'aldilà. Questo non è un rovesciamento delle parti come dici tu?
Gesù non stava parlando di aldilà ma di aldiquà, il mutamento sarebbe stato durante la vita di quei farisei. Erano i che farisei credevano in una retribuzione dopo la morte, e dunque finché erano in vita pensavano di non subire alcuna conseguenza, Gesù invece vuole sottolineare che
già in vita essi avrebbero subito un rovesciamento della loro sorte, non a caso cita il fatto che essi non avrebbero riposto fede nella sua risurrezione come non riponevano fede nella Legge e nei Profeti, ad esempio insegnando dottrine come quella sull'aldilà, estranea alla Legge e ai Profeti.
Infatti l'antropologia di riferimento è quella dei Farisei che Gesù fa propria in quanto usa la visione dell'oltretomba che hanno loro
Dunque dai ragione a me, Gesù usa un'antropologia che non condivide, non Scritturale, solo per deridere le dottrine dei farisei e usarle contro di loro.
Altro che morti non consci di nulla di Ecclesiaste, questo è un altro grande ribaltamento rispetto al passato sulla concezione dei morti
Per Gesù l'antropologia di riferimento non è quella della tradizione umana, naturalmente, ma resta quella della
Tanàkh e secondo tutti i biblisti nel NT questo rovesciamento antropologico non c'è mai stato, restando nel solco della tradizione antropologia veterotestamentaria.
Dipende. Se l'uomo che muore è greco va nell'Ades, se è semitico va nello Sheol...
Si hai ragione, è un errore di battitura, per Gesù chi è condannato da Dio non va nell'Ades ma va nella Geenna. Dunque il ricco, se era già stato giudicato da Dio, avrebbe dovuto essere gettato nella Geenna.
Tu pensi che Giuseppe Flavio conoscesse alla perfezione e facesse propria l'escatologia dei Farisei?
Il punto è che da quello che scrive non è facile capire con certezza quello in cui credevano i farisei del I secolo, quando parla di "anime" non parla di "spiriti" e per i giudei l'anima era una cosa differente dall'anima spirituale.
Essendo la sua cultura ellenica, da un seguace di Platone, con anima intendeva la componente spirituale dell'uomo che nulla ha a che fare con il concetto di anima che avevano gli ebrei anche al tempo di Gesù
Veramente Giuseppe Flavio era un giudeo palestinese, ma da questo a dire che era un platonico... dove trovi questa informazione, cioè
dove Giuseppe Flavio dice di aver adottato le idee del platonismo, che per altro non erano le sole, sull'anima?
Nel NT con anima si intende la parte interiore dell'uomo, fatta dalle passioni, dai sentimenti... Nel VT invece l'anima era tutta la persona, fatta di forza vitale e corpo
Vedi, sono proprio queste affermazione, per lo più perentorie, che mi suggeriscono che tu conosca poco e nulla l'antropologia giudaica. Permettimi di suggerirti di fare qualche ricerca in un buon dizionario biblico, vedrai che la concezione dell'anima nel NT e nell'AT è sostanzialmente
identica.
Per nulla, dottrinalmente parlando Gesù era fariseo
Dunque secondo te
Gesù era un fariseo? E a quale Rabbi si ispirava? Perché sai bene che i farisei non avevano certo una dottrina unitaria, ma erano in continua discussione tra maestri della Legge, con opinioni molto diverse e a volte contrastanti... Aldo, tu pur di salvare la tua concezione dottrinale t
rasformi Gesù in fariseo, siamo davvero al ridicolo!
Certo, come spiegato prima c'è una differenza enorme con il VT
Dal punto di vista delle concezione antropologica
tutti i biblisti sono d'accordo che non esiste alcuna differenza tra AT e NT, poi ovviamente puoi credere quello che vuoi, ma il consenso generale, senza scomodare testimoni di Geova, cattolici e protestanti, è quello.
Per nulla, tutto è in perfetta armonia con le Scritture se nelle stesse si riesce a cogliere la luce progressiva di Dio
Certo, e la luce progressiva di Dio per te significa adottare le idee platoniche e le concezione pagane?
Shalom