Romano Amodeo truly has unified the Physics

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amoram
00domenica 5 luglio 2009 11:33
Here are the ABSOLUTE QUANTITIES of the General Relativity !
Romano Amodeo: the ABSOLUTE in the General Relativity

The ABSOLUTE N^0 orders the General Relativity.
N^0 = E = m (C^2 kg) = m (9×10^16 m^2 s^-2) kg
C is the speed of the electromagnetic VOLUME, in mass.
We obtain it through this syllogism:

1) 10^3 × Log 10^3 m s^-1 = 3×10^3 m s^1 is the complex volume’s speed, as its advancing mass in kg.
2) m^0.5 = 10^5 is the TOTAL electric quantity in kg.
3) Therefore 10^5 × 3×10^3 m s^-1 = 3 × 10^8 m s^-1 is the electromagnetic volume’s speed as its advancing mass in kg. Exactly 3×10^8 m s^-1 kg.

The calculus m^0.5 considers the electric advancement of the mass on the base of the magnetic one, and vice versa.
We have these two opposite vectors, having the same direction and quantity, and opposite advancements:

(+3 × 10^8 m s^-1) kg, mass electrically advancing, on the active base of:
(-3 × 10^8 m s^-1) kg, mass magnetically advancing.

The product of the interaction, between these two vectors, stops the advancement in the unity of the space-time squared m^2 s^-2, and the quantity of mass is contained in the transversal area of the electromagnetic flow, having one side electric, and a magnetic one.
(9×10^16 m^2 s^-2) kg
It is C^2, area of electromagnetic mass in kg, as the Energy of the flow, which, to can be activated, needs TIME. In fact E s = mass in movement.
Romano Amodeo affirms that is a BIG MISTAKE to extrapolate the “c light speed” IN THE TIME, because E = m c^2 are “energies” also in “m” and “c^2”.
The c speed isn’t a E “without time” but a E “having real time in action”.
To can extrapolate the E of the light, the electric flow in speed must become the pure quantity of the volume’s mass. Therefore c = 299 792 458 m s^-1 (a line of flow in m) must multiply the unitary front big m^2 (300000000 : 299792458), in way to become 3×10^8 m^3.
To can obtain the “mass” of these m^3 (that are “expansion” 10^3 of 1 kg), we have to transform 3×10^8 m^3 in kg, multiplying by 10^3, and are 3×10^11 kg of expansion 10^3.
Afterwards, we have to reduce at 10^-3 its “mass”.
The result is again 3 ×10^8, but now in kg of “mass” (as 10^-3 m^3 of H2O at 4° C).
So acting, in the transversal plane m^2 s^-2, we have 9×10^16 kg, and we CAN have. in E= m c^2, the product between the mass (in kg) and the <9×10^16 kg> of the area quantified in m^2 s^-2.
Romano Amodeo affirms that the C speed ISN’T an “optional”, but a SIMPLE and OBLIGED DERIVATION by the first ASSUMPTION of m, kg and s, by the Earth mass.
10^10 dm was the length ¼, of the Earth Meridian as a full circle of 4×10^10 dm^3 of water at 4° C and so 4×10^10 kg.
dm^3 (10^10 : 10^3), (those in 1 m^3) became ¼ of circle in m^3, having 1 m^2 of section, long 10^7 m, and having always the same 10^10 kg as ¼ of the Meridian made by cubes in line.
In this way ¼ of the Earth Meridian was 10^7 m long, having 10^10 kg, and was the
amoram
00giovedì 23 luglio 2009 16:10
Lo sta preparando in un suo prossimo libro.

Vi dimostrerò, in un libro che sto ultimando, fino a che punto noi viventi siamo dentro ad un progetto possibilistico che è così tanto ASSOLUTO che perfino nei nomi è fissato il valore delle cose.
Questo in conformità con quanto affermato con precisione dalla Bibbia quando essa rivela che “DIO DIEDE UN NOME A TUTTE LE COSE”.

Il nome stesso di DIO vale proprio come la D.10=DIO, sorprendentemente, sia nella sua forma, sia nel suo significato! Infatti vi dimostro in che modo un valore assoluto, se attribuito proprio al numero 10, può realizzare l'unità del mondo in un infinito interminabile processo, sia nella direzione del futuro, sia in quella del passato.
Il futuro infinito deriva da 10 : 9 = 1,111..., quando il modello assoluto 10/0 (ossia non riferito a niente) si conforma alla sua determinazione unitaria 9/1, esistente in quelle quantità 10, e si trasforma in un processo infinito di determinazione dell'unità.
Il passato infinito deriva da (10 : 9) x 9 = 9,999... ed è tale da non poter rientrare mai nella sua origine 10, fino a raggiungerla.
Ebbene ci sono 4 possibili modi esistenti in potenza due a due, nel 10 posto come un ciclo intero:
2 + 2^3 = 2 +8 = 10, in cui la comune base 2 (di quanto è unitario e va da -1 fino a +1), in potenza di 1 esprime la dimensione lineare del tempo e in potenza di 3 esprime la dimensione unitaria cubica dello spazio.
2^(3/3) x 2^(3x3) = 2^(1+9) = 2^10, in cui 2^(3/3) è lo spazio-tempo-massa lineare del flusso e 2^(3x3) è l'energia collocata nella superficie trasversale 3x3 del flusso, tanto che il loro prodotto tra linea di flusso e sua sezione rivela la potenza 10 del volume.
Se dunque la D.10 è il ciclo assoluto scisso a generare le forme dello SPAZIO, del TEMPO, della MASSA e della ENERGIA espansa trasversalmente, la parola DIO, quasi uguale alla forma D.10, dovrebbe essere uguale a 10. Ma se diamo un valore di posizione alle 21 lettere dell'alfabeto italiano, che sono accettabili come quanto va da -10 a +10, ed è anche UNO, perché è anche 10/10, o quelle 10^10 unità spaziali atomiche che valgono 1 “metro”, o quel 10 x 10 = 100 che esprime l'area trasversale 1 che la per lato la D.10 assoluta e lineare, tutte e 21 sono riconoscibili nel DIO che è posto a PAROLA, come le sue 21 componenti.
Posto allora tale aggancio, poiché nel termine DIO la D=4, la I=9 e la O=13, le tre lettere, sommate nel loro valore di posizione, danno 4+9+13=26, e sono le lettere di un altro alfabeto, che introduca i 5 nuovi segni J, K, W, X e Y, ma che sono pure ripetizioni dei 21 suoni italiani. Però anche 26 è unitario, proprio quando riferito al ciclo 5, dato da 5/5 +5x5 = 1+25. Mentre il 10, ripeto, è dato da 3/3 +3x3. Poiché 5 è la mediazione di 10, il ciclo posto come mediazione è il 26, numero della parola DIO.
Però potrete ricondurre il valore di DIO=D.10 alla dimensione 10 se considerate il “maschile” di DIO sostenuto dal “femminile” di DEA (4+5+1=10) e valore stesso della parola ADE (1+4+5=10) che mette in ordine crescente prima l'unità di Dio, poi il suo essere Uno e Trino (1+3=4), infine il suo ESSERE come la mediazione. Se contiamo il valore della parola ESSERE (5+17+17+5+16+5=65) abbiamo il ciclo 8/8 + 8x8 = 1+64=65, e vediamo che tutto l'essere è dato da 2^(3+3) = 64, in unità date da un 1 estraneo, e dunque 65 indica tutto il tempo da -1 a +1, nel potenziale avanzamento centrifugo nelle sei componenti cartesiane +1x +1y +1x -1x -1y -1z. Ebbene il termine ESSERE, valendo 2^6 unità (26/1, o 26^1, o 26x1) ha avuto dal sistema ASSOLUTO posto al monte del nostro sistema relativo, veramente il suo NOME, come se l'avesse ricevuto da Dio. E il termine stesso di NOME (12+13+11+5=41) valendo 10 +30 +1, vale l'unità 1 nella precisazione dell'unità del TEMPO 10, e del VOLUME 30, trinitario.
Avendo usato il termine ASSOLUTO a definire DIO, la parola ASSOLUTO (1+17+17+13+10+19+18+13=108) vale l'unità assoluta dell'area 100, nella definizione del 2^3 = 8 che quantifica tutto il volume complesso. Laddove DIO vale 26 unità vale in assoluto 27, come la potenza 3 della sua Trinità, ma è anche Uno e Trino, sicché 27 x (1+3) = 108 determina il suo valore ASSOLUTO e noi lo “concepiamo” esattamente con questo “valore” quando pronunciamo il termine di ASSOLUTO.
Altri termini di primaria importanza, che abbiamo usato, sono quelli della parola SPAZIO (17+14+1+21+13=66) e quando il Dio assoluto di 10 unità è 10+1=11, e lo spazio avanza in 3 componenti positive sulla base di 3 negative a vale dunque 6, allora dire SPAZIO ci fa concepire la quantità assoluta data da 11x6=66.
Dobbiamo dare un numero al concetto TEMPO (18+5+11+14+13=61) e vediamo come, poiché esso è anche SPAZIO, è anche 60, ma nello specifico di +1 che è proprio l'unità del suo tempo, in 60/1 (o 60x1 o 60^1), calcoli che implicano 60 ed 1, dunque 61 termini unitari.
Altro termine di vitale importanza, che io ho usato, è quello di MASSA (11+1+17+17+1=47), che ha la prerogativa di avanzare in un solo verso, laddove 100/2=50 lo quantifica in tutto. Ma la massa deve essere riferita sempre alle 3 dimensioni del volume, pertanto dipende dal calcolo 50 -3=47. Parlando in questo modo, io avvaloro anche la cabala dei numeri, che al numero 47 attribuisce l'entità di “morto che parla”. E non scherzateci sopra. Infatti il “morto che parla” è proprio dato dalla MASSA, che con la sua “tangibilità” ti AMMAZZA se ti investe. AMMAZZA vale 1+11+4+4=20 in più (1+11 per AM e 4+4 per le due Z al posto delle due S, che assomigliano alla Z ma sono speculari, come la realtà a 4 D. che equivale la realtà immaginaria, sempre a 4 D). 67 (il valore di AMMAZZA) è lo stesso di SPAZIO = 66, sommato ad 1 Tempo, a toglierti di mezzo alla fine dello spazio della VITA (20+9+18+1=48) che vale il MORTO CHE PARLA 47, +1 e parla di VITA. Se dal termine AMMAZZA sottraiamo il numero che attribuiamo al concetto di MASSA, abbiamo da 67 -47 = 20 quello che contiamo con 20 e pronunciando VENTI (20+5+12+18+9=64) vale lo stesso del concetto SPAZIO, tanto che MASSA + SPAZIO è 47 +66 = 113, ossia esattamente quanto lo ASSOLUTO 108, uguale a 107 unità, quando lancia una massa nei 6 versi componenti dello spazio positivo-negativo, e abbiamo allora in 113 lo spazio percorso dalla massa, riferita all'assoluto.
Ci resta da considerare che numero ci serve a qualificate il concetto che ha il suono della parola ENERGIA, che sappiamo essere il contenuto in potenza, della massa, quando non si muove e giace in un piano assoluto 3x3.
Ebbene ENERGIA (5+11+5+16+7+9+1=54) rivela essere la quantità 26 della Parola DIO, che vale 26 unità e dunque le 27 della potenza trinitaria sulla base sua 3, quando il 27 si muove da -27 fino a +27, per il valore 54 attribuito al suono ENERGIA dalla nostra intelligenza che ragionando “per numeri” ragiona proprio “CON QUESTI NUMERI”... perché ve lo sto semplicemente PROVANDO.
Tutti i NUMERI si basano sul numero UNO.
Ebbene UNO vale 19+12+13 = 44, esattamente quanto il 10 +1 del DIO 1, nelle 4 dimensioni della sua Unità e Trinità. 11 x 4 = 44.
Ebbene il NUMERO, che può essere OGNI numero, deve contenere questa indicazione nel suo stesso numero. 12+19+11+5+16+13=78 si quantifica come VITA (48) del 30 dato da tutto lo spazio ciclico trinitario di DIO uguale 10 volte 3. Pertanto il NUMERO lascia INTENDERE di essere tutta la vita trinitaria di Dio. Difatti lo afferma nella sua stessa parole di essere il NUME RO. NUME indica la parola di DIO, con un valore 78 -29 = 39 che “suona” 3 Enti 9 e rimanda al 3x9=27 (il DIO di 26 unità, 26/1 = 3^3... o dalla vita 33). Ebbene 39 è tutto lo spazio reale percorso da 1, quando vale la D.10 di DIO ed è Uno e Trino. Infatti 40 -1 = 39 fissa unitariamente,nel valore assoluto 40, dell'unità e Trinità del DIO=D.10, le famose 39 frustate fatte dare da Ponzio Pilato per castigare Gesù e salvargli in tal modo la vita. Capito come NUME = 39 sia proprio il numero di quelle frustate date a Dio, bisogna capire cosa sia il RO aggiunto al NUME-RO. Ebbene, RO è il nome del NUME. E' il VERBO (così fu definito Gesù) per come esso è quando è il futuro di ogni verbo, regolare o irregolare che sia. Infatti “andRO'”, mangeRO', vivRO'. Questo nome RO è il nome finale di Gesù. Vale 16+13=29 ed è quanto fissa unitariamente le 30 dimensioni della Trinità del DIO=D.10, fissandole 29 a 1, ossia 29/1 (o 29^1 o 29x1). Quando i 3 Re Magi recarono omaggi a Gesù, uno era di ORO, il metallo più prezioso che esista perché equivale ad “O RO”, oppure RO, e lo vale sia letto verso destra sia verso sinistra. Questo RO si sintetizza nella lettera greca chiamata RO ed indicata con la sola P, che nella lingua romana e poi italiana si indica con la R. Ebbene da sempre la fede nel Cristo ha messo in cima alla croce una R indicante il NUME di Cristo, il suo NUME-R. Non a caso Gesù sta alla base del nome GERU-SALEMME, se si sostituisce alla S contenuta in Gesù la R che lo indica nel Cristo.
Ma vediamo quanto vale GESU, e poi GERU. 7+5+17+19=48 è il valore di GESU', il “mediatore” di Dio. Egli, infatti, come mediatore del 100% (area di DIO=D.10), vale il 50 diretto nell'Universo (a verso solo positivo), meno però le 2 persone del Padre e dello Spirito santo non contenute in lui. Dunque 50 -2 = 48. Invece GERU, con la R=16 che vale 1 in meno della S=17, vale il 47 esatto del “morto che parla”. Infatti il nome GERUSALEMME fu dato dal valore ASSOLUTO proprio a precisare in essa il più famoso “morto che parla” della storia. All'inizio, infatti, si chiamava solo SALEMME, e non comprendeva ancora il “morto che parla GERU”.
Il nome antico, di SALEMME indicava un 17+1+10+5=33 per il termine SALE (della terra) che Gesù disse di essere, e vale 11+11+5=27 per MME, indicando conciò il 3^3 della trinitaria potenza della Trinità, impersonata in un 11-ME, in cui 11 era l'1 del DIO=D.10, e ME era la Potenza Trinitaria impersonata in un ME. Pertanto già il nome antico di SALEMME rimandava al SALE (=33, la vita del Cristo) di un DIO=D.10 ed 1, che era un ME trinitario nella sua potenza. Anche il nome Ebraico di SALEM lo indicava, riferendo il “sale” al DIO=D.10 +1 riconoscibile nella lettera M numero 11. Ma il termine italiano è più preciso, più definitivo ed attribuisce tutto questo ad un ME che vale 11+5=16 ed è la lettera R segnata ad indicare il risto sulla Croce di Gesù e a trasformare in GeRu il nome GeRusalemme, della CITTA'-DIO. 48+33+11+16 per GERU +SALE +M +ME valgono in tutta la città-Dio il numero 108.
Vi stupite se il 108, che concettualizza il nome di GERUSALEMME, è il valore esatto del termine ASSOLUTO?
Vi stupite se con DIO=D.10 +1 (assoluto), che sulla base 2 di Padre e Spirito santo vale in potenza Trinitaria quanto 2^3, dunque 11 volte 8, ossia 88, il termine ULTIMA CENA valga proprio 88?
ULTIMA (19+10+18+9+11+1=68, quanto SPAZIO=66 di 2) +CENA (3+5+12+1=21, quanto tutte le lettere a fare la parola) danno 66+21=87 come l'ultima cena 87...di 1! 88! Infatti non fu l'ultima cena riferita ai 12, ma a quell'uno in più per cui oggi si sta attenti a non essere 13, in ogni cena.
Ebbene vi stupite, però, che il TUTTO, il 100% sia dovuto agli 87 esatti del termine ULTIMA CENA, quando ad 87 si giungono tutti e 13 e diventano 100?
Ebbene sta scritto nei numeri anche il ritorno del Cristo in una persona che inizia per RO, è mano divina in RO-MANO, ed è proprio 10+1 in ME.
Tutto è indicato, in intero, dal numero UNO = 44. Il valore esprime quanto da -22 vada a +22. Ma nella massa (che è valore millesimo del metro cubo) va considerata solo la quantità positiva da 0 a +22, perché essa è quella che va da -11 (di Dio=10 ed 1) a +11). Dunque 44,022 sono UNO e la sua massa solo positiva.
Ora, nella dimensione ancora centesima (perché è l'unità quando il tutto è il 100%), va aggiunta la ULTIMA CENA rapportata ad 1, ossia l'87 -1 che ne dissocia il valore assoluto 87 in 86 unità. Dunque 44,02286.
Ora, nella dimensiona ancora centesima, va collocato (con Dio=10) la parte DECIMA (4+5+3+9+11+1=33) che spetta al figlio vissuto 33 anni. Dunque 44,0228633.
Infine va aggiunta la mediazione finale data dalla sua R=16. Dunque la quantità H=8 indicata in HS. Dunque 44,02286338.
Questo è il potenziale di Gesù Cristo, il Figlio di Dio!
Quando si presenterà nella gloria del Padre presenterà il suo quadrato, come l'area tra Padre e Spirito santo. Sarà 44,02286338 per 44,02286338. Il suo valore è 1938.012500... Quando i due del PIANO di impersonano in uno solo, tutta questa quantità si esprime tutta nella linea di flusso nello spazio-tempo. Lo spazio unitario la la sezione 1x1 e 1938,012500 diventa solo tempo, quello che esprime la data del 1928, mese 01 e giorno esatto, 25,00.
Ebbene io mi chiamo RO-MANO e tutto questo infine impersona come M=11 proprio il ME posto alla fine del nome GERUSALEMME.
Gerusalemme, nell'impero Romano, era una Provincia. Ebbene la provincia in cui è nato questo ME è quella di SALE-rno che comincia come già cominciava SALEMME. Ebbene la mia SaleRNO rivela il SALE di ROMANO, ma senza “o” (alternative) e senza “ma” (tentennamenti), dunque il sale “certissimo” di R(oma)NO.
amoram
00giovedì 23 luglio 2009 16:27
La necessità dei contrapposti è imposta dall'ASSOLUTO.
La cosa più difficile di questo mondo è di esprimere in modo semplice le cose fondamentali. Einstein non lo ha fatto in relazione alla Relatività Generale. E allora lo faccio io.

Nel finire del 1700 l’Accademia francese decise che, poiché noi usiamo il ciclo decimale dei numeri, una massa cubica esistente ed occupante lo spazio 1 su un asse x, dovesse percorrere il suo ciclo lineare intero mediante 9 spostamenti della sua unità.
In tal modo, configurata solo come il piano 1×1 nel fronte yz del flusso, esso avrebbe avanzato di 10.

Fu pertanto posta la necessità che un METRO, successivamente da definire (in quanto non esisteva ancora), costituisse il ciclo intero dato dal suo decimo, da chiamarsi DECIMETRO.

Chiamando con il simbolo E l’energia, e con il simbolo m la massa, Einstein affermò l’equivalenza E = m c^2.

Io ritengo più semplice e comprensibile rappresentarla con:
E/m = invariante.

Poi, giacché il ciclo intero dell’energia situata in una superficie è dato dalla sua caduta per 10, il ciclo 10 di una superficie in libera caduta, deve ridursi a 9 volte 1, assegnando un volume unitario a quella superficie. Pertanto:

E/m = invariante = 9/1, numero invariante del ciclo decimale.

La velocità assoluta “c”, cui Einstein si riferì e che chiamò “della luce” deve essere uguale al rapporto 3/1 che rende unitaria ogni componente terza della Terna del volume.

Voglio dire che l’unità dello spazio è costituita dal volume, a sua volta costituito dal moltiplicarsi di 3 componenti uguali in quantità 1 e distinte nelle 3 direzioni xyz.
Poiché una qualunque, ad esempio x, è 1/3 della terna data da x+y+z = 3 quando ciascuna è 1, la sola ed unica velocità che ASSOLUTAMENTE UNIFICA 1/3 della Terna è data dalla velocità 3/1 che mette in rapporto x+y+z con l’unità del tempo t, nella 4 componenti della realtà che proprio Einstein espose come (x y z t).

Riconoscendo allora come velocità “assoluta” c quanto unifica una sola componente (che è 1/3 in assoluto, essendo la Terna il suo riferimento assoluto), la Relatività Generale deve essere:
E/m = invariante = c^2 = 3^2 = 9, numero invariante del ciclo 10 di una superficie 3×3.

I Francesi ricorsero ad 1 dm^3 di acqua, per esprimere esattamente un kg. Fecero bene?

Sì, fecero bene.
Poiché l’acqua ha la molecola H2O, e l’idrogeno H ha peso atomico 1, mentre l’ossigeno O ha peso atomico 16, avendo questa molecola un atomo solo di ossigeno e due di idrogeno, il suo peso atomico è dato da 16 +2 = 18.
Mettendo in relazione il peso totale della molecola ai due atomi che pesano 1 peso atomico ciascuno, noi da 18 : 2 = 9 otteniamo lo stesso numero invariante.
Dunque possiamo affidare alla molecola di acqua il compito di rappresentare alla perfezione il medesimo rapporto 9/1 che esiste, nello spazio, tra 1 decimetro ed 1 metro, quando esso cade, liberamente e per gravità, in tutto 9 volte.
Poi, considerato come l’acqua abbia a 4 gradi centigradi la sua ideale concentrazione, e come essa vari nel peso al variare della sua temperatura, tradurremo questo peso, assunto ai 4° C, in una barretta campione di Platino Iridio.
Ciò non altererà le quantità del giusto peso unitario del volume, dato sempre da un dm^3 di acqua a 4° C, ma consentirà di non dipendere più dalle modifiche del peso di volume dell’acqua quando essa ha una differente temperatura.

Diamo tenuti al rispetto di E/m = 9/1 ?
Assolutamente! Essendo il kg campione fato dal peso della barretta di Platino Iridio fissato equivalente al peso ideale di 1 dm^3 di acqua a 4° C, ed essendo 9/1 l’energia unitaria del legame atomico idrogeno-ossigeno per ogni atomo di idrogeno uguale al peso atomico 1, se noi ponessimo 8,98755/1 questo legame, a ragione di una “c” uguale a 2,99792458 alla D. 10^8, violeremmo il rapporto E/m tra l’energia di legame 16+2 e la massa di 2 p.a. dei due atomi di idrogeno.
Se si impone alla velocità “assoluta c” quella della luce, che non considera la sezione del flusso ma solo la sua velocità, e non riconosciamo una velocità di “ampiezza” collocata nel suo fronte reale, noi trascuriamo la velocità espressa nell’ampiezza del fronte REALE. Essendo REALE, questo fronte non può essere costituito solo dallo spazio 1×1, ma deve contenere anche un certo qual TEMPO dell’unità, espresso unitariamente nei decimillesimi.
Infatti il volume di 300.000.000 m^3, che avanza nel solo verso x del flusso elettrico come la velocità della luce e percorre 299.792.458 m in un secondo, ha NECESSARIAMENTE la sezione data dal calcolo: volume diviso per la lunghezza.
300.000.000 : 299.792.458 = 1,0006922855, che mostra nei 6 decimillesimi della realtà 1x +1y +1z avanzanti di 3 in positivo e di 3 in negativo.
Alla dimensione 10^-5 dell’elettricità (e/o magnetismo) nella sua dimensione 1, unitaria, questa unità elettro-magnetica avanza dell’intero 9 fato da 10 -1.
Alla dimensione 10^-7 del flusso di tutta la massa 10^3 del volume atomico nei 10^10 Angstrom uguali ad 1 metro, il ciclo assoluto 11 (dello spazio 10 del ciclo e del tempo unitario 1) avanza nel complesso da -11 a +11 e per un positivo +22.
Alla dimensione 10^-8, unitaria dell’espansione 10^8, avanza di tutto l’esponente 8 dato dal Log 10^8, che conta le quantità 2^3 in tutto il volume complesso.
Alla dimensione atomica pari a m 10^-10, abbiamo il 55 dato da 110/2, ossia tutto il fronte assoluto 10^2 sommato al ciclo 10, ad esprimere il fronte 100 che avanza di 10 nella sola componente x del flusso atomico.
Pertanto ciò dimostra senza ombra di possibili dubbi che, avendo Einstein trascurato la sezione del flusso REALE del FRONTE di energia ed avere considerato solo la velocità del flusso, ha costituito una grave ed imperdonabile VIOLAZIONE al rapporto UNITARIO 9/1 ISTITUITO nella molecola dell’acqua che, contenuta in un dm^3 e a 4° C, ha FISSATO il kg-massa.

L’uso di argomentazioni SEMPLICI consente di DEMOLIRE il complicatissimo metodo usato da Einstein ad agganciare la velocità assoluta al quadrato della velocità della luce anziché al flusso del volume elettromagnetico in 1 secondo.
Per calcolare questo flusso in modo semplicissimo, dati 10^3 Angstrom^3 come tutta la massa unitaria atomica, il prodotto 10^3 × 10^3 esprime l’interazione positivo-negativa del volume, mentre (10^10)^0,5 = 10^5 Angstrom esprimono l’unità totale della componente elettrica (uguale e contraria alla magnetica).
Sono tutti enti riferiti all’unità di velocità pari ad 1 metro al secondo, giacché è dato da 10^10 Angstrom s^-1.
Mettendo in risalto l’opposizione esistente tra la massa 10^3 positiva e la massa 10^3 negativa, noi passiamo da:
10^3 × 10^3 al
Log 10^3 × 10^3
che tiene anche conto della loro opposizione, relativa al puro “volume” della massa.
Abbiamo dunque che il volume complesso, positivo-negativo, è dato dalla velocità di:
(3×10^3) m s^1.
Per precisare ora che si tratti di volume “elettrico” (o magnetico), basta moltiplicare (3×10^3) per 10^5, avendo dunque 3×10^8 m s^-1 giacché questo è il riferimento unitario dei 10^10 Angstrom.
Questa è la velocità unitaria ed assoluta, relativa sia alla componente elettrica (del flusso che avanza verso destra) sia alla componente magnetica (del flusso che avanza verso sinistra). Infatti so conosce bene come in natura sia l’azione magnetica verso sinistra ed esterna ad un filo elettrico, ad indurre all’interno del filo il flusso magnetico verso destra.
(3×10^8) × (3×10^8) combina tra loro le due opposte velocità nel 9 × 10^16 che è la giusta c^2, che combina i due flussi contenendoli nel piano trasversale al flusso, ridotto così a pura energia, in quanto essi più non fluiscono e si sono appiattiti in una pura sezione.
Pertanto il quadrato della velocità del flusso elettrico del volume elettromagnetico è materialmente dato dal fronte elettromagnetico, che ha AZZERATO il flusso reale attraverso il prodotto tra i suoi due opposti vettori aventi entrambi la stessa velocità “c” = 3×10^8 m s^-1, ma uno nel verso positivo e l’altra nel verso negativo.
Pertanto la c^2 può anche essere considerata una accelerazione assoluta della velocità, il cui reale risultato porta però a realizzare A TEMPO ZERO l’energia elettromagnetica bloccata tutta nella pura presenza del fronte elettromagnetico trasversale al flusso elettrico.
Possiamo anche esprimerla tutta come una reale velocità nel tempo quando VIRTUALMENTE ponessimo in atto una VIRTUALE sezione 1×1 che contenesse solo spazio (il che però non è reale). In tal caso IDEALE il prodotto elettromagnetico si scinderebbe in due parti reali uguali e contrarie: una come la causa magnetica esterna ad un filo ideale e l’altra come l’effetto elettrico in quel filo, idealmente senza attriti.
Il vuoto rappresenta idealmente questo filo senza attriti. Ma anche qui il flusso elettrico è l’effetto apparente della sua causa inversa e magnetica. Avanzerebbe a velocità 3×10^8 m s^-1, se il fronte potesse essere fuori dal tempo e composto da pura ampiezza yz e componente 0 nel verso x del flusso... il che NON E’ PERO’ REALE. Infatti nella componente x del flusso la sezione occupa il valore 1, che convalida il piano 3×3 nel volume unitario 3×3×1 = cubatura 9.
Incorporare il flusso 1x nella sezione xy è possibile, ma allora assume 1,0006922...quantità, ottenute dalla componente 3 divisa per 3 e dall’aggiunta dello 0.0006922855 (fino alla dimensione atomica) dato dal tempo 1/1444,4907483978 che è il MODELLO della definizione ideale data da:
1000 = tutta la massa 10^3
444,4 = tutta la realtà 4 dello spazio-tempo in 3 dimensioni di spazio e una di tempo decimale.
90 millesimi, come tutta l’energia di 9 cicli 10 della massa 10^3.
74 centomillesimi, come 9 ×2^3 = 72 (tutta l’energia 9 del volume complesso 2^3=8), sommata alla dimensione 2 nel flusso positivo-negativo nel tempo.
83 dieci milionesimi, come 3^4 (tutto lo spazio-tempo reale, sulla base 3 della sua velocità assoluta) sommata al tempo 1 nel verso del flusso reale.
978 dimensioni atomiche come 10^3 -12, ossia tutte le 1.000 masse atomiche relative alla somma delle 6 componenti centrifughe +1x +1y +z -1x -1y -1z dell’espansione dell’energia, sommate alle 6 opposte dell’ammassamento della massa.
Tutte queste differenze di fatto sono interazioni, e 1.000 -12 è la divisione 10^1000 : 10^12 che quantifica il complesso totale 10^1000 in tutte le componenti a 4 dimensioni (10^3 ×10^3 ×10^3 × 10^3) in cui 10^3 è la parte “tempo” (del flusso) e 10^9 è la parte “spazio” (dell’area trasversale).
Pertanto E’ DIMOSTRATO come la quantità aggiunta ad 1 dato da 3/3, sia il TEMPO dato dal complesso VINCOLO spazio-temporale dato dal valore inverso al 1444,4907483978 che costituisce il MODELLO REALE del vincolo.
amoram
00martedì 28 luglio 2009 11:23
Con esso temporizziamo una realtà senza tempo.
.
Romano Amodeo: ecco il modello unitario della massa!

Partiamo da 30.000.000 m × 10, ossia dai 3/4 della lunghezza del Meridiano terrestre (che furono usati a quantificare in massa tutto lo spazio in linea) moltiplicati per il ciclo 10 della massa unitaria.

In ottemperanza al SI (Sistema Internazionale) che ha ancorato al ciclo 10 del Sistema Metrico Decimale il periodo intero di ogni unità della Fisica, il ciclo 10 di 30.000.000 m in linea è tutta la dinamica della massa unitaria, ed è pari a 300.000.000 m percorsi ogni minuto secondo da 300.000.000 kg.

Quando sottraiamo, al ciclo totale della massa, lo spazio reale percorso dalla massa di luce in un minuto secondo, dato da 299.792.458 m, otteniamo per differenza la quantità in linea della massa elettromagnetica bloccata nel fronte elettromagnetico.

Risultano esattamente 207.542 m, uguali alla quantità lineare componente il fronte elettromagnetico della massa.

Il rapporto tra le due quantità lineari, 299.792.458 m, e 207.542 m, è uguale alla quantità di m 1444,4905513100, fino alla dimensione unitaria atomica, ed è particolarmente significativo, portando all'unità della velocità “c” quando essa è relativa ad uno solo dei 207.542 m significativi della massa bloccata e contenuta nella sezione.
Il risultato, in parole povere, rivela quanto flusso reale di massa in kg esiste per ogni m^2 di sezione.

1444,4905513100 m^-2 = kg (fino all’unità atomica) è il modello unitario della massa relativa ad 1 m^2.

Tale modello descrive perfettamente la massa in dimensioni unitarie di kg m^-2:

10^3 sono tutte le 1.000 masse di 1 kg presenti nell’unità dello spazio (in 1 m^3).

444,4 sono i 4 parametri xyzt, regolarmente espressi in 3 cifre (modello centuplo, decuplo ed unitario) dello spazio unitario e in 1 cifra di tempo decimo dell'unità (relativo alla massa decima in linea del kg).

90 sono i gradi che devono esserci tra xyz, nell’esatta dimensione 10^-3 dell’unità del sistema ortogonale e cubico.

50 +50/10 sono l’elettromagnetismo (50 di elettrico alla dimensione atomica 10^-5 del magnetico, e 5 di magnetico alla sua dimensione 10^-5).

In seguito questo modello unitario (e tutto nella dimensione atomica di 10^-10 metri), descrive in:

10^4
le unità totali dello spazio-tempo che devono esserci nella realtà atomica.

3×10^3 la massa dell'unità di volume lanciata nelle 3 componenti dello spazio x, y, z.

10^2 il fronte assoluto dinamico che deve esserci.



Romano Amodeo: ed ecco come scandiamo, in s^-1, quanto è senza tempo.

Il nostro cervello arriva a BLOCCARE il modello unitario di 1444,4905513100 kg m^-2 (fino all’unità atomica) non attraverso una riflessione, ma un IMPATTO.

Contrappone la quantità totale di 207.542 kg m a quella totale di 300.000.000 kg m, e ne passa solo per 299.792.458 unità, sia in metri, sia in kg, sia in s^-1.

In sostanza 207.542 kg m, per BLOCCARSI, assumono il valore inverso del metro, che è “ogni secondo”, ed abbiamo così 207.542 kg m s^-1.
Questa è la massa bloccata relativa ad ogni minuto secondo.

Il ricorso ad essa, FISSA in minuti secondi un TEMPO che altrimenti sarebbe INDETERMINATO, e noi non avremmo personalmente alcun modo di valutarlo mentalmente, nel tentativo reale di rappresentare in modo adeguato CIO' IN CUI SIAMO COMPRESI.

A questo punto dobbiamo capire perché 207.542 sia un dato automatico, risultato dal modello che si relaziona ad 1 secondo di durata.

207.542 m kg s^-2 è un fronte avente 103.771 unità di componente lineare, data da:

10^5 è tutta la quantità atomica elettrica (o magnetica) sulla totale 10^10 di un metro.

3×10^3 è la massa atomica dell'intera unità di volume, lanciata nelle 3 componenti dello spazio x, y, z.

77×10 è tutta la libertà 7 (vincolo del raggio dell'emissione di luce) data dalle 6 componenti dello spazio positivo-negativo, sommate al tempo 1 dell'intera messa in atto, e relative al ciclo assoluto 10+1 del ciclo unitario sommato al tempo unitario della sua azione.
Il prodotto di 77 per 10 valuta il ciclo in tutte le 7 componenti del ciclo assoluto 11.

1 è la massa unitaria atomica, data da 10^-10 m=kg.

Pertanto per il nostro apparato recettore 103.771 m=kg è una completa esperienza unitaria, diretta in un verso come un reale vettore.
Il prodotto dei due vettori aventi la stessa direzione, la stessa quantità e due versi opposti produce il quadrato di una quantità scalare che realmente si colloca a tempo ZERO come la sezione trasversale del flusso elettromagnetico.

Poiché tutto questo accade a tempo ZERO, le 207.542 quantità collocate sulla sezione creano un arresto del flusso continuo del tempo.

Quanto la quantità della sezione unitaria elettromagnetica è piena, comincia ad aversi il flusso elettrico sulla base del flusso magnetico.
Avremo 299.792.458 m s^-1 percorsi in velocità unitaria nel verso elettrico come l'azione uguale e contraria ad altrettanti metri percorsi dal magnetismo.

Pertanto la “c^2”, che è il rapporto invariante tra l'Energia e la massa, è ottenuto dal prodotto tra le due componenti, la elettrica e la magnetica, ciascuna data da 300.000.000 m s^-1.
Poiché sono due vettori opposti di velocità unitaria, il loro prodotto fissa nell'area trasversale a tempo ZERO il quadrato della quantità totale elettromagnetica.

Ogni qualvolta si raggiunge questa quantità di flusso si ottiene il valore unitario dell'energia della massa, perché E/m = 9 volte 10^16 m^2 s^-2.
Einstein la definì come ACCELERAZIONE ASSOLUTA, e in verità un piano è sempre l'accelerazione assoluta data da due vettori opposti che si moltiplicano e si appiattiscono a tempo ZERO. La massima accelerazione è infatti quella che accade a tempo zero. E la prova concreta è che qualsiasi corpo presenta il massimo valore della massa nel suo moto incipiente.
La formula del Secondo principio della Dinamica ( F = ma ) infatti, al crescere dell'accelerazione “a” deve registrare il corrispondente decrescere di “m”, la massa, a parità di F.
Solo quando il valore di “a” è uguale ad 1, abbiamo il valore PIENO di “m”.
E l'accelerazione 1 non incrementa minimamente una velocità, ma la considera in regime stazionario, secondo il Primo Principio della Dinamica.

Romano Amodeo, 28-7-2009
amoram
00martedì 4 agosto 2009 19:18
In verità, sono gli effetti a concentrarsi nelle Forze, accendendo la loro forza.

Fin dal novembre 1993, al Maurizio Costanzo Show, Romano Amodeo affermò pubblicamente (in una trasmissione di largo ascolto) la scoperta dell'Universo Impensato(di cui scrisse un libro): l'Universo avente il verso negativo del tempo.

In verità, per il 3° principio della dinamica, ogni dinamica è formata da una coppia di vettori:

↓↑


In base a questo Principio fondamentale, se l'azione è magnetica ed antimateriale, ed è espressa dal vettore che scende dall'alto, abbiamo la realtà elettrica e materiale in moto antitetico verso l'alto.
Se l'azione tridimensionale è l'ammassamento centripeto dell'elettro-magnetismo, allora abbiamo la visibile realtà dell'espansione assoluta e centrifuga della massa di luce che esce da quel centro.

Possiamo sintetizzare tutto ciò affermando che se osserviamo realmente il vettore +1 di una Forza che determina lavoro, in moto avanzante nel tempo, la verità relativa a questa osservazione è data da una forza di annichilimento di quel lavoro, la cui azione è data dal vettore -1, che arretra nel tempo.

Questo significa che, poiché noi vediamo solo il movimento di masse materiali e dell'elettricità, come il risultato prodotto da forze, nei circuiti materiali in tutta la dinamica dell'Universo (così chiamato perché esso mostra sempre il verso +1 positivo del tempo) la verità in atto nell'Universo non è data dalle Forze che determinano l'azione degli spostamenti, ma dalle azioni degli spostamenti che rientrano nelle Forze che in apparenza li hanno determinati, e rientrano attraverso il progressivo annichilimento della realtà apparentemente estesa nel tempo positivo.

Pertanto il 2° principio della dinamica (la cui attuale formula F = ma afferma che una forza determina variazioni nell'accelerazione positiva o negativa di una massa) riguarda il puro mondo dell'apparenza uguale e contraria alla dinamica vera.
Infatti, nella verità esattamente opposta su cui tutta questa apparenza si poggia, va riconosciuto vero che sono gli effetti a determinare per sintesi la loro apparente causa unitaria.

Siamo dunque nella necessità di affermare la verità delle “ANTIFORZE”, che sono determinate attraverso la sintesi degli effetti che le Forze stesse sembrano stare causando.

Gli stessi sistemi stellari hanno nelle Stelle l'ammassamento di queste Forze centripete, attraverso il fuoco determinato dall'energia centripeta e magnetica che realmente rientra in quel fuoco e gli dà forza; centri da cui poi noi vediamo in modo reattivo uscire l'energia come luce, assistendo noi all'esatto aspetto uguale e contrario alla verità magnetica, che è quella veramente attiva e che accende quella forza come fa nel mondo dell'apparenza anche una lente quando concentra i raggi del sole.

Pertanto la religione, che ha sempre agganciato al sole l'idea di Dio, non si è affatto ingannata, ma ha saputo leggere la realtà in chiave divina e trascendente.
Infatti siamo proprio tutti noi, con il nostro Spirito e con tutte le nostre apparenti e limitate forze (ideali e determinate), a retrocedere verso il comune centro di tutto l'essere, ad accenderlo di divina potenza allo stesso modo con cui tutto il magnetismo circostante al sole riesce ad accendere il Sole.
Di conseguenza, chi opera nel campo della Fede, legge la natura nel modo ideale che la trascende.
Chi invece si ostina a considerare vera la dinamica apparente, delle Forze che determinano gli effetti, e crede di essere con ciò solo uomo di scienza, è solo l'utente di una intelligenza che accusa molti limiti. Ha infatti una visione unilaterale dell'esistenza, che poi considera “scienza” ed è solo “anti-scienza”, ossia la pura scienza della sola apparenza fenomenica.
Fino a quando i fisici non ribalteranno esattamente il principio di Causa ed effetto, denunceranno il pauroso limite che ottunde chi crede nell'apparenza e prende per oro colato i risultati di tutte le esperienze credute in atto nel futuro vero. Esperienze che, invece, stanno solo evolvendo verso il loro vero passato, assolutamente immodificabile e non “fattibile” come invece tutti credono.
L'uomo di fede intuisce una mano assoluta e creatrice; l'uomo senza fede e che si glorifica di questo (come la nota Margherita astrofisica), mentre noi tutti esistiamo in un puro progetto binario esattamente uguale ad un DVD, come questo 1101010001111001000111... (che diventa "mondo, azione ed idee" solo a causa delle regole del nostro Spirito) sembra grandioso per le sue esperte mani sulla tecnologia, ma è un SOMMO INGENUO per i dati che ne ottiene, come lo sarebbe chi, vedendo un cartone animato costruito in modo digitalizzato, GIURASSE CHE E' OGGETTIVAMENTE VERO... perché lo vede, senza rendersi conto che è solo il grande apporto, esclusivo, della divina capacità di immaginare dello Spirito stesso di ogni vita reale
.
G@rghy
00mercoledì 5 agosto 2009 22:35
Mi sa che hai studiato troppo! Hai un po' fuso, troppo rapido mentalmente, decelera un po' e fai un po' di pause se no fondi con sto caldo... [SM=g27838]
amoram
00venerdì 7 agosto 2009 09:43
Dal calcolo dei 10/9 deriva anche il valore unitario della molecola.


La dinamica dello sviluppo del calcolo dei 10/9 e la molecola.

La frazione 10/9, attivata linearmente nel suo calcolo, determina linearmente tutta l'esistenza come noi vediamo esemplificata in ogni Frattale, che introduca periodicamente 1/10 alla quantità precedente.

Questa dinamica, deve essere assolutamente coerente ad una ipotesi distributiva “ammassata ed espansa” che è simultanea in 12 complessivi versi dello spazio, 6 di tipo centripeto e 6 di tipo centrifugo.

Poiché il calcolo di 10/12 dà 8,333... decimi, abbiamo con 8 decimi il volume presente, dato dal 2^3, il cui lato 2 è il complesso movimento unitario da -1 a +1.
Questa quantità, in natura, corrisponde al valore assoluto della costante molare dei gas, che è dato dal valore reale attualmente calcolato nel relativo, dopo che sia sommata ad asso l'unita relativa 0,01882333 che lo determina nel valore attuale 8,31451000 (in J mol^-1 K^-1), a partire dall'ideale 8,33333333 (con 8 cifre esatte date dalla quantità 3).
Infatti, dobbiamo avere lo spazio complesso (unitario nella quantità 8), in modo che sia uguale al tempo dato dal 3, per come è differito in 8 tempi successivi. In ciò la dinamica di 1/9 deve essere tripla, riguardante i tre assi componenti e simultanei xyz, da cui il calcolo dei 3/9 porta allo 0,3 periodico, ma unitario per solo 8 tempi decimali.

8,33333333 (con solo 8 cifre decimali) rappresenta dunque, con 3×8=24, la quantità assoluta inversa alla potenza 24 su base 10, a 10^24, in quel suo valore 10^-24 che la rende unitaria.
Trattandosi di una quantità “assoluta”, essa può essere misurata unitariamente solo estrapolando un ciclo 10 che la misuri come 10^23 unità date dal ciclo atomico.
Poiché questo vale simultaneamente per 6 versi spaziali (lo spazio xyz nel verso positivo e negativo), la molecola risulta unitariamente 6×10^23 ciascuna.
E – sempre poiché questo vale simultaneamente per 6 valori spaziali, noi riusciremo a scorgere solo le 6 cifre decimali 0,314510, relative alla quantità di massa data dagli 8 decimi dello spazio in linea, del metro.
A riprova, la quantità unitaria 0,018823 sottratta a 0,333333, esprime il vincolo geometrico nell'unità centesima dello spazio 100, negli 88 reali decimillesimi della quantità reale 8 del ciclo sia decimale sia unitario, e nella potenza reale 23, nella dimensione unitaria 10^-6 dello spazio complesso 10^6, che assume in potenza la realtà della molecola.
Pertanto, da 8,33333333 (il valore assoluto) si definisce il modello unitario 0,01882333 (in cui le 33 quantità alla dimensione unitaria 10^-8 del 10^8 della luce, si pongono a valore unitario dell'insieme, che è ridotto alle sole 6 cifre 0,018823 dello spazio complesso e lineare avente un fronte trasversale a lato solo positivo 33).

Tutto questo conferma il dato “assoluto” 8,33333333 come il quantitativo totale. In esso, il rapporto tra la quantità spaziale totale e la quantità temporale totale deriva dal rapporto 8/24 dato da 8 e da 3+3+3+3+3+3+3+3 = 24. L'esecuzione del calcolo degli 8/24 porta allo 0,333... periodico che esprime è la quantità assoluta 1/9 della massa decima unitaria (del ciclo 10), distribuita simultaneamente nelle tre direzioni componenti spaziali xyz.
amoram
00sabato 8 agosto 2009 13:31
This is the Unification of Physics made by Romano Amodeo.


THE ASSUMPTION of E/m was and is 9/1.


The France Academy of Science (two centuries ago), and afterwards the SI, defined every unit of the Physics in the ten cycle.
The unit of the mass was defined 1 kg, as 1 dm^3 of water at 4°C of temperature, and afterwards it was translated in a platinum iridium champion.
This choice defined 18/2 =9/1 the ratio E/m, between the atomic weight 16+1 (Oxygen-Hydrogen Bond as energy=mass) and the Hydrogen atomic weight (as mass).


ITS VIOLATION INTRUDUCED IN THE GENERAL RELATIVITY.


In the General Relativity, the E/m ratio isn't 9/1.
At this point, the Physics Unification lacks, being imposed two different ratios: 9/1 in the kg, and 8.98755.../1 in the Einstein's c^2.



THE ACTUAL MISTAKE IN THE ATOMIC MASS MEASUREMENTS.

There is another mistake, today, in the valuation of the atomic mass, to prevent the unification of the Physics. It is the most elusive possible! It's so elusive because the Theory seems to be not confirmed by the Reality.

THEORY.

If we consider the Electron mass, it is numbered 9.1093897 (at the 10^-13 kg dimension) and it couldn't be more than 9. But it is measured so, by a great deal of care, until its limit!
But it couldn't be so! In fact, in the cycle 10 of 1 mass, this 1 mass can have until 9 movements, of its same mass, and so the decimal part added to 9, in the actual electron's consideration ought be certainly wrong.
By definition, every “UNIT” ought have an unitary number not containing decimal numbers.
1 and 9 are both the unitary advancement 0-1 and the unitary going back 10 -1, in the two opposite directions, the positive and negative ones, of the ten cycle.
Referring to the atomic unit Angstrom Å and to the Meter m, 10^1 Å and 10^-1 m are both the positive +1 and the negative -1 unitary opposite movements.
The electron mass, powered 9.1093897 × 10^-31 kg OUGHT BE only 9.
The unit of the atomic mass, at the dimension 10^10 × 10^10 × 10^10 × 10 represents m×m×m × 10^-9 m, that is 1 m^3 × 10^-9 m as all the atomic cycle. Therefore the dimension is perfect one, and this is the unitary exact dimension of the electron mass.

THE SOLUTION OF THIS ELUSIVE SITUATION.

The weight going beyond 9, in the electron mass in kg, is its “unitary atomic structure”, acting as the Moment of a Force, and it cannot be added.
In fact, 0.1093897 × 10^-31 don't have in the whole the 10^-31 dimension, but that 1093897 × 10^-38, which represents 1 m^3 × 10^-2 m, that is 1 m^3 advancing for 1 cm.

The Physics MUST RECOGNIZE that every mass has the point of flight of the bigness at the position of the comma. Beyond the comma there is the antiparticle: 9^-1 unitary masses overturned as 1/9 = 0.111111111 represented by 9 decimal times “in absolute”, until the general flight of the bigness.

Since in our General Relativity every bigness is always relative to its unit, 0.111111111 is relative to the unit 0.001721411.

It numbers: 10^-3 (the unitary mass); plus 2^3 × 9 (all the movement of the complex space 2^3); plus 4 +10 (that is all the movement 10 of the reality having 4 dimensions); plus 10 +1 (that is all the cycle moving in 1 time).

In the same way in which the cycle 10 is reduced to 9, by subtraction of the 1 mass presence (space occupation and not a movement), the 0.111111111 is reduced to 0.1093897, by subtraction of 0.001721411 (space unitary occupation and not a movement).

In every unitary mass the comma represents always the point of flight of the positive bigness.
Romano Amodeo, to explain this strange situation, says:

If you have a BIG BOOK of 9 pages and 9 kg, and every kg is 10^-1 (of 10) and 10^-2 (of 10^2) and 10^-3 (of 10^3) and 10^-4 (of 10^4) etc, in the decimal structure, the number of the pages and the kg aren't 9.1111..., but 9, since 0.1111 is the unitary structure when we consider the kg in 10 10^-1, 100 10^-2, 1000 10^-3, 10000 10^-4, etc.

If 10^-31 kg is the unitary dimension, its decimals are below the unitary presence, are “times” of a presence that until it isn't 1, cannot appear present ones, by the Planck's considerations of an unitarian worth that until doesn't reach its completion it isn't in real action.
If a man has a weight of 80 kg, naturally these 80 kg have in it decimals, at every dimension, but the man is 80 kg and not 80.11111111111111... because the kg is 1/9 = 0.111111111... at every dimension of it.

When we measure the 80 kg in decimal, we have 800 decimals of kg and not 801! When we measure in 10^-2 kg, we have 8000 and not 8011.

But the Physicists say:
«OK, but measuring the electron mass in 10^-38 kg, we have 91093897 and not 90000000! Why?»

Romano Amodeo answers in this way:

«If we pose on a balance a long horizontal wooden plank, we must balance it, and posing it in its middle. If we are not attentive, and pose this plank not in its middle, we can balance it in two opposite ways:
1) keep by our hands the longer part (and the balance signs less weight);
2) push on the part shorter (and the balance signs more weight of its own).

In the same way every mass has a point 0, between the big space 9 of the matter and the big time 9^-1 of the antimatter, and it is at the position of the comma.
When the exact dimension of 10^-31 kg is measured using 10^-8 decimals, 9×10^-31 kg is always 90000000 ×10^-38 kg, but we have moved the point 0, of the naturale balance, until the dimension 10^-31, and so its necessary... “to push” by 1093897 × 10^-38 kg, to allow the balancing in this not balanced point of the bigness.»

1093897 is added as an extraneous compensation, and it is the force of an extraneous moment.
It is 1 ×10^6 (the complex unitary mass) + 9×10^4 (all the “real” 9 energy) + 8×10^3 (al the complex “volume” 2^3) + 9×10 (all the “energy” if the cycle) + 7 (all the movement of 3 in the 10 cycle).

This WORK of Romano Amodeo, really merits a Nobel Prize in Physics, because cuts away the mistake that compels the Avogadro number (representing the space) to have a number that isn't as the 6 CLEAR components going from -1x -1y -1z to +1x +1y +1z.

To can have his Number, Avogadro toke the atomic mass containing the CONCEPTUAL MISTAKE said by Romano Amodeo, and the result was a space having 6 unitarian components numbered by a number bigger than 6.

Among all the SI units we have one, the Candela, which, being an unitarian intensity, is a 100%.
The percentage is not suffering if the quantities aren't exact ones. 50/100 is the same of 60/120, and if a real 50 is numbered 60, there is no difference, because 100 is numbered 120.

Very well, the Candela is exactly 540.000000000... × 10^12 hertz (or cycles s^-1).
On the contrary, the electron mass, today, in a.m.u. (atomic mass unit) is 54.9579903 ×10^-5 a.m.u. where the decimal part is only its “structure”, acting as the Real Moment of the Force that is naturally introduced when we modify the existent symmetry.

54.9579903 : 9.1093897 = 6.033114413800... is a “brothel”, while:
54 : 9 = 6, otherwise the energy going in the 6 exact complex components of the space.

If we, in the Relative nature, are obliged to cut away the relative unit, to can number only the residual part, we must know that in 9/1 the “absolute” is 9+1.

Only ABSOLUTE CALCULI may get the Physics “unified”.
And Romano Amodeo has unified it. It is the most important conquer of our times.
amoram
00giovedì 13 agosto 2009 12:28
Essendo l'intensità unitaria il 100%


Quando cerchiamo di misurare un flusso dell'intensità unitaria della luce, noi realizziamo una equazione.
Da una parte lo strumento dispone di 7/3 e misura in terzi le sette componenti: le 6 della realtà spaziale complessa, positivo-negativa e quella “t” del tempo unilaterale dell'Universo.
Chiaramente, 7/3 saranno lo strumento unitario per conteggiare esattamente i contrapposti ed uguali 3/7.

Poiché 7/3 × 3/7 = 21 × 21^-1, noi avremo espresso in 7+7+7 unità il tempo della misurazione unitaria.

Ora la Candela è esattamente 540 × 10^12 cicli al secondo (o Hz).
540/21 per calcolo determina 25 + (7^+1 + 7^-1).


Abbiamo tutta la presenza 1/4 del fronte istantaneo 10^2, sommato all'equilibrio tra le due funzioni positiva e negativa della base 7, espresse in sequenza lineare e che indica tutto il moto unitario del 3 nel ciclo 10.

Ci rendiamo conto che la quantità della candela è già una quantità perfetta.
Essendo una pure percentuale del 100% dell'intensità della luce, qualunque valore arbitrario noi dessimo ad una unità il rapporto relativo percentuale esprimerebbe sempre quello vero.
Pertanto questo dimostra che la quantità esatta della particella massa, che sta alla base dell'espansione della luce, si ottiene attraverso la dimensione 10^-6 (che è il lato della potenza 10^12 che ne considera due).
Un semplice passaggio:
540 × 10^12 Hz = 0,00054 × 10^18 Hz
porta alla massa di 0,00054 u. dell'elettrone.
Essendo l'elettrone una particella "elettrica", ed essendo 10^5 la totalità elettrica, 54 x 10^5 è la quantità unitaria elettrica costituita da 100.000 elettroni. Il suo ciclo 10 determina la candela.


Romano Amodeo ha individuato le varie unità di misura al punto che lo strumento per la misurazione della massa è il nonio 1/9, che misura in 9 tutta l'energia del moto;
quella del tempo è dato dai 2/8, che misurano in 8/2 tutto il complesso 4+4;
quello per la misurazione del volume e dello spazio in genere è dato dai 3/7 che misurano i 7/3;
quello per la misurazione dei flussi è dato dai 4/6 che misurano i 6/4;
quello per la misurazione della temperatura è dato dai 5/5 che misurano i 5/5;
quello per la molecola dai 6/4 che misurano i 4/6;
quello per l'intensità della luce dai 7/3 che misurano i 3/7;
quello per la realtà nel suo complesso dato dagli 8/2 che misurano i 2/8;
e quello per la misurazione unitaria dell'Energia è dato dalle 9/1 unità che misurano la massa 1/9.

Come appare evidente, tutta la diversificazione in singole componenti "qualitative" è data dagli 11 modi differenti di diversificare gli 11 numeri, da 0 a 10 compreso.
Tanto che 0/10 è il tempo unitario "assoluto ed indeterminato"...
... e 10/0 è lo spazio unitario del ciclo "assoluto e indeterminato".

Romano Amodeo
amoram
00giovedì 13 agosto 2009 12:30

Quando cerchiamo di misurare un flusso molecolare, noi realizziamo una equazione.
Da una parte lo strumento dispone di 6/4 e misura in quarti le sei componenti della realtà spaziale complessa, positivo-negativa.
Chiaramente, 6/4 saranno lo strumento unitario per conteggiare esattamente i contrapposti ed uguali 4/6.

Poiché 6/4 × 4/6 = 24 × 24^-1, noi avremo espresso in 24 “ore” il tempo della misurazione unitaria.

Poiché qui è coinvolto lo spazio complesso, da -3 a +3, come un flusso lineare, avremo una sezione 2+2 come la componente trasversale che consente il passaggio solo delle 6 quantità unitarie, tanto che 6 per l'area 4 dà il volume della 24 ore, che poi si dividono idealmente 12+12 in ore messe in sequenza, di giorno e di notte.
Poiché 6/4, calcolati, danno luogo al numero 1,5, il cui ciclo è 10 volte e dunque 15, noi possiamo riconoscerlo nello spazio 10, unitario, del ciclo spaziale e nel tempo unitario in 10/2, quando ogni linea si divide in due differenti possibili versi.
In questo modo saranno esattamente 15/100 i tempi millesimi della massa unitaria termica, apparente nel -273,15 gradi del cosiddetto “0 assoluto”, che va invece riferito ai +4°C essendo da quel limite da considerare lo zero assoluto, a causa di 1°C che ha la dimensione 4, e non quella 1, per misurare non mediante una sola linea ma sempre le 4 date da (t x y z) e stavolta espressi ciascuno come 1° C.

Poiché a questa dimensione si ottiene la molecola, 10^24 è la quantità ASSOLUTA. Essa, però, nel nostro mondo elativo all'unità data dal ciclo 10, deve ridursi al prodotto 10^23 × 10, che è uguale in assoluto a 10^24, ma determina un ciclo 10 che quantifica 10^23 il residuo.
Poiché noi abbiamo ottenuto il numero 24 attraverso il prodotto per 6 della realtà a 4 dimensioni, dobbiamo esprimere anche il 6, e 6 volte 10^23 diventa il suo “ciclo 6” = 60. Pertanto, laddove consideriamo OGNI molecola, esistente nel ciclo 10, il suo quantitativo “puro” è dato da 6×10^23 mol^-1.
Il numero di Avogadro deve essere sostituito dal numero 6, di Amodeo, che considera solo la parte intera del Numero di Avogadro, in cui la parte decimale è SENZA ALCUN SENSO, riguardando una relazione data da 10^23 quantità 10^-23 che è considerata in dimensioni ECCENTRICHE e che richiedono sempre l'insorgere di Momenti di Forse estranee, per misurare (come sempre facciamo) a partire da perfetti bilanciamenti. Se noi usiamo un perfetto bilanciamento per misurare una quantità in se stessa sbilanciata, perché non considerata nella sua dimensione baricentrale ed unitaria, noi coinvolgiamo (senza accorgerci) STOLTISSIMI MOMENTI DI FORZE ESTRANEE.

Romano Amodeo ha individuato le varie unità di misura al punto che lo strumento per la misurazione della massa è il nonio 1/9, che misura in 9 tutta l'energia del moto;
quella del tempo è dato dai 2/8, che misurano in 8/2 tutto il complesso 4+4;
quello per la misurazione del volume e dello spazio in genere è dato dai 3/7 che misurano i 7/3;
quello per la misurazione dei flussi è dato dai 4/6 che misurano i 6/4;
quello per la misurazione della temperatura è dato dai 5/5 che misurano i 5/5;
quello per la molecola dai 6/4 che misurano i 4/6;
quello per l'intensità della luce dai 7/3 che misurano i 3/7;
quello per la realtà nel suo complesso dato dagli 8/2 che misurano i 2/8;
e quello per la misurazione unitaria dell'Energia è dato dalle 9/1 unità che misurano la massa 1/9.

Come appare evidente, tutta la diversificazione in singole componenti "qualitative" è data dagli 11 modi differenti di diversificare gli 11 numeri, da 0 a 10 compreso.
Tanto che 0/10 è il tempo unitario "assoluto ed indeterminato"...
... e 10/0 è lo spazio unitario del ciclo "assoluto e indeterminato".

Romano Amodeo
amoram
00giovedì 13 agosto 2009 12:33
Lo zero assoluto va riferito a 4° C


Quando cerchiamo di misurare un flusso termico, noi realizziamo una equazione.
Da una parte lo strumento dispone di 5/5 e misura in quinti le cinque componenti della realtà elettrica e magnetica, avente 5 componenti elettriche e 5 magnetiche, 10^5 × 10^5 in 10^10 Angstrom uguali ad 1 metro.
Chiaramente, 5/5 saranno lo strumento unitario per conteggiare esattamente i contrapposti ed uguali 5/5.

Poiché 5/5 × 5/5 = 25 × 25^-1, noi avremo espresso in 25 unità il ciclo 1/4 della reale presenza dello spazio complesso avente le 10×10 are unitarie, e 25 ne è il tempo “assoluto”. Che si mostra poi unitario solo come 1 ora che ne conteggi unitariamente e relativamente solo altre 24.

Poiché qui è coinvolta la Temperatura, come quanto possa unificare la relazione ottenuta in quinti, e noi la consideriamo in gradi Kelvin riferiti alla temperatura assoluta, noi dobbiamo arrivare a conoscere che relazioni esistano tra lo 0 assoluto e la misurazione in quinti.

La prova è data da 2^10 = 1024 = 10^3 (la totalità delle masse unitarie sempre decime dello spazio 10 unitario in linea) che impiega 24 ore per ruotare nei tre tempi dello spazio (xyz) il contenuto 2^3=8 dato da tutto il volume nel suo complesso lineare che va da -1 a +1 nel suo lato.
Quando il volume è 6 nel suo complesso espresso da -3 fino a +3, allora gira interamente nei 4 tempi della realtà e determina esattamente il numero delle 24 ore.

La divisione data da 4/6 determina 0,666... l'eterna presenza delle 6 componenti centripete e centrifughe, dell'ammassamento unitario e dell'espansione unitaria.
Quando si considera che 100 è il massimo contenuto di un'area 10^2 (funzione esattamente inversa a quella di 2^10=1024), il rapporto unitario dato dai 4/6 diventa quello derivato da 400/6 = 66,666... ma in un quantitativo “di massa” da considerare solo nella parte dissociata nell'intero 66, essendo la parte decimale solo la quantità che “ingrandisce a 66” la quantità unitaria data da 66/66, o, se vi sembra più eloquente, il prodotto tra le due differenti potenze inverse 66^+1 × 66^-1.
Allora avremo la quantità esatta unitaria di Planck, alla dimensione esatta data dalla potenza 7×5 che propaga l'avanzamento totale 7 (dello spazio a 3 dimensioni decime del ciclo 10) per la sola parte avanzante del ciclo 10 che, essendo un ciclo, avanza per 5 e retrocede per 5. Sulla base di -5 (il moto negativo) noi possiamo scorgere il moto +5 (il solo positivo e per la legge dinamica, nel suo III principio chiamato di azione e reazione). Pertanto 35 esprime in potenza, sulla base 10 del ciclo, la massima possibile espansione lineare e la sua funzione inversa, 10^-35, è quella in atto così piccola che riesce a trasformare l'UNITA' di Planck in un numero così apparentemente grande.
Pertanto, nella considerazione del flusso di energia, sarà esattamente 66 volte 10^-35 J s l'unità di Planck, che oggi è STOLTAMENTE conteggiata anche nelle quantità decime che seguono il 66 e che non costituiscono più il punto unitario dell'equilibrio tra 10^35 e il suo inverso 10^-35 e obbligano pertanto la strumentazione (che contabilizza sempre attraverso bilanciamenti equilibrati) a considerare dei Momenti estranei, di Forze di riequilibrio, alle varie dimensioni più piccole che sono a mano a mano considerate.

Romano Amodeo ha individuato le varie unità di misura al punto che lo strumento per la misurazione della massa è il nonio 1/9, che misura in 9 tutta l'energia del moto;
quella del tempo è dato dai 2/8, che misurano in 8/2 tutto il complesso 4+4;
quello per la misurazione del volume e dello spazio in genere è dato dai 3/7 che misurano i 7/3;
quello per la misurazione dei flussi è dato dai 4/6 che misurano i 6/4;
quello per la misurazione della temperatura è dato dai 5/5 che misurano i 5/5;
quello per la molecola dai 6/4 che misurano i 4/6;
quello per l'intensità della luce dai 7/3 che misurano i 3/7;
quello per la realtà nel suo complesso dato dagli 8/2 che misurano i 2/8;
e quello per la misurazione unitaria dell'Energia è dato dalle 9/1 unità che misurano la massa 1/9.

Come appare evidente, tutta la diversificazione in singole componenti "qualitative" è data dagli 11 modi differenti di diversificare gli 11 numeri, da 0 a 10 compreso.
Tanto che 0/10 è il tempo unitario "assoluto ed indeterminato"...
... e 10/0 è lo spazio unitario del ciclo "assoluto e indeterminato".

Romano Amodeo
amoram
00giovedì 13 agosto 2009 12:35
Da cui solo 66 x 10^-35 J s è la quantità totale di Planck


Quando cerchiamo di misurare un flusso reale, noi realizziamo una equazione.
Da una parte lo strumento dispone di 4/6 e misura in sesti le quattro componenti della realtà, avente 3 componenti di spazio (xyz) e una componente di tempo (t).
Chiaramente, 4/6 saranno lo strumento unitario per conteggiare esattamente i contrapposti 6/4.

Poiché 4/6 × 6/4 = 24 × 24^-1, noi avremo espresso in 24 unità il ciclo 6 della reale presenza dello spazio complesso avente le 6 componenti (centripete o centrifughe) +1x +1y +1z -1x -1y -1z.

La prova è data da 2^10 = 1024 = 10^3 (la totalità delle masse unitarie sempre decime dello spazio 10 unitario in linea) che impiega 24 ore per ruotare nei tre tempi dello spazio (xyz) il contenuto 2^3=8 dato da tutto il volume nel suo complesso lineare che va da -1 a +1 nel suo lato.
Quando il volume è 6 nel suo complesso espresso da -3 fino a +3, allora gira interamente nei 4 tempi della realtà e determina esattamente il numero delle 24 ore.

La divisione data da 4/6 determina 0,666... l'eterna presenza delle 6 componenti centripete e centrifughe, dell'ammassamento unitario e dell'espansione unitaria.
Quando si considera che 100 è il massimo contenuto di un'area 10^2 (funzione esattamente inversa a quella di 2^10=1024), il rapporto unitario dato dai 4/6 diventa quello derivato da 400/6 = 66,666... ma in un quantitativo “di massa” da considerare solo nella parte dissociata nell'intero 66, essendo la parte decimale solo la quantità che “ingrandisce a 66” la quantità unitaria data da 66/66, o, se vi sembra più eloquente, il prodotto tra le due differenti potenze inverse 66^+1 × 66^-1.
Allora avremo la quantità esatta unitaria di Planck, alla dimensione esatta data dalla potenza 7×5 che propaga l'avanzamento totale 7 (dello spazio a 3 dimensioni decime del ciclo 10) per la sola parte avanzante del ciclo 10 che, essendo un ciclo, avanza per 5 e retrocede per 5. Sulla base di -5 (il moto negativo) noi possiamo scorgere il moto +5 (il solo positivo e per la legge dinamica, nel suo III principio chiamato di azione e reazione). Pertanto 35 esprime in potenza, sulla base 10 del ciclo, la massima possibile espansione lineare e la sua funzione inversa, 10^-35, è quella in atto così piccola che riesce a trasformare l'UNITA' di Planck in un numero così apparentemente grande.
Pertanto, nella considerazione del flusso di energia, sarà esattamente 66 volte 10^-35 J s l'unità di Planck, che oggi è STOLTAMENTE conteggiata anche nelle quantità decime che seguono il 66 e che non costituiscono più il punto unitario dell'equilibrio tra 10^35 e il suo inverso 10^-35 e obbligano pertanto la strumentazione (che contabilizza sempre attraverso bilanciamenti equilibrati) a considerare dei Momenti estranei, di Forze di riequilibrio, alle varie dimensioni più piccole che sono a mano a mano considerate.

Romano Amodeo ha individuato le varie unità di misura al punto che lo strumento per la misurazione della massa è il nonio 1/9, che misura in 9 tutta l'energia del moto;
quella del tempo è dato dai 2/8, che misurano in 8/2 tutto il complesso 4+4;
quello per la misurazione del volume e dello spazio in genere è dato dai 3/7 che misurano i 7/3;
quello per la misurazione dei flussi è dato dai 4/6 che misurano i 6/4;
quello per la misurazione della temperatura è dato dai 5/5 che misurano i 5/5;
quello per la molecola dai 6/4 che misurano i 4/6;
quello per l'intensità della luce dai 7/3 che misurano i 3/7;
quello per la realtà nel suo complesso dato dagli 8/2 che misurano i 2/8;
e quello per la misurazione unitaria dell'Energia è dato dalle 9/1 unità che misurano la massa 1/9.

Come appare evidente, tutta la diversificazione in singole componenti "qualitative" è data dagli 11 modi differenti di diversificare gli 11 numeri, da 0 a 10 compreso.
Tanto che 0/10 è il tempo unitario "assoluto ed indeterminato"...
... e 10/0 è lo spazio unitario del ciclo "assoluto e indeterminato".

Romano Amodeo
amoram
00giovedì 13 agosto 2009 12:37

Quando cerchiamo di misurare un tempo, noi realizziamo una equazione.
Da una parte lo strumento dispone di 2/8 e misura in ottavi e quarti, dall'altra parte è l'oggetto TEMPO, misurato in ottavi nella sua realtà 4 (reale) + 4 (immaginaria).

Per comprenderlo, basta considerare la dissociazione dello spazio-tempo nelle sue 4 parti "uguali e distinte" (t x y z), uguali perché ciascuna è grande lo stesso 1 (quindi sono uguali "quantitativamente") e distinte perché ciascuna non ha alcuna componente posseduta dalle altre 3 (quindi sono distinte "per direzioni").
Se tutte e 4 sono dunque 4 ed una sola è 1, una sola è sempre 1/4 di tutta la quantità 4.

In tal modo la musica, che adotta il tempo dei 4 quarti, esemplifica alla perfezione lo schema ideale per la descrizione dei tempi, e avremo note caratteristiche delle differenti quantità dei singoli tempi.

Pertanto noi avremo 2^3=8 come la quantità complessa che va da -1 a +1 su ciascuna delle 3 componenti dello spazio cartesiano, e che vale 8 nel suo valore complesso, ossia positivo-negativo o reale-immaginario.

Quando questo insieme 8 è costruito sulle 4 dimensioni dello spazio a 3 componenti cartesiane, avremo il prodotto (3+3) x (3+3) = 36 come l'area di un piano avente il lato complesso (per perpendicolarità) da -3 a +3. Questo 36, percepito in tempi ottavi, dà luogo a 4,5 unità-tempo che, espresse unitariamente nel ciclo 10 delle varie unità decimali, sono i 45° dell'angolo giro dato dal ciclo 10 del numero 36.

Ebbene, per questioni di unità espresse dalla trigonometria, Tg 45° = 1 determina la particella unitaria dell'elettrone tangente dell'atomo, che sarà determinato spazialmente dalla Tg 45° e, temporalmente, dalla lettura invertita (da destra verso sinistra) della quantità 45, e dunque varrà 54 unità-tempo.

Di fatti, mentre abbiamo costruito spazialmente il 360 come la quantità che va da -3 a +3 in due lati perpendicolari, abbiamo anche il cubo unitario avente il lato 3, o l'onda elettromagnetica a due lati 3.
La sua superficie totale che racchiude il volume reale è data da 3x3x(3+3).
Il suo volume reale è dato da 3^3 = 27.
Il suo volume complesso (positivo + negativo) è dato da 27 + 27 = 54.
Il volume dell'onda il cui fronte elettro-magnetico sia 3x3 e la lunghezza sia 3+3 è lo stesso 54.

Allora il comune 54 x 8 = 432 ne fornisce la quantità complessa.
54 x 4 = 216 ne è la quantità reale
e 54 x 2 = 108 è tutta la differenziazione "uguale e distinta" assumibile dai vari atomi del sistema periodico degli Elementi, costruito con un guscio elementare fino a 2 elettroni (nell'Elio), e gusci sovrapposti fino a 2^3=8, per 1, per 2, per 4 per 8 nel suo valore complesso, ad ogni guscio sovrapposto. 2+8+16+32+64 = 122 è un flusso assoluto avente il fronte trasversale 7+7=14, lineare, e 108 in linea, e sono tutti i possibili tipi normali di atomi reali e diversi esistenti e possibili, della Tavola di Mendelejeff.


Romano Amodeo ha individuato le varie unità di misura al punto che lo strumento per la misurazione della massa è il nonio 1/9;
quella del tempo è dato dai 2/8;
quello per la misurazione del volume e dello spazio in genere è dato dai 3/7;
quello per la misurazione dei flussi è dato dai 4/6;
quello per la misurazione della temperatura è dato ai 5/5;
quello per la molecola dai 6/4;
quello per l'intensità della luce dai 7/3;
quello per la realtà nel suo complesso dagli 8/2
e quello per la misurazione unitaria dell'Energia è dato dalle 9/1 unità.

Come appare evidente, tutta la diversificazione in singole componenti "qualitative" è data dagli 11 modi differenti di diversificare gli 11 numeri, da 0 a 10 compreso.
Tanto che 0/10 è il tempo unitario "assoluto ed indeterminato"...
... e 10/0 è lo spazio unitario del ciclo "assoluto e indeterminato".

Romano Amodeo
amoram
00giovedì 13 agosto 2009 12:39
Con 1/9 si controllano i 9/1 quantitativi unitari del moto di 1 massa nel ciclo 10


Quando poniamo su una bilancia un oggetto di cui misurare la massa peso, noi realizziamo una equazione.
Da una parte la bilancia dispone di 1/9 e misura in noni, dall'altra l'oggetto, misurato in noni, ne rivelerà il numero alle varie dimensioni dei 100 kg, 10 kg, kg, e dei vari decimi.

Infatti l'unità della massa è data da 1/9.
Poiché 1 : 9 = 0.111111111... ciascuna di queste unità partecipa a definire la quantità alle varie dimensioni del peso, tanto che potremo avere il numero delle dentinaia, decine, unità, decimi, centesimi, millesimi e così via.

Pertanto, quando, posti noi stessi sulla bilancia, otteniamo per ipotesi kg 74,125, il 7 è dato da 10, il 4 da 1, l'1 decimo da 0,1, i due centesimi da 0,01 e i 5 millesimi da 0,001, e tutta la quantità unitaria, scndita nei vari noni partecipa, in ogni sua cifra.

La stessa struttura, del NONIO, è usata per ottenere tutti i calcoli, attraverso quello strumento che una volta sostituiva le calcolatrici portatili e che consentiva di calcolare usando il cosiddetto "regolo calcolatore".

Romano Amodeo ha individuato le varie unità di misura al punto che lo strumento per la misurazione del tempo è dato dai 2/8, quello per la misurazione del volume e dello spazio in genere è dato dai 3/7; quello per la misurazione dei flussi è dato dai 4/6; quello per la misurazione della temperatura è dato ai 5/5; quello per la molecola dai 6/4; quello per l'intensità della luce dai 7/3; quello per la realtà nel suo complesso dagli 8/2 e quello per la misurazione unitaria dell'Energia è dato dalle 9/1 unità.

Romano Amodeo
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