LAVORO CON I SOGNI
Credo che i sogni rappresentino un mezzo attraverso cui conoscere ed interpretare parti di sé che non si riescono a cogliere consciamente o attraverso analisi razionali. Ho sempre nutrito un particolare interesse per il mondo onirico e ho anche cominciato a lavorare con esso. Scrivere e riflettere sul sogno è già un primo importante passo per conoscersi meglio, elaborarlo per renderlo comprensibile significa anche comprenderlo ed accettarlo come parte di sé.
Ad esempio, attraverso il rilassamento, che porta ad uno stato di dormiveglia, riesco a riprendere un sogno che si è concluso lasciandomi in uno spiacevole stato emotivo e a modificarlo per completare suo il ciclo gestaltico.
Grazie ad un profondo livello di lucidità, ottenuto con l'esperienza, è possibile considerare e rapportarci al mondo del sogno quale frutto dell’attività onirica della nostra mente creativa, lasciandosi di conseguenza coinvolgere in minore misura dalle situazioni che si sono create e creandone delle nuove con la sola nostra forza di volontà.
Anche la capacità di controllo dei sogni è un' abilità importante da sviluppare: oltre a potersi muovere senza limitazioni, ci si può librare, si può volare, sostituire o spostare oggetti fino a passare da una scena all'altra a proprio piacimento.
Attraverso l' immaginazione l'uomo ha la facoltà di "creare" e "proiettare" immagini sullo schermo della mente e questo può essere fatto sia in stato di veglia
quando si ha una piena padronanza della propria mente e del proprio universo affettivo che durante il sonno quando perviene uno stato di alterazione.
Quindi, quando le immagini sono create in condizioni di equilibrio psichico
esse possiedono logicità, causalità, 'normalità', quando invece vengono create in condizioni di disequilibrio psichico perdono queste caratteristiche e assumono i caratteri della paradossalità, della surrealtà, della alogicità e della 'anormalità'.
Potere dare una definizione del sogno e del perché si sogna, significherebbe avere già risolto metà delle problematiche relative alla conoscenza dell'uomo e di noi stessi. Talvolta penso che questo genere di domande siano quasi 'ridicole', nessuno infatti si chiede perché respiriamo o mangiamo mentre tutti sembrano ossessionati dal perché sogniamo. Sognare è una funzione vitale come respirare, digerire e pompare sangue. La domanda dovrebbe dunque essere: "perché l'uomo è così 'maniacalmente' desideroso di scoprire i meccanismi del sogno?”
I sogni sono affascinanti e, soprattutto, sono 'parte' di noi. Dal momento che provo un grande desiderio di conoscermi a fondo, 'gioco' con essi. Se la cosa, poi, viene fatta in gruppo tanto meglio, il gioco diventa più istruttivo, più variegato, meno monocromo ed egoico. Che i sogni possano permettere di conoscere se stessi è avallato dal fatto che "la maggior parte delle scuole psichiatriche concorda che il sogno sia una proiezione, che tutti i personaggi e gli oggetti che vi compaiono rappresentino in realtà il sognatore stesso e che l'azione onirica sia spesso un tentativo di risolvere il paradosso scaricando la responsabilità delle proprie speranze e dei propri desideri".
Ma può bastare una semplice loro interpretazione verbale per sondarne le (insondabili) profondità? A mio parere no, e pare che la pensino allo stesso modo molti studiosi fra i quali lo stesso Perls. "…il paziente deve andare oltre le interpretazioni puramente verbali e le nozioni che gli vengono in mente, egli deve anche ammettere le sensazioni, le emozioni e i gesti. Egli può anche integrare il sogno…".
Attualmente alcuni sperimentatori, dopo avere portato i sogni sul palcoscenico, stanno studiandoli in gruppo (anche se non si sa ancora bene che indirizzo prenderà questa ricerca).
Potrebbe sembrare strano ma la maggior parte dei sognatori ripudia il proprio sogno, lo osserva come se fosse un corpo estraneo, una strana casualità che non lo tocca e non lo riguarda direttamente. Ciò che è davvero importante nell’interpretazione dei sogni è il tenere in massimo conto la globalità dell'individuo ed il suo presente (anche la sua storia personale può fornire indicazioni utili) ed è soprattutto necessaria la volontà di conoscersi, di interrogarsi in profondità senza mistificazioni perché, se manca questo, non si tratterà più di uno studio o di una ricerca ma di un vano parlare.
Che rapporto avete con i vostri sogni?