Segnalazione: Marco Aurelio e Costantino

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Antioco il Grande
00lunedì 20 luglio 2009 11:03
Segnalo due nuovi libri che ho visto in libreria.

E. Horst, COSTANtiNO IL GRANDE, € 12,00, Editore Bompiani (collana Tascabili. Saggi), 2009, 405 p., brossura

"Una biografia, che ripercorre la vita e le alterne vicende politiche di uno dei più celeberrimi imperatori romani. Costantino I, detto "il Grande" (274 ca.-337), è passato alla storia per il suo tentativo di unificazione tra Impero Romano d'Occidente e Impero Romano d'Oriente (realizzato tra l'altro mediante lo spostamento della capitale dell'impero a Bisanzio, che prese poi il nome di Costantinopoli), ma è conosciuto dai più per essere stato il primo imperatore cristiano, sotto il cui regno il cristianesimo acquisì pienezza di libertà e diritti. Molti e affascinanti, però, sono gli aspetti della personalità di Costantino che ancora rimangono "nell'ombra" e che il volume di Horst mostra: l'imperatore, dapprima pagano, fece sì emanare nel 313 l'Editto di Milano con cui diede alla religione cristiana riconoscimento ufficiale, ma ricevette il battesimo solo sul letto di morte; esortò i sudditi ad abbracciare la nuova fede, ma rimase alieno da ogni forma di persecuzione verso il paganesimo. Alla scoperta di una figura storica, quasi "leggendaria", illuminata nelle sue scelte politiche e religiose da una tolleranza capace di insegnare ancora molto".

A. Fraschetti, MARCO AURELIO. LA MISERIA DELLA FILOSOFIA, € 24,00, Editore Laterza (collana Biblioteca universale Laterza) 2008, 352 p.

"Marco Aurelio, l'imperatore filosofo, l'autore dei "Pensieri", documento del tardo stoicismo, seguace di Seneca e Epitteto, l'imperatore mite, buono, propugnatore dell'impero del migliore contro l'eredità del sangue, moralista, fedele al Senato, difensore dei confini dell'impero, rispettoso del popolo, sensibile al destino degli schiavi. Su questa figura mitica, ingigantita ed esaltata già dagli storici di epoca tardo imperiale, si allungano oggi le ombre del dubbio. La storiografia contemporanea non ha infatti osservato e annotato le molteplici contraddizioni che caratterizzano i gesti, la condotta, i provvedimenti adottati da Marco Aurelio nel corso della sua vita e del suo regno. Dalla sciagurata decisione di designare il proprio figlio maschio, Commodo, come successore alla guida dell'impero, pur disprezzandolo e ritenendo che sarebbe stato un pessimo capo, alle persecuzioni scagliate contro i cristiani, accusati di immoralità, incesto e infanticidio e sterminati in massa con un massacro paragonabile ai pogroms della Russia zarista o al genocidio hitleriano, fino ai discutibili provvedimenti in materia giudiziaria e fiscale, l'aura di 'bontà' costruita dalla storiografia antica e moderna intorno a Marco Aurelio si dissolve e lascia trasparire un inquietante marchio d'infamia".

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