Solenne, Addolorata e Premurosa Madre

Nurudin
00mercoledì 15 aprile 2015 23:21
*l'elfo arriva in cattedrale con il passo affaticato e lo sguardo provato dal dolore è evidenziato dalle occhiaie marcate.
si stringe il petto mentre ,passo dopo passo, si dirige verso l'altare, dove posa un'ipomea bianca sbocciata in un calice d'argento riempito di terra*

*si inginocchia e recita*:
"Vieni, Notte antichissima e identica,
Notte Regina nata detronizzata,
Notte internamente uguale al silenzio, Notte
con le stelle, lustrini rapidi
sul tuo vestito frangiato di Infinito.


Vieni e cullaci,
vieni e consolaci,
baciaci silenziosamente sulla fronte,
cosi lievemente sulla fronte che non ci accorgiamo d'essere baciati
se non per una differenza nell'anima
e un vago singulto che parte misericordiosamente
dall'antichissimo di noi
laddove hanno radici quegli alberi di meraviglia
i cui frutti sono i sogni che culliamo e amiamo,
perché li sappiamo senza relazione con ciò che ci può
essere nella vita.

Vieni solenne,
solennissima e colma
di una nascosta voglia di singhiozzare,
forse perché grande è l'anima e piccola è la vita,
e non tutti i gesti possono uscire dal nostro corpo,
e arriviamo solo fin dove arriva il nostro braccio
e vediamo solo fin dove vede il nostro sguardo.

Vieni, addolorata,
Mater Dolorosa delle Angosce dei Timidi,
Turris Eburnea delle Tristezze dei Disprezzati,
fresca mano sulla fronte febbricitante degli Umili,
sapore d'acqua di fonte sulle labbra riarse degli Stanchi.


Vieni, premurosa,
vieni, materna,
in punta di piedi, infermiera antichissima che ti sedesti
al capezzale degli dei delle fedi ormai perdute,
e che sorridesti la mia nascita,
e sorridesti perché nulla è quieto, salvo la tenebra e il silenzio,
e il grande Spazio Misterioso al di la di essi... Vieni, Notte silenziosa ed estatica,
avvolgi nel tuo mantello leggero
il mio cuore... Serenamente, come una brezza nella sera lenta,
tranquillamente, come un gesto materno che rassicura,
con le stelle che brillano
bagliori argentati dalla tua chioma"

*si alza e in modo solenne posiziona il calice sull'altare*

"madre, ti porto questo dono
affinchè Voi, signora delle selve, protettrice delle fiere, custode delle fonti e dei torrenti, protettrice della vita e della natura, la facciate crescere rigogliosa e diate ad essa il sostegno senza il quale non potrebbe sopravvivere."



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