Come in un sogno che mi accompagna alla sera e rende più dolce il risveglio del mattino, aspetto di guardare di nuovo il mare, per sentire in me quella profonda sensazione di pace che ad esso si accompagna quando si scioglie nell’orizzonte del cielo infinito.
Camminare lungo la spiaggia deserta superando ogni limite temporale….
Solo io e l’immenso, solo l’immenso ed io verso la conoscenza dell’essere, aldilà delle apparenze, aldilà delle formalità, aldilà di ogni più arida banalità.
L’onda che nasce dalla profondità del mare si innalza intrecciata alle gocce di sole, ricoprendo la sua superficie per spegnersi poi sui grani di sabbia dorati, che candidi si apprestano a berne la saggezza raffinata e la forza incontrastata.
Estasiata, assisto a quello spettacolo della natura, sperando di non veder mai soffocare nell’animo di ogni uomo quella piccola onda, felice di donarsi all’amico granello di sabbia.
Quell’onda, il suo correre verso un qualcosa senza paura di veder spezzata la sua esistenza all’improvviso, rappresenta la parte perduta di noi stessi, smarrita nei doveri quotidiani e distrutta dalle delusioni provate.
Sentire la voce del mare, anche solo nel sogno, anche solo nel cuore è come leggere l’intimità della nostra essenza che, in un angolo dell’interiorità, è ancora capace di credere, è ancora convinta che non esiste una formula per la felicità, perché lei stessa lo è: aprirsi alla vita, così, semplicemente, per essere negli altri e per gli altri come un’onda che si stacca dalla sicurezza del suo mare, per essere assorbita dalla sabbia assetata.
Questo è il mio mare, questa è la mia vita