Non è una nostra opinione, ma quella di Martin Niemöller. Se vuoi approfondire l'argomento da un punto di vista storico ti suggerisco questo testo
Interessante la recensione di Giovanni Filoramo, noto storico delle religioni:
"Anche se la violenza è presente in gradi diversi in tutte le religioni e, di conseguenza, l'intreccio tra guerra e religione, vuoi come forma di legittimazione e giustificazione della violenza guerriera vuoi come promozione e alimento di conflitti e contese, si ripresenta continuamente nella storia religiosa dell'umanità, è difficile, in prospettiva comparata, sfuggire all'impressione che nell'Occidente cristiano sono state combattute le guerre più atroci e da qui sono partite le guerre più devastanti, fino al (potenziale) conflitto atomico. Ne consegue il paradosso di una religione come il cristianesimo, soprattutto nella sua versione occidentale, che, mentre insegue l'anelito della pace, in realtà, contribuisce da par suo ad alimentare la guerra. Come ebbe a osservare anni or sono il noto teologo cattolico Eugen Drewermann, "intese come sintomi, come indicatori di una crisi, le infinite guerre dell'Occidente rimandano a una tendenza alla guerra radicata nel cristianesimo stesso [il quale] assai spesso non solo non è riuscito a evitare la guerra, ma l'ha anzi spiritualmente tollerata e di fatto l'ha totalizzata accettandola in ogni forma, con tutti i suoi obiettivi e con la sua leggerezza nella scelta dei mezzi" (Guerra e cristianesimo. La spirale dell'angoscia, Raetia, 1999)"
Shalom
[Modificato da barnabino 30/04/2017 13:59]
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Sijmadicandhapajiee, gente per cui le arti stan nei musei - Paolo Conte
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