Sto ripostando qui le mie vecchie fanfic e rileggere le mie vecchie storie mi ha portato ad una critica spietata di me stessa.
Io ho criticato tantissimo "chi scrive male", eppure, rileggendo le mie vecchie fic (e qualche tentativo di originale), mi sono accorta che ho commesso quasi tutti i loro stessi errori, che io stessa ora aborro.
Vediamo un po': quali sono?
Puntinato abbondante: nei miei primi anni (2003 - 2004), vedendo le fic scritte così, ero convinta che fosse un nuovo codice di internet. E credevo di dovermi adeguare. Non avevo capito che era una stupidata pseudo - poetica, non adeguatamente censurata.
Tracce di linguaggio sms (mai nella prosa, almeno quello!): stessa cosa. Vedendo soggetti scrivere "kuello" (sì, li ho trovati) non adeguatamente cazziati ho pensato che fosse un nuovo codice. Poi, per fortuna, ho compreso di avere sbagliato.
Storie tutte attaccate: non so perché, non mi entrava in testa che "dopo i segni di interpunzione, va sempre uno spazio". E dire che non ho frequentato pessime scuole, dalle elementari alle superiori, anzi. Oddio, forse ho avuto elementari parecchio
sui generis, ma non credo di essere l'unica, quindi non è una scusa.
Tendenza alla ripetizione delle parole: sì, era un vizio dettato dalla pigrizia, nonostante io non abbia un lessico esiguo, tutt'altro. Ad oggi si è ridotto, ma qualche ripetizione mi scappa e me ne accorgo rileggendo la storia. No comment.
Comportamenti melensi di personaggi riservati e chiusi: la mia primissima, aberrante fanfic su Versailles no Bara (non si trova più, per fortuna. Il sito è offline) era una imbarazzante RobespierrexSaintJust con i due che sembravano due adolescenti alla prima cotta. Che cosa mi ero fumata nel 2001 per scrivere una roba simile?
Stessa cosa per i seguiti di una mia vecchia fic su Dragon Ball. Broly era stato ridotto ad una copia fatta male di un cavaliere servente, ma si può dire che ho anticipato i tempi, dato quello che hanno fatto in Super!
Metafore idiote nelle lemon rosse: sì, fatto anche quello. 😅. Ora non le sopporto e mi ricordo di essere nata nella "città dei fiori, dell'olio e della ceramica". (eh no, non sono sanremese).
Linguaggio privo di contesto: per fare la colta, ho messo in bocca a personaggi nipponici riferimenti alla mitologia greca. Eh no, non stiamo su Saint Seiya. (e anche lì il mito greco è relativo)
Parlare male di tematiche serie: no, non credo di essere arrivata allo stupro (inteso come congiunzione carnale priva di consenso da parte di un elemento. Dei che terminologia...) come qualcosa di bello e al tumore guarito per amore o con un paio di pillole, ma diversi errori, per fare l'angst da quattro soldi, li ho fatti.
Ho tentato di parlare di transessualità in una mia vecchia fic e l'ho fatto servendomi dello stereotipo più becero, ossia della donna trans che si scopre donna, malgrado il corpo maschile, perché "è dolce e tenera". Come se l'uomo potesse essere solo duro e la donna solo tenera. E se fa la dura, è solo una maschera destinata a crollare davanti ai bei pettorali di un maschio. (sì, sono ironica).
In un'altra mia fic, ho reso angst e romantico un feminicidio. Mi posso tagliare la gola sulla linea del taglio per la tiroidectomia? Qualcuno mi può dare un coltello? (per capirci, è un what if sulla parte di Asgard di Saint Seiya dedicata ad Hagen e Freya/Flare)
Ho romanticizzato dei baci forzati, senza dare alla donna della coppia una dignità. Sembra Laiza di General Daimos, che io ritengo scema e priva di spina dorsale. E muore per proteggere lui, uno stronzo, che poi si ammazza per lei contro un nemico potente. Evviva la dignità femminile!
Ma che concetto incompleto di femminismo che avevo? Lei è una guerriera e si fa sottomettere senza reagire.
Angst da quattro soldi: sì, l'ho fatto. Diverse mie storie sembrano il regno della demenza, basato sul "non lo dico per fare il dramma ad minchiam" e il "per amore, tutto il resto è noia". (anche la dignità?)
Incoerenze: nel mio primo (e ad ora) unico tentativo di long fic riuscito (che sono indecisa se pubblicare o no qui, per farmi un viaggio nella mia idiozia delirante) ho ammucchiato elementi a casaccio. Utile.
Similitudini forzate in una fic introspettiva sul dolore di una perdita: sì, le ho messe. E rendevano il tutto stupidamente barocco e inutilmente teatrale. Perché, in prima persona, uno che ha perso una persona cara fa considerazioni articolate. Splendido.
O dice "il mio cuore sarà tuo fino alla fine del tempo". WTF?
E a questo si aggiunge, nel 2008 - 2010, una fase di utilizzo di un linguaggio pseudo ottocentesco, che io ritenevo sublime (e lo è), ma risulta ridicolo, in determinati contesti. Facevo la "Carabelli dello scritto". (ad ora ritengo Carabelli un pessimo direttore del doppiaggio, per la capacità di non pensare al contesto della frase)
Poi, i miei lettori e le mie lettrici cosa capivano?
Questi sono gli errori da me individuati. Quali sono i vostri?
Se uno si è guadagnato il diritto ad essere quello che è nessuno glielo toglie.
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