00 12/12/2023 11:30

LA STORIA DEL PUNGITOPO


Era dicembre, la gente se ne stava in casa al calduccio perché il freddo era intenso e le strade erano tutte coperte di neve e di ghiaccio.
Un topolino in mezzo alla campagna tremava e batteva i suoi dentini.
Egli, sorpreso dalla tormenta, non era riuscito a raggiungere in tempo il suo rifugio. Si sentiva perduto e non sapeva come fare per non morire assiderato.
All’improvviso, tra l’ammasso di neve, notò in lontananza un arbusto verde. Il topino si sentì in salvo e si mise a correre in quella direzione.
Prima di rifugiarsi tra i rami di quella pianta la salutò e poi le chiese ospitalità.
Il cespuglio gli disse di non aver nulla in contrario ad accoglierlo, ma era giusto che sapesse subito che le sue foglie erano spinose per proteggersi dagli attacchi dei ruminanti.
"Se vuoi accomodati pure tra i miei rami! Io ho fatto il mio dovere ad avvisarti del pericolo a cui stai andando incontro." Sottolineò la pianta.
Il topolino ci pensò un po’, ma, non avendo alternative per sopravvivere alla tormenta, si infilò con cautela tra i rami dell’arbusto.
Pensò tra sé:" Meglio qualche puntura che morire stecchito tra la neve!"
Ad un tratto si alzò un vento gelido impetuoso ed il topino per non essere trasportato via nel suo vortice si aggrappò con forza con le sue zampette ad una foglia dell’arbusto dimenticando le spine.
" Ahi! Ahi! Che dolore." Urlò il povero topino.
Le spine lo pungevano e piccole gocce del suo sangue si posarono tra i rami della pianta.
La notte freddissima gelò quelle gocce e le trasformò in rosse palline di ghiaccio.
Al chiarore della luna esse brillavano come rubini.
L’arbusto con quelle palline rosse era veramente bello ed elegante.
Ringraziò il topolino di avergli fatto quel dono bellissimo. La pianta, però, aveva paura di perdere quelle palline una volta che l’aria si fosse riscaldata ed il gelo scomparso, così si rivolse alla regina delle piante e le chiese di lasciargliele per sempre.
Il suo desiderio fu esaudito e, toccandola con la sua bacchetta magica, disse solennemente:
"Io voglio premiarti perché sei stata generosa, buona e sincera con il topino e meriti un bel regalo per il Natale ormai vicino. D’ora in poi avrai anche tu, come tutti gli alberi, fiori e frutti e non solo foglie spinose.
Per ricordare a tutti che i tuoi frutti rossi sono nati dal sangue del topolino sarai chiamata col nome di Pungitopo".
La pianta commossa, ringraziò ripetutamente la regina buona mentre scompariva dalla sua vista.
Il pungitopo pensò tra sé che è sempre meglio, a questo mondo, esser buoni, perché dal bene nasce sempre altro bene.
La piantina, ammirandosi, rimase stupita per la bellezza acquistata con quelle bacche rosse che l’adornavano.
Da allora, ogni Natale, la sua felicità è grande e completa, quando le persone con i suoi rametti, abbelliscono le loro case.
Da quel giorno, infatti, diventò una pianta ornamentale natalizia che ognuno vuole avere nella propria casa perché porta fortuna ed è beneaugurante.





Tina


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