Testimoni di Geova Online Forum Questo forum nasce con lo scopo primario di analizzare e confutare le critiche rivolte ai cristiani testimoni di Geova e ristabilire la verità relativamente a luoghi comuni e disinformazione varia, diffusi in ambienti pubblici. Forum con partecipazione moderata

Dicono di noi...

  • Messaggi
  • EverLastingLife
    00 16/08/2014 00:48
    Varie opinioni di terzi sui testimoni di Geova


    Proponiamo di seguito una raccolta di autorevoli citazioni di punti di vista positivi sui testimoni di Geova, nelle varie prospettive del termine (benefici resi alla comunità, esempi di solidarietà o di senso civico, rettitudine morale, zelo missionario e via dicendo).

    Per questioni di ordine, il 3D è aperto ai foristi con rank minimo di moderatore. Chiunque volesse contribuire ai suoi contenuti può inviare una mail al sottoscritto (cliccando sulla prima icona di questo post). E' importante che la dichiarazione sia di fonte autorevole (le citazioni possono essere di scrittori, giornalisti, eruditi, politici, ecclesiastici, personaggi noti di qualunque campo e settore d'interesse) e che sia correttamente referenziata.


    Dove non diversamente indicato, grassetto, corsivo e altri segni di evidenziazione sono estranei ai testi originali.

    [Modificato da EverLastingLife 17/08/2014 19:56]
  • EverLastingLife
    00 16/08/2014 00:51

    Padre Rotondi, sacerdote, ne Il tempo (8 ottobre 1978, pag. 19).

    Penso ai Testimoni di Geova: essi sanno bene quello che dicono - anzi: gridano - quello che sanno; non temono di bussare alle porte delle nostre case e vi entrano con la Bibbia in mano, si mettono a citare quel versetto di quel capitolo, da quella lettera di S. Paolo, di S. Pietro, di S. Giovanni. E certi cristiani, di quei sacri testi, ignorano tutto. Così subiscono una "catechesi" falsa, ma capace di richiamare l'attenzione; di accendere l'entusiasmo; più d'una volta ottenendo adesione sincera, entusiasta, coerente. Non solo: ma i "convertiti" si mettono poi anch'essi e ben presto a "fare" a "proclamare" quel che hanno appreso; e dovunque. Devo, paradossalmente, ammettere che in quei cristiani si verifica un innegabile fenomeno di crescita. Certo, i contenuti della nostra fede immensamente più dei "loro"; ma Dio guarda a come noi crediamo; e se lo pratichiamo, lo predichiamo. In questo i Testimoni di Geova ci sopravanzeranno fino a quando i "nostri" non usciranno dallo stato di semi alfabetismo religioso per entrare nel "ragionevole ossequio della fede" di cui parla S. Paolo.
  • EverLastingLife
    00 16/08/2014 00:55

    Sergio Quinzio (1927-1996), insigne teologo ed esegeta biblico.

    "La storia dei testimoni di Geova ha delle pagine magnifiche. Ho una lettera di Geneviève De Gaulle, la nipote di De Gaulle, che è stata nei campi di concentramento nazisti. Alcuni di questi testimoni di Geova, che allora si chiamavano Studenti della Bibbia, rifiutavano di prestare servizio militare non solo nelle fabbriche di armi ma in qualunque fabbrica tedesca per non aiutare lo sforzo bellico tedesco e venivano impiccati regolarmente".

    Trasmissione radiofonica "RAIDUE 3131", 1/11/89.



    [Modificato da EverLastingLife 16/08/2014 00:57]
  • EverLastingLife
    00 16/08/2014 01:01
    Attestato di merito fornito dal comune di Saponara (Messina) per l'aiuto offerto dalla Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova in occasione dell'alluvione del 2011.



    [Modificato da EverLastingLife 23/08/2020 21:36]
  • EverLastingLife
    00 16/08/2014 01:08

    Sergio Albesano, scrittore, storico, saggista.


    Mi si sono aperti gli occhi su un pianeta completamente diverso. Alcuni di loro sono preparati culturalmente (altri un po’ meno); disponibili senza remore a prestarsi aiuto fra loro: non ho incontrato superfanatici, nessuno che insistesse per convincermi e nessuno che si comportasse in maniera riprovevole. Quando organizzo una tavola rotonda sul tema dell'obiezione di coscienza mi stupisco sempre di vedere che in genere partecipano pochi obiettori di coscienza, pochi non violenti, pochi cattolici e tanti testimoni di Geova. Basta che sia affisso un avviso nei loro luoghi di culto ed essi accorrono all’incontro, non per un ordine di scuderia ma per l'interesse di approfondire un argomento che riguarda la loro fede. Io credo che se i cattolici in genere, me compreso, avessero la metà dell'entusiasmo e della dedizione che hanno i testimoni di Geova, allora davvero la loro fede muoverebbe le montagne. [...]

    Io che non sono testimone di Geova desidererei che essi abbiano cittadinanza nella società culturale, perché la loro presenza arricchisce anche me. Come loro non mi devono imporre alcun credo, e non lo fanno, così io devo battermi perché possano esprimere in assoluta libertà le loro opinioni. - dalla recensione al libro I testimoni di Geova e la salute mentale, di J.Bergman.
  • EverLastingLife
    00 16/08/2014 01:16
    Dal Blog di Beppe Grillo:

    La religione può salvare la vita di una persona o farla entrare (in anticipo) nel regno dei cieli. In Abruzzo i Testimoni di Geova si sono salvati, i cattolici hanno raggiunto il Paradiso. I geoviani, prima del terremoto, hanno avvertito i membri della loro comunità del pericolo. Raccomandato di dormire in macchina e di tenere con sé delle valigie con il necessario. Sono tutti sopravvissuti.
    Vescovi, arcipreti e parroci non erano al corrente di nulla? Non hanno sentito la necessità di denunciare il pericolo? Forse si, forse no. Le campane delle chiese sono rimaste mute. La voce della Chiesa non ha prodotto la più piccola eco prima del sisma. Se Bertolaso fosse stato un Testimone di Geova gli abruzzesi non avrebbero pianto centinaia di morti.

    _____________________________________________________

    risposta di un lettore:

    "Gentile Signor Beppe Grillo,
    chi le scrive lo fa da una parte dell'Abruzzo che, grazie a Dio non ha subito danni, (paura a parte) visto che vive sulla costa.
    Non posso darle torto quando sottolinea il fatto che, visto che da mesi l'Aquila era soggetta a forti scosse, si poteva fare di più.
    E le segnalo un fatto che lo conferma.
    Ho molti parenti e conoscenti che sono appartenenti ai testimoni di Geova. Questa comunità è molto unita pronta a soccorrersi a vicenda e, in occasione del terremoto, le comunità vicine si sono subito mobilitate per soccorrere i confratelli che ne avevano bisogno.
    Su richiesta di mio figlio, membro attivo di questa religione, e anche perché desiderosa di rendermi utile, ho reso disponibile la mia casa e mi sono preparata per ospitare una famiglia, (una coppia con due ragazzi) e mi sono preoccupata di quello che poteva servire con urgenza loro, immaginando non avessero più nulla.
    Immagini la mia meraviglia nel vederli arrivare con i bagagli al seguito!
    Così mi hanno spiegato che già settimane prima, in tutte le comunità de l'Aquila interessate da fenomeni sismici, alle loro riunioni settimanali, era stato suggerito loro come prepararsi ed essere pronti ad un eventuale cataclisma. Era stato trattato con cura l’argomento ed erano state date delle vere e proprio direttive pratiche: preparare valigie con l'occorrente per le prime necessità, non solo abiti ma anche coperte, scorte di viveri e bottiglie d'acqua. Tenere sempre le macchine pronte e cariche ma evitare di parcheggiarle nei garage ma parcheggiare al sicuro, in spazi aperti. Tenere sempre i telefonini a portata di mano.
    Tutto questo tratto da un articolo del giornalino "Svegliatevi" che era stato stampato l'anno scorso e che trattava proprio di questo.
    Infatti, dei più di 200 testimoni di Geova cittadini dell'Aquila nessuno è rimasto vittima del sisma. E so di sicuro che molti altri, parenti e vicini di casa devono almeno la vita a queste informazioni.
    Tutto questo mi ha lasciato a bocca aperta!

    Incredibilmente, seguendo pochi ed utili accorgimenti una piccola comunità religiosa ha salvato molte vite! Ma allora mi chiedo: cosa sarebbe successo se l'intera città avesse avuto le stesse pratiche informazioni?
    Ora lascio a lei trarre le opportune conclusioni.
    Un grosso GRAZIE dal profondo del cuore per le sue battaglie!" M. B.

    fonte
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    00 16/08/2014 22:48
    Cecile Feyling, giornalista del Jydske Vestkysten

    "Ho letto molto su internet riguardo ai testimoni di Geova. Ho dato ascolto a 'rumors' e discorsi pieni di pregiudizio. Il risultato è stato di formarmi un'opinione molto negativa sui testimoni. Poi ho cambiato idea dopo averli conosciuti direttamente, entrando in casa loro.
    Molta gente non li conosce abbastanza bene, o forse siamo tutti veloci a giudicare. So di essere stata troppo veloce. E ho riscontrato che mi ero sbagliata"
    [Modificato da admintdg3 16/08/2014 23:08]



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    00 16/08/2014 23:17
    Rudolf Höss (ex comandante ad Auschwitz)


    Ho conosciuto parecchi fanatici religiosi, nei pellegrinaggi, nei conventi, in Palestina, sulla strada dell’Heggiaz, in Irak, in Armenia; cattolici, sia romani, sia ortodossi, musulmani, sciiti e sunniti. Ma i Testimoni di Geova di Sachsenhausen, e due di loro in particolare, superarono quanto avevo visto fino ad allora. Questi due fanatici rifiutarono di compiere qualunque cosa avesse il minimo rapporto con le faccende militari. Ricusavano di stare sull'attenti, vale a dire non battevano i tacchi, non tenevano le mani lungo le cuciture dei pantaloni, non si toglievano il berretto. Per essi non esistevano leggi, poiché consideravano Geova il loro unico legislatore. [...]
    Quando la condanna [a morte] gli venne annunziata in cella, ebbero un’esplosione di gioia irrefrenabile, e avrebbero voluto in ogni modo affrettare il giorno dell’esecuzione. Torcendo le mani levavano gli occhi al cielo con espressione estatica ed esclamavano senza posa: - In breve saremo presso Geova, quale felicità essere eletti a ciò -. Alcuni giorni prima avevano assistito all'esecuzione di alcuni confratelli, e si era stentato a trattenerli, tanto irresistibile era il loro desiderio di essere immediatamente giustiziati. La vista di tanta frenesia era quasi insostenibile e dovettero essere riportati quasi a forza nelle loro celle. Quando venne il loro giorno, si avviarono quasi di corsa. Non vollero essere legati, per poter alzare le mani a Geova, e stettero davanti al palo con un'espressione luminosa e rapita che non aveva più nulla d'umano. Così immaginai dovessero essere i primi martiri cristiani, condotti nell'arena per essere dilaniati dalle belve. Andarono dunque alla morte coi visi illuminati, gli occhi rivolti al cielo e le mani congiunte nella preghiera e levate in su. Tutti coloro che assistettero alla loro morte ne furono turbati, perfino il plotone d'esecuzione.

    Questa fine gloriosa dei loro confratelli esaltò ancor di più gli altri testimoni di Geova, e ancor più li rafforzò nella loro fede. Parecchi che avevano già firmato una rinunzia al proselitismo, che avrebbe guadagnato loro la libertà, la ritrattarono, preferendo continuare a soffrire per Geova. Nella vita quotidiana erano individui tranquilli, diligenti e socievoli, sia gli uomini che le donne, e sempre pronti ad aiutare il prossimo.



    Le testimoni di Geova. Sfortunatamente erano troppo poche. Nonostante il loro atteggiamento più o meno fanatico, erano molto ricercate [...]Non c'era bisogno di sorveglianti né di sentinelle; queste donne lavoravano con zelo e di buona voglia, ritenendo così di seguire il comandamento di Geova. Perlopiù erano tedesche anziane, ma vi si aggiunsero poi anche delle giovani olandesi. Per più di due anni ebbi come domestiche due anziane; mia moglie diceva spesso che non avrebbe potuto essere più accurata e coscienziosa di loro. Erano particolarmente, e in modo commovente, legate ai bambini, sia ai maggiori che ai più piccoli, ed essi le amavano come se facessero parte della famiglia. Da principio nutrivamo il timore che volessero conquistare i bambini alla loro fede, ma esso si dimostrò del tutto infondato. Infatti non tennero mai discorsi religiosi ai bambini [...].

    Fonte: Rudolf Höss, Comandante ad Auschwitz, trad. di G. Panzieri Saija, Einaudi, Torino, 1985
    [Modificato da admintdg3 17/08/2014 13:47]



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    00 17/08/2014 00:40
    Martha C. Nussbaum, celebre docente di filosofia, insegnante ad Harvard e membro esterno del "Human Rights Program".


    "I testimoni di Geova erano vittime non solo di pregiudizi, ma anche di violenza vera e propria"

    Martha C. Nussbaum, La Nuova Intolleranza, 2012



    [Modificato da admintdg3 17/08/2014 13:46]



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    00 17/08/2014 13:10
    Lori Beaman, Ph.D., University of Ottawa, Canada;



    "I testimoni di Geova muovendosi presso le corti legali [per far valere i propri diritti] hanno avuto un impatto decisivo per lo sviluppo dei diritti civili di tutto il paese"

    "Continuano a giocare un ruolo importante per la definizione della libertà religiosa, sia a livello nazionale che a livello mondiale"


    Lori Beaman, Defining Harm: Religious Freedom and the Limits of the Law, British Columbia University press, 2008
    [Modificato da admintdg3 17/08/2014 21:51]



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    00 17/08/2014 13:46
    Rudolph Alexander Jr, Full Professor Ohio State University (oltre 60 articoli peer reviewed)



    "I testimoni di Geova sono rapidi nell'aiutare la gente vittima di disastri naturali o avvenuti per causa umana"
    "La motivazione che li spinge a fornire aiuto agli altri è guidata dalla loro religione"

    Rudolph Alexander Jr, Human Behavior in the Social Environment
    A Macro, National, and International Perspective, 2010


    Nota: Nel paragrafo "Aspetti positivi della Religione" (Rudolph Alexander Jr non crede in Dio), da cui è tratta la citazione, i tdG sono gli unici citati come esempio positivo.
    [Modificato da admintdg3 17/08/2014 13:47]



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    00 17/08/2014 15:01
    Shmuley Boteach, rabbino, scrittore e teologo



    "Più volte ho incoraggiato Michael [Jackson] a tornare nella Chiesa dei Testimoni di Geova, e quando ha dovuto affrontare la dura prova del suo arresto, mi sono rivolto pubblicamente ai capi della Chiesa dei Testimoni di Geova affinchè lo riaccogliessero, offrendogli quella guida spirituale di cui aveva così disperatamente bisogno.
    Quando era un Testimone, Michael aveva i piedi per terra e stava bene. Persino dopo l'album Thriller, quando era diventato uno dei cantanti di maggior successo al mondo, era rimasto un devoto Testimone di Geova, ancorando la propria vita a una comunità e a valori spirituali. In realtà, potremmo delineare il declino personale di Michael facendolo partire dal momento in cui lasciò la congregazione."

    Shmuley Boteach, The Michael Jackson Tapes: A Tragic Icon Reveals His Soul in Intimate Conversation, 2009
    [Modificato da admintdg3 17/08/2014 15:02]



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    00 17/08/2014 15:41
    Bülent Arınç, vice-primo ministro turco


    "I Testimoni di Geova sono una religione. Credono nel regno dei cieli, che Dio governerà il paese, l’intero mondo. Ma rifiutano il servizio militare, di prendere o di dare sangue. Rifiutano di prendere parte alle guerre, e così via. Questo è buono

    Cosa si deve fare riguardo a questo fenomeno? Questo fenomeno è un dato di fatto. Vedere tutti questi gruppi come una minaccia che insidia e distrugge l’ordinamento e il sistema laico è veramente realistico?"

    "Quella corte accusò I Testimoni di Geova di violazione dello stato laico e furono condannati e incarcerati a 3 o 5 anni ciascuno. Se ricordo correttamente un gruppo di 10-15 uomini e donne furono condannati insieme. Potete controllare gli archivi. Abbiamo internet così che potete accedere a tutte queste informazioni.

    Infine il caso arrivò davanti alla Corte Suprema della Turchia
    La Corte Suprema disse: “No, questa gente non viola lo stato laico”. E così furono assolti.

    È una cosa buona che in Turchia ci siano i Testimoni di Geova. Grazie a loro, coloro che dicono: “Io sono una persona religiosa, voglio seguire l’Islam nel modo migliore” possono quindi invocare la protezione di quel proscioglimento fatto dalla Corte Suprema Turca."


    Bülent Arınç, 13 Ottobre 2011 'Symposium on Religion and State Relations' tenuto alla Doğuş University.



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    00 17/08/2014 16:10
    Riguardo a un'assemblea dei testimoni di Geova



    Bruno Creo, politico, consigliere comunale

    "Simili iniziative danno un contributo notevole nell'abbattere le barriere dell'intolleranza e del pregiudizio."



    Fabio Bianchi, politico, consigliere comunale

    "Iniziative di questa portata si integrano bene nei valori della nostra società"



    Stefano Galetto, politico, assessore all'ambiente

    "E' notevole che in soli quattro giorni lo stadio abbia raggiunto questo aspetto così ordinato, pulito ed accogliente"

    FONTE
    [Modificato da admintdg3 17/08/2014 16:11]



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    00 17/08/2014 16:35
    Susan Scafidi, noto avvocato e scrittore


    "La Bibbia e la letteratura dei testimoni di Geova, pur afferendo al sacro, non sono qualcosa di segreto o chiuso al pubblico. Senza dubbio la loro estesa distribuzione è in se un fattore positivo"

    Susan Scafidi, Who Owns Culture?: Appropriation and Authenticity in American Law, 2005



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    00 17/08/2014 17:14
    Didier Leschi, parlamentare francese


    "A questo riguardo, osserviamo un incremento delle aggressioni contro i testimoni di Geova; in altre parole, io temo davvero che questo disprezzo costituisce alla fine una minaccia all'ordine pubblico, o quantomeno (dia vita a) manifestazioni di intolleranza contro uno dei diritti più importanti dell'essere umano e di tutti i cittadini: la libertà di coscienza"


    Didier Leschi, Commissione Parlamentare, Parigi, 17 ottobre 2006



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    00 17/08/2014 17:46
    John B. Dawson, Professore associato, Dipartimento di Medicina, Norfolk, Eastern Virginia


    "Aver rinunciato all'uso del tabacco è stata al contempo una scelta tempestiva e profonda, che ha risparmiato ai fedeli molti problemi di salute"

    "Lo sviluppo di alternative alle emotrasfusioni - diffusesi negli ultimi 60 anni - è stato fortemente stimolato dai testimoni di Geova"


    John B. Dawson, Religion in Medicine, Volume 1, 2011
    [Modificato da admintdg3 17/08/2014 17:48]



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    00 17/08/2014 17:56
    Elio Sannicandro, assessore Urbanistica e Sport


    "Gli organizzatori di questo evento ci hanno dato la possibilità di osservare un popolo di formiche, di persone che dedicano il loro lavoro per una causa comune e per un’opera di interesse collettivo. Questo è molto significativo in un’epoca in cui abbiamo soltanto un approccio al consumo, a sporcare e ad utilizzare il bene pubblico in attività di abuso”.
    In quest’epoca, vedere persone che dedicano lavoro e tempo in questa maniera è educativo e significativo. Vedere famiglie intere, anziani, bambini con senso del lavoro di squadra ricorda un approccio culturale che va valorizzato ed esaltato”."

    Corriere della Sera-Corriere del Mezzogiorno - Bari - domenica 15 luglio 2007, pag.6



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    00 17/08/2014 18:25
    Viola Nzira, insegnante all'Università di Reading

    Paul Williams, insegnante all'università di Reading

    "I testimoni di Geova sono spesso vittima di stereotipi e visti come eccessivamente legati alla Bibbia, un disturbo sulla soglia di casa.
    Loro sono pacifisti e rifiutano di usare armi, così in tempo di guerra sono coscienziosi obiettori, e per questo finiscono in prigione.
    A causa delle loro credenze, e per il fatto che il "Jehovah" nel loro nome [testimoni di Geova] ha dato loro delle affinità con gli ebrei, hanno sofferto una grande persecuzione nella Germania nazista, e molti sono stati uccisi."


    Viola Nzira, Paul Williams, Anti-Oppressive Practice in Health and Social Care, 2008
    [Modificato da admintdg3 17/08/2014 18:26]



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    00 17/08/2014 20:10
    Massimo Introvigne, sociologo, filosofo e scrittore italiano; fondatore e direttore del CESNUR


    Nella letteratura polemica si trova spesso l'insinuazione secondo cui lo scopo ultimo della grande macchina organizzativa dei testimoni di Geova sarebbe quello di arricchire i dirigenti di Brooklyn a spese dei loro ingenui seguaci.
    L'affermazione è davvero destituita di ogni fondamento. Paragonata a quella non solo dei dirigenti di imprese secolari, ma anche dei leader di altre organizzazioni religiose, la vita dei membri del Corpo Direttivo, e dei responsabili internazionali e nazionali dei testimoni di Geova, colpisce piuttosto per la sua frugalità. [...]. Ho anche trascorso del tempo nel luogo (un ex albergo) dove molti di loro vivono. [...] L'arredamento non è particolarmente lussuoso."
    Persino "il maggiore oppositore dei testimoni di Geova, Raymond Franz", ha descritto la Betel come "un ambiente austero, dove anche il presidente e i suoi collaboratori stretti vivono e lavorano in appartamenti modesti, si concedono pochissimi svaghi e vacanze e certamente non si godono la vita nel senso corrente e profano del termine".

    Massimo Introvigne, I testimoni di Geova: già e non ancora, Elledici 2002, pp. 112-113
    [Modificato da admintdg3 17/08/2014 20:12]



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