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Usa, neonati bianchi sono minoranza

Ultimo Aggiornamento: 17/05/2012 23:50
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17/05/2012 23:50

La cosa in sè sarebbe irrilevante, ma il problema è come è posta la notizia


Usa, neonati bianchi sono minoranza
49,6% contro 50,4%. E' la prima volta che accade
17 maggio, 19:43, di Stefano de Paolis



NEW YORK - Per la prima volta nella storia degli Stati Uniti, i neonati bianchi sono in minoranza: nei 12 mesi precedenti al luglio scorso, c'é stata un'accelerazione delle nascite tra latini, neri e asiatici, mentre i bianchi non ispanici hanno segnato il passo. E la stampa non esita a parlare di "sorpasso storico", di "pietra miliare", di "alba di una nuova era".
Gli ultimi dati dell'Ufficio Censimento federale parlano chiaro: 49,6 per cento dei nuovi nati sono bianchi, contro il 50,4 per cento di tutti gli altri, ovvero circa 2,02 milioni di bimbi.
Nel 1990, erano ancora al 37 per cento. Si tratta quindi di un sorpasso che era atteso da tempo, frutto di una evoluzione che, se proseguirà in questi termini, prevede l'Ufficio Censimento, porterà i bianchi non latini ad essere nel 2042 una minoranza. Oggi sono il 63,4 per cento della popolazione totale, ma sono già in minoranza nel District of Columbia e in quattro stati: California, Hawaii, Nuovo Messico e Texas, nonché in ben 348 contee.
Si tratta di dati che gli esperti motivano con vari aspetti, tra cui l'invecchiamento della popolazione bianca, la cui età media è di 42 anni. Tra gli ispanici, che fanno registrare il più alto numero di nascite, è invece di 28 anni, mentre è sui 30 tra gli asiatici e i neri. "Ci troviamo in un momento di spartiacque che mostra quanto stiamo diventando multiculturali", ha commentato un sociologo della Johns Hopkins University, Andrew Cherlin, secondo cui "la popolazione sta letteralmente cambiando davanti a noi, con i più giovani che prendono il posto dei più anziani: i bambini sono l'avanguardia del cambiamento in arrivo". Un cambiamento che porta notevoli implicazioni di carattere economico e politico, basti pensare che ogni mese 50 mila latini compiono 18 anni e diventano così elettori a tutti gli effetti. Ma oltre all'età, il fenomeno, sottolineano gli esperti, è anche il frutto di un'ondata di immigrazione iniziata oltre trent'anni fa; che William Frey, un demografo del Bookings Institution, considera come un fenomeno provvidenziale. "Abbiamo già visto in alcune ampie zone del Paese un declino della popolazione più giovane. Senza immigrazione, saremmo un Paese senza gioventù. Abbiamo avuto una tempesta perfetta, abbiamo avuto giovani immigrati in arrivo e pronti a fare bambini nel momento in cui abbiamo bisogno di loro". Non tutti però la vedono così. Basti pensare che la Corte Suprema si trova a dover esaminare la contestata costituzionalità di una durissima legge sull'immigrazione adottata dell'Arizona, che potrebbe essere adottata anche da altri cinque Stati. Cherlin però getta acqua sul fuoco, sostenendo che con i nuovi arrivi "il cambiamento nel nostro Paese potrebbe non essere così ampio come alcuni credono", perché "gli immigrati cambieranno la nostra società, ma la nostra società cambierà gli immigrati".

ANSA
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La notizia in sè è un fatto, ed è, o dovrebbe essere, neutra.

Ma non mi garba assolutamente come è posta, almeno come appare sui media italiani.

Primo, è evidente l'accentuazione dell'aspetto "negativo" del fatto, posizione preconcetta e di matrice razzista non condivisibile.

Secondo, si attribuisce un significato razziale al termine ispanico/latino, significato assolutamente infondato: spagnoli e portoghesi non sono bianchi? [SM=x44463]

In realtà alcune fonti come la BBC sono più corrette nel dare la notizia:

Non-Hispanic US white births now the minority in US

cioè si parla di bianchi non ispanici, quindi implicitamente confermando che gli ispanici, almeno in parte sono comunque bianchi (bontà loro [SM=x44476]).

In effetti la definizione di ispanico o latini non dovrebbe avere un significano razziale, ma solo etnico, intendendo che l'etnia latina sia trasversale alle razze, potendo essere sia di pelle bianca sia di pelle scura.

Questa "dovrebbe" essere la classificazione ufficiale

Che poi la classificazione etnica di ispanico o latino sia una assurdità, è un altro discorso, essendo ovviamente insensato attribuire la stessa etnia all'indio peruviano ed al castigliano o lusitano.
Il Brasile è forse ancora il più riuscito esempio di "melting pot" razziale, con tutte le sfumature di carnagione possibili, con tutte le origini e DNA possibili, catalogarli tutti come "latinos" è una assurdità, e men che meno possiamo chiamarli ispanici!

Ma tutte queste classificazioni sono da respingere, e non ne capisco l'utilità; si arriva all'assurdo che un bulgaro o un libanese è classificato "bianco non ispanico", come un WASP, e rappresentante dei valori ancestrali dei pellegrini del Mayflower, ed un catalano "bianco ispanico", simbolo del degrado e dell'imbarbarimento di una società un tempo pura.

E ci manca solo che si azzardino a discriminare gli ebrei!

Ma per favore! [SM=x44490] [SM=x44490]
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